Quando ormai si prendono schiaffi anche dal Platano Picchiatore

Pvt Anna

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    Da quando avevo litigato con Anna mi ero sottoposto ad orari estenuanti con il mio lavoro, buttandomi a capofitto in quello per cui ero stato assunto. Solamente la sera tardi decidevo di andare fino ad Hogsmade per bere qualcosa, per scaricare tutta la tensione che accumulavo durante la giornata. Era forse l'unico modo che avevo trovato per non pensare a lei, per non pensare alla discussione che avevamo avuto. Il solo pensiero mi faceva arrabbiare a tal punto che dovevo rompere qualcosa per farmelo passare. La maggior parte delle volte sfogavo questa rabbia sulla legna da tagliare, il modo migliore che avevo trovato. Non so neanche io bene quanto tempo era passato da quel giorno, forse una settimana o anche qualcosa in più ma le informazioni che avevo raccolto anche da altre persone non avevano fatto altro che farmi capire che mi stava mettendo da parte in tutto, escludendomi dalla sua vita quotidiana. Non sapevo ancora bene cosa avrei fatto, non sapevo manco se fossi rimasto fino alla fine dell'anno. Stavo cercando di capire come si sarebbero sviluppate le cose a scuola, non potevo immaginarlo. Tra le mie mansioni però avevo anche la cura del platano picchiatore, così quel pomeriggio mi diressi nei pressi dell'antico albero, iniziando a controllare se c'erano dei problemi, come oggetti smarriti, rami rotti. Ovviamente c'era sempre qualche avventuriero che cercava di fare il coraggioso andando contro ad un'albero che non guardava in faccia nessuno, ferendo senza distinzione. Ero li pronto a raccogliere un oggetto lasciato incustodito, con la testa tra le nuvole o meglio stavo ancora pensando ad Anna ed all'altro uomo. Non mi accorsi neanche che il platano si era risvegliato, scaraventandomi un ramo addosso. Mi prese in pieno, facendomi sbalzare di diversi metri e ricadendo sull'erba di schiena. Il colpo fu abbastanza doloroso, ma riuscì a mettermi seduto, toccandomi la testa con la mano per vedere se usciva sangue dove avevo colpito il terreno. Non sembrava esserci alcuna ferita per fortuna, ma rimasi seduto a terra, fuori dalla portata del Platano picchiatore.
     
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    Si trovava nella tenuta per un solo motivo.
    Uno studente si era messo a urlare che il platano picchiatore aveva steso una montagna e aveva steso una persona e aveva timore che le sue burbere radici si sollevassero e raggiungessero pure lui.
    Anna non ci aveva capito molto ma se qualcuno era stato asfaltato dal platano allora voleva dire che si era anche fatto male.
    Borbottava nei confronti di questi studenti incauti quando appurò, riconoscendolo da lontano, che non si trattava di uno studente, ma del guardiacaccia in persona.
    Indecisa se raggiungerlo o girare sui tacchi e andarsene, vista la natura della loro ultima discussione, che a conti fatti alla bionda ancora non era scesa del tutto, alla fine Anna optò per il raggiungerlo.
    Si schiarì la voce prima di proferire parola - ti sei fatto male?- chiese - secondo alcuni studenti avrei dovuto trovare una persona moribonda qui, ma mi pare che non stai messo così male-
     
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    Per anni che ero stato nelle foreste e nei luoghi più pericolosi del mondo non avevo mai subito un colpo così duro. Prendere una “sberla” dal Platano picchiatore non era di certo roba da tutti i giorni, ancora di più se facevi il guardiacaccia come il sottoscritto ed avevi passato la tua vita nel verde delle foreste. Qualche livido sicuramente mi sarebbe rimasto, così come anche la botta alla testa che avevo rimediato. Mi aveva leggermente rintontito, al punto da farmi immaginare che ci fosse Anna proprio qui vicino a me. Alzai il capo, osservandola mentre mi chiedeva se mi ero fatto male. Potrei stare meglio. Risposi con tono confuso, mentre continuavo ad osservarla con un'espressione stupita, non pensando veramente che tra tutte le persone del castello proprio lei si era ritrovata qui davanti a me. Dai che è la tua occasione di farti perdonare, dille qualcosa di carino per scusarti. Nello stesso tempo che la mia mente elaborava questo pensiero, sul perdono della Sokolov, le parole che uscirono invece furono del tutto diverse. Me lo sto sicuramente immaginando, non puoi essere veramente qui, a quest'ora sarai con quell'altro. Queste furono le parole che invece uscirono dalle mie labbra, mentre mi passavo una mano dietro alla testa massaggiando un punto preciso, prima di provare a rialzarmi. Forse ero stato un po' troppo impulsivo perchè in breve tempo mi ritrovai nuovamente seduto a terra, osservando ancora quella figura tanto familiare che mi ritrovavo davanti. No no, non puoi essere te, non verresti mai e poi mai per me.
     
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    Beh, si, poteva andare meglio, non è che fosse un piacere essere preso a schiaffi in faccia da un platano.
    Anna stette li a guardarlo per diversi minuti mentre continuava a massaggiarsi la testa e a sproloquiare.
    -Sai, a parte fare tanto sesso, ho anche un lavoro. Insomma questo per me è orario scolastico, perchè mai dovrei stare con il mio uomo?-
    Rispose acida, ma a onor del vero se l'era cercata una rispostaccia del genere, sempre a battere sul fatto che stava con un altro, ne aveva le tasche piene.
    E se lui aveva intenzione di continuare su questa falsa riga la Sokolov avrebbe girato sui tacchi e se ne sarebbe andata, cosa che avrebbe anche fatto se lui, una volta rimessosi in piedi non fosse caduto di nuovo.
    A quanto pare la botta in testa doveva essere stata più forte del previsto.
    -Per inciso, non sono venuta qua per te, hanno detto che qualcuno si era fatto male, non un nome e neanche un cognome. Pensavo a qualche studente a onor del vero, ma visto che sei tu e che, per tua ammissione, non dovrei neanche essere qui quasi quasi faccio quello che mi riesce meglio, delego- seguitò a fissarlo visibilmente annoiata da tutto ciò - ti mando un infermiere- di sicuro non lo voleva sulla coscienza.
     
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    Avevo sempre fatto attenzione, ma questa volta mi ero fatto cogliere impreparato, per di più io che avevo passato anni a sopravvivere da solo in giro per il mondo. Mi toccavo la testa laddove avevo battuto, non usciva sangue e questo era già positivo, anche se alla mia affermazione, Anna rispose acida, dicendo che oltre al sesso, aveva anche un lavoro. Beh ci ha messo poco a marcare il territorio, pensavo fosse qualcosa di veramente importante, ma chiamarlo sesso e non fare l'amore con l'altra persona me l'ha smorzato fortemente. Pensai ad alta voce, quasi senza accorgermene, ma ormai il danno era fatto, almeno così pensavo. Mi disse che non era qui per me, che aveva sentito che qualcuno era stato colpito, senza specificare nome e cognome. Lei pensava fosse uno studente sprovveduto, quindi dopo la mia risposta decise che forse era meglio delegare,dato che non la volevo qui. Lo so, stavo facendo un casino nella mia testa, tanto da non capirci più nemmeno io. Non era mia intenzione o forse si, non lo so. Io volevo venire a scusarmi di persona ma ho avuto un piccolo incidente. Piccolo per modo di dire, anche perchè mi aveva dato una bella botta. Per la seconda volta provai ad alzarmi, riuscendoci finalmente, barcollando però vistosamente verso Anna. Non mi aspettavo di certo che mi aiutasse dopo tutto ciò che era successo fino a quel momento. Fino all'ultima goccia di speranza. Affermai quasi con convinzione, mentre continuavo a barcollare.
     
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    -Can, sei pessimo- rispose come pronta risposta - e la devi smettere di stare sempre li a cavillare su ogni cosa che dico. Il sesso è bello, si può fare sesso anche mentre si fa l'amore, perchè è liberatorio, fuori dagli schemi e sembrerebbe persino brutto definirlo diversamente.
    QUesto non vuol dire che non ci sia di base il sentimento, devi smetterla di fare l'ottuso e cerca di capire quanto le tue parole mi stiano irritando piuttosto che volerti fare la ragione a tutti i costi-
    Sia per lei che per Lennox era presto parlare di amore, sebbene quello che loro facevano nell'intimità lo era sicuramente, ma non nel senso in cui lo intendeva Can.
    Semplicemente essendo stati così restii negli anni a lasciarsi andare, se lo avevano fatto voleva dire che qualcosa tra di loro stava nascendo, e lui non aveva alcun diritto di sporcare con le sue parole qualcosa di così bello.
    Che se ne andasse a friggere polli!
    -Sai quanto mi importa di quello che pensi?- gli disse velenosa alzando pollice e indice per poi unirli - zero-
    Stizzita aveva le mani sui fianchi mentre seguitava nella sua filippica - bel modo del cavolo che hai di chiedere scusa, per te è normale mettere in dubbio i miei sentimenti? La mia storia? E' la seconda volta che sminuisci quello che ho, e al diavolo Can, io non credo di meritarmelo!- lui era sicuramente rimasto ferito, sicuramente c'era di base questa delusione che lo faceva sragionare e dire una marea di cose stupide e offensive, ma non era colpa di Anna se qualcuno lo aveva preceduto.
    Nè era colpa sua se aveva ricominciato a vivere quel sentimento con un altro uomo.
    -A quanto pare il platano ti ha schiaffeggiato così forte che i neuroni te li ha messi tutti in subbuglio.
    -E ora cosa vuoi dire? Non ti capisco, quindi smettila- ne aveva abbastanza e stava visibilmente delirando.
    Non era suo solito usare la bacchetta nel castello per scopi che non fossero puramente accademici, ma era lampante quanto bisogno di fare qualcosa ci fosse in quel momento.
    Gli impedì di proseguire oltre, lasciò che il corpo di lui si adagiasse lentamente per terra mentre inviava il suo patronus in infermeria.
    Non era certo la più portata per fare la crocerossina, non quando si era visibilmente innervosita, avrebbe solo fatto un casino.


    I guaritori del castello lo portarono in infermeria e lì gli fecero gli accertamenti.
    Da quel che aveva capito era stato colpito in testa ed ecco perchè aveva le vertigini.
    -Bene, deve riposare quindi?- loro annuirono, lei invece si voltò verso il guardiacaccia che era sveglio con una benda tutta attorno alla testa e la fissava - non voglio più tornare su questi argomenti, ma prima di andare una cosa te la voglio dire, se mi offendi un'altra volta ti giuro che rimpiangerai gli schiaffi che ti ha tirato il platano-
     
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    Beh poteva andare peggio di così, non potevo immaginarlo ma a quanto pare stavo veramente delirando, tanto da subire tutte le parole che Anna mi disse in quel momento. Quest'uomo doveva essere molto furbo e fortunato da essersela presa, su questo non ci pioveva, e di sicuro io ero stato troppo lento nel farlo, nel voler fare le cose a tempo. Andare via al tempo mi era sembrata la cosa migliore, l'unica soluzione possibile da percorrere. Forse con il senno di poi avrei dovuto prendere un'altra decisione, per rimanerle più vicino, ma al tempo lei aveva la testa solamente per un altro. Forse era questa la mia punizione, vedere ciò che desideravo, scivolarmi via dalle mani, preso da qualcun'altro. Lentamente mi ritrovai a terra, per opera di un incantesimo, prima di risvegliarmi poco dopo, almeno penso, in infermeria, dove Anna mi disse le ultime parole. Un 'altra offesa e gli schiaffi del platano non sarebbe sembrati nulla in confronto. Mi tastai la testa, trovando una benda a fasciarmela, poi osservando Anna con occhi appesantiti, capi che stavo perdendo tutte le speranze, che dovevo fare qualcosa per ritornare in pista, migliorare la mia situazione. Ok mi dispiace. Non era da me, ma era ciò che sentito di doverle dire, prima che gli occhi mi si chiusero per lo sforzo/botta/medicinali. Avrei riposato per poi tornare più forte di prima ed alla carica.
     
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6 replies since 3/11/2020, 00:53   122 views
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