Finding Out.

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    Ho abbandonato la forchetta sul piatto semi insanguinato dalla bistecca lasciata interminata. Ho guardato Dubois negli occhi, fidandomi ben poco delle sue parole visto le trovate ma non mi tiro assolutamente indietro sul fatto di trovare fra le mura qualcosa di interessante. Se le persone da te citate dicevano il vero forse potremmo davvero trovare qualcosa da rivendere e farci un gruzzoletto gli dico mentre lo vedo accostarsi a me. La toga svolazza sulle caviglie mentre spariamo in velocità dalla vista degli studenti che stanno ancora cenando. Non mi curo molto degli sguardi degli impiccioni. Oppure potremmo tenerlo penso fantasticando sul potere attribuibile all'oggetto, decisamente si potrebbe rivelare intrigante.
    In silenzio ci dirigiamo verso il fondo del corridoio principale che va a stringersi a livello della discesa dei sotterranei. Miriamo alla zona est come sentenziato da lui. Abbiamo un bel po' di tempo prima del coprifuoco, come se me ne fottesse davvero qualcosa. Lo osservo di sfuggita, le fiamme appese sui muri illuminano tremolanti dove mettiamo i piedi. Scendiamo le scale e l'aria si riempie di umidità e la temperatura si abbassa decisamente. Non abbiamo molto su cui basarci per iniziare una ricerca fatta bene difatti potremmo iniziare da qualsiasi porta si sospetti non frequentata. Mi soffermo davanti ad una di quelle che paiono dimenticate da tutti. I solchi visibili fanno pensare che la porta in legno abbia un'età elevata. Faccio un cenno col mento pensando che sia sicuramente chiusa a chiave. Iniziamo da quì? con un gesto della bacchetta faccio scattare la serratura e spingo il palmo con forza. Entriamo dentro ad una stanza buia e silenziosa. Lumos! la punta della mia bacchetta si illumina e comincio a muoverla a destra e a manca per delineare la profondità della stanza. tendo l'orecchio, l'ultima esperienza con la Reed mi ha sicuramente insegnato che pure i posti più banali preludono sorprese del cazzo.


    Edited by Oliver_ - 11/5/2021, 11:36
     
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    Oliver assunse un’espressione al limite tra l’intrigato e il sospettoso, segno che le parole di Hugo l’avevano quantomeno incuriosito. Non so dirti se le fonti fossero attendili o meno, si tratta di voci che ho captato, nessuno ne ha parlato con me in prima persona. Ma sono convinto che le viscere del castello nascondano comunque qualcosa di valore. Le numerose generazioni di maghi che si sono susseguite nel corso della storia, dalla fondazione di Hogwarts in avanti, avranno lasciato qualcosa del loro cammino ancora lì, tra quelle mura antiche. Hugo fantasticò su cimeli appartenuti a Salazar e ai suoi discendenti, custoditi gelosamente in qualche stanza metri e metri sotto i loro piedi. Oggi Hogwarts è un luogo protetto, da anni ormai vige la regola che impone ai Professori di non insegnare le Arti Oscure, né di spiegarne la teoria sottostante, ma Hugo immaginava che non fosse sempre stato così. Oggetti maledetti, cimeli pregni di magia oscura potevano trovarsi ancora lì, dimenticati dai loro proprietari o volutamente nascosti e mai rinvenuti. Hogwarts rappresentava un luogo perfetto per disfarsi di qualcosa, un oggetto scomodo magari, che avrebbe messo a repentaglio la fedina penale del proprietario. Per un istante dimenticò il vero motivo per cui aveva chiesto ad Oliver dell’esistenza di una stanza segreta sottoterra. Lanciò un ultimo sguardo al suo pezzo di carne ormai gelido e si apprestò a seguire il ragazzo nei sotterranei. Privi di indicazioni precise scelsero di aprire una porta qualsiasi. Nessun incanto particolare era stato castato sulla sua serratura, che scattò al colpo di bacchetta del ragazzo. Cattivo segno, se ci fosse stato qualcosa di prezioso al suo interno non sarebbe risultato così semplice accedervi. Ad ogni modo, non essendo nemmeno sicuri di quel che stavano cercando, tanto valeva dare comunque un’occhiata. Lumos! Sussurrò Hugo di rimando per raddoppiare la fonte luminosa. I due Serpeverde si divisero per coprire tutto il perimetro della stanza. Hugo corse con la bacchetta lungo il lato sinistro mentre Oliver lungo quello destro, per ricongiungersi poi sul lato opposto rispetto alla porta. Ad una prima impressione pareva essere completamente vuota. Com’è quel lato? Da questa parte nulla, solo polvere e scheletri di topi. Dopotutto non potevano essere così fortunati da trovare qualcosa al primo colpo. Senza perdersi d’animo Hugo si diresse verso la porta, che nel frattempo si era chiusa alle loro spalle. Proviamo con quella successiva. Lungo il corridoio s’infilavano una decina di porte apparentemente tutte uguali, ma ciò che ad un primo sguardo non saltò immediatamente all’occhio fu la presenza di un unico quadro appeso alla parete, scarsamente illuminato dalla tenue luce delle torce. Nei corridoi sotterranei privi di aule, cucine o dormitori le pareti erano sgombre, nessuno si sarebbe mai sognato di arredare vani del castello cui accedeva forse una persona all’anno. Vieni a vedere questo. Intimò al rosso di avvicinarsi con un rapido gesto della mano. Avvicinò la punta della bacchetta alla tela e si stupì di come ciò che raffigurava fosse irrealmente immobile. Il contenuto dei quadri, infatti, era animato, come se si stesse guardando un panorama da una finestra o spiando l’interno di una casa. Convinto che nessun mago avrebbe mai appeso alla parete un quadro di un pittore Babbano, Hugo ne dedusse che qualcuno doveva aver stregato quella tela affinchè il suo abitante non potesse né muoversi né interloquire con i passanti. In particolare, il quadro raffigurava Re Mida intento ad inghiottire un grappolo d’uva dall’alto di una pila di oggetti dorati di qualsiasi forma e dimensione, come piatti, anfore, spade o corone. La porta alla sua sinistra pareva uguale in tutto e per tutto alla precedente, eccezion fatta per una piccola incisione sotto la maniglia. Poteva essere una runa ma anche una banale screpolatura di quel legno ormai centenario. Direi di provare con questa, vediamo se abbiamo più fortuna.
     
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    La stanza è silenziosa, si sentono solo i miei passi e quelli di Dubois. Non so di certo cosa troveremo quì dentro, per ora tanta polvere e puzza di piccoli cadaveri. Passo il fascio luminoso dalla mia parte mentre il Serpeverde si scosta da me. Non mi rendo conto che sta richiamando la mia attenzione perchè mi sto chiedendo che diamine possono nascondere tutte quelle porte. Mi avvicino a lui e mi rendo conto che sta adocchiando un insolito quadro. Che cazzo ci fa un'opera d'arte qua sotto non me lo spiego, penso mentre sposto la bacchetta per vedere meglio. Da quel lato nulla di interessante rispondo alla sua domanda, lo vedo guizzare via, mosso dalla curiosità di un novellino fra le mura. Come lui penso che da qualche parte ci debba essere qualcosa di interessante, gli anni passano ma la storia rimane in questa struttura, celata da incantesimi e dagli occhi dei curiosi. Lo vedo incuriosito da una porta dalla maniglia differente dalle altre. Un particolare soprattutto. Mi avvicino e senza pensarci troppo provo ad aprirla invano. Casto un alohomora appena percettibile ed essa scatta. Mi pare tutto troppo facile a dire il vero commento entrando. E' un'anticipazione del fatto che siamo in alto mare, per ora. Ci ritroviamo in una stanza altrettanto buia che siamo costretti ad illuminare con il nostro fascio magico stretto fra le dita. La stanza è circolare e le pareti in pietra sembrano stranamente tappezzate di licheni. Chiaro segno di elevata umidità commento avvicinandomi e toccando con le dita un ciuffetto verdastro. O siamo nei pressi delle fogne, una perdita d'acqua o tubazioni di altro genere. Continuo a camminare perdendo di vista Hugo e sono concentrato in quello che vedo di lì a poco. Vi è una crepa immensa a terra, piuttosto che un'apertura dettata dal tempo sembra che vi sia stato uno scontro o qualcosa del genere. Qualcuno ha lottato quì. Dico incredulo. Chissà quanto tempo prima, sembra anche che un pezzo di pietra nei pressi sia caduto a terra, un piccolo cumulo di macerie laterali lo conferma. Scendiamo? Domando chiaramente convinto che lo faremo a prescindere. Facendo attenzione possiamo infilarci nella fessura del pavimento.


    Edited by Oliver_ - 11/5/2021, 11:36
     
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    Oliver scruta l’incisione e casta un alohomora sulla serratura, che scatta docilmente al tocco della bacchetta. L’odore di umidità e la temperatura che scende vertiginosamente fanno dedurre che si trovano in una stanza adiacente alle tubazioni o ai fondali del lago nero. Inerpicandosi in quel labirinto di corridoi Hugo ha perso completamente l’orientamento e non saprebbe dire da quale lato del castello si trovano. Uno spesso strato di muschio ricopre le pareti, ed è il loro aroma pungente a caratterizzare l’odore di quella stanza buia. Lascia che Oliver lo preceda, rivolgendo le sue attenzioni al pavimentato dissestato. Lo raggiunge quando lascia intendere di aver trovato qualcosa di interessante. In effetti la dura pietra ai loro piedi è solcata da una profonda crepa che apre nel terreno uno spazio abbastanza ampio da permettere il passaggio. Certo che scendiamo. Ribatte, superando il rosso e sedendosi sul bordo della frattura, le gambe a penzoloni nel vuoto. Rivolge il fascio di luce verso il ventre della crepa, ma la piccola bolla lattiginosa non è abbastanza potente da rischiarare ciò che si trova là sotto. Alza il volto verso Oliver. Si, un combattimento. Ripetè Anche se le macerie intorno non sono poi molte, quindi deduco che sia stato più un duello. Stava ragionando ad alta voce. Solo.. chi mai verrebbe a combattere qui? Piuttosto, quel che credo io è che qualcuno sia stato raggiunto mentre era in questi sotterranei e sia stato provato a fermare. I detriti hanno prodotto una sorta di piccola scaletta che rende più agevole la discesa. Facendo attenzione a non scivolare e reggendosi per quanto possibile al pavimento ancora intatto, Hugo scende lentamente. Quelle dovevano essere le fondamenta del castello poiché non vi era alcuna stanza là sotto, solo lo spazio creatosi dalla crepa. Il freddo penetrante fa rabbrividire Hugo, che prosegue imperterrito quella che pare la discesa negli inferi. Man mano che avanza lo spazio si allarga sempre di più, come se qualcuno avesse scavato le pareti della crepa. Arrivato al termine di quella precaria scalinata si accorge che ai suoi piedi si trova quella che ha tutta l’aria di essere una botola scavata nella pietra. Vieni, presto! Intima a Oliver, ancora intento a scendere. Alohomora! Pronuncia l’incantesimo con sicurezza, ma quello non produce l’effetto sperato. Ripete l’incanto, ma quella botola rimane irrimediabilmente chiusa. Vorrebbe provare a farla saltare in aria ma non padroneggia ancora l’incantesimo. Aiutami Oliver!
     
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    Hugo non ci pensa due volte, i suoi ragionamenti non fanno una piega anche io a primo impatto ho pensato ci fosse stata una sorta di battaglia o un'esplosione, insomma il tutto non è chiaro. Non lo vedo spaventato ma curioso, si addentra nell'apertura con la bacchetta illuminata per capire meglio dove mettere i piedi, lo seguo a qualche metro di distanza. La temperatura scende man mano che scendiamo e la sua voce diventa insistente quando si ferma di colpo su qualcosa a terra a mia volta mi avvicino mentre il tono si fa curioso, io stesso lo sono. Aspetta dico grattandomi la testa, la polvere mi provoca prurito, ne ho aspirata ormai una grande quantità. Non è sufficiente il suo incanto per aprire la botola che ora vedo bene coi miei occhi. Credo siamo nel piano più basso del castello, che altro c'è li sotto? Spostati un po' gli faccio cenno, punto il catalizzatore Bombarda! un'esplosione e una parte di legno va in frantumi, lo ripeto e stavolta si squarcia del tutto, un pezzo mi vola di fiano alla faccia. Cazzo, per un pelo e rimanevo cieco. Guardo da sopra il buco nero sotto di noi. Da lì proviene aria fredda e puzza di fogna, percepisco solo lo squittio di qualche topo. Che ne pensi? domando accigliato a Hugo che si sta avvicinando. Possiamo proseg.. sto per dire. Non so cosa accade perchè sono stato preso alla sprovvista ma qualcosa è uscito da lì e mi sta trascinando verso quel buco scuro. Non riesco a ribellarmi, ha una gran forza. Chiamo il mio concasato. Con la bacchetta in modo confusionario lancio un incarceramus a caso con la speranza che le corde si avvinghino a qualcosa che non vedo a causa del buio e della velocità. Fortunatamente si avvinghiano non so dove. Uno strattone pare strappare il mio corpo a metà. Un dolore allucinante e mi sembra di stare conteso. Un altro po' e le corde mi sfuggiranno di mano e quel qualcosa che mi sta tirando verso il fondo avrà la meglio.


    Edited by Oliver_ - 11/5/2021, 11:36
     
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    Oliver accoglie la richiesta di aiuto e si appresta a scagliare un Bombarda sull’apertura sigillata della botola. Un boato seguito da una miriade di frammenti di legno costringono Hugo a castare un Protego per evitare di essere infilzato da una di quelle schegge assassine. L’incantesimo ha effettivamente funzionato e un varco si è aperto a pochi passi da loro rivelando un odore nauseabondo che immediatamente pervade l’intera stanza. Un mix letale di umidità e..escrementi? Non saprei, risponde alla domanda di Oliver, potrebbe essere stato il nascondiglio di qualcosa a giudicare dalla difficoltà di apertura. Hogwarts è risaputo essere il posto perfetto per sbarazzarsi di oggetti incriminati. Chilometri quadrati di sotterranei inesplorati, visitati unicamente da qualche sudicio ratto. Forse più che per un duello, quella frattura è stata creata appositamente da qualcuno che voleva creare velocemente un nascondiglio sicuro nella pietra. La curiosità è forte, così Hugo si tappa il naso con due dita e si sporge ad osservare ciò che l’esplosione ha permesso di scrutare. Nero, un buco nero e puzzolente. Oliver sta per proporgli di scendere quando qualcosa fa morire le parole sulle sue labbra. Complice l’oscurità che li avvolge, Hugo non comprende immediatamente ciò che è appena accaduto. Sente un fruscio seguito da un rumore sordo, e l’amico non risponde più al suo richiamo. Che cazzo è successo? Oliver? Ecco che il compagno urla e geme. Hugo brucia i pochi metri che li separano, la bacchetta illuminata rivolta verso il punto in cui era certo si trovasse Oliver fino a qualche minuto prima. Dei versi gutturali si aggiungono alle imprecazioni del ragazzo e sembrano provenire da un punto imprecisato intorno alle sue gambe. Con un movimento del polso Hugo dirige il fascio di luce all’altezza delle caviglie di Oliver, ritraendosi immediatamente dopo aver individuato la fonte di quei rumori. Una creatura indubbiamente magica ha afferrato le gambe del ragazzo, aggrappandosi ai suoi polpacci con forza al fine di tirarlo verso quella che sembra essere la sua tana. È una bestia strana che Hugo non ha mai visto nemmeno raffigurata nei libri di Cura delle Creature. Il corpo è simile a quello di una scimmia, ma le mani pelose sono provviste di artigli affilati che bucano con facilità i pantaloni del ragazzo. Il muso ha tratti lupeschi, con canini affilati e abbondante bava che gocciola. Sembra il frutto di una orrenda trasfigurazione. Prima che Hugo potesse fare qualcosa Oliver scaglia un Incarceramus per evitare di essere trascinato nel baratro. L’incanto funziona e le funi si legano a un pezzo di roccia semi sgretolata dal Bombarda. Impedimenta! Urla Hugo contro quell’essere immondo assetato di sangue. Quello allenta la presa e l’onda d’urto generata dall’incantesimo lo allontana da Oliver di qualche passo. Vorrebbe pietrificarlo, così prova a castare un Petrificus totalus ma senza risultato. La bestia nel frattempo si è rialzata e sembra pronta a colpire di nuovo Exulcero! Grida puntando al suo stomaco. Ferite simili a ustioni squarciano la sua pelle facendolo ululare di dolore. Spera che questo basti a placare la sua ira così da dargli tempo di vedere come sta l’amico. Come ti senti? Ti ha morso?
     
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    Impreco forte, la mia voce rimbomba e non ci sto capendo un beato cazzo. E devo dire che chiunque si cagherebbe sotto e ammetto che ho paura perchè non vedo quella bestia. I fruscii sono veloci, gli strattoni anche e per fortuna che Hugo è scaltro o potevo dire addio al mio bel culo. Anche se le corde si sono ancorate arrestando la discesa, quel qualcosa ha puntato le mie gambe e le mie natiche. Di certo mi ha graffiato, sento dolore alla bassa schiena ma non è qualcosa che mi ucciderà oggi. G-grazie Dubois dico quando mi domanda come sto. Ottime mosse annuisco ponendo le mani per terra, col fiatone. Solo dopo qualche minuto mi rendo conto che le dita sono piene di sangue e il mio corpo anche. I tessuti sono strappati, le gambe inondate. Merda grugnisco. Quel pezzo di merda voleva trascinarmi laggiù. Inspiro afferrando la bacchetta e castando un lumos in direzione della zona più buia. Avanzo carponi e mi dilungo con la sola faccia sopra lo squarcio del pavimento. Che stai pensando? domando facendo un cenno con la spalla fin capirci qualcosa. Se c'è una bestia del genere quaggiù.. ci sono due motivi Mi volto verso di lui. Se vive quì da anni qualcuno ce l'ha portata spiego. Una curiosa domanda è chi potrebbe aver fatto ciò? Scuoto il capo. Non che sia di vitale importanza sapere chi è quel figlio di puttana che ha avuto la brillante idea di ficcare une creatura del genere presso le fondamenta della scuola. Piuttosto.. Se è quì ci deve essere un motivo. Gli occhi mi luccicano mentre mi sorge spontanea un'opzione. Che razza di diavoleria sta proteggendo?
     
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    Sorride ad Oliver mentre l’adrenalina abbandona pian piano il suo corpo. Si rende conto di quanto quell’azione gli sia costata fatica e concentrazione, tant’è che ora ha bisogno di sedersi sul pavimento polveroso, appoggiando la schiena al muro alle sue spalle per rallentare i battiti del cuore. Non aveva ancora avuto occasione di misurarsi con incantesimi di attacco in una situazione reale, anziché tra le pareti sicure della classe di Difesa. Tira un profondo sospiro di sollievo e abbandona il capo, reclinandolo all’indietro. Poteva finire male. Sentenzia infine, rivolgendo all’amico uno sguardo indecifrabile. Erano pur sempre due studenti, ed avventurarsi nelle profondità della scuola poteva rivelarsi un’idea più cattiva di quanto pensassero. Hugo non avrebbe mai immaginato di trovare qualcosa del genere. Le viscere del castello avevano certamente rivelato loro un segreto, che era quasi costato la vita ad Oliver. Lancia uno sguardo alla sottospecie di animale, accasciato a qualche metro da loro. Incarceramus, grida dopo aver raccolto le forze. Spesse funi scaturiscono dalla punta della bacchetta avvolgendo la bestia in una stretta morsa. Non so a cosa pensare, sinceramente, se non che abbiamo sottovalutato la cosa. Non mi sarei mai aspettato di scontrarmi con niente di simile. Stupidamente immaginavo incantesimi a protezione di qualunque cosa si possa nascondere qui sotto, non di certo esseri che manco si trovano sui libri di creature. Posa lo sguardo sui pantaloni strappati di Oliver da cui fuoriescono rivoli di sangue scuro. Ferula, casta sulle sue gambe malconce, facendo comparire bene che si avvolgono tutto intorno. Avrebbe dovuto prima liberare le ferite dal tessuto dei jeans, ma Hugo non è tagliato per fare l’infermiere. Il contatto con il sangue lo repelle e l’idea di toccare quello di Oliver non lo entusiasma, preferendo coprirlo immediatamente con le bende. Credo che ci convenga risalire, afferma indicando l’uscita con un cenno del capo. Sono sicuro che qua sotto ci sia qualcosa che meriti di essere scovato, ma in queste condizioni temo sia impossibile. Hai perso parecchio sangue e credo che un giro in infermeria ci convenga farlo prima di rientrare in dormitorio. Propone saggiamente, issandosi in piedi. Porge un braccio all’amico per permettergli di fare lo stesso, offrendogli il proprio sostegno dal momento che è sicuramente debole. Dobbiamo organizzarci meglio per la prossima volta. Ora sappiamo a cosa andiamo incontro, quindi occorre preparare un piano d’attacco. Potremmo chiedere a Morgan di unirsi a noi, non è bravissimo con la bacchetta ma qualcosa ha imparato e sono sicuro che potrebbe darci una mano, che ne pensi? Sostiene il peso di Oliver passandogli un braccio dietro la schiena e insieme si dirigono verso l’uscita di quel buco infernale.

    uscito
     
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    Ho ancora il fiato mozzato, il battito comincia a ridursi solo adesso. Poteva finire male per il mio culo penso. Guardo con confusione il suo incantesimo, lega la bestia e io sono ancora incredulo. Figlio di puttana biascico ancora. Mi lamento e mi aggrappo alla sua presa. Merda quanto sangue! Ringhio e con la manica sporca mi tasto la faccia inondandola definitivamente di sangue. Casta un ferula e io stesso ne partico altrove, e sul ginocchio per dire e sul retro coscia visto che mi fa un male porco. Niente infermeria, Dubois. Come lo spieghi questo sangue agli addetti e ai professori? Lo guardo in cagnesco. Regola numero uno fatti i cazzi tuoi che al castello ci sono un sacco di ciarlatani e gente pronta a ficcartelo nel Culo. Che poi di chi ti puoi fidare oltre che a me e Christian? Nessuno quindi prima lo impari novellino, prima non ti aproranno le natiche di sorpresa. Non fiatare con nessuno e parliamone Con Morgan. Mi trascino con lui e ci allontaniamo dall'enorme buco che contiene quello schifo si bestia. Di certo questo mistero va risolto. Se quel pezzo di merda mi ha attaccato voglio ucciderlo definitivamente con le mie mani. Se nasconde qualcosa lo voglio di sicuro.
    Tossico e sputo una quantità di sangue per terra. Andiamo!
    uscito - fine
     
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