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Hugo.

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    Era in accademia da quasi un mese e doveva ammettere che quel ambiente iniziava a piacergli. Lezioni e esami non erano poi un grosso problema per lui. La vita con il padre era un esame costante, un esame che per quanto provasse non riusciva mai a superare. Non era semplice star dietro a quel uomo, era un folle, i segni che Peter portava sul corpo ne erano una prova. Lo studio, anche quando diventava massacrante, era una passeggiata a confronto. Gli ultimi due anni, quelli del lungo viaggio al nord, gli avevano fatta sviluppare una piccola passione: l’amore per i draghi. Non ne era innamorato come un magizoologo, ma era rimasto molto affascinato da quelle creature. Erano imponenti e bellissime, con un aspetto inquietante che suscitava rispetto in chi le guardava. Aveva sentito di un mercato all’interno di Nocturn Alley e di un uomo che contrabbandava di tutto. Gli era stato detto che tra le tante cose, se si era molto fortunati, si potevano anche trovare uova di drago. Solitamente venivano contrabbandate per pozioni non esattamente legali, ma Peter non aveva intenzione di fare alcuna frittata magica. Era curioso di scoprire se quello che dicevano era vero e, nel caso lo fosse stato, gli sarebbe piaciuto poter allevare una di quelle creature. Stupido? Si, di sicuro. Si era svegliato molto presto e era andato nel luogo indicato, dove tra bancarelle di dubbia igiene con i più disparati tra gli ingredienti magici, era riuscito a trovare esattamente l’uomo di cui gli avevano parlato. Corrispondeva perfettamente alla descrizione, era un uomo alto, con la barba ed un taglio che gli segnava il viso da un lato all’altro. Dopo un paio di minuti a trattare per il prezzo, Peter era riuscito ad avere il suo uovo di drago. Tutto, però, era filato sin troppo liscio e la cosa un po’ lo turbava. Presto dovette ricredersi, mentre provava ad uscire dal mercato, un ragazzo gli si avvicinò furtivamente rubando il suo prezioso bottino. Il tutto era accaduto in una frazione di secondo, ma a ùùpùeter non era di certo sfuggita la cosa. Aveva preso ad inseguirlo per poi ritrovarsi un paio di vicoli più in là ad imprecare - Porco Merlino! - mentre continuava a guardarsi attorno alla ricerca del ladro, cozzò contro un ragazzo - Scusa - disse tra i denti continuando a guardarsi attorno. - Hai visto un tipo alto quanto me, correre in questa direzione?


     
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    La situazione alla festa anti San Valentino era degenerata. Hugo e Oliver, animati da qualche bicchiere di troppo, avevano deciso di prendersela con una coppia di giovani innamorati alla ricerca di un briciolo di intimità nelle cabine sette minuti. La serata era partita in modo goliardico, doveva quindi concludersi con un gesto altrettanto sfrontato. Lunghe liane erano scaturite dalle loro bacchette capovolgendo l’indifesa cabina e causando qualche livido ai suoi due abitanti. Nessuno si era fatto male, o almeno non troppo, e la vista dei due ragazzi ammaccati sarebbe stata anche divertente se non ci fosse stata una persona di troppo in quella stanza. Il vicepreside aveva deciso di fare la sua comparsa alla festa e sfortuna volle che la bravata dei due Serpeverde costò loro una settimana di sospensione. Hugo non era certo il genere di ragazzo che scalpitava per partecipare alle lezioni. Dotato di un’intelligenza fuori dalla norma, riteneva le ore passate in classe una perdita di tempo. Tutti gli incantesimi basilari li aveva imparati da autodidatta nella prima settimana di scuola, esercitandosi nella sala comune dopo cena. L’unica lezione che frequentava con vivo interesse era Pozioni. Non importava se all’interno del calderone ribollisse un decotto contro il mal di pancia o il distillato della morte vivente, Hugo tra i fumi dei calderoni accesi aveva trovato la propria dimensione. Certamente al primo anno non poteva sperare di imparare più di un’innocua Pozione Scacciabrufoli, ma l’appuntamento settimanale con la Professoressa Stojnov era diventato come un balsamo contro la monotonia del resto delle classi. Animato dallo stesso desiderio di sperimentare che trent’anni prima aveva caratterizzato anche suo padre, Hugo placava la sua sete di conoscenza affondando il naso ogni sera tra polverosi volumi di pozioni avanzate. Ciò che gli mancava era la pratica. Non tanto perché faticasse a trovare il luogo adatto, ma piuttosto perché il genere di esperimenti di suo interesse richiedevano ingredienti di non semplice reperibilità. La sua ultima fissazione era l’Essenza del drago, una pozione in grado di trasformare chiunque la bevesse in un drago per un massimo di due ore. Il drago era infatti una creatura magica così particolare da non poter essere impersonata con alcun incantesimo di trasfigurazione. Si trattava indubbiamente di una pozione molto complessa, ma Hugo amava particolarmente le sfide, raggiungere un obiettivo confermava l’idea che si era fatto di sé stesso, alimentando la sua smisurata tendenza narcisista. Nell’eventualità in cui fosse riuscito a reperire gli ingredienti e fosse riuscito ad ottenere un composto accettabile, avrebbe testato il tutto su qualche elfo domestico della cucina, convinto che la loro sparizione a seguito di un tentativo andato storto non avrebbe certo allarmato nessuno. Tutto sommato quella settimana di sospensione cadeva proprio a fagiolo, dandogli la possibilità di mettere in pausa la sua vita al castello per dedicarsi alla ricerca delle scaglie di drago, ingrediente che sicuramente non avrebbe trovato tra le mura di Hogwarts. Decise così di recarsi a Nocturn Alley. Un suo concasato gli aveva rivelato il nome di un uomo che contrabbandava di tutto sui draghi, dalle uova alle scaglie, così ritenne che una visita valesse la pena farla. Durante il suo primo giorno da sospeso si incamminò tra le stradine del villaggio coperto da un pesante cappotto, il viso affondato nel bavero ben intenzionato a non rivelare troppo di sé ad occhi indiscreti. Fu quasi arrivato all’indirizzo scarabocchiato sul foglietto che aveva in tasca quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo urtò violentemente. Guarda dove vai, cazzo ghignò Hugo irritato. Si trattava di un ragazzo biondo, a occhio e croce di poco più grande, visibilmente allarmato. Si scusò frettolosamente, gli occhi che scrutavano febbrili la strada. Ti pare che vengo a Nocturn Alley ad ammirare le folle che fanno shopping? Certo che no, il tuo uomo non l’ho visto. Fece per andarsene quando la curiosità lo trattenne. Tentennò un istante e si rivolse di nuovo al ragazzo Non mi sembri il tipo di cliente abituale di posti come questo indicò con la mano il macabro mercato alle sue spalle cosa stai cercando?
     
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    Peter non era un tipo facile da ingannare, era sempre estremamente attento in tutto quello che faceva, ma gli uomini di quel posto parevano esserlo il doppio di lui. Essere gabbato in quel modo gli dava non poco sui nervi. Durante tutta la sua vita era sempre sotto esame e davvero non capiva come fosse caduto in un tranello così sciocco. Cozzare contro un ragazzo nervoso non aveva di certo migliorato il suo umore. Anche lui gli avrebbe risposto in quel modo, ma ciò non impedì al biondo di spintonarlo leggermente. Era più forte di lui reagire quando si sentiva attaccato. - Speravo di aver beccato una persona attenta, non uno dei tanti drogati della zona - non gli aveva chiesto quante persone erano presenti al mercato, semplicemente se avesse visto un individuo in particolare, quello che un paio di secondi prima era andato nella direzione dalla quale era venuto il ragazzo. Forse in quei luoghi funzionava così, non si doveva rispondere a nulla, a nessun tipo di domanda. Tutti muti, per restare al sicuro. In parte lo sapeva, ma era ancora sconvolto per l’accaduto dal perder tempo a rifletterci. - Perché tu si? - chiese muovendo il capo nervoso. Aveva visitato luoghi simili in compagnia di suo padre e in quelle occasioni le cose erano andate diversamente. Sapeva di essere stato uno sciocco a tentare da solo qual acquisto, come nel fidarsi di un mascalzone e ora ne stava pagando le conseguenze. Odiava trovarsi impreparato e in quel momento ci si sentiva fin troppo. Impreparato per quello che gli era accaduto e per la reazione dello sconosciuto che per qualche assurdo motivo stava continuando a parlargli. Aveva già dimostrato di non voler essergli d’aiuto, cosa lo tratteneva ancora lì era un bel mistero. - Non credo ti interessi - la sua espressione era non poco scocciata nel dire quella frase. Non gli andava affatto di essere preso in giro da qualcun altro. In quel posto non ci si poteva fidare di nessun, men che mai di un ragazzino nervoso e so tutto io.


     
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    A guardarlo bene il ragazzo aveva un’aria vagamente familiare. Era certo di aver già incrociato quel ciuffo biondo da qualche parte, plausibilmente ad Hogwarts dal momento che la sua frequentazione dei luoghi magici non era ancora andata oltre al castello e a Hosgmeade. Se la sua intuizione fosse stata giusta, che cavolo ci faceva uno studente in un posto come quello? La sua presenza lì non era certo casuale, come confermava la preoccupazione per il misterioso ladro. Non sono certo i drogati quelli di cui devi aver paura da queste parti. Gettò uno sguardo fugace alle sue spalle dove una coppia di uomini incappucciati era intenta a scambiarsi del denaro. Il viso pulito del ragazzo stonava con quel luogo carico di delinquenza e di magia oscura. Era stato piuttosto ingenuo a pensare che fare acquisti a Nocturn Alley fosse un’attività priva di rischi. Nonostante Hugo non fosse un habituè di quelle zone l’istinto gli aveva suggerito di avanzare tra quei vicoli con estrema cautela, evitando di mostrare il proprio volto e di attirare così l’attenzione su di sé, ma il ragazzo pareva non aver adottato le stesse accortezze. No, certo che no, infatti avevo cercato di mantenere un profilo basso prima che arrivassi tu a metterci in mostra con le tue grida. Sibilò Hugo lanciando nuovamente uno sguardo alla coppia di incappucciati. Nonostante la transazione fosse terminata i due non si erano mossi di un centimetro, le orecchie tese in ascolto. Appurato che del biondo non c’era da aver paura, Hugo lo prese per un braccio e lo strattonò fino a condurlo nello stretto spazio che separava due abitazioni fatiscenti, lontano da occhi e orecchie indiscrete. Ok senti, se hai avuto l’ardire di rivelare la tua presenza a chicchessia lungo la strada e di chiedere perfino aiuto a un passante, che per tua fortuna sono io e non un criminale della peggior specie, non vedo quale sia il tuo problema nel dirmi che cazzo di roba ti sei comprato. L’intera vicenda era decisamente assurda, ma ormai il biondo aveva catturato l’interesse di Hugo. Deve essere sicuramente qualcosa di molto prezioso o molto pericoloso. Fissò i suoi occhi di un azzurro intenso e gli strinse con forza anche l’altro braccio, scuotendolo leggermente. Se non parli sarà difficile che io possa aiutarti. La strafottenza iniziale aveva lasciato il posto ad una profonda curiosità. Il ragazzo non aveva il profilo del mago oscuro, ma qualcosa l’aveva spinto fino a lì, solo, a contrattare con un presunto contrabbandiere per una merce apparentemente di grande valore. L’intera faccenda cominciava ad essere estremamente interessante.
     
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    Non capiva cosa spingesse il ragazzo di fronte a lui a continuare a chiedergli cosa avesse acquistato. Erano due perfetti estranei, due persone che molto probabilmente non si sarebbero mai più rincontrate in vita loro. La curiosità era un ottima caratteristica, ma non sempre apprezzabile, soprattutto in posti come quelli. - Non credo che potrebbe cambiare le cose - rispose secco. Era troppo incazzato per essersi fatto gabbare a quel modo. In meno di un secondo si era visto portar via quello che aveva acquistato con tanta fatica. Non era da lui, perché l’unico che poteva metterlo in difficoltà era suo padre. Con il resto del mondo era diverso, era lui a comandare, a dettar legge. Eppure quella volta era riuscito ad incappare in qualcuno in grado di mettergli i bastoni tra le ruote, ma del resto doveva immaginarlo. Succedeva anche ai migliori. Forse tutta la libertà dell’accademia gli aveva dato alla testa e era riuscito a distrarlo. Normalmente non sarebbe successo nulla del genere. - Un uovo di drago - decise alla fine di confessare. Non gli avrebbe detto che la sua stupida idea era quella di crescere un drago, di quanto quelle creature lo avessero conquistato durante i suoi studi degli ultimi due anni. Si limitò a dire cosa aveva preso, giusto per placare la sua curiosità. Non era per i soldi, quelli per lui non erano mai stati un problema, ma l’idea di essere stato ingenuo gli faceva saltare i nervi. Era così sciocco credere che in un posto del genere potesse andare tutto liscio e senza intoppi. Si sarebbe dovuto far accompagnare da qualcuno o come minimo avrebbe dovuto essere il triplo più attento mentre provava ad uscire da quel intricato labirinto di vie. - Ormai è andata. - alzò le spalle, rassegnato dicendo quella frase più a se stesso che al ragazzo. - Meglio togliere le tende da questo posto del cazzo. - perse un paio di istanti a guardarsi attorno. Aveva corso così tanto dietro al tipo che non era certo di saper come tornare indietro. Non era un vero e proprio problema, se così fosse realmente stato avrebbe cantato un guidami fino ad un luogo di gran lunga più sicuro di quello.


     
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    Il ragazzo, inizialmente riluttante a svelare quale fosse stato l’esito dell’affare appena concluso, finì per confessargli di aver acquistato un uovo di drago. Hugo non era un asso in Cura delle creature magiche, ma era risaputo che contrabbandare uova di drago era illegale in Inghilterra, pertanto anche acquistarne una rappresentava un pericolo non di poco conto. Non potè fare a meno di domandarsi cosa ne avrebbe fatto il biondino di un bene tanto prezioso quanto inutile, a meno che non volesse allevare la creatura una volta nata. Lo guardò di sottecchi mentre borbottava lamentele in merito a quel luogo, visibilmente stizzito per essersi lasciato fregare così facilmente il proprio bottino. Così come non gli aveva dato l’impressione del criminale da quattro soldi, allo stesso modo non riusciva a vedere in lui l’immagine di un potenziale allevatore di draghi. Se li era sempre immaginati simili a vichinghi, alti, barbuti e con possenti muscoli atti a tenere a bada le enormi creature sputafuoco. Sapeva che la magia non sempre era in grado di penetrare la spessa pelle di quelle bestie, e domarle non era un gioco da ragazzi. Se davvero il biondo avesse voluto crescerne uno, dove pensava di nasconderlo? Ormai aveva acceso l’avida curiosità di Hugo, che non lo avrebbe lasciato andar via prima di aver confermato i propri sospetti. Un uovo di drago dici. Assunse un’espressione fintamente pensierosa. Ok, ammettiamo che quello che dici sia vero. Le opzioni sono due, o lo avresti venduto a tua volta per ricavarci un bel gruzzoletto, oppure lo avresti tenuto per veder crescere uno splendido animaletto da compagnia. Quale delle due? Posò nuovamente gli occhi chiari sul suo viso, finalmente si era ricordato dove aveva già visto quei lineamenti delicati. Sei uno studente dell’Accademia. Non era una domanda, era certo di averlo visto in giro per il Campus. Quell’illuminazione contribuì ad abbassare un po’ le sue difese, era un ragazzo come lui, cresciuto nel suo stesso ambiente, poteva permettersi di rivelargli a sua volta il motivo della sua visita a quei luoghi. Pare che abbiamo un interesse in comune. Tu alla ricerca di un uovo io delle scaglie. Mi sto dilettando nella preparazione dell’Essenza di drago e la maggior parte degli ingredienti si possono reperire solo da queste parti. Non menzionò di essere uno studente di Hogwarts, per giunta al primo anno. Il biondo non sembrava averlo riconosciuto e preferì mantenere l’anonimato, una sospensione con punizione annessa gli erano sufficienti per ora e se qualcuno al castello avesse saputo che tentava di preparare intrugli pericolosi sicuramente avrebbe dovuto replicare il giro dalla Preside.
     
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    - Lo sai che la curiosità uccise il gatto? - fissò il ragazzo con le sopracciglia aggrottate continuando a non capire cosa lo spingesse a fare tutte quelle domande. - Soldi non me ne servono, quindi fai tu - precisò, senza però dargli la soddisfazione di una risposta precisa. Quella di voler crescere un drago era certo una pretesa assurda, ma gli erano sempre piaciute cose fuori dalla norma. Se avesse potuto avrebbe volentieri messo su un allevamento di thestral, invece degli stupidi cavalli che il padre tanto amava. In una tenuta grande come la loro avrebbe anche potuto allevare entrambi, ma sarebbe andato contro la tradizione quindi era impossibile. Il ragazzo gli domandò se frequentasse l’accademia, un’altra domanda di cui non comprendeva la natura, ma che gli parve più innocua della precedente. - Si, non ricordo di averti visto tra i corridoi… - era un modo implicito per chiedere se anche lui si trovasse a studiare tra quelle mura. Per quanto Hogwarts fosse grande, l’accademia lo era molto di più, con studenti provenienti da tutto il modo magico, perdersene qualcuno era facile. - Quindi oltre a stare qui ti diletti in altre cose illegali, interessante - il ragazzo aveva appena accennato ad una pozione, una con ingredienti difficili da reperire e che non era ben vista dalle autorità. Di cose illegali Peter ne aveva fatta qualcuna, ma nulla di tanto eclatante come quello che stava escogitando i ragazzo. Non sapeva se crederlo stupido o invidiarlo. - Hai già trovato tutto quello che ti serve?


     
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6 replies since 3/3/2021, 10:56   127 views
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