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Eve <3

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    La scuola è iniziata da un bel po’, ma da donna di stile ho deciso di rientrare con un certo ritardo. Le persone importanti devono sempre farsi riconoscere e, a dirla tutta, se non avessi ricevuto un avviso dal tribunale che mi imponeva di ritornarci non lo avrei fatto. Ho cose più importanti a cui badare, gli affari con Roxy non vanno esattamente come vorremmo. Non è solo quello a turbarmi. Ho avuto poche occasioni per incontrare Evelina da quando è stata rilasciata. Nel periodo in cui è stata dentro sono andata a trovarla tutte le settimane, ma dopo mi sono lasciata assorbire da altro. La amo, l’aver scoperto quello che ha fatto non ha minimamente cambiato la mia opinione su di lei, ma ho iniziato a sentirla distante da allora. Ho deciso di lasciarle i suoi spazi, ma credo sia arrivato il momento di smetterla. Mi manca e il mio ritorno a scuola può essere la scusa adatta per starle accanto. Le ho inviato un gufo avvisandola del mio arrivo.
    CITAZIONE
    Rossa, ti voglio più sexy de solito ad accogliermi nel cortile della scuola domani. Sto tornando. Mi manchi tua B.B.

    Sarei potuta essere molto più volgare, ma non voglio che possa cogliere la palla al balzo per allontanarmi ulteriormente. Mi ha spiegato solo a grandi linee quello che è successo, vergognandosi tremendamente mentre lo faceva. Avrei voluto essere più sicura nello spiegarle che ai miei occhi sarebbe stata sempre la stessa, ma non credo di esserci riuscita. Da allora non mi ha più guardata allo stesso modo, come se sentisse il peso del giudizio tra di noi. Non è così. Ho fatto cose tremende nella mia vita, non potrei mai giudicarla. Faccio il mio ingresso trionfale attraversando il cancello sistemandomi al meglio la tracolla sulle spalle. - Ciao Hogwarts, fai schifo esattamente come l’anno scorso - è una frase che butto lì per me, per ricordami che lo studio non sarà mai il mio mestiere. Avanzo, sicura, anche se i miei occhi non riescono ancora a vedere il viso più bello di tutta la scuola. - Se non è venuta vado a stanarla in camera e la meno! - penso ad alta voce prima di scorgere la sua chioma rossa. È adagiata su
    una panchina, lo sguardo vuoto e l’espressione apatica. Mi avvicino e lascio cadere le borse in terra per correre ad afferrarle le mani. La tiro su e la bacio dolcemente - Se quel muso lungo era per me, vedi d toglierlo. La tua Brandy è qui finalmente e non ha intenzione di mollarti neanche per un secondo. - La invito a fare una piroetta, mentre la fa mi soffermo ad osservarla. È dimagrita, troppo per i miei gusti, e la sua pelle candida la fa assomigliare ad un fantasma. La stringo, concendendole un secondo bacio, molto meno casto del primo - Dove hai lasciato le tue curve? Se fossi tardata un'altra settimana mi sarei ritrovata senza nulla su cui mettere le mani - la guardo un po’ male assottigliando lo sguardo. Non mi piace essere severa, non sono credibile nel farlo, ma in questo caso è il modo per dimostrarle quanto sono preoccupata. - Credi di poter mantenere il titolo di culo più bello della scuola in queste condizioni? Ho già visto un paio di primine niente male pronte a soffiarti il posto. - forse sto un po’ esagerando, ma so quanto ama essere la migliore in tutto e spero che questo possa scuoterla un po’ - Possono rubarti solo quel titolo. Quello di mia rossa sexy è tuo per sempre. - la stringo forte, non voglio mi sfugga dalle mani un altra volta - Mi sei mancata, ma ora recupereremo tutto il tempo perso.
     
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    Le vacanze che erano iniziate nel migliore dei modi, sono finite per trasformarsi in un vero incubo. Ho ancora impresso nella mia mente la scena dell'irruzione dei due agenti in casa mia, pronti a portarmi via con loro e lo sguardo preoccupato di Brandy. Il suo sguardo e l'idea che potesse cambiare idea su di me da un momento all'altro, mi avevano perseguitata fino al giorno in cui mi ha fatto visita. In quell'occasione ho provato a raccontarle la verità, sentendo peró il peso delle mie azioni e i sensi di colpa che continuavano a farmi sentire come se fossi un mostro. La paura di essere giudicata dalla persona che amo, mi ha portata a nascondermi e a non riusciure a raccontarle tutto. Sono stati giorni difficili e nonostante la presenza di Brandy, mi sono sentita comunque abbandonata a me stessa. Ho smesso di mangiare e ho passato giorni terribili in cui il mio unico desiderio, era quello di sparire per sempre. Per Brandy potrei essere sempre la stessa anche dopo aver saputo dell'omicidio di mio padre ma io ogni volta che mi guardo allo specchio, vedo solo un mostro, una persona orribile che ha pensato bene di uccidere il suo vecchio, per il solo gusto di vederlo giacere per terra privo di vita. Mi spaventa quello di cui sono stata capace di fare, senza pensarci due volte ho fatto fuori mio padre e senza nemmeno sentirmi in colpa. Ora, peró, non è cosí. La notte continuo a rimanere sveglia, pensando a quello che ho fatto e non riesco a fare a meno di piangere. Nemmeno la compagnia di Hazel, riesce a tirarmi su. In piú Brandy non è ancora tornata a scuola e la sua assenza mi fa male, ho bisogno di lei. Proprio nel momento in cui stavo pensando di mollare Hogwarts per andare a cercarla, mi arriva un suo messaggio. Sta tornando. Ho provato a sistemarmi ma, ultimamente, non mi importa piú di tanto. Mi sono seduta ad una panchina e ho fumato l'ennesima canna della giornata. Avevo smesso ma ho bisogno di qualcosa che mi tiri su il morale. Guardo un punto non preciso davanti a me, pensando che farei meglio a rientrare. In questi giorni mi odio, non mi sopporto e sono sicura che Brandy sarebbe dello stesso avviso. Butto la cicca, ormai consumata, prima che un paio di tette compaiano nel mio raggio visivo. «Brandy?» Non mi serve alzare il volto per capire a chi appartengono. «Sei tornata finalmente!» Mi metto in piedi lasciandomi travolgere dal suo abbraccio e beandomi delle sue labbra. «Perchè sei rientrata solo oggi ad Hogwarts?» Le domando palesemente preoccupata. So che non ha un bel rapporto con la scuola ma perché tornare cosí tardi? «Guarda che non sei affatto divertente.» Persino Hazel si é stufata di vedermi in questo stato. «Non sono mica dimagrita cosí tanto, non ti sembra di esagerare?» Non so perchè sto facendo tanto l'offesa, forse è colpa delle notti insonni se sono cosí nervosa. Ma comunque, resta il fatto che non mi piace che me lo faccia notare. Lo so benissimo come sono ridotta, sono giorni che non mangio. «Per saperlo devi averle osservate bene.» Non mi piace quando guarda le altre ragazze, mi da fastidio. «Quel titolo appartiene solo a me, guai chi me lo ruba.» Se qualcuna provasse anche solo a soffiarmi Brandy, credo che non risponderei delle mie azioni. «Cosa ti andrebbe di fare?» Le domando prima di prenderle il viso tra le mani e stamparle un bacio sulle labbra, pentendomi di essermi comportata male prima. È solo preoccupata. «Cominciavo ad annoiarmi senza te.» Ammetto sulle sue labbra, prima di morderle leggermente. «Non te ne andrai di nuovo, vero? Mi sei mancata.»
     
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    È quando stringo la rossa tra le mie braccia che capisco di aver fatto bene a tornare. Mi è mancata cazzo, troppo, penso che un altro giorno senza di lei mi avrebbe resa letteralmente pazza. A giudicare dal suo viso avrei dovuto anticipare il mio ritorno, ma ho avuto troppi dubbi a ballarmi per la testa per poterlo fare. - Sai quanto ami questo schifo di posto. - la stringo ancora un po’ quasi terrorizzata possa fuggirmi dalle mani - È inversamente proporzionale a quanto amo te. - mi lascio anche andare ad una frase sdolcinata, una cosa che ormai faccio sempre per la mia queen. L’unica rossa in grado di conquistare il mio cuore. - No - le rispondo in maniera del tutto secca quando mi chiede se non sto esagerando. È dimagrita, lo è sin troppo e quanto non va bene. Sta male e la sua testolina bacata le suggerisce che tenersi tutto dentro sia meglio che parlarne con me, lo fa sempre e per quanto io voglia rispettare questa sua scelta, se questi sono gli effetti su di lei non ci sto. È troppo importante per me, non posso lasciare che si autodistrugga senza motivo. - Come faccio sempre quando ti distrai - scherzo, quel tento che dovrebbe servire a far scaldare un po’ il suo animo. So quanto sia gelosa e vedere un leggero velo di rabbia nei suoi occhi mi fa capire che posso ancora salvarla. - Sempre e per sempre tuo - le rispondo come rispondo al bacio, un po’ troppo moscio per i miei gusti che mi rifila. - Per iniziare direi che puoi fare di meglio con quelle labbra - e nel dirlo la attiro a me, mostrandole come va baciata la propria ragazza. Fino ad un mese fa lo sapeva bene, ora sembra averlo scordato. - E ora dritte a rubare cibo agli elfi. Adoro quando scelgano quei piccoli nanetti rugosi - la prendo per mano, sentendo una nuova incertezza uscire dalle sue labbra - Rossa, se tu sei qui, dove cazzo dovrei andare?

    Entriamo furtive nella cucina e una volta entrate invito la rossa a sedersi su uno dei tanti davanzali. La bacio per l’ennesima volta, poi inizio a trafficare tra i vari calderoni. - Ti va un piatto di pasta? - io in realtà non dovrei, certa roba la mangio una volta al mese se tutto va bene. Sarà un eccezione e nel caso in cui dovessi sentirmi male, so già quale soluzione adottare. - Non sono un ottima cuoca, ma questo me lo ha insegnato mia nonna, tra una campagna di spaccio e l’altra. - Metto su l’acqua e sistemo una padella accanto per preparare il condimento. - Puttanesca? Pensi possa andare per il tuo palato raffinato? - faccio soffriggere le olive, poi unisco il pomodoro e torno da lei mentre il tutto cuoce. - Mi spiace averci messo così tanto a tornare. - gioco nervosamente con le sue dita, alzando di tanto in tanto lo sguardo nel suo alla ricerca di qualche conferma che spero di non dover ricevere - Avevo un po’ paura a farlo, sai? Ho sentito come se volessi metter un po’ di distanza tra di noi. Ti ho lasciata fare, ma sai come sono. Mi sono rotta le palle di aspettarti e sono corsa. - ti prego rossa, dimmi che è solo una mia impressione.
     
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    «Sai quanto ami questo schifo di posto», una frase che riesce a farmi sorridere un po'. Mi è mancata parecchio in questi giorni, una mancanza che si era aggiunta al vuoto abissale che continuo a provare tutt'ora. Non sarei sopravvissuta un secondo di piú senza di lei, credo che sarei impazzita e sarei andata a cercarla. Questo posto fa schifo e la sua presenza, è la sola cosa che riesce a migliorare la mia permanenza qui. «Prego?» Mi allontano di poco da lei e la guardo con un sopracciglio alzato. «Se stai scherzando, non sei affatto divertente.» Sono gelosa e scherzare su queste cose non è bello, sa che potrei arrabbiarmi e correre a staccare i capelli a quella tipa che guarda. «E in caso contrario, sei una grandissima stronza.» Assottiglio leggermente lo sguardo mentre la guardo. Come si permette a guardare un'altra ragazza quando ha me vicino a lei? Dovrebbe sapere che io valgo per dieci e che le altre possono solo sognare di diventare come me. «Ti tengo d'occhio, Brandy.» E anche quella troietta su cui ti piace tanto gettare l'occhio quando mi distraggo. «Ah non vuoi dare anche questo titolo alla tipa a cui guardi il culo?» Le domando con tono ironico prima di essere baciata nel modo in cui solo lei sa fare. Ho baciato parecchi ragazzi prima di lei ma non esiste nessun confronto con le sue labbra. Successivamente mi lascio guidare verso le cucine e durante il tragitto, me ne resto un po' in silenzio. Vorrei dirle tante cose ma mi sembra che nessuna parola sia adatta per esprimere come mi sento adesso. Dal giorno del mio arresto mi sento cosí vuota, persa, senza un motivo che mi spinga ad andare avanti. Vorrei rimediare ai miei errori ma non posso piú tornare indietro, il mio è uno sbaglio irrecuperabile con cui devo imparare a convivere. Eppure, pochi giorni dopo il suo omicidio non mi sentivo cosí. Mi sentivo invincibile, capace di affrontare qualsiasi cosa, ero pienamente soddisfatta di quello che avevo fatto mentre ora non so distinguere nemmeno quello che giusto o sbagliato. Mi sembra sempre di prendere pessime decisioni che prima o poi mi si ritorceranno contro. «Non ho molta fame, a dire il vero.» Ammetto guardando il pavimento. «Ma mangeró solo perchè cucini tu.» Le mostro un sorriso cercando di dimostrarle che sto bene. In realtà è cosí, sento che con lei sto bene e che nulla potrà farmi del male ma avverto una strana sensazione ma forse è solo una mia impressione. «Direi che andrà piú che bene, B.B.» Era da tanto che non la chiamavo cosí e farlo dopo tanto tempo mi fa un certo effetto. «Non importa, avrai avuto da fare. Lo capisco.» La vedo giocare con le mie dita e capisco che c'è qualcosa che non va, glielo leggo negli occhi dopo che le ho sollevato il viso dal mento. So che è impegnata con gli affari, Roxy e tutto il resto ma mi sembra che ci sia dell'altro. «Quindi è per questo che non sei tornata prima?» Per colpa mia. Devo essere stata davvero una palla al piede in questi ultimi mesi e sapere di averla fatta sentire, che ne so, inadatta mi fa star male. Le accarezzo una guancia e le sposto una ciocca di capelli dietro le orecchie mentre la guardo. «Mi dispiace averti dato questa impressione.» Non volevo che si sentisse cosí e che avesse, in qualche modo, paura di tornare da me. «È solo che ho avuto paura.» Ammetto, smettendo di guardarla e abbassando lo sguardo nuovamente sulle nostre mani. «Quello che ho fatto a mio padre è una cosa di cui non ne vado fiera. Ero accecata dalla rabbia e ho fatto la cosa piú orribile del mondo, ucciderlo.» Avrei voluto dirglielo io e invece sono stata cosí codarda da non essere riuscita a raccontare all'unica persona che amo, la verità. In questo momento mi odio, vorrei solo sparire e ritornare quando le acque si saranno calmate.
     
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    Mescolare gli ingredienti è rilassante, osservarli nella padella fino alla loro cottura anche. Vorrei potesse bastare per allentare questo fottuta aria tesa che si respira. La Rossa è giù e per una volta non so cosa fare per cambiare le cose. - Sai che non ti avrei lasciato alternative. - scherzo, ma neanche tanto. Lei sa bene che non le lascerei la possibilità di farsi del male. Dipendo completamente da lei e dalle sue emozioni, non lo do a vedere ma se lei sta male soffro anche io. - Ottimo, non so fare molto altro. - non sono un ottima cuoca, ma sono certa che lei mi apprezzi per altre doti. - Si. - facciamo presto virare il discorso su qualcosa di serio e mi ritrovo a renderla partecipe del motivo che mi ha spinta a non tornare subito da lei. Non è stato semplice starle lontana, ma ho avuto paura e non per quello che ha fatto, ma del fatto che non mi volesse più. - Io sono una che lotta, per te l’ho fatto dal primo momento. Ma non sono il massimo quando si tratta di consolare qualcuno. - forse in questo momento avrebbe preferito una persona diversa al suo fianco, una che sa come prendere le faccende seriamente. Io sono solo una spacciatrice bulimica che affronta la vita a denti stretti. Se vedo qualcuno che piange lo prendo a schiaffi fin quando non smette, ma con lei non potrei. Con lei sono diversa. - Credevo avessi bisogno di spazio, sai quelle cazzate che dicono le persone quando stanno male? - gliene ho lasciato, ma è stata dura. - Ma ad un certo punto ho capito che mi ero stancata di stare senza di te. - ed eccomi qui, a combattere per farle capire che su di me può contare, che non è cambiato nulla. So che quello che ha fatto è una cosa tremenda, non ho una visione così distorta della realtà, ma la conosco, so che deve esserci una motivazione. - Rossa, se questa cosa me l’avessi detta l’anno scorso prima di tutto quello che c’è stato tra di noi forse sarei scappata a gambe levate. Ora è diverso. - le spiego pian piano il mio punto di vista per tranquillizzarla. - Io ti conosco, so che se ha fatto quello che hai fatto tuo padre doveva essere un gran figlio di puttana. - è la spiegazione che mi sono data in tutto questo tempo. L’unico motivo plausibile per un gesto simile. La mia non è di certo una coscienza pulita e pur non essendomi mai spinta ad un gesto del genere, sono certa che lei non sia una folle assassina. So di potermi ancora fidare della ragazza che amo. - Se vuoi parlarmene, sono qui. Se non vuoi farlo sono qui lo stesso. Ti amo. - mi avvicino a lei per catturare le sue labbra in un bacio. Mi prendo un po’ di tempo per rassicurarla con quel gesto oltre che con le mie parole, poi la lascio andare per abbracciarla. - Un’altra rossa come te non potrei trovarla neanche se mi mettessi a cercare per anni. Nulla può liberarti di me se non sarai tu a chiedermelo. - e nel dirlo poggio la mia fronte contro la sua.


     
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    Seduta sul bancone osservo Brandy intenta a preparare qualcosa da mangiare e mi pento di averla tenuta lontana da me ma ho dovuto farlo. Sono stata molto male dopo l'arresto, ho perso l'appetito e non ricordo l'ultima volta in cui ho dormito senza avere attacchi di panico. Non volevo che mi vedesse cosí ma credo di aver sbagliato comunque a tenerla lontana. Forse mi sono presa troppo tempo per me e le ho lasciato poco spazio, non le ho dato molte possibilità per restarmi accanto ma l'ho fatto solo per il suo bene. Lo vedo che ora è preoccupata, si sta dando da fare ed è tornata da pochi minuti. Dovrebbe andare a salutare anche i suoi amici e invece è qui con me ed è quello che volevo evitare. Lo apprezzo, la amo anche per questo ma ho paura che possa annullarsi per restarmi accanto. Lo vedo come ci si sente a dovermi stare dietro, Hazel lo sta facendo da quando è ricominciata la scuola e lo vedo che è esausta, non ce la fa piú. E non voglio che stare vicino a me, diventi un peso. «Ti amo lo stesso.» Non sarà una cuoca eccellente ma non é questo il motivo per cui la amo e la trovo la ragazza migliore del mondo. «Non vedo l'ora di assaggiare questo piatto, non l'ho mai mangiato...credo.» In realtà non ho fame, come ormai ogni giorno, ma mi sto sforzando per non restare proprio a digiuno, conosco le conseguenze e non vorrei mai arrivare a quei livelli. «Apprezzo tanto quello che hai fatto.» Penso che non deve essere stato facile lasciarmi spazio e starmi lontano, come non lo è stato per me. Per tutti questi giorni non ho fatto altro che domandarmi se avessi fatto la cosa giusta, se averle chiesto di darmi spazio non fosse stato solo un altro dei miei capricci che ho preso in preda al panico. Mi è mancata, mi è mancata tanto e non averla intorno mi rendeva terribilmente triste. Ma questo primo periodo è stato orribile, sono rimasta chiusa in stanza per un sacco di giorni, ho saltato qualche lezione e mi sono finta malata per non dover vedere nessuno. Hazel si è presa la briga di portarmi qualcosa da mangiare tutti i giorni perchè non voleva che saltassi i pasti ed è stata già difficile cosí, non oso immaginare se Brandy fosse stata qui. «Mi sei mancata un sacco e quando ho ricevuto la notizia che saresti tornata, sono stata felicissima.» Cosí che felice che sono uscita dalla mia stanza e ho seguito tutte le lezioni e non ho saltato neanche un pasto, volevo che mi trovasse in forma ma penso di non aver ottenuto il risultato sperato. «Mio padre è...è una merda.» Serro la mascella e fisso il vuoto. «Ha fatto scappare la mamma e ha ucciso mio fratello solo perchè aveva cercato di scoprire la verità.» È la prima volta che le parlo apertamente del motivo che mi ha spinto a compiere quel gesto estremo e non so se esserne felice o meno. Non ne ho mai parlato con nessuno perchè non ero sicura che mi avrebbero capito ma mi fido della ragazza che ho davanti e so che le posso dire tutto, anche se ci metto un po' per farlo. Ho bisogno dei miei tempi, per riuscire a mettere a nudo tutti i miei pensieri, le mie paure e tutto ció che mi porto dentro. «Non sai cosa si prova nel vedere il corpo di tuo fratello senza vita e scoprire che è stato il tuo stesso padre a farlo fuori.» Ricordo ancora quel giorno, quando sono uscita per andarlo a cercare e mi sono imbattuta nel suo corpo privo di vita che giaceva sulle rive del lago. Ho gridato con tutto il fiato che avevo in gola perchè non avevo perso solo un fratello ma anche la parte migliore di me, era lui che mi spronava a comportarmi bene, ad essere gentile con le persone e a dare il meglio di me in tutto quello che facevo. «Mi ha portato via le uniche persone che amavo davvero e mi sono sentita abbandonta.» Mi sentivo sola, non avevo nessuno con cui parlare e mi sono chiusa in me stessa. Sono cresciuta col pensiero che mi aveva tolto tutto e volevo che lui provasse la stessa cosa ma mi sono spinta oltre. Troppo oltre. Non ho piú una famiglia, forse mia madre è ancora viva ma non ne sono sicura. L'unica certezza è Brandy, la amo e sono felice che non mi abbia lasciata. Non so cosa farei senza di lei, se dovessi perderla penso che darei di matto, la amo troppo per lasciarmela sfuggire. Prendo il suo viso tra le mani e ricambio il bacio che mi da per dimostrarle che sono qui, che non voglio lasciarla andare e che per me significa tutto. «Non voglio liberarmi di te, ti amo e non so cosa farei senza di te.» Le accarezzo il viso e le do un altro bacio. «Ti prometto che andrà meglio e mi sforzeró di non saltare i pasti.» O almeno, ci proveró.
     
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    La cucina della scuola non mi è mai sembrata così fortuitamente silenziosa e vuota. Non è la prima volta che infastidisco gli elfi con la mia presenza, ma questa volta ha un sapore del tutto nuovo. Sono qui con la mia rossa dal cuore infranto sentendomi impotente. L’unica cosa che posso fare è ascoltarla, lasciarla sfogare e vorrei potesse bastare per cambiare le cose che mi sta raccontando, che le fanno tanto male. - Te l’ho detto, non vado da nessuna parte - la rassicuro per l’ennesima volta, prima id stringerla per dare più credibilità alle mie parole. Non sa quanto la amo e quanto sia felice di vedere che si fida di me a tal punto da riuscir finalmente a tirar fuori tutta la verità. Una verità a dir poco scomoda, squallida e peggiore di quanto non volessi credere. - No… - no, non so come si sente, ma so che finalmente riesco ad avere un quadro più chiaro della situazione. Non so se al suo posto avrei fatto lo stesso, ma so che lei ha avuto le sue motivazioni per farlo e che giustificano appieno il suo gesto. Quel uomo ha distrutto la sua vita, lei ha solo fatto in modo che non potesse portarle più via nulla. Un anno fa non avrei mai immaginato che sotto quella maschera da dura potesse nascondersi una ragazza del genere, ma più la conosco e più capisco che era tutta una facciata. Sono così felice che riesca a scoprirsi così tanto con me, vorrei meritare tutta questa fiducia. Spero di non trovarmi mai a deluderla, di riuscire a mantenere tutte le promesse che le appresto a fare sta sera. - Ora non sei più sola, devi solo far in modo che tutta questa merda non ti faccia più male - e io sarò qui ad ogni passo, anche quando non lo vorrai. Non le lascerò più la possibilità di lasciarsi andare, farò in modo che righi dritto perché non voglio e non posso perderla. É diventata sin troppo importante per me. - Io sono qui - le dico piazzandole un bacio sulle labbra, per farle capire che non vado da nessuna parte.


     
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