Illusion.

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    Avere una divisa verde argento era un vantaggio.
    Avere della polisucco anche.
    Metterli in uso entrambi beh, allora la cosa si fa interessante.

    Non avevo restituito volontariamente la toga datomi da Noah. Giaceva da qualche settimana nell'armadio in dormitorio. E ora, che avevo in mente di trafficare in solitaria era giunto il momento di usarla. La metto all'interno dello zaino in cuoio, insieme a ciò che mi serve quest'oggi, castando un incantesimo riduttivo per gli oggetti ingombranti.
    Mi butto la stanza alle spalle, giù per i scalini di corsa e mi rifugio nel bagno degli studenti. Apro la boccetta che custodisco gelosamente. Quel capello mi sarà utile ora. L'ho trovato sulla superficie del tessuto e l'ho conservato. Prima che la natura lo porti a degradarsi come polvere vale la pena di tentare ciò che penso di riuscire a portare a termine.
    Un sorso di quella schifezza, che sa di terra umida e di qualcosa di indescrivibile: vomitevole in poche parole. Mando giù mentre nella piccola cabina del bagno mi rigiro in preda a degli spasmi. Porca miseria, che sensazione del cazzo. I brividi mi fanno trasalire, sento i muscoli tirare. Che il proprietario di questa divisa fosse estremamente più alto di me? mi domando sentendo che le ossa sembrano allungarsi come per magia. Esatto, si tratta di una magia complicata ma ben riuscita. Schiocco il collo, sentendomi adesso padrona del mio corpo: sono una ragazza, lo capisco dal seno sotto al mio mento. Oh bene.

    Indosso il vestiario corretto nascondendo i miei effetti dentro allo zaino e me ne esco con disinvoltura nel corridoio principale.
    Qualsiasi persona io incontri non può sapere la mia vera identità, nulla che indosso e che farò porterà nozioni utili a capire che sono io. Anche l'accento non sarà dell'est. Certo, un concasato della proprietaria dell'ufficiale vestiario, oppure lei stessa, può porsi due domande. Ma perchè mai dovrebbe succedere? Agli occhi di un ignaro sono una serpe un giorno come gli altri.
    Svolto verso l'arco di pietra e vado verso l'esterno. Sotto ai miei piedi scricchiolano terriccio e rametti caduti da tempo, congelati dalle temperature. Non c'è anima viva oggi, continuo verso lo spiazzo verdastro che include il salice schiaffeggiante noto comunemente come platano picchiatore. Nella natura è una pianta mansueta, perchè dorme e riposa la maggior parte del tempo; il suo problema principale è che è possessivo del suo spazio e ama il silenzio. Lungi da me, anima e cervello Corvonero, arrecare fastidio più del dovuto. Non serve un Immobilus in questo momento, basta fare attenzione o sarà l'ultima cosa che farò oggi e nella mia vita. Cerco di evitare rami che si spezzano, seleziono bene dove metto i piedi, mi avvicino notando che dei rami stanno ruotando in direzione di uccelli che cinguettano. Si muovono lenti, quasi sinuosi e indisturbati. Mi guardo intorno e mi avvicino all'entrata, mentre un ramo più spesso giunge da destra, il moto è accelerato e ho come l'impressione che stia giocando d'astuzia proprio come me: ha sentito che sono lì ma non ha ancora cominciato a dimenarsi. Ora o mai più mi dico. Accelero il passo e raggiungo quel varco alto circa un metro e mezzo, separa il terreno umido dalle radici secolari impiantate nel terreno. Un occhio poco attento non avrebbe mai pensato a rifugiarsi li oppure ad esplorare. Mi infilo con una scivolata che va a terminare a ridosso delle pareti del passaggio. E' buio, c'è odore di decomposizione e con la bacchetta puntata casto un lumos in direzione del nulla. Bene, dove porti? E' vero che mi troverò al sobborgo magico? Bando alle ciance e alle dicerie, voglio vederlo da me.
    La studentessa di cui ho assunto le sembianze di chiama Azzurra Hughes.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 16/1/2021, 22:56
     
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    Come aveva fatto Karen ad allontanarsi cosi in fretta da Hogsmeade quel giorno? Se lo era domandato più volte. Aveva sottovalutato la ragazza. L'aveva limitata al suo anno, alla sua casata e all'apparenza cosi aveva pagato lo sbaglio. L'attacco a sorpresa era stato inaspettato e doloroso, molto. Ma quello che lo aveva infastidito era stata la rapida ritirata della cucciolo d'uomo. Era svanita nel nulla senza lasciare traccia e dargli la possibilità di punirla. Quel giorno la ragazza si era destreggiata bene sotto pressione, era preparata. Qualcuno, ne era certo, la stava addestrando ma non credeva in Salvatore era pur sempre uno studente, c'era dell'altro. Troppa fredda e calcolatrice si era mossa rapida doveva esserci un soldato dietro o comunque qualcuno di addestrato. La rossa si stava rivelando una vera sfida. E lui prima o poi 'l'avrebbe vinta perchè è cosi che agisce una serpe lenta e attenta calcola il momento giusto per attaccare e quando lo fa è rapida e letale. La giovane leonessa poteva prepararsi quanto voleva, che si circondasse di guardie o meno lui l'aveva morsa e il suo veleno era letale. Durante il suo periodo da Vigilantes, di cui portava ancora il marchio luminoso, lo avevano avvisato di alcuni passaggi segreti ma non ci aveva mai prestato attenzione. Karen ne aveva usato uno era l'unica spiegazione che aveva in mente. Ma vista l'attuale situazione, il fiato della preside sempre sul collo, era nel mirino di Krueger e persino i Prefetti e Caposcuola avrebbe fatto comodo pure a lui muoversi attraverso loro. Non gli era sfuggito lo sguardo del Caposcuola dei Grifondoro e da come lo guardava era evidente che aveva qualcosa da dirgli non era il caso di farlo aspettare, si doveva presentare. Ghigna divertito gustandosi in anticipo il loro incontro. A Hogwarts se sapevi dove cercare e al prezzo giusto non era difficile avere le informazioni, specialmente se vivevi nei sotterranei in compagnia di persone maniache del controllo. Non era contento della sua casata, l'idea che aveva lui dei figli di Salazar era molto lontana dall'attuale politica e comportamento dei suoi compagni di casata. Però erano affidabili quando si stava cercando qualcosa, specialmente se proibito, segreto o oscuro. Ed eccolo di fronte all'albero che aveva sempre ignorato. Non sapeva niente di quell'arbusto tranne che era famoso e ora qualche idea se l'era fatta del motivo. C'era un passaggio, un'idea molto fiabesca a Lewis Carroll sarebbe piaciuto, ma Noah non aveva idea di dove conducesse. Il suo compagno gli aveva suggerito il luogo ma non aveva detto altro. Era stato decisamente criptico e enigmatico al riguardo. Noah si avvicina e gira attorno al tronco non particolarmente alto o grosso, si guarda i piedi perchè ha sentito sibilare qualcosa che si sta muovendo. è pronto a dare un calcio a un serpente o qualche altra bestiaccia quando nota l'ombra dei rami per terra muoversi, qualcosa lo urta in pieno petto scaraventandolo a un metro di distanza. Il lupo si era appena preso letteralmente una bastonata. Rotola per terra, si solleva dolorante e si mette a quattro zampe mentre tossisce. Non morirà ma ha fatto male, parecchio. Si rimette in piedi con il petto in fiamme e solleva un dito verso l'albero per chiedere il time out. Ora ne era certo non piaceva neanche ai suoi compagni del dormitorio. Il pezzo di merda non lo aveva avvisato della parte più importante e Cavendish ne era certo che lo aveva tenuto nascosto volontariamente. Quindi quel coso in qualche modo era vivo e reagiva, si si Hogwarts era un luogo tranquillo e sicuro. Studia la pianta da lontano e lancia alcuni sassi per vedere i suoi tempi di reazione, un sasso torna indietro e sfiora la sua testa quella pianta giocava meglio dei battitori di Quidditch. Ci mette un pò fino a quando non è sicuro di aver visto una fessura ne è quasi certo. Ora deve solo prendere rapidamente la mira e sperare di non sbagliare. Si strofina le mani per darsi la carica e corre verso le potenziali botte, solo all'ultimo si lancia in scivolata mentre si stringe e contrae i muscoli pronto a prendere un'altro colpo ma non accade nulla. Preoccupato di essere colpito aveva chiuso gli occhi e una volta aperti scopre che al buio in un luogo più spazioso di quanto si immaginasse è c'e odore di chiuso e luogo dimenticato. Si alza e si pulisce con qualche colpo delle mani la veste mentre si osserva attorno. Di certo non è un posto popolare e usato, anzi da come è messo tutto indica che nessuno ci passa da tempo. L'odore acre della terra e quello pungente del chiuso inizialmente hanno nascosto un'altro odore, non è solo. Qualcuno è passato di li da poco e Noah non ha idea di chi. Si avvicina cauto alla fonte di luce. Spera che non sia un'autorità perché non ha voglia di dare spiegazioni o attirare ulteriormente l'attenzione su di se.
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    Tengo la bacchetta fra indice e pollice, verticale con il braccio teso davanti a me, illumino quelle che sembrano le pareti di un tunnel scavato nel terreno. Lunghe e malfatte radici pendono sul mio capo, sfiorando i mori ricci al mio cammino. Mi tocco la testa e mi guardo intorno più volte, il passaggio è largo meno di due metri, alto poco più di me e l'aria è umida e l'odore ad ogni passo sembra più acre del previsto. Non essendo schizzinosa, sopporto bene, sobbalzo un paio di volte quando sento graffiare sopra i miei stivali in pelle: un paio di grossi ratti dal pelo spelacchiato corrono nella direzione in cui sto andando. Squittiscono e spariscono al buio. Fruscii mi spingono a spostare il faro di luce ovunque, alla ricerca della fonte. Ragni di diverse dimensioni scendono da scuri rizomi penzolanti.
    Con il fiato sospeso e l'orecchio teso vado avanti; Arresto i piedi quando odo uno sfregamento e un leggero eco alle mie spalle. Mi volto precipitosamente mentre il mio battito accelera tutto d'un tratto. Qualcuno mi ha vista? Professori o il guardiano? Mando giù un groppo di saliva, ricordandomi che ho i minuti contati, circa quaranta dall'ingestione della pozione e di essa ne ho giusto un altro sorso. I miei programmi non andavano oltre l'ora, una di margine sarebbe stata più che sufficiente; certo, non per intoppi che andavano a interessare corpo scolastico o altri casini. Un brivido mi percorre la schiena. I rumori vengono verso di me. Rimango immobile, alzo la bacchetta sopra il mio capo illuminando per bene verso l'entrata
    Se compare una bestia di qualche genere devo essere pronta a lanciare un pietrificus o un impedimenta, poi vedrò come agire. Pensa, pensa, se è un insegnante? Fuggire è una scelta piuttosto stupida, sia da me che in queste vesti.
    Si sta avvicinando.
    Sono certa, sono passi d'uomo
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    Il mio fiato si fa teso, gli occhi dilatati e puntati sul nerume del tondeggiante passaggio, illuminato dalla luce bianca tremolante. Compare una figura famigliare e più avanza più ne riconosco i dettagli. Ha la faccia sporca di terriccio, sta borbottando e con le mani scosta residui lasciati dall'ingresso. Ha scavalcato l'ira del platano dunque?

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    Cavendish! dico cercando di nascondere la tensione che mi ha provocato il suo inaspettato arrivo nel tunnel sotto al grande albero magico. Mantengo un fare sorpreso ma non troppo, in che rapporti può essere Noah con la studente di cui ho utilizzato il capello? Non studio i suoi legami, nè so gran poco. Mi interesso visivamente anche poco al tavolo dei Serpeverde ai pasti, quindi non so assolutamente un cazzo di lui e la Hughes. Bella merda concludo. Esploratore oggi? avanzo una domanda di cui non me ne frega molto della risposta. Mi pongo di lato e con il mento faccio cenno al fondo del tunnel terroso. Dicono prima le donne riprendo facendo spallucce. Non sono certa che questo atteggiamento sia proprio della sua concasata, se mi maschero bene, se mi scopre va bene lo stesso, Noah non è uno che fa la spia. Mi è bastata la sua complicità in biblioteca per capire che possono mascherarmi da tutti nell'operazione di oggi, se la copertura dovrebbe saltare ai suoi occhi, non me ne fotte granchè. Chissà se il suo cervello sta già partorendo domande o se sono stata una buona attrice fin quì. Però per stavolta vada per proseguire insieme, vuoi? Abbasso la testa mentre vado avanti, col braccio sinistro sfrego la parete e un fruscio attira le nostre orecchie tese. La bacchetta illumina una massa di medie dimensioni al centro del percorso, osservando bene è un serpente attorcigliato su se stesso. La cute squamosa è nera come la pece, lucida come vernice. La luce lo ha infastidito, è per questo che la sua testa e lingua si alzano dal suolo e i suoi occhi puntano in nostra direzione.
     
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    Preme il suo corpo contro il muro conta sull'ambiente e l'oscurità per mimetizzarsi. Respira piano e tiene gli occhi puntati sul raggio di luce, dalla sua posizione non è in grado di dire con certezza in che direzione sta andando. Ha quasi la sensazione che la persona, come lui, sta esplorando il luogo o cercando qualcosa. Potrebbe essere chiunque teme nel custode o in un professore che sta verificando le condizioni del luogo. Si chiede se l'uso dei passaggi segreti viola in qualche modo qualche regola, non ne è sicuro. La sua testa elabora piani ed eventuali giustificazioni se verrà scoperto. L'odore di chiuso rende al licantropo difficoltoso identificare chi sia l'altro soggetto. Sta valutando se in un attacco a sorpresa o furtivo per allontanarsi in tutta sicurezza quando il raggio si scopre essere più vicino del dovuto. La donna urla il suo cognome nello stesso istante in cui allontana con un colpo della mano la bacchetta di lei dal suo viso. Stava usando gli occhi della bestia per vedere al buio la luce improvvisa lo aveva quasi accecato inoltre non voleva rischiare di prendersi un incantesimo in piena faccia. Si strofina gli occhi e quando li apre cerca di identificare rapidamente chi ha di fronte. Azzurra? La sua compagna di casata era totalmente fuori luogo. Si sarebbe aspettato chiunque tranne lei è una sorpresa ma non sa ancora se gradita. Che cavolo ci faceva li? non sembrava una tipa da esplorazioni e luoghi discutibili. L'aveva sempre vista come una ragazza chic che non si sarebbe mai sporcata le scarpe in un luogo cosi.-Che cazzo ci fai qui, Hughes?- A differenza di lei lui era interessato alla risposta. La ragazza non era colei che pensava a quanto pare si era fatto un'idea totalmente sbagliata di lei ma ciò non toglieva che cosa ci facesse li e come aveva scoperto di sto posto?-Come conosci questo luogo?- Era evidente che questo passaggio segreto non era poi cosi segreto a quanto pare. Scambiarsi le informazioni su quel luogo sarebbe stato utile per entrambe maggiori informazioni voleva dire minori pericoli o sorpresa da affrontare.-Divertente!- Risponde alla frase di lei su prima le donne. La spinge piano facendola avanzare di fronte a lui, si permette di invadere il suo spazio privato perchè per lei non è di certo una sorpresa averlo dietro o sentire le sue mani sul suo corpo. Anzi ormai sa bene che Noah tocca quello che vuole quando lo vuole. Rammenta alcuni episodi privati tra loro due e squadra il suo corpo perfettamente consapevole di cosa nascondono quelle vesti. Nota che la camminata di lei è leggermente diversa gli ricorda qualcuno ma ora è troppo preso dalla loro situazione per farsi delle domande.-Non è la prima volta che affrontiamo insieme un luogo buio, vero?!- Le fa l'occhiolino mentre sussurra alle sue spalle divertito. Lei si ferma di colpo e lui con due passi la raggiunge dalla sua posizione non poteva vedere ora si. Il loro viaggio è stato interrotto dalla presenza di quello che sembra una grossa serpe Noah la fissa e il suo sguardo si fa vitreo. La supera camminando lento con gli occhi puntati sulla creatura. Come in trance inizia a sibilare e sussurrare in una lingua affine al verso dei serpenti. Si avvicina lento ma sicuro per poi voltarsi verso la ragazza di scatto e dire:-No scherzavo! Non so parlare con loro, anzi probabilmente l'ho fatto incazzare.-Ghigna divertito spera di averla fatta cagare sotto.-Prima le donne?- Le fa il verso e la invita con la mano a risolvere lei il problema. Ora che ci pensa non l'aveva mai vista realmente in azione. Cioè con una bacchetta in mano si ma non era consona alla situazione in cui erano.-Solo non fare del male alle creatura.- Il suo non è un invito è chiaramente un'ordine.
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    La faccia sorpresa di Noah mi fa quasi ridere, devo davvero trattenermi. Mi soffermo un attimo sulle ombre che la bacchetta e l'ambiente gettano sul viso del ragazzo, così perfetto anche se sporco. Sorrido appena, i suoi occhi che mi fissano e la domanda che mi pone mi fanno optare del fatto che la signorina di cui porto il volto quest'ora contata non sia consona per dove mi trovo al momento. Non che io voglia nascondermi da lui, sia chiaro, da tutti tranne che da lui. Infine la complicità che abbiamo, vista non solo in biblioteca di cui stiamo attendendo poi le conseguenze del fatto, non è cosa scontata. Devo dire che mi garba anzi, mi attira come un magnete. Ciononostante, perchè non usufruire delle caratteristiche corporee di un'altra persona in questo arco di tempo? La prendo quasi come una sfida tra di noi, sicura comunque che Noah non è per nulla uno stupido. Anzi, ho potuto testare il suo acume attraverso i nostri incontri. Frequenti nell'ultimo periodo mai scontati. Con Cavendish riesco ad essere me stessa, mi riesce facile, il che mi porta a non dovermi neppur controllare. Per troppo tempo sono stata in qualche modo sedata oppure se meglio vogliamo dirlo, tamponata dal fatto che le cose andavano diversamente. La situazione nell'insieme era diversa. Però una regola vince su tutto: non puoi cambiare una persona nel profondo. Ed è quello che io sostengo alle basi di ogni rapporto, amicizia, amore o che altro sia: non cambiare lo persone, accettale per quello che sono.
    In tutto questo non mi sento diversa, percepisco solo che sono senza catene. Libera di essere me stessa, senza essere giudicata. E' presto per dire che Noah non lo farà mai, ma credo che sia, nella sua complicatezza, un ragazzo che non intende mutarmi in alcun modo. Ed è per questo che lo apprezzo, perchè è tutto così naturale. Tutto questo rimane silente, aleggia l'intesa e io mi godo momento dopo momento senza pormi domande e mi baso sul fatto che tutto ciò che sto facendo lo compio perchè mi piace.

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    Cosa ti fa pensare che io non possa trovarmi quì, Cavendish? rispondo di rimando, probabilmente si sta già facendo sue domande. Stupiscimi, Noah, quanto devi studiarmi per capire che sono io sotto queste vesti? Probabilmente Azzurra non è ragazza da ficcarsi fra il terreno umido sotto ad un albero dannato, nè una che al passaggio di topi, ragni e ragnatele soffoca un urlo disperato. Non lo conosco, è la prima volta che mi ritrovo quì. Ebbene sì, lo sta facendo direttamente o indirettamente, ma sta sciogliendo pian piano le vesti che porto. Ogni quesito porta più domande che risposte.
    Ridacchia al mio invito, mi ritrovo le sue mani a spingermi da dietro con annessa battuta con fondo di verità. Dunque la Hughes è una delle sue "amiche" di letto. Merda. Non potevo incappare in un capello diverso. Penso fra me mentre comincio a partorire l'idea che se devo reggere la farsa devo imitare meglio la parte. Già rispondo mentre allude al tempo che loro hanno passato insieme a ricercare la soddisfazione sessuale. Devo ammettere che nonostante la franchezza con cui lui ammette in vari momenti di esser stato con varie donne e di fantasticare su altre, non mi infastidisce. Mi viene quasi da ridere pensando a come la Serpeverde che impersono in questo momento dovrebbe rispondere: Se ti comporti bene stasera dopo il banchetto è probabile che faremo un remember, intesi? ridacchio sonoramente avanzando con la bacchetta alzata verso il fondo. O forse prima.
    Alla vista della biscia nera e piuttosto imponente Noah passa avanti, intona quello che sembra un discorso in serpentese. Ma che cazz..? Quando allude al fatto che mi ha preso per i fondelli lo guardo di sbieco ponendo le mani sulle anche a formare un angolo da entrambi i lati. Bene, ora si che siamo a cavallo! rispondo in sua direzione sbuffando. Mi pongo i lato, lo intimo a fare luce mentre il mio lumos svanisce. Sì, hai ragione, prima le donne rispondo retorica. Fargli del male? Ma per chi mi ha preso? Di certo non mi metto a tagliuzzare una bestia per il gusto di farlo, la cui natura è muoversi esattamente come fa.
    Il serpente si aizza, è davvero incazzato. Grazie Noah, gentilissimo. Punto la bacchetta e non intendo fare altro che spostarlo e non farlo innervosire più del dovuto. Un semplice incanto levitante azionato a trasportarlo sopra le nostre teste, come una massa in movimento e scurissima. Lo abbandono dietro di noi a parecchi metri. Anche se fosse intenzionato a venirci incontro di nuovo abbiamo qualche minuto di vantaggio. Andiamo! dico scuotendo il capo, il tunnel è libero. Vediamo dove porta. Non credo che la signorina Hughes sia dedita all'esplorazione. Non importa. Proseguiamo con le bacchette alzate, facendo attenziona alla testa e alle radici che penzolano. Alcuni ragni si attaccano alla toga che porto, altri al suo vestiario, che scaccio con un incanto simile ad un soffio poco più potente di quello che farei con la bocca.
    Giungiamo davanti a quella che sembra una scala malconcia, ci sono cinque scalini dinanzi a noi fra cui tre sfondati. Li sorpasso con un balzo, quasi perdendo l'equilibrio, una trave marcia pende dal soffitto terroso. La porta scura e graffiata in più punti è chiusa con un lucchetto grosso quanto due delle mie mani. Alohomora sibilo. Mi domando che razza di bestia abbia provocato tali incisioni. Essa si apre verso l'interno rivelando un buio pesto e un ambiente che puzza di polvere e di chiuso. La luce bianca della bacchetta di ciliegio mi accompagna e Noah con la sua sta al mio fianco.

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    Dove siamo? domando per capire se lui c'è già stato.
    Non riesco a capire quanto grande sia la stanza dove siamo entrati a causa del buio intenso. Il pavimento in legno scricchiola sotto ai miei piedi. Ci deve essere qualcosa da accendere penso. Siamo al chiuso, non vi sono fiotti d'aria. E aleggia uno strano silenzio. Graffi leggeri sul pavimento preludono la presenza di qualche roditore che fugge, spero che non vi siano altri serpenti come sorpresa. Punto quelli che sembrano alla vista dei candelabri da parete, sono dismessi ma sufficienti una volta accesi a darci l'idea della profondità di dove ci troviamo.
    Ed è così che con la luce fioca e tremolante di essi ci ritroviamo ad osservare una stanza impolverata, con le pareti di carta da parati vintage, strappata in alcuni punti, un tavolo dismesso in un angolo, un paio di bicchieri a terra rotti in più parti, un paio di vecchie poltrone sfondate e quello che sembra un biliardo babbano o forse ci assomiglia. Un caminetto spento con cenere sparsa nei pressi. Fa freddo quì dentro, ma non sono una lementona.
    Me ne frego della polvere, svuoto le tasche sopra una delle poltrone.
    Allora è così, siamo alla Stamberga, il passaggio esiste. Posto perfetto per la pozione che volevo fare. I sotterranei sono comunque un buon nascondiglio.
    Schiarisco la voce mentre estraggo anche una pergamena con gli appunti della procedura e controllo gli ingredienti portati appresso. Non so se Azzurra sia una pozionista, però io sì. L'indizio che forse risponderà definitivamente ai suoi dubbi, anche se so benissimo che Noah ha capito tutto. Mi domando, quando me lo faccia capire. Stai giocando anche tu a questo gioco? Voltandomi sorrido di lato mentre non mi sta guardando. Appena scioglieremo il dilemma per entrambi probabilmente ce la rideremo. Oppure, perchè non tirare la corda fino a vedere come va a finire quest'oggi? Allora Noah lo richiamo mentre mi siedo a gambe incrociate sul pavimento impolverato. Mi fai compagnia per una pozione che mi interessa? o che ci potrebbe interessare più avanti?
    La pergamena riporta la seguente dicitura: Pozione Obliviosa modificata, potenziata con polvere di madreperla. Effetto: amnesia per l'ora antecedente, disturbi mnemonici per i due giorni consecutivi.
     
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    Nonostante il sorriso provocatorio e lo sguardo ammiccante Noah la sta osservando. Preso dal luogo e la sorpresa inaspettata di trovare la persona meno adeguata a quel luogo non ci aveva fatto subito caso ma ora ne era certo, lei lo stava studiando. Il suo sguardo apparentemente innocuo che si era posato sul suo viso poteva passare per casuale ma non con lui. La sua natura di lupo lo portava a studiare e analizzare chi aveva di fronte per farsi un'idea di chi fosse. Tra lui e la mora non c'erano mai stati problemi, anzi, si parlavano poco ma compensavano scopando tanto. Lui l'apprezzava perchè dopo l'amplesso non si aspettava niente da lui ed era in grado di reggere i suoi ritmi animaleschi. Era una bella ragazza ma sembrava sempre cosi annoiata da tutto, aveva la sensazione che lo frequentasse perchè era fuori dall'ordinario. Noah se ne fotteva delle regole o del buon costume quando aveva voglia la prendeva dove capitava e in qualsiasi orario. Si domanda se si ricorda di quella volta sul divano nella sala principale del loro dormitorio. Lei stava sopra e dava le spalle all'entrata lui era troppo preso dal movimento del suo bacino e il seno in movimento per fare attenzione ad un eventuale pubblico, ma proprio li stava il divertimento il rischio di essere scoperti. Mentre camminano non può a fare a meno di notare che la Hughes sembra non essere completamente padrona del suo corpo, sono piccoli movimenti quasi impercettibile ma che il suo istinto da cacciatore per lui diventa facile da notare, è come se lei stesse cercando di adattarsi a qualcosa. Forse è sola paranoia si dice che sta facendo troppo il sospettoso.-I tuoi soldi e i tuoi titoli nobiliari Hughes.- Le risponde alla domanda.-Una Hughes che si sporca e non si trova all'interno di una gioielliera o qualche luogo esclusivo ...mai visto.- Infatti cazzo era strano assai. Che cazzo ci faceva davvero li? Continua ad avanzare con lei e suppone che presto lo scoprirà.-Te lo richiedo come sei venuta a conoscenza di questo luogo?- Si fa più duro e insistente con la domanda. Deve capire quanti conoscono questo luogo e come ne ha avuto l'informazione. Lui aveva bisogno di un luogo segreto dove agire indisturbato e questo era prossimo alla bocciatura da parte sua visto che la prima volta che ci era entrato aveva trovato una persona. Luogo segreto un cazzo.-Stasera?- Le domanda.-Da quando ci diamo appuntamento?- Questa era una novità, loro due non si davano appuntamento se si beccavano e avevano voglia lo facevano.-Comportarmi bene è? Quindi sei una da "trattami come una regina, scopami come una puttana?"- Ghigna divertito.-Allora come vuole lei sua maestà.- La deride mimando un piccolo inchino. Ok ora c'era quel cazzo di serpente da levare dai coglioni e lui era pronto ad intervenire nei confronti di lei. Sapeva bene che come la maggior parte dei suoi della sua casata lei non amava le creature quindi andava tenuta d'occhio. La sua recitazione non sembrava averla colpita particolarmente eppure era sicuro che per un'attimo ci fosse cascata. Far volare la serpe sopra la loro testa era una scelta discutibile visto che si distraeva si beccavano molto probabilmente un morso. E lui sapeva in caso che zona farsi mordere per poi farsi succhiare fuori da lei il veleno. La mora era veramente presa dallo scoprire dove stessero per finire. Stava costantemente davanti a lui, non perdeva tempo a liberarli da piccoli fastidi come i ragni senza battere un ciglio. Noah continua ad osservarla sempre più stranito da questa sua nuova versione. Con le mano sposta qualche radice e ogni tanto libera i capelli di lei da qualche corpo estraneo. Le donne le ama pulite e se sporche in caso solo del suo o del loro sudore. Quando lei tira fuori la bacchetta lui osserva il pezzo di lego ed è sicuro di averlo già visto. Lo ha avuto puntato in faccia ne è certo ma poi si ricorda che è avvenuto poco fa ma non è del tutto convinto ed è quasi convinto che sia la seconda volta che quella bacchetta nello specifico lo abbia minacciato.-Non ne ho idea...- Sussurra fermandosi alle spalle di lei a pochi centimetri dal suo corpo. Agita due volte la sua bacchetta in aria e due fuochi fatui si liberano in aria per tutto il tempo necessario seguiranno la coppia facendo luce nell'oscurità. Quel luogo è tetro e non ha paura ma sente che non dovrebbero essere li. Poi vedi dei dettagli incisi nel legno delle porte, nei muri e altri punti sparsi che attirano la sua attenzione. Quel luogo è stato abitato o frequentato da uno della sua specie. Si chiana e passa le dita dove ci sono dei graffi sbiaditi ma incisi in profondità nel pavimento. Sta per avvertire la ragazza quando il suo fiuto lo tranquillizza facendogli notare che non c'è alcun odore che possa metterlo in allarme. Lei lo distrae quando lo chiama per nome e si rialza concentrandosi sulla moretta.-Tutto sto casino per fare una pozione del cazzo?- Le domanda incredulo.-Viviamo nel luogo con il laboratorio di pozione probabilmente più rifornito di tutta l'Inghilterra e tu vieni qui?- La sorpassa e alza la bacchetta al cielo.-Tergeo!- Per i primi secondi non accade nulla poi una follata improvvisa di vento ripulisce loro e ogni singolo mobile o oggetto dalla sporcizia che si era accumulata nel tempo. Solo in quel momento Noah nota quanto questo luogo sia effettivamente bello.
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    Noah è uno a cui non sfuggono dettagli e le balle gli rimbalzano contro diventando talmente grosse che hanno le gambe non corte ma cortissime. Vi sono più incongruenze che scene teatrali ben svolte. In particolare i miei modi di fare e il mio catalizzatore sono caratteristiche che possono chiaramente farlo pensare. Mentre avanziamo non posso che percepire la sua insistenza riguardo la mia conoscenza del posto. Come dargli torto, infine una come la Huges non è persona adatta a tunnel incavati sporchi di qualsiasi cosa che non siano cipria o rossetto. A quanto pare la Serpeverde è una ragazza totalmente diversa da me e quindi qualsiasi risposta io darò a Cavendish non la riterrà corretta. Azzurra Huges è una tipa pulita e che sta seduta in un divano con le gambe piegate in un lato? Non lo so, me la immagino così nei miei pensieri. Coincidenze mormoro in sua risposta. Mento spudoratamente perchè non ho nessuna intenzione di dirgli, ora come ora mentre rivesto i panni di questa ragazza, che ho appreso vagamente l'esistenza di questo passaggio tramite il vociferare di alcuni studenti. Il castello ha le orecchie, ma anche la Rosencrantz le ha lunghe soprattutto quando si tratta di cose misteriose, accattivanti e pericolose. A dire il vero ci avevo pensato molto perchè le due informazioni che avevo origliato erano assai ambigue; mi ero chiesta se esisteva davvero o se si trattava di un racconto tramandato per anni fra le mura del castello. Mi ero decisa a verificare coi miei occhi e solo davanti alla grande radice in cui mi infilai successivamente, avevo avuto la risposta.
    A tempo debito gli racconterò di come stanno davvero le cose, anche prima del previsto se quest'oggi va come prevedo, dopotutto è stato leale in biblioteca e potrei vagamente pensare che ciò che sto elaborando nella mia testa potrà non solo interessargli ma potremmo renderci conto di avere un fine comune. Dire che ho un'idea di cosa si svilupperà oggi è una parola grossa, imparando a conoscere Noah mi sono resa conto che lui è imprevedibile, quanto me del resto. Alle volte anche io parto da un'idea e la stravolgo innumerevoli volte prima di portarla al termine.
    Seduta a gambe incrociate mi allungo sopra a quello che è un calderone stra usato, riportato alla dimensione caratteristica. Noah ripulisce la stanza con un tocco di bacchetta e del vento sposta i miei capelli facendomi starnutire rumorosamente portando con se l'ultimo granello di polvere che va a sparire. La stanza risulta ai nostri occhi completamente differente: quello che ho scambiato per un biliardo è un pezzo di arredamento ora ben pulito e anche se datato, guardabile. L'ambiente è in sè bellissimo, probabilmente ha bisogno di essere riordinato per quanto riguarda il modo un po' caotico in cui sono posizionati i complementi d'arredo. Ma tutto sommato mi lascia di stucco con le mani sul flacone di acqua di fiume. Infine col contagocce vado a contarne il numero esatto, la fiamma che ho acceso sotto al fondo del calderone riscalda il tutto. Già una pozione del cazzo dico seccata alzando un sopracciglio. Le radici di valeriana le strappo a metà e le aggiungo con precisione all'intruglio. La Huges come è messa in pozioni? è l'ultima domanda che mi faccio, per semplice curiosità, quando l'effetto svanirà metterà insieme il puzzle da solo. Gli fornirò le risposte di cui ha bisogno e allora nulla li sembrerà così tanto strano o fuori dall'ordinario. Di certo non mi sono celata da tutti per una pozione. Proseguo con i passaggi, aggiungendo le scaglie di madreperla pestate finemente prima dell'ultimo step. In sè la pozione base non ha bisogno di molte accuratezze, la modifica attuata dalla sottoscritta dopo consulto di innumerevoli tomi mi rende scrupolosa nel passaggio finale: la polvere di madreperla non si scioglie e la buona riuscita del tutto è visibile ad occhio nudo e si riferisce ad un liquido verdognolo con riflessi metallizzati. E' riuscita e attendo che si raffreddi prima di travasarla in una boccetta di vetro con il tappo di sughero che ho portato avvolta dentro ad un fazzoletto di seta bordeaux. Il flacone scivola a terra, rotolando per la sua lunghezza, davanti a me fino al piede di Noah.

    Sciolgo le gambe e mi avvicino a lui, raccogliendo il piccolo contenitore e puntando gli occhi scuri (al momento) sui suoi. Straordinario, non credi? commento alludendo al luogo. E' perfetto, ma questo glielo dirò dopo. Adesso che questa pozione del cazzo, come dici tu è pronta, vuoi capire perchè mi trovo quì? Piego la testa di lato con uno sguardo che è tutto un programma. Mi pongo di fronte al suo viso, bruciando quel metro che ci separa con un solo passo, la toga svolazza dietro la mia schiena. Mi avvicino al suo orecchio sinistro soffiandolo appena sul lobo. O forse no.. non è il momento ancora.. può attendere. Dopotutto a noi non piacciono gli appuntamenti, umh? sussurro con nota maliziosa. Chiudo gli occhi inspirando quei sentori olfattivi che ho sentito quella volta in biblioteca e che altrove nel castello riconducono a lui o al suo passaggio. Appoggio le labbra sul suo collo indugiando un po' e successivamente, avida, ne mordo la pelle con un fare decisamente istigatore.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 19/2/2021, 12:44
     
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    La polvere e il sudore che aveva addosso sono scomparsi quello che prova è una sensazione di fresco e pulito. Si guarda attorno girando lento sui tacchi e nonostante la scarsa visibilità il luogo ora è completamente pulito. La polvere e le ragnatele son scomparse cosi come l'aria sembra molto più salutare e limpida. Quel luogo andava restaurato e con l'ausilio della magia avrebbero fatto lavori che richiedevano giorni in poche ore. Con l'ambiente pulito i segni lasciati da uno della sua specie sono più evidenti, dubita che la Hughes possa capire a chi appartengono o sarebbe in allarme. Suppone che ci sia un'apertura da qualche parte e forse è da li che è entrato ma la vera domanda è perché? Probabilmente anni prima ci abitava qualcuno e lui forse era entrato attirato dall'odore e dalle luci ma guardando in che condizioni erano alcuni specchi e vetri inizia a pensare che per il malcapitato quella fosse più una gabbia. Non commenta la risposta della sua concasata ma si chiede perchè sia criptica e stia giocando al gioco della ragazza misteriosa con lui. A lui interessano i segreti perché saperli ti da del potere sulle persone ma odia faticare per scoprirli. Nota che la femmina umana è particolarmente silenziosa quel dì sembra che la maggior parte dei dibattiti avvengono nella sua mente non sa cosa le sta passando per la testa ma non ha intenzione di indagare per il momento. La Hughes sta riflettendo un pò troppo per i suoi gusti e ci mette più del solito a rispondere come se stesse elaborando qualcosa, di solito chi fa cosi sta mentendo. Ora loro erano intimi solo fisicamente ma al di fuori del sesso si parlavano appena ma ciononostante in lei quel giorno c'erano fin troppe cose fuori dall'ordinario. La ragazza non perde tempo seduta per terra ridimensiona a piacimento un calderone vecchio e usurato tra uno starnuto e l'altro.-Finiti i soldi?- Le commenta ironico osservando quel pezzo d'antiquario che sembrava intenzionata ad usare. Deduce che possa essere della sua famiglia ma dubita che sia stata lei a ridurlo cosi, ma da come si sta mettendo all'opera e la serietà nel suo sguardo forse si sbaglia. La pozionista si immerge nel suo lavoro e lui la lascia fare mentre si studia il luogo e sistema le lampade che trova durante l'esplorazione riportando attimo dopo attimo una visibilità accettabile. Se si è fatto un'idea precisa quel luogo è composto da due piani e loro sono all'interno di una villa ma non ha capito ancora esattamente in che punto, dovrebbe uscire per studiare il luogo ma in quel momento non ha alcuna voglia. Sa che hanno comunque fatto un bel pezzo di strada ma non ha tenuto d'occhio la direzione e la distanza. Quando ritorna da lei sistema con il Reparo il tavolo traballante che si trovava nella stanza della ragazza. Ne approfitta per osservarla al lavoro e guarda con interesse i giochi d'ombra che il fuoco sotto al calderone dipingono su di lei. Il suono del fuoco che scoppietta e varia di calore in base all'elemento che sta bruciando sono rilassanti e perfettamente in sintonia con quel periodo freddo. -Come fai ad avere tutti questi ingredienti?- Sa che sta facendo troppe domande al punto da risultare pesante ma alcuni ingredienti li conosce e non sono facili da reperire, specialmente per loro che sono studenti. Se tira fuori la storia dei soldi sa che sta mentendo perché nonostante i contanti ti diano accesso a qualsiasi cosa è comunque è quasi impossibile lasciare entrare al castello materiale pericoloso o fuori dalla loro portata. I controlli sono rigidi quindi se vuoi qualcosa devi averlo già al suo interno o rubarli, ma non le sembrava affatto quel tipo di persona. Sarebbe stato troppo scomodo e poco di classe per una come lei. Effettivamente anche questo luogo doveva esserlo ma evidentemente non la conosceva cosi bene, strano visto che di solito inquadrava le persone con facilità. All'apparenza la pozione fatta da lei non sembrava difficile ma sospetta che lo sembri semplicemente perchè lei si muove con abilità. Si alza in piedi e si stiracchia annoiato perchè odia stare fermo senza fare nulla ed è a quel punto che tutto si fa più interessante. L'oggetto che le serve è a suoi piedi e lui non farà in alcun modo lo sforzo di aiutarla, punta a qualcosa di preciso, o meglio a una situazione. Ed eccola che si china ai suoi piedi a raccoglierlo Noah nel vederla chinata a pochi centimetri dal suo sesso sente la tensione crescere nel basso ventre, ha dei ricordi precisi di lei in una situazione specifica che stanno accrescendo la sua libidine. Quando si alza sono a pochi centimetri e lui ha la sensazione che i pensieri e i desideri di lei in quel momento combaciano con i suoi. Non risponde alla sua prima domanda si limita ad osservarla con un sorriso complice. Quando infine la ragazza elimina i centimetri che li separa è il momento in cui sa cosa vuole esattamente in quel momento, lei. Si inebria con il suo odore e chiude appena gli occhi quando sente il calore delle labbra sul collo, quella era una zona a cui non era indifferente , quel morso poi innesca in in lui l'eccitazione. Il suo cuore non ha più un battito preciso è influenzato dagli ormoni e la pressione sanguina in aumento, il suo corpo gli sta dicendo chiaramente cosa vuole. Nel momento in cui la Hughes si allontana la prende deciso per il retro del collo e lo stringe quanto basta per non farla scappare e riportarla da lui. Non sente un vero contrasto da parte sua quindi l'azione avviene nell'immediato con fluidità. Appena è alla sua portata il suo viso si avvicina sicuro a quello di lei e chiude gli occhi mentre schiude le labbra per incastrarle tra le sue. Le muove decise in sintonia con il gesto intuitivo e morbido delle labbra di lei le sue mani cingono la vita della mora e l'avvicina al suo corpo con l'intento di premere il suo corpo contro di lei. Sta conducendo lui per il momento il gioco ed è esattamente ciò che vuole. Morbida e profumata, con il sapore caratteristico delle sue labbra in bocca aumenta il suo desiderio cosi il suo bacio si fa più intenso mentre le mani quasi autonomamente scivolano sulle natiche della mora delicate per poi stringerle possessive modellandole sotto la sua stretta. Si stacca solo quell'attimo che serve per sollevarla senza alcun problema dalle cosce e farla sedere sul bordo del tavolo.
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    Vengo catturata dal gesto delle sue dita che si intersecano al tessuto della mia divisa. Per una frazione di secondo punto le iridi scure sulle sue e accolgo le sue labbra, mettendoci a causa della pressione del suo corpo contro il mio, una velocità leggermente superiore alla media. Le lingue si cercando, si snodano una sull'altra, il respiro si fa nasale e mentre il suo braccio passa dietro alla mia schiena I miei arti superiori cingono il dorso del ragazzo. Gli occhi sono chiusi e il suo sapore prende via via a piacermi. Del resto non lo sto respingendo, quello che sta accadendo mi piace e non posso che sentirmi spinta a scoprire cosa celano i tessuti sotto alle mie dita. Esse si spostano centimetro dopo centimetro su ciò che riescono a sfiorare, indagatrici e decisamente atte a provocarlo.
    Percepisco il suo tocco, scendere verso la fine della schiena. Per un attimo mi irrigidisco, pensando che quel tocco é nuovo, o meglio mai approfondito come oggi, mi rilasso lentamente certa che non gli sia sfuggito. Mi abbandono di nuovo alle sue labbra, lasciandomi trascinare da alcuni passi verso il fondo della stanza.
    Senza rendermene conto, con le labbra che non osano staccarsi, appoggio il sedere al tavolo che Noah ha sistemato pochi minuti prima. In un secondo mi solleva, mi ritrovo seduta sul mobile di legno lavorato. Con la destra, dietro la sua schiena lo tiro verso di me, la testa si protrae verso la sua leggermente in su, ricercando il suo viso che per la differenza di altezza si ritrova leggermente più in alto che in precedenza.
    Il respiro comincia ad accelerare, il cuore a martellare e le mie dita non conoscono più freno. La toga che porto risulta un spiacevole intrigo, senza particolare difficoltà sfilo quel paio di bottoni che la tengono chiusa sotto al collo. Scivola a terra come un lenzuolo rimanendo in camicia, gonna e calze. Lo tiro a me, fino a che le sue gambe sono perpendicolari al piano del tavolo, scivolo più vicina e infine interseco i miei arti inferiori dietro ai suoi, trattenendolo.
    Il tutto prosegue con un bacio spinto, la lingua cerca, le labbra assaporando, la mente desidera e il corpo risponde.
    Con la destra delineo un segmento che risale il suo braccio teso verso di me. Risalgo fino alla spalla e mi soffermo sulla clavicola. Con l'indice unghiato graffio la pelle che arrossisce in poco tempo. Essa pulsa, é atta a generare un impulso che in questo momento non ha nulla a che vedere con un dolore fastidioso.
    Tutt'altro.
    Continua quì X



    Edited by vânjaRosèncrañtz - 11/3/2021, 00:18
     
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