love is pain

Il tempo scorre lento, i minuti sembrano eterni ed infiniti, mi sembra d'impazzire o forse sono io a non aver capito di essere già diventato pazzo. Sono tornato da Londra per la seconda volta e lei non c'è, lei non è qui ed io non so più dove andare a cercarla. E' stata uccisa o si è suicidata in preda al suo malessere? forse ho sbagliato a dirgli quelle cose, forse è in pericolo, dispersa, ammalata, ha bisogno di qualcuno. Sapere che Karen sta bene è un gran sollievo ma Coco dov'è finita? Non dormo da giorni, lei è come un chiodo fisso nel mio cervello. Sono venuto a casa sua una decina di volte ma niente, ho deciso di venire anche a vivere a casa sua in attesa che lei si facesse viva, ma sembra sparita nel nulla. Il mio dolore è quasi palpabile, me ne sto seduto in camera sua a riflettere e a darmi colpe, perchè non sono stato più duro con lei? perchè l'ho lasciata andare come se niente fosse? Mi porto le mani tra i capelli e poi sulla faccia, mi sento così inutile e stupido, a cosa è servita la mia presenza in tutta quella storia se poi non sono riuscito a salvarla? la mia paura più grande non sono le ferite che potrebbe avergli causato l'auror, ma il suo stato psicologico dopo quello scontro. Non riesco a comprendere come mai lei non sia tornata qui, forse ha altri rifugi che io non conosco? forse ha paura di qualcosa?
Mi alzo in piedi, sono giorni che sono dentro questa casa.. non riesco più neanche a scrivere, la mia testa è in tilt, sono seriamente preoccupato e non riesco a fare altro che preoccuparmi. Ci ho provato, l'ho cercata fino allo sfinimento.
Stringo i pugni e scaravento la sedia a terra, mi avvicino alla finestra e stringo la tenda tra le mani mentre guardo fuori: è un pomeriggio nuvoloso, da questa altezza si può vedere Stoccolma avvolta dalla nebbia. dove sei? penso tra me e me. Cambio stanza e vado in salotto, punto i miei occhi sulla famosa libreria.. forse posso trovare indizi sui suoi diari? prendo la bacchetta e la punto verso lo scaffale, ci posso riuscire .. proprio come ho fatto l'ultima volta.

Passano secondi interminabili, fisso i diari con la bacchetta ancora puntata e sono ancora immobile. Non sono neanche sicuro di saper fare un incantesimo del genere in queste condizioni, sono quasi sicuro di sbagliare. Dentro di me sento solo un grande vuoto, so che devo trovare un modo per dimenticare o per poter stare bene, ma ogni volta che ci ripenso mi ritrovo a non poter farne a meno del suo ricordo. È incredibile come l'amore può distruggerti, mi sento un nulla, sono davanti a qualcosa di più grande di me che mi sconvolge, mi disarma completamente. Guardo ancora quei diari e gli occhi mi diventano lucidi, cosa sarebbe successo se non lo avessi letto? Oggi mi sarei ritrovato qui a soffrire come non mai? Forse si o forse in un modo o nell'altro tutto questo doveva accadere.
Sento improvvisamente il rumore della porta alle mie spalle, mi viene un colpo al cuore perché se da un lato non so cosa aspettarmi, dall'altro spero sia Gabrielle. Mi volto lentamente e quando vedo la sua sagoma mi cade la bacchetta dalle mani. Rimango fermo davanti a lei fingendo quasi indifferenza, dentro invece non so nemmeno che cosa mi sta esplodendo.
Faccio qualche passo verso di lei mentre anche lei si avvicina con un'espressione di domanda. Non riesco nemmeno a dire una parola, non credo neanche ai miei occhi. Allora accelero i miei passi che ora si fanno più decisi, non riesco a pensare ad altro tranne che abbracciarla. È proprio questo quello che faccio, prendo il suo corpo esile tra le mie braccia e la stringo a me come fosse l'unica cosa al mondo che può davvero farmi stare bene. Questo gesto esprime tutta la paura che ho avuto di perderla, non posso fare a meno che lasciarmi andare a questo bisogno di dimostrargli che la stavo aspettando. Non riesco a staccarmi da lei. Nessuna parola interrompe questo momento fatto solo di parole mute. Posso sentire il mio cuore battere forte, in modo incontrollabile. Mi stacco appena per guardare la sua faccia < Gabrielle.. > un nome, una sola parola.

L'ultima volta che ci siamo visti abbiamo discusso animatamente, altre volte avevamo sempre qualcosa da dire, ci eravamo insultati, arrabbiati, ma questa volta è diverso. Uno scenario totalmente differente dalle altre volte. Posso sentire che ha freddo, il suo corpo probabilmente è rimasto tanto tempo a patire il freddo, chissà per quali vie sconosciute. Realizzo che sono le sue braccia quelle che circondano il mio busto in modo quasi impercettibile, sono io quello che la stringe forte. Sento che si chiama Coco più di una volta, non posso fare a meno che rimanere in silenzio, non voglio ribattere questa volta, sono così contento di rivederla ma anche in un certo senso stupito. Lei si va a distendere sul divano, io mi guardo intorno per cercare una coperta, la trovo appoggiata sulla poltrona e la prendo .. mi avvicino a lei e la copro, mi abbasso per poterla scrutare più da vicino. L'aria è assente, come se avesse vissuto un qualcosa di traumatico, non so neanche da dove incominciare.. vorrei chiedergli tante cose ma ho paura di fargli rivivere qualcosa di sgradevole. Sei viva.. sottolineo quasi con un sorriso sulle labbra Perchè sono qui? mi alzo in piedi e vado a sedermi sulla poltrona che sta di fronte al divano.
Non ho dubbi sulla risposta Coco.. ti stavo aspettando.. mi sono preoccupato perchè non sapevo che fine avevi fatto. lo dico con un tono molto sincero, perchè è esattamente quello che ho fatto. Ti ho cercata ovunque.. sono stati giorni difficili, sei sempre andato avanti con quel pizzico di speranza che improvvisamente si è realizzata davanti ai tuoi occhi proprio adesso. Che ti è successo? chiedo sperando in una buona risposta da parte sua Dove sei stata? non mi aspetto che mi racconti tutto ma comunque spero che almeno mi dica dove ha passato gli ultimi giorni. Hai fame? posso cucinarti qualcosa se vuoi..

Coco è decisamente scossa e si sente dal suo modo di parlare, non è come le altre volte, in lei c'è qualcosa di profondamente diverso. Non vuole parlare, non vuole raccontare quello che è successo. Quando una persona sta rannicchiata su se stessa questo indica che non vuole esporsi, non vuole parlare. Che cosa le sarà successo di così traumatico? Sento le sue parole mentre sono seduto sulla poltrona, parla così piano che mi alzo e la raggiungo per sentirla meglio, ha appena detto di aver provato ad uccidersi, i miei sospetti diventano qualcosa di reale.
Mi abbasso la guardo anche se lei mi da le spalle, vorrei dirgli che mi dispiace, che non deve pensare questo, ma trattengo le parole perché so che vuol dire altro. Le sue parole sono povere di ogni tipo di spiegazione, sembra correggere la sua frase. Ora è lei che ha cercato di uccidere l'auror, è lei che ha fallito. Mi dice anche che non posso stare qui ed io non capisco perché.
Appoggio la mano sulla sua spalla, accarezzo i suoi capelli con le dita in modo impercettibile. < Ma cosa dici.. > perché voleva uccidersi? < hai cercato di ucciderti? > chiedo senza neanche provare a mentire, è questo che ha appena detto, la mia domanda è lecita. < perché? > è sempre stato così difficile parlare con lei, adesso sembra più difficile di ogni altra volta. < Non me ne andrò.. Non ho motivi per andarmene > non questa volta. Ho aspettato tanto tempo questo momento, so per certo che ha bisogno di qualcuno in questo momento, non so che cosa è successo esattamente ma percepisco che è la scelta giusta. Perché mai non posso stare qui? Cosa c'è di così pericoloso? < Tu non hai fallito, era così che doveva andare.. È stato meglio per lui e soprattutto per te.. Che cosa avresti ottenuto se avresti vinto? > questo vorrei tanto saperlo, una vita in cambio di uno stupido affare? La tua anima per cosa?

Ho il sano presentimento che Gabrielle è una masochista, se quelle parole non sono quasi folli ditemelo voi, si sta punendo.. Si è già punita più volte per non essere riuscita a compiere quello che lei chiama dovere. Io lo so, la conosco ormai, non smetterà di sentirsi uno schifo per il suo obbiettivo andato in fumo. Lei stessa infatti mi racconta che non ha ucciso l'auror, ha visto Karen piangere e questo è stato abbastanza forte da costringerla a cedere, anche lei ha qualcosa di buono dentro di lei, ogni cattivo ha del buono dentro e questo lo so benissimo. Sospiro quando ascolto le sue parole, non so davvero cosa dire, come prenderla.
Eppure le sue parole mi tagliano dentro, sento una rabbia assalirmi improvvisamente. < Chi? > dico questo assumendo un'espressione di sospetto. < Chi si arrabbierà tantissimo? A chi non puoi mentire per sempre? > esigo una risposta, qualcuno la sta controllando ed io non lo sapevo? Ma davvero c'è sempre stato qualcuno sotto le sue decisioni? Non ci posso credere, mi devo accertare per capire da dove viene questo suo malessere. Metto la mano sulla sua spalla, la volto verso di me: lei ha gli occhi spenti, cupi. < Gabrielle.. Ti prego.. Come posso aiutarti? Vorrei farti stare meglio e non so davvero come aiutarti, ho bisogno di sapere, se non parli io non ti potrò mai aiutare. > la guardo negli occhi, accarezzo la sua guancia fredda. <.. Possiamo aggiustare questa situazione. > se mi fai entrare in quel luogo oscuro che ti abita.
Mi sporgo in avanti e appoggio la testa sulla sua pancia, con le braccia avvolgo il suo busto, con gli occhi guardo in un punto indefinito del salotto, rimango in silenzio.

Mi chiama per nome, è solo la seconda volta che lo fa in tutti questi mesi che ci conosciamo. Adesso so che sta per dirmi qualcosa che vuole assolutamente sottolineare, le sue parole mi tagliano ancora di più. Prima di me stava bene, non provava assolutamente nulla. Se da un lato capisco di non essere mai stato accettato, dall'altro capisco che ora Coco prova qualcosa, se no non avrebbe mai detto cosa simile. Non provava nulla, non provava nulla. Mi ripeto questa frase dentro la mia testa mentre sento la sua mano sui miei capelli. È strano tutto questo, so che Coco non è come le altre volte e non capisco perché, che cosa l'ha cambiata in questo modo?
Karen mi ha detto che si è salvata, che è scappata? Ma che cosa ha subito quella notte?
Non riesco più a farmi domande, non riesco nemmeno a rispondere alle sue domande, amo stargli così vicino, sento il suo profumo che mi entra nell'anima, chiudo gli occhi. Cosa credo le si sia rotto? < le tue barriere si stanno rompendo. > rispondo così, la più precisa verità che ci può essere e che io ho intuito. Apro gli occhi quando mi chiede perché non l'ho baciata.
Rimango fermo a fissare il vuoto, perché ora mi fa questa domanda? Sembra così.. Tranquilla..
Vuoi che lo faccio Gabrielle? Dico nella mia mente, la tentazione è a fior di pelle. Come ha potuto farmi una domanda del genere? So che non riuscirò a resistere, non posso fermarmi. Nello stesso istante in cui lo penso, senza nemmeno rispondere mi sporgo verso il suo viso, porto le mie mani sul suo giubbotto di pelle e stringo il colletto, la mia faccia ora è vicina alla sua, posso sentire il suo respiro. Lei mi guarda con quegli occhi di ghiaccio a cui non posso sottrarre il mio sguardo, mi attrae, non posso negarlo a me stesso. Un attimo dopo non ci penso, ho già oltrepassato il confine, un istinto impetuoso il mio, con le labbra vado a cercare le sue in modo quasi insistente, me ne voglio impossessare, le mie mani ora tengono il suo viso affinché non possa sottrarsi a questa cosa, cerco la sua lingua, il suo consenso.
Gabrielle, che cosa mi hai fatto Gabrielle..

Lei per un attimo sembra ricambiare il bacio, lo fa in un modo quasi sorprendende per me, per un attimo riesco ad assaporare la sua lingua, le sue labbra, senza riuscire a placare quel fuoco dentro che mi brucia, mi infiamma completamente. E poi mi respinge tirandosi su, faccio fatica a staccarmi da lei ma la lascio stare, mi siedo accanto a lei sul divano guardando davanti a me con lo sguardo assente, il respiro accelerato e il cuore che sta esplodendo. Faccio qualche sospiro per cercare di tornare su questo pianeta perché mi ha stravolto, ho la sensazione che non riuscirò a stare fermo, così mi giro lentamente a guardarla quando lei mi dice che ha capito, ma capito cosa? < Hai capito..> commento allora senza un senso logico, ho perso più della metà della ragione, e con quel poco che me ne rimane provo a dare un senso alle parole che dico. < Vai a dormire? > chiedo dunque senza riuscire realmente a dire altro. Non mi sento in colpa, non devo neanche chiedere scusa.. Perché dovrei farlo se mi piace? Se per un momento lei ha ricambiato? Riesco a sentirla più "umana" le sue emozioni si percepiscono, seppur ancora appannate dalla freddezza e dal controllo, ma lei è qui, Gabrielle è viva.
Non ci riesco, sento l'impulso spingermi verso la sua persona, allora mi faccio più vicino e con la mano tocco il suo volto, lo giro verso di me lentamente, la guardo negli occhi. Il mio sguardo è completamente stravolto, nessuna maschera stavolta. La scavo con lo sguardo prima di sussurrargli < Sei sicura? > metto le braccia attorno al suo busto e la stringo a me, le mie labbra si posano sul collo di porcellana, la desidero, non resisto. Le do un paio di baci prima di accorgermi che sto passando sopra qualcosa che i miei occhi notano all'istante, mi fermo all'improvviso e mi stacco per guardarla < che cos'è?.. > sono sicuro, è la prima volta che lo vedo, al primo impatto non conosco ciò che sta sul suo collo. < chi te l'ha fatto? >

La sua risposta non si fa attendere, l'auror gli ha lasciato un segno ben preciso, sembrerebbe una runa e andrò a leggerne il significato appena possibile. Che abbia provato ad ammazzarsi è palese, ho sempre pensato questa cosa sin dal momento in cui mi ha lasciato da solo in casa. Per qualche motivo però la cosa era andata diversamente. Come mai Coco non ha ucciso Kain? l'ha fatto perchè ha voluto così o semplicemente non c'è riuscita? il tentativo di farsi del male forse mi dice che non è riuscita ad ucciderlo, che si sia auto punita forse? Questo può essere probabile e non escludo nessuna ipotesi dal momento in cui non conosco il carattere del suo "antagonista".
Mi alzo e l'accompagno in camera da letto: è proprio vero che è senza forze, cammina quasi per forza, per questo l'accompagno fino al letto e aspetto che lei si sieda. Appoggio le mani sulle sue spalle, mi abbasso puntando gli occhi sui suoi. Farò delle ricerche su quella runa, dobbiamo capire a cosa serve. e se fosse qualcosa che la controlla minuto per minuto? di sicuro devo scoprire il suo esatto potere, anche se di rune io sinceramente non me ne intendo. Ora sdraiati un po' .. ma sei sicura che non vuoi niente da mangiare? hai bisogno di rimetterti in forza, che ne dici di mangiare? chiedo per l'ennesima volta, la vedo abbastanza debole e del cibo potrebbe aiutarla, anche se non conosciamo l'effetto della runa, ha bisogno comunque di soddisfare i bisogni principali del suo corpo. Sei stata da sola in questi giorni? Karen mi ha detto di un certo Castiel, inevitabile non chiedere.