Dust.

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    Il naso di Damitrij si arriccia. E' evidente che la puzza pungente di piscio di ratto e animali in decomposizione non l'hanno del tempo allenato abbastanza da non farci caso. Il suo passo è lento, il pastrano ondeggia a livello della caviglie poichè le falcate sono comunque ampie. E' uno a cui le perdite di tempo non piacciono. Se si trova in un luogo non è per puro caso. E' uno che se punta ad una cosa la ottiene. In qualsiasi modo.
    L'orario coincide con quello di chiusura dei principali negozi presenti nel vicolo poco illuminato dove è comparso. Sono anni che non fa un giro fra le viuzze dissestate e frequentate da facce losche. Si sente a suo agio, è chiaro. Ciononostante la curiosità di chi sta sotto ai cappuccio degli sconosciuti è più forte di lui, per tale motivo lancia occhiate furtive a destra e a manca.
    Compie lunghe boccate dal mozzicone che sta appeso alle sue labbra, infine lo fa cadere a terra e lo stivale in pelle lo schiaccia con un gesto veloce. La pietra sotto ai suoi passi scricchiola, in concomitanza con gli scoli semi tappati dei vicoli. Ha smesso da poco di piovere e l'odore di marcio, umido e sporco sembra più penetrante di come ricordava.
    Sa che anche se i suoi occhi non vedono il numero civico si trova davanti a sè il 13/b. L'insegna del negozio che ha davanti è obliqua, gli basterebbe sistemarla con un colpo di bacchetta ma lui è un tipo i cui dettagli ordinati fanno schifo. Se quella si inclina ancora di più e rimane appesa per un angolo la lascerebbe così, se cade a terra la calpesterebbe e di certo non sprecherebbe la sua energia per piegarsi a raccoglierla. Le vetrine presentano un vetro antico, sporco negli angoli quadrati, le fughe sono nere e all'interno sembra esserci poco movimento. Crede che non ci sia nessuno e anche se fosse la sua faccia ordinerà a chi è lì per grattarsi di andarsene letteralmente fuori. O anche in un altro posto. Che è proprio quello dove manda la gente che non sopporta. Ovvero quasi tutta.
    Due passi e le sue mani ruvide intersecano la maniglia di Magie Sinister. La porta si spalanca cigolando. Il rumore lo infastidisce, guarda con occhi lampeggianti l'interno per verificare l'idea che si è fatto.
    Il luogo puzza di vecchio. E' un odore che Dimitrij ama particolarmente perchè vuole dire una sola cosa: quel posto è rimasto lo stesso per anni. C'è venuto poche volte ma ognuna di essere è stata appagante. Ci ha perso un bel po' di tempo, ha bramato gli oggetti sulle mensole come fossero oro. E si sà, quanto lui sia amante del denaro, anche se la vita gli ha regalo un sorpresa di merda. E' un combattente, sa che quello che brama lo otterrà e non è dicerto uno che fa le cose in fretta e alla cazzo. Il tempo renderà suo ciò che desidera.
    Nota una figura di spalle mentre sta studiando un oggetto che si muove lentamente su una mensola sulla sinistra. Si volta e compie dei passi verso quello sconosciuto. Anche se è un duro e un rozzo e le sue unghie presentano un accumulo nero sotto di esse, non è un maleducato e un ignorante. Sa benissimo che è controproducente tirarsi addosso le persone da cui vuole qualcosa. Lei è quel qualcuno che gestisce questo posto? E' una domanda atta a sondare il terreno, egli ne studierà la cadenza, la voce, la spigliatezza. Getta un'occhiata ad una mobile graffiato che contiene dei volumi dalle pagine ingiallite. E' un collezionista, sa benissimo che gli oggetti preziosi e potenti non sono affatto in mostra. Pur non sapendolo con certezza, può immaginare che dietro quel bancone vi siano altre stanze, chi lo sa, anche uno scantinato magari. Sta di fatto che i cimeli che lui vuole ottenere sono ovunque tranne che nell'atrio dove si trova. Sente un'affinità pazzesca verso ogni particella che compone quel posto. Il tappeto sotto ai suoi stivali si arriccia formando una piccola onda e nell'attesa Dimitrij interseca le dita alla cinta. Lo fa quando è in attesa, odia attendere ma se è per una giusta causa affronta il tempo.


     
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    Erano ben cinque anni che Olivia non lasciava Durmstrang e il Nord per rimettere piede in Gran Bretagna.
    Quel ballo ad Hogwarts del lontano Natale del 2016 fu l'ultima volta.
    Da allora era rimasta sempre ligia al suo impegno come Vicepreside, madre e compagna di un uomo che non l'avrebbe mai amata come lei desiderava,
    ma al quale era rimasta sempre fedele, sempre al suo fianco, nel bene e nel male.
    Si consolava col fatto che comunque la sua vita era una vita piena,
    che gli impegni che aveva non le avrebbero comunque lasciato tempo per altro
    e così andava avanti, nel gelo di quel castello sperduto nessuno sapeva bene dove.
    Quanto starai via mamma? Non posso venire anche io?
    Sebastian era ormai un ometto, che ogni giorno somigliava di più a suo padre.
    Restava affettuoso ma diventava sempre più indipendente e meno bisognoso di lei.
    Solo qualche giorno. Tu resta qui con papà e fai il bravo.
    La mamma deve andare a discutere di affari noiosi...

    Più o meno.
    Aveva detto a Bill che per sistemare le cose con il negozio di Nocturn Alley ci sarebbero voluti alcuni giorni.
    In realtà andava solo ad un incontro con l'uomo che si era offerto di prenderlo in gestione dopo che il precedente contratto era scaduto.
    Un giorno quindi sarebbe bastato, ma aveva approfittato dell'occasione per prendersi un pò di tempo per lei.
    Magari sarebbe passata a salutare il dottor House, Elis, e qualche altra sua vecchia conoscenza che non vedeva da anni.
    Ci vediamo presto. Vedrai, il tempo volerà.
    Così aveva salutato suo figlio, mentre Bill ovviamente era troppo impegnato per accompagnarla alla Nave stregata.
    Pazienza, ci era ormai abituata.

    Atterrata a Londra la prima cosa di cui si rese conto era che sentiva troppo caldo.
    Non era più avvezza a temperature quasi umane.
    Si sfilò l'ingombrante pelliccia che indossava e la fece evanescere con un colpo di bacchetta,
    mentre al suo posto appariva un mantello più leggero.
    La sua figura era ancora slanciata come un tempo, anche se con la gravidanza aveva messo su più forme.
    Gli anni che passavano per lei li misurava ormai facendo il confronto tra il suo corpo e quello di Erica,
    che aveva ancora il suo aspetto da ventenne e i capelli mori, mentre lei continuava a tingerli di rosso.
    Non era ancora in crisi di mezza età comunque, visto che ne aveva compiuti appena trentatrè,
    ancora troppo giovane forse per starsene rinchiusa a marcire là al Nord...
    E se non tornassi più?
    - si chiese guardandosi allo specchio della stanza che aveva preso al Paiolo mentre si preparava per il suo appuntamento.
    Una domanda che non era la prima donna insoddisfatta farsi,
    che poi in fondo era la stessa cosa che aveva fatto anni prima Bill quando aveva lasciato lei e il bambino.
    Quindi cosa le impediva di farlo anche lei? Bill sarebbe stato il primo a capirla.
    Intanto però si doveva accontentare di quei pochi giorni di libertà e lo avrebbe fatto al meglio.
    L'uomo che doveva incontrare si chiamava Dimitrij Alexander Kolesnik,
    aveva preso qualche informazione su di lui, un collezionista di oggetti rari, più o meno della sua stessà età o poco più grande,
    ex studente di Durmstrang, abbastanza conosciuto nel campo degli affari.
    Non era molto ma quel che bastava per farsi una idea di chi si sarebbe trovata davanti.
    Ci mise molta cura nello scegliere l'abito adatto, elegante e sexy al tempo stesso,
    scuro e attillato per segnare meglio le sue curve perfette e per far risaltare i capelli ramati lasciati sciolti.
    Per una volta dopo tanti anni si sentì di nuovo civettuola, era tanto che non si vestiva più per fare colpo su un uomo.
    Non che volesse far colpo su Kolesnik in quel modo ma... una donna ha il diritto ogni tanto di sentirsi attraente no?

    Arrivò a Nocturn Alley con largo anticipo rispetto all'incontro prefissato.
    Il negozio era così come lo ricordava, solo un pò più cadente ma a lei piaceva così, con quell'aria di antico.
    L'uomo che aveva mandato a fare un pò di pulizie era ancora là che spolverava scaffali.
    La ringrazio dell'aiuto, da sola non ce l'avrei fatta e non volevo che la persona che aspetto pensasse che questo posto sia un disastro.
    Da quando il precedente gestore si era messo in affari per conto suo prendendo un posto proprio
    Magie Sinister era rimasto chiuso e nessuno era più andato a dargli una sistemata.
    Guardò l'orologio, ormai non c'era più tempo.
    Lasci pure tutto così, va bene. Vado a prenderle i galeoni che le devo...
    Si allontanò giusto qualche istante per prendere la borsetta nel retrobottega quando udì il classico suono del campanello sulla porta.
    E' già qui!
    Non si poteva dire che Kolesnik non fosse puntuale.
    Quando uscì dal retro lo vide prima che lui potesse vedere lei e ne approfittò per soppesarlo con lo sguardo.
    Niente male. E' un tipo.
    - pensò mentre si rassettava il vestito sui fianco e lo raggiungeva.
    Lei è quel qualcuno che gestisce questo posto?
    - lo sentì chiedere al mago delle pulizie.
    No, quel qualcuno sarei io.
    - intervenne allora facendosi avanti.
    Olivia Tyler Doom, la proprietaria.
    Si presentò aggirando il bancone per raggiungerlo e stringergli la mano.
    La prima cosa che notò furono le unghie sporche:
    o si trattava di una gran lavoratore o di uno zozzone!
    Lei deve essere il signor Kolesnik, immagino.
    Standogli più vicino lo osservò ancora meglio e quello che più la colpì fu il suo sguardo,
    dimostrava più anni di quanti ne avesse in realtà, come tutti i tipi che hanno avuto una vita interessante.
    Vuole continuare a dare un'occhiata in giro prima di sederci e parlare d'affari?
    Intanto pagò e liquidò l'altro mago che prese le sue cose li lasciò soli nel negozio.
    Per spezzare il silenzio Olivia tornò a rivolgersi al Kolesnik:
    Conosceva già questo posto immagino.
    Come la maggior parte dei maghi, che ci facessero acquisti o meno.
    Mi piacerebbe che mantenesse lo stesso aspetto di sempre, è un luogo storico in fondo.
    Certo ha bisogno di un pò di manutenzione ma nel complesso è ancora un bel negozio no?

    Lei lo amava quel posto e non solo perchè era stato il primo regalo che le aveva fatto Bill.
    La faceva ripensare a quando era giovane e si prodigava nel distillare pozioni d'amore illegali e pericolosi veleni
    per cui prendeva lì gli ingredienti.
    Il suo sogno era di lasciarlo nelle mani di qualcuno capace di amarlo quanto lei.


    Edited by Lovely Liv - 20/4/2021, 17:32
     
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    L'ultima cosa che si aspetta Dimitrij è di spostare lo sguardo oltre la figura piegata a cui ha rivolto la parola. La faccia del mago non è propensa a modificarsi granché anche se è stupito in realtà che quella a parlare sia una donna di tale aspetto. Quando ha ricevuto la lettera con l'orario dell'appuntamento non si immaginava di incontrare lei. Aveva dato per scontato che una persona che gestiva un posto tale non poteva assolutamente avere l'aspetto che Olivia Tyler Doom invece aveva. La osserva minuzioso mentre fa il giro del bancone e anticipa il suo sguardo. Esattamenterisponde a sua volta in modo pacato, sa che se è una donna furba conosce chi ha davanti, indirettamente si è sicuramente informata e se fosse una persona curiosa come la parola stessa le domanderebbe cosa ha trovato di interessante nelle sue ricerche. E' sicuro che il suo nome spicca per diversi motivi ma allo stesso modo non sono conosciuti i dettagli legati alle sue origini e alcuni particolari che nasconde con possessività. Le stringe la mano che ha teso verso di lui, non è solito farlo quando si tratta di un uomo ma non si può dire che Dimitrij non sia una persona galante quando si tratta di una donna di bell'aspetto come quella che ha di fronte, soprattutto quando c'è di mezzo un fine. Sa che la prima cosa che farà lei è quella di dare una valutazione superficiale di lui, ha studiato parecchi interlocutori negli affari ed è sicuro che questo è tanto uguale. Rimane in silenzio, la segue con le iridi che si posano più volte sul suo vestito attillato. Dimitrij si domanda se la maga è solita vestire in quel modo per gli appuntamenti di lavoro o se lo ha fatto oggi perchè sapeva di averlo con un collezionista maschile. Una parte di lui pensa esattamente che sia così e che la donna, che può avere all'incirca la sua età, sia una di quelle insoddisfatte dalla vita. O con precisione dalla vita sentimentale. Lui è attento e vi sono indizi che non può escludere: sembra che Olivia si stia godendo un momento di libertà, ha come l'impressione che sia quasi felice di passare quel breve tempo con lui, nonostante si tratti appunto di cedere in gestione un locale. Spesso vede persone annoiate nel loro lavoro ma lei non sembra appunto sentirne il peso, nota solamente una vena di nostalgia e di attaccamento quando parla del negozio. Sente che è sincera e di lei apprezza il fatto che vuole cederlo solo ad una persona che ne mantenga l'aspetto. Dimitrij sente una forte legame verso le pareti di quel negozio noto come Magie Sinister, lo conosce bene nonostante abbia frequentato la scuola del Nord. Ho visto abbastanza, inoltre quello di veramente importante non è esposto. E' avveduto il mago e intende comunicarle direttamente che conosce molto più di quello che un frequentatore assiduo può sapere di quelle quattro mura. Allo stesso modo ha risposto alla sua domanda.
    Brama quel locale davvero e non intende andarsene prima di aver stipulato un contratto veritiero e duraturo.
    Mi dica, Signora Doom mentre lo dice si passa le dita sugli anelli dell'altra mano e volutamente osserva gli occhi della maga per cogliere qualcosa in più sul suo conto. Vuole in sostanza vedere se come l'ha chiamata l'ha infastidita, perciò gli interessa capire se è impegnata. Non che questo sia qualcosa che lo freni nei suoi intenti, lui non è uno a cui frega qualcosa e non è un tipo geloso; se vuole qualcosa se la prende e non chiede permesso a nessuno. Vi è un motivo per cui ha a cuore il fatto che Magie Sinister conservi il suo aspetto di oggi? E' una domanda la cui risposta non cambierà le sue idee: non ha di certo intenzione di mutarne l'aspetto poichè ama i luoghi per come lui stesso li ha conosciuti. Magie Sinister per lui è sempre stato quel negozio con le vetrine semi oscurate, le mensole non del tutto dritte, qualche ragnatela sugli angoli e facce non raccomandabili all'interno. Ed è così che lui desidera portarlo avanti.
    E' di certo un negozio di tutto rispetto, negli anni ha conservato la sua misteriosa immagine dicendo ciò Dimitrij si allontana di qualche passo fino a raggiungere una mensola su cui vede camminare un ragno nero con il corpo panciuto. E' grande circa un centimetro e mezzo, lo prende fra le mani. Ogni cosa di questo posto è preziosa aggiunge voltandosi verso la maga, ne osserva la chioma fiammante mentre deglutisce per quello che sta per fare. Confermo che mi prenderò cura di questo ambiente conservandone le caratteristiche, inoltre si sposta nuovamente verso di lei trattenendo quelle otto zampe che cercano di ribellarsi dalle sue ruvide dita. Le assicuro che l'interesse per la gestione di questo locale è in gran parte dettata dalla passione smisurata nei confronti di svariata oggettistica. Niente che lei non sappia già suppongo. Dimitrij vuole che la maga sappia che amerà e ama tutt'ora l'ambiente dove si trova e dopo questa rassicurazione lui non spenderà altre parole. Alza il ragno e con un gesto lo fa cadere in bocca. La serra e lo deglutisce per poi tornare di fronte alla donna e questa volta passa gli occhi minuziosamente sulle sue forme. E' quello che fa quando ha un oggetto di estrema importanza fra le mani.

     
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    Lo sguardo di Kolesnik era enigmatico e magnetico al tempo stesso.
    Olivia faticava visibilmente a staccare gli occhi dai suoi ed infatti indugiava senza farsene un problema,
    sperando magari anche di indovinare cosa il mago stesse pensando.
    Perchè era lampante per lei che dietro quei occhi chiari si annidavano una moltitudine di pensieri.
    Se lo immaginava come uno che rifletteva molto, e velocemente,
    non di quelli lenti e pensierosi ma di quelli svelti, decisioni rapide e azione.
    Le rughe appena accennate che gli segnavano la fronte sembrano confermarlo,
    e si domandava pure in cosa fosse bravo veramente, in cosa potesse eccellere un mago come lui,
    magari era un abile duellante?
    Le piaceva da sempre fare delle supposizioni su chi incontrava,
    era sempre stata affascinata dalle menti fuori dal comune, dagli uomini in qualche maniera eccezionali,
    e non riesciva a non domandarsi se quello che aveva davanti fosse proprio uno di quel tipo.
    Forse solo perchè era tanto che non incontrava un uomo adulto che non fosse un dipendente di Durmstrang
    e la vita da reclusa alla lunga ti segna, ti cambia, ti rovina anche un pò, ti rende più triste... ma anche più attenta alle novità.
    *Suvvia però, è il momento di pensare agli affari, non ti distrarre Olivia!*
    Ho visto abbastanza, inoltre quello di veramente importante non è esposto.
    Sollevò le spalle, si mise dritta sull'attenti, quella risposta le giunse inaspettata.
    Voleva prendere in gestione il negozio a scatola chiusa?
    Eppure sembrava così sicuro di sè affermando che quel che era importante non fosse esposto.
    La pura verità tra l'altro.
    Lei se ne intende davvero, è chiaro.
    Certo non aveva proprio l'aria da sprovveduto ma pareva anche oltre l'immaginazione della strega.
    A quel punto che fare? Concludere direttamente l'affare? O c'era dell'altro?
    Lei lo sperò, perchè in fondo in fondo avrebbe voluto solo prolungare quel incontro,
    e l'altro sembrò volerla accontentare.
    Mi dica, Signora Doom... vi è un motivo per cui ha a cuore il fatto che Magie Sinister conservi il suo aspetto di oggi?
    Curioso, non si aspettava una domanda personale.
    Non si aspettava nemmeno di essere chiamata "signora", a Durmstrang di solito la chiamavano professoressa
    o vicepreside, o mamma o... semplicemente Liv.
    Probabilmente non viveva abbastanza nel mondo per essere chiamata signora e basta.
    Intanto mi chiami pure Olivia la prego, sono sempre stata allergica alle troppe formalità.
    E poi "signora" la faceva sentire vecchia e non era ancora così in là con gli anni, no?
    In realtà è solo che non sono una strenua sostenitrice del progresso per il progresso.
    Credo che il nostro mondo abbia bisogno di preservare la propria storia,
    di mantenere intatte le radici.
    Altrimenti rischia di mischiarsi troppo al mondo babbano,
    di perdere la propria identità.

    Da quando si era trasferita al Nord aveva cominciato ad abbracciare parte dell'ideologia del governo Moon.
    Benchè da giovane era stata un Auror ed aveva combattuto i Mangiamorte,
    vedendo come i suoi giovani studenti ormai conoscevano quasi meglio il mondo babbano che il loro
    si era fatta più convinta che il Ministro non avesse tutti i torti nel pensare che questo
    alla fin fine avrebbe fatto sparire le loro tradizioni, la loro particolarità di maghi e streghe.
    Le nuove generazioni non sanno cosa la magia oscura ha rappresentato nel passato,
    a parte quello che imparano a lezione non conoscono nulla delle guerre magiche,
    o del perchè alcuni siano ancora così attaccati ai ricordi delle antiche vestigia e del potere oscuro.
    Se Magie Sinister sparisse, o anche solo venisse rimodernato,
    con questo negozio sparirebbe traccia di una parte della nostra storia.
    Non crede anche lei?

    Non le interessava in realtà che lui fosse d'accordo con i suoi ideali o no,
    ma le fece piacere per una volta esprimere a qualcuno il proprio punto di vista.
    Era difficile avere conversazioni di questo tipo con gli studenti, o con Bill o con suo figlio,
    e non aveva molti altri con cui parlare.
    E' di certo un negozio di tutto rispetto, negli anni ha conservato la sua misteriosa immagine
    Olivia lo seguì con lo sguardo, mentre il mago iniziò a muoversi per il negozio.
    Già, non è cambiato di una virgola.
    - annuì facendo anche lei qualche passo per avvicinarsi a lui ma restando comunque a distanza.
    Ogni cosa di questo posto è preziosa.
    *Ogni cosa?*
    Il modo in cui lo disse le donò un brivido lungo la schiena,
    sembrava in effetti intendere molto più di quanto non dicesse.
    O almeno così parve ad Olivia che annuì ancora anche se lui non poteva vederla,
    preso com'era dal fissare la propria attenzione su una mensola polverosa del posto.
    A quel punto le parole con cui le confermò che si sarebbe preso cura del negozio rispettandone la tradizione centenaria
    per quanto importanti per Liv impallidirono rispetto a quanto Kolesnik stava facendo.
    E non riuscì proprio a smettere di seguire le sue mani, quando afferarono un ragno
    e poi presero a stringerlo in maniera così indifferente eppure... non per la rossa che si distrasse e perse il filo del discorso:
    Cosa? - tentennò appena sulle lunghe gambe.
    Aveva sentito tutto ma la sua attenzione era altrove e per un attimo incrociando di nuovo lo sguardo di lui
    si sentì intrappolata nei pensieri come le zampette di quel insetto lo erano tra le dita ruvide del mago.
    Si certo, sono sicura di lasciare il posto in buone mani...
    L'oggettistica... si... mi hanno parlato in effetti delle sue...

    Cosa? Che stava facendo? Olivia nè era rapita e non sapeva nemmeno spiegarsi il perchè,
    ma intanto fissava le sue labbra mentre lui vi introdusse il ragno, fino a che l'ultima zampetta non sparì in quella bocca.
    ...le sue passioni.
    Sentì improvvisamente caldo mentre lui la squadrava da testa a piedi.
    Era assurdo ma per un attimo le passò per la testa che lui volesse mangiare anche lei.
    Ingoiarla come aveva fatto con quel ragno.
    Che strano pensiero, vero?
    Cercò di scacciarlo scuotendo il capo e con esso i lunghi capelli,
    cercò di riprendere il controllo di sè semmai lo avesse perso.
    Ma non so molto, anzi, so davvero poco di lei,
    solo... qualche chiacchiera tra commercianti...

    Sapeva che era bravo, ora sapeva anche che era inquietante, ma in un modo attraente.
    Ci sono ancora alcune cose poi di cui dovremmo discutere,
    a proposito delle pozioni ad esempio.

    Sentiva il bisogno di spostare lo sguardo da lui, di fissare qualunque altro punto del negozio e non quello dove si trovava il mago,
    ma non le riusciva bene.
    Così riprese a parlare, cercando di distrarsi, di pensare principalmente al motivo per cui erano lì.
    Ho sempre provveduto io alle scorte per il negozio,
    anche alle pozioni più... difficili da reperire, ecco.
    Però se ha un suo pozionista di fiducia...

    Le sarebbe dispiaciuto lasciare quel compito ad un altro? Probabilmente si.
    Ma non era il solo motivo per cui voleva continuare con le pozioni proibite.
    Consciamente o meno stava in qualche modo cercando una scusa per continuare ad avere a che fare con Kolesnik.
    Poi ci sarebbe la questione del corrispettivo per la gestione e...
    Esitò un momento, portandosi l'indice alle labbra e cominciando a mordicchiarlo senza nemmeno rendersene conto,
    come un tic nervoso.
    Era nervosa quindi? Magari un pò pensierosa si.
    ...cose che magari però sarebbe più comodo discutere a un tavolo, che ne dice?
    - riprese come se si fosse appena chiarita le idee.
    Solo che là in negozio tavoli non se ne vedevano, quindi?
    Ho preso una stanza al Paiolo, potremmo continuare a parlare lì,
    e magari festeggiare il nostro accordo prendendo qualcosa...

    Troppo sfacciata? In effetti sembrava quasi che lo stesse invitando nella sua stanza più che in generale al locale.
    Ma che avrebbe capito lui? Quello contava.
    Sempre che non vada di fretta o abbia altri impegni.
    In tal caso potrei farle avere il contratto in seguito via gufo.

    Con questa ultima frase il tono di Olivia fu diverso però, più vago, più formale,
    e giusto poco prima aveva detto che a lei le formalità non piacevano no?
    Insomma era chiaro quale fosse la soluzione che avrebbe preferito,
    dove volesse arrivare però un pò meno.
    Non si dice forse però che a volte andare basta è più importante della destinazione?
     
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    Ma certo Olivia dice Kolesnik comprendendo il fatto che come l'ha chiamata non le piace per niente. Una parte di lui se lo aspettava, quella donna di bell'aspetto ma sicuramente trascurata da chi la circonda, sa dire la sua. Di certo ai suoi occhi appare una donna determinata, non balbetta e non farnetica più di tanto. Ed è una cosa che Mr Kolesnik apprende da subito in una persona. Lui disprezza gli incerti il che non vuol dire che lui li evita di sana pianta. Anzi, probabilmente li riduce a sprofondare più di quanto essi si considerano impotenti e insufficienti. Lui non è malvagio senza motivo, è diretto e caparbio. Tende ad umiliare le persone che non sanno spiccare per contro proprio. E' forse una forma autoprotettiva che è cresciuta in lui da quando ha lasciato palazzo Bardenfleth ed è più forte di lui pretenderla dagli altri. Se ci ripensa si auto infligge una grossa colpa che gli è costata molto: lui é innamorato di lei. Suona strano per un rude come lui non è così? Anche Dimitrij a distanza di anni lo pensa e ne sente lo stomaco rispondere con le budella che si contorcono dal nervoso. Non può cambiare il passato ma si concentra sul presente e sul futuro assicurandosi che non accadrà più. Lui non fa parte delle persone sopra citate eppure ammette che è stato debole su quel fronte. Non ha saputo prendere ciò che voleva, inoltre in preda alla sua rabbia indomabile e all'affronto di sua sorella ha perso ben altro: l'oro. E' un uomo che brama la ricchezza e il potere e perdere la successione a palazzo dopo la morte del genitore è tutt'ora ciò che disturba il suo sonno una volta si e l'altra pure.
    Le iridi azzurre ed enigmatiche di Dimitrij indugiano sulle curve della donna un'altra volta. Lei la pensa come me, del resto. Che piacevole coincidenza, non crede? Si riferisce al fatto che la storia di un luogo deve rimanere viva nei secoli, lui non apprezza i cambiamenti dell'epoca moderna, è fuso con le abitudini e le tradizioni dei suoi anni e pertanto Magie Sinister l'ha conosciuto con questo aspetto e più di sistemare qualche crepa o similare non intende metterci più di tanto la mano. Inoltre c'è una cosa che non ammetterà direttamente ma che la Signora Doom capirà conoscendolo oltre le dicerie: lui è una persona possessiva. Non ama che qualcuno metta la pezza nelle sue idee, come non gradisce chi vuole prendere, modificare, additare, commentare qualcosa di suo o una sua ideologia. Lo è anche verso le persone, le donne in particolare. E' tremendamente spinto dalla convinzione che se una è passata dal suo letto in qualche modo indescrivibile è sua e pertanto se la rincontrerà non gli piace essere rifiutato. Il che è un vero contro senso per uno che non desidera impegnarsi nella vita. Dimitrij è un anagramma nel vero senso della parola.
    Il suo gesto sembrò non spaventare la donna: lei era una che aveva già visto qualcuno mangiare ragni? Poco gli importava se la sua reazione sarebbe stata quella di urlare o blaterare frasi sconnesse riguardo il suo gesto, se ne sarebbe fregato e probabilmente lo avrebbe ripetuto se avesse trovato un altro aracnide appoggiato su qualche libro o penzolante da una ragnatela. Lo sguardo della rossa è incuriosito ma non può fare a meno di negare che gli pare ipnotico; si sta facendo largo dentro di lui la conferma che non solo lui sia il candidato che lei sta cercando per il locale di interesse ma che lei stia capendo bene quello che lui sta insinuando nel dialogo. E' il candidato ideale anche per dargli una botta di vita nella sua monotona vita forse?
    Ogni cosa è preziosa quì dentro ripete a se stesso annuendo in sua direzione. Sa, se fossi una persona curiosa ed estremamente caparbia le domanderei quali sono le sue fonti sul mio conto dice Kolesnik spostandosi con il bastone dall'impugnatura lucente fra le mani, si pone di fronte a lei, può sentire il suo fiato, cogliere anche il fatto che lei si sente leggermente in soggezione sotto il suo sguardo minuzioso nei dettagli. Osserva l'abito, si domanda che tipo di reggiseno possa portare, lo può immaginare sotto a quel tessuto attillato sul davanzale. Lui è uno che non disprezza il seno prosperoso e nemmeno quello asciutto. Può mentalmente vedere i suoi capezzoli e le areole che li circondando. Si domanda se un figlio lo abbia giù usato o se i denti di un uomo sono soliti stuzzicarli. Crede che il fascino e la bellezza di una donna rispondano dell'insieme di più cose. Sta immaginando il corpo di Olivia sotto quello strato così insignificante e crede che una volta convinto davvero di quello che desidera debba averlo: se la vuole, lui la avrà e non è abituato a sentirsi dire di no. Prima di tutto non domanda, è chiaro, le donne solitamente lo vogliono e basta. Si domanda se la Signora Doom è abituata al suo genere di esigenze o se è una di quelle che sotto ad un uomo ama le carezze. Perchè lui non lo è affatto: una persona meticolosa e dolce. E' prepotente, sovrastante e condottiero ma c'è una cosa che non si può negare di lui: ama le donne e il piacere che loro conferiscono a lui ma lui stesso si inebria dei loro gemiti e si compiace che il piacere che deforma il loro viso derivi da lui stesso. La sua mente sta pensando troppo, è bene che scemi all'istante o potrebbe cedere e spingere la donna sul bancone mandando all'aria la trattativa, o forse no? In verità è piuttosto certo che Olivia non lo rifiuterebbe. Ha come la sensazione che lei viva di mancanze carnali e intense.
    Ne ha la conferma assoluta quando distoglie lo sguardo, è brava a nascondere l'imbarazzo a dire il vero ma gli ha fornito la risposta che lui voleva. Parla di pozioni, di ingredienti. Se le fa piacere mi conceda la lista dei suoi fornitori, per quanto riguarda pozioni e ingredientistica le confermo che ho i miei contatti, ho comunque l'intenzione di selezionare un aiutante se la mole di lavoro è ingestibile da solo. Kolesnik a dire il verso sa che avrà bisogno di un altra figura, un pozionista esperto magari sarebbe stato l'ideale. Come desidera risponde al suo invito, entrambe le mani si appoggiano sul pomello del bastone, stringono forte e ruotano leggermente, chiaro segno che vuole seguirla. Per lui poteva andare anche per il retro polveroso, non era necessaria una bottiglia da stappare. I suoi pensieri si stanno facendo fitti e non è certo che a lungo andare riesce a starle distante di molto. La seguo aggiunge annuendo quando parla del Paiolo Magico. C'è già stato ma vuole vedere come gestisce la cosa Olivia. Ne è curioso. Si dirigono fuori dal negozio, la affianca come se la conoscesse da una vita perchè stare dietro non gli è mai piaciuto. Certo, in altri frangenti stare dietro lo aggrada eccome. Sposta la punta del bastone di qua e di là, osserva il vicolo dove alcuni maghi incappucciati vanno e vengono. Gli piace quel posto, come la compagnia che al momento sta magneticamente attirando i suoi ormoni.
    Entrano nel locale, vede le candele sciolte da secoli sulle mensole, sa che non verranno mai tolte perchè i componenti dell'arrendo del paiolo solo anche quelli. L'odore di fuliggine, fumo e liquori invecchiati lo fanno sentire a suo agio. E' difficile che uno come lui si senta a disagio comunque: se fosse invitato ad una festa lui ci andrebbe in altre vesti. Toglierebbe quel lungo pastrano, getterebbe gli stivali altrove e se necessario si presenterebbe in camicia confondendosi con tutti gli altri invitati. Di certo il suo essere inelegante e sgradevole non cambierebbe, ma dal punto di vista dell'aspetto sarebbe un perfetto invitato come gli altri.
    Scaccia i pensieri di indumenti che profumano di sapone e segue in silenzio Olivia per una scala stretta che scricchiola sotto ai suoi possenti piedi. Si volta verso l'inserviente che conosce la donna e pertanto non ha posto domande. Lo sta guardando con lo sguardo incuriosito da dietro al bancone consunto che necessita sicuramente di una profonda pulita per gli schizzinosi ma non per lui. Sbatte un gruzzoletto di monete sul bancone e con il pugno reclama una bottiglia di invecchiato che non tarda ad arrivare. La brandisce dal collo travisando i bicchieri graffiati che ha avanzato, raggiunge Olivia con tonfi sicuri e se ne frega categoricamente che lei non possa gradire una bevuta alla vecchia maniera: direttamente con la bocca. Lui è così, beve con la bocca, si pulisce con la manica e sbatte la bottiglia su tavolo: ma è tutt'altro ciò che desidera vedere quest'oggi. Vuole capire che effetto gli fanno le labbra di lei quando beve. E' maniacale? Certo se lei non portasse un vestito stretto che pronuncia le curve del culo e delle tette lui probabilmente non sarebbe stato così attirato da questi dettagli.
    Il tonfo della porta è l'ultima cosa che sente prima di ritrovarsi da solo in sua compagnia in quella stanza poco confortevole per una nobildonna ma non per uno che ha vissuto in una topaia a lungo. Sprofonda in una poltrona che cigola, miscela il liquido dentro la bottiglia, lo alza in sua direzione e ne beve un sorso lungo. La barba intorno alla bocca si bagna, l'asciuga con la manica e poi si toglie il lungo cappotto gettandolo attraverso il bracciolo. Parliamo della quota mensile o trimestrale dice Kolesnik intersecando gli occhi di lei a distanza, ne studia di nuovo il portamento e con un gesto di miscelazione la invita a bere. Parliamo di ciò che serve, poi festeggeremo il tutto. E con tutto lui intende davvero tutto ciò che ha in mente. Nulla di più e nulla di meno. Intende firmare un qualcosa che gli assicuri il possesso del negozio, conoscere la cifra che le deve e potranno scolarsi quel distillato in santa pace.
    Ha notato il baldacchino alle sue spalle ma non è un uomo dalle tradizionali esigenze, quando il sangue gli pompa altrove e gli ormoni sono in circolo lui è quasi paragonabile ad un animale. Non gli interessano i dolori alle ginocchia, le fasi preparative e le sciocchezze che si aspettano le coppiette dei tempi d'oggi.

     
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