heroin

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    ROLE INFINITA
    La storia di un uomo diventato un eroe
    Capitolo 1
    Londra - 19 anni


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    Tyson mi aveva detto che ci sarebbe stata una festa nella zona più periferica di Londra, lì era l'occasione giusta per passarci la serata e fare solo qualche cazzata prima di passare alle cose serie. Da quando sto fuori casa, da solo, vivo alla giornata spendendo tutti i pochi spiccioli che guadagno comprandomi vestiti belli, devo fare colpo così la mia popolarità si accresce, e più mi conoscono più posso metterci le mani dentro. Certo, non è il lavoro che sognavo ma almeno mi guadagno da vivere, l'unica cosa che odio è dormire in giro come un barbone, mentre la sera mi trasformo completamente per calpestare le strade più care di Londra, dove gente di poca importanza se ne sta ad aspettare che gli arrivi la polvere bianca da consumare, divertirsi scambiando fluidi corporei con chiunque, finire persino dietro a delle sbarre per puro divertimento. Io non sono proprio così, forse sono perfino più timido di quanto vi potete aspettare, me ne sto quasi sempre solo a guardare la gente da lontano, penso che in fondo a diciannove anni sono già padre di due figli che adesso non sono più miei, solo queste serate del cavolo possono aiutare quel Lennox di schifo a sentirsi un po' vivo. Ma da qualche settimana ho incontrato uno stronzo che fingo di essergli pure amico. Si chiama Seth ma io lo chiamo sempre Jackson, perchè quando sono fatto sbaglio sempre il nome. Seth infatti è quì alla festa a bordo piscina, è venuto a rompermi le palle anche questa sera. Chissà perchè gli sto così simpatico. Metto la sigaretta in bocca e mi avvicino a lui con fare da amicone. Ciao Seth! gli do una spintarella sul braccio ma come cazzo ti trovo sempre in tutti i posti eh? che diamine ci fa qui? vuole rovinarmi la serata? e va bene, magari più tardi opto per arruolarlo nel nostro gruppetto, magari un po' di roba gli farà del bene, forse solo così posso liberarmi di lui.


    Edited by hey nox! - 4/11/2021, 16:55
     
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    E’ vero, sono cresciuto in una famiglia bacchettona. Lo ammetto, sono la pecora nera della famiglia anche se in realtà fra me e le mie sorelle è una bella gara. Sono cresciuto fra donne, adorato e coccolato dalle donne di casa prima e dalle compagne di scuola poi. Con la faccia da schiaffi che mi ritrovo non ho fatto molta fatica a scoprire i loro punti deboli. Mi presento come amico, quello buono che da consigli e loro ci cascano. Tutto chiaro, lineare. L’unica cosa che non capisco è il perché non riesco ad avere lo stesso impatto con gli uomini. Non che mi interessino dal quel punto di vista, anzi, preferisco averli davanti piuttosto che dietro ma un’uomo deve avere un amico, un migliore amico da cazziare e lo cazzi al momento opportuno e il fortunato si chiama Lennox. L’ho deciso io, a sua insaputa. Così è, così deve essere. Punto e a capo.
    L’ho conosciuto a Londra dove sto trascorrendo il mio anno sabbatico. Ho terminato gli studi con un ottimo profitto e me lo merito. Sono diversi giorni che sto alle calcagna di quel disgraziato che pare abbia scelto di doversi mettere per forza nei guai. Frequenta la’gente bene’ lui. La creme della creme. I più sfigati in pratica. Non solo, non gli basta avere a fare con la feccia londinese vestita dalle grande firme, gli vende pure i paradisi artificiali per raggrannellare qualche spicciolo.
    Non avete idea del nervoso. Quando uno si elegge ad angelo custode finisce che si incazza se il protetto si ribella.
    Ed eccolo il giovane ed imberbe frugoletto di una famiglie più ricche facoltose. E’ caduto in disgrazia, ha perso moglie e figli e ora si da alla pazza gioia. La festa è al culmine, gli invitati pure. Mi sono intrufolato fra gli ospiti ben sapendo che lo avrei trovato.
    Non sei tu a trovarmi Nox. Sono io che ti cerco e guarda caso ti trovo sempre nei posti sbagliati. Hai un aspetto orribile, sembri appena uscito da un orfanotrofio. Preferisci che chiami telefono azzurro o vieni via con me ora e subito?
    A costo di trascinarlo per i capelli, glieli invidiavo, ne aveva molti più di me, lo avrei salvato. Ormai era una missione.
     
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    Lo guardo dalla testa ai piedi, sembra proprio una persona per bene e questo quasi mi da fastidio, lui e la sua reputazione del cavolo possono pure farsi attendere al treno dodici, io con lui non ci vengo neanche se mi offrisse qualcosa di migliore. Che cosa esiste di migliore nella vita? Un nulla! Non sarà lui a farmi cambiare idea su questa cazzo di vita andata a puttane. Mi agito improvvisamente, tolgo la sigaretta dalle labbra e mi avvicino ulteriormente a lui, lo guardo negli occhi e stringo i denti per non urlare. < Ti ho detto che con te non ci vengo, lo vuoi capire o no? > butto la sigaretta a terra e la pesto col piedi, poi riporto lo sguardo su di lui. < Smettila di seguirmi cazzo! > gli do una spinta sulle spalle e mi sposto verso la folla danzante, vado a cerca del mio amico Tyson per accelerare i tempi, mi accosto a lui che sta ballando con un po' di ragazze e sussurro delle parole < Tyson, quando ci esibiamo? Per favore accelera i tempi che mister eroe si è fatto rivedere.. Per favore, non voglio rovinarmi la serata. > lo guardo da lontano, lui mi sta già cercando. Non capisco perché cazzo fa così questo. Uno sconosciuto totale che vuole mettere il bastone tra le ruote.. Ma che diamine vuole? Soldi? Lo sa benissimo che sono povero, sa bene che dormo sotto un ponte, sa bene quello che faccio.. Potrei pure farlo finire nei guai ma lui continua ad insistere. Non capisco proprio cosa c'entra questo qui. Nella mia mente si sovraffollano mille pensieri, è in quel momento che tiro una sigaretta speciale dal taschino del mio amico < te la rubo. > e mi metto in disparte, sotto una scalinata, lontano dalla folla per fumare l'antidoto al mio malessere. Inizio a fumare e già mi rilasso, mi metto a terra con le spalle contro il muro e chiudo gli occhi. Vaffanculo Jackson.
     
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    Quando mi guarda così lo prenderei a calci. Mi trattengo perché c’è gente e si fa notata a sufficienza da solo. Dovrebbe tenere un profilo basso visto tutte le cazzate che sta facendo e invece si mette in mostra il fenomeno. Non batto ciglio quando mi si avvicina minaccioso. Evito di toccarlo ma sostengo il suo sguardo che esprime tutto il nervoso che mi fa venire.
    Non era una richiesta testa di cazzo! Era un ordine. Ok che non hai casa ma le prigioni non sono un buon posto per passare il tempo. C’è gente peggiore di te là dentro e il tuo culetto sarebbe a rischio.
    Niente da fare, il deficiente non vuole intendere ragione. Spintona pure per raggiungere in fretta il compagno di merende di Tyson, altro esemplare da esporre al museo degli orrori.
    Lo perdo fra la folla, mi faccio largo fra abiti firmati e sigari puzzolenti. L’odore dell’alcol è il male minore in quel festino che non verrà ricordato per essere santificato.
    Quando lo ripesco è appoggiato al muro e come minimo sta fumando erbaallegra.
    Approfitto dell’effetto dello stupefacente per prenderlo per un braccio e a costo di trascinarmelo dietro per tutta la strada che manca per arrivare alla porta mi convinco che devo portarlo via di li prima che finisca per fare altri danni.
    Stasera si dorme da Jackson bello mio. Ti porto a casa mia, hai capito bene. Sei un ragazzo fortunato nonostante i tuoi pochi e confusi neuroni.
    Dietro di me non lo voglio manco morto per cui, con le buone o con le meno buone, gli metto una mano sulla spalla come se gli volessi bene e comincio a spingerlo verso la salvezza di entrambi. Se ci beccano insieme farò la sua stessa fine ma questo, un angelo custode, lo mette nella lista dei rischi.
     
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    Da quanto tempo io prendo ordini da un perfetto sconosciuto? Questo arriva dal nulla e decide che un giorno deve rompermi il divertimento, un giorno gli chiederò qual'è stata la sua vera intenzione in tutta questa storia. Mi sono ritrovato a raccontargli un pezzetto della mia vita l'ultima volta che ci siamo visti, non l'avessi mai fatto signori, questo mi sta costantemente appiccicato. Purtroppo ero fatto e ho fatto una cazzata, mi sono sfogato col suddetto per puro piacere di parlare o.. Forse ho trovato una persona che potesse ascoltarmi ma, non me ne frega un cazzo. Ora sto qui nel mio beato mondo, da solo, dentro la mia testa.
    All'improvviso il tizio mi rintraccia e mi tira su con forza, io sono talmente rilassato che all'inizio lo lascio fare, cammino con gli occhi socchiusi aggrappato al ragazzo, non mi rendo conto all'inizio che mi sta portando fuori dalla baldoria, solo quando dalla sua bocca escono delle parole apro gli occhi e con un sorriso enorme lo abbraccio come se fosse la donna più desiderabile del momento. < Ho una gran voglia di scopare. Dove sono le ragazze? > dico guardandolo con una faccia divertita, elettrizzata, poi lo smollo e mi stacco da lui spingendolo un po' < ma sei pazzo? > allargo le braccia < Qui c'è una festa e tu vuoi andare a dormire? > pacca sulla spalla < andiamo amico, divertiamoci un po' >.
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    Scivolo dalla sua vista e mi inoltro dentro l'atmosfera festante richiamando i miei compagni di band, Tyson incluso che fa il cantante improvvisato ed è pure un po' stonato. Io invece mi metto alla batteria. Salgo sul palco e tolgo la giacca, poi la camicia, mi sento una rock star e mi siedo sulla batteria. < Jackson! > alzo una mano per farmi notare, poi iniziamo a suonare, il mio amico Tyson è al centro dell'attenzione mentre io me ne sto beatamente dietro a suonare e a sbagliare pure qualche colpo, tanto siamo dei dilettanti mica professionisti. Finito tutto mi prendo l'applauso e per sbaglio butto gli strumenti a terra, qui il capo si arrabbia e vedo che mi viene incontro per darmele di santa ragione, bene, me lo merito perché sono uno squilibrato. Lo aspetto con gli occhi spalancati ma i miei compagni ci arrivano prima di me e fanno a cazzotti con quello, in poco tempo dalla festa si passa rapidamente alle mani. Mi ci butto in mezzo facendo a cazzotti con chiunque mi capiti, in fondo è divertente.

     
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    Il mio protetto a sua insaputa era più cocciuto di un troll di montagna e come il suo simile aveva le idee parecchio confuse. Rimettendo a posto i suoi tentacoli che rischiavano di soffocarmi gli diedi una di quelle che avrebbe ricordato, semmai ne fosse stato in grado, come una delle più gran delusioni della sua vita.
    Non soddisferesti nemmeno una folletta della Cornovaglia ubriaca in questo stato.
    Era fuori come un terrazza estiva e il suo concetto di divertimento si scostava un tantino dal mio. A nulla valsero gli insulti, le recriminazioni, nemmeno le minacce parevano sortire effetto su quell’indiavolato essere posseduto da un demonio tanto evanescente quanto letale.
    Con la forza della robaccia che aveva assunto riuscì a sfuggirmi e a dare spettacolo. Lui e il suo degno compare Tyson fecero la performance più triste della storia. Un batterista costantemente fuori tempo, fuori luogo e fuori in tutti sensi e un cantante la cui voce pareva il lamento di un gatto a cui stavano stritolando la coda.
    Il peggio però doveva ancora venire. Più di qualcuno, compreso il presente, non doveva aver gradito lo show che terminò a cazzotti. Ovviamente al centro della mischia c’era lui, il protagonista ed eroe del giorno.
    Pensai seriamente di lascialo alle cure amorevoli di coloro che lo stavano pestando ben bene ma poi cambiai idea.
    Schivando alcuni pugni che volavano nell’aria in direzione di chiunque si muovesse arrivai ad agguantarlo per la cintura del pantaloni. Durante il percorso qualcuna la presi, alcune le detti ma in qualche modo riuscii a trascinarlo da una parte e decisi che le parole erano inutili con quel testa di cazzo bisognava passare ai fatti. Voleva una reputazione da esibire? Bene lo avrei accontentato.
    C’era un giusto un divano a disposizione per realizzare il mio piano e come a tutte le feste della gente che conta solo l’apparire c’era un fotografo. Mentre con un braccio intorno al collo di Nox trattenevo lo scatenato con l’altro attirai l’attenzione del paparazzo.
    Quando fui certa di averla me lo tirai in grembo e cominciai a ravanarlo. Per un po’ mi parve perfino che ci prendesse gusto il fattone.

    Invece di sussurrargli paroline suadente all’orecchio gli ringhiai.
    Ora, da bravo, se non vuoi dare addio ai gioielli di famiglia ti alzi e infili quella porta. Altrimenti puoi girarti e sorridere al fotografo che sarà felicissimo di pubblicare questa orrenda immagine.
    Ovvio che la foto sarebbe stata mia, un piccolo souvenir da mostrargli ogni volta avesse deciso di fare il coglione.
     
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    Sono in mezzo alla folla che se le dà di santa ragione, io dovrei essere in realtà il colpevole ma qui ho causato una grossa rivolta a catena neanche fossimo ad un film di Terence Hill. Comunque trovo il modo di acchiappare la camicia e rivestirmi giusto per sembrare un poco decente se voglio prendere la prima ragazza che capita per finire in bellezza. Mi vedo costretto però a cercar di liberarmi dalla presa del biondo che mi porta con sé, mi ci siedo sopra come uno stronzo e qualcosa mi stringe le palle. Mi irrigidisco ma nello stesso tempo non ci sto capendo niente, l'effetto dell'eroina diventa sempre più forte, ma nonostante tutto ho la forza di protestare a quel gesto del cavolo. Rimango girato per evitare che i fotografi mi scattino una foto in faccia, sussurro al suo orecchio in modo abbastanza dispregiativo. < Te la farò pagare Jackson, mollami le palle e andiamo via.> così dico e così faccio, lo smollo e mi alzo in piedi coprendomi la faccia, lo prendo dal braccio e me ne vado via con lui uscendo dalla porta centrale della struttura. La festa ormai è finita, tutto è stato rovinato dal biondo che continua a darmi fastidio chissà per quale motivo. Prendiamo il primo autobus notturno che ci porta non so dove, io seduto accanto a lui sono confuso e incazzato come non mai, se non gli metto le mani addosso stasera non succederà mai più. < ma che diavolo fai? Sei impazzito ?> inizio a borbottare e gesticolo all'infinito. < Sappi che alla prossima fermata io scendo! > gli punto il dito contro < Sei stato in grado di rovinarmi la serata, oltretutto hai rischiato di farmi passare per un omosessuale, sai che figura ci faccio con le ragazze? > mi volto e guardo fuori dal finestrino, non voglio neanche vederlo in faccia e me ne frego se l'autista mi guarda dallo specchietto retrovisore, tanto lo so che sempro un brutto ragazzo, lo sono effettivamente. < Vaffanculo! >
     
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    Oltre che fuori dalle righe era anche noioso. Ripeteva sempre le stesse cose compreso chiamarmi Jackson e dirmi che me l’avrebbe fatta pagare. Alzai gli occhi al cielo annoiato da quella manfrina. Le aveva appena buscate e pareva non bastargli, se lo avessi abbandonato al suo destino, come meritava, si sarebbe ridotto un salsicciotto sanguinolento prima che io avessi avuto il tempo di dire quidditch.
    Non c’erano taxi in quel posto. I vips invitati erano venuti tutti con le proprie auto lussuose ma in compenso c’era una fermata del bus poco distante. Lo prendemmo mentre il piccolo diavolo continuava a berciare come una vergine oggetto di stupro.
    La vuoi finire? Stai dando spettacolo anche qui. Le ragazze aspetteranno, che tu faccia i soldi prima di tutto. Pensi che vengano con te, gratis, conciato in questo modo? A far che? a farsi arieggiare con la tua mosciaggine? Ho avuto modo di controllare, non sei un granchè in forma.
    La droga non era certo un buon afrodisiaco e lui era succube della polverina. Era caduto in un girone che lo avrebbe ridotto ad un larva e non potevo permettermelo. Per quanto me lo chiedessi non ne capivo il motivo ma sentivo di dovermi prendere cura di lui.
    Ti amo anch’io tesoro ma ora si fa come dico io.
    Avevo sentito parlare dei metodi di disintossicazione che usavano i babbani. Psicologi, operatori addetti ai lavori che si sperticavano in lunghi ed estenuanti colloqui tesi a comprendere e a far comprendere. Senza giudicare il loro operato io avevo un’opinione ben diversa e un piano da mettere in atto con quel ragazzo che avevo preso a cuore nonostante non mi attraesse per nulla.
    Arrivammo a casa mia, periferia di Londra, quartiere più che modesto ma tranquillo. Avevo preso in affitto una casetta isolata, non tanto grande ma comoda con due stanze, una cucina ed un bagno.
    Portandolo quasi di peso lo appoggiai sul letto della camera che non usavo. Era strafatto e in fase di down era diventato remissivo.
    Ora ci pensa Jackson tuo a rimetterti a nuovo.
    Lontano da occhi e orecchie indiscrete potevo finalmente mettere in atto la mia tattica. Un esperimento che, a mio avviso, poteva funzionare anche senza la collaborazione attiva del fattone.
    Estrassi la bacchetta dalla tasca e
    Incarceramus
    Facile, efficace ed indolore.
    L’idea era quella di tenerlo lontano dalle tentazioni per cui meglio Melius abundare quam deficere.
    Ovviamente lo avrei assistito, non lo avrei lasciato solo un attimo e avrei provveduto a tutti i suoi bisogni tranne quello di procurargli la robaccia che lo aveva ridotto in quello stato. Ci sarebbe stato tempo e modo di discutere, ne ero certo.
     
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    Lo guardo stranito con la faccia tutta stropicciata, mi sento un poco intontito e le mie gambe iniziano a cedere, menomale che siamo ancora seduti dentro ad un autobus semivuoto. Lo fisso per alcuni interminabili secondi prima di ribattere alle sue parole. < Perché, le ragazze devono essere pagate per stare con me? > mi incazzo < Credevo mi volessero solo per la persona che sono, ma evidentemente sono una merda di persona e allora devo diventare ricco per potermene sposare una. È questo quello che dici? È questo quello che dovrei fare? Come cazzo faccio a diventare ricco? > sbatto il pugno sul sedile davanti < Ma io voglio rimanere un fottuto vagabondo ecco cosa voglio, sto bene così amico, non rompere le palle.. Hai capito? > punto io dito contro di lui e d'improvviso mi ammoscio, abbasso gli occhi, la mia adrenalina è finita e mi gira la testa. Mi faccio trascinare da lui fino a casa sua senza dire una parola, mi tengo in piedi per miracolo, non ho neanche avuto la forza di mollarlo e andarmene per i fatti miei, sto male.
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    Mi ritrovo sdraiato su un letto che non è mio, anzi io un letto non ce l'ho ormai da mesi quindi mi sembra davvero morbido e comodo, neanche il tempo di vedere dove sono finito che quel pazzo mi fa un incantesimo e mi costringe a stare con le mani legate. < La-scia-mi! > dico con le ultime forze che mi sono rimaste, poi cerco di individuare la sua faccia. < Si può sapere che vuoi?> poi metto dei paletti, anche se non ci capisco niente in questo momento, ma parlo perché mi piace parlare. < Punto uno: non chiedermi di andare a letto con te perché io NON sono gay okay? Mi piacciono le donne. LE D-O-N-N-E okay? > mi passo la lingua sulle labbra ormai secche, mi schiarisco la voce. < Punto due: devi essere assolutamente sincero con me, se no ti strappo le budella e me le mangio. Non provare a prendermi per il culo solo perché sono legato. > che sia ben chiaro oh < Punto tre:.. devo anche dirti che io n... > e niente, il punto tre non faccio in tempo a finirlo che svengo spaparanzato sul letto come una lucertola.
    Mi sveglio ed è già giorno, ho dormito come un disperato, non dormivo in questo modo da mesi.. Ma come cazzo ci sono riuscito? Ero pure fatto, ecco.. Ora inizio ad avere dei problemi, dolori fortissimi alle gambe e senso di nausea. Mi guardo intorno e noto di essere ancora legato come un delinquente. <JACKSOOOOOOON!! > lo chiamo nervosamente perché quel pazzo mi ha lasciato legato tutta la notte. < STO MALEEE SEEEETH! AIUTOOOO! > inizio a muovermi nervosamente, a respirare affannosamente. Riesco pure a mettermi seduto sul letto, ma sto confuso e dolorante talmente tanto da avere gli occhi perennemente lucidi.

     
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    Non avevo molte risorse, avevo appena finito la scuola e non avevo nemmeno molta esperienza se non quello che avevo fatto con le ragazze. Avrei dovuto usare il mio anno sabbatico per divertirmi e decidere cosa fare della mia vita e invece avevo incontrato Nox e la prima cosa che mi era venuta in mente era stata quella di far di lui un’uomo onesto. Non nel senso che intendevo sposarlo, non era il mio tipo ed era pure del sesso sbagliato per attrarmi. Doveva essere qualcosa che avevo nel sangue, noi McDolan eravamo tutti così; remare contro corrente era la nostra passione e la nostra missione. Non conoscevo la storia di Nox, non sapevo da dove veniva, cosa gli era successo ma sapevo, intuivo che aveva del potenziale che stava sprecando. Era migliore di quel sembrava, di quello che voleva far credere e di quel che pensava. Non avevo la vocazione dell’apostolo e nemmeno la pretesa di salvare il mondo ma volevo far qualcosa che mi rendesse fiero di me stesso, qualcosa non per me che ero tendenzialmente egoista ma per gli altri e, guarda caso, avevo concentrato il tutto in Nox. Lui odiava essere chiamato così ma pure io non ero strafelice di essere chiamato Jackson.
    Non ero nemmeno a metà dell’opera che già ero in difficoltà. Redimere un tossico era impresa difficile per gli esperti ed io non lo ero affatto. A casa mia andavano di moda altri tipi di pazzia.
    Dopo aver combattuto fisicamente ed anche psicologicamente con il mio protetto finalmente ero riuscito a condurlo, con miti consigli, ad uno stato di ragionevole calma. Le funi magiche che lo tenevano imbrigliato al letto non avrebbero ceduto alle sue proteste e io non sarei stato da meno.
    Non potevo portarlo in un ospedale, sarebbe scappato. Di ricoverarlo in una struttura per farlo disintossicare con tutti i crismi non se ne parlava. Non avevo galeoni a sufficienza e nemmeno il titolo per farlo. L’unico modo che poteva essere efficace e al contempo economico era quello della disintossicazione a secco. Era un metodo crudele. Lo avrebbe fatto soffrire come un cane ma era il più veloce e da come stava Nox intuivo che non c’era tempo da perdere. Se avesse continuato ad assumere eroina i suoi pochi e confusi e neuroni sarebbero andati a farsi fottere nel giro di pochi mesi lasciando allo stato di una larva, una lumaca cornuta e bavosa.
    Sono qui, smettila di berciare. Ti sentiranno fino a Liverpool se urli in questo modo.
    Aveva dormito per ore, stremato dalla serata, ammaccato dalle botte prese, devastato dalla povere. Non mi ero spostato dal suo capezzale un solo minuto andando a controllare il suo stato di continuo. Avevo deciso così. Avrei diviso con quel ragazzo anche l’ultimo tozzo di pane pur di salvarlo perché…perché ero fatto così e basta.
    Al risveglio, un brutto risveglio, gli portai dell’acqua e lo costrinsi a berla. Acqua, tanta acqua.
    Devi resistere Nox. Ti giuro sul mio onore che passerà ma devi mettercela tutta. Fallo per me e per le ragazze. Non possono vivere senza di te.
    Gli passai sul viso una pezzuola bagnata per dargli ristoro e gli infilai in bocca qualche pastiglia di sonnifero. Con più dormiva, in quella fase, con meno avrebbe sofferto. Speravo solo non esagerare, non io il guaritore in famiglia.
     
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    Mi raggiunge ma non mi slega, ne fa qualcosa per alleviare quel dannato dolore che mi affligge, cerco di bere l'acqua che mi da e spero ci sia dentro qualcosa ma nulla, allora mangio le pastiglie che mi da perchè l'unica cosa che voglio in questo momento è stare bene, non sentire quei dolori che sovrastano qualsiasi mio pensiero. Mi concedo solo un attimo di pausa e poi mi agito nuovamente, tremo e il mio corpo insiste a liberarsi da quel maledetto incantesimo che mi innervosisce sempre di più. LASCIAMI TI PREGO! butto un grande sospiro e mi spaparanzo sul letto, sono tutto sudato che sembra quasi sia uscito appena dalla doccia, mi volto verso di lui con gli occhi quasi socchiusi e ascolto le sue parole che non mi sembrano vere, sicuramente mi sta prendendo per il culo e lo fa per l'ennesima volta, come tutti. Stringo i denti e i pugni Sto male Seth, devi darmela, non ce la posso fare.. ho bisogno della polvere per sopravvivere.. più passa il tempo e più ne sento il bisogno, non la prendo ormai da dodici ore e questo si ripercuote infliggendomi dolori acuti allo stomaco, senso di spossatezza e un bagno di sudore. Cerco di rimettermi seduto sul letto, appoggio le spalle contro il muro e guardo il soffitto con un'espressione da incubo, poi riporto lentamente lo sguardo su di lui. Ti farò diventare pazzo se vuoi essere mio amico, non ti conviene, non vedi come sto messo? ormai ho gettato la spugna, ho smesso di essere il ragazzo ottimista di una volta.. la mia vita è finita, ho perso i miei figli e ho perso la mia dignità. Tu non hai idea di quanto sia stato pesante attraversare quest'anno di inferno, cercando di remare contro qualcosa che è più grande di me. continuo a parlare dicendo una marea di cose, mi sto sfogando e adesso piango anche come un bambino Tu non puoi fare niente Seth, tu non mi conosci e non sai cosa ho passato, è solo un illusione! non potrò mai essere una persona ottimista, non potrò ne essere ricco e ne essere una buona persona. Che cosa hai intenzione di fare? tenermi per sempre legato? ammaestrarmi come un cagnolino? mi fermo di colpo e stringo le braccia attorno all'addome, chiudo forte gli occhi in una smorfia di dolore. Mi distendo sul letto e continuo a tremare. Schiudo gli occhi in sua direzione Perchè perdi tu-tto ques-to tempo con me? chi sei? da dove vieni? so che è biondo e con gli occhi azzurri, completamente al contrario di me. Ma questo da dove arriva? perchè vuole fare l'eroe?


     
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    Lo vedo contorcersi, sudare. Grida, impreca.
    Sta malissimo ed io non sto bene. Mi fa pena il solo guardarlo ma so che devo resistere.
    Il richiamo della povere è così potente che venderebbe l’anima al diavolo per averne ma se cedo, anche solo una volta, sarà stato un sacrificio inutile quello che sta facendo.
    Continuo a bagnarli il viso per dargli un minimo di ristoro e rinfrescarlo. Non posso fare altro al momento per lui se non assistere al suo dolore e stargli vicino.
    Non se ne parla, tu hai chiuso con quella roba.
    Mi fa anche ridere dicendomi che che mi farà diventare pazzo.
    Sei arrivato tardi amico. Pazzo lo dovevo essere già di mio visto che sei qui.
    Poi inizia la fase confidenziale, quella dove mi racconta parte della sua vita. L’ultimo anno in particolare sembra che sia stato preso di mira dalla sfiga più nera. Posso capirlo ma non posso condividere il suo pessimismo
    Non dire cazzate, hai avuto sfortuna o forse te la sei andata a cercare. Hai pensato che un po’ di povere magica potesse risolvere i tuoi problemi e invece ne hai trovati altri.
    Non conoscevo i dettagli della sua vita, non potevo risolvere i suoi problemi ma potevo tentare di tenerlo vivo.
    Posso impedirti di buttarti via. Cioè…non so se ci riesco ma ci sto provando. Se muori mi metterai in seri casini lo sai? Per ora mi basta che sopravvivi. Ad essere ottimisti penseremo poi.
    Ci scherzavo ma non lo perdevo di vista un attimo. Era davvero uno schifo.
    Non sto perdendo tempo, si da il caso che non avessi nulla da fare e mi sono detto: Oggi andiamo a salvare la misera vita di Nox e chissà che da una larva non esca un eroe. Magari un super eroe. Che ne dici Nox? Ti piacerebbe diventare un super eroe e imparare a volare anche senza il bisogno di ricorre a quella schifezza che prendi?
    Mi chiedeva di me. Non c’era molto da dire e cercai di essere sintetico.
    Sono la persona più figa che conosco. Non ho un difetto per cui non ti impegnare a cercarlo. Sono bello, alto, biondo, ben dotato, due palle e due spalle così. Fidati perché ci sono testimoni che possono confermarlo. Sono un cretino ma questa è una dote. Sono un pazzo ma anche questo non è un difetto. Sono un uomo a cui piace vivere, mi piace stare bene, andare a donne, alzare il gomito, far casino e divertirmi. L’unica cosa che mi manca è un amico. Un amico vero, uno di cui potermi fidare. Ho scelto te. Fra tutta la gente del mondo sei l’eletto. Rassegnati.
    Forse non l’avevo convinto ma era legato e più di tanto non poteva protestare.
    Ora puoi anche vomitare se vuoi
     
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    Lo guardo in modo disperso, sono confuso ma cerco di capire almeno il succo di ciò che mi sta dicendo. Se fossi sano in questo momento probabilmente gli avrei messo le mani addosso stringendo il suo colletto scrollandolo per bene per dirgli " hey ma cosa cazzo stai dicendo?" perché per me non è semplicemente possibile che uno si prende a buon cuore un altro senza un vero motivo per approfittarsene. E invece no, sembra pure sincero lui e non sto più riuscendo a trovare un motivo per ribattere in qualche modo. Il mio respiro diventa lento, il tremore svanisce quasi, mi sta venendo un sonno celestiale e sento gli occhi appesantirsi: che cosa mi avrà dato da mangiare? Che pastiglie erano mai quelle? Sonnifero? < Io non voglio morire.> dico no con la testa e la mia espressione è disperata, poi mi sveglio un attimo e spalanco gli occhi all'ennesimo suo tentativo di chiamarmi "nox" < Non devi chiamarmi nox! Lo odio, non farlo. > faccio fatica pure ad innervosirmi, o sono le sue parole oppure le pastiglie, sento che sto per abbandonare il pianeta terra. Non rispondo alla sua domanda ma lo ascolto con gli occhi socchiusi e la testa sprofondata sul morbido cuscino. Mi racconta che lui è un bravo ragazzo, in gamba, bello, dotato di mille cose possibili.. Ed io sento di essere praticamente l'opposto di lui, certo, sono bello ma non sono ricco e non una persona per bene, me la faccio coi cattivi ragazzi e mi riesce bene fare baldoria, eppure fino ad un anno fa io non ero mai stato un tipo del genere, sempre positivo e diligente nei suoi doveri, un tipico bravo ragazzo insomma.
    Il gesto viene automatico, mi giro di lato fino ad arrivare con la faccia fuori dal letto e vomito a terra dove capita, ora inizio a stare un po' meglio ma Jackson dovrà lavare il tutto perché è davvero schifoso. Mi stendo di nuovo sul letto e sto con gli occhi chiusi. < Si Seth.. > dico pianissimo < Voglio essere un eroe .. > sprofondo in un sonno lunghissimo, ho espresso il mio desiderio e forse inizio a sperare di poterlo realizzare un giorno. Ma aspetta.. Questo vuole essere mio amico?
     
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    Non potevo nemmeno pensare a quanta confusione avesse in testa, a quanto stesse male e a quanto mi odiasse in quel momento. Le zaffate di odio che percepivo superavano anche l’acre odore del vomito che la magia provvide a ripulire.
    Fra deliri e momenti di lucidità, fra offese, pianti disperati, minacce, recriminazioni e pentimenti passò una settimana. Forse la settimana più difficile della vita di entrambi.
    Con più tenevo duro con più s’incazzava e con più s’incazzava con più sapevo di non poter cedere. Era un lavoraccio tenerlo pulito, idratato e nutrito quando il suo stomaco rifiutava acqua e cibo che finivano sparsi sul pavimento. Per fortuna il sonnifero gli dava ore di ristoro che permettevano a me ripigliarmi e riposare con un occhio chiuso ed uno aperto.
    Una decina di giorni dopo mi resi conto che il frigorifero era totalmente vuoto. Avevo dato fondo alle provviste, anche quelle scadute. Dovevo assolutamente uscire per fare un po’ di spesa altrimenti, quella sera, non avremmo avuto nulla con cui cenare.
    Mi accertai che Nox dormisse. Lo sentivo russare sonaramente. Avvolto nelle corde somigliava molto ad un salame ma quando riposava ero abbastanza tranquillo. Da qualche giorno avevo cominciato a notare qualche piccolo segno di ripresa, il suo sonno era più naturale, non aveva bisogno di dose massicce di sonniferi per indurlo.
    Fra andata e ritorno non ci misi più di un’ora. Un’ora di orologio. Quando tornai, varcando la porta, lo sentii cinguettare.
    Con ancora le buste della spesa in mano mi affacciai alla porta della sua camera lasciando cadere la spesa per la sorpresa. Le arance rotolavano per il pavimento mentre mi avvinavo al letto con un ghigno divertito.
    Ho l’impressione che tu stia meglio oggi Nox.
    Doveva aver recuperato un po’ di forze per aver ritrovato la magia sufficiente per fare appello al mio telefono. Stava chiacchierando sicuramente con qualcuna delle sue donnine visto le facce che faceva. Ammiccava, ridacchiava, sorrideva estasiato. Se l’udito non mi tradiva stava addirittura pensando di organizzare un party.
    Sono invitato anch’io alla festa immagino. Tu, da solo, non vai da nessuna parte.
    Raccattando un’arancia del suolo gli strizzai l’occhiolino. Vedere un po’ di colore sulle sue guance dopo averlo visto passare dal bluastro al verde chiaro mi dava una bella soddisfazione. Forse non era finita ma la testa calda stava migliorando e se la cura era contata forse avrebbe capito più di una lezione. Mi sentivo quasi in odor di santità. Mi veniva da ridere ma porsi la mani affinchè potesse baciare l'anello.
     
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    La ribellione!
    Capitolo 2
    Il giorno dopo..


    E' stata la settimana più difficile della mia vita, no aspetta, la settimana più difficile è stata quella che mi ha visto protagonista in una causa persa con una ex moglie avvocato neo laureato, a diciannove anni la mia vita si è completamente capovolta. Poi se ricordo bene sono finito nelle mani di uno che vuole che smetti, ma sono un tossicodipendente accanito io, mica una cosa da poco, eppure questo scemo sta riuscendo nel suo obbiettivo - per quale motivo ancora non lo so- ormai faccio fatica a capire la gente, credo fermamente che chiunque mi stia prendendo per il culo, non riesco proprio a fidarmi di nessuno, ma nonostante questo sto cercando di stare calmo e dare retta a questo che viene dal.. non ricordo bene, ho ancora in circolo quella sostanza anche se ho smesso da una settimana, e mi dimentico pure il mio nome signori. La cosa positiva però è che non dimentico mai il nome e il numero delle mie ragazze preferite, ecco perchè ho aspettato Seth uscire alla porta di casa per strisciare come un salame prendendo con la bocca il cellulare fisso sulla scrivania.
    Si, perchè se ve lo state chiedendo sapete che sono ancora legato come un criminale, se non la smette Jackson ci perderà i denti. Ora sto seduto sul letto e con il viva voce sto parlando a Ginny, una delle ragazze che ho conosciuto nell'ultima festa, con lei sto organizzando una festa privata per conoscere nuova gente, naturalmente i soldi glieli mette lei perchè io sono povero come un barbone. Dai piccola, lo sai che non lo faccio apposta.. rido mentre i miei occhi si posano sull'uomo misterioso che è rientrato e mi guarda stranito. Ciao eroino, sei andato a fare la spesa? parlo di nuovo con la ragazza al cellulare e riaggancio Ciao pupazzetta, ti richiamo io. porto il mio sguardo sul biondo e mi alzo in piedi. se non fai finta di essere una fusione tra mio padre e mia madre si, ci puoi venire. lo fisso con uno sguardo di attesa Vorrei farmi una doccia adesso, smettila di tenermi legato.. ho le braccia atrofizzate andiamo Seth! lo guardo e inizio a saltellare per convincerlo, il mio sorriso è tutto per lui. Eddai, ti ho detto che non scappo.


    Edited by hey nox! - 29/1/2021, 14:33
     
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