Esperimenti

Vanja

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    Anita Zea Dorothy ArdéleanSerpeverdeI anno



    Avevo da sempre avuto la tendenza a spingermi oltre: oltre i limiti che mi venivano imposti, oltre il rifiuto dei miei genitori e della mia famiglia, oltre ciò che mi veniva insegnato. Non mi bastava mai, il rischio di cadere nella noia era sempre dietro l'angolo e quindi per scongiurare questa eventualità mi ritrovavo ad impegnarmi in qualche attività che avrebbe potuto stimolare la mia mente. Di solito, si trattava di studio, approfondimento degli argomenti che mi interessavano di più. Avevo portato a termine la lettura di un paio di libri sulla divinazione: tutto sommato, interessanti.
    Adesso la mia attenzione si stava concentrando sulle pozioni. Le avevo studiate e ora mi toccava catalogarle, in modo da crearmi uno schema mentale a cui attingere quando ne avrei avuto bisogno.
    E perché no, prepararne anche una per qualche eventualità che molto probabilmenteci sarebbe stata.
    -Intruglio confondente- avevo segnato in rosso e in bella grafia sulla pagine di un quaderno che utilizzavo specificatamente per le pozioni, e che tenevo all'interno di una valigetta contenente un piccolo kit portatile per creare pozioni. Lo avevo acquistato come regalo di Natale per me stessa insieme a Coclearia, Levitisco e Starnutaria, come indicato dal libro.
    E adesso, era il momento di sperimentare. Il fine settimana il castello era sempre un po' più vuoto e quella mattina, decisi che avrei lavorato in prossimità della foresta proibita. Entrarci sarebbe stata anche mia intenzione, ma al momento mi sembrava sconveniente per me stessa: non ero particolarmente agile per via di una ferita riaperta alla caviglia destra, si cui più volte avevo castato un ferula e che adesso mi costringeva a procedere zoppicando nella neve. Presi posto su una roccia, aprì la valigetta ed estrassi il fornellino e un piccolo calderone. Lo riempì per metà di acqua che avrei dovuto portare ad ebollizioneprima di aggiungere aggiungere primi ingredienti.
    Il freddo non lo sentivo. Il bruciore alla caviglia, non tanto finché restavo seduta. Nell'attesa mi assicurerò che il quaderno sia in ordine, anche se probabilmente tra poco arriverà qualche rottura di scatole ad interrompermi.


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    Il fatto di aver ripreso la routine dopo le feste natalizie oltre oceano aveva degli svantaggi e allo stesso tempo delle fortune; avevo potuto rivedere Ellie che era stata insieme al professore così premurosa da mandarmi un regalo del tutto apprezzato. Quando lo ebbi sotto gli occhi percepii un brivido alla schiena quando lessi che il vino era stato scelto da Hemsworth. Non lo avevo ancora catalogato quell'uomo, oltre al fatto che era nostro docente. Ancora insieme non li vedevo bene; il che semplicemente ruotava intorno alla loro differenza d'età. Stupido vero? Un po', o forse più correttamente, protettivo ed egoista. il mio atteggiamento nei confronti dell Richards. Il mio fare autoritario e rigido alle volte comportava anche il fatto che non accettavo una cosa fino a che non andavo a sbatterci la testa da sola oppure non vedevo quello che io stessa desideravo vedere per avere delle risposte. Sarebbe stata questione di tempo, oppure no?
    Skylee è fuori al momento, chissà dove, Ellie è occupata in chissà che angolo del castello e io sono costantemente nervosa per il fatto che non è un buon momento per infiltrarmi nei sotterranei nei angoli più remoti, siamo in pieno giorno e non tutti gli anni sono occupati a lezione. Il via vai è costante e lungi da me essere sciocca, frequentare corridoi stantii e puzzolenti di muffa, nonchè territorio delle serpi. Non che la cosa mi scateni una certa repulsione o paura o disagio, poichè mi aggiro da quelle parti quando mi trovo con uno di quelli per motivi ben validi, ma non tutti i soggetti, aimè, rientrano fra le mie grazie nè io nelle loro. Spaventata? Nah, solo estremamente possessiva della mia giornata iniziata già con una certa scocciatura. Non voglio renderla peggiore di quello che è. Perchè una cosa che non sopporto è dover rinunciare a qualcosa per vari fattori.
    Indosso un giubbotto grigio, lo stesso che Noah ha ricucito per me e lavato con cura, lo indosso percependo ancora la fragranza dell'ammorbidente e, volentieri, non utilizzo la divisa. I miei piedi abbandonano la pietra fredda, per poi calpestare il terriccio umido e cosparso di neve. Ah le nevicate Scozzesi, quest'anno sono così frequenti che dubito smetteranno di imbiancare Hogwarts prima di aprile. L'aria è pungente, infilo le mani nelle tasche speculari a livello dell'ombelico e mi stringo nel cappotto mentre una nuovoletta biancastra continua si erge dalle mie labbra. Una scia di passi segna la mia direzione che volge oltre le sponde e rallenta al limitare della foresta. Aleggia un silenzio maestoso e per me così piacevole. Chiudo un attimo gli occhi, respiro a fondo quasi a voler cancellare tutto il dolore che ha segnato il mio fine anno. Adesso, le cose stanno cambiando penso io valgo di più degli stronzi e deli falsi che mi hanno circondata fin'ora. Ed è per questo.. i miei pensieri vengono interrotti da un rumore meccanico, un tintinnio che non è naturale e di certo mi ha distratto. Confusa e ignara ruoto il capo verso l fonte. Non ci posso credere, i primini quest'anno sono davvero dei mocciosetti senza un briciolo di cervello penso voltandomi nella direzione di una ragazza accovacciata nella neve che armeggia con un calderone. Gelosamente speravo che questo momento di riflessione personale fosse condiviso fra me e quei pini scuri che si affacciano dinanzi a me.

    Non ho idea di cosa stia facendo, il fatto è che lo speziale della scuola è sicuramente fornitissimo e l'ambiente dell'aula di pozioni o i sotterranei nei meandri più dimenticati, sono sicuramente più confortevoli che stare col culo sulla neve. La concentrazione prima di tutto. Piego la testa di lato, con lo sguardo fisso su di lei. Non sono un'attaccabrighe ma sono scrupolosa nei confronti dei miei spazi e odio cambiare i miei piani in relazione agli inconvenienti non provenienti da me stessa. Qualunque cosa tu stia cercando di sintetizzare sibilo alle sue spalle costringendola a ruotare verso di me, anche se è certo abbia sentito i miei passi giungere fino al suo range uditivo. Non è una buona location per farlo. La fiamma deve essere regolare, la temperatura del liquido anche per raggiungere un'ebollizione ideale e un ottimo risultato. Nozioni base del pozionista principiante, capitolo uno, paragrafo tre, pagina quattordici. Piego le braccia sul petto prima di rinfilarne una alla ricerca di una sigaretta.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 19/1/2021, 22:54
     
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    La distese di neve bianca e la solitudine, mi garantivano una certa quiete mentale, ma il fatto che sapessi per certo che qualcuno sarebbe arrivato di lì a poco ad interrompermi, non mi permetteva di goderne a pieno. Un vero peccato che qualcun altro esattamente come me, abbia avuto l'idea di venire in questo posto. Davvero un peccato.
    Di fatti, non passo poi molto prima che iniziassi a sentire il tipico suono della neve schiacciata dal peso dei passi, unito a quello di foglie e rametti spezzati.
    Peccato che poi, la persona in questione iniziò anche a parlarmi, costringendomi ad abbandonare momentaneamente il mio esperimento. Alzai la testa e mi voltai nella sua direzione. Non sapevo il nome di quella ragazza il che, unito al fatto che non avevo mai avuto una lezione con lei, voleva dire che non era del primo anno. Probabilmente del secondo. Si sentì in dovere di avanzarmi delle precisazioni vedendosi a fare letteralmente gli affaracci miei. Mettendo bocca in faccende non di sua pertinenza.
    La squadrai per poi sorriderle leggermente -ciao anche a te- sottolineai la mancanza del saluto -impressionante che tu sappia perfettamente a quale pagina del tomo trovare queste informazioni. Probabilmente non hai molto di interessante da fare- mi portai l'indice al mento, riflettendo -oh, oppure hai solo un'ottima memoria!- dissi con ironia, girandole tornando alla mia attività. Prelevai dalla valigetta un barattolo contenente delle foglie secche di coclearia; ne estrassi quattro, le riposi all'interno di un altro contenitore ed iniziai a frantumarle -hai ragione. Ma se permetti vorrei proporti uni spunto di riflessione: fingi di essere in una situazione estrema in cui ti viene richiesto di preparare una pozione. Cosa faresti? Nelle condizioni ottimale, mi pare troppo facile- mentre io, amavo andare oltre per potermi assicurare delle abilità che mi aiutassero sempre. Guardai le foglie ormai ridotte in polvere mentre alle mie narici giungeva l'odore del tabacco della ragazza -se poi puoi anche dirmi qualcosa di utile, ti ascolto- sarà meglio.


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    E' perchè è di fondamentale importanza il tutto che ricordo la pagina, ragazzina penso mentre la sua voce astiosa si rivolge a me. E dovrebbe interessare anche a te, matricola, visto che stai trafficando con un calderone. Ma aimè se ciò che stai facendo è per te, non me ne frega un bel niente degli effetti indesiderati che avrai. Anzi spero tanto che abbia l'effetto di chiuderti la bocca in modo da non sputare altre cazzate da sapientona nel giro di qualche minuto. Quale sarebbe per esempio una situazione estrema? piego la testa di lato, osservando il suo modo di pestare quelle che sembrano foglie utili all'intruglio. Dubito che una primina possa trovarsi ad affrontare una bestia magica domani, su un precipizio il cui vento sferza a tot chilometri orari di velocità. Non dico che sia impossibile ma da come parla sembra che domani debba capitare una catastrofe che metterà a dura prova le sue abilità.

    Perchè se alludi alle vette dell'Everest dubito che riusciresti comunque a sintetizzare una pozione, ma se stai parlando di situazioni di estrema necessità, la regola di un buon pozionista o in generale di una persona furba che va incontro ad una situazione poco chiara è avere un kit di flaconi pronti alla bevuta. Sto forse parlando con qualcuno che non ragiona come me: appena mi muovo dal castello in direzione di luoghi che non conosco perfettamente o che so che potrebbero portarmi in situazioni a rischio, riempio la mia sacca di fiale precedentemente preparate. In una situazione estrema non avresti nemmeno il necessario dietro, mia cara aggiungo. Non avresti nemmeno il tempo di recuperare gli ingredienti per la pozione stessa, visto la vastità e la zona di provenienza della maggior parte. Quindi, probabilmente dovresti analizzare la possibilità che uscendo dalle mura, in qualsiasi parte tu vada, potrebbe capitare qualcosa. Io suggerisco di partire sicuri per i cambiamenti di programma. Poichè ora che trovi e imbastisci il necessario, nella situazione che alludi, per il tuo culo sarebbe già tardi. Sbuffo. Quindi si dia il caso che queste sono stronzate, hai scelto solo un posto del cazzo per usare un calderone. Benvenuta nel mondo magico, piccola. Occhi aperti, pensa prima che sia troppo tardi. Previeni e salvati le chiappe.
    Ti ho già detto abbastanza rispondo altezzosa. Lei non mi conosce abbastanza e io comunque non lo do a vedere a nessuno, ma per quanto le mie risposte siano state acide racchiudono forse un consiglio di cui potrà fare tesoro. In alternativa contenta lei e cazzi suoi.
    Sono anche curiosa di ciò che sta preparando, sarebbe una bella barzelletta se la pozione in corso si rivela una di quelle stupide e non utili. Per esempio in condizioni avverse come cita.

    Mi avvicino e butto l'occhio sopra al calderone. Alzo il sopracciglio.
     
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    La rossa inizia a parlare con fare altezzoso, non poi molto distante dal mio in realtà. C'è da stupirsi se sono consapevole di me stessa? Forse per alcuni sì, potrebbe essere motivo di sbigottimento.
    Mi pone una domanda a cui si risponde da sola proponendomi un esempio di una situazione tipo sulla vetta dell'Everest.
    Mantengo l'attenzione sul mio piccolo calderone; l'acqua sobolle indicandomi che è il momento di aggiungere ciò che ho appena pestato.
    Annuisco appena alle sue parole che propongono una giusta soluzione al problema; dieci punti probabilmente a Corvonero, vista la saccenza e l'alto impiego di logica nel suo ragionamento. Non male, mi stupisce.
    Levitisco, 3 foglie intere.
    In un secondo barattolo tengo le foglie della suddetta pianta che, dopo aver girato il contenuto del recipiente per due volte in senso orario, aggiungo a tutto il composto.
    -hai appena ipotizzato una situazione estrema- devo aspettare cinque minuti prima di procedere, quindi decido di occuparli rispondendo alla ragazza
    -mi trovi in accordo, anche io porterei con me qualcosa di già preparato. Ma ovviamento la mia ipotesi, esclude questa eventualità- quel mia cara mi indispettisce non poco ed effettivamente mi ritrovo a pensare a quando le ho dato la confidenza necessaria per venire qua ed affibbiarmi queste parole come fossi una bambina stupida. La risposta è: non l'ho mai fatto. Peccato che debba sprecare delle buone argomentazioni in questo modo
    -ricerca degli ingredienti, ambiente, tempistiche, gli eventi in generale- faccio spallucce fingendo bene una sorta di dispiacere che in realtà non si trova da nessuna parte all'interno della mia persona - tutte variabili non sempre prevedibili. Potresti avere molta fortuna, o una sciagura incredibile che grava sulla tua testa. A volte ciò che ti salva
    è pensare fuori dagli schemi.
    Mi piace sperimentare e capire quanto bene posso fare. Sto forse commettendo un peccato?-
    sinceramente, non mi interessa se reputa inutile il mio tentativo, per me non lo è e sono consapevole della scelta presa e del lavoro che sto svolgendo. Si può dire che miri a non avere punti deboli, per quanto la logica mi porti a realizzare che si tratti di un obiettivo infattibile.
    Probabilmente, morirò provandoci -hai già parlato abbastanza, decisamente, è fra le cose migliori che hai detto- sinceramente, lo è, la sua voce è incredibilmente più gradevole quando non la sento.
    Il calore del vapore è abbastanza piacevole anche se non posso dire altrettanto dell'odore. Controllo l'orologio: un minuto e mezzo.
    Sento l'incombenza dello sguardo della rossa e alzando gli occhi, incontro i suoi intenti a giudicare il contenuto del mio calderone
    -ti serve qualcos'altro?- chiedo sollevando le sopracciglia
    -è un intruglio confondente- soddisfo quella che probabilmente è la sua curiosità a giudicare dall'occhiata lanciata al composto -potresti tornarmi utile come cavia, se ti va. In caso contrario ti invito a farti i fatti tuoi. Mentre io penserò ai miei- penso sia quello che vogliamo entrambe, non mi è sembrata neanche lei un tipo particolarmente amichevole. Come non lo sono io. Non ho filtri di nessun tipo e questo non mi porta ad essere una persona facile da approcciare. Il mio volto comunque si rilassa quasi immediatamente in un sorriso creando forte contrasto con l'espressione grigia che avevo fin'ora. Sarebbe bello se scegliesse di essere la mia cavia, è l'unico ruolo in cui la sua presenza può tornarmi utile ora come ora.
    Almeno che, non mi dimostri il contrario. Chissà, magari potrebbe anche farlo.


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    Edited by - A.Z.D. Ardélean - - 24/2/2021, 08:51
     
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    Farti fa cavia? Ad una primina che crea una pozione china nella neve?
    Senti una cosa rispondo di rimando acida. Provala su di te. Le mie labbra si piegano in un ghigno. A dire la verità in pozioni vado meglio di quelli del mio anno, sarà un'insieme di cose: dono, astuzia, studio personale e continua ricerca. Che ne so, sta di fatto che amo quella materia come nessun altra e si può chiaramente dire che sono cresciuta col becher in mano. Oppure non sei certa di aver fatto un buon lavoro?
    Sì hai capito bene, Serpe, ti sto sfidando ad assumere la tua stessa pozione.
    Le mie iridi lampeggiano, piego le braccia al petto osservandola dall'alto verso il basso e nonostante lei sia piegata sul calderone non è un caso. Tu stai lì, io quì sopra.
    Ah, se dai di matto potresti aver bisogno di qualcuno che ti porti in infermeria faccio spallucce sporgendo il labbro inferiore come una smorfia di un poppante. Innocente, fino a prova contraria. Ci sono quì io per te. Sorrido, amabile come so fare quando sto per ridermela di gusto. Tamburello il piede nella neve, trovandoci il fango bagnato. Scherzavo.
    E' chiaro che seguire la dicitura sui volumi non è sufficiente, anche mezzo errore di grammatura comporta delle variazioni all'effetto della stessa.
    Se vai fuori di testa ti arrangi, ti guarderò fino a che mi implorerai di aiutarti.
    E probabilmente non lo farò.

     
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    Tempo scaduto.
    Devo aggiungere l'ultimo ingrediente, la starnutaria. La parte delle radici pestate nel mortaio e aggiunte al composto. La quantità sul libro non era ben precisata, il mi infastidisce parecchio. Per avere un'idea, consigliavano di introdurre due ramificazioni: così faccio. Le pesto un po' in modo che l'acqua con tutte le sue sostanze inizia a fuoriuscire, quindi sollevo appena la fiamma.
    A questa ragazza sfugge chi ha di fronte. Non potrebbe comunque essere altrimenti, non l'ho mai degnata del mio interesse nè le ho permesso di capire che genere di persona sono. E lei dal canto suo, non sembra troppo brava ad inquadrare la gente.
    Mi propone una stupida sfida senza fondamento solo per provocarmi -e io cosa ci guadagno?- ricambio il suo ghigno con uno gelido, ad occhi sbarrati - sei tu che sei venuta ad invadere il mio spazio, non è di certo avvenuto il contrario- spengo la fiamma, giro due volte ins enso orario. È pronta.
    Mi tiro in piedi in modo da poter guardare la ragazza dritta negli occhi e darle così occasione di provare anche solo a dedurre il genere di soggetto con cui sta parlando-ti ho chiesto gentilmente di farti i fatti tuoi, e ciò non è avvenuto. Adesso pretendi pure che mi renda vulnerabile davanti a te? Spero che tu ti renda conto da sola che non ha senso- piego il volto da un lato aggrottando le sopracciglia e assumendo l'espressione di chi guarda qualcuno con pietà.
    Che per inciso, è proprio quello che sto facendo -proverò per i fatti miei la mia pozione. Ti assicuro che non ho nessun problema nel farlo- rido scuotendo le spalle, infastidita dalle pretese che la rossa mi avanza. Fisso un punto di fronte a me, esattamente fra i suoi occhi. Mi sto perdendo fra i miei pensieri e nelle sensazioni che questi mi suscitano.
    Cos'è che vuoi? Non hai qualche altro libro da imparare a memoria?
    Poi un'idea su fa largo nella mia testa, un'idea che magari potrebbe aiutarmi a capire che chi ho davanti sappia quantomeno di cosa sta parlando -sei capace a memorizzare i procedimenti, oltre che i numeri delle pagine? Perchè non mi fai vedere, prepara una pozione e io l'assumerò... solo se tu contemporaneamente assumerai la mia. Stessa pozione preparata sul momento.
    Se saremo abbastanza brave, accuseremo entrambe il colpo e potremo essere soddisfatte di aver fatto uno sgarbo all'altra-
    faccio un passo in sua direzione. Il mio è un test.
    Quanta aria dai alla bocca? Quanto ci tieni a far vedere quando sei brava? Se lo è davvero, potrebbe tornarmi anche utile. Correrò questo piccolo rischio per capirlo -oppure già sai che non potresti reggere il confronto, non so, dimmelo tu- torno a sorridere amabile scoprendo i denti in un'espressione che non mi appartiene, per poi mutare repentinamente viso e tornare a fissarla negli occhi grigi -se la cosa non ti interessa, ti invito per l'ultima volta a toglierti dalle palle- che forse è anche meglio, non voglio ripeterlo più.





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    Invadere il tuo spazio. Hai pisciato proprio quì intorno a te? La mia testa si piega di lato, mentre i capelli ramati la seguono. Le iridi si dilatano; non è stupore, mi sto trattenendo nel riderle in faccia. Io detesto i novellini come questa, non si tratta affatto che sia al primo anno, ci sono passata anche io ed è la prassi. Mi urtano quelli con la lingua lunga e che pensano di sapere più di quanto in realtà sanno. Ma poichè me ne fotte meno di meno la lascio parlare, perchè ogni parola che pronuncia non fa altro che sottolineare la ricerca di parole atte a volersi sopraelevare. Classico, se non sai agire nei fatti meglio usare le parole. E ci riesce bene, istigandomi a dire la verità, solamente che non è sufficiente ad aizzarmi e quindi fare in modo di farmi reagire. Sbadiglio sonoramente, accentuo il tutto con il gesto della mano. Teatrale, come sempre. Noiosa mormoro. Volutamente a voce bassa, perchè dirlo da adirata le darebbe un'enorme soddisfazione. Che non è affatto quello che sto cercando o sto covando. Lungi da me servirle una reazione su un piatto d'argento, rizzo la schiena e sciolgo le braccia, nel preciso istante in cui si tira indietro nel provare la sua stessa pozione farneticando sul fatto che sarebbe stupido. Sai di non essere brillante è questo il punto, sai che se fallirai ti costerà la faccia per il resto della tua vita scolastica. Non ci conosciamo abbastanza ma sono certa che un'idea di me al volo se l'è fatta: i tuoi fallimenti sono per me uno sfarfallio allo stomaco, se li rendi noti davanti ai miei occhi mi servirò di loro per appiopparti questo ricordo ogni qualvolta io ne sentirò la necessità, in modo penetrante e decisamente fastidioso. Raccolgo informazioni, come di consueto, e provo enorme appagamento e un brivido di eccitazione gettare i fallimenti e le debolezze contro alle persone nei momenti più opportuni per me ma sconvenienti per loro. Il fatto è che se una nave che non mi interessa sta affondando, non sono altruista nè moralista, l'aiuto. Ad affondare, non a tornare in superficie. E' il motto per i deboli o per chi per me non ha significato. Se tu non avessi nessun problema nel provarla non avresti dubbi a farlo ora, ma sai, a quanto pare non lo vuoi fare per non incassare un fallimento davanti ad occhi altrui.
    E fai bene. Dimostrare di aver fatto un lavoro sbagliato? Di conseguenza dimostrarsi debole per ingestione di una pozione che per un lasso di tempo ti debilita? Inoltre chiedere aiuto a qualcun altro che sai non si abbasserà mai?
    Proverai da sola.
    Corretto.

    Mi scoccia dirlo ma un punto a suo favore se l'è appena guadagnato.
    La signorina di fronte a me, per quanto abbia la lingua tagliente, comincia a piacermi.
    Sarebbe stato folle e stupido dire di alla mia richiesta.
    Sono un'assidua osservatrice, le persone che incontro non sono altro che oggetto di studio. Avrei riso di lei se avesse intriso un bicchiere nella pozione e l'avesse bevuta senza alcun timore. Cose da persone stupide. Se lei la berrà in dormitorio e impazzirà sarà meglio averlo fatto da sola o distante da occhi sconvenienti.
    So di non reggere il confronto? Ma che sta farneticando? Il problema è che non si rende conto che le manine della suddetta Corvonero lavorano anche ad occhi chiusi sopra un calderone. Nata e cresciuta sotto l'ala di un chimico babbano, plasmata dai libri extra scolastici.
    Ridacchio. Sembra quasi un latrato. Tanto è liberatorio.
    Sai quale è il punto Ardelean? domando chinandomi sulle ginocchia di fronte a lei, di là del calderone. Io non prendo ordini da nessuno. Le labbra si piegano in un ghigno. Non preparerò una pozione perchè me l'hai detto tu. Non sono incline alla tua richiesta. Mi alzo senza aspettare la sua risposta.
    Paura? Dubbio? No. Non mi piace piegarmi. Se pensava di sfidarmi, non ha smosso il mio interesse, perchè sono alquanto annoiata davanti al susseguirsi dello scenario. Ritenta, sarai più fortunata.

    Sai cosa, non mi piacciono le sfide di rimando, le classiche paraculate del cazzo sgarbata e diretta, non ci piove. Nel caso stia
    anche lontanamente pensando che sto bypassando la sfida perchè non all'altezza. Sono annoiata. Capito? Muovo il mento in su e giù mentre le mie iridi danno l'ultima occhiata alle sue.
    Sì, me ne vado e te lo specifico nel caso tu ti faccia strani complimenti a riguardo: lo faccio perchè non c'è altro di interessante di cui discutere quì. Giocare a nascondino dopo un po' mi annoia. Roteo le iridi scocciata, le giustifico anche troppo, nel caso si ritenesse soddisfatta di aver accettato il suo grandioso invito. Deve essere chiaro che qualsiasi cosa io decida, l'ho decisa da me. Ho perso abbastanza tempo e come dici tu, sì, me ne vado ad imparare a memoria un libro. Sai.. le lancio un'occhiata fastidiosa. Non vorrei mai scarseggiare, e rischiare di recare danno a qualcuno con le mie pozioni.. passo indice e pollice sul mento. Magari volutamente quando sono destinate a qualcuno.
    Un messaggio intrinseco troppo chiaro.
    Non sfidarmi.
    Posso fare di te qualsiasi cosa io voglia.

    Mi piace mascherare teatralmente, farò di tutto per conseguire i miei obiettivi.
    Raggirare le ipotesi altrui è un rebus che conferisce compiacimento.
    E' come il sesso per me, nell'apice.
    E non ho paura. Nè delle limitazioni, nè delle conseguenze.
    Ne ora ne mai.
    Uscita, ci sentiamo per mp per quell'idea <3 =)
     
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    giphySbadiglia e io alzo un sopracciglio per scoppiare subito dopo in una risata che non riesco proprio a trattenere. Tutto questo è fin troppo divertente. Attenzione: quando dico "divertente" non in intendo dire che sia piacevole ma intendo dire che il modo in cui si atteggia risulta ridicolo. Potrei dire che è quasi più arrogante di me e questo è davvero divertente.
    Si fa un gran monologo sul suo non voler accettare il mio invito, perchè lei "non prende ordini da nessuno".
    Mi dice che non le piacciono le sfide e io mi limito ad immagazzinare informazioni e sorride ad ogni parola leggermente di più. Che voce terribilmente irritante. Solo dopo un po' di tempo dice finalmente qualcosa che mi interessa: se ne va -oh finalmente, pensavo che volessi ancora rendermi partecipe dei tuoi pensieri e a momenti mi veniva mal di testa, ho smesso di ascoltarti mezz'ora fa- davvero, quante informazioni mi hai dato su di te? -buono studio, ci vediamo in giro- rido portandomi una mano al petto mentre la ragazza se ne va nella neve tutta impettita.
    Quante parole di troppo dici?
    Ogni aggiunta sembra avere il semplice scopo di dimostrare a tutti chi sei.
    Perchè questo bisogno? Chissà poi se è cosciente di ciò che fa... chissà se si rende conto del fatto che risulta quasi disperata. Paura di farsi mettere i piedi in testa? Bisogno di intimorire gli altri? Un po' mi dispiace per lei.
    Ci ho riflettuto abbastanza, sarà meglio che me ne torni al mio.

    Chiusa. Perfetto, a presto 🔥




     
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