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    Le temperature meno rigide di Hogwarts le consentivano lunghe passeggiate intorno alla tenuta. Un passatempo rilassante che aveva già deciso di prendersi ogni giorno. Le lezioni erano tutto sommato divertenti e sapere di non rischiare la vita ogni giorno della propria esistenza per colpa di qualche professore ligio a metodi da terzo Reich, la rendeva più rilassata. Poteva annoverare la scelta di partecipare a quello scambio, come la migliore presa fino a quel momento. Inoltre aveva la possibilità di avere Pinky - la sua volpe - con sé, senza temere di vederla vittima di un gioco crudele come quello che i suoi compagni crudeli di Durmstrang avrebbero potuto metter su.
    Se ne stava poggiata contro un albero a fumare la sua sigaretta, i classici occhiali a cuore sul naso, mentre Pinky saltava qua e là emanando versi divertiti. La volpe aveva attirato già l'attenzione di molti con quel suo apparente sghignazzare, ma Helena aveva risposto con occhiatacce. Il suo temperamento scoppiettante ed ostile, riusciva a tenere lontano chiunque.
    Quando però la volpe sembrò particolarmente attratto da uno studente di serpeverde contro cui saltò per tentare di sottrargli qualsiasi cosa avesse in una mano, la Haugen fu costretta a richiamarla. «Pinky.» Battette una mano contro un ginocchio nel richiamarla. L'altra non se lo fece ripetere. Sgattaiolò ai piedi della padroncina, acquattandosi mentre la guardava di sottecchi scodinzolando.
    Helena scosse il capo nel guardare il ragazzo. «Cosa?» Col suo solito modo di fare poco amichevole, si preparò al suo ennesimo approccio ostile. Era chiaro sarebbe stato complicato farsi degli amici se avesse continuato a comportarsi a quel modo, ma non riusciva ad abbassare le sue barriere. «Non hai mai visto una volpe?»
     
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    L’arrivo imminente degli studenti di Durmstrang era stato l’argomento principe della maggior parte delle conversazioni al castello. Ovunque si girasse Hugo sentiva ragazzine contenere a stento l’eccitazione, domandandosi se fossero davvero i cattivi ragazzi di cui si vociferava, o se invece la loro fama fosse immotivata, trattandosi di comunissimi studenti con un inglese dall’accento duro. Dal canto suo, Hugo accolse di buon grado l’iniziativa dell’erasmus, fermamente convinto che un gemellaggio con quella scuola di magia gli avrebbe consentito di apprendere pratiche che a Hogwarts erano ritenute immorali e, a tratti, illecite. Sapeva bene che al di fuori dell’Istituto incantesimi quali le maledizioni senza perdono non potevano essere praticate, ma si sarebbe accontentato di conoscerne a fondo la teoria. Da sempre affascinato dalla magia oscura e da quelle arti che al castello si potevano a stento nominare, Hugo aveva atteso con trepidazione il momento in cui i giovani dello scambio avessero cominciato a mescolarsi con gli studenti di Hogwarts. Sapeva che qualcuno di loro era stato destinato al suo dormitorio, ma fino a quel momento nella Sala Comune aveva visto sempre i soliti visi noti. Quel giorno, in particolare, era affollatissima, come se all’improvviso tutti i Serpeverde avessero dimenticato dell’esistenza di una biblioteca e di numerose aule vuote in cui studiare e ripetere la lezione. Sbuffando Hugo afferrò il volume che stava accuratamente esaminando, facendo diverse orecchie alle pagine che più catturavano la sua attenzione. Maledizioni e Contromaledizioni, così recitava la copertina. Non si trattava di un libro scolastico, bensì di uno dei polverosi volumi che amava consultare nel tempo libero. Lo scopo era quello di accrescere il più possibile le sue conoscenze su argomenti che apparentemente non potevano essere trattati a lezione. Si diresse all’esterno del castello, la tenuta si estendeva per migliaia di chilometri quadrati, avrebbe senz’altro trovato uno spazio silenzioso adatto alla sua lettura. La primavera era ormai inoltrata e i primi boccioli cominciavano a schiudersi. Hugo non comprese come la sua Sala Comune potesse essere così gremita, forse i Serpeverde nascondevano un animo vampiresco che li rendeva allergici ai raggi del sole. Si acquattò alla base di un larice premurandosi di posizionare il mantello della divisa sotto il sedere in caso l’erba fosse stata umida. Prese a sfogliare il manuale, perdendosi tra le pagine consunte, quando qualcosa di rosso sfrecciò nella sua direzione agguantando la copertina in pelle scura. Ma vaff.. Imprecò Hugo, constatando che l’esserino rosso era in realtà una volpe. Reparo! La copertina stracciata si ricompose in un istante. Alzò gli occhi e vide una ragazza dai vistosi occhiali a cuore richiamare la bestiola. E’ tuo questo animale? Evidentemente si, l’aveva pure chiamato per nome. Cos’è gufi e gatti sono passati di moda a Durmstrang? Le restituì il tono sprezzante con cui lei stessa gli si era rivolta. La sua fottuta volpa voleva fare un banchetto col suo libro e miss mi-sono-vestita-al-buio aveva addirittura il coraggio di essere sgarbata. Peggio per lei, non era certo Hugo quello ad aver bisogno di integrarsi lì.
     
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    Lanciò un'occhiataccia al coglione di Hogwarts che aveva osato imprecare sulla sua Pinky, a cui invece concesse una lunga carezza. Non gradì affatto poi le sue parole. Si chiese se si credeva simpatico o se la sua era solo una tattica per farsi picchiare. Nel secondo caso, avrebbe senz'altro ottenuto successo. Non che in tal senso la Haugen avesse bisogno di farsi pregare. «Sì. Quasi quanto farsi i cazzi propri ad Hogwarts.» Gli rispose a tono, stendendo le labbra in un sorriso falso, concedendosi un tiro della sua sigaretta.
    «Se hai un gufo le dirò di sbranarlo, così lascerà in pace i tuoi libri. Contento?» Allargò le braccia mettendo su una smorfia in sua direzione, prima di scuotere il capo e sbuffare via una nuvola di nicotina.
    Il primo approccio con Helena non era mai carino, quasi mai. A volte però poteva essere anche peggio del solito.
    Si allontanò da quel tronco, per avvicinarsi lentamente al tipo. Si fermò dinanzi a lui, le mani nella giacca più grande di almeno di due taglie, indossata sopra la divisa di Durmstrang. Non le passò inosservato il titolo del libro vittima delle attenzione di Pinky.
    «Pft. Cosa cerchi in quel libro?» Sbuffò, lasciandosi scappare una mezza risata ilare. Un libro patetico quanto chi credeva di poter conoscere le maledizioni restandosene chiuso all'interno di quel castello fatato. «E' praticamente il Topolino dei libri di maledizioni. Se vuoi leggere qualcosa di serio, io ho con me dei libri di arti oscure.» Non glielo propose per buon cuore, ovviamente. Quel tipo aveva sbagliato approccio per smuovere la sua compassione. Eppure la Haugen aveva bisogno di farsi amici o comunque di avere delle conoscenze in quel nuovo ambiente, e quella le sembrava un'ottima opportunità.
     
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    L’animale tornò tra le braccia della sua padrona che prese ad accarezzarla amorevolmente. Non ho nessun animale e per quanto mi riguarda la tua pulciosa può placare la sua fame sbranando tutti i volatili della guferia. Sono solo bestie del cazzo. Credette che la conversazione con la valchiria dagli occhiali singolari fosse terminata quando quella si alzò e compì qualche passo nella sua direzione. Vedo che hai già preso le abitudini di Hogwarts, la schernì Hugo riferendosi alla frase della ragazza su quanto andasse di moda non farsi i cazzi propri in quella scuola. Indicò disgustata il libro che la sua bestiola aveva appena scelto come merenda. Hugo era solito scegliere libri piuttosto impegnativi per i suoi pomeriggi di relax. Fermamente convinto che la conoscenza rappresentasse la più alta forma di potere, difficilmente lo si sarebbe visto con un romanzo tra le mani. Helena, però, aveva ragione. Quella era la versione per bambini dei veri libri sulle maledizioni. Purtroppo questo era quanto la biblioteca del castello potesse offrire, a meno che Hugo non trovasse il modo di farsi accordare il permesso da un insegnante per curiosare nella sezione proibita. Più che difficile, impossibile. Aveva voti altissimi, questo è vero, ma immaginò che essere stato sospeso rappresentasse un ottimo deterrente per qualsiasi professore. Fece spallucce tentando di penetrare con lo sguardo le lenti schermate di Helena. Non posso darti torto, ma qui ad Hogwarts, come sai, è proibito impartire certi insegnamenti. Tutt’altra storia a Durmstrang, ecco perché la ragazza pareva così divertita dalla scelta del volume. Aveva capito male o occhiali a cuore gli aveva appena velatamente proposto di prendere in prestito uno dei suoi tomi sulle arti oscure? Doveva essere cauto, non poteva mostrarsi ardentemente desideroso o la ragazza gli avrebbe fatto sudare quella lettura tanto ambita. Forse poteva proporle uno scambio, la formula do ut des in genere metteva d’accordo tutti. Mentirei se ti dicessi che non mi interessano, ma sono anche certo che non me li presteresti tanto facilmente. Cosa vuoi in cambio? Rischioso lasciare a lei la scelta della merce di scambio, ma Hugo non aveva idea di cosa potesse interessare alla ragazza di Durmstrang. Socializzare, probabilmente, ma non poteva certo proporle di farle conoscere i suoi concasati, non erano mica all’asilo. Ah, io sono Hugo.
     
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    Si lasciò scappare uno sbuffo simile ad una risata alle sue parole. Hogwarts e Durmstrang mostravano evidenti differenze e per chi come la Haugen era abituata alla rigida disciplina della scuola del Nord, vedere ragazzi di Hogwarts temere il proibito di quella scuola era divertente. Ridicolo anche. «E cosa vi succede se trasgredite? Ti terrorizza lavare i cessi?» Commentò quindi, minimizzando le conseguenze di un'eventuale trasgressione. Nulla poteva essere peggiore dopotutto, delle punizioni inflitte agli studenti di Durmstrang, o anche della loro semplice routine. Docce fredde quando fuori il termometro scendeva sotto lo zero, pasti da fame, allenamenti stancanti. Hogwarts era quasi il paradiso a confronto. «Helena.» Si presentò a sua volta, senza ovviamente porgli la mano. Evitava il contatto fisico, o meglio, aveva imparato ad odiarlo. Rimuginò appena sulle condizioni da porgli prima di interrompere il silenzio. «Beh... intanto puoi portarmi la borsa.» Lo prese in giro. Si concesse un'altra boccata di nicotina, prima di sedersi accanto a lui. «So che avete una sezione proibita in biblioteca.» Lo guardò. «Voglio che tu mi ci porti.» Avrebbe potuto andarci da sola, era chiaro. Ammettere però di avere paura a muoversi da sola, soprattutto di notte, avrebbe fatto cadere parte della maschera da stronza senza cuore che si ostinava a portare avanti. «Tanto per cominciare, ecco. Ed io in cambio potrei insegnarti come imperiare qualcuno. O quello che ti pare.»
     
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    La domanda sarcastica di Helena nascondeva già la risposta al quesito. In effetti le punizioni ad Hogwarts vertevano perlopiù sul tema pulizia. Grazie al cielo Hugo non fu mai costretto a comportarsi da sudicio elfo domestico, era passato direttamente allo step successivo vedendosi negato l’accesso al castello per un’intera settimana. Una sospensione che spiccava come un neo scuro sul suo impeccabile curriculum accademico. Quell’incidente di percorso altro non fece che costringerlo a sviluppare un vero e proprio talento per nascondere le sue malefatte al corpo docenti, continuando imperturbato ad infrangere una regola scolastica dopo l’altra. Per quanto le ritenga stupide, non ci tengo a trascorrere i miei pomeriggi con le ginocchia sul pavimento a grattare i resti di non so quale pozione andata male. Il punto, comunque, è sempre essere sufficientemente furbi da fare quello che si vuole senza attirare l’attenzione. Durmstrang era nota per le punizioni corporali. Hugo s’immaginò gli studenti abbigliati come soldati, impettiti dinanzi al sergente capo e pronti a ricevere una pallottola in fronte al primo passo falso. Aveva visto milioni di scene del genere con Jackie nei cinema babbani di Londra. Helena. Ripetè annuendo come a voler aiutare la memorizzazione. La ragazza pareva aver accettato la proposta, sebbene parecchio azzardata, di Hugo, tendendogli quindi la borsa con fare sbrigativo. Hugo alzò un sopracciglio e le lanciò un'occhiata pungente, posando lo sguardo ora sul suo viso, ora sulla pesante tracolla che gli stava porgendo. Scusa? Non le avrebbe fatto certo il portaborse in cambio di una sbirciata ai suoi libri. Fece per girare i tacchi e lasciare lei e la sua bestiola indiavolata con un pugno di mosche quando Helena manifestò improvvisamente il suo interesse per la sezione proibita della biblioteca. Ecco quindi che Durmstrang non era poi la scuola di magia dove tutto era concesso se la moretta qui davanti richiedeva un tour del reparto proibito di Hogwarts. Un sorriso compiaciuto gli arricciò gli angoli della bocca. Ora si che si poteva trattare. Indugiò un istante prima di risponderle, l’accesso a quella zona era interdetto agli studenti e di conseguenza allo stesso Hugo, come Helena certamente immaginava. Non gli era chiaro, quindi, come mai la ragazza necessitasse di un aiuto da parte sua. Avrebbe potuto benissimo scavalcare il cordone che separa quell’area dal resto della biblioteca, fingendo di essersi semplicemente sbagliata qualora il bibliotecario l’avesse sorpresa ad infrangere le regole. Avrebbe potuto mentire dicendo che non aveva ben compreso il regolamento di quella sezione e con buone probabilità si sarebbe risparmiata la pulizia del bagno della biblioteca. Non le sembrava una stupida, quindi le motivazioni dietro a tale richiesta immaginava fossero altre. Meglio così, Hugo aveva più volte tentato di accedervi, ma le sue ancora scarse abilità con gli incantesimi l’avevano fatto desistere praticamente ogni volta. Helena aveva un bagaglio di conoscenze magiche sicuramente più ampio del suo, quindi sostanzialmente era lei a fare un favore ad Hugo. Questo, però, si premurò di non farglielo presente. Quella situazione non potè che ricordargli l’incontro con Skylee in guferia poche settimane prima. Al tempo Hugo, proprio come Helena, chiese a Skylee di aiutarlo ad entrare in quella parte di biblioteca. Tentativo che non fu mai messo in pratica perché la biondina era riuscita in qualche modo a recuperare il libro che serviva al ragazzo, bypassando così l’ostacolo dell’ingresso. Okay si può fare, confermò, senza avere la minima idea di come avrebbero fatto. Oh beh, imparare ad imperiare qualcuno sarebbe magnifico. Uno scioglilingua, quella frase. Fantasticò per un istante sul ventaglio di possibilità che castare correttamente un Imperio gli avrebbe aperto. Dovremo farlo fuori dai confini però, come sai qui ad Hogwarts le maledizioni senza perdono non sono, appunto, perdonate. E i cessi onestamente li lascerei lavare a qualche Grifondoro senza palle, ammesso di non essere immediatamente espluso. Facciamo così, io penso a un modo per entrare in biblioteca senza rischiare di scrostare calderoni per un mese intero, quando l’avrò trovato ti manderò un gufo per comunicarti giorno e ora del nostro incontro. Va bene? Osservò quindi la pesante borsa che la ragazza teneva a tracolla. Wingardium Leviosa! Quella si sollevò, dando sollievo immediato alla spalla di Helena. Borsa Locomotor! Con un cenno della testa in direzione del castello Hugo invitò Helena a superarlo per rientrare. Non ti ci abituare, però.
     
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5 replies since 2/4/2021, 21:49   103 views
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