Il mercoledì

Ellie.

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    Ore 18:11.
    Controllo l'orologio da polso: ci vuole qualche minuto per coprire la strada tra l'aula dell'ultima lezione ed i sotterranei, so bene che la scuola è grande e sono io ad avere un passo molto svelto quando so che ho un impegno. Poso un paio di libri che potrebbero tornarmi utili su un vecchio banco consunto e coperto da un telo macchiato dal tempo e dopodiché, posiziono due sedie altrettanto vecchi e consumate l'una di fronte all'altra sempre vicino al tavolo. Certo, questa stanza non è particolarmente accogliente nè particolarmente pulita. La polvere resta sospesa nell'aria ogni volta che sposto qualcosa respiro pesantemente su qualche superficie.
    Mi sento meglio, decisamente, prendermi questi giorni di tempo per recuperare le energie è stata una decisione saggia da parte mia. E qualche vitamina in più è stato una valida alleata nella mia ripresa. Volevo essere al massimo, sempre, e soprattutto ora che il personale esperimento stava per varcare la porta dell'aula posta tra i dormitori di Serpeverde e Tassorosso.
    Avrei gradito sapere che c'era qualcosa nello specifico che la Corvonero stava cercando. Che sia una maniaca del controllo? Sarebbe stato divertente se alla fine die nostri incontri avessi scoperto che Danielle non era altro che una gran manipolatrice nascosta dalla maschera di una ragazza per bene.
    Ore 18:18, inizio ad udire dei passi in lontananza e mi volto in direzione della porta per metà aperta. Vedo una mano poggiarsi sul legno e poi una figura entrare -sei stata un po' lenta ad arrivare Danielle- le rivolgo un sorriso ad accentuare quello che era il massimo della mia ironia -scherzo- preciso - chiudi la porta. Mi sono portata avanti e ho sistemato un po' la stanza. Quando sei pronta, accomodati- sentenzio con tono pacato e poggio il fondoschiena al banco su cui sono poggiati i libri, proprio di fianco alle sedie da me precedentemente posizionate. Se vuole farmi delle domande o prendersi un altro paio di minuti glieli concederò: più è a suo agio e più per me il lavoro sarà preciso.
    Il semi buio della stanza invece, mette maggiormente a mio agio me. Odio le luci forti.




     
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Il fatidico giorno è arrivato. Oggi ho l'incontro con Anita e ormai la mia tensione è alle stelle. Mi sento come una bestia tenuta in gabbia, resa folle dagli eventi che si svolgono intorno e dagli stimoli che percepisce.
    Lunedì ho ricevuto un gufo da Liam, dopo un mese di silenzio. Sto impazzendo per questa situazione e mia madre non è d'aiuto. Ha ripreso a scrivermi ma era meglio quando non lo faceva dato che le sue ultime lettere sono praticamente una minaccia continua di provvedimenti: in una mi avvertiva che avrebbe richiesto un colloquio direttamente con la preside, in un'altra che avrebbe denunciato la faccenda e nell'ultima, la più terribile per me, aveva minacciato di ritirarmi da Hogwarts per spedirmi a Durmstrang. In tutto ciò Liam taceva. Ero arrivata persino a pensare di fare uno strappo alla "regola" che ci eravamo imposti al castello per il quale l'una non si avvicinava all'altro e viceversa all'interno del perimetro, ma davvero, non sapevo più come fare per contrastare il silenzio che era calato tra noi.
    Inizialmente avevo anche dato un occhio nello specchio che mi aveva regalato ma lo avevo visto solo corrucciato mentre parlava al telefono e non capendo il motivo avevo smesso di guardare temendo che prima o poi vi avrei visto qualcosa di cui mi sarei pentita.
    Esco dall'ultima lezione e guardo il piccolo orologio che tengo allacciato al polso, ho pochi minuti prima dell'incontro con la Serpeverde così faccio una breve sosta ai bagni per sistemare il mio aspetto. Sono sicura che sarà provante il nostro incontro, a maggior ragione se ciò che vedrà nel mio futuro le apparirà chiaro come per ciò che aveva predetto per quanto riguardava l'incontro con i miei. Mi fisso allo specchio e dopo un profondo sospiro mi ravvivo con le dita i capelli per poi successivamente tamponarmi un po' di acqua sul collo. Ho delle occhiaie abbastanza marcate, l'agitazione mi fa guardare il soffitto più del dovuto e il mio viso è terribilmente pallido. Mi pizzico le guance e mi appresto a scendere di corsa i gradini in direzione dei sotterrai, un'aula in disuso, non sono ben ferrata della planimetria dei sotterranei così cerco di capire in base alle nozioni a me note circa la posizione delle sale comuni quale punto possa considerarsi a metà tra le due. Ci sono un paio di aule e mi affaccio spiando brevemente in alcune di esse fino a che in una non scorgo i tratti ormai familiari di Anita.
    «Ciao Anita!»
    «Sei stata un po' lenta ad arrivare Danielle» mi apostrofa con un sorrisetto di scherno che mi fa volgere subito gli occhi in direzione del piccolo orologio. Le sto anche per rispondere che effettivamente non sono ben ferrata a orientarmi in quella zona del castello, ma subito precisa che è uno scherzo facendomi scuotere la testa sollevando gli occhi al soffitto leggermente divertita. Faccio come mi dice e chiudo la porta alle spalle per poi avvicinarmi alla postazione e lasciare la tracolla ai piedi della cattedra, prendo posto in una delle due sedie che ha preparato.
    «Sono pronta» sentenzio «La penombra è per l'atmosfera o aiuta la pratica?» le domando finalmente il motivo per la quale siamo quasi al buio. In biblioteca non aveva avuto problemi di quel tipo.
    «Proverai con lo stesso metodo dell'altra volta o cambi?» chissà se c'era una tecnica in cui eccelleva rispetto all'altra. Feci un silenzioso sospiro, nervosa, non vedevo l'ora di schiarirmi le idee.
     
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    c14322f5c80b1fb9c65dc37f3bba1521La vedo più sciolta rispetto all'ultima volta, lo si evince nel tono usato per salutarmi e nel modo in cui "accoglie" la mia battuta. Questo è un bene, mi permetterà di farmi largo facilmente nel suo futuro. Segue le mie istruzioni alla lettera e si libera della sua borsa mentre io mi dirigo verso la mia e recupero dal suo interno una sfera trasparente di circa dieci centimetri di diametro -direi che aiuta. Aiuta la pratica e aiuta anche me- le rispondo prendendo posto sulla sedia e tenendo gli occhi puntati sull'oggetto che stringo tra le mani. Essere in un ambiente semibuio rilassa i nervi e permette di percepire meglio gli stimoli, ma questa non è una lezione di divinazione in fondo -vedo che la curiosità sta aumentando- sollevai appena la sfera posizionandola all'altezza del mio naso -mi aiuterò anche con questa, il metodo più tradizionale al mondo- se non dovessi riuscire a vedere delle immagini chiare, le nubi colorate all'interno della sfera dovrebbero comunque permettermi di farmi un'idea un'approssimativa del futuro di Danielle. Nel peggiore dei casi, dovrebbe riuscire ad uscire da questa stanza quantomeno con delle informazioni vaghe.
    -Non toccare mai la sfera- rimarcai con fermezza il mai fissando lo sguardo severo in quello caldo della corvonero che si stava apprestando a donarmi di sua spontanea volontà, i suoi eventi futuri stringo quindi l'oggetto nella mano sinistra ed il vetro inizia gradualmente a scurirsi -adesso mi interessa solamente che non opponi resistenza e che ti rilassi- forse un'attività più complessa di quanto si possa pensare per una come lei-e se c'è qualcosa in particolare che vuoi sapere, dimmelo. Così posso concentrarmi solo sulla tua richiesta e le possibilità che la cosa funzioni, aumenteranno- prima di stabilire qualunque contatto con lei, attendo in silenzio una sua eventuale domanda.



     
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    La osservo visibilmente incuriosita e inclino la testa quando posa davanti a me un sfera di cristallo. Per la mia mente logica è tutto così dannatamente surreale, nonostante sia una strega fatico ancora a concepire tutte le discipline del mondo magico e l'arte divinatoria è sicuramente l'aspetto più difficile per me da mandar giù. Chissà se questo è dovuto ai miei studi babbani sin dalla tenera età? Non posso fare a meno di domandarmi come sarebbe la mia mente oggi se non avessi frequentato in maniera così esclusiva il mondo babbano per quasi la totalità della mia vita. I babbani non conoscono la magia e soprattutto nell'ambiente scientifico tendono a bistrattare quelle che sono le credenze magiche che vengono relegate perlopiù alla fede religiosa.
    «Si» le confermo senza staccare gli occhi dalla sfera. «Come hai più volte sottolineato sono "inquadrata e scettica"» mimo le virgolette citando perfettamente la sua definizione «ma sono anche una Corvonero, la curiosità è parte di me» accenno un sorriso che si apre di un poco mentre i miei occhi tornano a fissare la sfera. Ne sono attratta e inconsciamente il mio viso si protende ad avvicinarsi al vetro ma la Serpeverde mi ammonisce e torno rapidamente ad appoggiarmi allo schienale.
    Devo rilassarmi mi dice ma è più facile a dirsi che a farsi, sento tutti i tendini del mio corpo tesi come corde di violino e mi sprono attraverso dei profondi respiri a rilassarmi. Chiuso gli occhi e rimango in silenzio qualche istante concentrandomi sulla respirazione. Ispira, uno... due... tre... espira. Schiudo le labbra facendo uscire in maniera lenta e calcolata l'aria dai miei polmoni, mi concentro sulla muscolatura comandando agli arti di rilassarsi e poso i palmi sul banco posto tra noi. Espira. Ancora una volta. Riapro gli occhi.
    «Mia madre mi...» faccio un sospiro e mi sforzo di rivelare quel dettaglio ad Anita, dettaglio di cui nemmeno le mie sorelle sono a conoscenza «mi ha dato un ultimatum. Vorrei tu vedessi cosa succederà nel caso io mi dovessi rifiutare o... nel caso accettare» sospiro ancora mentre avverto un tuffo al cuore. La lettera di mia madre è chiara: accetto di mollare Liam e potrò continuare la mia vita al castello come niente fosse oppure, se deciderò di continuare con questa relazione le strada mi porrà di fronte un nuovo bivio: Durmstrang oppure i miei andranno dalla preside esigendo il licenziamento del professore di volo.
    Il cuore manca un battito mentre osservo la Serpe volgere i suoi grandi occhi nocciola da me alla sfera nebulosa.
     
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    c14322f5c80b1fb9c65dc37f3bba1521Osservai il modo in cui Danielle a sua volta, rivolse un occhio incuriosito e contemporaneamente indagatore al mio strumento di oggi -certo, corvonero- ghignai -suppongo sia così- la guardai sottecchi con il mio tipico mezzo sorriso accennato, corvonero: curiosità, ingegno e conoscenza. Almeno, questo è quanto si diceva comunemente.
    Seguirono dei profondi respiri, tutta una preparazione della ragazza affinchè riuscisse a comunicarmi quale fossero i suoi interrogativi di oggi. In tutta onestà i suoi problemi non erano qualcosa che mi interessasse particolarmente, ero unicamente motivata dalla possibilità di far pratica ed il mio scopo, sarebbe cambiato solo nel momento in cui avessi trovato qualcosa di curioso per cui ne valesse la pena.
    Passò qualche attimo prima che la bocca della corvonero tornasse a schiudersi e finalmente a proferire parola. Alzai un sopracciglio per via dell'effettiva scarsità di informazioni che mi stava fornendo, avrebbe dovuto essere più precisa se la sua intenzione era quella di farmi cercare dei fatti mirati -bene- sentenziai infine -dovresti essere più precisa se vuoi che anche io ti fornisca informazioni più chiare. Non posso captare ogni scenario possibile- calcai l'ultima frase con della stizza. A quel punto, giunsi da sola alla conclusione che la cosa fosse collegata alle mie precedenti visioni e quindi a quella questione di coppia che avevo visto durante il nostro primo incontro in biblioteca. Se ritorno con la memoria a quel giorno, direi che l'espressione sconvolta del suo viso era davvero appagante.
    Ritornai a focalizzarmi sul presente e sollevai la mano destra con il palmo rivolto verso l'alto, in modo che Daniella potesse prenderla mentre stretta nella sinistra, si trovava la sfera che mi apprestavo a consultare. Presi un respiro e convolai tutta la mia attenzione nel piccolo oggetto in vetro, e qualcosa accadde non appena le nostre mani si incontrarono: la sfera si tinse anzitutto d'arancione, nonostante nella mia mente non riuscissi ad avere alcuna immagine. Il primo colore sfumò, lasciando il passo ad una coltre rossastra che mi portò alla mente l'immagine di un litigio - è una scelta decisiva. Arriverà inevitabilmente uno scontro- qualche altra immagine fece capolino nella mia mente, così abbassai il capo stringendo leggermente la presa sulla mano di Danielle -ma vedo che qualcuno poi sarà contento dopo.. sembra che qualcuno ne gioverà...- anche se per adesso non saprei dire chi. Dondolai leggermente in avanti con il busto per poi tornare a guardare la sfera. La interrogai in silenzio, chiedendo se il futuro della Corvonero si sarebbe allontanato dalla mia strada -mmh- mormorai, le nudi nella sfera si agitarono per poi cominciare a scendere verso il basso -questi sono... i corridoi di Hogwarts. Non credo che andrai molto lontano nel recente futuro- il susseguirsi frenetico di immagini mi confuse parzialmente e mi portò a porgere una semplice domanda potenzialmente utile a schiarirmi le idee -dimmi, pensi di frequentare le persone giuste, Danielle?-




     
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Il problema di collaborare con Anita stava tutto nei nostri caratteri. Mi sforzavo di mettere da parte i consueti pregiudizi di quando si aveva a che fare con un Serpeverde ma il suo atteggiamento supponente nella maggior parte dei casi mi infastidiva. Espirai dalle narici cercando di limitare al minimo la parvenza di avversione che altrimenti mi si sarebbe letta in faccia. Anche se in questo caso specifico probabilmente aveva ragione, dovevo aprirmi di più per permetterle di cercare le risposte nel futuro ma doveva anche capire bene che per me non era semplice tutto questo e che per di più. per me, quella era la prima volta che facevo una cosa del genere. Credere in queste cose non è come premere un bottone per accendere o spegnere la luce, è una cosa lenta che richiedere tempo e, nel mio caso, anche delle prove dell'effettiva veridicità.
    Sollevò il palmo tenendolo ben aperto e rivolto verso l'alto. Non servirono parole esplicative, strinsi immediatamente la sua mano nella mia e la guardai con un misto di ansia e curiosità mentre percepivo le viscere arrovellarsi per l'angoscia dell'attesa. La vidi spostare lo sguardo da un punto indefinito alla sfera che si tinse di una fumo aranciato. Cosa voleva dire? Un presagio? E se così fosse indicava qualcosa di positivo o di negativo? L'arancione lasciò il posto al rosso e l'ansia in me aumentò - il rosso non doveva essere per forza qualcosa di buono, lo capivo persino io - spostavo lo sguardo dalla mora alla sfera non capendo cosa stesse succedendo, cosa i suoi occhi riuscissero a vedere.
    Scossi velocemente il capo avida di sapere mentre la vedevo aggrottare le sopracciglia dalla concentrazione, stringere gli occhi mentre delle immagini a me invisibili passavano sulla sua retina. Iniziò a parlare, una frase inizialmente vaga quanto forte. Uno scontro. Con i miei forse? Basta scontri... le spalle mi si abbassarono prese dallo sconforto. Ero ormai incline a dargli ciò che volevano, non era abbastanza?
    «Contento?» aggrottai le sopracciglia «Beh sicuramente mia madre lo sarà una volta ottenuto ciò che vuole» commentai in un sibilo contrariato. Sbuffai dalle narici, infastidita, mentre la Serpe continuava nel suo lavoro, ora si dondolava e sembrava quasi preda di una trance, i suoi occhi nocciola erano assenti. Quella visione della ragazza all'opera era assurdamente incredibile e il suo potere mi metteva una certa soggezione e... invidia. Invidia di non avere un dono simile e probabilmente nemmeno la predisposizione per apprenderne le basi. Disse di vedere i corridoi del castello, questo era un bene. Voleva dire che la mia scelta mi avrebbe fatta rimanere lì ad Hogarts e per quanto sentissi di amare Liam non avrei mai lasciato il castello per Durmstrang, quella scuola mi spaventava e le persone che venivano da lì erano simili ad automi oppure spregevoli esseri della peggior specie. Non avrei mai avuto vita lì dentro, mi avrebbero spezzata e sarei cambiata per riuscire a sopravvivere. Non potevo pensarci, come non potevo sacrificare la mia vita per una relazione di appena cinque mesi... era un sacrificio che avrebbe richiesto troppo, razionalmente.
    La sua domanda successiva mi spiazzò. «Cos'hai visto?» le chiesi di getto non capendone il nesso ma poi mi presi qualche istante per riflettere davvero sulla sua domanda e il risultato fu un'alzata di sopracciglia eloquente «Tra le persone frequentate dovrei includere anche te a questo punto, no?» stirai le labbra e proseguii riflettendo sulle persone di cui mi ero circondata: Vanja, Skylee e Logan erano la mia cerchia più ristretta. Le prime erano le mie sorelle non di sangue e il prefetto biondo di Grifondoro era qualcosa di vicino ad una sorta di fratello, lo reputavo il mio migliore amico. A quella cerchia più ristretta ne era presente un'altra dove risiedevano Corinne con la sua esuberanza e certo... anche la sua incoscienza e la piccola Karen. Dopo la scenata in Sala Grande avevo trovato in loro due alleate e amiche. A quella cerchia se ci pensavo avrei inserito sicuramente anche due delle mie compagne di corso: Rose e Kynthia, ormai formavamo un bel trio alle lezioni e con l'ultima avevamo decisamente fatto furore alla lezione di Difesa. Il resto erano tutte conoscenze superflue con cui non avevo spartito più di una merenda e poi c'era Liam. Liam era decisamente un discorso a parte e che al momento non sapevo come collocare.
    «Si, lo penso» conclusi infine decisa. Cosa aveva a che fare quella domanda con il mio futuro. Strinsi gli occhi. «Succederà qualcosa a qualcuno? Qualcuno mi tradirà?» Dannazione perchè doveva essere così fastidiosamente enigmatica?
     
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    La risposta della sfera allo stimolo a cui l'avevo sottoposta fu immediata, con mia conseguente sorpresa: era per me un metodo nuovo che stavo iniziando ad utilizzare per amplificare le mie incomplete capacità, io stessa nutrivo ancora qualche dubbio su quell'oggetto ma stavo avendo le prime prove della sua validità.
    Emisi appena un verso d'assenso quando la corvonero nominò la madre che si collocava tra le persone che sarebbe state soddisfatte della sua scelta -lo scontro sarà con un uomo- specificai riconoscendo nella mia mente una sagoma maschile. Si stava parlando del più classico degli scenari che potevo ricostruire con più precisione ricollegandomi alla prima visione che avevo avuto incontrando Danielle. Un amore non ben visto da parte dei genitori di uno dei due innamorati e a giudicare dallo scontro in vista, sarebbe stata una separazione quantomeno sofferta.
    Sollevai il volto e riaprì lentamente gli occhi puntandoli in quelli gialli della corva. Rientrare fra le sue frequentazioni? Oh, no -non essere sciocca Danielle- le sorrisi appena allentando appena la presa sul suo palmo -definirei la nostra più come una collaborazione che come una frequentazione- posai dunque lo sguardo sulla sfera percossa ora da uno strano susseguirsi di immagini brevissime, quasi impossibili da decifrare -stai riponendo i tuoi dubbi su di me perchè temi terribilmente che qualcuno a te caro possa ferirti- molto umano -è comprensibile- tuttavia, non ne guadagnerei nulla ad andarle contro. Per me il nostro rapporto, termina non appena avremmo messo piede fuori da questa stanza e delle sue turbe in fatto di amore o amicizia non può fregarmene di meno.
    -Non posso dirti nulla di preciso, ad essere sincera si tratta più di una vibrazione- strinsi nuovamente la sua mano per averne una visione magari migliore, ma nulla che mi ricollegasse al possibile "Giuda" della storia -quello che sento, sono conoscenze nuove- e forse la mia frase successiva potrebbe farla entrare ancora di più in paranoia -consiglierei di prestare attenzione a loro, visto che sei tanto sicura delle tue amicizie stabili- sapevo che la scelta delle mie parole le avrebbe istigato il dubbio. E andava benissimo così. Dubitare, sarebbe stato il modo migliore per prevedere eventuali danni.
    Quella sfera mi stava turbando. Queste immagini non chiare mi davano delle sensazioni differenti dalle precedenti, non sembravo rivolte a Danielle... quanto a me. Perchè adesso? Non è su di me che stavo indagando, tuttavia quella sensazione era fastidiosamente familiare e non poteva riguardare altri se non me. Scrutai nella mia mente senza sosta fino a quando non la vidi. Terribilmente vicina.
    Dov'é?
    Spalancai gli occhi sulla sfera in modo totalmente non intenzionale, era come una specie di paralisi che mi costringeva a guardare una chioma biondo platino che non ero sicura se fosse impressa nei miei occhi o nel vetro della sfera stessa. Un sussurro nelle orecchie, poi il buio.
    Il fumo nella sfera tornò ad essere del colore della nebbia e fu allora che in maniera controllata, tornai a fissare la corvonero -presta attenzione a chi ti avvicinerà nei giorni seguenti- impossibile che fosse lei. Impossibile. Ma meglio prevenire -ma soprattutto preparati a sacrificare un rapporto, è la condizione che ti permetterà di restare ad Hogwarts- impossibile. Impossibile.



     
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Un uomo? Aggrottai le sopracciglia perplessa. Si, anche mio padre non vedeva di buon occhio la mia relazione con Liam ma non era mai stato, fino al momento, così drastico nella sua presa di posizione. Cioè c'era anche la sua firma nei documenti di trasferimento per Durmstrang ma non mi aveva ancora mandato lettere minatorie scritte di suo pugno o minacce verbali attraverso le chiamate nel camino della Sala Comune. Mi mordicchiai l'interno del labbro... l'unico candidato possibile poteva essere unicamente Liam. Avrei avuto uno scontro con lui quindi? Il nodo allo stomaco aumentò di dimensioni, era inevitabile e lo sapevo bene purtroppo. Liam da ex Grifondoro qual era non avrebbe accettato la mia decisione così di punto in bianco facendosela scivolare addosso. Abbassai lo sguardo, contrita.
    «Non ti scaldare Anita, stavo scherzando ovviamente» abbozzai un sorrisino, sapevo benissimo che la nostra era una collaborazione che portava i suoi frutti da ambo i lati. Lei si esercitava con la sua dote e io avevo modo di prepararmi su quello che era il mio destino. Circa. Circa, poiché la Serpeverde rimaneva comunque una studentessa del primo anno e non ancora in grado di controllare al meglio il suo dono, proprio per questo "perdeva" il suo tempo con un "caso" come il mio. Un veggente fatto e finito non avrebbe mai accettato una collaborazione di quel tipo, o al contrario avrebbe richiesto almeno un vero pagamento, cosa che non ero minimamente disposta a fare dato il mio scetticismo verso quella disciplina.
    Altra risposta criptica che non fece altro che alimentare la leggera irritazione posta ai margini del mio inconscio. Per quale diavolo di motivo non poteva spiegarsi chiaramente ma, invece, doveva renderla un enigma che manco il batacchio per l'ingresso alla Sala Comune di Corvonero. Strinsi gli occhi impercettibilmente attendendo che a quella frase seguisse qualcosa, perché doveva seguire qualcosa.
    «Una vibrazione» ripetei assorta tornando a riflettere febbrilmente su quelle che erano le mie amicizie, non mi aveva dato molto su cui ipotizzare. «Ma è positiva o negativa?» le chiesi alla fine quello che era il mio tarlo e la sua risposta non poté che mettermi ancora più in confusione dato che mi intimava unicamente di prestare attenzione: si ma a cosa?!
    Ciò che seguì quelle parole fu nuovamente strano. Anita cadde in una nuova trance mentre mi stringeva ancora più forte la mano, gemetti per il dolore mentre le dita dolevano sotto la sua stretta. «Anita mi fai...» mormorai stringendo i denti ma lei non sembrò nemmeno percepire ciò che le accadeva intorno, adesso fissava la sfera con sguardo spiritato, completamente terrorizzata da qualcosa.
    «Anita! Anita! Cosa hai visto!» sbattei una mano sul banco cercando di richiamare ulteriormente la sua attenzione e ciò sembro funzionare: la Serpeverde batté gli occhi che sembrarono tornare al presente.
    «Cosa hai visto?» le domandai, la sua espressione era indecifrabile ma il suo tono tradiva un turbamento che mi agitava. C'era qualcosa che aveva visto e non voleva dirmi?
    «Va tutto bene?»
     
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    Il fatto di aver imparato ad analizzare i comportamenti umani, mi portava a percepire in maniera più o meno precisa gli stati emotivi altrui. Ripeto, in maniera più o meno precisa perchè per quanto la mia apparenza possa a volte ingannare, non sono un robot.
    Se Danielle avesse avuto la mia stessa capacità, magari avrebbe compreso quanto fossi anch'io ad essere irritata per la poca precisione delle mie visioni [color=#9370DB]-è negativa. Solo che non riesco a vederne la causa- questa era la verità dei fatti, per quanto essa fosse scocciante, per quanto essa fosse deludente, non potevo farci proprio niente e la corvonero avrebbe dovuto farsi andare bene le informazioni che le stavo dando.
    Ma non capivo perché d'un tratto era la mia gemella quella che vedevo, cos'ha a che fare con me adesso? Vedevo informazioni sul mio futuro, sapevo che l'avrei vista presto. Mi sentì rabbrividire, come non mi capitava da tempo. E la mia non era paura, ma sdegno: l'avevo allontanata con successo e sapevo che avrei dovuto incontrarla nuovamente, ma non così presto, non adesso. Percepire appena le lamentele di Danielle e lasciai la presa su di lei non appena ebbi un maggiore contatto con la realtà.
    Le visioni continuarono a susseguirsi vivide nella mia testa, la vedevo passeggiare tra i corridoi di Hogwarts. Impossibile, impossibile che mi sia fatta sfuggire qualcosa del genere. Una seconda volta venni ridestata dalle parole di Danielle, che mi portarono ad alzare il volto e posare il mio sguardo nel suo -non sarà una separazione facile- ripresi fiato inumidendomi le labbra, fu l'azione più umana dopo tanto tempi -ma fatti questa domanda, vale la pena rinunciare a quello che hai guadagnato qui per lui? Io so già la risposta, e penso che la conosca anche tu.
    Sicuramente litigherai con il tuo professore e per il resto non potrei essere più chiara nemmeno volendo-
    tutte quelle informazioni facevano da contorno al reale soggetto delle mie visioni ma quali fossero davvero le cose che avevo visto, Danielle non l'avrebbe mai saputo -È tutto-
    Mi ricomposi raddrizzando la schiena lungo la spalliera della sedia. La mia mente stava già pensando a come armarsi, quali piani elaborare per potermi difendere -la prossima volta ti chiedo di darmi qualche informazione in più, questo potrebbe aiutarmi a vedere meglio... se non c'è altro, conlcuderei qui per oggi" misi da parte la sfera, quell'oggetto era decisamente stato abbastanza. La mia forza era calata di molto, il mio solo obbiettivo era uscire da quella stanza e ragionare su un sistema di difesa da attuare.

     
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Una vibrazione negativa e uno scontro con un uomo, queste erano le informazioni che Anita era riuscita a darmi. Nulla di più. E per quanto esteriormente potessero apparire informazioni confuse e poche chiare per me che la stavo vivendo assumevano totalmente un altro significato. Quell'uomo della sua visione doveva per forze di cose essere Liam. Non potevano esserci altre possibilità a riguardo. La nostra sarebbe stata una separazione sofferta ma al netto di tutto dovuta. La scrutai attentamente cercando di carpire, inutilmente, di più dal suo sguardo. Era seria, precisa, ma infondo a quei grandi occhi nocciola vi leggevo della preoccupazione e questo mi dava da pensare. Era impossibile che la Serpeverde fosse anche solo minimamente preoccupata per la mia incolumità. Non era il tipo e aveva tenuto a sottolineare anche poco prima quella che era la reale natura del nostro rapporto: semplice collaborazione, nulla di più.
    «Anita!» la richiamai un'altra volta portandola di nuovo alla realtà. Ero sempre più convinta che avesse visto qualcosa che l'aveva turbata profondamente. Chissà cosa però, ma lei non me ne avrebbe mai fatto parola poiché noi non eravamo amiche.
    Annuii alle sue parole, avevo compreso cosa intendesse e come aveva detto sapevo cosa dovevo fare, dovevo unicamente trovare il coraggio di farlo ma sapevo che non avrei messo piede a Durmstrang. Ero ben motivata perché ciò non accadesse. Non ero fatta per quella scuola, mi avrebbe spezzato.
    - È tutto - concluse con un'occhiata mentre stancamente si ricomponeva poggiandosi allo schienale della sedia. Sembrava provata da ciò che avevamo fatto e dal conto mio potevo solo immaginare poiché non riuscivo in realtà a comprendere in primis quella disciplina ed in secondo luogo l'effettiva entità dello sforzo che richiedeva. Annuii ancora. Avevo molto su cui riflettere adesso, nonostante avessi comunque già riflettuto su di una linea base di strategia da adottare.
    «Ci aggiorniamo via gufo per il prossimo incontro» dissi semplicemente. Non era possibile d'altronde stabilire precisamente un appuntamento. Con quella storia delle visioni non era possibile pensare di fissare un appuntamento ricorrente ogni mercoledì, che so, al pomeriggio. Vedeva il futuro ma non quanto nell'immediato sarebbero accadute. Dovevamo aspettare entrambe che la macchina entrasse in moto e i fatti accadessero.
    «Grazie ancora della tua disponibilità» le dissi semplicemente recuperando il lembo della mia tracolla. Mi alzai sistemando la sedia al suo posto e dopo un cenno verso la Serpeverde ci dileguammo entrambe verso le nostre vite.


    CITAZIONE
    CHIUSA.
     
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