Scarlet bond.

Sky e Ellie

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    I corridoi puzzano di muffa, l'aria é umida come di routine nei sotterranei.
    Ieri sera prima di coricarmi, cosa che ora riesco a fare senza aiuto di nulla, ho borbottato, nel silenzio tombale in cui ognuna di noi era assorta, un messaggio poco chiaro. Ho detto loro di trovarci, alle diciotto, dopo l'ultima lezione proprio nel corridoio principale che al termine svolta al covo dei Serpeverde. Conosco questa ala del castello almeno un po' ma non é mio interesse immetterle in problematiche che le metterebbero in mezzo a casini. Tutt'altro a dire la verità.
    Indosso abiti comuni, un maglione violaceo sotto al giubbotto in pelle, sopra ad un paio di jeans a sigaretta, ho fumato una di quelle nel cortile prima di scendere qui e mi annuso le mani per percepire i resudui sulla pelle.
    Giungono insieme, le vedo da lontano, lungi da me attirare attenzione di sconosciuti. Pur non tramando granché amo la privacy quando sto facendo qualcosa di importante. E le Serpi seppur abbastanza menefreghiste, in alcuni casi, sono come le alghe viscide sugli scogli. Fatichi a liberatene o spuntano di punto in bianco.
    Non attendo che si facciano vicine, mi scosto dal muro e faccio un cenno ben visibile di seguirmi. Svolto l'angolo sinistro, a passi veloci compio tutto il corridoio che si stringe nel culmine e svolto ancora a sinistra, le porte dismesse, nella poco luminosità sono parecchie. So bene quale di quelle aprire, la terza a destra con un segno simile ad un graffio profondo nella superficie, la rende inconfondibile. Appoggio la mano e spingo, la serratura è già aperta, non sono l'unica che si rifugia lì.
    La stanza ha un odore di stantio, il tasso di umidità è soffocante e un paio di carcasse di topo sono accostate a delle finestrelle rettangolari con il vetro grigio. L'odore malsano proviene anche da quelle é certo.
    Ho sentito di peggio, cammino silenziosa sopra allo strato copioso di polvere provocando delle leggere impronte.
    L'illuminazione é fioca perciò mi servo di un incendio sulle candele quasi esaurite che pendono da candelabri da parete. L'ambiente assume un tono lugubre e il mio viso, voltandomi definitivamente verso di loro, é striato da ombre ondeggianti e allungate.
     
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    Danielle Ellie Richards | I anno | Corvonero


    Un'occhiata nello specchio, come ormai era diventato di rito tutte le sere e poi mi ero seduta nel mio morbido baldacchino a leggere, rannicchiata sotto mille coperte. Leggevo un fantasy sui miti dell'antica Grecia quando dal nulla Vanja aveva iniziato a borbottare qualcosa sul corridoio principale dei sotterranei, alle diciotto in punto. Non c'era stato verso di sfilarle di bocca il motivo o la benché minima traccia di un indizio così avevo dovuto aspettare fino ad oggi.
    «Tu ne sai qualcosa?» Faccio rivolta a Sky che mi affianca mentre scendiamo la scalinata. «Ci sta ricascando?» Mi fermo e le prendo una manica in preda all'apprensione. Sono agitata, per quanto le abbia mandato alcuni gufi durante le vacanze non le sono stata vicino come lo è stata l'altra mia sorella bionda, ora di fronte a me, lei l'ha vissuta da vicino e solo lei può dirmi in che stato psicologico verte quel disastro di donna. Espiro. Se c'è una cosa che odio sono proprio i misteri come quello. Cosa le costava accennare due parole di più?
    Ci avviciniamo ai sotterranei e l'odore stantio della muffa mi penetra le narici arricciandole. «Dio!» Faccio passandomi le dita sotto al naso «Come cazzo fanno le serpi a stare qui sotto...? Eccola!» Mi interrompo appena vedo la rossa. Ci fa un cenno con il capo senza dire nulla.
    Mi soffermo a lanciare un'occhiata a Sky prima di affrettare il passo seguendola nei meandri dei corridoi fino a che non entra in una stanza.
    «Si può sapere...» Sto iniziando a dire mentre varco la soglia ma mi blocco di colpo, la puzza e l'umidità sono soffocanti «Cazzo V» sbotto irritata. Tutto quel mistero e quella suspence mi urtano i nervi. Odio non sapere. Sospiro ancora cercando di calmare la sensazione di fastidio che mi suscita la situazione e mi guardo attorno in quella che sembra un'aula in disuso, forse?
    Il mio sguardo si posa sulle carcasse di ratti ammonticchiate sotto la finestra e la mia espressione si acciglia per il disgusto.
    Cazzo potevamo andare nella stanza delle necessità, almeno lì è tutto pulito!
    Cerco lo sguardo di Sky, anche lei, so per certo che in mezzo alla sporcizia non si trova a suo agio.
     
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    Skylee Métis

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    ✯II ANNO - CORVONERO - 17 ANNI✯
    Poco prima che crollassi dal sonno Vanja aveva farneticato qualcosa sul vederci nei sotterranei alle diciotto del giorno dopo, ero troppo stanca per ribattere e chiedere spiegazioni per cui mi ero limitata ad accettare passivamente l'invito subito prima di addormentarmi. Camminavo per i corridoi assieme ad Ellie, dovevamo recarci assieme all'incontro con la nostra amica per il misterioso appuntamento, mi chiese se ne sapessi qualcosa ed io mi limitai a scuotere animatamente il capo alzando le spalle, non ne sapevo assolutamente nulla ma seppi rispondere alla domanda seguente. Oh no no, tranquilla, non credo centri nulla del genere. La sto tenendo a stretto controllo e ormai mi sembra stare decisamente meglio, le vacanze invernali le hanno fatto bene. Sorrisi gentile in direzione della mia amica e la confortai dandole due pacchette sulla spalla, Vanja stava seriamente meglio e il chiarimento che aveva avuto con i suoi genitori adottivi in Russia era servito per mettere un punto alla questione, certo aveva ancora cose da scoprire e chiarire ma ormai aveva gettato le fondamenta della sua totale guarigione mentale. Finalmente avvisstammo Vanja in lontananza ma invece che aspettarci o venirci in contro se ne andò facendoci cenno di continuare a seguirla, guardai Ellie stranita e percepii della confusione anche da parte sua, dove diavolo ci stava portando? Quando finalmente vedemmo Vanja entrare in una stanza la seguimmo senza esitazione ma una volta entrate me ne pentii amaramente. Ma che cazz.. Vanja questo posto fa schifo. Ed io che mi ero messa una camicetta bianca abbastanza elegante con dei pantaloni di tessuto anch'esso chiaro, vestita com'ero rischiavo di sporcarmi anche solo rimanendo ferma in quella stanza, mi guardai intorno sperando di trovare un piccolo spazio pulito in quella stanza ma l'unica cosa che i miei occhi riuscirono a captare fu una montagnetta di topi morti vicino alle finestre, guardai entrambe disgustata. Certo che la pulizia scarseggia abbastanza in questa ala del castello, la scuola è forse a corto di bidelli? In ogni caso.. si può sapere perché minchia ci hai portato qui V? L'aria umida e stantia stava già iniziando a rovinare la piastra che mi ero fatta poco prima in stanza, che diamine mi era saltato in mente quando avevo deciso di conciarmi in quel modo per un'appuntamento dato da Vanja, sapevo benissimo che ogni cosa che usciva dalla sua testa aveva vicino la dicitura guai, eppure ci cascavo ogni volta.

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    La porta si chiude scricchiolando e in quel fetore penetrante i commenti di Ellie non tardano ad arrivare. Sbuffo flebilmente avanzando verso di loro, Skylee dietro la Richards non apprezza il luogo. Beh in effetti non è un posto per una vestita come la Métis, camicetta che sa di Marsiglia e piastra come fuori da un salone di bellezza. Anche meno, I pensieri rimangono incastrati nella mia scatola cranica così come mi vengono. Non avevo detto loro che andavano a bere un drink, anzi non avevo dato nessuna informazione. Peccato che comunque dicendo di trovarci nei sotterranei non si sarebbe mai trattato di un luogo lussuoso e pulito. C'è di peggio rispondo seccata alla Richards. Come lo sterco degli ippogrifi o come il vomito secco nella tazza dei bagni. Non sono così schizzinosa e mi abito in fretta. La fiammella tremolante delle candele che si esauriranno presto illumina anche il loro viso.
    Quindi metto le mani in tasca ed estraggo un libricino, degli amuleti, un coltello la cui lama è avvolta da un pezzetto di pelle di daino consumata, una boccetta di inchiostro ed un pennello da china con la punta in acciaio molto fine. Quasi come quella di un ago.
    La bellezza di questo giubbotto é che ha le tasche espandibili e posso portare qualsisi cosa. Mi accovaccio nello sporco, senza fregarmi di che colore saranno i miei abiti una volta uscita di lì.
    Alzo il mento verso di loro facendo cenno di avvicinarsi; prego ragazze, pongo la bacchetta davanti ai miei piedi uniti e poi rigiro il coltello fra le mie dita, facendo scivolare il fodero. I miei occhi sono puntati sulla lama come incantati. O forse come in trance. Il silenzio aleggia, i nostri respiri si sentono e la fredda temperatura ci fa sentire più tese di quello che dovremmo essere. Inoltre dei piccoli fumetti di vapore escono dalle nostre labbra.
    Lama in Acciaio Damasco, manico in legno di rosa. Lavorato a mano. Affilato di recente. Quanta forza occorre per scalfire la pelle umana? Leggera pressione, di certo una leggerissima pressione.
     
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    Danielle Ellie Richards | I anno | Corvonero


    Questo posto fa schifo. C'è poco da dire. Quando aveva detto di trovarci a quest'ora nei sotterranei mai avrei pensato che poi ci avrebbe trascinato nell'ultima aula dimenticata del castello.
    Il mio sguardo disgustato si posava su ogni centimetro della stanza e più notavo la scarsità della pulizia più sentivo crescere il disgusto.
    «C'è di peggio» ci liquidò Vanja con quello che era il suo tono da altezzosa piccola testa di cazzo. Dio solo sa quanto mi mandava in bestia quando usava quell'atteggiamento. Strinsi i pugni lungo i fianchi ed espirai rumorosamente prima di posare lo sguardo su di Skylee. Dalla sua espressione capivo che: Uno. Ne sapeva quanto me di quella situazione, nemmeno il briciolo di una mezza parola di più. Due. Quel posto disgustava fortemente anche lei e notavo dalla sua espressione che iniziava a spazientirsi anche lei.
    Vanja non sembrava minimamente curarsi del nostro disagio, anzi, come nulla fosse inizia a prendere una quantità di materiale allucinante per stare in delle semplici tasche. Sono estese con la magia. Poggia le cose per terra e si accovaccia anche lei sul pavimento lurido prima di farci un cenno ad avvicinarci. Riluttante alzo di nuovo lo sguardo verso Skylee: È andata fuori di testa... che facciamo? È come se riuscissimo a comunicare semplicemente fissandoci negli occhi. Non lo so spiegare, ma tra noi è così. Annuisco alla sua risposta e mi avvicino alla rossa di un passo ma non intendo sedermi in quello schifo.
    «Insomma V. Che ci facciamo qui?» Sbotto spazientita poggiando i palmi sulle anche, ne ho abbastanza di questa pantomima: o si decide a parlare, e chiaro, o alzerò i tacchi. «Cos'è quella roba? Dobbiamo fare un rito satanico per caso?» Cerco di ironizzare mentre fisso di nuovo Skylee. Che cazzo sta succedendo?
     
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    Mentre osservo il coltello, più precisamente la lama mi riservo di guardare anche loro di sfuggita, non mi scappano le occhiate stranite che si scambiano. Ellie è sbigottita, un sorriso sghembo e compiaciuto mi fa percepire che sono in attesa. Questa però deve finire, il gioco troppo lungo rovina il seguito.
    Mi schiarisco la voce Per quanto io sia sadica per ora non intendo sacrificarmi, nè una di voi due dico con tono fermo. Sacrificarmi. Suvvia, sono un pezzo unico, che cattivo pensiero. Ironia a parte. Alzo le iridi su di loro e sciolgo le gambe, distendendole davanti a me. Ci siamo raccontate tutto. Io soprattutto, visto gli avvenimenti, mi sono spogliata di ogni segreto continuo. Prendo una pergamena, la strappo a metà e la pongo lungo il mio fianco. Poso il coltello con la lama da un lato, rigiro la bacchetta fra le mani e quindi soffio fuori il fiato. Io oggi, sancisco il mio totale volere e la mia totale sincerità verso di voi. Le parole non bastano, i fatti sono la prova del nove. Ma alle volte servono anche le promesse. Che non tutti sanno mantenere. In velocità infilo le dita nella tasca più a portata e sfilo una fiala in vetro, dal diametro di circa un centimetro e lunghezza una decina. La tengo ferma tra le gambe, quello che sto per fare mi desterà la nausea, va oltre le mie paure, ma per loro questo e altro. Se è giunto il momento di tirare le somme non è da me tornare indietro. Inoltre nessuno le sta obbligando ad aderire, se sono spaventate o insicure possono uscire da questa fetida stanza. Non sono certa che funzioni, del resto mi sono documentata ma i tomi più importanti e che ne parlano ulteriormente non sono di facile consulto. Quindi, qualora l'impegno non fosse sufficiente a far funzionare il tutto, rimane comunque un qualcosa di profondo.
    Con la mascella serrata e gli occhi puntati come fanali, le tremolanti fiammelle delineano i miei movimenti; potrei servirmi di un movimento veloce per fendere la pelle, non mi è facile comunque, poichè la punta non è affilata. Diffindo mormoro con voce appena percettibile. L'incanto è mirato, faccio attenzione e mi fermo quando sento pulsare il palmo della mano. Non è un taglio profondo, superficiale ma sufficiente a far sgorgare una buona quantità di fluido. Gocce scarlatte scendono lentamente, una dietro l'altra sui miei pantaloni. Lascio cade la bacchetta e avvicino la fiala, ne raccolgo una. Una soltanto e la osservo dentro a quel cristallo trasparente.
    Questa sono io.




    Quindi metto a fuoco l'immagine oltre la fiala, le due stanno in silenzio ancora.
    Il mare è formato da innumerevoli gocce dico abbassando quella e lecco la ferita con la lingua noncurante del fatto che non sia igienico, certa che Ellie proverà disgusto. La bocca ingoia quel gusto ferroso e la lingua ne raccoglie i residui sulle labbra. Deve sgorgare, ancora e ancora, non ho finito. La mancanza di una di loro non fa di certo la differenza per la massa. Punto gli occhi prima sulla Richards e poi sulla Mètis. Ma ricomincio, la mia voce non vacilla, io sono sicura di ciò che sto per fare. Di certo non mi scoraggia il fatto di aver stretto una promessa piuttosto profonda con una persona che reputavo importante per me, che poi si è rivelata ben tutt'altro. Pazienza, la vita è fatta anche di incontri sbagliati. Ci si fa la scorza. Fortuna vuole averlo scoperto al primo intoppo, così mi è stato facile avere la risposta da me.
    In un bacino volumetrico più ristretto, la perdita o la mancanza di acqua fa la differenza. Una goccia è insignificante, ma non lo è insieme ad altre. Per me voi fate la differenza, insieme la facciamo.
    Alzo la fiala.
    Questa sono io affermo.
    Sono sempre rigida, mantengo il tono pacato, ho detto lo stretto necessario per far conoscere anche a loro come le considero. E' difficile da parte mia. Liberarmi, dire ciò che penso. Se sono quì con loro a sancire ciò è un evento unico che non si ripeterà.
    Questa è la mia promessa, un patto che non si scalfirà nel tempo. Sussurro. E lo intendo davvero, oppure non mi sarei scervellata così tanto da non dormirci la notte. Io ci sarò.
     
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    Né io né Ellie stavamo afferrando il motivo per il quale Vanja ci avesse fatto entrare in quella lurida stanza e quando iniziò a tirar fuori dalle sue tasche palesemente stregare un mucchio di roba strana diventò tutto ancora più confuso. Ellie fece una battuta sui sacrifici ed io non potei fare a meno di ridere dato che avrei voluto dire lo stesso. Ok V, sacrifici a parte, si può sapere che diamine hai intenzione di fare con quel coltello? La guardai storta chiedendomi cosa le passasse per la testa ma non appena iniziò il "rituale" mi feci un idea di ciò che probabilmente aveva intenzione di fare, un patto di sangue, altrimenti non si sarebbe spiegato il perché si fosse tagliata un dito ed avesse fatto cadere esattamente una goccia di sangue in una provetta. Ahimé non ne sapevo molto in materia ed i suoi gesti mi confusero parecchio, non volevo fare casini e se davvero era intenzionata a fare una cosa del genere bisognava farla bene. Domestifacio Evocent Forse rovinava il momento e le sue belle parole ma io non mi sarei mai seduta su quello schifo di pavimento senza avergli dato prima una bella ripulita, una scopa ed un pannetto umido fecero il lavoro al posto mio e ripulirono una buona porzione di pavimento, cosicché sia io che Ellie potessimo sederci senza il timore di contrarre qualche malattia trasmessa dagli escrementi di topo. Bene partiamo dal principio, cos'hai intenzione di fare V? Mi sedetti attenta a non sconfinare oltre la zona pulita e posai una mano sopra al ginocchio di Vanja. È forse un patto di sangue quello che vuoi fare? Già sai che ci sarò sempre per te ma se vuoi proprio sigillare la promessa in questo modo per me va bene. Però devi spiegarmi.. Guardai Ellie aspettando uno sguardo di approvazione che non tardò ad arrivare e continuai. ..Spiegarci esattamente in cosa consiste e come farlo in maniera corretta. Non si scherza con queste cose. Sorrisi ad entrambe. Erano le mie sorelle e non importava se in noi non scorreva lo stesso sangue, per me era come se lo fosse, patto di sangue o meno ci sarei stata sempre per loro.

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    Mi piace che le mie due compagne di stanza si rivelino ancora una volta fra le persone più strette a me e allo stesso modo intelligenti. Le parole di Skylee mi scaldano dentro, so che quello che dice è la verità. Così come confermerebbe Ellie se in questo momento non fosse ammutolita e allo stesso modo sovrasta dallo schifo della stanza. [color=blue]Hai capito bene rispondo alla Métis, voglio sigillare questo legame. In qualcosa di indistruttibile. Il patto di sangue è una promessa eterna. Sussurro. L'aria è fredda, il suo incantesimo ha pulito dei metri di pavimento facendo vedere che la pietra sottostante è di un grigio chiaro e per nulla scuro. In questa stanza si saranno rifugiati numerosi studenti, con la scusa di stare in pace dal mondo, fabbricare qualche pozione all'oscuro, pomiciare o chissà se qualcuno si è anche sognato di scambiare fluidi corporei esattamente dove sono seduta io o loro. Il pensiero mi strappa un ghigno silenzioso, al momento mi porto a focalizzare lo scopo del perché siamo qui. Il patto di sangue avrà valore fino alla fine dei nostri giorni, é vincolante e infrangibile. Ebbene pur conoscendo la potenza di queste parole io sono pronta a farlo.
    Succhio una goccia di sangue che sta per cadere e pongo le iridi prima su una e poi sull'altra. Nonostante io ve ne abbia già parlato a voce, alle volte le parole non bastano.. ripongo su di voi la via fiducia e.. Osservo la goccia nella fiala, il sangue è scuro e giace sul fondo. ..Assicura che non potremmo mai schierarci una contro l'altra. Perché mai dite? Per ora non vi sono motivi per pensare ad una cosa del genere ma il futuro è assai imprevedibile. Vi basta quindi avere la completa consapevolezza, l'intenzione e credere in questi valori, quindi dovete fare come me, scalfire la cute con la bacchetta, calare una sola goccia in questa fiala la alzo davanti ai miei occhi. Se ne formerà una di unica. A quel punto porremo le nostre ferite a contatto, firmeremo la pergamena insieme e qualora il nostro desiderio di legarci sia contornato anche da fiducia veritiera e ognuna di noi ci crede davvero, il legame sancito si manifesterà.
    Le candele si stanno esaurendo, lunghe ombre allungate rendono il luogo lugubre. L'aria è tesa e posso notare in loro un viso stupito o incuriosito, magari. Rimango in silenzio, é un legame che in passato ha unito numerosi maghi che hanno fatto la storia, probabilmente molte altre amicizie o relazioni saranno state saldate da un magico legame come questo rimanendo silenti. É una scelta ardua che può spaventate le persone per questo non le giudicheró se vogliono alzarsi e andarsene.
     
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    Danielle Ellie Richards | I anno | Corvonero


    «Oh grazie tante!» Commento sarcastica quando dice che non intende sacrificarci. Tra le dita si passa il coltello e giocherella con la lama fissandolo con un espressione da pazza. Sbuffo e Vanja inizia a parlare. Chissà che finalmente si decida a vuotare definitivamente il sacco! Ma sono le sue azioni a parlare più chiaramente delle sue stesse parole: con un incantesimo mirato apre una piccola ferita nel palmo della mano che istantaneamente comincia a sanguinare riversando piccoli rivoli di sangue lungo la pelle d'alabastro della rossa. Stringo le labbra infastidita mentre sollevo lo sguardo ad incontrare quello di Skylee. Patto di Sangue. Penso e scandisco con il pensiero mentre fisso la bionda dinanzi a me mentre Vanja solleva la fiala dove sul fondo è raccolto il suo sangue.
    «Domestifacio Evocent» quella che si potrebbe definire la magia e l'atmosfera del momento viene interrotta da Skylee che decide di far apparire degli strumenti di pulizia che rassettino il pavimento prima poterci sedere, una accanto all'altra, stando bene attente a non mettere nemmeno un centimetro al di fuori del perimetro di pavimento appena pulito dall'incantesimo.
    Mi cinsi le ginocchia e rimasi ad ascoltare, avevo letto qualcosa in merito, più per vaga curiosità momentanea che per vero e proprio studio e sapevo che era un rito complesso che legava per tutta la vita chi si apprestava a compierlo. Non mi sentivo a mio agio in quella situazione, trovato il tutto estremamente melodrammatico e non ne vedevo la necessità di suggellare il nostro legame addirittura con un incanto di quel tipo. Che fine aveva fatto la fiducia?
    Sky accettò di buon grado, non sembrava turbata da quella richiesta che sapeva di imposizione ma annuii quando si girò a cercare il mio consenso. Non lo trovavo necessario ma se Vanja ne sentiva la necessità di suggellare il nostro legame lo avrei fatto. «Se ne senti la necessità, va bene» rimarcai senza particolari inflessioni nel tono.
    «Nonostante io ve ne abbia già parlato a voce, alle volte le parole non bastano.. ripongo su di voi la via fiducia e... Assicura che non potremmo mai schierarci una contro l'altra» alzo gli occhi al cielo «Ah beh se pensi che questo mi fermerà da spaccarti la faccia ogni qualvolta farai una cazzata...» Incrocio le braccia al petto. Sbuffo e sciolgo il nodo delle braccia prima di estrarre la bacchetta dalla tasca della felpa, la punto verso il palmo sinistro scagliando un preciso e mirato «Diffindo» che mi lacera una piccolissima porzione di palmo che inizia immediatamente a sanguinare. Stringo il palmo in un pugno e lo allungo verso la rossa che prontamente posiziona la fiala sotto a raccogliere la goccia di sangue che sta per cadere sul pavimento. Scosto la mano dalla fiala e la lascio penzoloni oltre le ginocchia. Mi volto e insieme a Vanja fissiamo Skylee. È il suo turno.
     
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    ✯II ANNO - CORVONERO - 17 ANNI✯
    Dopo un primo momento di titubanza Ellie acconsente all'iniziativa di Vanja, ora che si è spiegata bene sappiamo esattamente cosa fare, trovo che un patto di sangue sia una "promessa" un po' molto estrema, ma se proprio devo legarmi a qualcuno per sempre voglio che sia con loro due, non sono solo amiche, col passare del tempo siamo diventate sorelle e non ci vedo nulla di male a stringere un patto eterno con le mie sorelle, in un qualche modo contorto questo rito ci renderà ciò di più simile possibile ad essere sorelle di sangue vere e proprie, approvo. Ellie segue l'esempio di Vanja e dopo aver estratto la bacchetta si crea una piccola ferita con la magia e fa gocciolare una piccolissima quantità di sangue nella fialetta, apprezzo il suo gesto, soprattutto perché so per certo che in realtà lo sta facendo più per Vanja che per se stessa, lei non è un tipo così sentimentale e fuori di testa come l'altra signorina in questione, ma so che ogni sua scelta o decisione è atta a prendersi cura delle persone che ama ed è una cosa meravigliosa. L'odore di muffa continua a solleticarmi il naso, me lo gratto appena con il dorso del dito indice e mentre lo faccio mi accorgo che entrambe le mie migliori amiche mi stanno fissando con aria severa. No ma tranquille, non mi mettete ansia se iniziate a fissarmi in questo modo, no no. Sembrano due civette curiose che hanno appena adocchiato la loro prossima preda, che poi sarei io, sono quasi tentata di far loro uno scherzo e dire che non me la sento più, ma conoscendo Vania se la prenderebbe e inizierebbe ad impazzire ed io non voglio farle fare una scenata per nulla, decido di accantonare lo scherzo e con un veloce gesto della mano impugno per bene la bacchetta e pronuncio le parole della formula magica per aprirmi una ferita sulla punta del dito indice della mano destra.Diffindo! Il taglietto è così piccolo che non fa nemmeno male, inclino appena la falange per far scorrere meglio il sangue verso il pavimento mentre con l'altra mano faccio cenno a Vanja di spostare subito la fialetta, non appena lo fa sto ben attenta di farci cadere dentro solo e soltanto una goccia, non voglio sia mia la colpa di un possibile pasticcio. Ed ora che si fa? Chiedo curiosa a Vanja, prima ci ha parlato di unire le ferite per cui non perdo tempo ed allungo la mano, se davvero sa quel che fa non dovrebbero esserci problemi, per questa volta le darò massima fiducia e lascerò che sia lei a guidare le danze, speriamo solo non ci faccia lasciare le penne..

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    Leggo negli occhi della Richards che il suo consenso avviene dopo una silenziosa riflessione. Avrà pensato che bramo questioni difficoltose e pericolose in futuro tanto da dovermi paraculare in anticipo? Nah, niente di tutto ciò. Non lo faccio per un interesse personale, è un sigillo che bramo sancire con chi puoi camminare a fianco per sempre. Nella buona e nella cattiva sorte.
    Spaccamela pure, ragazza penso mentre un sorriso silenzioso delinea le mie labbra rosate. Il patto di sangue non vieta di picchiarsi, anzi, parla di fatti molto più complicati. Farsi battaglia nel verso senso della parola. Sono comunque tranquilla al riguardo, affermo e sottolineo che in vita mia, ogni cosa può essere sistemata parlando. Sono poi poche le persone che non vogliono nemmeno abbassarsi a dialogare, le trovo così stupide. E su questo si apre un capitolo infinito, quindi evito di pensarci.
    Ellie si taglia il palmo, lo stringe sopra la fiala e così la sua goccia scarlatta si unisce alla mia. Osservando il contenuto non accade nulla. Autoscribo sibilo spostando il mento a destra verso la piuma accasciata di lato. La pergamena si srotola e la piuma si distende come elettrizzata. Rimane sospesa ad un centimetro dalla superficie mentre Skylee viene osservata dalle sottoscritte per la sua titubanza. Tengo la fiala in mano, la guardo torva quando ammette di avere una leggera ansia. Non avere paura penso. Non ne ha, me ne accorgo successivamente quando senza uscire dal pavimento pulito si protende verso di me centrando la fiala con la sua goccia di sangue. Onestà sussurro mentre le tre gocce si mescolano grazie al mio movimento rotatorio del polso. Giacciono sul fondo. Il silenzio è tombale, la piuma graffia la pergamena riportando la parola pronunciata. Allungo il palmo tagliato verso quello di Skylee, mentre anche quello di Ellie si avvicina. I palmi insanguinati si congiungono, a formare un piccolo triangolo nel mezzo. Fiducia. Socchiudo gli occhi inspirando. A livello della cute non accade nulla. Rimango in attesa che le mie compagne pronuncino caratteristiche necessarie al nostro rapporto per renderlo forte e indistruttibile. La piuma ripoterà il tutto sulla pergamena. A quel punto, se il tutto è riuscito, la fila nella mia mano sinistra sigillerà il nostro legame.
     
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    Danielle Ellie Richards | I anno | Corvonero


    Sky ci guarda di rimando, l'espressione titubante, preoccupata per ciò che stiamo andando a fare. È un patto di sangue, una cosa che andrà a legarci a doppio filo fino alla fine dei nostri giorni.
    Assente la osservo replicare i pochi gesti che ho fatto un attimo prima: si lacera la punta del dito con lo stesso incantesimo e fa scivolare la sua goccia di sangue lungo le pareti della provetta che Vanja le ha posizionato al di sotto. La rossa la agita e le tre gocce si mischiano insieme. Non accade nulla di magico per il momento, niente che sancisca un qualche effetto della procedura che stiamo eseguendo.
    Al comando della rossa la pergamena si alza a mezz'aria e quasi come osservandoci aspetta che qualcuno le detti qualcosa.
    «Onestà» i nostri palmi si congiungono, le ferite che si sfiorano mischiando anche in quel modo il nostro sangue, non solo nella fiala. «Fiducia» scandisce ancora Vanja mentre la piuma graffia sulla pergamena anche quella parola. «Aspettate» esclamo socchiudendo gli occhi. «Ragazze siamo davvero sicure di ciò che stiamo facendo? È un legame per la vita questo, non è un gioco.» asserisco fissandole a turno. L'espressione negli occhi di Vanja è come al solito venata da quel fondo di follia che la contraddistingue, mi volto a fissare Skyle ed è nei suoi che leggo l'incertezza verso quello che stiamo andando a fare. «Questo patto ci legherà per tutta la vita e le azioni di ognuna di noi potrebbero mettere a rischio la vita dell'altra... Siamo davvero sicure di volerlo fare ora torno a fissarle a turno. Non sono sicura di voler fare questa cosa, è davvero un passo troppo oltre.
    «Da quanto ci conosciamo ragazze? Cinque mesi con me? E voi due? Un anno e mezzo? Non dico di non volervi bene come sorelle, per me lo siete ma riflettiamoci... in questo anno e mezzo per voi, e meno di un semestre per me ci siamo tenute più segreti e detto più bugie di quanto avrebbero mai fatto persone normali. Senza contare che...» mi volto verso Vanja, l'espressione grave «Mi spiace V, ma sei appena uscita dal tunnel della droga, hai appena iniziato a riprenderti e hai ancora strada prima di dichiararti guarita e fuori. Io ti voglio bene e sarò al tuo fianco qualsiasi cosa accada ma ti stai ancora guadagnando la nostra fiducia. Ora come ora non posso rischiare su due piedi.» stacco il palmo ferito dai loro e mi rivolgo a Skylee «Non posso lasciartelo fare» mi allungo verso la pergamena che afferro con entrambe le mani e la strappo in mille pezzi. «Non ora, non adesso. Non dico che non vorrò mai farlo ma non a queste condizioni. Dico di rimandare... quando ci conosceremo da sufficiente tempo, quando ognuna avrà guadagnato e meritato la fiducia dell'altra lo faremo. Non ora, non così.» ribadisco alzandomi in piedi. Rimango ferma, in piedi, attendendo la reazione di entrambe.
     
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    ✯II ANNO - CORVONERO - 17 ANNI✯
    Dinnanzi a noi una pergamena inizia a prendere vita e trascrive attentamente le parole di Vanja, tutto sembra procedere liscio ma all'improvviso Ellie prende parola e ci comunica tutte le perplessità che la tormentano, ciò che dice non è insensato e per nulla da codardi, tenta solo di ricordarci che le cose fra noi vanno davvero bene da pochi mesi, fino a poco tempo fa eravamo entrambe adirate con Vanja per le cazzate che ci aveva raccontato e per il modo in cui stava tentando di autodistruggersi, ormai ero certa che non ci sarebbe più ricascata, me ne ero assicurata standole vicino e seguendola passo dopo passo nella sua riabilitazione, ma ciò non toglieva che era successo e forse Ellie aveva ragione, dovevamo semplicemente aspettare. Effettivamente non hai torto, ci conosciamo da poco e per quanto profondo sia il nostro legame forse è meglio aspettare. Parlo sincera in direzione della mia amica, poi volto lo sguardo per osservare l'espressione di Vanja, sono certa che ci rimarrà male ma voglio farle capire che il mio non è un no definitivo, semplicemente un più avanti. V guardami bene, ti vogliamo un bene dell'anima e non vogliamo che tu ci rimanga male per le nostre parole. Io ho scelto voi come mie sorelle e non mi tirerò indietro nel sancire questo legame di sangue, semplicemente trovo sia giusto che tutte e tre ci prendiamo del tempo per conoscerci di più ed essere certe al mille per cento di voler fare questa cosa. Le stringo forte le mani e me le porto al viso, poi mi avvicino con la testa alla sua senza curarmi di stare uscendo dalla mia comfort zone del pulito e la guardo negli occhi. Ti voglio davvero bene, sia chiaro, non voglio che tu ci rimanga male, perché patto di sangue o no io ci sarò sempre per te e non ti lascerò mai sola, nemmeno a fare la pipì. Non importa se mi sto ripetendo, voglio che capisca sul serio che noi ci saremo sempre per lei, sdrammatizzo sul finale per strapparle un sorriso poi mi alzo in piedi aiutandola a fare lo stesso. Forza sistemiamo tutto prima che qualcuno entri e pensi che stiamo evocando il demonio. Iniziai a raccogliere il materiale utilizzato per il rito in silenzio ed aiutai Vanja a rimetterselo in tasca poi iniziai a spargere nuovamente la polvere per terra con i piedi, nessuno avrebbe pensato che in quella lurida stanza qualcuno avesse tentato di fare qualcosa di losco.

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    Ci stiamo sfiorando i palmi tagliati quando Ellie rompe il silenzio e la magia che lega questo legame che stiamo per fare. La pergamena smette di scrivere, si libra in aria, ritta sulla punta. Trema un poco e infine rimane immobile. Le sue parole ripercorrono gli ultimi episodi dell'anno passato che si sono conclusi per fortuna per la mia decisione: ho deciso di farmi aiutare. Questa vittoria lo è per me e ha sancito anche un nuovo inizio con loro. Ciononostante le parole della Richards sono veritiere e racchiudono le sue paure ma anche tanto desiderio di vedere con gli occhi che fra di noi le cose andranno non sono bene ma meglio di quanto andavano in principio. E sarà proprio così. Poichè anche Skylee lo pensa rimango in silenzio e concedo l'ora il fatto che non hanno torto. Abbasso il braccio, mi lecco la ferita mentre la Mètis parla. Di certo lo faremo, oggi, anche se non si è realizzato è stato sufficiente farvi sapere che io sono pronta e non ho alcun dubbio. Non sono brava ad esprimere i miei sentimenti, soprattutto dopo aver preso l'inculata del secolo da una persona che reputavo la mia roccia. Le parole di Sky mi toccano nel profondo, il tempo passato insieme in Alaska ci ha fatto assaporare momenti che non avevamo mai condiviso prima e mi sono sentito più vicino a lei che mai. E' come se dovessimo incontrarci prima o poi, ed è successo. Va bene dico, proprio mentre le mani di Sky vengono strette fra le sue. La sua testa di avvicina poggiandosi sulla mia fronte. Hei, che fai? penso socchiudendo gli occhi imbarazzata. Rimango immobile mentre la schiena si irrigidisce. Mielosa oggi? La verità è che mi piace anche se non lo do a vedere. Socchiudo gli occhi di nuovo. La pipì insieme solo se chiudi la porta e mi tieni la mano un ghigno divertito e spiritoso segue la frase appena pronunciata.
    Sposto lo sguardo su Ellie Tu dico con tono fermo. Non mi sfuggirai. Indico con due dita i miei occhi e poi punto lei e lo sguardo serio e minaccioso diventa velato da un sorriso delicato. Aspetterò quanto sarai pronta. Questo per te. Per voi.
    Raccogliamo il tutto nelle tasche espandenti e con i piedi spostiamo la polvere nella zona pulita, con un colpo di bacchetta spengo le candele, chiudiamo la porta dietro le nostre spalle, lasciando la buia stanza come l'abbiamo trovata.
     
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