Should I Stay or Should I Go

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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Erano giorni sicuramente difficili da definire quelli che stavo vivendo, tornare al castello non era stato semplice e smaterializzarmi aveva richiesto per la prima volta, da quando ero stata abilitata a farlo, uno sforzo di concentrazione e decisione maggiore rispetto alla norma. Avevo anche saltato le lezioni per tutto l'inizio della settimana e per la precisione non ero uscita dalla stanza su alla Torre di Corvonero nemmeno per unirmi ai tre pasti principali che si tenevano in Sala Grande. Mi ero data malata e, in un certo senso, era stato così. Un cuore infranto poteva definirsi malato, no?
    Con un grosso sospiro scesi alcuni gradini che all'inverso portavano al settimo piano diretti alla Stanza delle necessità, mio fidato rifugio quando volevo isolarmi dal resto degli abitati del castello, persino da quelle che con il tempo avevo imparato a definire come le mie sorelle. Loro erano preoccupate, Skylee lo dava a vedere maggiormente cercando di spronarmi a mangiare mentre V, quando pensava che non la notassi, mi lanciava lunghe occhiate preoccupate. Ero sempre stata io la roccia, quella che sapeva che fare e tendenzialmente come gestire le cose, d'altronde ero io la più grande tra le tre, ma in questo caso ero alla deriva esattamente come poco più di un anno prima, con Stephen, eppure la fossa me l'ero scavata io per scelta.
    Aggrottai le sopracciglia sentendo un urlo, una voce maschile che sembrava inveire. Poi un tonfo. Sbattei per un attimo le palpebre e mi fiondai su per l'alta scalinata a chiocciola che portava direttamente di fronte all'ingresso della mia Sala Comune.
    Un ragazzo alto e dai capelli castani stava inveendo contro la porta, più precisamente contro al batacchio incantato, minacciandolo di permettergli di entrare altrimenti lo avrebbe fatto saltare in aria.
    Mi coprii le labbra con la mano per non scoppiare a ridere sonoramente ma quando il ragazzo tirò un calcio non potei fare a meno di intervenire.
    «Hey piano! Piano!» mi avvicinai con i palmi bene in mostra cercando di trattenere il risolino e solo a quel punto il ragazzo sembrò accorgersi della mia presenza voltandosi. Inarcai entrambe le sopracciglia dallo stupore. Non era un altro Corvonero ma era un figlio di Salazar a giudicare dalla cravatta semi-slacciata verde-argento. «Eh no mio caro, casa tua è da basso!» Con l'indice indicai il pavimento e per estensione i sotterranei, la sua Sala Comune non era la sotto?
    Ridacchiai per la sua espressione ancora frustrata e mi appoggiai allo stipite d'ingresso a qualche spanna da lui studiandolo con espressione divertita.
    «Cosa...?» Stai cercando di fare? Chi vuoi vedere o picchiare? O...? Alzai anche un sopracciglio fissandolo apertamente con i miei grossi occhi gialli simili a quelli di un felino che, contornati dalle spesse occhiaie del periodo, erano ancora più inquietanti.
     
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    Polvere, puzza e disordine. Queste erano le tre parole per decifrare il pomeriggio che il giovane Christian si era dovuto sorbire in biblioteca, per riuscire ad imparare finalmente alcuni incantesimi, senza l'aiuto di nessuno. Si era appuntato tutto su delle pergamene stropicciate: Tipo di pronuncia, movimento del polso, pro, contro e così via. Non aveva un vero e proprio metodo di studio, dato che non lo faceva da tempo, semplicemente ripeteva più e più volte tutto quello che c'era scritto in quei libri, in più nel caso dovesse dimenticare qualcosa, lo scriveva. Guardava soddisfatto il suo lavoro, mentre camminava per i corridoi di Hogwarts, con l'intento di raggiungere il posticino più isolato per poter finalmente mettere in pratica ciò che aveva appreso. Ma una folata di vento o uno scherzo di cattivo gusto, fecero volare i suoi appunti, tentò di prenderli con una sola mano, dato che nell'altra aveva ben salda una sigaretta, ovviamente non ci riuscì. "Cazzo!" Non poteva credere di aver perso il lavoro di tutto il pomeriggio, era sicuro che qualcuno voleva fargli dispetto e il dormitorio più vicino, era quello dei corvonero, quella casata lo perseguitava. Chi delle ragazze che aveva importunato si stava prendendo gioco di lui? Si avvicinò con fare disinvolto al suo ingresso purtroppo chiuso al ragazzo. "Davvero uno scherzo molto divertente e infantile." Iniziò a parlare con la porta, sperando che l'autore di quello scherzo, potesse sentirlo. Ma era lui a parlare, o gli spinelli che si era fumato tra uno studio e l'altro? "Se avete finito, potete ridarmi gli appunti e la finiamo qua." Continuò speranzoso, ma vide che nessuno lo dava retta ed iniziò a urlare e calciare contro la porta. "Aprite questa cazzo di porta? Vi state divertendo tanto, vero? Appena vi prendo vedrete come vi divertirete!" Sembrava un folle agli occhi degli altri, ma non gli importava, continuava ad infierire contro quella povera porta d'ingresso, finchè non sentì la voce di una ragazza che gli intimava di fermarsi. "Eh no mio caro, casa tua è da basso!" No, casa sua era a chilometri di distanza da quel luogo che, Christian avrebbe lasciato volentieri. "Brunetta, perchè non provi a farti gli affari tuoi?" Le rispose con tono stizzito, di solito la giovane serpe non rispondeva così ad una ragazza, ma era davvero arrabbiato da quella situazione che si era venuta a creare. "Se vai nei sotterranei, troverai tutti i serpeverde a cui vorrai dare fastidio, avrai l'imbarazzo della scelta. Ci sono donne, uomini, alti, bassi, biondi, bruni.." Insomma, aveva dato l'idea, no? "Prego, vada pure." Le lanciò uno dei suoi sguardi intimidatori che infondo, era anche il suo solito sguardo di tutti i giorni.


    Edited by ChristianMorgan - 26/3/2021, 21:57
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Il ragazzo sembrava un folle ubriaco dinanzi la porta da come urlava e la percuoteva come se qualcosa di importanza capitale fosse successo. Come se qualcuno gli avesse mai potuto fare un torto irreparabile. Chinai la testa di lato, il che poteva essere e due membri della mia casata spiccavano per dispettucci di questo tipo: mia sorella Vanja, perché andiamo... V era l’esempio lampante di come il Cappello Parlante necessitasse del pensionamento o di almeno una luuuuunga vacanza e l’altra sospettata poteva essere solo che la mia nuova amica Corinne. Avevamo da poco iniziato a frequentarci e sicuramente l’avvio della nostra conoscenza non era stato dei più usuali ed a testimoniarlo era il piccolo roditore che “avevamo” sequestrato al Thompson, questo faceva anche di me un elemento discutibile della mia casata? Forse.
    Gli affari miei? Mi prendo qualche secondo per squadrarlo platealmente dalla testa ai piedi prima di esclamare: «Dì un po’, hai presente di chi sia la porta di questa casata?» Sollevo un sopracciglio mentre piccata non gli do il tempo di ribattere «Si da il caso che stai picchiando contro il portone di casa mia A questo punto inarco entrambe le sopracciglia in una espressione eloquente da “quindi di farsi gli affari propri lo dici a tua sorella”. «Quindi» proseguo continuando a fare uso del mio tono più infastidito «sono affari miei» concludo incrociando le braccia al petto e poggiando la spalla contro lo stipite. Non è un bel periodo per me e se solitamente la pazienza non è la qualità che meglio mi descrive, all’attuale stato delle cose si potrebbe dire che ne sono sprovvista, ed è proprio per questo che la mia espressione cambia facendosi più severa mentre il ragazzo non da cenno di calcolare ciò che gli sto dicendo.
    «Non funziona così, non si aprirà mai» puntualizzo «se vuoi entrare dovrai usare la tua intelligenza» ma il modo con cui imperterrito si scaglia sulla porta ignorandomi, mi porta a concludere che la mente sia davvero l’ultima delle sue qualità.
    Presa da un moto d’irritazione e di spavalderia decido di poggiargli gelidamente una mano sulla spalla per fermarlo e facendo appello al senso di inquietudine che solitamente i miei occhi gialli suscitano lo ghiaccio sul posto per domandargli definitivamente: «Si può sapere contro chi ce l’hai? Magari se tu la smettessi potrei anche aiutarti!» Sbotto accompagnando la frase con un movimento eloquente delle sopracciglia. Gli lascio andare la spalla attendendo la reazione che spero essere più intelligente di così, anche perché sicuramente se continuerà a sbraitare a questo modo potrebbe attirare le attenzioni di qualche prefetto o addirittura di quella simpaticona della Smith - che non vede l’ora di abusare del suo potere da Caposcuola indicando pomposamente la lucida spilla che porta sempre al petto - o peggio ancora le attenzioni di qualche insegnante se non addirittura del mio Capo Casata, e sinceramente? Non ho nessunissima voglia di farmi sondare il futuro da Patel.
     
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    Portone di casa propria? Quella che aveva alle sue spalle, era un'altra corvonero? Christian sospirò profondamente e chiuse gli occhi, cercando di calmarsi quel minimo da avere una conversazione normale. Magari se l'avesse tenuta buona, gli avrebbe gentilmente bisbigliato la formula per entrare nella sala comune lì di fronte, così che Christian avrebbe ripreso i suoi appunti e se ne fosse andato. Non aveva iniziato lui quella cosa.
    Sentì una mano sulla spalla, segno di voler farlo voltare e lui così fece, quasi rimase impietrito dallo sguardo della ragazza, gelido. Non sembrava stare tanto bene, il serpeverde dovette ammetterlo. "Mi hanno rubato qualcosa." Volutamente non specificò che quella cosa di cui parlava, erano dei semplici appunti che per altri poteva sembrare una cosa sciocca e banale, ma per lui che non era abituato affatto a studiare era di massima importanza, dopotutto ci aveva perso tutto il pomeriggio. "Sai, credo chi hai bisogno d'aiuto, sia più tu che io." Concluse, riferendosi alle fosse nere, sotto ai suoi occhi. In questa scuola non esisteva roba come il make up babbano? Aiuta molto le oche che pensano solo al proprio aspetto esteriore, magari avrebbe aiutato anche la corvonero. Avrebbe voluto offrire lei un po' d'erba per rilassare i nervi, ma si riguardò nel farlo, con un'altra corvonero non era andato tutto secondo i suoi piani.
    Un'altra folata di vento soffiò all'interno del castello improvvisamente, era un pomeriggio freddo notò la giovane serpe e sgranò gli occhi quando vide qualcosa muoversi dietro la studentessa. Poteva essere forse un topo, un ragno o un animale domestico che qualcuno aveva perso in giro per il castello? Girò in torno alla ragazza, incuriosito da cosa le stava camminando vicino ai piedi e fu con stupore che vide un foglio di pergamena con su scritto parte dei suoi appunti. Allora nessuno voleva fargli davvero uno scherzo? Si chinò e lesse: "ACCIO, incantesimo di tipo generico, livello facile, effetto: richiamare oggetti" eh si, era proprio una pagina dei suoi appunti. Ripensò al modo in cui stava urlando e scalciando la porta d'ingresso dei corvonero, sentiva di essere un vero stupido in quel momento. Perchè prima di partire di quarta, non si è guardato in torno alla ricerca di ciò che aveva perso? Che caratteraccio.. "Ti invito a prendere una tisana per rilassare i nervi, ti va?" Supponeva che servisse ad entrambi, ma.. esatto, c'era un ma, prima Christian voleva racimolare di nuovo tutti i suoi appunti. "Se mi aiuti a cercare altri fogli di pergamena, come questo." Finì così la sua "richiesta", quasi certo che la studentessa non avesse la minima intenzione di aiutarlo, dopo il modo sgarbato con cui si era rivolto ad essa.
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Ed eccolo lì che finalmente iniziava a spiccicare qualche parola più esplicativa delle imprecazioni che stava dedicando al batacchio incantato. Sosteneva che qualcuno della mia casata gli avesse rubato qualcosa o almeno così la serpe adduceva, probabilmente viste le accuse rivolte a Corinne in Sala Grande dal Thompson, adesso tra le caratteristiche che identificavano un Corvonero si poteva annoverare anche la cleptomania. Segna questa Cappello Parlante. Feci scettica cenno di continuare, la vedevo davvero dura che qualcuno della mia casata avesse potuto fare qualcosa del genere... sarebbe stato più scontato tra i suoi un comportamento simile.
    - Sai, credo chi ha bisogno d'aiuto sia più tu che io. - sbarrai gli occhi. «Che...?» rimasi interdetta e mi toccai immediatamente il viso pensando di avere qualcosa ma presto abbassai la mano realizzando che si stava riferendo al mio aspetto sfatto e malato. Non dissi nulla, incapace di commentare con un qualsiasi cosa, di certo al ragazzo non importava nulla delle pene del mio cuore e di cosa avevo passato in quelle giornate. Di fatto, quello, era il primo giorno che uscivo dalla Torre di Corvonero da quando... beh da quando avevo compiuto il volere di mia madre. Rabbrividii mentre una folata di vento ci investì e alcuni fogli si sparsero nel corridoio svolazzando e andandosi ad incastrare un po' dappertutto. Il ragazzo si scostò dalla porta e mi oltrepassò per afferrarne uno e presto sul suo viso si dipinse un corollario di emozioni che andava dall'interrogativo allo stupito per poi colorirsi di una leggera sfumatura rosacea sulle guance. Aveva la tipica espressione di qualcuno che si è appena reso conto di aver fatto una colossale figura di merda. Lo seguii e mi chinai a prendere un secondo foglio leggendone ciò che era scritto, sembravano banali appunti di incantesimi.
    «Quindi tu... stavi cercando di sfondare la porta per... questi sollevai un altro paio di fogli che nel frattempo avevo raccolto. La mia faccia s'incrinò in una smorfia per poi scoppiare in una risatina. «Fortuna che sono io quella bisognosa» continuai per le rime trafiggendolo con un'altra occhiata ma aiutandolo nel concreto a racimolare gli altri appunti.
    «Sono tutti?» domandai alla fine mentre gli passavo il mucchio di fogli raccolti «Uhm... qui c'è un errore» con l'indice indicai il punto «si scrive Alohomora con l'H in mezzo, non davanti. La pronuncia è importante, rischi di fare seri danni con un errore» lo corressi incapace di mancare di fare la secchiona.
    «Direi di scendere a prenderci quella tisana... a questo punto me la devi!» Abbozzai un sorriso timido e iniziai a dirigermi verso le scale per scendere alle cucine.
    «Così magari mi spieghi perché ce l'hai tanto con i Corvonero» aspettai che mi affiancasse nella lunga discesa verso i sotterranei, non me la sarei mai bevuta che stava facendo tutto quel teatro, che volesse addirittura sfondare una porta per dei banali pezzi di carta che poteva sempre riscrivere.
     
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    Ecco il motivo per il quale Christian non voleva dire alla corvonero che la "cosa" che gli avevano rubato erano dei semplici appunti, la ragazza scoppiò in una chiassosa risata e alla matricola diede molto fastidio. Doveva ricordare di comperare un quaderno invece che fogli di pergamena, molto più comodo e con il vento non gli volava dalle mani. Dunque, Accio, wingardium leviosa, incarceramus, aguamenti, reparo.. cosa mancava? l'incantesimo di apertura e quello di chiusura, entrambi tra le mani della brunetta che stranamente aveva deciso di aiutare lo studente, anche se al primo impatto era stato un vero stronzo con lei. "Oh mi scusi, non sapevo che anche le giovani studentesse facessero parte del corpo docenti di Hogwarts." Le lanciò una battutina dopo che corresse uno dei suoi appunti, l'incantesimo Alohomora. Il serpeverde aveva davvero sbagliato ad appuntarlo? Glielo strappò dalle mani per dare un occhiata e a quanto pare, si, l'aveva scritto in modo errato. Eppure credeva di essere stato meticoloso, ma forse, studiare e fumare spinelli non andavano di pari passo. Si chiedeva se aveva sbagliato anche altri incantesimi, a questo punto. Era davvero stufo di studiare, nel caso li avrebbe corretti l'indomani. "Che tisana sia.." Le disse, affiancandola a passo svelto. Dopotutto una tisana rilassante con una sconosciuta, poteva essere un piacevole passatempo tra uno studio e l'altro. Christian si era accorto solo in quel momento che ancora non conosceva il nome della ragazza, erano stati troppo impegnati a battibeccare l'un l'altro per presentarsi. "Con chi ho l'onore di bere, questo pomeriggio?" Domandò piegando le pergamene appena ritrovate, non le avrebbe perse di nuovo, poco ma sicuro. Infilò i suoi appunti nella tasca interna della divisa e costatò di avere ancora un po' d'erba con se, per concludere in bellezza poteva correggere la loro tisana con quello che gli era rimasto, in modo da dimenticare facilmente la figuraccia di poco prima e far salire l'umore dei due alle stelle. Ancora non aveva trovato qualcosa di meglio del fumo per essere di buon umore in quella scuola. Forse Skylee, ma quello era un tantino più complicato della cara e vecchia erba da sballo. "Io sono Christian, comunque." E grazie per l'aiuto, doveva finire la frase, ma ovviamente non avrebbe mai ammesso che aveva perso degli appunti e fatto un casino solo per quello. "E scusa se te lo dico, ma hai proprio un aspetto di merda. Cosa ti è successo?" La schiettezza era il suo forte, ma probabilmente in quel momento ci voleva un minimo di delicatezza, che, il serpeverde non aveva.
    Scesero di appena qualche gradino che quelle dannate scale presero a cambiare direzione, maledizione, le odiava. Idiota chiunque le abbia create, sarebbe stato da persona più intelligente avere tipo un ascensore magico che ti teletrasportava in un piano all'altro del castello, ma probabilmente questi maghi che si credevano superiori ai babbani, non avevano pensato ad una soluzione tanto semplice. Ma si, perchè rendere le cose facili ai novellini? Mettiamo qui e la delle scale che decidono da sole da che parte spostarsi.
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Espirai. Il ragazzo sembrava tenerci proprio a fare l'acido con me nonostante mi sforzassi di rimanere quanto più pacata e gentile possibile. «Continua a ringraziarmi così mi raccomando e appena ad incantesimi sbaglierai qualcosa sarò la prima a coglionarti!» stringo gli occhi a due fessure mentre gli restituisco i fogli sbattendoglieli sul petto. Okay essere buona e cara ma la pazienza non è mai stato un aggettivo adatto a descrivermi. Mi avvio verso le scale, ben decisa a farmi offrire quella dannata tisana, che poi, non so nemmeno io perché mi stia impuntando così tanto quando potrei semplicemente piantarlo lì e tornarmene nella disperazione della mia stanza. Appunto... Magari è proprio quella prospettiva, tornarmene nella mia stanza dove sono circondata dai suoi regali che Vanja senza farsi ripetere due volte ha ammonticchiato in una scatola vicino alla porta con su scritto "Da buttare RESTITUIRE" sotto la mia occhiataccia. Sfioro la collana che ancora porto al collo, devo decidermi a toglierla, ma non sono pronta.
    «Danielle» mormoro un po' soprappensiero mentre lui mi affianca ed inizio a scendere i gradini. Lui si presenta con una frase che dal tono mi lascia evincere che dietro ci sia ben più di ciò che voglia dire il ragazzino, ma forse è proprio l'orgoglio della figuraccia appena fatta che gli mozza la frase. «Piacere» cerco di abbozzare un sorrisetto per poi chinare il capo e scendere le scale, silenziosa.
    - E scusa se te lo dico, ma hai proprio un aspetto di merda. Cosa ti è successo? - Mioddio! Non ha proprio la delicatezza questo ragazzo! Sbatto le ciglia un paio di volte mentre lo guardo senza parole, ma perché diavolo poi vuole davvero saperlo? Che gliene frega? Cosa gli cambia?
    «Io...» non faccio in tempo a dire che le scale si muovono sballottandoci nel loro spostamento. Mi aggrappo alla ringhiera ma con il fatto che sono giorni che non tocco cibo finisco con il sedere per terra. «Cazzo» mormoro massaggiandomelo mentre delle lacrime spingono per uscire dall'altro occhio.
    «Mi sono lasciata va bene?!» sbotto mentre con le dita tiro via bruscamente le lacrime che sono riuscite ad oltrepassare la barriera delle ciglia. «Era una storia molto importante e...» mi fermo, davvero alla serpe cosa cazzo gliene può fregare alla fine? Però il ragazzo non sembra come i suoi concasati un completo pezzo di merda pronto a pugnalare. «Prendiamo quella tisana, va» gli sfioro il braccio incitandolo a scendere le scalinate. Io sono silenziosa, lui pure finché non arriviamo alle cucine dove solletico la pera che con un risolino ci lascia entrare nelle cucine.
    «Tisana per cui?» mi dirigo verso i fornelli con la mano già allungata verso i pensili - a cui arrivo a fatica - e mi volto di un poco in attesa della sua risposta.


    Edited by .Ellie - 23/4/2021, 20:01
     
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    Le scale non fecero in tempo a cambiare direzione, che la brunetta finì col culo per terra e Christian, non riuscì a trattenere una grassa risata nei suoi confronti, finchè non vide scendere delle lacrime sul suo viso. Dannazione, odiava ritrovarsi in quelle situazioni. "Hey, con calma bambolina." L'aiutò ad alzarsi, dopotutto non era senza cuore come volevasi dimostrare. "E quindi tu sei conciata così, solo perchè un coglione ti ha lasciata?" Il serpeverde inarcò un sopracciglio e la guardò male, molto male. Non capiva come faceva la gente a mettere la propria felicità nelle mani di qualcun altro, per poi giustamente rimanerci di merda quando il primo dei due si stanca di quel giocattolo e ne passa ad un altro. I rischi si conoscevano, dovevano solo decidere se il gioco valesse la candela.
    Le scale finalmente portarono gli studenti nella direzione giusta e Christian seguì Danielle fin dentro le cucine, fortuna che si era messa lei all'opera, non credeva che sarebbe riuscito a fare una tisana decente. A dire il vero, non ricordava neppure di averla mai fatta. "Suppongo che quei mostriciattoli tengano la roba buona ben lontano dalla vista degli studenti.." Disse soprannominando mostriciattoli, gli elfi delle cucine, mentre si guardava in torno. Niente alcool, peccato. "..quindi si, tisana. Scegli tu il gusto." Tanto l'avrebbe corretta, a modo suo.
    Poggiò il busto su un enorme tavolo in legno ed osservò la corvonero preparare le tisane con un po' di difficoltà nell'arrivare agli utensili. Era una scena buffa e Christian l'osservava divertito, fino a quando si decise finalmente ad aiutarla, passandole l'occorrente qualche centimetro più in alto. "Conosci il detto, chiodo scaccia chiodo? Rimettiti in sesto e fai mangiare le mani a chi ti ha perso." Stava davvero dando un consiglio sulle relazioni amorose? Dopo che lui non ne sapeva niente tra l'altro, dato che non c'è mai stato in una relazione che durasse per più di una settimana.
    Le passò il pentolino, molto simile ad un calderone in miniatura e decise di cambiare discorso, dopotutto non si conoscevano e capiva che poteva essere un tasto dolente, soprattutto parlarne con uno sconosciuto. "Che anno frequenti?" Chiese curioso, ricordando come prima aveva corretto i suoi appunti. Gli faceva comodo una secchiona dalla sua parte, anche se dubitava fortemente che frequentasse il primo anno come lui, ma poteva tornare utile come conoscenza. Doveva comunque ricordarsi di non sputare cattiverie a gogo, com'era abituato fare.
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    Annuii timidamente alle dure parole del ragazzo, ma mai dure quanto lo era la sua espressione truce ed incredula. Era evidente che Christian non potesse nemmeno concepire, da bravo Serpeverde (?), che una persona potesse provare dei sentimenti così forti per un'altra. Espirai silenziosamente mentre continuavo a scendere gli infiniti piani del castello meditando sulle sue parole. Non gli avevo detto che quella a lasciare ero stata io, se era rimasto scioccato sapendo la mia reazione così figuriamoci allo scoprire di quel dettaglio.
    «Non chiamarli così o si offenderanno» lo rimbecco, ma il mio tono non è severo, affatto, sono divertita dall'espressione da lui scelta e mi volto a lanciargli un sorrisetto. «Anche perché farseli amici ha i propri vantaggi...» mi volto ancora e accenno una veloce alzata di sopracciglia eloquente. Ero sicura avrebbe capito senza il bisogno di ulteriori spiegazioni anche perché mi sembrava decisamente un tipo confusionario - visto come teneva gli appunti - e gli avrebbe sicuramente fatto comodo che un elfo domestico gli mantenesse in ordine la camera, per dirne una. «Okay» feci posando i palmi sul top della cucina, quella dannata cucina, era incredibile come nonostante fossero dei minuscoli folletti ad utilizzarla i pensili comunque fossero posti ben oltre il mio metro e sessanta rendendomi tutte le volte l'operazione complessa. Okay la magia però... Mi spinsi facendo leva sul ripiano e cercai di allungarmi come più potevo verso la confezione ma alla fine dovetti desistere e per fortuna il ragazzo aveva avuto la premura di darmi una mano altrimenti avremmo dovuto rinunciare alla bevanda optando per altro. Era davvero una serpe anomala rispetto alle altre, forse avrei potuto trovarlo simpatico persino.
    - Conosci il detto, chiodo scaccia chiodo? Rimettiti in sesto e fai mangiare le mani a chi ti ha perso. - mi voltai a guardalo, avevo intuito dove volesse andare a parare con quella domanda e strinsi le labbra mordicchiandole. «Magari tra qualche giorno... Ne sono passati solo cinque» confidai, non mi sentivo di fargli un predicozzo alquanto bigotto sulla monogamia, la fedeltà e altre cose di questo tipo anche perché non sentivo quelle cose mie. Mi spiego, quando sei nel mezzo di una relazione la fedeltà e il rispetto reciproco sono tutto ma nel momento in cui sei single non vedevo ragione per non divertirsi a vent'anni. C'era tutta una vita da passare, si spera felicemente, con una singola persona e non mi sarei privata delle esperienze solo che... adesso non ero pronta. Era passato troppo poco da quel venerdì e sarebbe stato impensabile per me cancellare i sentimenti che provavo per Liam unicamente in cinque giorni, assolutamente impossibile. Non si trattava di spegnere un interruttore. Ringraziai del pentolino che mi stava porgendo e lo riempii di acqua prima di posarlo sul gas.
    «Primo anno come te» gli sorrisi e poi spiegai «L'ho visto dai tuoi appunti nonostante ci fossero anche incanti del secondo. Ambizioso...» mi complimentai. Anche a me piaceva sperimentare con alcuni incantesimi d'anno superiore ma al momento ancora non avevo avuto riuscita con qualcuno, mi sarei dovuta arrendere per chiedere aiuto a quelle due secchione di Vanja e Skylee. «Sei arrivato da poco?» non ricordavo di averlo visto alle lezioni anche se c'era da dire che nell'ultimo mese ero stata parecchio nel mio mondo non badando più di quel tanto alle persone che mi circondavano: mi limitavo a sedermi con Kynthia e Rose e a seguire la lezione prendendo appunti e poi sparivo con loro alla successiva senza perdermi in troppe chiacchiere.
     
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    La corvonero aveva senz'altro ragione, quei mostriciattoli -come li definì Christian poco prima- sarebbero stati molto utili al serpeverde, soprattutto quando aveva voglia di fare qualcosa di non molto legale, come suo solito. Ma d'altronde in quel momento non erano presenti nella stanza assieme ai due studenti, giusto? Non si sarebbero di certo offesi se nessuno glielo avrebbe detto. "In realtà non intendevo ora, nè con me.." Si stupì, di solito era lui quello che cadeva sempre nelle allusioni, ma stavolta aveva cercato di dare un consiglio sincero alla ragazza, che, francamente si notava lontano un miglio stesse soffrendo. "Ma se può servire a tirarti su, a me sta bene!" Ironizzò, fingendo di levarsi la giacca. "Ok, segnato negli appunti mentali: tra qualche giorno fare sesso con Ellie." Se lo sarebbe ricordato durante un prossimo incontro.
    I due ragazzi iniziarono a parlare di scuola e il clima sembrò alleggerirsi. "Sei del primo?" Replicò all'affermazione di Ellie, non ricordava di averla vista durante le lezioni, ma dopotutto erano ancora poche le lezioni che lui aveva frequentato e per lo più se ne stava seduto vicino al suo compagno di stanza, facendo allusioni sessuali sulle tipe fighe che frequentavano le lezioni con loro. Si rincuorava a sapere di non essere l'unico ad aver iniziato tardi la scuola, temeva di essere il nonno dei primini. Già si immaginava grande e grosso, in mezzo agli studenti di 11 anni. Infondo credeva che si fosse divertito a rubare le loro merendine e vederli litigare tra loro, credendo di aver capito il colpevole del presunto furto. "Si, più o meno sono arrivato due settimane fa, ancora non so quali sono gli incantesimi del primo e quali del secondo, sembrano tutti uguali." L'acqua iniziò a bollire, era ora di aggiungere il filtro profumato e spegnere il fuoco. Diede uno sguardo veloce alle opzioni disponibili, scelse del semplice thè verde e zenzero per se. Il zenzero era un ottimo alleato per camuffare il forte odore delle droghe di Christian, l'aveva scoperto un noioso pomeriggio qualunque durante le lezioni di storia, a Manhattan, grazie ad alcuni suoi compagni di scuola. Allungò alcune bustine con vari gusti verso la moretta, in modo che potesse scegliere anche lei. "Tu sei arrivata qui ad inizio anno?" In effetti sapeva più cose di lui sugli incantesimi, era stata già una sorpresa scoprire che si ritrovava al primo come lui.
    Versò l'acqua bollente nei calici che Ellie aveva sistemato in precedenza di fronte a loro, dopo averli riempiti, si preoccupò di somministrare una piccola dose d'erba nella propria tisana, sperando di non trovare una Ellie schizzinosa. "Ne vuoi un po'?" Credeva di star instaurando un legame, sperava che con quel gesto avventato non mandasse tutto a puttane. Era stato decisamente un gesto avventato cacciare della droga leggera d'inanzi ad una sconosciuta, ma Christian aveva bisogno di rilassarsi un po' dopo il terribile pomeriggio passato tra i libri, e gli spinelli babbani avevano il magnifico potere di far salire persino il suo umore alle stelle. Ci si vedeva benissimo a ridere come un idiota senza motivo, assieme alla corvonero appena incontrata, tutto dipendeva dalla sua reazione.
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    Danielle Richards | I anno | Corvonero


    «Cos...?» replicai per un secondo rimanendo interdetta alle sue parole. Ci riflettei brevemente per poi intuire quello che aveva capito il Serpeverde. «Nooo! Io non intendevo...» lo sguardai con espressione scioccata e al tempo stesso divertita quando accennò a togliersi la giacca. «Non intendevo ora con te!» sbuffai sempre con il sorriso che piegava le labbra. Feci un verso di esasperazione, per me era ovvio che non intendessi farmi una scopata in quel momento. Scossi la testa e tornai alla preparazione della tisana che era anche il vero motivo per cui eravamo lì.
    «Eh già, siamo sulla stessa barca» gli confermai mentre di tanto in tanto lanciavo un occhio al pentolino che nel giro di qualche minuto prese a bollire. Preparai il "servizio" da the che offriva il castello e riempii la teiera con l'acqua bollente. Con l'aiuto di una presina la portai in tavola dove sistemai le due tazze per entrambi.
    «Sembrano ma non lo sono, in realtà è facile distinguerli. Se sono inutili sono incantesimi del primo... abbiamo tutta roba oggettivamente noiosa!» Feci una smorfia, dovevo assolutamente farmi insegnare l'Accio. Per una persona patologicamente pigra come lo era la sottoscritta avrebbe segnato la svolta nella qualità di vita. Un colpo di bacchetta e tutto ciò che desideravo sarebbe saltato nella mia mano. Goduria.
    «In realtà sono arrivata proprio alla fine dello scorso, mi sono fatta qualche settimana di orientamento per poi cominciare davvero a settembre.» Scelsi una bustina di camomilla tra quelle che lui mi aveva allungato. Decisamente avrebbe disteso i nervi e magari chissà, mi avrebbe aiutato a dormire più serenamente quella notte. Gli incubi mi lasciavano estremamente spossata. Aggiunsi dello zucchero e nel farlo vidi Christian estrarre qualcosa dalle sue tasche e aggiungerla al the. Inarcai le sopracciglia, incuriosita e lui successivamente si sporse per offrirmi quella che sembrava proprio dell'erba sminuzzata.
    «Scherzi? Qui alla luce del sole?» il mio non era un ammonimento ma non volevo di certo infrangere le regole così, in pubblico... e se fosse arrivato qualcuno e ci avesse trovato esaltati e ridenti?
    «Naaah, la camomilla è già esaltante di suo» ridacchiai tornando a mescolare dalla mia tazza. Non avevo problemi con i "vizi" altrui finché non andavano a danneggiare la mia persona e quel misero quantitativo aggiunto alla tazza non avrebbe di certo mandato fuori di testa il Serpeverde, no? «Però dovresti stare attento, sai?» feci tranquilla, sollevando di poco la tazzina per cominciare a soffiarvici in cima «Se fossi stata un prefetto o peggio ancora una caposcuola adesso saresti in seri guai, niente a che vedere con i punti tolti» esageravo? Forse, ma quel Christian mi stava simpatico nonostante la sua casa di appartenenza. Si era rivelato l'eccezione alla regola che voleva le Serpi come dei subdoli individui privi di qual si voglia accezione positiva e quella casata ne era decisamente piena! Mi sarebbe dispiaciuto vederlo ai lavori forzati o peggio ancora espulso per una cazzata fatta con la persona sbagliata.
     
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    Christian alzò gli occhi al cielo, possibile che in quella scuola avevano tutte la stessa reazione quando cacciava un po' di roba, per sballarsi? E con tutte, intendeva dire che invece i suoi compagni di stanza non si facevano di certo problemi a dividere con lui dell'innocua erba, il problema sembrava esistere solo per le ragazze. "Non c'è nessuno!" Girò la testa da destra verso sinistra e da sinistra verso destra, per costatare se ciò che aveva appena detto, era vero. E si, era abbastanza tardi, quindi in quelle cucine si trovavano da soli. Sbuffò e ritirò la sua offerta, almeno questa specifica Corvonero non lo aveva minacciato di fare la spia, poteva ritenersi fortunato dato che l'ultima volta, Anastasia lo fece sudare per non rivelare ai piani superiori, il suo piccolo segreto.
    Sorseggiò la sua tisana corretta, aveva un retrogusto amaro, ma tutto sommato, non era affatto imbevibile. Christian aveva assaggiato Tisane non corrette che avevano addirittura un sapore peggiore. Ascoltava Ellie distrattamente, odiava quando qualcuno cercava di fargli la ramanzina, qualsiasi sia il loro intento. Preferiva sbagliare di testa sua, che fare bene con la testa degli altri. Insomma, era un piccolo demonio irrequieto. "Bla, bla, bla." Accompagnò queste parole, con il gesto delle mani che si aprivano e chiudevano, formando il becco di una papera. Quasi era più divertente parlare di incantesimi del primo e secondo anno, seppur inutili, perchè non era in grado di scagliare ne i primi e ne i secondi. "Che noia, Ellie! Eri così anche con il tuo ex?" Si morse appena la lingua, domanda sbagliata nel momento sbagliato. Che tatto.
    Ingoiò l'ultimo sorso della tisana, rimanendo il bicchiere mezzo vuoto su un banco da lavoro degli elfi. Era annoiato ed il coprifuoco si stava avvicinando, se proprio doveva rimanere fuori il dormitorio, che almeno gli faceva compagnia il sesso, ma non era quello il caso. "Io me ne torno in dormitorio, prof. Sia mai che mi tolga i punti per aver infranto il coprifuoco." Le disse, prendendola un po' in giro. Per tutte le cose che il serpeverde gli aveva detto, sarebbe stato da matti prendersela per così poco. "Ci si vede a lezione allora, uno di questi giorni verrò a copiare dai tuoi appunti. Tienimi il posto." Le fece un occhiolino e getto il liquido corretto all'erba che le era rimasto, per evitare di ritrovare oggetti indesiderati sulla scena del crimine, per poi dare le spalle alla studentessa e dirigersi verso l'uscita.

    Uscito.
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