Break my stride

Reid

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    Studente di Durmstrang
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    "Oh, andiamo! Ce la faremo." E' difficile calmarmi, mi stupisce sia ancora qui a reggere la pressione della situazione piuttosto che darmi alla fuga e costringermi ad evitare Reid per i prossimi... beh, vent'anni? Trenta, magari. Però no, resto qui, e comincio a credere nel profondo che non dipenda soltanto dal mio estremo desiderio di portare a termine il tutto e raggiungere il mio obbiettivo, nella speranza di sentirmi meglio. Lo vedo come mi guarda. Lo vedo che per lui sarebbe uno spreco ed un peso affrontare la situazione con la noncuranza con cui ce l'ho trascinato io e riesco a realizzarlo effettivamente solo quando scopro che anche lui sia tanto inesperto quanto me. E no, forse i racconti delle mie cugine e sorelle su come la prima volta sia un evento raccapricciante e per nulla godibile, hanno influenzato il mio giudizio a riguardo, portandomi a credere che non si tratti di nient'altro che di un peso da togliersi di mezzo. Per il Drayton non sembra esattamente così e la cosa comincia a mettermi a disagio. Mi incuriosisce indubbiamente leggere un po' di umanità negli occhi solitamente rigidi ed apparentemente arcigni dell'altro, ma è proprio quello uno dei motivi per cui ho scelto lui: speravo ne avrebbe approfittato. Ci ho sperato fino ad ora, anche se le sue parole hanno continuato a mettermi in guardia sin da stamattina. Non ci credevo. Mi conveniva non credere che potesse esserci traccia di alcun sentimento nell'atteggiamento di Reid... e non ha funzionato. Mi tocca adesso fare i conti con una realtà ben diversa, una in cui io sento di dovergli qualche sforzo in più, per quanto mi risulti difficile. So per certo che restare così rigida non mi aiuterà, né sarà d'ausilio a lui che, suppongo, abbia la strada appena più spianata in questo. Lo dimostra il cambiamento che sento poco a poco farsi evidente sotto le mie dita. Mentirei se affermassi di non sentirmi a disagio, non solo per ciò che mi sto apprestando a fare - e spero non in modo totalmente sbagliato - ma anche per le attenzioni che lui sembra volermi dare, senza opportunità di ripensamenti. I suoi baci scorrono sul mio collo, sulla mia spalla... in definitiva, su tutte le zone del mio torace libere dai vestiti. Anche le sue mani mi tastano, quasi spingendomi a ritrarmi in uno scatto improvviso nel sentirlo così tanto vicino a me. Proprio lui. Non lo faccio. Immobile, accolgo le sue premure tentando di farmele piacere. E sono certa che se si trattasse della persona giusta, così come lui aveva tentato di suggerirmi, sarebbe assai più piacevole. Ma ci siamo dentro, non ho voglia di arrendermi, né di dargli ragione per quanto, per certi versi, si stia comportando con me molto meglio di come io stia inconsciamente facendo con lui. Chiudo gli occhi, cercando di immaginare che dall'altra parte ci sia una persona totalmente diversa dal Drayton, ma non è per niente facile. Il suo profumo è insistente e mi ricorda anche momenti della nostra sgraziata quotidianità. Non è semplice far finta di nulla. Lo diventa ancora più complicato quando le sue mani si spingono oltre limiti che io non ho ancora avuto il coraggio di superare, neanche dopo la sua considerazione in merito - quasi sonante come una richiesta, che un consiglio. Sobbalzo quando le sue dita sfiorano la mia pelle in zone che io a stento sfioro da me. Sale a galla quella vergogna che non ho mai superato e che ho creduto di poter mettere da parte lasciandomi andare a questa fantomatica "prima volta" che, no, non mi sta aiutando quasi per nulla. Ma non apro bocca. Forse dovrei farlo, dovrei dargli un accenno di reazione per poterlo guidare così come mi ha chiesto, ma non ci riesco. Non inizialmente. Mi limito a scuotere il capo, affondando i denti sul labbro inferiore e non per una qualche sorta di piacere; è solo nervosismo. Un minimo effetto lo sento dopo una buona manciata di secondi - tra la necessità di rilassarmi seriamente ed alcuni balzi improvvisi dovuti al solletico che di tanto in tanto mi provoca - ma avverto la mia rigidità e mi convinco sempre di più che questo sarà l'ostacolo più grande. Io, che ho chiesto che tutto ciò avvenisse, lo sarò. "Va bene, sei... bravo, sì." Una rivelazione che lo incoraggi, mentre in un tentativo più accentuato di lasciarmi andare, lo attiro ulteriormente a me, aggrappandomi alla sua schiena con la mano libera. Sospiro sul suo collo i baci che non riesco a lasciarvi e ad occhi chiusi, raccattato un po' di coraggio, mi decido ad abbassare quanto necessario i suoi pantaloni ed i boxer. A contatto diretto con la sua intimità, cerco di alternare tocchi delicati ad altri d'intensità crescente, quanto possibile per evitare di fargli male. E solo quando comincio a cedere realmente alle prime sensazioni piacevoli che le sue dita provocano, le mie labbra raggiungono il suo orecchio per sussurrare lo step successivo di quell'incontro. "Quando sei pronto, puoi andare." Per un attimo, mi convinco davvero possa essere facile.

     
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10 replies since 9/11/2020, 17:08   426 views
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