Niente da fare, Coco non mi dice assolutamente nulla, questa cosa da un lato mi irrita perché questa volta mi sono comportato bene. Perché si comporta ancora in questo modo? Non riesco a farmene una ragione questa volta, allora preferisco lasciarla dormire. Metto la mano dentro la tasca della giacca, esco fuori la polaroid con la lettera di Karen, avevo promesso a lei che sarebbe arrivata nelle mani di Coco. Ed eccola: una polaroid scattata dalla sera di Halloween. Sul verso Karen abbracciava uno jaralda davanti al recinto, era vestita da mangiamorte; i capelli neri legati in una coda alta come Coco era solita conciarli, sulle labbra il rossetto scarlatto che le aveva sottratto. Sul retro un messaggio. Ora appoggio il tutto sopra il suo comodino, la guardo un'ultima volta ed esco silenziosamente dalla camera. Non ci metto molto a prendere le mie cose, vado via da quella casa, così che possa rimanere sola e riflettere, riflettere quante volte vorrà. Non posso fare nulla per impedirglielo, sento però il bisogno di staccare la spina. Ho un brutto carattere, se le cose mi vanno male rischio di perdere la pazienza. Meglio andare via.
CITAZIONE Papà mi ha raccontato la verità: stavi per trasformare questi adorabili pinguini in frittate… è poco carino, sai? Per fortuna sono tutti in salute. Sono perfino simpatici, superata la ritrosia iniziale con qualche ape frizzola. Ti piacerebbero!
Mi ha detto anche che sei riuscita ad andare via incolume e spero tanto che sia vero.
Per quanto strano ti possa sembrare leggerlo… mi manchi. Vorrei poterti salutare di persona… vorrei poterti riabbracciare. Tutti mi hanno dato contro, dicono che mi hai condizionata, che vivo ancora nel mondo delle favole… ma io so che quel che provo è reale. E lo è stato anche per te.
Non mi importa chi sei stata e cosa hai fatto. Ti ho già perdonata.
Ti voglio bene, Coco.
Karen
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