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    Foresta proibita? Perchè quel luogo al giovane Christian sembrava così allettante? Ne aveva sentito parlare in sala grande, era una foresta infestata da creature terrificanti e pericolose, ottima idea costruirne una scuola proprio ai confini. Il giovane serpeverde voleva assolutamente entrarci, ancor di più dopo che i suoi compagni di stanza, Hugo ed Oliver gli avevano espressamente detto che si trattava di un luogo proibito per gli studenti, se non accompagnati da un professore, guardiacaccia o chiunque ne avesse le facoltà. Ovviamente al giovane studente non interessava, voleva assolutamente visitarla, senza un adulto pronto a rompere i coglioni, se mai si fosse imbattuto in qualcosa di interessante. "Se non volete venire con me, vado da solo." Aveva passato l'intera serata nel cercare di convincere i due concasati, ma non ci fu nulla da fare. Tra un imprecazione qua e un offesa la, indossò una giacca scura, per cercare di non farsi riconoscere nel caso venisse scoperto e attese che tutti gli studenti e i professori si rintanassero nelle loro stanze. Con la certezza che ci sia sempre qualcuno a fare la ronda durante le ore notturne, si incamminò fuori dalla sua sala comune e dalle mura di Hogwarts, cercando di fare meno rumori possibili. Christian non sapeva usare bene la magia, aveva imparato qualche incantesimo da se, ma non aveva la sicurezza di saperli padroneggiare, dato che non si è mai trovato in situazioni pericolose in cui mettersi alla prova. Ecco, era proprio quello che stava facendo, mettersi alla prova. Alcuni incanti gli erano riusciti con massima concentrazione e zero rumori intorno a se, chissà se anche in situazioni di pericolo sarebbe riuscito a scagliarli. Per ora il lumos era andato e finalmente era entrato con massimo silenzio, in quella tenebrosa foresta. Agli occhi della serpe, non sembrava una foresta pericolosa. Era molto buia, aveva dei cespugli sparsi qua e la, molti alberi estremamente alti e robusti ma niente di così terrificante. Mentre s'incamminava, sentì dei rumori provenire dalle sue spalle. Lanciò un nox veloce e corse verso una quercia più vicina, che potesse nascondere la sua figura. L'avevano scoperto? O era finalmente riuscito ad imbattersi in una strana creatura? Magari non pericolosa, si diceva nella sua mente.
    Il ragazzo cercò di sporsi, voleva vedere chi o cosa si stava avvicinando, ma non vide che intorno ai suoi piedi, c'erano tanti piccoli e sottili ramoscelli.. ne calpestò un paio, facendo rumore durante quella silenziosa notte. "Cazzo!" Imprecò sottovoce, probabilmente era appena stato scoperto. Cosa poteva inventare se era un professore? Il sonnambulismo era la cosa più sensata che gli venne in mente. Mentre se si trattava di una creatura, poteva fare solo due cose: La prima, scappare. La seconda, cercare di mettere in pratica l'incanto protego, nel caso di attacco.


    Edited by ChristianMorgan - 4/4/2021, 12:27
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    «Indossalo» Disse Axel con tono freddo al suo amico Mors mentre gli lanciava in testa un mantello "passo inosservato". Ne aveva uno uguale anche per sé e lo avrebbe indossato di lì a pochi minuti, per quella sera i due ragazzi avevano avuto una pessima idea che si sarebbe sicuramente rivelata interessante, volevano avventurarsi nella foresta proibita e per una volta tanto Mors non si sarebbe dovuto trascinare con sé Axel a forza, perché l'idea era stata proprio sua e visto che all'interno della foresta non avrebbero incontrato persone, o almeno così supponevano, il luogo sembrava uno scenario paradisiaco per Axel. «Ci siamo» I ragazzi usciti di soppiatto dal castello si trovavano proprio difronte alla foresta proibita, i fitti alberi emanavano una aura inquietante e il buio che li circondava aiutava a creare un'atmosfera tetra intorno a loro, quello era sicuramente un luogo perfetto per nutrirsi di adrenalina e se fossero stati fortunati avrebbero incontrato addirittura qualche creatura strana, Axel ci sperava, si era avventurato lì in mezzo con l'esatto obbiettivo di ammirare qualcosa di raro e misterioso e quando udì in lontananza un fruscio di foglie fu certo che presto si sarebbero imbattuti in qualcosa di interessante, ma si sbagliava di grosso. «Hai sentito? Fai piano che se scappa ti crucio, è una promessa» Un sorriso sghembo gli si dipinse in faccia mentre intimava al suo amico di fare poco rumore, non lo avrebbe mai cruciato sul serio, o almeno non lo avrebbe fatto se non strettamente necessario, in fondo l'amicizia con Mors era sempre stata proficua per entrambi e finché Axel ne avrebbe tratto guadagno non si sarebbe allontanato da lui, non volontariamente almeno. Si nascosero dietro un grosso masso squadrato per scrutare la foresta con attenzione, più precisamente nel punto in cui avevano sentito provenire il rumore e rimasero piuttosto delusi quando si accorsero che ciò che aveva prodotto quel suono non era una creatura, ma bensì un semplice ragazzo che come loro aveva deciso di sfruttare al meglio quella serata. Improvvisamente anche lo sconosciuto sembrò percepire un qualche rumore strano perché si nascose velocemente dietro ad un albero, Axel guardò immediatamente male Mors come a dirgli "è giunta la tua ora" ma quando capì che il rumore non era stato prodotto da lui si tranquillizzò e fece cenno al suo amico di seguirlo. «Vediamo se grida come una femminuccia » Sussurrò al suo compagno d'avventura, il ragazzo sconosciuto sembrava così terrorizzato dall'idea che non fosse lì da solo che sarebbe stato stupendo fargli prendere un infarto e Axel non riusciva certo a trattenersi quando si trattava di terrorizzare qualcuno. Si mossero a passi lenti e silenziosi e quando furono in prossimità del tronco usato come nascondiglio Axel interruppe il silenzio e fece uscire dalle sue labbra un cupo lamento soffocato, balzando poi nel campo visivo del ragazzo.


    Mantello "passo inosservato" Quando lo indossate un incantesimo nel mantello vi permette di passare senza attirare sguardi su di voi!
    Con un semplice "finite incantatem" potete usarlo come un semplice ed elegante mantello primaverile!
     
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    Non aveva battuto ciglio quando Axel gli aveva chiesto di andare in giro. Non avrebbe potuto evitarsi un'occasione così succulenta. Per quanto ritenesse quella scuola di livello nettamente inferiore alla grandezza di Durmstrang, era comunque incuriosito da quei nuovi ambienti e dalle abitudini così diverse dalle proprie. Lo aveva seguito quindi senza obiettare fino alla foresta adiacente al castello, soprannominata da alcuni con poca fantasia ed iniziativa foresta proibita.
    “Non avremmo potuto provare ad infilarci nel dormitorio femminile?” Commentò seguendolo, avvolto nel mantello che l'altro gli aveva offerto e che per quanto di poco gusto, aveva permesso ad entrambi di raggiungere il punto designato senza attirare sguardi indiscreti. Cosa avrebbero dovuto trovare tra quegli alberi a Mors era ancora poco chiaro e lo fu anche di meno immersi nel buio di quella fauna apparentemente inospitale.
    “Che paura.” Lo canzonò alla sua minaccia. Mors non aveva paura di nulla e teneva sempre a dimostrarlo. Con l'altro comunque, visto il loro rapporto, era certo di non dover temere nulla.
    Assecondò le sue richieste, avvicinandosi a bacchetta sguainata verso il punto in cui avevano sentito quel rumore. Il lumos della sua bacchetta, si impiantò ad una spanna dal viso del ragazzo che si ritrovarono dinanzi, a cui tra l'altro Mors rivolse un'occhiata delsa. Avrebbe preferito trovarsi dinanzi una ragazza. “Uhm. E' solo un drittsekk di Hogwarts.” Commentò all'amico, prima di punzecchiare il serpeverde sulla spalla con la bacchetta ed un mezzo sorriso. “Che ci fai qui di notte? Ti seghi tra gli alberi?”




    drittsekk=coglione in norvegese
     
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    Cos'era quel lamento che Christian sentiva alle sue orecchie? Si guardava intorno ma non riusciva a vedere nessuno, complice anche il buio di quella sera, non c'era neppure la luna ad illuminare il cielo. Per un attimo aveva creduto di essere salvo, non udendo più nulla, ma si sbagliava. Come dal nulla apparvero dinanzi ai suoi occhi due strani tipi, uno di loro dall'accento straniero marcato, l'aveva definito drittsekk vicino al suo amico, cosa cazzo voleva dire? "Cazzo ragazzi." Tirò un sospiro di sollievo notando che non si fosse imbattuto in un professore, e quei tipi non avevano l'aspetto di due bambocci che si divertivano a fare la spia, anzi, in realtà avevano entrambi un aspetto inquietante. Agli occhi del ragazzo, sembravano due tossici in cerca di altra eroina da iniettare nelle vene, chissà se lo facevano anche nel mondo magico. Forse non con l'eroina, ma con qualche strano intruglio che magari si poteva trovare tra gli ingredienti delle pozioni. "Dunque, voi siete qui per segarvi a vicenda?" Rispose al primo dei due che gli rivolse la parola, levandosi in malo modo la bacchetta che teneva puntata contro e tenendo ben impugnata la sua nell'altra mano. Forse il sospiro di sollievo l'aveva tirato troppo presto, di certo non si erano addentrati nella foresta proibita per sdraiarsi a guardare le stelle.
    Ci fu un attimo di silenzio, Christian aveva le spalle alla quercia che in un primo momento, aveva trovato come un rifugio, ora la sentiva come una trappola. Incastrato tra essa e i due posti di fronte a se, non poteva far altro che spostare lo sguardo da destra verso sinistra e da sinistra verso destra per osservare i loro movimenti. L'unico punto in cui aveva una visuale della foresta, sembrava muoversi, aveva le allucinazioni? Guardò in lontananza di fronte a se, strizzando gli occhi più volte, qualcosa di nero e molto grosso, si stava avvicinando ai tre malcapitati di quella sera. "Cazzo.." Spalancò gli occhi e trattenne il fiato, cos'erano quelle zampe? E quelle.. zanne? Due enormi occhi neri scrutavano le sagome immobili vicino la quercia. Il serpeverde sapeva che doveva squagliarsela a gambe levate, finchè fosse stato in tempo, ma non riusciva a staccare gli occhi da quello che a lui sembrava un ragno babbano, versione magica, un'acromantula alta svariati metri, ecco. Aveva tirato il sospiro di sollievo, decisamente troppo presto!

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    «A dire il vero pensavamo di farne una a te, tesorino...» Disse avvicinandosi al ragazzino con fare malizioso. Sul volto aveva dipinto uno sconveniente sorrisetto tirato ed un espressione tutt'altro che gentile, ma ovviamente le sue parole altro non erano che un divertente, a parer suo, modo di mettere a disagio lo sconosciuto. «Dai non temere, avvicinati, saremo molto delicati» Mors continuava a tenergli la bacchetta puntata contro mentre Axel si divertiva a tormentarlo. Ancora non aveva deciso cosa farne di lui, sarebbe stato divertente legarlo ad un un'albero e lasciarlo da solo al suo destino, ma un rumore proveniente da dietro di loro interruppe il flusso dei suoi pensieri, vanificando l'immagine mentale delle varie idee che gli erano venute. «Che era quel rumore? Ti sei portato dietro gli amichetti, fiorellino?» Axel seguì con lo sguardo il punto in cui il ragazzo sembrava guardare terrorizzato, svariate imprecazioni gli balzarono in testa non appena si accorse che il rumore di poco prima proveniva non da altri ragazzini curiosi, bensì da una gigantesca acromantula per nulla pacifica. «Che bel ragnetto...» Si finse calmo e disinvolto per non dare il minimo segno di paura mentre pensava a cosa fare, poteva spingere il ragazzino e scappare via con Mors, oppure avrebbe potuto combattere sperando che il ragno fosse da solo e fu allora che ebbe l'illuminazione. Perché non fare entrambe le cose? Prese in malo modo lo studente per una spalla e lo gettò ai piedi della creatura, per lo meno quello avrebbe dato ai due un appetitoso vantaggio, oh no... forse si confondeva, di appetitoso c'era già il ragazzino per l'acromantula gigante, quindi probabilmente era il caso di trovare un un'aggettivo diverso per descrivere il loro vantaggio. Corse velocemente nella direzione opposta di predatore e spuntino, sperando che Mors fosse così sveglio da seguirlo, ma la sua astuta fuga fu interrotta da altri due enormi esemplari della medesima creatura. «Effettivamente mi sembrava un po' troppo facile...» Disse fra sé e sé sfoderando la bacchetta di ebano. «Inflatus» Gridò con sicurezza verso uno dei due ragni sperando di farlo esplodere.
     
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    “Noi siamo venuti a tagliare il cazzo agli sfigati come te.” Rispose al serpeverde, beffardo ed impettito, ed avrebbe continuato a mantenere quella maschera da cattivo ragazzo se le parole del compagno non lo avessero stranito. A volte, piuttosto spesso a dire il vero, riusciva a dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato e con una naturalezza disarmante. Lo guardò con un sopracciglio inarcato, scuotendo il capo. “Sì, parla per te.” Disse poi, picchiettando la bacchetta sulla mascella del serpeverde, anche quando l'altro fece per allontanarsi. Sembrava esser pronto a duellare e Mors non vedeva l'ora di farlo. Diede però all'altro la possibilità di dare inizio a quel momento interessato. Ciò non accadde.
    Furono distratti ben presti dalla presenza di un nuovo ospite in quella scena, con troppi occhi e troppe zampe. Riservò alla creatura uno sguardo disgustato. Ricordava l'ultima lezione di Uso delle creature Magiche con quegli esseri immondi. Molti dei suoi compagni ne erano usciti feriti irrimediabilmente, lui si era salvato approfittando della debolezza di alcuni. Avrebbe attuato la stessa tecnica. Fu quello il motivo per cui strinse la mano sulla camicia del ragazzo di Hogwarts, tenendolo ben stretto. “Vieni fiorellino.” Gli intimò mentre faceva un passo seguendo Axel. Quando però si ritrovarono nuovi ospiti a far loro compagnia, capì quanto la situazione fosse più grave del previsto. Non perse tempo. Lasciò la presa sul serpeverde per dedicarsi alle creature. “Vapom!” Pronunciò contro una di quelle, prima di lanciare uno sguardo al suo compagno. “Che ne pensi? Lo usiamo come esca?” Gli disse, indicando con un cenno del capo il ragazzo lì accanto.


     
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    Cosa diavolo passava per la mente di quei due? Credevano sul serio che Christian fosse rimasto immobile ad eseguire gli ordini da loro impartiti? Probabilmente quella sera non se la sarebbe cavata con poco, ma non perchè due idioti volevano usarlo come esca, bensì per il suo spirito masochista. Si trovava in pericolo, doveva mettere in pratica gli incantesimi che aveva imparato, sotto pressione. Il ragno gigante non era esattamente una "pressione" adeguata, ma forse incentivato dal pericolo, il giovane serpeverde sarebbe riuscito a dimostrare a se stesso quanto valesse, anche con la bacchetta. "Levami le mani da dosso!" Esclamò prima di tirarsi indietro bruscamente dal tipo che l'aveva afferrato in malo modo, per poi soffermare ad ammirare gli incantesimi che lanciarono, gli stessi che lui ancora non sapeva usare. Maledizione.
    Fece qualche passo indietro e d'improvviso sentì di non poter più muoversi, diede un sguardo al terreno e la fortuna di quella sera, volle che il serpeverde si ritrovasse esattamente al centro di una grossa tela a forma di cupola, mentre un altro strato bianco si formava attorno alle sue caviglie, stava per diventare una mummia per colpa di quei dannati e disgustosi esseri. Seguì con lo sguardo il lungo e spesso strato di tela che divideva Christian dal suo carnefice, era il momento di non farsi prendere dal panico e sferrare un attacco. "Diffindo!" Urlò in direzione di quella creatura, con la speranza di ferirlo o di tagliare almeno la tela che imprigionava le sue gambe. L'incantesimo non andò a segno e il giovane ragazzo si ritrovò improvvisamente a testa in giù, osservando come si aprivano le grandi fauci nere velluto che lo dividevano dalla morte. Dove si erano cacciati quei due idioti? Avrebbero davvero lasciato morire una persona solo per salvare le loro luride vite? "Diffindo!" Urlò ancora, con il cuore in gola. Stavolta temeva davvero per la sua incolumità e l'incantesimo non andò a buon fine, ancora una volta. A cosa serviva essere un mago se nei momenti come qullo non riusciva a lanciare nemmeno un semplice incanto?
    Sentì un dolore acuto spargersi per tutti gli arti del proprio corpo, la vista si annebbiò e un ringhio feroce rimbombò nelle sue orecchie. Non capiva cosa stava succedendo, si sentiva strano, diverso, rabbioso. D'un tratto si ritrovò di nuovo piantato al suolo, non sapeva come aveva fatto a liberarsi ma in quel momento non gli importava, voleva solo correre e sbranare. Cosa? Qualsiasi cosa.
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    Il ragno scoppiò dinnanzi i suoi occhi. Meno uno. Si apprestò a lanciare altri incantesimi per liberarsi di quanti più ragni possibili. Quegli stronzi sembravano moltiplicarsi a vista d'occhio, ne uccidevi uno e ne comparivano due, così fino a diventare decisamente troppi. Fortuna che lui e Mors avevano abbastanza incantesimi utili dalla loro parte, sì ma... dove diamine era finito Mors? Lo chiamò a gran voce e finalmente l'amico sembrò ritrovarlo, teneva stretto per la camicia il malcapitato di poco prima, ma non lo tenne molto a lungo, perché difatti quello si ribellò e costrinse Mors a lasciarlo andare. Dove diamine credeva di andare? Probabilmente sarebbe stato più sicuro fare l'esca per i due, piuttosto che aggirarsi da solo per la foresta. Non ci volle molto prima che i due ragazzi, presi dal combattimento, lo perdessero di vista. Cazzi suoi pensò Axel. Non era certo la sua balia ed era già abbastanza difficile salvare se stessi in quella situazione di merda, non gli serviva certo un peso morto a cui stare dietro. I due continuarono a destreggiarsi al meglio delle loro possibilità, per rispedire al creatore quanti più ragni possibili e fu allora che lo udirono. Un cupo e lungo ululato tagliò l'aria intorno a loro. Porca di quella fattucchiera, quelle furono le uniche parole che passarono per la testa ad Axel. Lui sapeva esattamente cosa significava quell'ululato, nei paraggi c'era un lupo, ma non un lupo vero e proprio, non un lupo che con un colpo di bacchetta potevi facilmente eliminare, bensì un lican. Un ragazzo costretto a mutare in lupo per via di una maledizione. Vista la sua triste natura Axel era diventato piuttosto bravo a riconoscere le diverse sfumature che distinguevano l'ululato di una razza da quello di un'altra e se in quella storia c'era un briciolo di fortuna, era che a differenza dei lupi mannari con i lican ci si poteva anche anche ragionare se si era fortunati. Ed axel sperava di esserlo veramente molto quella sera. «Diamine. Tu pensa ai ragni, io provo di trattare col cane. Le ipotesi sono due, o lo sfigato di poco fa è un lupo oppure sta per essere mangiato da un lupo. In ogni caso noi saremmo i prossimi, perciò vado» Si allontanò momentaneamente dall'amico per seguire le tracce lasciate dall'altro ragazzo e dopo una ventina di metri finalmente lo trovò. In realtà trovò un bavoso ed incazzatissimo lupo, ma supponeva si trattasse del ragazzo, visto che le tracce terminavano lì e nei dintorni non vi era alcuna traccia di sangue. Non ancora almeno. «A cuccia fido» Chiese più o meno gentilmente portando le mani in avanti e facendogli segno di calmarsi. «Riesci a ragionare lucidamente spero...» Lo rimbeccò alzando un sopracciglio. «Vedi... sarebbe carino se ora tu andassi a sbranare qualche ragno, sarebbe veramente molto carino, soprattutto considerando che quasi sicuramente sono state le tue urla del cazzo ad attirarli» Forse quello non era proprio il suo tentativo di diplomazia più brillante, forse avrebbe fatto meglio ad essere più gentile, ma lui odiava i lupi, odiava essere un lupo ed odiava tutto ciò che riguardava i lupi. Perciò fanculo. Che quello sfigato peloso si rendesse per lo meno utile.
     
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    Annuì alle parole dell'amico, sebbene nella sua mente non potette fare a meno di imprecare. Occuparsi delle bestiacce era un compito ingrato, in effetti. Avrebbe preferito divertirsi con lo sfigato. Tuttavia, si accorse dopo essere in un certo senso fortunato. D'un tratto, oltre le bestiacce con troppe zampe e molteplici occhi, comparve anche un licantropo ringhiante verso l'amico. “Cazzo. Beste indemoniate.” Imprecò mentre scagliava incanti offensivi verso le creature. Alcune andarono a terra, ma poco dopo altre sembrarono venire in loro soccorso. Abbattuto uno ne comparivano due. Spiacevole. Decisamente spiacevole.
    Così, si allontanò, cercando di schivare i colpi delle creature. Quando ne comparvero troppe però, fu chiara l'idea di dover andare via. “Dragonov, muoviti.” Urlò verso l'amico. “O lo uccidi o lasciamo che siano loro a farlo.” Gli disse poco dopo, attirandolo per la manica della camicia. “Non riuscirò a tenerli a bada a lungo.”

     
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    Christian sembrava essere addormentato, non aveva più il controllo del suo corpo, proprio come in un sogno. In un brutto sogno. Non era più lui a controllare le sue azioni, faceva cose senza volerlo realmente, difatti si ritrovò su uno di quei ragni, mentre affondava le fauci nella creatura. Innaturale. Si domandava perchè mai lo stava facendo, voleva fermarsi, ma non ci riusciva, finchè non sentì la voce di uno dei due sfortunati di quella sera. Lasciò perdere la creatura inerme, per concentrarsi sul ragazzo. Gli girò intorno, azzerando la distanza. Non riusciva a dire nulla, solo.. ringhiare. Con un balzo i due si ritrovarono stesi al suolo, Christian -o quello che era rimasto di lui- si trovava al di sopra, pronto ad attaccarlo in preda all'ira, non lo fece solo perchè si sentì attaccato da uno degli innumerevoli ragni che li circondavano. Lasciò perdere lo studente di Durmstrang, per saltare su coloro che realmente li stavano minacciando. Diede un morso, poi un altro e un altro ancora. Del ragno erano rimaste solo le enormi zampe staccate dal corpo, una scena macabra. Notò poco dopo che ormai li circondavano sempre di meno, forse terrorizzati dagli attacchi involontari del giovane Christian.
    Era intento ad azzannare altri ragni, quando udì la voce dell'altro ragazzo e da lontano notò che tentava di trascinare via l'amico, incitando di uccidere il serpeverde. A Christian si annebbiò la vista, più di quanto non sia già annebbiata e saltò sul ragazzo, sbavando e ringhiando ferocemente, con tutta l'intenzione di azzannargli una parte del corpo qualsiasi, meglio se fosse il viso. Lo fece, azzannò qualcosa, ma non era sicuro si trattasse dello studente posto al di sotto di esso o dei pezzi di legno sparsi qua e la per la foresta. Al buio era difficile vedere qualcosa, cercava di aiutarsi con l'olfatto e l'udito, stranamente accentuati quella sera.
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    La foresta era buia ma i suoi occhi ci vedevano bene e scrutava con attenzione i movimenti del ragazzo mutato in lupo, attirò la sua attenzione e sperò fosse abbastanza maturo da riuscirsi a controllare. Si sbagliava. Lo sconosciuto sembrava essere ancora un cucciolo spaesato che non riusciva a fare altro se non cedere ai suoi impulsi animali. Se lo ritrovò sopra. Fauci spalancate e zanne ben in vista, se credeva di fargli paura si sbagliava, Axel non ne aveva, al massimo provava un po' di disgusto per l'enorme goccia di saliva che gli era appena colata sulla fronte. Cercò di estrarre la bacchetta e colpirlo, ma l'attenzione del lupo sembrò indirizzarsi altrove, in pochi secondi Axel si ritrovò libero dalla sua presa e ammirò uno spettacolino raccapricciante. Il ragazzo sbranava ragni come fossero polpette e di loro lasciava solo le zampe, troppo croccanti per il suo palato raffinato? In lontananza si udì la voce di Mors, lo aveva raggiunto e gli intimava di andarsene assieme a lui lasciando al fato le sorti del terzo ragazzo, ottimo piano, che dire, l'importante era che le chiappe di Axel si mettessero in salvo, ma quando fecero per andarsene un lupo fin troppo permaloso tornò ad avventarsi su di loro, mettendo nuovamente Axel al tappeto. «E che palle.. mi si sporca la camicia così...» Guardò il lupo con sguardo freddo e distaccato. In realtà non gliene fregava nulla della camicia, gli scocciava solamente essere finito a terra per ben due volte di seguito, in forma umana non poteva di certo competere con un Lican, ma se solo ci fosse stata la luna piena quel lupacchiotto si sarebbe ritrovato con qualche arto in meno. Axel odiava la maledizione che lo affliggeva, ma già che c'era sapeva come sfruttarla a suo vantaggio e delle lunghe zanne e artigli affilati avrebbero proprio fatto al caso suo in quel momento. «Basta, mi hai stufato. Ci ho provato a mediare in modo pacifico, te lo giuro, ma tu non capisci...» Tentò per un'ultima volta di dialogare con la creatura posta sopra di lui, ma non sembrò affatto funzionare e per tutto rimando gli regalo un bel morso sul braccio. «Diamine, che male» Il sangue fuoriusciva copiosamente dalla ferita del ragazzo e insieme ad esso se ne andava pure tutta la sua pazienza rimasta. «Curcio!!» Esclamò furiosamente puntando la bacchetta verso il cane rabbioso. Grave errore non avergli azzannato il braccio dominante, il pulciuoso se ne sarebbe pentito amaramente. Un fascio di luce fuoriscì dalla bacchetta ed obbligò la creatura a fare i conti con il dolore più intenso che avrebbe mai provato in vita sua, forse l'incantesimo sarebbe stato così efficace da farlo addirittura mutare nuovamente in forma umana, ma Axel non sarebbe rimasto lì a scoprirlo, lo avrebbe tramortito quel che bastava per riuscire ad andarsene indisturbato in compagnia dell'amico e quel che ne sarebbe stato del lupo non era affare suo.
     
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    Christian era ancora lì, da qualche parte rinchiuso nella folta pelliccia del lupo. Lottava per uscire fuori, non voleva fare ciò che stava facendo, ma non riusciva a fermarsi e un morso lacerò la carne del malcapitato, sotto la bestia.
    Il metallico sapore del sangue fresco, mandava in estasi il gusto del lupo che ne voleva di più. Era pronto ad azzannarlo nuovamente, ma dei dolori lancinanti sparsi per tutto il corpo, lo fecero battere in ritirata. Si allontanò dal ragazzo, ma i dolori non passavano e l'ululato del giovane, diveniva sempre più debole. Voleva correre, scappare via, ma tutto ciò che riusciva a fare era contorcersi, non ululava neppure più. Il dolore più forte che aveva mai provato, l'aveva reso un ammasso di carne steso al suolo, inerme. Non si muoveva più, Christian e il lupo , avevano perso i sensi in quella oscura notte.
    Venne il giorno e Il ragazzo si risvegliò nel suo corpo umano ricoperto di sangue, abbandonato in un posto indefinito della foresta, non ricordava nulla di quello che era successo. Guardava lo spettacolo macabro intorno a se e dei flashback accecavano la sua mente, ma erano delle immagini veloci e sfocate, che non raccontavano nulla di quello che era successo. Si domandava che fine avevano fatto i due che erano con lui, sperando che il sangue che aveva addosso, non fosse di uno di loro.
    Era l'alba, gli studenti a quell'ora dormivano ancora la maggior parte, poteva arrivare facilmente nel suo dormitorio senza essere visto, continando a chiedersi dov'erano finiti i suoi vestiti e perchè era ricoperto di sangue, dato che lui non aveva neppure un graffio. Forse dopo un bagno, i ricordi sarebbero tornati più facilmente. In quel momento doveva pensare a uscire fuori dalla foresta, senza imbattersi in altri pericoli o qualsiasi persona in generale. Chiunque avrebbe fraintesi, lui stesso in primis.
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