When the past comes knocking...

Privata - Casa Carradine

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    Da quando si erano trasferiti ad Hogsmeade tutto sembrava essere cambiato, era cambiato in meglio, ogni pezzo del puzzle che componeva la sua vita si era perfettamente incastrato rendendo Every una persona diversa, una persona finalmente veramente felice. Per la prima volta nella sua vita aveva tutto quello che poteva desiderare, la sua famiglia si era allargata con l'arrivo di Charlie, il figlio di Nik, e, al contrario di ogni aspettativa, questa bomba non aveva distrutto il loro rapporto, anzi, lo aveva reso più forte. Si erano svegliati entrambi una mattina e aveva capito, avevano finalmente realizzato, di stare bene assieme, ma davvero bene, avevano tacitamente accordato sul fatto che c'era bisogno di fare un passo in più... Senza bisogno di dirsi niente avevano fatto i bagagli, avevano chiuso le porte delle rispettive case e si erano trasferiti, assieme, ad Hogsmeade. Quella casa sapeva di loro, di entrambi per la prima volta, c'erano i libri di Nik sulle mensole e le candele al gelsomino di Every. Ognuno si era preso il proprio spazio, erano entrati uno nella vita dell'altro in punta di piedi, senza forzature, ed aveva funzionato, al contrario di quanto chiunque avrebbe pensato funzionavano alla perfezione. E sdraiata con la testa sulle gambe di Nik, su quel divano che sapeva di casa e sapeva di loro, si sentiva bene, si sentiva in pace con se stessa e con il Mondo. "Che dici se compro queste decorazioni da vendere in negozio? Insomma...è il caso di iniziare a decorare per il Natale, no?" chiese sollevando lo sguardo verso di lui, intento a studiare qualcosa da un altro libro, mostrandogli la rivista che teneva fra le mani. Era tornata ormai anche a tempo pieno a lavorare al negozio a Diagon Alley e questo la riempiva di ritrovata energia. "A proposito di Natale, dobbiamo pensare anche a cosa comprare ai ragazzi..." con buona probabilità lo avrebbero passato tutti assieme, con Mark, Charlie e forse Michelle. Every aveva già comprato anche un centinaio di giochi per il piccolo Diego e per la nuova aggiunta in casa Lacroix, il ruolo di nonna le piaceva più di quanto desiderasse ammettere. Fu il suono del campanello a interrompere quel momento di pace. Senza esitare Every si alzò con uno scatto e raggiunse la porta.
    "Ciao Thomas, no, nessun disturbo figurati... grazie, sei stato gentilissimo... ma ti chiedo di non farmeli più recapitare..." le ultime parole uscirono quasi come un soffio dalle sue labbra mentre prendeva dalle mani del ragazzino che le dava una mano in negozio un grosso mazzo di fiori. Qualche scambio di battute, convenevoli, la promessa di rivedersi il giorno dopo e si chiuse la porta alle spalle. Un leggero sospiro di amarezza le increspò le labbra, sembrava fosse riuscita a chiudere quella storia... povera illusa.
    "Tesoro...ti va del vino?" chiese avviandosi in cucina lasciando cadere nel cestino della spazzatura il mazzo di fiori, li avrebbe fatti magicamente a pezzi più tardi. Peccato che non si fosse accorta che il biglietto firmato con l'anagramma JMC giaceva, vittima di quella situazione, sul pavimento del corridoio.



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    Nik non era un grande amante delle festività, ma da che stava con Every intuiva quando lei avesse proprio il bisogno di dedicarcisi.
    Per questo motivo si ritrovò comunque ad annuire e ad avvalorare la sua tesi.
    -Ti prego, non coinvolgermi in queste cose- i regali erano un altro tasto dolentissimo.
    Cosa ci voleva ad andare in un negozio il giorno prima di natale e prendere la prima cosa che capitava a tiro?
    Conscio che lei ci teneva particolarmente si impegnava solo per quanto concerneva il suo di regalo, ma per il resto...
    Lei si alzò quando suonarono alla porta, non era la prima volta che accadeva e ogni volta saltava su come una molla.
    Quella volta Nik decise di non lasciar correre, per questo si alzò e osservò la scena da lontano.
    Vide un biglietto cadere e vide Every gettare i fiori nel cesto della spazzatura.
    Così si avvicinò al pezzo di carta, si chinò, lo prese, fu inevitabile scorgere la firma.
    Poi fu da lei.
    -Si cara, lo vorrei del vino- le mostrò l'arcano tra le dita – così come vorrei sapere perchè insiste col mandarti dei fiori. C'è qualcosa che non so?-
     
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    “Quindi devo pensare io anche al regalo di Charlie?” domandò a grande voce dalla cucina mentre recuperava una bottiglia di vino rosso, il loro preferito di quel periodo, e due calici. Fissava la dispensa aperta Every, cercando di riflettere sul significato di tutti i fiori che negli ultimi mesi Jack le stava inviando... Le cose fra loro erano, beh, semplicemente non erano andate. Every era stanca, non aveva l'età per giocare a fare l'amante di un uomo che, almeno sulla carta e nelle interviste da personaggio in voga, si diceva felicemente sposato. No, lei voleva di più, valeva molto di più di quanto quella storia le faceva credere, lei valeva un amore vero, un amore puro, un amore che non la metteva perennemente al secondo posto, che non la faceva nascondere o uscire dalla porta sul retro di qualsiasi locale. Così un giorno si era decisa ed aveva chiuso quella stranissima storia, se così si poteva definire, non c'era mai stato del vero e proprio rapporto fisico fra di loro, era tutto decisamente più mentale, qualche bacio più o meno intenso, ma niente più, per questo non comprendeva come Jack avesse potuto trattarla in quel modo, Every ci teneva a rimanere sua amica, ma l'allenatore non era della stessa opinione e smise di rispondere a qualsiasi sua chiamata, alle lettere, smise di essere il Jack che aveva conosciuto e che aveva frequentato, il Jack diverso e che aveva il piacere di conoscere davvero solo lei e si trasformò in qualcuno che non gli si avvicinava nemmeno lontanamente, si era trasformato nel Jack McCallister descritto da tutti e a cui lei non aveva mai creduto, freddo, calcolatore, arrivista, egoista... Perchè ora le inviava dei fiori? Fu la voce di Nik alle sue spalle che la distolse da quei pensieri facendola sussultare, quasi come colta in flagrante, ed il povero bicchiere che stringeva nella mano le scivolò. Cercando quasi di nascondersi da lui si chinò velocemente per recuperare i cocci, tagliandosi per la foga.
    ''Merda!'' era stranissimo sentirla imprecare, indice che c'era qualcosa che decisamente non quadrava. Si alzò di scatto infilando la mano sotto l'acqua corrente per pulirsi dal sangue girando poi, finalmente, lo sguardo verso di lui, verso Nik che stringeva fra le dita il biglietto incriminato. Si sentiva sporca Every, non lo aveva tradito, non lo avrebbe mai fatto, era innamorata di quell'uomo bellissimo da quasi sei anni, senza che lui lo sapesse con esattezza, eppure sentiva di aver tradito la sua fiducia omettendogli degli stranissimi doni che stava ricevendo da qualche mese.
    ''Oh....- un soffio di aria calda, un sospiro, le scivolò fra le labbra increspandole - Io.... non lo so perchè mi manda dei fiori, gli ho anche detto di smetterla che sono impegnata ma...." ma non mi ha ascoltata, come palese da questo nuovo mazzo di fiori... Cercò di evitare il suo sguardo, li sentiva i suoi occhi di ghiaccio penetrarla fino a farla arrossire imbarazzata. Forse... forse, pensò Every, è stato tutta colpa di quell'incontro...
    ''L'ho rivisto di recente... quando sono andata a fare supplenza ad Hogwarts, lui era li per una delle sue figlie che ora frequenta il Castello... forse ha frainteso, non lo so Nik.... ma non c'è niente, assolutamente niente!" eppure qualcosa le lasciava intendere che non si sarebbe conclusa così facilmente.

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    -Ferma Every- le disse raccogliendo al suo posto i cocci del bicchiere che le era caduto di mano.
    Cosa stava succedendo?
    -Io potrei anche intuire perchè ti manda dei fiori- le fece presente avanzando di qualche passo – quello che invece non riesco a spiegarmi è per quale motivo non mene hai parlato-
    Poteva capire tante cose, che magari non era l'uomo più placido del mondo, che forse si sarebbe indisposto, come del resto stava accadendo in quel momento, e forse avrebbe fatto visita all'uomo suggerendogli di lasciar perdere.
    Non riusciva a spiegare comunque il suo silenzio.
    -Lo hai rivisto, ti manda dei fiori, ti stalkerizza praticamente ma tu imperterrita continui a tacermelo.
    Se non ti cadeva questo maledetto pezzo di carta lo avresti taciuto ancora?-

    Continuava a dire che non c'era niente.
    E probabilmente la soluzione sarebbe stata crederle.
    Eppure.
    -Dimmi un po', di cosa avete parlato l'ultima volta.
    Cosa potrebbe averlo indotto a “fraintendere”-
     
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    Sentiva il respiro mancarle Every mentre si puliva la mano dal sangue dovuta al taglio col bicchiere e se la medicava alla veloce con un po' di dittamo, le mancava il respiro mentre Nik si avvicinava con ancora quel biglietto in mano e le domandava perchè non lo avesse avvisato prima di quanto stava accadendo con l'allenatore di Quidditch. Prese un respiro ponderando bene le risposte che gli avrebbe dato, lo conosceva e sapeva quanto anche la parola sbagliata potesse farlo arrabbiare davvero.
    ''Nik io...non voglio dirti di no perchè ho paura che mentirei, e non voglio dirti nemmeno di sì perchè anche questa sarebbe una bugia... La verità è che non lo so, non so cosa avrei fatto'' disse seria cercando di evitare, il più possibile, il suo sguardo. Non lo voleva guardare, se solo avesse incrociato i suoi grandi occhi di ghiaccio sarebbe crollata. Perchè aveva taciuto? Perchè non era corsa subito da lui? Dentro di se sapeva di avere la risposta a queste sue domande, sapeva di non voler passare nuovamente per la vittima indifesa che aveva bisogno perennemente dell'appoggio di qualcuno, di essere salvata... da Ares, da suo fratello Castiel, da lui, soprattutto da lui. Come poteva lui stare con una donna che era sempre da proteggere, che non era capace di badare a se stessa o di dire ad un 'ex', se così Jack McCallister si poteva definire, di andare a quel paese.
    "Ti saresti arrabbiato, forse non avresti nemmeno urlato, forse ti saresti diretto senza aggiungere altro nel suo ufficio e la cosa un po' mi spaventava, non volevo darti altri pensieri e non ti tradirei mai, lo sai. Io..." ti amo. perchè le era così difficile dirlo? Ormai era quasi un anno che il loro rapporto era cambiato davvero, eppure qualcosa la frenava, la paura che quelle due parole potessero farlo scappare a gambe levate.
    "Niente, è venuto al Castello per parlare con la preside di una delle sue figlie che ora è studentessa e ci siamo scontrati nel corridoio... - sospira Every accomodandosi su una delle sedie della cucina passandosi le mani sul viso, stropicciandoselo - Mi ha chiesto come stavo, cosa facevo, come andavano le cose, mi ha chiesto di prendere un caffè ma ho rifiutato, quindi non so cosa possa averlo fatto fraintendere! Te lo giuro!"

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    -Beh, non possiamo saperlo, visto che hai pensato bene di non dirmelo- quindi se ora era arrabbiato lo era per altri motivi.
    La fiducia che stava alla base del loro rapporto veniva meno quando venivano fuori certi scheletri nell'armadio, e in questo caso non si trattava di aver taciuto di aver visto un amico, ma di aver nascosto diversi inconvenienti che non dovevano proprio aver motivo di esistere.
    -Every, forse mi stai confondendo per un bambino dell'asilo- le fece notare – se tu me lo avessi detto ci avremmo riso su, se avesse esagerato, se fosse stato insistente, se fossimo arrivati a .. quanti sono con questo?- le chiese stringendolo ancora tra le dita – allora probabilmente solo in questo caso avrei valutato l'idea di fargli una visitina-
    Si sedette anche lui e lasciò ricadere il biglietto sul tavolo – ma vedi te se mi devo innervosire per un coglione del genere- si mise con le braccia conserte e seguitò a fissarla – ci sono altre situazioni di cui vorresti mettermi a conoscenza?-
     
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    Sapeva Every che prima o poi sarebbero arrivati a quel punto, sapeva che non avrebbe dovuto aspettare così tanto prima di parlargliene, appena era arrivato il primo mazzo di fiori sarebbe dovuta tornare a casa e raccontarlo a Nik. Insomma, non c'era stato niente fra lei e Jack e mai ci sarebbe stato, lui era così, voleva tutto ciò che non poteva avere, le sue attenzioni erano nuovamente sulla Westwood perchè lei si era rifiutata di uscire a cena con lui, perchè si era scansata a quel tentativo di bacio ed era stata categorica, ho un compagno, ho un uomo al mio fianco di cui sono innamorata. E Jack questo non poteva accettarlo, il suo ego spropositato non poteva subire un tale smacco. Aveva sbagliato. Sarebbe dovuta andare subito di Nik e non si sarebbero mai trovati in quella stupida situazione, a discutere per colpa di Jack McCallister. Certo, lui c'era stato quando il mondo le sembrava crollare addosso, c'era mentre tutti le voltavano le spalle, mentre il Carradine era fra le lenzuola calde di una ragazzina nelle terre del Nord e lei provava a medicarsi da sola le ferite, ma Jack non era e non sarebbe mai stato lui, non avrebbe mai avuto il suo cuore nel modo in cui lo aveva Nik. Nik era la persona con cui si immaginava seduta ad invecchiare, Nik era la persona che voleva, per sempre. Come avrebbe potuto spiegarglielo in quel momento senza che la cosa lo spaventasse come aveva fatto in passato, senza che scappasse nuovamente? Ora lui aveva anche una propria famiglia, aveva un figlio, aveva una ex in chissà quale parte del mondo con cui avrebbe potuto crescerlo...
    ''Non mi pare di aver mai fatto quello che stai dicendo, non mi pare di averti mai paragonato ad un bambino... Il primo mazzo è arrivato ad Hogwarts, il secondo al negozio ed ora questo. Potevo davvero raccontarti di queste stupidate senza farti incazzare dopo solo due settimane che avevi scoperto di Charlie?'' gli chiese sollevando nuovamente lo sguardo verso di lui. C'erano giorni in cui stava così teso per il lavoro e per la situazione col ragazzo che era praticamente impossibile parlargli senza che arrabbiasse.
    ''A me non interessa niente di Jack McCallister e anche solo discuterne gli da attenzioni che non merita. Mi ha usata in passato come sta facendo anche ora. Per me è un discorso chiuso, che tu ci creda o no. A me interessa di te. Di me e di te, di quello che abbiamo noi'' si alzò dalla sedia andando a versarsi dell'altro vino prima di girarsi verso il proprio compagno.
    ''E tu? Ci sono cose di cui vuoi mettermi al corrente visto che già stiamo in argomento? - gli chiese, questa volta decisamente più sicura di se di quanto non fosse mai stata, gli stava dando l'occasione per ammettere a sua volta un piccolo segreto che le aveva nascosto, se così si poteva dire – Pensavi di dirmelo che l'amica con cui sei uscito a bere una cosa era Erika?''

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    -Potevi- ribadì – e dovevi, conoscendomi- insomma la questione era abbastanza semplice per Nik, se non voleva rogne allora le conveniva dirgliele le cose, o che fosse più cauta comunque.
    Farsi recapitare i mazzetti d’amore a casa non doveva neanche essere contemplata come cosa.
    Non comprendeva l’alzata di cresta di Every, non era di certo come la donna che ricordava, quella precedente era sicuramente più sincera e meno guardinga.
    Cosa faceva ora lo spiava?
    Sghignazzò.
    -Non devo metterti al corrente di niente, anche solo il fatto che tu sappia con chi sono stato a cena mi dà da pensare che qui c’è qualche problema di fiducia alla base.
    Io vengo a sapere dei tuoi “corteggiatori” per puro caso, tu mi fai seguire da Merlino solo sa chi
    le storielle del "anche i muri hanno occhi e orecchie se le poteva risparmiare con lui.
    -Di un po', quanto è salutare un rapporto del genere da uno a dieci?-
     
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    Immobile, come pietrificata da un incanto che l'aveva colpita in pieno petto lasciandola senza fiato e senza parole mentre stringeva il calice di vino fra le mani guardandolo seria e sempre più sconcertata da quello che stava accadendo, dalla piega che aveva preso quella giornata, quella conversazione con Nik. Come erano arrivati fino a quel punto, a nascondersi tutte quelle cose come anni prima, a fare ciò che, alla ripresa della loro relazione, si erano ripromessi di non fare più? Perchè stavano ricadendo negli stessi identici errori che li avevano portati alla rottura già una volta? Ma quello che la stava frenando da qualsiasi commento, che le faceva dischiudere le labbra e poi richiudere incapace di formulare frasi di senso compiuto, era la sua risata... Si sentiva stupida Every, non riusciva a comprendere cosa stava accadendo in quella stanza, in quella che era diventata la loro cucina, non capiva perchè a Nik veniva da ridere mentre lei sentiva solamente le lacrime pizzicarle gli occhi ed un nodo stringerle con forza la gola... Forse, se fosse stata una persona diversa, più arrabbiata con il mondo che le metteva costantemente i piedi in testa, più impulsiva al dolore che le logorava l'anima da anni ormai, solo in quel caso forse avrebbe tirato il calice colpendolo dritto in fronte così da farlo tacere e poter parlare, fermare sul nascere tutto ciò che Nik stava facendo fluire dalle proprie labbra.
    ''Fermo... fermo... Nik...'' riuscì a scuotersi riprendendo parola sentendo il sangue tornare a raggiungerle il cervello facendole riprendere il controllo.
    "Mi stai davvero muovendo le stesse accuse che ti ho rivolto io?'' gli domandò tornando a guardarlo negli occhi. Era perplessa Every, ferita, delusa, come poteva pretendere di sapere sempre tutto di lei ma di tacerle invece lui?
    "Come puoi anche solo pensare che io ti abbia fatto seguire da qualcuno?'' lo guardava Every, seria, triste, non pensava di dover affrontare ancora quel tipo di discorsi, non con lui.
    '''Una persona ti ha visto, pensava fossi io al tuo fianco, ed era molto offesa perchè io non le avevo rivolto parola o un saluto... Quale altra donna poteva essere se non Erika? E tu me lo hai confermato...'' Every in cuor suo già sapeva che non c'era altra donna che Nik avrebbe potuto nascondergli. Erika. Erika che già una volta lo aveva conquistato, che lo aveva fatto allontanare dalla dolce Westwood, Erika per cui Nik aveva perso la testa e si era riscaldato sotto le sue lenzuola nelle calde terre del Nord, Erika così giovane, così bella, capace di potergli dare tutto ciò che lui ha sempre desiderato. Erika così diversa da lei.
    ''Ci siamo già passati Nik e non è quello che voglio - i segreti, le discussioni, i tradimenti, li aveva vissuti anche con quel cretino di Steve, non voleva che le cose andassero nello stesso modo anche con Nik, per loro desiderava molto ma molto di più, desiderava la felicità – Cosa pensi che non renda salutare questa relazione, Nik?E' una cosa che possiamo migliorare oppure pensi che non ci sia mai speranza?''



    Edited by .Every. - 16/4/2021, 15:37
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    Nik si accorse che Every ci stava rimanendo male di qualcosa, forse non sia spettava le sue parole, forse si aspettava Merlino solo sapeva cosa.
    Ma lui non era diverso dal solito, anzi, se possibile era migliorato nella relazione con lei e nel modo di apportarsi a quelle che erano le sue esigenze.
    Every invece si stava dimostrando diversa e a questo punto non lo sapeva se quello che vedeva gli piaceva.
    Gli diceva di stare fermo, certo, era la classica reazione di chi veniva messo al muro.
    “Un attimo, ho perso il filo del discorso, come ci sono passata dalla padella alla brace?”
    -No tesoro, qua sei solo tu nel torto, e sei solo tu che muovi accuse a me.
    Questo-
    e glielo alzò sotto al naso il bigliettino – non l'ho mica lasciato io cadere per terra, questi- prese i fiori dal cesto dove li aveva buttati – non li ho mica fatti entrare io in casa nostra, né sono per me-
    La fissò e cercò davvero di trovare le giuste parole da dire senza ferirla oltremodo, visto come era delicata di nervi in quel momento.
    -Perchè non credo alle coincidenze e mi dispiace ma no, non c'era nessuno in quel locale dove ho cenato con Erica, nessuno che ti potesse conoscere, quindi o tu vieni a sapere le cose per opera dello spirito santo o hai pagato qualcuno per seguirmi, in entrambi i casi non so neanche se sia questo il problema; te lo sei tenuto dentro per mesi senza chiedermi nulla in merito e tiri fuori la questione oggi che sei chiaramente in difetto.
    Quindi, vuoi davvero continuare a rigirarmi la frittata? Vuoi davvero dare la colpa a me di qualcosa che non ho fatto per salvaguardare i tuoi flirt? -

    le si avvicinò e la scrutò attentamente – per la cronaca, non è l'unica amica che ho, Erica- voleva forse parlare del fatto che la ragazza stava solo un giorno ogni due settimane libera di uscire da scuola? A Durmstrang al nord.
    Proprio la prima che le veniva in mente doveva essere, la più scontata.
    “oh andiamo Every, ma chi vuoi prendere in giro”.
    -Da come sei stata lesta a tirar fuori questa storia direi che non aspettavi altro- cosa pensava lui in merito?
    -Prima di ogni cosa dovresti essere più sicura di te.
    E di noi.
    Potevi dirmelo e ne avremmo riso su. Potevi chiedere e ti avrei detto di cosa abbiamo parlato.
    Quindi non lo so Every, io mi sto impegnando in questa storia, ma sei tu che devi cambiare, sei tu che devi essere sicura di noi.
    Ed è chiaro che non lo sei-
     
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    Lo aveva sempre saputo Every, sapeva che tipo di carattere aveva Nik da anni ormai e sapeva bene di non poter fare molto per cambiarlo, era un uomo di 40 anni consapevole delle proprie azioni e del peso delle parole che pronunciava, non era un bambino a cui bastava la minaccia di non avere il gelato dopo cena per smettere di fare i capricci eppure... eppure ci stava rimanendo male, molto male. Non riusciva a comprendere Every come potesse dire frasi simili senza rendersi conto di quanto suonassero maschiliste e meschine, forse col solo scopo di ferirla, ma non voleva piangere, non davanti a lui, voleva essere più forte e decisa per una volta in vita sua.
    ''Sarò anche nel torto ma vuoi davvero dirmi che il solo fatto che tu sia l'uomo della coppia ti autorizza a non mettermi al corrente di niente?'' chiese, nervosa e scossa, cercando di non alzare troppo la voce ed essere la solita Every emotiva, quella che era facile da colpire, facile da far tacere, la Every che evitata le discussioni con tutta se stessa perchè le temeva, perchè sapeva di non poter mai vincere, di essere troppo fragile, tutto quello che aveva passato non l'aveva aiutata ad essere più forte con le persone che amava anzi, temeva ancora di più il loro abbandono.
    ''Per Merlino Nik, io ti amo... tu pensi davvero potrei farti pedinare da qualcuno? Sul serio?'' era la prima volta che quelle tre parole uscivano, come un soffio leggero, dalle sue labbra, dopo Steve e la delusione vissuta con lui anni prima beh, semplicemente non era più riuscita a pronunciarle, aveva smesso di crederci, credere nell'amore ed in tutto ciò che ne derivava
    ''Io non ho nessun flirt, di Jack non mi importa niente, per me è tutta acqua passata anche perchè non c'è mai stato un bel niente'' un bacio poteva essere considerato una relazione? Per Every no, era solamente una conoscenza non andata per il verso giusto.
    ''Ho sbagliato a non dirtelo, lo so e mi dispiace... avrei dovuto farlo al primo mazzo ricevuto'' ed era sincera, maledettamente sincera, se solo avesse raccontato a Nik tutto e subito non si sarebbero mai trovati in quella situazione assurda e avrebbe evitato che si facesse tutto più complicato e di difficile risoluzione.
    ''E avrei dovuto chiederti subito spiegazioni sulla tua cena con Erika, ma per una volta fidati di me, non ti farei mai seguire!'' era una persona insicura, certo, quello lo sapeva chiunque, ma non sarebbe mai arrivata a fare una cosa simile, non ne sarebbe mai stata capace e questo sperava che Nik lo sapesse o almeno lo capisse senza che lei fosse costretta a mostrargli il messaggio ricevuto... pagato poi!!! Come poteva aver pagato qualcuno solamente per seguire lui a tutti gli appuntamenti che aveva in città?
    ''Con tutto quello che ho passato, che abbiamo passato pensi sul serio che avrei usato i miei risparmi per far seguire te e le tue tante amiche?'' visto che parlava al plurale... Per Merlino, Stephen si era infilato fra le lenzuola di mezzo mondo magico e lei non aveva mosso un dito, gli aveva perdonato tutto ed improvvisamente era diventata la figlia inglese di Mike Corleone nei confronti di Nik e delle sue ex fidanzate?
    ''Se proprio dovessi pagare qualcuno non pensi possa essere per trovare l'uomo che mi ha tenuta rinchiusa Merlino sa solo dove per quasi otto mesi della mia vita?'' rendendola ancora più fragile, più insicura, più spaventata... più arrabbiata col mondo intero. Doveva cambiare, tutta quella storia doveva finire, ma come? Poteva davvero incolpare quel mostro per tutte le sue insicurezze? Dopotutto era già successo con Nik, si era fidata e lui era fuggito... e se quello fosse un modo per Every per non essere felice? Forse la felicità la spaventava più di quanto volesse ammettere, era abituata da anni alla 'solitudine' a livello sentimentale, ad essere ferita ed abbandonata dalle persone che più amava quindi, inconsciamente, non voleva essere felice per non dover soffrire quando tutto sarebbe finito..



    Edited by .Every. - 27/7/2021, 15:33
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    -Non centra niente essere uomo. Non usare il femminismo ora- le disse sinceramente sfinito da quella conversazione – tu me ne hai forse parlato? Dico Every, mi hai detto che questo tipo ti manda fiori e ti lusinga magari, ti corteggia.. non ne sapevo niente prima di questa sera- e non ne avrebbe saputo niente se non le fosse caduto quel biglietto.
    Peggio di una donna colpevole c’era una donna che lo era e voleva rigirare la frittata.
    Perché in quel caso non solo bisognava stare attenti a quello che diceva lei, ma anche a quello che diceva lui stesso.
    -Tu mi ami, così dici, ma non ne sono più sicuro- quella sera si sentiva lui quello che amava lei e non il viceversa.
    Le avrebbe perdonato qualsiasi cosa e non avrebbero continuato a discutere se lei non avesse deciso di cambiare discorso puntando su di lui l’obiettivo.
    Tutto sommato non aveva neanche fatto niente con Erika, che era oramai una ragazza che si viveva liberamente la sua vita.
    -E io non ho un flirt con Erika e con nessuna in buona sostanza, ma mi crederai, Every?-
    Insisteva sul fatto che non era stato seguito, come già pensato a lui non importava il fatto in se, ma la fiducia;
    -Questo me lo devi dire tu, tesoro. Per me non doveva nascere proprio il dubbio nella mia testa- non c’era modo di rispondere all’altra domanda.
    Lui lo sapeva più di chiunque, le cose, a volte, si facevano senza una logica.
    Quindi inutile che indugiasse sul “lo avrei fatto per trovare Tizio piuttosto che spiare te” pechè non era detto, la vita era imprevedibile così come le scelte.
    Nik fece un respiro, non era comunque più incazzato e meditava di fare visita al coach uno di quei giorni, qualsiasi fosse la volontà della sua signora.
    -Non mi interessa nessun’altra che non sia tu- le disse una volta che le fu vicino e lei potesse guardarlo negli occhi – ma tu ti devi fidare di me, o non abbiamo senso di esistere-
     
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    Era stanca Every, quella discussione la stava distruggendo emotivamente e psicologicamente, si sentiva a pezzi, totalmente incapace di rispondere e reagire... che altro poteva aggiungere che non le potesse essere rigirato contro da Nik, dall'uomo che amava? Qualsiasi parola Every pronunciasse sembrava che Nik la prendesse, l'analizzasse e poi la utilizzasse contro di lei per riuscire a vincere quella conversazione... ma che senso avev? Insomma, dopotutto lui vinceva praticamente sempre, non c'era mai stata una volta in cui non fosse stata lei la prima a deporre l'ascia di guerra, a tentare di riappacificarsi, a chiedere scusa. Perchè quella parola sembrva così difficile da pronunciare per certe persone? Lei la sapeva usare, forse troppo spesso e anche quando non era strettamente necessario, ma ci credeva Every, ci credeva veramente, ci credeva anche in quel preciso momento, mentre lo guardava negli occhi e gli chiedeva scusa per avergli taciuto dei fiori di Jack per così tanto tempo, per non aver confessato prima i propri dubbi e le proprie perplessità su quanto saputo di Erika, scusa per non essersi fidata, di lui, di se stessa, di loro. Aveva paura Every, l'aveva sempre avuta, fin da quando avevano ripreso a frequentarsi e lei si aspettava che da un momento all'altro lui scappasse come aveva già fatto in passato, aveva lasciato che quella paura la logorasse da dentro fino al momento in cui tutto sarebbe esploso con la forza di un uragano. E stava accadendo. E lei non aveva le forze per sopportarlo e superarlo e vincerlo. Come si superano certe paure se sono diventate ormai parte di noi, parte del nostro modo di essere? Come si supera una discussione senza via d'uscita? Lo amava, certo, con tutta se stessa, ma Nik aveva ragione, sarebbe mai stata capace di credergli, di credere che qualcuno potesse amarla e non tradirla? Non sapeva rispondere a questa domanda, non sapevz rispondere a lui ma, soprattutto, non sapeva rispondere a se stessa. Instintivamente si ritrovò ad abbassare lo sguardo totalmente vittima delle proprie emozioni, completamente indifesa mentre calde lacrime le rigavano il volto senza più nascondersi, senza più celare i propri sentimenti per la situazione che stavano vivendo. Come si era arrivati fino a quel punto? Come ne sarebbero usciti e cosa avrebbe comportato per loro come coppia oltre che come singoli individui? La sola idea la terrorizzava, la spaventava sentire quelle parole, Nik non era più sicuro dell'amore che Every provava nei suoi confronti... come poteva?
    "Nik io ti amo come ti ho amato sin dal primo momento, come ti amavo quel giorno a Stoccolma mentre troncavi qualsiasi nostro rapporto lasciandomi in quel gelido bosco, ti amavo anche mentre provavo a dimenticarti uscendo con Jack. E vuoi sapere quando l'ho capito? Quando pensavo a te durante quei mesi bui e rimpiangevo di non aver mai colto l'occasione per dirtelo e temevo che non ne avrei mai più avuta una... " lo aveva sognato, aveva il suo volto davanti agli occhi assieme a quello dei suoi figli, del piccolo Diego e dei suoi fratelli mentre pensava che sarebbe morta chiusa in quel posto freddo ed ignoto.
    "e tu ora dubiti di tutto questo per un errore, per non averti detto qualcosa che avrebbe potuto farti incazzare o ferire?" chiese tornando a guardarlo negli occhi cercando in quel suo sguardo di ghiaccio le risposte che cercava disperatamente. E fu lui a rivolgerle una domanda capace di spiazzarla. Sarebbe riuscita a fidarsi conoscendo l'influenza che aveva su altre donne, conoscendo la sua paura per l'impegno sentimentale e la propria inclinazione ad incastrarsi in relazioni con uomini 'vagamente' famosi per la propria infedeltà? Steve. Jack. Nik. E le proprie insicurezze si palesavano nei momenti meno opportuni come quella sera, come ogni volta che notava il modo in cui le altre lo guardavano, se lo mangiavano letteralmente con gli occhi con gli occhi e forse, così almeno pensava Every, si domandavano cosa lui ci facesse al suo fianco, una donna di quasi 50 anni, quando poteva avere ragazze molto più giovani e decisamente più belle. Lo guardava Every mentre Nik rilassava i muscoli delle spalle e le si avvicinava di nuovo accorciando la distanza, anche fisica, che si era creata fra loro
    "Ci voglio provare... me non so come assicurartelo Nik..."

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