Convinzioni.

Privata

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Studente Corvonero
    Posts
    1,255
    Location
    Volgograd, Russia.

    Status
    Anonymous
    Ho promesso a Skylee che andrò al banchetto puntuale. Non intento travisare l'accordo, anzi, non prima di aver fumato una sigaretta di rito come ultimamente faccio, al limitare dell'ingresso.
    Avvolta nel cappotto bordeaux scuro, con cappuccio percorro il corridoio immenso davanti alla Sala Grande, porta direttamente all'arco esterno, percorrendo dall'uscio in legno qualche metro coperto. Sto ben distante dal termine dell'arco in pietra, al riparo dalle interperie perché dal rumore dell'aria che si incanala lì sotto si sta per abbattere una precipitazione piovosa o nevosa. Il che al momento non mi interessa visto che non può colpirmi, stendo la schiena sul muro in pietra, tenendo ben in testa il cappuccio, la colonna alla mia destra sferza quel getto d'aria che nonostante la fabbricazione atta a non creare una corrente intensa, mi colpirebbe e non permetterebbe di consumare tranquillamente la sigaretta. Piego una coscia, ponendo la suola dei miei stivali sul muro, mi sento di avere completa padronanza della posizione e posso vedere anche la zona che dà all'esterno del porticato. Al momento sembra che un paio di lampi abbiamo sferzato il cielo, beh renderà interessante questi dieci minuti. Mi fornisco di un incendio silenzioso e di un paio di pippate veloci per dare vita alla sigaretta, la stringo fra indice e pollice con la schinea leggermente ricurva in avanti. Esattamente come un ragazzo di strada, rannicchiato fra i suoi silenziosi pensieri. Lancio fugaci occhiate alla zona, solamente per accertarmi di essere sola, anche se non sto compiendo nulla di così strano o illegale. Mi piace la solitudine nei momenti come questo, aspiro ed insipido, assumendo un po' di nicotina.
    Sono sola con la mia testa, che genera i soliti pensieri del momento, mentre un rumore definito da scarpe bagnate cozza sul pavimento antico seguito da voci. Mi rizzo un po', rimanendo comunque in quel punto, dietro la colonna, al buio. Sospiro senza farmi udire, anche la volta scorsa un paio di piccioncini hanno rotto la tranquillità della mia pausa sigaretta. Sperando che l'orario di cena li richiami al più presto mi focalizzo su un paio di tiri, osservando il puntino arancione della brace venire verso il naso. Non comprendo i loro discorsi, mi sporgo un po' solamente per calcolare se devo levare le ancore io, se gentilmente concederanno l'intimità del silenzio alla sottoscritta o se devo interrompere qualche smanceria. A quel punto, dovessi recarmi verso la porta d'entrata sarebbe inevitabile udire i miei passi e di conseguenza la mia presenza sotto il porticato.
    Sembra tutto apposto, sono in due e a quanto pare non mi sono sbagliata, probabilmente giungono dal villaggio per compere o aperitivo e con una scrollata di spalle mi rilasso. Una figura passa davanti a me, sembra minuta e dal profilo non riesco a riconoscerla, é sicuramente una ragazza. Che poi, quando mai sono stata brava a riconoscere le persone con così poca luce? Non si accorge di me, nel buio mi piace avere questo vantaggio. Mi accingo a compiere gli ultimi tiri, un lampo sferza l'aria, è più duraturo degli altri e in quel momento getto l'occhio al termine dell'arco in pietra, dove una figura chiaramente maschile sta fumando in solitaria. Vedo i fiocchi numerosi sferzare il buio, illuminati dalle lanterne da parete poste al termine e all'esterno del porticato.
    Il mio fiato si ferma, mentre non ho dubbi, riconosco quella figura troppo bene per non mandarmi sottosopra lo stomaco. La riconoscerei tra un milione senza alcun margine di errore.

    Tengo a bada ciò che sto pensando, ho tutto il tempo di trarre le mie conclusioni in un altro momento. Probabilmente senza pensarci troppo, ora come ora, non vorrei essere quì e mi pento di aver gettato l'ultima occhiata invece di spegnere la sigaretta e rientrare. Abbasso la gamba che tenevo piegata, si percepisce un leggero sfrego sulla pietra sottostante, getto il mozzicone a terra, calpestandolo. In altre occasioni lo avrei recuperato, al momento ho la testa piena per pensare a cosa fare correttamente. Sono agitata, confusa e.. Ho una strana sensazione. Esco da dietro la colonna, i tonfi dei miei passi sono leggeri, la mia figura incappucciata si dirige verso il portone d'ingresso compiendo quei due metri con passo spedito, senza voltarmi.
    Non voglio. Dopo quello che ho visto, ed era meglio se stasera fumavo dalla finestra del dormitorio.
    Con un gesto involontario del braccio sinistro sposto una ciocca ribelle, quel tanto che basta per far cadere contro ogni previsione il cappuccio sulle spalle. Dovrei essere abbastanza in penombra, nonostante la poca luce che colpisce la profondità del porticato, per mescolarmi tranquillamente nell'ignoto qualora Logan stesse venendo verso la porta. Non me ne frega in realtà.
    La toga svolazza sulle mie gambe, mentre avvolge il mio corpo rendendolo irriconoscibile da altra angolazione, afferro con le dita il cappuccio, celando anche i miei capelli rossastri alla vista del Prefetto.
    Posso optare di dire che sia un caso o di aver visto male e di pensare troppo. Eppure non riesco a non partorire ciò che mi balena in mente. Forse ora, ho la chiara risposta a queste prolungate assenze.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Studente Grifondoro

    Group
    Member
    Posts
    903
    Location
    Offaly

    Status
    Offline

    3ga3


    "Ecco brava, che la mia mano non è un phon. Eri davvero troppo bagnata, non posso fare miracoli...", rispondo con scherzosa malizia a Kynthia quando è ormai già mezza sparita dietro il portone in quercia, "Sisi, finisco di crogiolarmi e arrivo."
    Mi giro verso il cortile, la tempesta di neve si è fatta più fitta ora.
    I fiocchi scendono fittissimi, creando scie candide nell'aria sopra il cortile in pietra, sospinti dalla sempre più frequenti raffiche di vento.
    Al riparo del portone, mi giro una sigarette e la accendo a fatica con un cerino.
    Voglio assolutamente godermi la vista panoramica offerta dal porticato sulla destra prima di entrare a mangiare, così stringo la cicca tra le dita per proteggerla dalle raffiche e mi dirigo verso le colonne interessate.
    Sto bene. La testa è leggera, complice l'alcol ingerito, e non posso che rimuginare positivamente sulle ore appena trascorse in compagnia della mia concasata.
    Per non parlare del fatto che, un esubero di neve sciolta dietro al collo, mi strappa un sorriso riportando alla mia attenzione la "battaglia" avvenuta poco fa.
    La notte è ora buia e talmente coperta da essere priva di stelle, nonostante la luce della luna si riveli comunque sufficientemente intensa da illuminare pallidamente la gola sopra la quale si erge il castello.
    Fumo con gradimento, a copiosi tiri, poggiando gli avambracci su un davanzale in pietra e cercando di tenere lontani eventuali riflessioni negative.
    Per stasera, per una sera, voglio stare di buon umore.
    Non rovinare quanto fatto fin'ora e, perché no, godermi anche un ottima cena al castello per asciugare un po' il contenuto del mio stomaco.
    Finisco la cicca dopo una manciata di minuti e, voltandomi verso l'interno dello spiazzo, la spengo nel posacenere tascabile.
    Esattamente nello stesso istante in cui qualcuno avvolto in un cappotto inguardabile invece, per contro, ha la brillante idea di cacciare il proprio mozzicone a terra e dirigersi verso l'interno con gran carriera.
    Gente di merda, non hanno rispetto nemmeno per il posto in cui vivono.
    Scuotendo la testa esco allo scoperto e, non sentendo il rumore dei miei passi, mi accorgo che uno strato nevoso di circa quattro centimetri ha attecchito al suolo quando mi chino per raccogliere il mozzicone e raggiungerne il "padrone".
    Essendo a qualche metro di distanza, faccio fatica a riconoscere la figura in mezzo alla tempesta.
    Fintanto che, aumentando il passo, non la raggiungo ai piedi delle scale quando quella che credo di poter definire una "lei" si sta apprestando ad aprire il portone per entrare al castello.
    tumblr_inline_oydc3bumT91rifr4k_540
    "Hey!!", esclamo a voce sufficentemente alta da arrivarle all'orecchio nonostante il rumore provocato dalla tempesta che sta aumentando esponenzialmente, "Gia qua non dovremo fumare, che ne dici di non lasciare la tua merda in giro?"
    Già mal sopporto chi lancia spazzatura a terra con menefreghismo, figuriamoci se la faccio passare dentro la scuola poi.
    Solo salendo i primi scalini noto che il cappuccio della ragazza si è abbassata rivelando una chioma rossa che mi fa venire una stretta allo stomaco, insinuando nella mia mente il sospetto che io conosca la persona in questione meglio di quanto vorrei.
    Dubbio, questo, che si rivela del tutto fondato quando salgo un paio di scalini e il mio sguardo incontra il suo a distanza.
    È Vanja.
    "Oh...", emetto tentando di riavermi e lasciando trasparire in toto la glacialità d'animo che si sta rimpossessando di me, "Sei tu."
    La fisso dritto negli occhi salendo altri due scalini, il suo mozzicone ancora stretto tra le dita.
    "Per quanto il tuo rispetto delle norme di buon gusto si sia già rivelato piuttosto basso, sei pregata di non insozzare la scuola con la tua spazzatura.", pronuncio in tono distaccato infilando anche il suo rimasuglio di sigaretta nel mio posacenere, "Soprattutto quando questa potrebbe picchiare in culo a tutti.
    Sai quanto me che, in teoria, non si potrebbe fumare qui. Cerchiamo almeno di farlo con un minimo di testa."

    Fissandola con mal ostentato disinteresse per qualche istante, le offro poi il mio profilo.
    Attendendo un suo eventuale rientro prima di avviarmi, a mia volta, verso la sala grande.

    Edited by L. McCormac - 8/12/2020, 22:32
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Studente Corvonero
    Posts
    1,255
    Location
    Volgograd, Russia.

    Status
    Anonymous
    La mia mano si irrigidisce quando la sua voce arriva alle mie spalle come un tuono in mezzo al cielo. Un brivido mi percorre la schiena e non riesco a definirlo bene: mi desta dolore o rabbia dopo la recente scena? Inevitabile fermare il mio cervello galoppante, è un puledro che non sente ragioni e io stessa non voglio sentirne. Perchè è difficile da ammettere, ma quando mi convinco di una cosa elaborata per bene con effettive prove constatate direttamente, il mio sesto senso non sbaglia mai. Ed è per questo che il tono di voce del Prefetto mi colpisce come una freccia. Sul fianco.
    Il tono di voce cambia repentinamente quando i suoi passi si arrestano a poca distanza da me. E' chiaro che non si aspettava di vedermi e io nemmeno a dire la verità. Logan ha sempre significato tanto per me, non che le cose siano cambiate ora, però c'è una parte di me che si sente profondamente delusa: davvero non risponde alle mie lettere e mi evita per non avere le palle di dire che ha preso "altri" impegni? Non ci posso credere.
    Me ne sto in silenzio, con lo sguardo fermo sulla mano appoggiata alla maniglia d'ingresso. Evito volutamente di incrociare il suo sguardo perchè non sono sicura dell'effetto che posso avere e anche se sono una grande masochista in questo movimento non voglio farmi prendere da emozioni troppo forti. Devo mantenere la calma per sostenere quello che sembra un dialogo atto a "sgridarmi" un'altra volta. Le sue parole mi entrano da un'orecchio ed escono dall'altro, pari al mio interesse riguardo le regole sul fumare o meno.

    Sono combattuta sul rispondere o tirare dritto per buttargli in faccia ciò che sento io. Da novembre ad ora, mai mezzo incontro. Per parlare, per chiarire per vederci. E la risposta è solo una: non vuole.
    Mannaggia alle regole rispondo con chiaro tono canzonatorio. Dimenticavo che il Prefetto le fa rispettare a tutti, tranne a se stesso. La mia voce si fa tagliente, mi sta montando una strana sensazione in petto. Perchè non ti preoccupi delle tue interessanti nuove "attrazioni" invece di dirmi cosa fare? colgo l'occasione di gettare gli occhi grigi nella penombra, intersecando i suo profilo.
    Abbasso la mano lungo il busto, l'aria fredda giunge fino a quì mescolandosi alla sensazione di rigidità che ha conquistato il mio corpo.
    Vorrei avanzare verso la porta d'entrata, distante da lui, ma è un'inverosimile guerra che sta avendo luogo dentro di me: lo odio in questo momento eppure non riesco a non sentire uno sfarfallio continuo sotto a quelle asce che sferzano l'aria o a quelle frecce che colpiscono sempre e solo in un punto già sanguinante. Cristo, Logan, ma che cazzo di persona sei diventata? Io vado avanti e tu fai retromarcia.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 8/12/2020, 20:39
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Studente Grifondoro

    Group
    Member
    Posts
    903
    Location
    Offaly

    Status
    Offline
    tumblr_inline_oydc0jpUAa1rifr4k_540
    Continuo ad offrirle il profilo destro, indugiando con lo sguardo sulla tempesta che imperversa nel cortile in pietra.
    Il silenzio che ci divide, è specchio di ciò che siamo ormai diventati.
    Freddi.
    Lontani.
    Troppo distanti.
    Lei mi accusa di non esserle stato abbastanza vicino, come mi ha fatto notare la sera stessa del carck, e io provo troppo sfiducia e delusione nei suoi confronti anche solo per starle vicino.
    Io, che ho smosso mari e monti per aiutarla nel momento del bisogno.
    Io, lo stronzo, che ha comprato l'orfanotrofio in cui è cresciuta dopo aver visto come guardava i bambini la dentro.
    Che l'ho amata con tutto me stesso...ora la sento così distante.
    Tanto che il solo scambiarci due parole, mi provoca emozioni talmente contrastanti che non ho nemmeno le parole per descriverle.
    La sua voce richiama la mia attenzione, andando a riattizzare la fiamma della rabbia nei suoi confronti ancora non del tutto placata con il tono canzonatorio in cui viene pronunciata.
    Poco importa, adesso, la lettera che mi ha mandato o il modo in cui, volenti o nolenti, ci cerchiamo con lo sguardo durante le lezioni.
    Lei è astiosa, di nuovo, e io non sono dell'umore adatto per prendere e andarmene.
    "Sai, da una Corvonero uno si aspetterebbe più spigliatezza. Addirittura quando la diretta interessata sei tu.", le ribatto nel medesimo tono da lei offertomi ma enfatizzandone ancora di più lo scherno intrinseco, "Visto che a quanto pare non riesci ad andare da A a B, lascia che ti spieghi un concetto di logica semplice."
    Salgo un paio di scalini, accorciando la distanza tra di noi, così da poterla guardare in faccia mentre le parlo.
    "Non ho mai detto che qua non si può fumare.
    Io lo faccio, ma non lascio merda in giro.
    Tu anche, ma non sei sufficiente sveglia per prendere i tuoi mozziconi e buttarli da qualche parte che non sia per terra.
    Ecco la differenza. Secondo poi, non sono io che devo rendere conto a te dei miei comportamenti tra queste mura, se ancora non fosse chiaro."

    Espiro con durezza dal naso, fissando intensamente le mie iridi grigie nelle sue.
    Lei fa lo stesso, almeno fin quando le sue parole successive, irrimediabilmente, non mi fanno scoppiare in una tanto fragorosa quanto non divertita risata.
    "No aspetta, scusami, credo di non aver capito bene...", le faccio alzando un sopracciglio e assumendo un espressione denigratoria, "Cosa fai adesso, mi spii?"
    Scuoto energicamente il capo portandomi una mano sulla fronte in chiaro cenno di stizza, prima di continuare.
    "Non mi preoccupo delle mie "interessanti nuove attrazioni", come le chiami tu, al posto di dirti cosa fare, per due motivi.
    Perché è mio dovere farti notare se fai qualche cazzata e, inoltre, ho già dedicato a Kynthia tutto il tempo necessario prima di rientrare al castello."

    Mamma mia, cos'è successo alla ragazza che ho davanti?
    La Vanja che conoscevo, quella di cui mi sono innamorato, non si sarebbe mai fatta bastare una battutina di spirito su un argomento come questo qualora avesse avuto anche solo il minimo dubbio in merito.
    Quella merda, e la terapia di recupero, devono aver avuto qualche effetto a lungo termine sulla sua personalità.
    Non c'è spiegazione altrimenti.
    Eppure, nonostante tutto ciò, non riesco a fare a meno di reprimere un ondata di emozioni.
    Le stesse che tentano di fare breccia, saltuariamente, nella glacialità che ora mi pervade.
    E le medesime che, per amor proprio, ho scelto di ignorare con ogni mezzo.
    Godendomi anche, in tutto ciò, le varie distrazioni o piacevoli compagnie che mi stanno aiutando a non pensarci.
    Facendomi passare anche dei bellissimi momenti di ritrovata tranquillità d'animo, che ho deciso di prendere per come verrano.
    "Premesso che chi frequento non è affare tuo, hai intenzione di rientrare ora o vuoi farmi aspettare qui tutta la notte?"
    Sai com'è, ci sei tu davanti alla porta.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Studente Corvonero
    Posts
    1,255
    Location
    Volgograd, Russia.

    Status
    Anonymous
    Sai, da una Corvonero uno si aspetterebbe più spigliatezza. Addirittura quando la diretta interessata sei tu. In precedenza le parole di Logan non mi avrebbero scalfito per nulla, lo avrei guardato e gli avrei risposto in modo sarcastico. Ora le cose erano cambiate perchè non riuscivo più a capire che idea si fosse fatto di me. Mi giungono come uno schiaffo quelle frasi. E' questo che pensa di me? Tutto ciò che è successo l'ha portato a definirmi una nullità per lui? Non rispondendo alle lettere, evitandomi e non cercandomi si era insinuato in me il sospetto che qualcosa di "profondo" potesse essere mutato da parte sua. Morivo dalla voglia di saperlo, e ogni volta non riuscivo a prendere la piuma e mandargli una pergamena in cui glielo chiedevo: cosa è rimasto del nostro legame? La verità era una sola: avevo paura della risposta che poteva giungermi e io continuavo a rimandare o a strappare la bozza che scrivevo tra le lacrime.
    Rivederlo, stasera, prima di dirigermi al banchetto mi ha inizialmente inviperita perchè ho visto quella ragazza tornare da chissà dove con lui. E' stato più forte di me. Ho percepito un colpo al petto e non sono riuscita a frenare le parole che sono state pronunciate con estremo astio. Obiettivamente sono gelosa e delusa. Logan mi ha rimpiazzato in così breve tempo?.
    Mi infastidisce e mi ferisce la sua risata, quando mi accusa di seguirlo. Io? Ti ho visto e basta, non ho bisogno di venirti dietro, non ho due anni penso fra me ascoltando il resto. Non conosco il nome citato, sicuramente me lo sarei ricordato un nome così strano. Fatico a catalogare per bene la natura di ciò che mi pervade, un subbuglio di emozioni contrastanti. Mi sento arrabbiata per avergli risposto così ma altrettanto soddisfatta perchè non sarebbe stato da me tacere. Riconosco dolore di rimando alle sue parole. Mi sento schiacciata quando mi fa quello stupido esempio "andare da A a B" "non sei sufficientemente sveglia", mi sta dando della stupida, di nuovo.
    Per aver esposto i miei sospetti?
    Sembra ordiarmi ogni qualvolta mi incrocia.

    Alzo il sopracciglio voltandomi infine verso di lui.
    Lo avessi mai fatto, perchè i suoi occhi sono puntati su di me. Sento decadere e smontare tutto ciò che mi balena in testa. La tensione, la delusione, la paura svaniscono e le mie iridi grigie rimangono immobili. É che.. sono così belli.. E io ci ho visto così tanto lì dentro che non voglio guastare il ricordo di quelle perle. Il silenzio è rotto solo dal fruscio dell'aria che si insinua sotto al porticato, le mie orecchie non percepiscono altro che il rumore interno alla mia gabbia toracica. Sapevo che dovevo continuare a fissare la porta, in modo da avere piena padronanza delle mie emozioni e dimostrarmi forte. E' questo che pensi di me? il quesito racchiude in realtà numerose domande che non ho coraggio di porgli, nè la situazione lo permette. E' questa l'idea che hai di me ora, Logan? Diamine, sono sempre io la ragazza con cui hai condiviso tutto, mi sto solo lentamente rialzando. Mi sento dipinta come una debole un'altra volta davanti a quelle risposte e al suo duro sguardo. E' un ceffone mai pronunciato che mi schiaccia un'altra volta.
    Mi dispiace Di non avere più lo stesso valore per te. mormoro abbassando lo sguardo. E' una convinzione che ora come ora si pone come un macigno sul mio cuore, già dolorante. Mi volto verso la porta, intersecando le dita biancastre sulla maniglia. I miei occhi sono puntati in avanti anche se non sto osservando nulla di concreto. E' uno sguardo perso nel vuoto.

    E non riesco a frenarle, quelle lacrime che giungono a lavare via le mie sofferenze. Porto i palmi della mani congiunti sul naso, chiudendo le palpebre e respirando a fondo. Sono silenziose, percorrono il mio viso, superando le dita e insinuandosi fra di loro, arrivando fino al mento ove si ghiacciano a causa della temperatura. Mi sento una stupida, forse ha ragione lui. Soffoco un singhiozzo, mentre mi sento sprofondare. Lui non piange, non esprime, forse sono l'unica a soffrirne? Mi dispiace di essere stata per te, una delusione così grande.
    Soffio fuori il fiato senza curarmi della sua presenza a pochi metri da me.
    Spero, in tutto questo, che il buio abbia fatto la sua parte. Prego si aver mascherato bene il tutto, anche se un orecchio attento non avrebbe mai confuso un pianto per quanto ovattato potesse essere stato.



    E' così difficile amarti, in questo modo Mi sento una sciocca. Le mie labbra si muovono appena, mentre tiro su col naso. Nella tormenta non sono certa che le sue orecchie abbiano udito e a dire la verità un secondo dopo aver pronunciato quella frase spero che non abbia sentito. Una cosa di cui ho terrore è che la persona a cui ho affidato il mio cuore possa stringerlo fra le mani e farlo fuori definitivamente giocando con i miei sentimenti e infliggendomi infinite sofferenze.
    Spingo la porta davanti a me, mettendo un piede dietro l'altro senza voltarmi un'altra volta. Ogni volta che lo guardo incasso un pugno. Sono stanca di cumularne.
    Smetti di lottare quando ti convinci di non essere corrisposto.
    E così, si sgretolano come un castello di sabbia, le promesse e le certezze
    Dio solo sa quanto male fa.
    E il silenzio assordante della sua assenza, di fianco a me, definisce un'agonia la mia quotidiana vita.




    Edited by vânjaRosèncrañtz - 11/12/2020, 17:10
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Studente Grifondoro

    Group
    Member
    Posts
    903
    Location
    Offaly

    Status
    Offline
    No, non ha intenzione di spostarsi o entrare.
    Non subito al meno.
    Non prima di prendermi e stilettarmi con il suo comportamento ora così inoffensivo ed esposto alle emozioni, come poche altre volte è stato da quando la conosco.
    Il problema però, per quanto sembri strano a dirsi, non è più lei.
    O meglio, non direttamente.
    Sono io.
    È la fiducia bruciata.
    L'essere stato messo da parte.
    Le menzogne.
    I sotterfugi.
    Il suo darmi sempre contro in tutto per poi, dopo, rendersi conto che il mio modo di agire sarebbe stato megliore.
    Dopo.
    Tardi.
    Come tardi è adesso.
    O forse, in realtà, ancora troppo presto per poter affrontare la cosa con lucidità.
    Per tentare un riavvicinamento che, per quanto io stesso lo vorrei, rischierebbe di essere forzato e non genuino nella sua natura.
    Salgo ancora un gradino di sbieco così da trovarmi sul pianerottolo a pochi passi da lei, deciso ormai ad entrare senza proferire altre parole.
    Se non fosse per la percezione che mi trovo ad avere, irrimediabilmente, delle sue lacrime.
    Le quali, scorrendole lungo il viso, cadono sullo strato di neve si suoi piedi.
    Quasi senza emettere rumore per tutto il mondo ma risuonando come detonazioni per il mio stomaco.
    Ho sempre odiato vederla piangere, e ciò non è cambiato.
    L'ha fatto tutto il resto però.
    Prima le avrei buttato le braccia al collo e l'avrei rincuorata come potevo ora invece, per me, non sarebbe una cosa giusta da fare.
    Al massimo un'azione di circostanza, con poco significato, e controproducente.
    Sono tornato così freddo nei rapporti sentimentali, roba da morire assiderati se mi si abbraccia.
    Io, che non esterno le mie emozioni più intime con nessuno ma spacco le cose per sfogarmi.
    "È a me che dispiace Vanja..., inizio a risponderle cercando di non fare trapelare emozioni dal tono di voce, "Perché non riesco più a fidarmi di te."
    tumblr_nxu9sxeg0L1txaqq4o3_250
    È brutto da dire, terribile, però deve sapere.
    Dev'essere messa al corrente delle cose per come stanno, onde evitare che si faccia idee inesatte della situazione.
    Non ho dimenticato ciò che abbiamo fatto insieme, ne chiuso la porta ai sentimenti che provo verso di lei.
    Al massimo mi distraggo e tento di non pensarci, riuscendoci anche piuttosto bene in determinati frangenti.
    La fiducia di prima però, quella, non credo tornerà.
    E anche se dovesse farlo, non sarà mai più come prima. Probabilmente.
    "Difficile? Per te?", le domando retoricamente con voce leggermente modulata da un rabbia di sottofondo mentre mi infilo le mani in tasca e poggio la schiena contro lo stipite dell'ingresso, "Tu l'hai voluto Vanja, non io. Ora non venire a dirmi quanto è difficile per te.
    Risparmiatelo."

    Con un gesto secco incrocio le braccia e stacco la schiena dalla fredda pietra, raggiungendo il ciglio del primo scalino e dandole la schiena.
    Gli occhi si fissano sulla fontana al centro del cortile eppure io non la sto guardando.
    Indugio con lo sguardo in un punto non ben precisata, vagando lontanissimo con la mente.
    "Ci ho creduto, sai?, sibilo a voce sufficentemente alta perché mi senta, "In noi. Davvero.
    E ho fatto di tutto perché nulla si mettesse in mezzo, anche se tu l'hai più volte messo in dubbio nell'ultimo periodo: Io ci sono sempre stato.
    Tu no. Hai preferito evitarmi, nasconderti da me e celarmi le cose."

    Mi giro di scatto verso di lei stendendo le braccia lungo i fianchi, tornando a fissarla dritta negli occhi.
    "A mentirmi, più volte.
    Mi spiace, non ci sto. Fa male, non sai quanto, però ora è così.
    Non riesco, non voglio e non posso più fidarmi di te al momento."

    Scuoto la testa tentando di non far riaffiorare emozioni che non vorrei condividere con lei in questo momento, superandola a grandi falcate e poggiando a mia volta la mano sulla maniglia del portone d'ingresso.
    Iniziando a spingerlo verso l'interno per entrare.
    "Ci vediamo a lezione."
    Gli artigli di un drago, mi hanno ferito meno di te.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Studente Corvonero
    Posts
    1,255
    Location
    Volgograd, Russia.

    Status
    Anonymous
    Non riesco più a fidarmi di te. Le parole rimbombano nella mia testa. Avevo previsto questo risvolto, solamente speravo che le sue labbra non la dicessero mai. Ma vi è un lato di Logan che mi è sempre piaciuto e sempre amerò all'infinito, per quanto doloroso e senza filtri sia: lui dice ciò che pensa. Sempre.
    Vorrei odialo ma non ci riesco.
    Tu l'hai voluto. Un altro pugno.
    Ci ho creduto. In noi davvero. Ci sono sempre stato.
    Rimango immobile per dei secondi che sembrano ore. Le mani mi tremano, ghiacciate dal vento e dalla sensazione che un pezzo di cuore si sta frantumando e non so quanto recuperabile sia, per ora.
    Mi sorpassa lanciandomi un saluto conclusivo.
    Ho visto bene la sua faccia, i suoi modo di parlarmi. Forse sono una sciocca a pensarlo o sono solo troppo emotivamente coinvolta. Ma Logan patisce in silenzio, non ha bisogno di piangere. Invece io sì. Mi aiuta a liberarmi a farmi sentire meno sporca e in questo modo forse riesco anche a fare ordine fra i miei pensieri.
    Le lacrime hanno per un momento smesso di scendere, ma la tristezza non mi abbandona per niente, anzi mi sento mancate il fiato, come se un enorme palmo mi bloccasse la bocca e mi chiudesse il naso.
    É una sensazione di malessere generale e io prima d'ora, non l'ho mai provata.
    L'amore fortifica, rende felici ed uccide, é così.
    Mentre cerco di eclissarmi lasciandolo proseguire, mi ricollego alla realtà, facendo esattamente ciò che penso. Perché è da me, e ora che sono lucida ormai é ora che capisca almeno in parte che si sta sbagliando. Non sono quella Vanja, quella dei ricordi dal ritorno a scuola in poi, quella non esiste più. Ahimè non posso eliminare quello spazio temporale. Nemmeno la magia può tagliare e cucire il tempo. Può cambiarlo ma non è una cosa che desidero.
    Ha maggior valore un cambiamento repentino e duraturo. Questa è la prova che io mi aspetavo da me e che si sta compiendo. Agli occhi degli altri e ai miei è da lodare una persona che ha trainato se stessa fuori da una situazione degenerate, ne ha fatto tesoro e ne vuole avere solo un orribile e spaventoso ricordo. Perché vanno bene le vicende odiose da rimembrare: ne hai paura e questo ti basta per ricordarti ogni volta che non farai mai più un passo falso in vita tua.
    Allo stesso modo il dolore frusta, appesantisce, crea una condizone in cui non riesci a vivere. Il dolore per amore o amicizie in questo caso. Mi sono resa conto quanto esso sia importate, quanto mi siano mancate Ellie e Skylee e quanto io abbia imparato dal mio errore. Cercare di celare loro la verità, non perché sono egoista, ma perché non conoscevo la natura di quello che stavo facendo e credevo di avere il potere di comandarla. Così non fu.
    Lo seguo dietro ai suoi passi, cancellando tutto il male che mi sta facendo, per ora, perché una cosa che non sopporto è lasciare cose non dette e dialoghi incompiuti.
    Non mi aspetto che lui capisca, non oggi a poco più di un mese dall'accaduto non credo possa mettere insieme i tasselli.

    tumblr_pmn0n5PzHv1ua1nbgo2_500
    Logan! lo richiamo verso di me, ottenendo solamente un frenare ai suoi passi decisi. Mi avvicino e senza pensare a che reazione possa fargli afferro delicatamente un lembo della sua giacca. Mi sento pervadere da un brivido. Anche se non è un contatto pelle a pelle mi sento diversa in questo momento. L'averlo così vicino mi desta un po' di insicurezza anche se è il tutto comandato da una sensazione interiore così bella.
    Tu ci hai creduto ripeto le sue parole quando ho il completo sguardo su di me. La vicinanza è circa mezzo metro e adesso non vi è piu la nebbiolina bianca che fuoriesce dalla mia bocca, siamo al riparo e la temperatura è maggiore. Io ci credo. Lo dico con voce ferma insinuando il mio sguardo sul suo. Perché non è cambiato niente. Mi tocco il seno sinistro, lui comprende, non è difficile da capire.
    Ci sei stato..vorrei che tu ci fossi adesso. le parole mi muoiono in bocca perché non riesco a frenare il fatto che lui mi manca. Da quella notte ad oggi. Ogni secondo della mia esistenza. Non riesco a dormire bene, non riesco a gettare lo sguardo a lezione distante dalla sua figura.
    E si sa che non ho freni in quello che sento, sotto la cute dle mio petto. É un lato di me che non si può mai commentare malamente. Esterno le mie sensazioni, pure e veritiere quali sono. E qui non so mentire.
    Prendo una manciata di fiato e mi appresto a dire almeno sinteticamente ciò che in realtà andrebbe spiegato per bene, di certo non mentre uno fugge al banchetto e l'altro lo sta trattenendo. Non. Sono. Quella. Persona. Alludo a l'ultimo ricordo che ha di me. Non l'ho voluto. Aggiungo con voce tremante, le lacrime si ripresentano, numerose ma estremamente sincere. E lo sono per davvero, ai suoi occhi. Una cosa che ho appreso in tutto il percorso è che le menzogne puniscono me più di dire la verità. Non ha senso. Ho solamente creduto di essere forte e non volevo avvalere le tue spalle anche di questo peso. Ho posto troppa fiducia in me, in balia di una situazione sconosciuta. Volevo cavarmela da sola. Pensavo che per una volta i miei problemi potevo snocciolarli da sola senza chiedere aiuto sempre agli altri. Tiro su col naso, lo sa benissimo che di lui mi fidavo ciecamente e ora anche, che gli avrei raccontato tutto senza problemi se non fosse stato tutto così pensante da optare, erroneamente, di poter cavarmela e cestinare la cosa in un batter d'occhio. Dall'oggi al domani. Invece non conoscendo la natura di quella roba ha avuto essa la meglio, non sono riuscita a fare un passo indietro e sono precipitata. Come dice Lennox chi ti vuole bene non capisce perché lo fai. É vero. L'ho fatto perché mi faceva sentire la testa vuota quando l'assimilavo. Mi sentivo normale. Senza problematiche.
    Rilascio il lembo di tessuto rimanendo davanti ai suoi occhi, li conosce così bene che può sapere benissimo quando parlo a vanvera o quando gli sto affidando profonde verità.
    Sono io mi tocco il giubbino esternamente a livello del termine del collo. Sono Vanja. Piego la testa di lato. Sono sempre la persona che hai conosciuto in quella panchina, quella che ha paura di abbattere un muro ma che ti affida il cuore quando si fida di te. Getto questi sentimenti nell'aria in sua direzione perché voglio che ricordi quello che c'è stato e quella ragazza che è riaffiorata e che ora lui stenta a riconoscere. Ho scelto di venirne fuori per la mia salute e soprattutto per me per te, per noi

    e sono fiera di averlo fatto. Sono una donna nuova e sto riprendendo in mano la mia vita, che tu ci creda o no.
    Un guerriero che appende dal suo passato e ne fa tesoro è molto più forte di un spadaccino al vento, senza regole.
    Rimango in attesa, sensa convincermi che possa aver capito.
    Non importa, io mi sento diversa a probabilmente si renderà conto che la donna che ha conosciuto e amato in precedenza non solo è tornata, anzi, è più matura e responsabile di come l'ha lasciata.
    La paura, gli errori e i dolori ti rendono forte. Ma ti plasmano anche come una donna ammirevole e di Tutto rispetto.
    Ed è per questo che alzo il mento verso di lui, mentre le lacrime si asciugano. Traspare fermezza e convinzione nel mio viso rigato dalle lacrime. Fiera di me e piu leggera nell'animo. Dove lui andrà a braccetto con la mia forza.
    Tempo al tempo.
    Sono tornata.


    Edited by vânjaRosèncrañtz - 13/12/2020, 12:59
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Studente Grifondoro

    Group
    Member
    Posts
    903
    Location
    Offaly

    Status
    Offline
    Considero ormai la conversazione finita, ritenendo di essere stato sufficientemente chiaro nella mi spiegazione a Vanja.
    Tanto da dover, addirittura, infilarmi dentro per primo per evitare un protrarsi troppo lungo di un confronto così spiacevole per entrambi.
    O almeno, per me di sicuro.
    Si perché, al controllo di quanto si possa pensare, non mi piace ferire le persone.
    Tantomeno lei.
    A volte bisogna farlo però, è la natura stessa a chiederlo.
    Quando una foresta viene compromessa da qualche agente esterno, un incendio purificatore è l'unica soluzione per salvarla dal decadimento.
    Certo, tutto brucerà ma poi, in ogni caso, i germogli rinasceranno dal terreno ora libero e nuovamente fertile.
    Chissà che non potrà essere così per noi.
    Anche se ora, devo ammetterlo a me stesso, la vedo dura.
    Ad ogni modo, è la voce della Rosèncrañtz che giunge alle mie spalle che mi costringe a rallentare il passo per poi fermarlo del tutto, mentre le sue dita si serrano con dolce decisione sulla pelle della mia giacca.
    tumblr_inline_oydcu7lGIs1rifr4k_540
    Una ricerca di contatto, la sua, che mi porterebbe a ritrarre la mano per evitare ulteriori sofferenze a entrambi, se non fosse che le sue parole iniziano immediatamente a scorrere come un fiume tra di noi.
    Mentre io la fisso dritto negli occhi, senza interromperla quasi nemmeno per voltarmi del tutto verso di lei.
    Sulle prime, almeno riguardo alcuni punti, devo trattenermi dal non riderle in faccia per il nervoso che le sue parole mi provocano.
    Come fa a dire che non è cambiato niente quando invece nulla è come prima? Tutto è cambiato.
    Che ci piaccia o no.
    Vorrebbe che io continui ad esserci per lei, mi dice di non essere quel tipo di persona e che non l'ha voluto.
    Io vorrei crederle, i miei sentimenti lo vorrebbero, non riesco a farlo però.
    Perché queste affermazioni sono, oggettivamente, inesatte e nonostante il tono in cui vengono pronunciate paiono come un arrampicarsi sugli specchi.
    Io ora non posso esserci perché non ci riuscirei, e lei tutto questo l'ha voluto.
    Non prendiamoci in giro.
    Le giustificazioni che ne seguono, seppur evidentemente sincere, non riescono a convincermi del contrario.
    La ragazza che ho conosciuto io, quella di cui mi sono innamorato, non avrebbe mai permesso ad una sostanza di prendere il sopravvento su di lei.
    Non sarebbe stata così stupida da farsi beccare strafatta in un bagno a mezzanotte e, soprattutto, se veramente ci avesse tenuto alla sua relazione non avrebbe permesso a suddetta merda di mettersi di mezzo.
    Una cosa devo riconoscergliela però, quando giunge a spiegarmi le motivazioni che l'hanno convinta ad uscirne è sincera e genuina.
    Non potrebbe essere altrimenti, il linguaggio del suo corpo non lascia spazio a dubbi.
    Io credo che l'abbia fatto per sé stessa e sono convinto anche che ora, poco a poco, stia riprendendo in mano la sua vita.
    Questo non può che rendermi estremamente felice per lei, sarei terribilmente ipocrita a non ammetterlo.
    Eppure sento, anche se vorrei ignoralo, di non poterla ancora lasciarla rientrare nella mia vita.
    Non voglio fidarmi di chi, con noncuranza, mi ha già trattato una volta con menefreghismo.
    Tradendo ciò che ci eravamo promessi per correre dietro a momentanee e incontrerete "soluzioni" temporanee, se di soluzioni possiamo parlare.
    Ritraggo lentamente la mano rimasta a metà tra di noi nonostante lei avesse già lasciato la mia giacca da qualche secondo, osservandola mentre cerca la mia attenzione mettendo su un'espressione di risoluta inamovibilità.
    Sembra convinta, onesta.
    "Sono contento per te. Davvero.", le dico con voce ferma e sicura mentre arretro di un passo per avere una piena visuale sul suo volto, "Ora fa seguire i fatti alle parole e dimostralo, poi vedremo."
    Concretezza, l'unica forza capace di smuovere anche le montagne.
    E, probabilmente, creare una breccia anche nel ghiaccio più spesso.
    Mi allontano lentamente da lei, tardando a voltarmi poiché il mio sguardo indugia per un istante sul suo polso ora libero dalla copertura della giacca, la quale si è alzata in seguito al gesticolare che ha accompagnato le sue parole.
    Il braccialetto di perle donato dalle maridi, con mia sorpresa, è tornato al proprio posto.
    Che si sia dimenticata di avermelo fatto recapitare la notte in cui è stata portata al San Mungo? E se no, si sarà mai chiesta come mai esso sia tornato in suo possesso?
    Non mi è dato saperlo mentre, dandole le spalle con un ultimo sorriso vagamente rilassato, avanzo vero il portone della sala grande.
    Pensando come chi si volta ad attendere il futuro con ansietà, spesso, scorda di vivere il presente come dovrebbe.

    Uscito
     
    Top
    .
7 replies since 7/12/2020, 06:23   417 views
  Share  
.
Top