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    22 Marzo:
    Era buio, faceva freddo. La primavera pareva non voler arrivare a Londra, ma a Christian piaceva questo tempo un po' incerto, dopotutto, sembrava rispecchiare a pieno il suo umore: Incerto. Non sapeva qual era il motivo per il quale si sentiva così e non riusciva neppure a spiegarsi il motivo per il quale nei suoi pensieri ci fosse la ragazza che l'aveva aiutato a riprendersi, quando tutta la scuola si girava dall'altro lato: Sky. Christian non era il tipo di ragazzo che si innamorava, non della prima ragazza che gli capitava, non di una qualunque studentessa di Hogwarts. Lo intrigava, voleva conoscerla meglio, ma non glielo avrebbe mai detto, troppo pieno di sè, probabilmente aspettava che gli cadesse ai suoi piedi, un po' come tutte le ragazze di Manhattan. No, non l'avrebbe cercata, continuava a ripetersi, mentre era seduto di fronte al lago nero a godersi l'ultimo tiro di sigaretta. Non sapeva che fare, stava congelando ma non aveva intenzione di ritornare nella sua sala comune, troppi rumori, non c'era un attimo di quiete tra i serpeverde, si domandava se nelle altre casate ci fosse tutto quel baccano.
    Decise di alzarsi e camminare un po', magari sgranchirsi le gambe l'avrebbe aiutato a riscaldarsi un po'. Accese un'altra sigaretta, ma stavolta non riuscì a finirla, fremeva, avrebbe voluto un altro incontro fortuito.
    Si incamminò verso la scuola, ancora indeciso sul da farsi, si trovò improvvisamente fuori la sala comune corvonero. Ancora non riusciva a muoversi bene in quella scuola, non aveva avuto modo di visitarla tutta, ma rimase piacevolmente sorpreso di trovarsi li. Doveva trovare una scusa, cosa poteva mai fare un serpeverde nella torre est, nei pressi dei corvonero? Si sentiva a disagio, non era mai stato in quella situazione, gli serviva una distrazione, non voleva provare nulla, non doveva provare nulla.
    Si guardò intorno, i corridoi erano quasi vuoti e quando si accertò che non ci fosse nessun caposcuola in giro, accese un'altra sigaretta, l'ultima prima di andarsene. Soffiò fuori dai polmoni una grande nuvola di fumo e proprio tra quella nuvola, intravide che c'era qualcuno di fronte a lui che lo stava osservano. "Cazzo!" Gettò subito quello che era rimasto della sigaretta a terra ai suoi piedi e la calpestò. Da quanto tempo lo stavano osservando? Era forse qualcuno che poteva fargli una ramanzina? Non era la serata giusta, ma con Christian quando mai era la serata giusta per fargli una ramanzina?
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    Non è serata per stare seduta a gambe incrociate sul letto.
    La verità è che mi scoccia.
    Detesto perdere tempo e ultimamente ne ho più del dovuto visto che le mie ore di sonno sono praticamente nulle. So che dovrei tornare in quel luogo, ma non posso farlo in questo momento. Al castello è chiaro che hanno rafforzato le ronde notturne a seguito di alcuni sconvenienti incontri notturni di studenti con la furbizia di un babbuino dal culo rosso. E' sempre a causa degli imbecilli che uno deve sudare per compiere le sue azioni. Ho sempre mille occhi quando mi muovo al calar del sole, soprattutto se devo verificare qualcosa di organizzato nel minimo dettaglio. Oggi comunque non dovrei imbattermi in prefetti rompi coglioni e in docenti ficcanaso perchè il coprifuoco non è ancora ufficialmente dietro l'angolo. Sono diretta in una stanza ben conservata, se riesco a trovarla posso ritenermi per oggi soddisfatta.
    Indosso il giubbotto lungo fino ai piedi, il cappuccio ritto in testa che nasconde i miei capelli per bene, esco dalla sala comune e nonostante cerchi di avere un passo tranquillo e per nulla misterioso odo in lontananza dei passi. Potrebbero essere El o Skylee di ritorno dal banchetto visto che le ho abbandonate in fretta e furia dopo aver fatto capolino per dieci minuti contati. E allora dovrei avere già una risposta da dare loro, peccato che non posso assolutamente dargliene una gremita di dettagli.
    Sospiro mentre mi addosso alla pietra della parete, l'oscurità mi avvolge e chino il capo sufficientemente da nascondermi da occhi indiscreti.
    Una figura si avvicina, l'odore di fumo che emana m sta dicendo che sta fumando nel corridoio. Lo osservo per qualche minuto fermarsi proprio a livello dell'uscio della nostra casata. E' buio e vedo con poca chiarezza per capire chiaramente chi sia ma il suo modo di fare mi fa capire che può essere chiunque tranne che un nostro concasato. Già, chiunque tu sia, non credo entrerai facilmente. Un fruscio ed esco dall'ombra, lui si accorge di me. E' un ragazzo, ora lo vedo bene e posso dire chiaramente di averlo visto al tavolo con Dubois. Un'altra serpe che non sa farsi i cazzi suoi, umh? Certo non faccio di tutta l'erba un fascio poichè di Serpeverde ce ne sono a dire il vero di interessanti entro le mura. Un caso in particolare devo dire che ha attirato la mia attenzione più di quanto credessi in partenza. Ma quella è una vicenda particolare e non ha niente a che fare con il resto della marmaglia che popola i sotterranei. E' un caso a se.
    Non posso pensare lo stesso del novellino Wood. Un coglione con la C maiuscola, la cui lingua si muove come l'elica di un aeroplanino, credo che Evans non possa stare nel suo stesso sottoinsieme nonostante io lo detesti.
    Non gli do modo di vedermi direttamente in faccia però lo vedo leggermente allarmato per la mia presenza, tanto da schiacciare il mozzicone sotto la scarpa. Potrei andare a chiamare un docente e fare la spiona sussurro ponendomi di fronte a lui, la scarsità di luce può renderlo partecipe di alcuni tratti del viso, la luce lunare mi rende estremamente diafana ai suoi occhi. Purtroppo o per fortuna è il tuo giorno fortunato. Lo dico con superba ironia, non sono di certo una che si serve del personale scolastico, anzi lo evito come la peste se possibile. Per cui se il soggetto mi conoscesse per bene, ma non è questo il caso, non si porrebbe nemmeno il dubbio che ciò accada. Ti sei perso mio caro? è una domanda la cui risposta non mi interessa per nulla. Rispondesse di sì probabilmente gli augurerei un felice cammino verso il fondo del corridoio e poi a destra, una via qualsiasi, di certo non quella corretta. Sto iniziando a studiarlo, come sono solita fare. Come un predatore con la sua preda. Non che io abbia un valido motivo per quello che sto facendo, è una consuetudine che attuo quando qualcuno rompe i miei piani oppure ha un comportamento atto a destare delle domande.
     
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    Distrazione. Distrazione dai suoi più recondi pensieri che talvolta volevano uscire a galla. Ecco, proprio ciò di cui aveva bisogno Christian, si era palesato dinanzi ai suoi occhi. Una figura femminile, esile, che però il giovane serpeverde non riusciva ad identificare, sarà colpa della luce scarsa, per il cappuccio che la nascondeva o semplicemente per il fatto che quella era proprio la prima volta che la vedeva da una settimana a questa parte. Christian era incuriosito da quella figura e dalle sue parole, in primo luogo gli aveva rivolto una simil minaccia, in secondo luogo l'aveva ritirata e terzo? Voleva aiutarlo? "Tranquilla cara, riesco a badare a me stesso." Rispose secco, mentre ancora cercava di identificare chi fosse. Si porse in avanti, in un punto poco più luminoso della torre. "Credo di non averti mai vista in giro per il castello e neppure alle lezioni del primo anno, chi sei?" Curioso rivolse la domanda alla giovane la quale supponeva fosse una corvonero. Christian aveva due supposizioni, la prima che la ragazza frequentasse le lezioni più avanzate, la seconda invece, che sia appena arrivata al castello. Carne fresca, pensò. O forse era ancora lui la carne fresca in quella scuola?
    "Se non hai intenzione di fare la spia.." Si avvicinò quel tanto che lei gli permetteva, aprì la divisa, prese un'altra sigaretta dalle tasche e la poggiò sulle labbra della ragazza. Fumava? Non ne aveva idea e probabilmente Christian stava facendo una cosa azzardata. Sapeva che a scuola era vietato fumare, ma lui era bravo a non farsi beccare persino in bella vista. "Possiamo dividerci questa." Finì ammiccando. Ci stava provando con una perfetta sconosciuta, ma Christian voleva ardentemente distrarsi dai pensieri che quel pomeriggio l'avevano accompagnato per ore e magari, poteva pure riuscirci se riusciva a tirare fuori tutto il suo charme da straniero.
    Accese la sigaretta sulle labbra della ragazza e si presentò. "Io sono Christian." Appena finì la frase, lentamente prese la sigaretta dalla giovane e fece lui un tiro. Dopotutto era per lei che aveva gettato via prematuramente l'altra, il giovane credeva fosse un docente che accingeva a fare il suo turno di ronda. Il minimo che potesse fare era condividere questa appena accesa, insieme a lui. O magari portarlo a letto, quella si che era un ottima distrazione per lo studente, ma non andò oltre, per ora condividere una sigaretta gli andava bene.
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    Alla sua domanda mi sfugge un sorriso beffardo. Chi sono? Mi limito a ridacchiare bypassando la sua domanda, per il momento. Il gesto inaspettato che segue mi lascia dubbiosa: è la prima volta che una serpe decide di conversare in questo modo. In silenzio ascolto la sua presentazione, stringo il filtro della sigaretta fra le labbra mentre l'accende. So per certo che fumare nei corridoi non è una buona idea, il suo fare ai miei occhi è di certo mirato a qualcosa. Sta sfruttando il suo sex appeal per ottenere la mia fiducia e qualche informazione, abbastanza furbo. Peccato che la sottoscritta non è incline a questi giochetti del cazzo, stasera. Non solo stasera, in generale, non è un buon momento e non sono paziente per nulla. Accende la sigaretta e io tiro avidamente, dopodichè lo fa lui. Prendo il filtro fra le dita e soffio fuori il fumo sul suo viso, compio un passo verso di lui con assoluta fermezza. Una domanda me la concedi? E' di circostanza, di certo la pongo che a lui piaccia o no. Che cazzo ci fai davanti alla porta della sala comune Corvonero? Chi stai cercando Christian? Astutamente non ho usato la parola "nostra" sala comune. Del resto il suo viso è insicuro di localizzarmi correttamente entro una delle quattro case di Hogwarts. Può pensarlo ma non ne ha la certezza. Non faccio a tempo a sentire cosa ha da dire che dei tonfi al termine del corridoio fanno voltare il mio viso in quella direzione. Merda penso mentre sono certa che un docente o il guardiano stiano giungendo verso di noi. Ho già collezionato punizioni a sufficienza, sto attraversando un momento complicato, non ho di certo voglia di essere richiamata per una fumata con un novellino. Veloce gli intimo a dendi stretti mentre mi volto di scatto, con estrema decisione compio un tiro lungo e tengo la sigaretta ormai a metà fra le dita, sbuffo lasciando dietro di me una nuova di fumo. Mi dileguo, pensando che se è furbo e non è una frigna mi starà dietro, volto l'angolo velocemente e mi infilo entro la prima porta a sinistra. Verificato che non è una femminuccia, poichè sento il fruscio della sua presenza nella stanza buia dove siamo, chiudo la porta alle nostre spalle. Non gli ho ancora detto chiaramente chi sono e non è di certo il momento di mettersi a dialogare ad alta voce. Nel buio mi addosso alla porta appoggiando l'orecchio e i palmi delle mani, la bacchetta stretta fra le dita della destra. Ruoto il gomito sinistro dietro la schiena, se è attento noterà il puntino luminoso della brace della sigaretta. Gliela sto porgendo. Sto ascoltando se i passi superano la porta dove ci siamo infilati e se siamo al sicuro da pettegoli adulatori delle regole scolastiche.
    Non sono per nulla agitata, queste situazioni impreviste non fanno altro che alimentare la mia personalità.
     
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    Si poteva tirare un sospiro di sollievo, la studentessa misteriosa non aveva intenzione di fare la spia e concesse al giovane serpeverde, di dividere una sigaretta con lei. La ragazza era molto misteriosa, non indossava la divisa scolastica e non aveva dato risposta alla domanda che Christian le aveva posto. Perchè? "Una domanda me la concedi? Che cazzo ci fai davanti alla porta della sala comune Corvonero?" Christian aggrottò le sopracciglia e fece un altro tiro, cosa ci faceva li? Non sapeva rispondersi neanche lui stesso, cosa poteva mai borbottare verso la ragazza che aveva di fronte? "Cercavo qualcuno con cui dividere questa." Le rispose ammiccando, indicando la sigaretta ormai a metà che si ritrovava tra le dita, prima di passargliela di nuovo.
    I due ragazzi sentirono dei rumori, per la prima volta Christian stava per venire scoperto a fumare ma aveva trovato una compagna di fumo molto sveglia, alla svelta decise di andar via dall'uscio della sala comune corvonero e Christian la seguì incuriosito, dove voleva portarlo? Si ritrovò in una stanza buia che credeva di non aver mai visitato, sembrava un semplice sgabuzzino babbano, molto stretto e scomodo, sentiva premere dietro la sua schiena qualcosa di rigido e appuntito, al tatto gli sembravano semplicemente le gambe di una sedia posta a schiena in giù su un qualche tavolo di legno. Si guardò in torno, la luce non aiutava, la stanza era molto buia, la giovane serpe riuscì a riconoscere la sagoma diqualche calderone qua e la e delle boccette che sembravano vuote. Notò l'unico puntino luminoso della stanza, la misteriosa ragazza gli stava porgendo la sigaretta, Christian la riprese e si avvicinò piano alla porta, per sentire se effettivamente c'era qualcuno fuori o era stato un frutto della sua immaginazione. Portò le orecchie vicino al freddo legno della porta e si ritrovò faccia a faccia con la sconosciuta, le soffiò quello che rimaneva della nicotina a pochi centimetri dalla bocca e gli porse la sigaretta ormai quasi finita. Christian era eccitato da quella situazione e dall'aura di mistero che emanava la sua nuova compagna. Si scostò dalla porta, ormai non sentiva più nulla ma nel farlo, andò a sbattere con le gambe vicino un calderone, il calderone traboccò e ruppe delle boccette di vetro poste vicino a lui. "Cazzo!" Esclamò, aveva fatto un bel casino, era meglio se correvano via di lì, prima che potesse tornare indietro chiunque sia passato di li qualche minuto prima. "Andiamo?" Domandò retoricamente, mentre si affacciava fuori dallo sgabuzzino, per essere sicuro che non passava nessuno, ma aimè vedeva delle ombre avvicinarsi sempre più alla svelta. "Corri, corri!" Prese la ragazza per un braccio, Christian era più alto di lei, poteva aiutarla a correre più veloce e si diresse in un punto non ben specificato dei corridoi, "schiacciandola" con il suo corpo contro al muro e mettendole una mano avanti alla bocca, per non far sentire il fiato affannato ad orecchie indiscrete. Il giovane ragazzo finalmente riuscì a vederla bene in viso e ricordò di averla vista quasi sicuramente in sala grande, ma ancora non sapeva con chi stava condividendo quegli attimi fugaci. "Visto che ti ho salvato il culo.." le sussurrò sotto voce ai lobi delle orecchie. "Sono degno di conoscere il tuo nome?" Effettivamente si, l'aveva aiutata a correre più in fretta per non farsi scoprire, ma tutto ciò era iniziato perchè proprio lui aveva fatto traboccare un calderone e rotto un po' tutto.
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    I passi sembrano scemare secondo dopo secondo. L'orecchio appoggiato al legno è teso ad ogni cambiamento e sarei stata pronta ad agire. Liberatomi dalla sigaretta, d'istinto appoggio il palmo libero sulla superficie verticale per avere pieno controllo della situazione. Sento il respiro caldo del ragazzo nell'ombra proprio di fianco a me. E' decisamente vicino penso appena in tempo. Un soffio di fumo mi investe la faccia solleticandomi le narici. Mi viene quasi da starnutire, per fortuna la sensazione sgradevole se ne va in fretta. Non può vedermi ma in automatico le mie palpebre si socchiudono decisamente, se ci fosse un po' di luce capirebbe all'istante che lo sto incenerendo con lo sguardo. Mantengo il controllo. Lui decisamente meno. Un movimento errato fa cadere una pila di quelli che, dal rumore, paiono calderoni di rame. Merda! sbotto spazientita. La situazione sta andando a puttane! Complimenti caro! Scuoto i capelli sbuffando. Prima che io possa aggiungere altro il ragazzo mi trascina fuori con sè. Una cosa che odio è il contatto non concesso. L'intenzione è quella di liberarmi subito se non fosse che mi trascina con forza fino in fondo al corridoio poco illuminato. Appoggia il palmo della sua mano sulle mie labbra, il mio cuore batte forte per la corsa appena terminata. Ci ritroviamo addossati l'uno sull'alto. Sussurra al mio orecchio la stessa domanda aggiungendo il fatto che lo dovrei ringraziare per avermi trascinata fuori dalla situazione che aveva preso una piega inaspettata. Con uno scatto del viso mi libero dalla sua mano, è chiaro che mi ha vista bene in viso ma al momento non mi importa più nascondermi. Le sue parole mi urtano e lo stare schiacciata fra il suo corpo e la parete in pietra mi sta innervosendo. Il suo alito puzza di nicotina e le sue labbra non sono molto distanti dal mio collo. Vanja Rosencrantz sibilo con tono aspro. Ricordalo aggiungo appoggiando i palmi sul suo petto. E' un gesto che potrebbe piacergli anche perchè premo in alternanza i polpastrelli sul tessuto che lo copre. Anche perchè ti ho salvato io il culo per prima. Ingrato. Quindi piego il ginocchio e sì, lo colpisco senza esagerare in mezzo ai pantaloni. Possiamo arrivare a questa vicinanza solamente se lo decido io, Christian.
     
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    Vanja Rosencrantz, non ricordava di averlo mai sentito prima, sicuro non era una serpeverde o l'avrebbe incrociata in sala comune, la rossa era ancora un incognita per il giovane Christian, anche dopo aver rivelato il suo nome. "Dunque siamo pari?" Riuscì a finire la domanda, ma non ebbe il tempo di accompagnarla con uno sguardo ammiccante o un sorriso beffardo, che il suo viso prese rapidamente a formare una smorfia di dolore. Era stato appena preso a ginocchiate nelle parti basse, di nuovo. Era un record due volte in una settimana, le studentesse di Hogwarts non potevano certo definirsi ragazze docili, tutt'altro. Quasi involontariamente, piegò il suo corpo in due, portandosi entrambe le mani sulle parti basse. "Ma che cazzo ti dice il cervello?" Sbraitò contro la ragazza di fronte a lui, che invece, sembrava alquanto soddisfatta di ciò che aveva appena fatto. Probabilmente Christian si stava prendendo più confidenza del dovuto, con una sconosciuta..ma se l'aveva fatto era perchè l'altra glielo aveva permesso, o avrebbe saputo i rischi in cui si sarebbe imbattuto. Tipo ginocchiate, sberle o persino uno schiantesimo. "Me-La-Pagherai." Disse a tratti, ancora dolorante. Minaccioso tirò fuori la bacchetta e la puntò al collo della giovane, dalla pelle di porcellana. Stava bluffando, lui non era ancora in grado di usare la magia, voleva solo far pesare alla studentessa ciò che aveva fatto. "Con chi credevi di avere a che fare, eh?" Le sbraitò a pochi centimetri dal viso, con la bacchetta puntata ancora al collo. "I tuoi boy sono abituati a farsi menare, senza reagire?" Forse stava esagerando, doveva farsi venire qualcosa in mente per posare la bacchetta, senza farle notare che non sapeva ancora usarla. "O forse tu vuoi che io reagisca? E' forse un giochino erotico che fai quando qualcuno ti eccita?" Domandò spavaldo, convinto che lui fosse riuscito ad eccitarla, grazie anche alla situazione in cui erano appena usciti. Anche se non sapeva bene se ne erano usciti per davvero, potevano sempre ritrovarli in giro per i corridoi, ma stavolta non avevano più una sigaretta accesa, se pure li avessero beccati lì, erano solo due studenti che stavano chiacchierando pacificamente animatamente.
    Si decise a riporre la bacchetta all'interno della sua divisa e con cautela, si riavvicino alla Rosencrantz, osservandola incuriosito ma allerta, aspettando una sua reazione, supponendo che sia aggressiva come l'ultima, ma non gli interessava, il pericolo lo attirava davvero tanto. Stranamente, la reazione che stava aspettando, non arrivò. Supponeva che alla studentessa piaceva osservare la sua preda, per poi colpirla quando meno se l'aspetti. "Bene, hai trovato la persona giusta per i tuoi giochetti." La bloccò di nuovo contro il muro, stavolta prendendola per le gambe, poggiando il suo corpo sul suo. Per Christian non era un problema tenerla in braccio, la ragazza non era pesante, si domandava se fosse davvero quello il giochetto a cui si riferiva. Il serpeverde era disponibile a darle ciò che le stava quasi per far fuori uso, pochi minuti prima.
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    Colpito ed affondato? Penso piegando la testa ramata di lato, un ghigno piuttosto sonoro esce dalle mie labbra. Sono compiaciuta, sì esatto. Odio quando qualcuno va oltre a ciò che io stessa ho deciso. Comando io, novellino. Si piega dolorante, farnetica frasi sciocche e io rimango in attesa di fronte a lui fino a che si ricompone e in preda probabilmente ad un raptus di rabbia estrae la bacchetta e mi poggia la punta sul collo. Fallo! lo incalzo ghignando a gran voce. Diamine, non mi dire che hai paura. Oppure non sai che fare? mordo il labbro inferiore mentre i polmoni traballano dalle risate. Sì, gli sto ridendo in faccia. Solitamente rispondono dico in risposta alla sua patetica domanda. E' per quello che di solito sono interessanti, più di te, Christian caro lo sfido a tirare fuori le palle.
    I miei occhi osservano minuziosi i suoi: ripone la bacchetta. Oh, ti è già passata? peccato, un vero peccato penso fra me scuotendo il capo.
    Ma che cazz.. penso mentre mi coglie impreparata, mi prende in braccio e mi addossa alla parete. I miei occhi grigi lo inceneriscono silenziosamente. Mi chino verso di lui appoggiando le mani sulle sue spalle per tenermi in equilibrio. Questo è tutto ciò che sai fare? Mi chino verso il suo orecchio, sposto con le dita una ciocca di capelli. Mi correggo, potresti attirare la mia attenzione impegnandoti leggermente di più. Prova del nove, Morgan. Vuoi qualcosa? Sudatela.
    Scalcio senza colpirlo stavolta, mi sciolgo dalla sua stretta con difficoltà e sguscio sotto al suo braccio teso. Mi sposto di qualche metro e mi accorgo che il corridoio s'è fatto buio. Non c'è anima viva. Mi volto verso di lui e con un ghigno gli faccio un cenno con il braccio. Conosci Hogwarts come le tue tasche? Giuro che se arrivo allo sgabuzzino del guardiano prima di te.. rimarrò delusa, Christian . E' una sfida chiara e tonda e la mia voce è chiaramente ruffiana. Dopo un breve momento in cui la sua faccia non è pronta a ciò che ho appena detto sparisco nell'ombra, non prima di indicargli la biforcazione a destra. Io vado a sinistra. Sarebbe troppo facile seguirmi.
    Ora, se lui mi conoscesse davvero si porrebbe un paio di domande: lo sto prendendo per il culo e quindi gli darò buca oppure quando arriverà mi troverà davvero là. Il fatto è che la piccola stanza citata si trova nei sotterranei, altrove dal covo Serpeverde, mi domando se ne ha già scoperto l'esistenza.
    Mi incammino noncurante, correndo verso la fine del corridoio che ho intrapreso. Sto veramente pensando di fotterlo alla grande e ridere beatamente il giorno seguente quando lo vedrò in Sala Grande.
    Deciderò strada facendo, il coprifuoco scatterà tra qualche minuto: è dedito alle regole la matricola? Altra cosa che voglio sapere per capire di che pasta è fatto. Le prime impressioni non sono corrette, ti sto mettendo alla prova Morgan.
     
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    Dal volto di Christian nacque un sorriso soddisfatto quando si rese conto di aver preso in modo impreparato la rossa tra le sue braccia, finalmente la vide in difficoltà anche solo per un attimo. Già, un attimo dato che con tutta la sensualità che potesse avere, si chinò verso il giovane serpeverde per sussurare qualcosa alle sue orecchie. Si morse il labbro inferiore ed inarcò un sopracciglio, quindi ancora non era riuscito ad attirare la sua attenzione? E cos'altro doveva fare, un balletto?
    La studentessa si dimena e Christian la lascia andare, aveva il timore di essere colpito di nuovo nelle parti basse. "Sgabuzzino del guardiano?" Ripete con tono interrogativo, non ne aveva mai sentito parlare prima, che la ragazza si stava prendendo gioco di lui? In un attimo sparì nel buio dei corridoi, probabilmente era sopraggiunto il coprifuoco e Vanja aveva semplicemente trovato una scusa per ritornarsene in camera. "Ma dove vai?" Le urlò in lontananza. Sarebbe stato più semplice arrivarci insieme in questo fantomatico sgabuzzino, ma la studentessa aveva deciso di lanciargli una sfida a quanto pare. Dunque doveva decidere se tornarsene nel dormitorio senza aver completato nulla, o infrangere le regole e sentire il brivido dell'adrenalina con la rossa. Christian scelse la seconda opzione, ma il compito era più difficile di quanto si aspettasse, non solo perchè era buio e quasi non si vedeva nulla, ma anche perchè non sapeva da che parte andare, non aveva una pista da seguire, si sarebbe dovuto affidare solo al suo istinto. Cercò di seguire i suoi passi, ma ormai non sentiva più nemmeno quelli, impresa ardua per il giovane che ancora non conosceva bene il castello.

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