Chemical?

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    Ho solo un desiderio costante in questo momento, soprattutto questa sera, per quanto possa sembrare impossibile e insuperabile la freddezza di Coco, sono convinto che qualcosa si sta muovendo, solo una grande pazienza può aiutarmi ad andare avanti, quella pazienza che comunque credevo di non avere. Incredibile come l'amore ti porti a far venire fuori degli aspetti di te che credevi di non avere, io con Coco sto cercando di cambiare per quanto riguarda l'impazienza, ormai ho capito che se parlo in modo spigoloso con lei non ottengo niente.
    In realtà stasera non so esattamente cosa fare ma mi faccio trasportare dall'istinto, non so se effettivamente mi aprirà la porta o si limiterà a non rispondere, in ogni caso ci provo. Stasera però ho qualcosa di più: voglio dichiararmi apertamente senza pensare a niente, voglio essere davvero sincero e ho intenzione di non lasciarla andare. Sono stato a Londra, ho fatto delle ricerche su questo Castiel e le cose che ho scoperto non mi sono piaciute per nulla. Il momento di riflessione mi è servito parecchio, ho dato semplicemente una riordinata ai miei pensieri e mi sono armato di ottimismo per andare incontro ad una cosa che è forse più grande di me. Prendo la macchina e mi dirigo verso la sua abitazione che stranamente sembra essere un po' più "calda" e accogliente del solito, capisco che qualcosa è cambiato.. Molto probabilmente il dissennatore non c'è più e questa cosa mi incuriosisce parecchio. Arrivo davanti alla porta e busso, spero che lei si faccia viva se no sarei davvero tentato a sfondare la porta pur di rivederla. Non mi piace com'è tornata l'altra sera, voglio sapere come sta adesso. La porta finalmente si apre e mostro un sorriso nel rivederla. < Ciao. > appoggio la mano sulla porta < Posso entrare?.. Come stai? > due domande che per me non sono mai state scontate.
     
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    Da quando ti sei liberata del tuo caro amico dissennatore devi ammettere che ti senti molto meglio, il colorito è tornato sulle tue gote comunque pallide, la tua linfa vitale si è rigenerata.
    Ora sei meno abbattuta e più te stessa.
    Hai preso il diario del 2008, molto interessante la lettura, ti ha portato alla memoria cose che avevi rimosso.
    O come è flebile la tua mente se si scorda delle cose con tanta facilità.
    La tua cara cuginetta ha deciso di passare le vacanze invernali fuori dal tuo controllo, il che non ti dispiace anche se non hai potuto fare a meno di chiederti dove, nello specifico, fosse andata.
    Un pensiero che è comparso e poi scomparso con la stessa velocità con cui era venuto.
    La vista della tua città ti toglie sempre il fiato, sei davanti l'enorme vetrata e sorseggi il tuo drink preferito.
    Il tuo occhio non può fare a meno di posarsi su quella runa che ancora giace sul tuo collo.
    Hai parlato con Uhura in questi giorni, la tua cara amica ti ha illustrato un pò la situazione, ha detto che non vede l'ora di riaverti al suo fianco.
    Non sei sicura di voler perseguire quella via.
    Non sei mai stata un'ospite, ma in questo momento ti ci fanno sentire.
    Chissà se ha preso il suo regalo, e chissà se le porterà la tua missiva.
    Non pensavi alla ragazzina da giorni, il biglietto che ti ha mandato con Kristopher lo hai considerato solo di recente. "Ragazzina" un sorriso ti compare sulle labbra al suo ricordo , lo celi portando alle labbra il bicchiere.
    Poi suonano alla tua porta.
    Non hai idea di chi possa essere e per un momento sei anche tentata di non aprire, ma alla fine lo fai.
    -Toh, sei vivo allora- chiaramente non è venuto per andare via subito dopo, allora lasci la porta e ti volti pronta a rientrare, la chiuderà lui quando farà altrettanto.
    -Sto meravigliosamente, non si vede?- sei di nuovo davanti l'enorme finestra, ti piace la sensazione che ti suscita il panorama.
    Un pò meno quello che si scombussola dentro di te ogni volta che lo vedi.
    -Pensavo che non ti avrei mai più rivisto, quindi ti domando, dove sei stato per tutto questo tempo?-
     
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    Quando la vedo in viso il mio cuore ricomincia a riprendere quei battiti irregolari, e appena apre la porta io mi ci infilo subito, richiudo la porta alle mie spalle e lei se na via ad affacciarsi alla grande finestra, io mi fermo alle sue spalle e la guardo attraverso il riflesso della vetrata. Fuori il clima è freddo come sempre, piuttosto nuvoloso e si vedono tutte le luci di natale della città. Il Natale mi riporta in mente i ricordi più belli che ho con i miei genitori, non posso mai dimenticare la gentilezza di mio padre mentre accompagnava mia madre a comprare quei regali semplici, economici, le nostre vacanze natalizie si limitavano a delle passeggiate in mezzo alla neve, ho vissuto momenti anche difficili di povertà con i miei genitori, ma eravamo sempre incredibilmente felici, perché l'amore è ciò che davvero riempie la vita di un essere umano. Tengo nascosti questi ricordi dentro di me, sono questi a darmi la forza ancora oggi, quel poco di ottimismo che serve anche nei momenti più difficili. < Stai bene è vero. > dico sorridendo anche se lei non può vedermi, per un attimo i pensieri hanno annebbiato il momento presente, ma ora rispondo alla sua domanda nel modo più semplice possibile. < Sono tornato in Inghilterra.. Sono andato a trovare i miei genitori e ho consegnato degli articoli. Cose normali. > Mi sono preso tanto tempo in realtà, ho cercato anche cose su questo Castiel, ma di certo non voglio nominarlo adesso. Faccio qualche passo per avvicinarmi a lei, appoggio una mano sulla sua spalla. < No Coco.. Non posso andarmene per sempre, sono tornato.. per te.. > rispondo quando dice che pensava di non rivedermi più, poi mi metto tra lei e la finestra, sono davanti a lei. < Ascoltami.. > le mie mani prendono il suo viso, non so mai di che umore può essere, come potrebbe reagire, ma questa volta sono io ad essere diverso, non voglio più stare un passo indietro e sono convinto che le mie parole arriveranno, in qualche modo. < Ho delle cose da dirti.> guardo la sua espressione e poi proseguo. < Voglio che tu sappia che sei importante per me.. Io non so che cosa provi .. Quello che so è che sono sicuro di ciò che provo io per te.
    Sento l'assoluta necessità di fartelo sapere e vorrei che.. vorrei poterti capire di più, vorrei starti vicino..
    > le parole si fermano, mi sento un nodo alla gola < Non voglio metterti paura, non sto neanche fingendo.. È la verità Coco. Dammi una possibilità. Non ti farò del male. > i miei occhi sono puntati nei suoi, le mie mani toccano il suo viso pallido così morbido e liscio, eppure stasera un po' più colorito del solito.
     
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    Sei indecisa, l'atmosfera del Natale ti piace, ma è così estranea a te che non hai davvero idea del perchè la gente si senta così obbligata a rivedersi in quel particolare giorno dell'anno, e nei restanti 364?
    Davvero anomala questa cosa.
    Lui parla e tu lo guardi dal riflesso che ti rimanda la vetrata.
    Ti dice che è stato in Inghilterra, ti dice che ha fatto visita alla tomba dei suoi genitori, hai di nuovo un flash di suo padre, ma lo scacci via con un movimento secco del capo.
    Ti tocca una spalla ma tu non ti volti, tuttavia gli dici - non saresti dovuto tornare-
    Alla fine è così, lui con te non è la persona che sarebbe con altri.
    Quello di cui ha bisogno è una persona equilibrata, con dei principi, una ragazza per bene, che lo faccia sentire a suo agio, non che susciti costanti interrogativi.
    Non l'assassina di suo padre.
    Sei convinta che lui come te tende a dimenticare, bisogna rinfrescargli la memoria.
    -Non mi fido di te- le tue mani si poggiano sul suo petto, lo allontanano un pò, si interpongono tra te e lui - e tu non ti fidi di me, io non dimentico- non puoi dimenticare, non vuoi dimenticare, anche se tendi a farlo.
    -Queste mani lo hanno ucciso, non lo dimenticherai mai, come non lo dimenticherò io.
    E' impossibile passare oltre, impossibile perdonare. Io non mi perdono non puoi farlo neanche tu
    - ti sporgi in dietro e ti liberi dalla sua presa - non devi farlo. Non ho niente da offrirti-
     
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    Mi dice che non dovevo venire < Perché? > chiedo anche se ormai so che molto probabilmente non risponderà. Rimane infatti il silenzio se non prima mi metto davanti a lei. Ci ho messo tutto l'impegno possibile a dire quelle parole, ma purtroppo è qualcosa che non si può esprimere esattamente come voglio, spesso quello che dico è solo una piccolissima parte di ciò che vorrei dire. Guardo le sue mani poggiate su di me, rimango con lo sguardo abbassato sulle sue mani mentre ascolto le sue parole. Mi fanno tremendamente male, perché mi ricordano cose dolorose, mi fanno sentire tutto il dolore che lei stessa prova nel pronunciare quelle parole che non sanno di speranza. È così che succede, ogni volta che provo a portare la luce mi ritrovo sempre a sbattere la faccia contro qualcosa che è molto più oscuro di quanto pensi. < Ma cosa stai dicendo .. Tu stai parlando del passato. > mi lascio sfuggire quando dice che non ci fidiamo reciprocamente, come se non avessimo passato tutte le cose che ci hanno portati fino a qui: Coco rimane lì, ancora in quel ricordo fisso nella sua mente, non riesce ad andare oltre, dice che non esiste perdono. La guardo negli occhi adesso, i miei già bruciano da un po'. Lascio che si allontani < Non puoi dire questo.. Come puoi dire che non posso perdonarti? Se l'ho già fatto? Perché neghi questo? Non puoi costringermi ad essere ciò che vorresti che fossi, io posso perdonarti, e non è vero che non puoi perdonarti.. Ci sono persone che hanno fatto tante cose sbagliate nella vita, ma alla fine hanno fatto pace con sé stesse. > faccio qualche passo verso di lei e prendo una delle sue mani < il perdono esiste, e sono sicuro che se mio padre fosse vivo.. Ti avrebbe perdonata. > lui era stato un uomo così pieno di bontà, non ho dubbi su ciò che penserebbe lui in una situazione così difficile. < Perché ti costringi a rimanere nel passato? io posso aiutarti, io solo posso aiutarti Coco, non c'è nessun'altro che può aiutarti ad essere una persona migliore, nessuna delle persone che conosci. > posso sembrare convinto dei fatti miei, ma se tutti gli "amici" di Coco sono come Castiel, c'è poco da fare.


    Edited by Kristopher. - 30/12/2020, 10:24
     
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    Non puoi non sorridere alla sua domanda.
    Ti chiede perchè, come se non fosse lampante.
    -Perchè chiedi- allora lo accontenti, lo guardi, vuoi che ti veda così come sei, con il tuo sguardo pungente, la tua costante ironia.
    -Perchè non hai niente da fare qui. Non voglio persone deboli al mio fianco- contraddittoria, lo sei, lo sai.
    -Scappa scappa coniglietto- metti la distanza tra te e lui mentre volteggi quasi verso il mobile che custodisce i tuoi pensieri più profondi e più macchiati di rosso.
    -Il passato è il presente e traccia il nostro futuro .
    Diario due, anno 2006, ho scoperto una vipera oggi in giardino.
    Mi sono chinata, ho pensato "se mi morde, sarà tutto finito" ma lei mi ha solo provocato piacere.
    - volti le pagine arrivi ad una qualsiasi tanto sei certa ci sia scritto comunque qualcosa di terribile.
    -I miei crucio sono sibili. Adoro sentirmi pronunciare questa parola.
    “Crucio” è un sussurro, ma lei si contorce.
    Ora è la sua di carne a subire, trovo sia giusto, è passato un anno da allora.
    Il peccato ferisce anche me, ma questa volta è un piacere subirlo-
    lo riponi e ne prendi un altro, uno a caso, non molto distante dal primo.
    -Diario quattro, anno 2008

    La tortura è una fine arte di riconciliazione del mio essere con il mio volere.
    O saggiato le lacrime che copiose sgorgavano dal suo volto, erano salate, sapevano di terrore.
    Eppure la tortura che ho scelto per lei è davvero delicata.
    Non causa alcun dolore, nel breve termine.
    Una goccia cade ritmicamente sulla sua fronte.
    Lei è solo legata.
    Brividi di freddo le percorrono il corpo, un corpo immobile, immagino i dolori muscolari che la pervadono.
    Non è per niente rilassata - Perchè mi fai questo Gabrielle?- per pronunciare questa frase ci ha messo un'eternità. Siamo agli sgoccioli ormai.
    Ah la mente umana, com'è piccola e insulsa alle volte.
    -Perchè mi va- le dico allora, il dolore fisico non conta se non viene ricordato, allora non conta neanche citarlo.
    Del resto ho mai chiesto io perchè torturavano me?
    Non mi risulta.
    Patetica, continua a singhiozzare.
    A conti fatti sono mesi che sta così, mi è già venuta a noia - ho deciso che ti grazierò-
    Un sorriso si è dipinto sulle mie labbra mentre, china su di lei, le scosto una ciocca dal viso - avada kedavra-

    Ti stai facendo del male da sola, ma è questo che sei, e lui lo deve ricordare, deve vedere a trecentosessanta gradi cosa vuole.
    Per te prova pietà, questo sentimento non ti appartiene, non vuoi che nessuno provi pietà per te - vuoi che continuo? Dimmi, Khristoper, sei sicuro di poter sopportare tutto questo?-
     
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    È incredibile com'è cambiato il mio modo di comunicare con Coco, so che fare scenate non fa altro che divampare quel fuoco che è sempre pronto dietro l'angolo, ci vuole poco per perdere la pazienza, sento che non è il momento opportuno e che mantenere i nervi saldi è fondamentale. Siamo in un momento cruciale e le mie parole sono buttate improvvisamente al vento. Forse in altre circostanze riuscirei a sentire più dolore, ma quando sento le sue frasi rimango immobile, con i pugni stretti, con gli occhi puntati su lei mentre mi dice che non vuole persone deboli al suo fianco. Da questo momento divento completamente muto, non riesco ad esprimermi. Mi sento deluso, sembra essere tornata la Coco di prima e questa cosa mi fa incazzare perché mi sono lasciato sfuggire qualcosa. Forse non dovevo andare via per evitare che Castiel le facesse il lavaggio del cervello. Invece temo che sia successo, oggi Gabrielle è ancora più strana del solito, o meglio, sembra essere totalmente tornata come prima. Lo vedo da come le sue parole mi deridono, si prendono gioco di me. La osservo in silenzio mentre prende uno dei suoi maledetti diari e inizia a leggere ad alta voce.
    Volto lo sguardo verso un punto indefinito, non m'interessano le cose che sta leggendo, io so benissimo di che cosa parlano, o almeno riesco ad immaginarlo, conoscendola oltre che aver letto uno dei suoi diari. Inizio a pensare che quelli sono il motivo per cui non riesce a dimenticare, è maledettamente fissata con quei ricordi che le riportano continuamente tutto ciò che di brutto ha fatto e passato. La tengono costantemente incollata in quello spazio buio, ha una specie di dipendenza ossessiva. Se solo potessi liberarmene lì farei finire in fondo all'oceano pur di non rivederli mai più.
    Mi volto solo quando sento la sua domanda, stringo le labbra, la mia espressione è come pietrificata, è chiaro nella mia faccia che ormai sono giunto al limite, mi ha dato talmente fastidio la sua scena che sono completamente rimasto impietrito.
    Mi avvicino a lei lentamente, abbastanza vicino da poterle chiaramente guardare gli occhi, non sposto lo sguardo ma lo mantengo senza abbassarlo neanche una volta. Sussurro con voce bassa, quella necessaria per scandire delle chiare e semplici parole. < Posso sopportarlo. > posso sopportare tutto ormai < Io non ho paura di te. Coco. Non ho paura del tuo passato, dei tuoi errori . > ho semplicemente imparato ad accettare tutto di lei, ma questo non vuol dire che non deve migliorare < Quelli deboli lo sai chi sono? Quelli che negato ogni tipo di sentimento hanno paura, tu hai paura Gabrielle, perché neghi la tua umanità. Sei debole. E non mi sopporti, perché ho il coraggio di dirtelo in faccia. > la verità è limpida, lampante. Intanto non smetto di provare sentimenti per lei ormai impossibili da rimuovere, sto allora scegliendo di amare questa donna in un modo del tutto diverso, il mio sarà un'amore oblativo, senza pretese di ricambio, so già che non me ne andrò. Lo dico con molta calma e serenità. < Ci vediamo a lavoro. Buonanotte. > gli risparmi anche la risposta, sbatterei la testa mille volte e il nostro discorso non avrebbe mai una giusta fine, ormai so come finisce il discorso, inutile parlare ancora. Non parlo di Castiel, la irriterei soltanto oltre che arrabbiarmi io stesso, chissà se domani si farà fare un bel lavaggio del cervello. Sono incazzato ma stranamente mi muovo tranquillamente, esco di casa sua con la sicurezza di tornare a scrivere, in fondo ho ancora il contratto di lavoro.


    Edited by Kristopher. - 1/1/2021, 03:48
     
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