Therapy Session

Privata; Anna Sokolov.

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    Tornare a scuola era stata la cosa migliore di tutta quell'estate infernale, circa. Di certo c'era che le vacanze estive erano cominciate nel peggiore dei modi. Restare rinchiusa nel carcere dei maghi per quindici giorni era bastato perché quell'esperienza marchiasse il mio umore già di per sé traballante. Ero sempre stata abbastanza lunatica, ma l'impatto che Nurmengard aveva avuto su di me era stato particolarmente forte. Avevo trascorso i primi giorni di detenzione immersa nel silenzio e nel digiuno. Avevo odiato chi giudicavo colpevole della mia condizione: prima la Rey, poi Samael, fino ad arrivare alla conclusione che l'unica vera responsabile di ciò che mi era accaduto ero proprio io.
    Nonostante tutto, comunque, Settembre era arrivato e la Preside aveva deciso di reintegrarmi nel corpo studentesco senza compromettere del tutto il mio futuro. Ma non solo. Al mio rientro a scuola, avevo trovato sul mio letto una lettera sigillata di ceralacca e apportante lo stemma di Hogwarts. Dopo tutto quello che avevo passato e date le mie difficoltà, mi si dava la possibilità di rivolgermi alla Professoressa Sokolov come una sorta di referente. Idea che avevo rigettato subito, ma che con il passare dei giorni al Castello avevo rivalutato.
    Professoressa. salutai rispettosamente con un breve cenno del capo e un lieve sorriso. Non so come la Rey avesse colto la mia simpatia (chiamiamola così) per la Sokolov, ma probabilmente ci aveva visto lungo. Non sapevo bene come disporre del tempo che la donna gentilmente mi dedicava, ma da qualche parte avrei dovuto cominciare. La ringrazio per aver accettato di incontrarmi. dissi, cominciando a camminare. Avevo scelto la tenuta della scuola non solo perché era il posto dove avevo puntato la bacchetta contro Samael, l'ultima volta, ma anche perché - lo sapevo - non avrei retto di stare seduta in un vero e proprio studio. Spero che la Preside non l'abbia costretta. Insomma, io non voglio rubarle del tempo. Io.. sinceramente non so nemmeno da dove partire.

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    -Alexis- salutò la ragazza usando il suo nome e non, come faceva quasi con tutti gli altri suoi studenti, usando il cognome.
    Questo perchè prima di essere la sua insegnante, in quel momento, era una persona che voleva aiutarla.
    -Nessuna costrizione, per me è un piacere stare in tua compagnia- la guardò mentre proseguivano l'andare nella tenuta - sono stata io a offrirmi alla preside. Ho notato che nella mia materia non solo non hai difficoltà ma sei anche interessata e partecipe- sorrise appena -non permetterei mai che la mia studentessa migliore si possa trovare in difficoltà, dunque eccomi qui- nella tenuta a passeggiare accanto a lei. Si era chiesta il come mai di quella scelta, di solito la gente tendeva a fuggire dai luoghi che l'avevano vista protagonista, di solito si cercava sempre di dimenticare, ma lei sembrava come se volesse ricordare - ne sono successe di cose qui l'anno scorso, ma non il ballo del ceppo.. chissà perchè- si chiese per poi tornare là dove il discorso doveva giungere - hai scelto di tornare sul luogo che ti ha quasi costato l'anno, ti va di parlarne?-
     
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    Apprezzai immediatamente l'informalità riservatami dalla Sokolov e sorrisi all'affermazione che seguii il primo saluto. In un'altra vita le avrei risposto che ovviamente faceva piacere anche a me ritrovarmi a passeggiare in sua compagnia, ma la cosa sarebbe apparsa strana, per cui cercai di ricordarmi del divario di anni che ci separava e mi limitai a sorriderle. Mi è sempre piaciuta Erbologia, conoscere le piante e imparare ad apprezzare la terra nella sua completezza, che sia magica o non. Penso sia qualcosa di enorme, che spesso diamo per scontato. Ero partita, ma non era una semplice sviolinata, anzi. Ero sincera mentre le parlavo, solo che non mi sarei mai aspettata di riuscire a esprimere un pensiero in modo tanto elegante. Quella donna aveva davvero un forte ascendente su di me.
    Per fortuna. commentai ironicamente la sua osservazione. Lei sa ballare? Perché io sono un vero disastro... Sul serio, non ero mai stata capace di muovermi granché. Certo, facevano eccezioni le volte in cui mi ero ritrovata a saltellare nelle folle di concerti di gruppi perlopiù sconosciuti. Ma quello era punk e, si sa, quello non si può mica definire ballare. Per contro ero bravissima a pogare, comunque.
    Un mezzo sorriso ironico spuntò sul mio viso alla domanda della donna. Se mi andava di parlare, mi aveva chiesto. Un bel dilemma, a dire il vero. Di getto avrei risposto che no, non ero pronta ad affrontare una conversazione così personale come quello che riguardava ciò che era successo con Samael, però i fatti raccontavano un'altra storia. Non risposi subito. Lei ha mai amato qualcuno, professoressa? le domandai, cercando il suo sguardo. Ok, lo sapevo che non si rispondeva con una domanda ad un'altra domanda, ma avevo bisogno di sapere che non ero sola e che la Sokolov era sincera nelle intenzioni. Una sua confessione mi avrebbe aiutata a fare lo stesso.
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    Ad Anna faceva piacere quando vedeva i ragazzi interessati alla sua materia, sebbene non lo desse a vedere, un po' per carattere un po' perchè non ne era capace.
    Le piaceva come ragionava Alexis, aveva una sensibilità innata, non pensava minimamente stesse recitando un copione.
    Si riscoprì a chiedersi come mai avesse reagito in quel modo quella volta, doveva aver avuto un istinto suicida o non si spiegava.
    La risposta comunque venne dopo, quando le chiese se fosse innamorata.
    Per amore si arrivavano a fare le più grandi pazzie in effetti.
    Ma prima le rispose a un'altra domanda – giusto un po', alla tua età, sebbene mi piacesse ostentare indifferenza, mi piaceva mettere un bel vestito, respirare aria di festa ..- guardò la ragazza con un tiepido sorriso sulle labbra – ballare col ragazzo o la ragazza che ti piace- con Kendra aveva inaugurato le danze un anno, ed era stato meraviglioso – mi piace la magia di quel ballo- le piaceva veramente, sebbene fino a quel momento era la prima volta che lo ammetteva apertamente.
    -Sai, Alexis, ho avuto un percorso pieno di esperienze, mi sono innamorata due volte nella mia vita, la prima volta di un ragazzo che mi amava in egual modo, ma io .. ho avuto paura, e l'ho lasciato- ripensare a Philip le lasciava addosso sempre una strana nostalgia, lo aveva lasciato perchè intimorita dal sentimento che provava, paura di soffrire, di ricevere una fregatura.. – e poi ho amato il padre di mio figlio. Lo amo tutt'ora nonostante lui abbia preferito un'altra donna a me- donna, un vero parolone se si pensava alla ragazza in questione.
    -Credo di aver sbagliato tutto anche con lui, purtroppo la vita a volte ci mette davanti degli ostacoli, dipende molto da come cerchiamo di superarli- si strinse nelle spalle fissandola negli occhi – se potessi tornare indietro cambierei tutto quanto, ma non credo che cambierei mai l'esatto momento in cui mi sono innamorata di lui-
     
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    Alla mia età... ripetei ironica, alzando subito lo sguardo sul viso della Sokolov. E' una bellissima donna. Sono certa che non incontrerebbe problemi, dovesse decidere di andare a ballare, una di queste sere. mi azzardai a dirle, sincera. Sperai che la mia sfacciataggine non venisse vista come arroganza, ma anzi. Solo, ero certa che non avrei avuto un'altra occasione per parlare così francamente con la donna che mi camminava affianco e, come si dice, ogni lasciata è persa. Non che ci stessi provando con la prof, ovviamente.
    Ascoltai attentamente i suoi brevi racconti successivi. Quando le avevo chiesto se avesse mai amato qualcuno, non potevo immaginare che mi avrebbe concesso la fiducia di confessioni importanti quali quelli di cui mi rese partecipe. Non ero certa che fosse qualcosa di usuale che un professore arrivasse a slacciarsi su argomenti tanto importanti con uno studente. Mi sentii fortunata e grata dell'alta considerazione che la Sokolov stava dimostrando di avere di me. Non era scontato e, sicuramente, non l'avrei delusa. Allora conosce la sensazione di sentirsi completi, ma anche estremamente fragili. cominciai, riflettendo sui motivi che mi avevano spinta a compiere il gesto stupido che mi aveva spedita dritta a Nurmengard. Per non parlare di quei momenti in cui capita di guardare l'altra persona e pensi che forse non ti sentirai mai abbastanza per lei.. Mi era capitato prima con Soana, ma non avrei mai immaginato che sarebbe accaduto nuovamente con Lilith. Eppure, quell'unica scivolata da parte della Owen, aveva riaperto vecchie ferite e fatto affiorare nuove insicurezze a discapito dell'Alexis che era maturata negli ultimi anni. E poi l'altra persona combina un casino e ti dà la conferma che - forse - abbastanza non lo sei sul serio.. aggiunsi, sedendomi per terra. Cominciavo a perdermi nei miei pensieri, ma sperai ugualmente che la Sokolov riuscisse a starmi dietro. Non ci ho visto più quando ho scoperto che Lilith era rimasta incinta di quel cretino di Harrison. confessai, infine, cercando lo sguardo della donna.
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    -Sicuramente- la assecondò – ma non ci sarebbe la magia dei diciassette anni- nel suo caso ne aveva diciassette in quelli di Alexis forse qualcuno in più ma era indubbio il fatto che, per quanto il tempo fosse stato clemente con lei, la mentalità era cambiata, il modo di approcciarsi alle situazioni anche.
    E non ci sarebbe più stato un ballo del ceppo, se non per controllare tutti quanti che non esagerassero.
    Approcci diversi per responsabilità diverse.
    -La conosco- abbozzò un sorriso – e non mi è piaciuta per niente- così fragili da soffrire e portarsi lo strascico per anni.
    -Capisco tutto quanto ciò che mi stai dicendo. Mi rivedo molto in questo, perchè ho provato ogni cosa che tu stai esprimendo.
    Non pensare mai di non essere abbastanza per qualcuno, perchè meriti di conoscere l'amore
    - tutti lo meritavano, non era giusto auto convincersi del contrario.
    -Immagino che anche la tua ragazza sia giovane, probabilmente ti ha ferita, ma questo non vuol dire che non ti vuole bene- si poteva sbagliare senza volerlo.
    -Perchè, appunto ..siete giovani, alla vostra età si fanno cose stupide di cui poi ci si pente- guardò davanti a se perdendosi con lo sguardo nel vuoto – non posso neanche assicurarti che crescendo non se ne facciano altre di cose stupide- ammise con una nota amara per se stessa, come fosse una carezza per lei.
    -Posso solo consigliarti di parlare con lei, di aprirle il tuo cuore così come in questo momento stai facendo con me, sono certa che apprezzerà-
     
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    Non mi domandavo mai come sarebbe stato, crescere. Il futuro in generale era qualcosa che non riuscivo a figurarmi. L'impredivibilità del domani era, da sempre, un limite, ma al contempo una fortuna. Chi vivrebbe una vita già scritta? Il presente è l'unico domani che conta. Forse no, ma l'amore non ci fa sentire sempre un po' più giovani della nostra età anagrafica? Tutto stava nel trovare la persona giusta.
    Sono sicura di quello che prova per me. risposi, inspirando profondamente. Ciò che era accaduto con Samael, alla fine, era - in parte - colpa mia, della mia incapacità di mostrare apertamente i sentimenti. Ero stata stupida, ma chi non lo è, quando si innamora? Avevo avuto paura di perderla e questo ci aveva spinte entrambe a commettere errori. Errori irreparabili. Ma un bambino è un bambino, prof. aggiunsi, passandomi la mano sul volto. Durante l'estate avevamo avuto il tempo di parlare e l'idea di non tenerlo non era contemplata da Lilith. Il ché, probabilmente, la rendeva migliore di quanto non fossi io, ma tenevo molto a cuore la vita di quel piccolino che cresceva, lento, nel suo ventre. Sapevo com'era, crescere in un ambiente ostile e volevo assicurarmi che casa nostra fosse pronta - per quanto possibile - ad accoglierlo nel migliore dei modi.
    Lei quanti anni aveva quando ha avuto suo figlio? le domandai, nella speranza che non fosse un tasto dolente, o una domanda troppo indiscreta. Il punto era che i genitori di Lilith si erano rifiutati di accettare la cosa, i miei non erano nemmeno da considerarsi. E' tutto così complicato... sospirai. Ed io volevo solo sentirmi all'altezza della situazione.
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    A quella domanda Anna non seppe rispondere.
    Lei aveva conosciuto poche volte il vero amore, forse lo era stato con Philip che aveva comunque allontanato.
    Il karma l'aveva punita per molti anni, fino a che non era comparso Ty, e anche questa volta non era stata in grado di preservarlo.
    Ma se nel primo caso si era sentita prematuramente coinvolta, dopo si era solo sentita .. perduta.
    Durante era stata cauta.
    La parte buona in tutta quella storia stava che non erano i sentimenti a essere messi in discussione, solo le insicurezze dell'una e dell'altra.
    Era mancato il dialogo, era mancato il coraggio.
    -Ti capisco Alexis, tuttavia le azioni che facciano si riversano su di noi, è necessario talvolta fermarci a riflettere prima di agire- si fermò a guardarla di nuovo – ero adulta ormai, ciò non toglie che il padre di mio figlio ora ami un'altra donna- allora le chiese – credi che l'avere un bambino nella mia vita possa impedire a un altro uomo di amarmi? Tu non ameresti questo bambino come fosse tuo?-
    Si fermò e fece si che gli occhi di Alexis si posassero sui suoi – sarai una brava madre anche tu, non pensare alle circostanze in cui è stato concepito, pensa solo che tu, lei e il bambino siete una famiglia, la rabbia, il rancore, il passato … non servono a niente, tranne a rovinarvi il presente- le sorrise – pensaci, rifletti su queste mie parole e poniti questa domanda, ne vale la pena?-
     
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    Parlare con la professoressa Sokolov mi stava fornendo più spunti di riflessione di quanti non avrei mai immaginato. Le sue parole mi avevano fatto notare che - per quanto cercassi di spostare l'attenzione sul futuro - una parte di me era rimasta al passato, al momento in cui quella nuova vita era stata concepita e al modo in cui accaduto. Non potevo negare, dopotutto, di esserne rimasta ferita e l'idea che quel pensiero mi perseguitasse per chissà quanto ancora non era sicuramente piacevole. Però. C'era un però. Lilith ed io, alla fine, avevamo deciso di rimanere insieme. Il ché, secondo il parere della prof, era il vero fulcro del discorso. Il passato apparteneva al passato e quella nuova vita in arrivo sarebbe stato il nostro nuovo inizio, insieme.
    Non risposi a tutte le domande che la Sokolov mi fece, ma il mio era un chiaro assenso. Grazie. mi lasciai sfuggire, quasi in un sussurro. Chiedere aiuto era qualcosa che non facevo mai. Non che non mi rendessi conto di averne bisogno, a volte, ma quando sei abituata a cavartela da sola, fare quel passo diventava una cosa enorme e terribilmente complessa da scavalcare. E, se posso permettermi, credo che se lo meriti proprio un uomo che la ami. Sarebbero scemi a non farlo. dissi, sorridendole complice. Sul serio, quella sì che era una donna da sposare e se me ne rendevo conto io... Quando mi alzai da terra, le porsi una mano per aiutarla a fare lo stesso. Se solo avessi avuto qualche anno in più...pensai, tra me e me, mentre tornavamo al castello.
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8 replies since 8/9/2020, 14:40   129 views
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