Break my stride

Reid

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  1. Mr.Sandman
     
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    La situazione si stava rivelando più assurda di quel che aveva creduto. Se avesse saputo che le cose sarebbero andate a finire in quel modo, di certo non si sarebbe presentato lì quella notte. In effetti non avrebbe dovuto farlo a prescindere, se solo avesse voluto seguire un po’ di buon senso. Il problema era che Reid di buon senso non ne aveva affatto.
    E forse, ma solo forse, non si sarebbe sentito a posto con la coscienza all’idea che avrebbe potuto lasciare Pressley in quell’aula, da sola ad aspettarlo inutilmente.
    Quindi ecco, era lì in quella situazione assurda che sembrava essere sul punto di trasformarsi in uno dei loro soliti incontri, data l’acidità della Jackson, una cosa che stava irritando non poco Reid.
    LEI aveva preteso di usarlo per sbarazzarsi di una verginità che a quanto pareva le era scomoda, LEI si era impuntata, era quasi arrivata ad implorarlo, e poi metteva su tutte quelle regole ridicole, ed aveva il coraggio di prendersela se lui rispondeva in maniera ironica.
    Stava quasi per dirle che ne aveva abbastanza e che avrebbe levato le tende in quell’esatto istante, quando lei incredibilmente si scusò.
    Certo, le sue scuse vennero accompagnate da un’altra buona dose di acidità, ma era sempre meglio di niente. Reid sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
    Quando la vide sfilarsi la camicia, sentì la gola seccarsi di colpo. Istintivamente avrebbe distolto lo sguardo, per poi ricordarsi, nel momento in cui stava per farlo, che erano lì per fare sesso, lei si stava volutamente spogliando davanti a lui e sarebbe stato da idioti non guardare, no?
    Con la lingua incollata al palato ed il cuore che iniziava a galoppare in modo folle, passò in rassegna ogni singolo centimetro della parte scoperta di Pressley e non poteva di certo essere biasimato per quello, non aveva mai visto una ragazza nuda dal vivo, prima di allora. Era così preso da lei, da quel vitino affusolato e la pelle dal colore caldo, da non essere nemmeno dispiaciuto per il fatto che non si fosse tolta il reggiseno. Solo in un secondo momento notò i segni che le marcavano le braccia, ma si trattenne dal fare domande, seppur ne sorsero parecchie a quella vista.
    Poi lei ebbe quella reazione alla sua confessione e di nuovo provò il desiderio di andarsene.
    “Ssshhh!” la rimbeccò quasi temendo che qualcuno avesse potuto sentirla “Sì, sono vergine, perché ti sorprendi tanto?”
    Eppure Reid era certo di non avere affatto l’aria di uno che ci dava dentro con le ragazze, soprattutto perché non parlava praticamente con nessuna di loro in quella cazzo di scuola. Certo, si era frequentato con Helena, ma le cose non erano andate esattamente per il verso giusto.
    “Oh sì, sarà una passeggiata, soprattutto se nessuno di noi due ha alcuna esperenzia in campo” replicò con la sua solita ironia.
    Aveva notato che quando era nervoso, però, non gli riusciva tanto bene come quando era perfettamente in se.
    E sì, in quel momento si sentiva particolarmente nervoso. C’erano tante cose su cui avrebbe potuto fare lo sbruffone, per la sua giovane età aveva un gran cervello e conosceva cose di cui i suoi coetanei ignoravano l’esistenza. Ma messo davanti il fatto che stava per fare sesso per la prima volta... beh persino lui si sentiva insicuro in quel caso.
    Il fatto che lei gli avesse poi posto così tanti divieti non aiutava, ma si sentiva ormai ad un punto in cui non si sarebbe potuto tirare indietro.
    Oltretutto fu abbastanza umiliante rendersi conto di essere rimasto impalato davanti a lei, senza fare niente, e che era stata infine Pressley a prendere l’iniziativa, attirandolo a sé e slacciandogli i pantaloni.
    “Wo... ok...” fu un debole tentativo di dirle di andarci piano, ma quando la mano della Jackson si infilò proprio lì, perse ogni capacità di intendere e volere.
    Inspirò, trattenendo poi il fiato, ed avvertì un fiotto di calore salirgli al viso. Quindi faceva sul serio, era arrivata a tanto!
    “C-così va bene” sussurrò “Certo, dentro le mutande piuttosto che sopra sarebbe meglio, ma non pretendo tanto...”
    Capì che avrebbe dovuto fare qualcosa, piuttosto che stare lì immobile, se non voleva che la situazione diventasse ancora più impacciata di quanto non lo fosse in quel momento, oltre che imbarazzante. Non che questo gli stesse impedendo di sentire qualcosa, chiaramente, anzi una reazione c’era stata non appena la mano di Pressley si era posata lì. D’altronde... era la prima ragazza a toccarlo in quel modo, l’idea era ovviamente eccitante.
    Certo, adesso doveva decidere che cosa farsene delle proprie mani ed era difficile prendere una decisione in quel modo, perché tutte le sue attenzioni si stavano concentrando sul suo bassoventre e su ciò che stava provando lì. Alla fine decise di metterle sulle coppe del reggiseno di Pressley. Beh non aveva detto niente riguardo il toccare, quindi dedusse di poterlo fare e sì, stava toccando il seno di una ragazza per la prima volta, ok non completamente scoperto, ma come primo approccio poteva accontentarsi. Con le labbra cercò la pelle liscia del suo collo. Aveva capito il messaggio forte e chiaro: non voleva essere baciata sulle labbra. Il che non significava che lui non potesse lasciarle una scia di baci sul collo, per poi scendere sulla spalla, lentamente e con un’attenzione quasi maniacale. Forse lei voleva togliersi il pensiero in fretta, ma lui non vedeva perché non avrebbe dovuto tentare di farle provare un po’ di piacere. Lo aveva trascinato in quell’assurdità, forse sarebbe stato un disastro totale, ma un tentativo si poteva sempre fare.
    E dunque, dopo una bella strizzatina al petto di Pressley – chiaramente per il bene della ragazza, mica perché lui doveva assolutamente farlo – trovò il coraggio di scivolare più giù con una mano.
    Certo, c’era una certa esitazione mentre scivolava con le dita sotto la sua gonna e ancor di più mentre si apprestava a scivolare oltre il bordo della sua biancheria intima – sì, perché lui era di certo più generoso e non si sarebbe fermato sopra – ma andò fino in fondo alla propria decisione, oltrepassando quella sottile barriera.
    “Umh... anche tu, dimmelo se lo faccio nel modo sbagliato”
     
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