Non era sicuro Hogwarts fosse stata la migliore delle idee.
Non certo per mancanza di gradimento verso la leggerezza che trasudava il castello, il contrasto con la scuola nordica era così netto che gli sembrava di aver messo piede nell'atmosfera di una festa continua che solo all'apparenza cercava di camuffarsi da istituto scolastico. Invivibile a suo parere su una base costante, ma una piacevole boccata d'aria fresca quando si era abituati alla spietatezza di Durmstrang. Termine attribuibile a più o meno qualsiasi dei suoi aspetti, di rado metaforici.
Il suo cruccio era posto altrove, negli anfratti di una mente un po' troppo suscettibile agli stimoli esterni, pronta ad aggrovigliarsi su se stessa, smontarsi e rimontarsi in una rotazione estenuante, alla più piccola pressione. Spesso, impercettibile. Alle volte, semplicemente inesistente.
In quel caso però, aveva la sensazione di aver messo piede in una trappola. C'erano stati dei segnali d'avvertimento, se così si poteva realmente definire l'esteso scoraggiamento all'idea di quel viaggio che lo psichiatra la cui porta dell'ufficio era costretto a varcare un minimo di due volte al mese gli aveva rivolto. Il fuso orario, lo sbilanciamento della routine, bla bla bla, raccomandazioni che si era lasciato scivolare addosso nel canto ammaliante di una novità da esplorare che sussurrava il suo nome, e soprattutto in una maggiore età che se non altro gli dava la libertà di ignorare tutto quello che gli pareva. Con qualche limite, in particolare quando il suo stesso buon senso si rendeva noto e si arrendeva ai fastidi di tutto l'arrangiamento su cui la sua vita traballante si manteneva. Ma non in quel caso. In quel caso, ci si era impuntato.
In retrospettiva sarebbe stato in grado di affermare fosse stato un errore. Forse.
La stabilità della sua mente si era inclinata. Un ingranaggio si era inceppato. Non sempre ne riconosceva la concretezza, non con la giusta tempestività per... illudersi di poter controllare la velocità con cui sarebbe scivolato in un episodio, o almeno tentare di frenarne la corsa con il giusto miscuglio di medicine. Gli sarebbe piaciuto dire fu diverso sotto l'aria inglese, ed invece si ritrovò ugualmente a prendere nota e ricalcare i connotati di cosa diavolo stesse facendo solo quando il sonno era ormai venuto meno da almeno un paio di giorni e sui margini dei suoi libri spiccavano scarabocchiate un po' troppe considerazioni illeggibili sui segreti di Hogwarts e dubbie valutazioni di come scoprirli.
Ci si sarebbe fissato anche normalmente, una certezza che però si portava appresso anche quella che l'avrebbe sicuramente fatto con meno brio e meno scapestratezza.
Il principio di una fine che se non altro trovò qualche resistenza.
O ostacolo non considerato contro cui schiantarsi di faccia. Dipendeva dai punti di vista.
Sgusciare fuori dai ridicoli dormitori in cui gli avevano messi - oh, aveva un sacco di opinioni a riguardo, così come sulle facce arcigne di chi li abitava. - di sera, un po' troppo vicino all'orario del coprifuoco, era il genere di scelta che con la bacchetta roteante tra le dita flebilmente illuminata da un Lumos a rendere più vivibili i sotterranei non avrebbe che potuto portarlo a una lunga lista di scelte questionabili e indubbi problemi. Lo schiantarsi più o meno letteralmente contro una sottile figura bionda se non altro pose un freno - di nuovo, più o meno letteralmente - all'erraticità dei propri piani.
'Ah, cazzo.' Un soffio leggero sibilato tra i denti, la bacchetta salvata per un pelo dal finire a rotolare su un pavimento che sperava di non dover mai conoscere ravvicinatamene. Chissà cos'altro ci buttavano a marcire lì sotto oltre a loro e studenti dalle divise verdi argentee che non sembravano poi troppo apprezzati.
'Cosa ci fai ancora in giro? Non lo sai che dovremmo essere già impegnati a contare pecorelle?' Superfluo controllare chi avesse davanti, troppo abituato alla rara altezza su cui svettava la brillante figura della Wylie per non riconoscerla a primo... beh, impatto. Alzò lo stesso la luce della bacchetta sul suo viso, un sorriso tronfio sul proprio, rifilandole con essa un piccolo bop sul naso mentre lasciava definitivamente spegnere un Lumos che tutto sommato non gli serviva se non impegnato a curiosare. La blanda illuminazione delle torce bastava.
'O è perché hai già trovato qualcuno di interessante qui dentro a cui trotterellare dietro?' Non impresse in quelle parole particolari insinuazioni, figlie più che altro di una lingua sciolta ed accompagnate al massimo da una lieve ruga di pensierosità a stropicciargli la fronte. Le labbra a schiudersi su una sfilza di considerazioni sulla fauna locale senza che però finissero con il prendere vita, soppiantate da un guizzo differente di riflessioni.
'So benissimo cosa stai per chiedermi cara Evie, e ti informo che io ho ottime ragioni per essere ancora in giro.' ...Quali? Difficili da estrapolare al di fuori della pressante necessità che gli ronzava addosso di fare, esplorare, scoprire, dare sfogo a un'energia che pretendeva tutto e subito. Anche la vena un po' troppo giocosa e a tratti affettuosa dei suoi modi ne palesava l'esistenza, ma l'unica consolazione che gli offriva aver tenuto anche lei, sebbene meno di altri, a una moderata distanza dal poter spiare gli anfratti del suo animo era che quelle sfumature non dovessero esserle così ovvie. O se non altro, gli piaceva crogiolarsi in quella convinzione.