Scuse Inaspettate!Privata

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    Finalmente sabato.
    Una settimana intensa e piena di studio, ero esausta tanto da svegliarmi tardi, o almeno tardi per me. Sapevo che alcuni studenti riuscivano a dormire fino a mezzogiorno. Mi svegliai che erano all’incirca le dieci e mi stiracchiai nel mio caldo letto. Liam saltò sopra miagolando insistentemente Si si, hai fame ho capito! Mi sto alzando. Gli feci delle piccole carezzine sotto al suo adorabile musetto e mi alzai. Guardai fuori dalla finestra e un sole splendente accarezzava il prato. Prima cosa diedi da mangiare al povero micio affamato Sembra che non mangi da giorni Liam! Sei il solito ghiottone! Poi andai a lavarmi in bagno.
    Uscita con i capelli umidi, iniziai a scegliere cosa indossare. Non avevo nessun programma ma avevo ben pensato di cercare Damon per passare un po’ di tempo sul prato. Non era una giornata caldissima ma il sole faceva il suo lavoro ed ero stanca delle giornate di pioggia.
    Mentre afferrai un maglioncino sentì un battito di ali. Un gufo? Lo feci entrare e il volatile appoggiò una scatolina e una lettera sul letto. Lo liberai dal pacchetto e prima di mandarlo via, aprì un cassettino della scrivania e gli diedi un pezzetto di pane che avevo ben riposto in un tovagliolo la sera prima, e che avevo rubato dalle cucine. Il gufo mangiò il pezzetto di pane e poi volò via.
    Dalla scatola arrivava un buon odore di...di... Cioccolato! Aprì il biglietto e rimasi perplessa. Mi sedetti sul letto e mi misi a leggere quelle due righe per ben sei volte e a toccare con il dito il nome in fondo, Oliver R. E.
    Non posso crederci! Mi finì di vestire in velocità mentre andai alla scrivania e scrissi un bigliettino strappato, cosa che non era da me, a Damon “ Damon ci vediamo tra 15 minuti, nelle vicinanze del platano picchiatore, (a debita distanza) Devo parlarti è urgente!”
    Chiamai Liam e legai il bigliettino con un nastro bianco al suo collarino rosso. Lo presi in braccio... Presi la tracolla grande e la svuotai sul letto in velocità, non badando al disordine, ci misi al suo interno, con una mano, una coperta grande, il pacchetto e il biglietto di Oliver, la bacchetta e dei biscotti che avevo preparato il pomeriggio del giorno prima, dopo le lezioni.
    Iniziai a correre uscendo dal dormitorio e poi uscendo dalla sala comune appoggiai Liam a terra Cucciolo, corri da Damon e consegnali il biglietto! Liam! Da Damon! L’aveva fatto altre volte, era già arrivato sulla torre dei Grifondoro e aveva consegnato dei bigliettini a kyky. Lo sapeva fare. Il piccolo gattino iniziò a correre sparendo dalla mia vista.
    Presi un secondo fiato ed iniziai a dirigermi nella tenuta della scuola, al posto che avevo indicato a Damon nel bigliettino.
    Arrivata nel luogo prestabilito, mi guardai in torno. Una bellissima giornata!
    Anche il Platano Picchiatore sembrava di buon umore, forse era stanco anche lui della pioggia.
    Presi la coperta dalla tracolla e l’appoggiai a terra con cura. L’avevo posizionata in direzione del panorama migliore e mi ero fermata ad osservarlo per qualche secondo. E’ bellissimo! Mi accomodai e presi il pacchetto che Oliver aveva inviato con le sue scuse. Il profumo era intenso e io non riuscì a resistere. Aprì il pacchetto e ci trovai tre muffin al cioccolato. Non avevo cenato la sera prima e non avevo fatto colazione per la fretta e quell’odorino era davvero intenso e stuzzicante Devo aspettare Damon. Presto sarà qui. Mi misi ad aspettare ma l’occhio continuava a cadere su quei meravigliosi muffin e lo stomaco brontolava. Uffa! Ma quando arriva... Non resisto. In fondo un piccolo morso non può fare niente. Damon ne sarebbe felice. Afferrai uno dei tre muffin, spostai il pirottino di carta e gli diedi un morso. Buono!! Vedere me mangiare era un miracolo, ma quel muffin soffice e gustoso, in quel momento, era una goduria. Appoggiai il muffin sulla coscia, tenendolo con la mano, mentre continuai ad attendere l’arrivo di Damon. ho dato solo un morso! Adesso aspetto Damon! Il venticello fresco spostò i miei capelli in dietro, lasciando il viso completamente scoperto e colpito dai leggeri raggi del sole



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    Arrivare al sabato era sicuramente un toccasana, anche perchè c'era una piccola pausa dalle fatiche della settimana. Si intendevano quelle mentali, per lo studio e l'applicazione a lezione. Questo giorno della settimana però era anche molto comodo per allenarsi e sfogare un po' tutto ciò che si era accumulato durante i cinque giorni precedenti. Proprio per questo motivo mi ero alzato abbastanza presto, intorno alle sette del mattino, per mettermi qualcosa di comodo per allenarmi. Non potevo chiedere di più perchè vedevo chiaramente che sarebbe stata una giornata soleggiata, un toccasana per il mio corpo. Felpa e pantalone sportivo e si esce con le cuffiette nelle orecchie mentre faccio partire un brano a caso della mia playlist. Scendo rapidamente le scale, uscendo dal portone del castello, fino ad inoltrarmi così nell enorme tenuta intorno. Avevo già una meta ben prefissata in mente, la foresta proibita o meglio, la zona che era stata dedicata a noi Lican. Dopo la festa avevo bisogno di sfogare parte della rabbia che covavo dentro, non solo per quella serata in se, ma anche per tutto ciò che stava accadendo. La brezza che mi arrivava contro il viso non faceva altro che spronarmi a migliorare, mi faceva sentire vivo, poiché quel freddo mi portava ad accelerare nei miei movimenti. Vedevo così in lontananza l'inizio della foresta proibita, ci entro, virando verso il luogo a noi assegnato dalla preside Rei. E' stata un'idea geniale. A parte altri Lican o Lupi mannari non poteva entrare nessuno, questo ci portava ad essere più tranquilli su quell'aspetto. Dopo aver fatto un po' di allenamento, trasformandomi anche per sgranchirmi le ossa e sfogare la rabbia contro un tronco, torno abbastanza sudato verso il castello. Torno così alla torre, entrando in camera per farmi una doccia. Ci voleva proprio, anche perchè era stato abbastanza duro. Proprio mentre esco dalla doccia mi ritrovo Liam il gatto di Rose, li ad aspettarmi con un biglietto legato al suo collarino. “Damon ci vediamo tra 15 minuti, nelle vicinanze del platano picchiatore, (a debita distanza) Devo parlarti è urgente! “ Non sapevo proprio di cosa si trattasse, così mettendomi qualcosa addosso, di pulito, presi e andai al punto di incontro, vedendola in lontananza seduta su di una coperta. Ehi Rose, cosa c'è di così urgente? Non sapevo cosa poteva essere successo, anche se vedevo che aveva un pacchetto ed i biscotti che le piaceva fare vicino a lei. Li hai fatti tu quei muffin? Le sorrisi mentre lo dicevo, anche perché conoscevo la sua bravura nel cucinare.

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    Attendevo da un po’ l’arrivo di Damon e nel mentre avevo dato un altro piccolo morso al muffin.
    Finalmente sentì la sua voce alle mie spalle e mi voltai con un enorme sorriso Ciaooo! Finalmente! Niente di grave, siediti! Osservai il tutto, o meglio, osservai lui dalla testa ai piedi arrossendo leggermente e notai i suoi capelli un po’ bagnati, sicuramente aveva fatto le cose di fretta per venire da me.
    Mentre l’osservavo sentì il mio stomaco come brontolare, ma era strano, avevo appena messo un bel pezzo di muffin sotto i denti e poi il brontolio non era come al solito. Feci finta di nulla e risposi alla curiosità di Damon No! I muffin non gli ho fatti io... Sono un regalo per me e per te... Gli porsi la scatola e poi il bigliettino che aveva scritto Oliver. E’ stato carino vero?? Spero non ti dispiaccia se ho dato due morsi ma avevo fame. Non avendo nemmeno cenato era comprensibile la mia fame.
    Mentre stavo compiendo il gesto di passare la scatola a Damon, qualcosa non andò per il verso giusto. Il mio stomaco iniziò a brontolare forte e cosa peggiore emisi una fuoriuscita di gas incontrollata senza rendermene conto... Il mio viso iniziò a diventare pallido ma le gote si arrossarono per la vergogna. Non sapevo come comportarmi e nemmeno cosa dire, ero in completo imbarazzo. Cercai di balbettare qualcosa piagnucolando Mi-mi disp... Io, non so... Ma la situazione non stava migliorando, anzi mi sentivo sempre peggio. I miei occhi dovevano sicuramente essere neri ma non un nero acceso, un nero opaco, il solito colore di quando non mi sentivo bene. Ancora una volta non riuscii a controllare il mio stomaco, così, mi alzai di scatto per allontanarmi, ma in quel momento, nuovamente, qualcosa non andò per il verso giusto, mi colpì il senso di nausea. Una sensazione di nausea intensa quasi mai provata. Lasciai cadere il muffin sulla tovaglia che rotolò vicino alla scatola che conteneva gli altri due dolcetti che avevo passato a Damon.
    La paura e l’ansia si stavano impossessando di me. Nessuno tranne Kyky sapeva della mia paura del vomito e nella realtà avrei voluta tenerla nascosta.
    Portai una mano vicino alla bocca e il fiato si fece più corto, sentivo bene che non sarei riuscita a trattenermi e le gambe iniziarono a tremare.
    Cosa stava succedendo!! Non avevo il controllo del mio corpo. Era tutto assurdo e molto disgustoso.
    Feci un passetto indietro cercando di dirigermi verso l’albero vicino, le lacrime iniziarono a sgorgare e ormai stavo per piangere a singhiozzi. No-n avvicinarti... dissi in tono soffocato e debole a Damon. Mi sentivo in totale imbarazzo, se fosse stato possibile sarei evaporata da li nascondendo in qualche bagno o in qualche posto dove nessuno poteva vedermi e questa volta nemmeno sentirmi.
    Appoggiai la spalla al tronco mentre ancora una volta una fuoriuscita rumorosa di gas avvenne senza controllo, feci qualche passetto per aggirare l’albero e allontanarmi da Damon. Mio dio... cosa mi succede...? fu l’unica cosa che uscì dalla mia bocca in tono terrorizzato e con un conato di vomito che riuscì a trattenere, prima che le mie gambe quasi cedettero. Riuscì ad aggrapparmi con la mano al tronco dell’albero e non finire a terra totalmente in ginocchio, un po’ per debolezza e un po’ per la vergogna che mi stava sovrastando.




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    Edited by Rose White - 19/3/2021, 19:23
     
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    Ero praticamente arrivato di corsa, anche perchè dal messaggio che aveva lasciato al gatto Liam, sembrava ci fosse un po' di urgenza. Fortunatamente quando la vedo mi saluta, dicendomi che non c'era nulla, portandomi così a sedermi al suo fianco, sulla coperta. Quando le chiesi se le aveva fatti lei quei muffin, mi rispose di no, che erano un regalo per entrambi. Subito la mia mente andò a pensare a chi potesse aver fatto un gesto simile, anche perchè non ero in confidenza o amicizia così stretta con altri. Si stavo nuovamente instaurando delle amicizie ma non pensavo che avrebbero portato ad un regalo così presto. Mi porse la scatola e insieme anche il bigliettino del mittente di quei dolci. Oliver. La mia espressione cambiò radicalmente leggendo il pezzo di carta, passando quasi ad essere furiosa, perchè per come lo avevo visto non faceva mai nulla di buono quel serpeverde e non era la prima volta. Di carino qui non c'è nulla, perchè da lui non mi aspetto nulla di buono. Rose, ci ha ribaltati mentre non vedevamo, è solamente un insulso codardo che non ha le palle di fartelo davanti, come come le proprie scuse. Di questo bigliettino non me ne faccio nulla, se vorrà scusarsi dovrà venire davanti a me a farlo, se ne avrà il coraggio. Accartoccio il biglietto, infilandolo in tasca, anche perchè sapevo bene che mi sarebbe servito una volta davanti a quel piccolo coniglio. Non avresti dovuto, non devi accettare o mangiare nulla che arriva da quell'individuo. Come aveva fatto a farsi attirare così da dei muffin sapendone la provenienza, forse solamente perchè ero io quello molto più diffidente delle persone che non avevano le palle di fare le cose davanti ma alle spalle. Qualcosa però non stava affatto andando bene, perché Rose sembrò sentirsi male, prima con un emanazione di gas per poi spaventarsi di colpo. Non sapevo cosa le stava succedendo anche perchè una poteva capitare, non l'avrei mai incolpata per un gesto simile. Può succedere, non ti preoccupare. Iniziai a dirle, cercando di tranquillizzarla perchè dal suo sguardo, dal colorito della sua pelle si capiva che non stava affatto bene. Subito mi alzai per soccorrerla ma lei si scostò allontanandosi da me per raggiungere il tronco più vicino. Era nel panico ed era facilmente capibile dalle lacrime che stavano uscendo, così come altre fuoriuscite di incontrollate che portarono Rose a tenermi a distanza. Sono i muffin di Oliver, deve averli in qualche modo manomessi, ma ne verrò a capo, dopo. Perchè adesso lei era la mia priorità ed avvicinandomi a lei mentre stava per collare, la trattenni in piedi. Ci sono io, andrà tutto bene. Sicuramente c'è qualcosa in quei muffin, che farò controllare il prima possibile alla profesoressa di pozioni o direttamente alla preside. Andiamo verso l'infermeria, forse sapranno cosa fare. Avere l olfatto più sensibile rispetto agli altri mi faceva sentire maggiormente l'odore delle fuoriuscite di gas di Rose, ma m stavo controllando per non farglielo assolutamente pesare. Iniziai così a farla camminare al mio fianco, tenendola per un fianco, se non avesse avuto la forza di farlo l'avrei portata direttamente io in braccio, Mi fermai un attimo dai muffin prendendoli e mettendoli nella scatola per poi metterli in tasca. A loro ci avrei pensato più tardi. Riprendendo il tragitto verso l'infermeria che sarebbe stato dove avrebbero così curato ciò che aveva colpito Rose.

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    La situazione era peggiorata in una frazione di secondo.

    Ascoltavo le parole che Damon stava dicendo ma non riuscivo a rispondere, cercavo solo di tenerlo lontano da me mentre anche le mie lacrime ormai scendevano senza controllo. Sentì la sua stretta sul fianco e per un breve secondo riuscì a prendere fiato. Sembrava che in quell’istante fosse rallentato tutto ma fu solo un’illusione.

    Se la mia pancia aveva rallentato molto, il mio stomaco non era dello stesso avviso. Conati di vomito e nausea fortissima mi assalirono. Riuscì a non vomitare ma avendo problemi con il peso la pressione stava scendendo. La testa iniziava a girarmi un po’ ma non avevo il tempo di pensarci perché ero quasi piegata a due per i forti conati. Ad un certo punto mi aggrappai con la mano sinistra alla sua maglietta stringendo, secondo me, forte il tessuto nel pugno. Nella realtà il mio pugno non aveva molta presa ma diedi un piccolo urletto quando stringendo la mano sentì delle piccole fitte. Mi voltai per osservarla e vidi delle macchie rosse leggermente gonfie che erano apparse su di essa e facevano male. Non capivo se fosse una reazione allergica a qualcosa o il Muffin prevedeva anche questa reazione. Le macchie non erano molte e il dolore lo percepivo solo sulla mano e sul collo.

    Non riuscivo ad avere stabilità sulle gambe, tanto che, ad un certo punto mi lasciai andare e se Damon non mi avesse tenuto ben salda sarei piombata a terra come un troll stordito.

    Iniziai quasi a singhiozzare per lo spavento e l’imbarazzo. Il fiato corto e a volte inesistente per qualche frazione di secondo, quando la nausea diventava quasi insostenibile.

    Da-mon... No! con la mano cercavo ancora di spingerlo, senza forze. Mi vergognavo da morire.

    Stavo male ma cercai di sollevarmi leggermente e prendere un attimo di fiato. Il sole che fino a qualche minuto fa mi dava sollievo, adesso mi recava molto fastidio.

    Mi dispiace... io... non so cosa fare... dissi ma la frase si interruppe, nuovamente, per un attacco di nausea forte da farmi portare la mano alla bocca per trattenere il tutto.

    Avrei rischiato pur di non vomitare davanti a Damon e nel bel mezzo della tenuta.
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    Non mi stavo nemmeno rendendo conto che stavamo camminando verso il castello.

    Mi ritrovai di colpo all'ombra e questo, mi diede come un respiro di sollievo. Quell’aria fresca sul viso mi faceva sentire leggermente meglio e provai a respirare per farla entrare nei miei polmoni.

    Sentivo le voci degli studenti ma non riuscivo a capire se qualcuno mi stesse guardando o no perché ancora una volta un conato forte mi percosse il corpo e lo stomaco facendomi piegare in avanti e coprendomi il viso con i capelli.

    Nella mia mente riuscivo solo a pensare ad OLIVER. Come poteva essere così “Cattivo”, come poteva aver fatto questo e perché. Per il gusto di divertirsi? Perché si annoiava?

    Non avevo le risposte alle mie domande e in quel momento non volevo nemmeno conoscerle.

    Mi rialzai e stanca e dolorante mi appoggiai a Damon, socchiudendo gli occhi per un secondo.

    Eravamo diretti in infermeria, era chiaro, e se fossi stata bene avrei replicato per non andarci ma non era quello il momento.

    La mano e il collo con le macchie non mi davano tregua ed oltre al dolore, che era riconducibile ad un bruciore mirato in alcune zone, iniziarono anche a prudere. Con la mano destra provai a toccarmi il collo per provare sollievo ma dovetti riportarla alla bocca.

    Non ce la faccio più... dissi con un filo di voce, rivolta a Damon, e sempre con le lacrime che ripresero a scorrere lungo le mie guance bianche.

    Ero allo stremo, non avrei resistito per molto al non vomitare, l’infermeria era la mia base di salvezza.



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    Che non era una situazione semplice lo avevo capito già da un po' ma dovevo raggiungere sicuramente l'infermeria il prima possibile. Vedevo chiaramente che Rose non stava affatto bene e stava lentamente peggiorando, passo dopo passo. Camminai più rapidamente, cercando prima di raggiungere l'ombra e poi di prendere le scale per arrivare nel luogo che l'avrebbero curata. Solamente poi in quel momento avrei pensato a quel piccolo e insignificante verme di Oliver. La mia agitazione mista ad aggressività non faceva che peggiorare il mio stato d'animo, tanto da farmi pensare di trasformarmi per eliminarlo con le mie mani. Trattenermi da diversi mesi era stato decisamente difficile, molto più duro di quanto potessi immaginare. Resisti. In infermeria troveranno il modo di farti passare tutto questo, tranquilla. Non potevo fare chissà che cosa, per lo più incoraggiarla a seguirmi per arrivare dall' infermiera, questo si potevo farlo. Più avanzavamo più lei peggiorava, difatti comparvero anche delle macchie sul suo corpo, mirate, ma che sicuramente la portavano a grattarsi, come avevo visto, prima che lei riportasse la mano alla bocca. La presi in braccio, dato che sembrava allo stremo, percorrendo l'ultimo tratto di strada, quasi di corsa. Era un emergenza e se dovevo correre più veloce del solito lo avrei fatto per lei. Arrivai così all'infermeria, aprendo di slancio la porta ed entrando dentro. Scusa mi serve una mano, ha mangiato un muffin e da allora sta male, sta peggiorando ogni momento di più. Cercai così un letto dove adagiarla, per farla stare comoda e per essere curata. Portai le mani sulle ginocchia, riprendendo fiato, prima di osservare il viso di Rose con un sorriso. Ce l'abbiamo fatta. Pensai dentro di me, mentre mi riprendevo.

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    Non era strano che si trovasse a Hogwarts talvolta, i ragazzi del tirocinio erano in piena sessione di esami e a lei non dispiaceva starsene in un posto sicuro per un po'.
    Quindi quando House le aveva chiesto di starci per qualche giorno lei non aveva semplicemente rifiutato.
    Immaginava Igor e i grattacapi che avrebbe avuto non trovandola in giro.
    Ben gli stava, si ritrovò a pensare.
    Tutto sommato il lavoro lì non mancava mai, c’era sempre qualcuno che si faceva male, vuoi per una caduta dalla scopa, vuoi per un ippogrifo alterato.
    Insomma, un bel passatempo quel castello.
    Anche in quel momento fu raggiunta da due ragazzi.
    Lei sembrava non stare per niente bene, per niente.
    -Distendila- gli disse sollevandole appena la camicia per toccarle il ventre – ha mangiato un solo muffin e sta così?- chiaramente c’era stata un’intossicazione da cibo.
    Niente di preoccupante, ma sicuramente qualcosa di fastidioso e doloroso.
    Le diede allora un rimedio alle erbe, avrebbe rilassato i muscoli e alleviato i dolori addominali.
    -Questa serve per non avere meteorismo- oltre a essere imbarazzante immaginava potesse essere anche poco gradevole.
    -Probabilmente le verranno delle linee di febbre- li avvisò tastandole la fronte, non era il solito iter quello ma la vedeva cagionevole e tale stress l’avrebbe sicuramente portata ad avere ulteriori problemi.
    -I dolori sono venuti subito o solo dopo un po' di tempo dall’assunzione?-

     
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    Fortunatamente l'infermiera era presente, così da potermi aiutare con Rose. Non avrei saputo altrimenti cosa fare, così quando mi disse di distenderla lo feci, posizionandola sul lettino. Mi spostai, lasciando che la donna facesse quello che sapeva, iniziando a sollevarle appena la camicia, toccandole il ventre. Non sapendo cosa stava facendo, rimasi li fermo, ad osservare, mentre le stava dando un rimedio alle erbe. Ero li impotente, mentre Rose stava soffrendo, ma grazie a lei stava migliorando, almeno così ero riuscito a capire. Avrebbe anche avuto delle linee di febbre, disse l'infermiera dopo averle tastato la fronte. Mi ha detto che aveva da poco assaggiato il muffin, quindi penso pochi minuti dall'assunzione, per poi peggiorare progressivamente. Affermai mentre osservavo il volto di Rose, tornando poi a guardare la donna. Poi mentre venivamo qui le sono comparse delle macchie ma non so se per una reazione allergica o altro. Le dissi, mostrandole più o meno le zone dove le avevo visto. Può influire anche il fatto che mangia poco? Non sapendo cosa dire di preciso stavo esponendo tutto ciò che mi veniva in mente, tirando poi fuori il muffin assaggiato e gli altri. Questo può essere utile oppure devo farlo vedere a qualcuno per capire com'è stato manomesso?

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    -Tu li hai assaggiati?- gli chiese, se così fosse stato sarebbero stati esclusi a priori, ma se così non fosse stato allora c'erano buone probabilità che fossero il nocciolo della questione.
    -Lo escluderei, non se n'è mangiata un vassoio pieno, a malapena ci ha fatto un morso.
    Nutrirsi non potrebbe farle altro che bene-
    e lo disse in modo che anche lei recepisse il messaggio.
    -Posalo sul tavolo, lo esaminerò non appena avrò finito con voi- le sue competenze andavano oltre la mera diagnosi e successiva cura del paziente.
    -Puoi fare ben poco restando qui, lasciala riposare, tornerai tra un paio di ore per vedere se le erbe hanno fatto il loro effetto- si tolse i guanti e si avvicinò al corpo del reato.
    In effetti mancava solo un morso, troppo poco per aver causato così tanti danni.
    Non poteva essere mera reazione allergica, se così fosse stato il cortisolo che le aveva dato avrebbe avuto un effetto immediato.
    -Da dove li ha comprati?-
     
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    Ero in infermeria stesa su di un lettino, la situazione non era delle migliori e quando l'infermiera mi visitò avrei tanto voluto fermarla per il fastidio che provavo e per la vergogna.
    Continuavo a stare male mentre mi diede da prendere un qualcosa alle erbe. Sentivo quello che si stavano dicendo Damon e l’infermeria ma non riuscivo a dire molto, la nausea mi stava “distruggendo"
    Quel medicinale non stava facendo effetto, almeno non subito. Volevo grattarmi il collo e la mano e lo feci ma ebbi l'accortezza di non farlo con le unghie.
    Mugolai quando l'infermiera sottolineò la frase sul mangiare e solo il pensiero in quel momento mi fece venire la nausea, stavo per vomitare e le lacrime ripresero a scendere
    Questa paura del vomito era insostenibile in un momento così, tanto che senza pensarci spostai la mano al di fuori del lettino e afferrai l'infermiera.
    Quando stavo male Amelia non mi lasciava mai, era sempre vicino a me!
    Il tempo scorreva e la mia pancia iniziava a rilassarsi la nausea era ancora presente.
    Mi sentivo stanca, tanto stanca.
    Non sapevo se l'infermiera stesse parlando con me ma la sua frase arrivò alle mie orecchie e dissi confusa e con poca voce non ho comprato i muffin… sono… un…
    Mi fermai un attimo presi fiato e aggiunsi regalo...
    Un brivido percosse il mio corpo e solo allora mi resi conto che quel medicinale alle erbe stava funzionando molto lentamente. Con una mano cercai le coperte per coprirmi e scaldarmi.
    Chiusi gli occhi per un secondo mentre dicevo mi prude!
    Cercavo di lamentarmi poco , quasi niente, di stare zitta e non dare fastidio. La stanchezza prese il sopravvento tanto che mi addormentai.
    Non feci un sogno tranquillo e non dovetti dormire per molto tempo…
    Mi apparve il gufo con il pacchetto e il bigliettino, era tutto confuso e iniziavo ad agitarmi sul letto. Dalla mia bocca uscirono chiare le parole Oliver… perché… che era quello che mi ero ripetuta per tutto il tragitto fino all’infermeria. Poi vidi mio padre davanti a me, con il suo bastone , fermo che mi osservava. La Sua voce risuonò nelle mie orecchie “ ti sei fatta fregare!”
    Il suo volto era lì, “ lo distruggo" e i suoi occhi neri si avvicinarono tanto da farmi svegliare di soprassalto con un piccolo urlo No! e con il fiato corto, sedendomi sul letto e portando una mano al petto. I miei occhi sbarrati e neri mentre la mano destra stringeva le coperte.



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    No, non li ho assaggiati perchè mi aveva detto chi li aveva mandati. Non lo avrei mai fatto, anche perchè era un mezzuccio per farsi scusare di un grave attacco alle spalle, vile, di un coniglio che non sapeva affrontare di petto la situazione. Come mi stava dicendo l' infermiera, il mio stare li era inutile, perchè non sarei stato di aiuto. Lo sapevo bene, lei aveva bisogno solamente di cure e sapevo che la donna avrebbe fatto del suo meglio per curarla. Va bene tornerò più tardi. Così lasciando i muffin sul tavolo mi avviai verso l'uscita, prima di sentire l'ultima domanda che era stata fatta. Comprati? Fosse stato così sarebbe stato molto diverso. Come sta cercando di dire Rose, sono un regalo di Oliver Evans, per scusarsi di ciò che era avvenuto alla festa di san valentino. A quanto pare non era proprio così. Posso andare o vuole sapere altro da me? Era chiaro che il modo migliore per Rose di rimettersi in forza era quello di essere curato dall'infermiera, quindi potevo togliere il disturbo tornando più tardi, quando forse lei, si sarebbe sentita meglio, così da poter parlare tranquillamente.

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    -Va bene, è tutto chiaro- disse Mak al ragazzo che di schiodare dal capezzale della ragazza non ne aveva decisamente voglia.
    Ma Mak sapeva che questo tipo di comportamento era deleterio, lei di ragazzi invadenti ne aveva avuti e non era mai finita bene.
    -Puoi andare- solo quando uscì si dedicò allo studio del muffin, sembrava davvero innocuo, forse se lei stessa ne avesse assaggiato avrebbe potuto proclamare la sentenza.
    Tuttavia non lo fece, lo avrebbe esaminato poi in laboratorio e dato alla Rei direttamente il responso.
    Aspettava ormai da qualche ora quando Rose si svegliò.
    -Come stai?- le chiese allungandole il termometro per misurare la febbre – i dolori addominali sono finiti?-
     
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    Rose White

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    ✧Tassorosso - I Anno✧

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    Il risveglio di soprassalto a causa dell’incubo avuto mi aveva agitato ma sentire la voce dell’infermiera mi fece tranquillizzare. La guardai con due occhi neri intensi e portai una mano allo stomaco. Va molto meglio. La ringrazio Presi il termometro e lo posizionai con cautela per misurare la febbre arrossendo un po’. Si, i dolori sembrano finiti, ho solo come un fastidio e ancora un po’ di nausea ma leggera. Mi sentivo come se i muscoli della mia pancia avessero fatto ottomila addominali di seguito senza fermarsi.
    Seduta sul lettino stavo ripensando a quanto fosse accaduto mentre il tempo scorreva.
    Mi-mi scusi non volevo crearle fastidio. dissi diventando nuovamente rossa per l’imbarazzo.
    Diedi il termometro all’infermiera senza guardarlo, ero completamente sopra pensiero e molto in difficoltà. L’effetto di quei muffin era stato orribile e mi aveva davvero ferito molto.
    Non avevo idea di quanto avessi dormito e nel mentre cosa fosse accaduto così presi fiato e a bassa voce, timidamente chiesi: E’ riuscita a scoprire qualcosa... riguardo i... Muffin. Non volevo sembrare invadente ma ero curiosa e poi meritavo di sapere cosa ci fosse al loro interno.
    Stavo bene prima... aggiunsi come a dare delle informazioni in più all’infermiera mentre mi portavo una mano alla tempia e chiudevo gli occhi.
    Mentre osservavo l’infermiera gli occhi si riempirono di lacrime ma le trattenni, i miei pensieri erano confusi, non ne avrei parlato con nessuno e l’unica cosa che avrei fatto uscita da li, sarebbe stato rinchiudermi nel mio dormitorio.
    Mi venne in mente la Professoressa De Masi, Nemmeno a lei... sussurrai portando le ginocchia al petto e appoggiandoci il mento. Pensai a Kyky e ad Amy ma non avrei detto niente a nessuna delle due, almeno non per il momento.
    Osservai la mia mano sinistra e le macchie erano sgonfie e non davano fastidio più, era rimasto ancora il segno ma null’altro.
    La gola era secca come la mia bocca e cercai di bagnarmi le labbra con la lingua, non avrei mai chiesto dell’acqua per bere perché ero spaventata dall’idea di avere nuovamente la sensazione di vomito, purtroppo il mio stomaco indolenzito e vuoto non era dello stesso parere di fatti brontolò. Mi voltai verso l’infermiera con occhi sbarrati Mi scusi, non volevo. Non era giornata.
    In quel momento volevo sparire anche da l’infermeria. Solo Amelia mi conosceva bene e fu proprio in quel momento che mi venne un dubbio in mente, tanto da stringere, nuovamente, il lenzuolo tra le mani.
    ehm... avrei una domanda. Non contattate le famiglie vero? Cioè non verrà avvisata casa mia di questo.
    La preoccupazione sul viso, già pallido, era lampante e gli occhi fissi sulla mia mano a pugno. Se avessero avvisato “Lui” come avrebbe reagito? Forse si sarebbe preoccupato per la mia salute, oppure no e avrebbe detto che ero stata sciocca e debole. Qualsiasi cosa potessi pensare sarebbe stata lontana da ciò che mio Padre poteva avere in mente come pensiero.



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    -E' il mio lavoro, nessun fastidio- Mak peccava di empatia e forse i suoi modi sembravano freddi e scostanti, semplicemente era nella sua indole mantenere il distacco col paziente e quello che veniva avvertito era fastidio.
    O forse la ragazza si faceva troppi problemi.
    -Non li ho ancora esaminati, tuttavia se vi è qualcosa di anomalo la preside ne verrà a conoscenza-
    La studiò alcuni secondi, mentre il termometro misurava la temperatura e la ragazza veniva travolta dai suoi pensieri, alcuni espressi ad alta voce, altri totalmente interiori.
    -Sembra brutto dirlo, ma anche se non fossero la causa del tuo malessere la prossima volta sii cauta quando ti danno in dono qualcosa, soprattutto se a farlo sono delle persone con cui si hanno avuto delle controversie- che fosse questo il caso o meno non lo sapeva ma Mak si era fatto un quadro abbastanza chiaro della situazione, essendo cresciuta in un ambiente come Durm dove la parola chiave era “sopravvivere” chiaramente si aspettava sempre il peggio da ogni cosa.
    Da ogni gesto carino inusuale, sicuramente.
    Si voltò e prese un mezzo limone – mettilo sotto al naso, attenua la nausea-
    La domanda la colse di sorpresa.
    Se contattavano le famiglie? - No, non sei morta né sei in fin di vita, non è necessario che le famiglie vengano messe a conoscenza di ogni mal di pancia che vi colpisce nel castello-
    Quello sguardo di terrore puro Mak lo conosceva.
    A quel punto si chiese chi ci fosse a casa ad attenderla al punto da spingerla ad avere così paura?
    -Domani puoi tornare nel tuo dormitorio, raccomando comunque cautela- prese il termometro e appurò che anche la temperatura era scesa.
    -Hai bisogno di qualcosa?-
     
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    Rose White

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    Ero grata all’infermiera per quello che aveva fatto. Certo che era il suo lavoro ma dovremmo essere grati per quello che fanno, la pensavo così.
    Annuì delicatamente e con un flebile sorriso alla sua affermazione sui muffin e sulla Preside.
    Rimasi sbalordita dal consiglio dell’infermiera ma aveva ragione Si. Farò attenzione d’ora in avanti. Era un biglietto di scuse e mi sono fidata, ma comprendo che non tutte le scuse sono vere. dissi con un po’ di fatica e con tono basso e triste.
    Vidi che l’infermiera mi passò un mezzo limone e mi consigliò di metterlo sotto il naso e così feci mentre un sorriso si stampò sulle mie labbra. Ho un ricordo della mia mamma che faceva lo stesso gesto. Annusai intensamente chiudendo gli occhi e appoggiai la spalla al cuscino lasciandomi andare e cercando di non pensare alla nausea.
    Mi rilassai ancora di più quando ebbi la conferma che mio Padre non sarebbe stato avvisato i miei occhi dal nero pece divennero color nocciola brillante.
    Annuì ancora una volta alle sue direttive Farò attenzione e non mangerò cose pesanti. Amy sarà preoccupata non vedendomi in dormitorio. aggiunsi, tanto non avevo fame e solo l’idea mi fece venire la nausea e portai il limone sotto al naso nuovamente prendendo un bel respiro.
    Compresi che la temperatura era tornata alla normalità mentre ascoltai la domanda che mi veniva posta No, non mi serve nulla. Grazie mille! Credo che riposerò ancora un po’. Appoggiai il mezzo limone sul comodino dell’infermeria e mi stesi portando le coperte fino al mento e lentamente, guardando l’infermiera proseguire il suo lavoro, mi addormentai con semplicità.



    Chiusa!
    Grazie <3

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