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    C'è stata una calma piatta per un po' tra le mura del castello. Pochi episodi di ribellione, risse contenute, lezioni trascorse senza ragazzini in preda ad isterismi da sfogare sui professori... quasi un paradiso. Lo è stato, almeno fino a quando nuovi arrivi non hanno deciso di dar sfoggio delle loro follie da "ormoni impazziti" e tutte quelle storielle andate in pasto alla redazione del TLTT. Non che me ne lamenti particolarmente, è persino interessante tornare in azione e svolgere il mio lavoro da Caposcuola, nonché sentire tra le mani il potere che per un po' mi è sembrato mi sia sfuggito, però i guai all'orizzonte sembrano sempre essere il principio di qualcosa di ben peggiore ed è forse ciò che più di ogni altra cosa mi rende tesa, al punto da riservare anche più rigidità a chi mi incontra per il castello. Che abbiano qualcosa da nascondere o che si divertano semplicemente a trasgredire le regole, gli studenti non sfuggono al mio occhio vigile, né ai miei provvedimenti spesso atti a seminare scontento tra i trasgressori. Non esibirei con orgoglio la spilla puntata al mio petto se non mi dedicassi a certi impieghi dopotutto, no? Ed è ciò che continuo a fare, nonostante l'apparente calma che mi circonda. Le porto onore. Quindi proseguo col mio giro di ronda pre-coprifuoco, assicurandomi che gli studenti privi di una valida motivazione per starsene ancora in giro per i corridoi filino dritti verso i propri dormitori. Una sete di potere e di controllo così prepotente da spingermi sino ai sotterranei, un territorio che non mi appartiene ma che non sfugge ai doveri della mia spilla. Ed è proprio davanti ad un ragazzo vestito di verde e argento che il mio istinto si risveglia, portandomi ad osservare per qualche secondo il modo rilassato e noncurante con cui la sua schiena resta poggiata al muro; non traspare la minima intenzione di fare ritorno verso la sala comune dalla placidità delle sue movenze. Se ha intenzione di violare il coprifuoco, ha scelto la serata sbagliata per provarci. "L'entrata della tua sala comune è un po' più in là." Un cenno del capo verso la direzione giusta accompagna le mie parole, mentre mi avvicino al suddetto ragazzo, braccia incrociate al petto e sguardo carico di sicurezza e decisione. "Ti ci devo accompagnare mano nella mano o te lo eviti da solo il richiamo dalla preside?"
     
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    « Chad- 20 anni- Serpeverde - Neutrale caotico- pensieve »
    La scoperta del castello procedeva a gonfie vele, stavo andando in giro in ogni dove per scoprire sempre più luoghi. Certo mi ci sarebbe voluto ancora un po' di giorni o settimane per girarlo tutto, ma dovevo dire che avevo trovato alcuni posti che mi erano molto più congeniali. Tra i vari, sicuramente i sotterranei avevo capito essere l ambiente preferito da quelli della mia casata, un po' come dire questo è il nostro territorio. Era anche ovvio che tutto ciò si estendeva a buona parte del castello, ma era meglio lasciare l'illusione che così non fosse, per non creare troppe problematiche nelle testoline degli altri studenti. Anche nel campo conoscenze stavo facendo del mio “meglio” per ampliare questo campo, andando qua e la a conversare. Stava sicuramente portando i frutti sperati, avendo già avuto modo di scambiare qualche parola con qualche studentessa. Se c'era una cosa che avevo ben capito, era il fatto che il livello di bellezza qui ad Hogwarts era decisamente alto, quindi ovviamente, era il meglio per me. Pensare che mi ero persino dovuto un po' adeguare alle consuetudini della scuola, con tanto di divisa scolastica, anche se sapevo bene l'avrei tenuta il meno possibile, ma almeno all'inizio volevo dare l'impressione del bravo ragazzo. Come si dice la prima volta conta molto, poi il resto si vedrà con il tempo. Mi ero messo proprio comodamente attaccato ad una parete, senza fregarmene molto dell'ora che si era fatta, era un coprifuoco ritenuto un po' troppo di buon ora rispetto a quello che personalmente mi aspettavo. Eccomi così li ad osservare passare gli altri studenti, chi come quelli della mia casata che tornavano prontamente in sala comune, chi invece cercava un modo per boicottare questo orario, poi ovviamente c'erano le altre casate che leste come dlle lepri facevano a gara a chi tornava prima al proprio dormitorio. Sorrisi leggermente prima di ritrovarmi una ragazza bionda che mi diceva che l'entrata della mia sala comune era decisamente un po' più in là. Girai così lo sguardo verso la sua persona, vedendola li davanti a me, con le braccia incrociate ad aspettare sicuramente che mi incammini per la direzione che mi aveva appena consigliato. Che sbadato, però aspetta, se non fossi rimasto qui ad aspettare qualcuno non avrei avuto modo di incontrarti. In più dovrei ancora essere in pieno orario per poter tornare nel mio dormitorio. Sapevo bene, meglio dire mi era stato detto che la sera, quando poco prima dello scattava il coprifuoco, professori, prefetti, capiscuola, iniviavano a fare delle ronde per scovare le persone che cercavano di trasgredire le regole, beh io ero ancora in regola secondo l'orario, si al limite ma ancora non punibile. Non sapevo esattamente chi mi sarebbe toccato, se un docente, se uno dei prefetti, ma di sicuro non potevo lamentarmi di chi realmente avevo incontrato. Una rapida occhiata, una bellissima ragazza, bionda, occhi azzurri, più bassa di me di qualche decina di centimetri, ma soprattutto con tutte le curve al posto giusto. Chissà se per essere così bella non è figlia di una Veela, cadrebbe proprio a pennello una tale similitudine. Per quanto io avessi solamente la madre Veela, essendo un ragazzo non avevo ereditato i loro poteri ma sapevo benissimo di apparire ancora più affascinante oltre a ciò che già ero. Mano nella mano mi pare un po' troppo esagerato in questo momento, ma un pezzo di strada insieme non mi farebbe male, dopotutto hai una ronda da portare avanti no? Meglio approfondire un po' questa conoscenza, anche perchè la spilla era decisamente facile da individuare sul suo abbigliamento, oltre al fatto che avei benissimo speso un po' di tempo per una tale bellezza. Mostrai persino buona volontà, dandomi una leggera spinta dalla parete, ritrovandomi ora in piedi davanti a lei, senza il bisogno di sostenere il muro del corridoio.

    Chad -Una caposcuola con la C maiuscola!
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    Un cascamorto, non mi stupisce. Sembra essere la prerogativa standard di tutti i ragazzi che indossano la divisa verde e argento, un atteggiamento con cui mi è capitato sin troppo spesso di avere a che fare, come si rincorressero nella mia storia dei deja-vu che mi danno noia. Mi piace essere ammirata, apprezzata dagli occhi altrui per la bellezza di cui faccio un vanto ogni giorno della mia vita. Dall'altra parte però non è da me abbandonarmi a cedimenti di alcun tipo ed è questo a lasciar affiorare sul mio viso un'espressione pregna di stizza, il fastidio ben marcato dagli occhi roteanti e dagli sbuffi che oltrepassano le mie labbra, contratte in una smorfia altrettanto disturbata. "Indubbiamente, per entrambe le cose. Ma adesso che hai avuto l'onore di incontrarmi, immagino sarà tua premura fare in modo di non violare il coprifuoco." Ribatto alle sue parole, le sopracciglia inarcate in un'espressione tanto furba quanto carica di decisione, la stessa che si infila tra le mie dita mentre recupero la bacchetta, ben stretta nel palmo della mano ma, per il momento, ancora ciondolante in una presa morbida e flebile. "Non esisti solo tu, ho anche altri studenti a cui badare, lo sai?" Punzecchio il suo orgoglio - o ci provo - e solo adesso sollevo la bacchetta a mezzaria, un monito silente prima di incrociare le braccia, mantenendola ben visibile come promemoria, mentre lo affianco con distacco fisico tanto quanto emotivo. "Ti conviene muoverti, non ho tutta la sera. E non fare scherzi." Un avvertimento, prima di lasciare che sia lui a procedere nei primi passi verso la sala comune. Accondiscendo alla sua sorta di richiesta, ma non abbasso la guardia neanche per un secondo. "Prego, dopo di te."
     
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    « Chad- 20 anni- Serpeverde - Neutrale caotico- pensieve »
    Sicuramente sapeva il fatto suo, anche perchè per arrivare ad ottenere quella spilla, doveva essere degli anni superiori, non la davano mica ad uno dei primi anni. Questa era sicuramente un'informazione interessante, anche perchè in se racchiudeva bellezza e potere, due cose che solitamente andavano a braccetto. Mi piace. Pensai, mentre la osservavo, anche perchè come non si poteva, dato che era veramente bella. Il mio commento sapevo bene che poteva destare qualche perplessità, ma ero anche cosciente che facendo così avrei avuto l'opportunità di un incontro solamente a due, senza troppe rotture di scatole intorno. Di sicuro non ero li per puro caso, così come sapevo bene qual'era il mio obbiettivo. Certo sarà mia premura farmi ritrovare sempre in sala comune quando il coprifuoco partirà, proprio in quel preciso istante. Ciò voleva anche dire che fino a quell'ora sarei potuto rimanere in giro a cercare o meglio trovare chi faceva il turno di ronda serale. Mi divertiva la situazione che si era andata a creare, anche perchè in tutto questo non smettevo di guardarla negli occhi, azzurro ghiaccio. Beh dipende anche da quanti rischierebbero fino all'ultimo secondo di farsi trovare fuori dalla sala comune. Non penso siano poi così tanti, anzi forse quasi nessuno. Affermai sicuro, prima di vedere per bene la bacchetta che aveva in mano, era un chiaro segno che bisognava andare verso la mia sala comune. E' un vero peccato, questo coprifuoco rovina sempre i piani, non mancherà sicuramente l'occasione per vederci ancora, forse senza il coprifuoco che detta i nostri tempi. Le dissi alzando le mani, stile delinquente appena catturato con la pistola puntata addosso. Non ho in mente nessuno scherzo, anche perchè altrimenti non mi sarei fatto trovare così facilmente. Le avrei così lasciato il dubbio che molto probabilmente altre sere avrebbe avuto la possibilità di dovermi effettivamente trovare all'interno del castello, anche perchè non tutte le volte capita di trovarmi con così tanta facilità. Era fortuna o meno questo non potevo saperlo, ma se dal mio punto di vista io la stavo osservando molto bene, sapevo che sotto sotto anche lei poteva notare qualcosa. Avere una madre veela era di sicuro molto importante, non che ne avessi necessariamente bisogno, era un di più che mi conferiva maggior fascino con le persone che incontravo, anche perchè era stata proprio lei a spiegarmelo. Non avrei mai avuto la possibilità di ammaliare o i loro poteri, ma sarei rimasto con il gene, in attesa di passarlo ad una mia eventuale figlia. Solamente perchè hai la bacchetta in mano. Asserisco al fatto di iniziare a camminare prima io, mentre lei è al mio fianco, distaccata ma pur sempre al mio fianco, era comunque un ottimo punto di partenza. Una bella responsabilità quella spilla. Le dico osservando per un attimo quel piccolo oggetto, anche perchè è appuntata al petto, un ottima scusa per osservarla senza destare sospetti. Ma penso che possa dare anche molte soddisfazioni. Avere il potere tra le mani, aggiunto alla bellezza rendeva quella persona un mix veramente esplosivo. Avevo ben capito che aveva un carattere forte, qualcosa che di sicuro mi piaceva, perchè stavo iniziando ben a capire che qui c'erano veramente delle ragazze che valevano tutte le mie attenzioni, sicuramente alcune più di altre.

    Chad -Una caposcuola con la C maiuscola!
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    "Lo spero per te." Non demordo, ben salda la presa sulla mia convinzione, come quella delle dita strette attorno alla bacchetta. Non abbasso la guardia, perché non posso permettermelo. Ed in definitiva, non è una consuetudine che mi caratterizza - forse il ragazzo l'ha già capito. E' soddisfazione quella che si punta sulla mia espressione nel vederlo accondiscendere ai miei richiami, sebbene velata di una certa spocchia che non mi preoccupa, né mi dà noia. Ne approfitto, anzi, per ribadire la mia posizione, per riaffermarmi con la risoluzione di cui ogni mio gesto e parola sono pregni. "Già, eh? Ma ti rivelo un segreto." Pronuncio a sopracciglia inarcate, le labbra sollevate nella piena soddisfazione, mentre saette pungenti attraversano i miei occhi per raggiungere il suo volto. "A me piacciono gli studenti che rispettano le regole." Solo una provocazione, intenti plateali di affrontarlo, di sfidarlo fino all'ultimo secondo, mettendo da parte la realtà dei fatti, la mia storia, la mia posizione all'interno di questa scuola, che mi vede al fianco del grifondoro probabilmente più scalmanato di tutti i tempi. Questi però restano dettagli irrilevanti in questo momento, una serie di verità accantonate, troppo intenta a rimarcare il mio ruolo da Caposcuola, che è ciò a cui tengo di più al mondo. "Tu comincia a camminare. Per le "altre occasioni" resta un mucchio di tempo." Gli intimo ancora, non cedendo ai suoi tentativi di affascinarmi o soggiogarmi. Non mi piego ai suoi giochetti, ma porto avanti la farsa perché amo sentire il controllo tra le mani ed in un certo senso, tra le risposte che ci riserviamo a vicenda, questa sorta di tira e molla procede con assuefacente continuità. Procedo al suo fianco, quando finalmente si decide ad avanzare, osservandolo di sottecchi mentre tengo la situazione attorno a noi sotto controllo. "Non importa come le ottieni le cose. Basta ottenerle." Rispondo alla sua confessione, poco importa se anche quella sia velata d'ironia o se raccolga in sé una sufficiente dose di sincerità. Non mollo la presa sulla bacchetta, mentre procediamo. "Decisamente. Ne dà parecchie quando, per esempio, gli studenti ti danno retta e si lasciano accompagnare sino al proprio dormitorio prima che scatti il coprifuoco." Un'osservazione necessaria che non riesco a trattenere, prima di ribattere ulteriormente alle sue considerazioni, sfidandolo ancora ed ancora. "Basta seguire le regole ed impegnarsi, per ottenerla." Un'ultima stoccata, prima di girare l'angolo al suo seguito.
     
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    « Chad- 20 anni- Serpeverde - Neutrale caotico- pensieve »
    Quanto stava diventando interessante la conversazione con la caposcuola?Semplicemente molto. Mi piaceva il fatto che ribatteva ad ogni mio gesto, ogni parola, per cercare di mantenere il controllo della situazione, una situazione che per l'appunto mi ero appositamente cercato. Su ciò non poteva averlo il controllo, così come sul fatto che avevo deciso di mia iniziativa di passare del tempo con lei e ciò era quello che stava accadendo. Sorridevo divertito, sentendo la sua risposta all'essere puntuale al corpifuoco, sperava per me fosse così anche se chiaramente avrebbe avuto la possibilità di esercitare la sua posizione di caposcuola per punirmi. Ne dubito ma se vuoi veramente farmelo credere. La mia espressione leggermente divertita risponde alla sua carica di soddisfazione, con le sopracciglia inarcate e le labbra che seguivano la medesima espressione degli occhi. Saranno proprio queste “altre occasioni” il punto di svolta. In effetti quest'affermazione voleva dire tutto o nulla ma proprio per questo mi era piaciuta quando l'avevo pensata poco prima. Eccola così al mio fianco, ad avanzare nel corridoio dei sotterranei mentre tiene la bacchetta sempre salda nella mano. Ha forse paura che da disarmato le salti addosso? Beh un pensierino ce lo farei pure. Come potevo non pensare di farlo, anche perchè era una ragazza con tutte le cose al proprio posto. Concordo. Eccome se concordavo sul fatto di ottenere le cose con qualsiasi mezzo, perchè era chiaro che fossero quelle le reali parole che voleva dire la bionda. La osservai un po' più a lungo, anche perchè le sue parole mi rendono ogni volta la possibilità di ribattere, come sempre colpo su colpo. Beh dipende cosa si vuole ottenere? La spilla, la ragazza, altro? Solo io potevo sapere a cosa stavo puntando e forse con il tempo l'avrebbe scoperto anche lei, facendo attenzione. Seguire troppo le regole porta alla monotonia, ogni tanto un po' di imprevedibilità ci vuole e sono dell'idea che alla caposcuola non dispiaccia. Affermo convinto, guardandola dritta negli occhi, prima di girare l'angolo. Anche perchè essendo nuovo non so ancora il nome della mia accompagnatrice. Concludo mentre proseguo lungo il corridoio in direzione della mia sala comune.

    Chad - Che botta e risposta caposcuola!
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