Non giocare con il fuoco

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    I tuoi occhi non si discostano da quelle pagine di giornale neanche per sbaglio, neanche quando è Hans, il tuo collega, a richiamare la tua attenzione.
    Ti limiti a non rispondergli, capirà l'antifona, se ne andrà.
    Lui oggi non è venuto ad occupare la sua scrivania, non è venuto a tediarti.
    Cosa sa? Te lo chiedi ma non riesci a darti una risposta.
    Sai dove vive. Gli farai una sorpresa.


    La casa è silenziosa, non c'è nessuno dentro ma non ti sei detta che forse entrare senza essere stata invitata potrebbe essere vista come una violazione di domicilio.
    Non te lo sei chiesta per questo sei nel suo salotto davanti allo specchio.
    Il tuo riflesso rimanda l'immagine di una donna arrabbiata.
    Lo sei.
    Hai sempre saputo che non ti potevi fidare di lui, continui a pensarlo.
    Oggi sono la partita di Jaralda, domani ti ritroverai tra le prime pagine per qualcos'altro.
    Rivedi la tua mano impugnare la bacchetta di pelle di basilisco.
    E' solo uno schizzo ma tu lo sai che appartiene a te.
    Cosa sanno?
    Cosa sa lui?
    La sua assenza non è stata casuale, ti dici che sei stata una sciocca a lasciargli così tanto margine di libertà, non hai mai pensato di lui che sia uno stupido, certo non ti aspettavi il tradimento.
    Senti aprire la porta di casa, lo guardi senza per questo voltarti.
    La rabbia ti brucia dentro, ma è con una certa calma e distacco che ti rivolgi a lui, non prima di aver sollevato con la tua mano sinistra il giornale che prontamente fai ricadere a terra - chi ti ha chiesto di scrivere sui Jaralda?- chiedi e poi ti volti per fronteggiarlo faccia a faccia - che gioco stai facendo, ombra?-
     
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    Ho passato fuori dal ministero il resto del fine settimana, e neanche oggi mi sono fatto vedere in ufficio da Coco, il lavoro che aumenta con le richieste di articoli nuovi mi spinge ad allontanarmi momentaneamente dal mio caro ufficio in comune con la strega bianca.
    Non l'avevo vista e facevo bene a non vederla, visto gli argomenti trattati ultimamente nei miei articoli, non vorrei ci mettesse poi uno zampino di troppo, non lo sopporterei, io il mio lavoro non lo voglio toccato.. Mi sento molto libero sotto questo punto di vista. E comunque lei sa benissimo che il mio lavoro consiste nell'andare a scovare cose qua e là senza neanche chiedere il permesso, quindi se in questi giorni sono mancato dall'ufficio vuol dire che mi sono ritagliato del tempo per scrivere bene i miei articoli, giusto?
    E comunque oggi è stata una giornata non troppo faticosa, almeno ogni tanto mi ritrovo con il lavoro un po' più avanti senza che mi debba sforzare di fare salti mortali, per questo a casa mia ci arrivo molto più presto del solito.
    Prendo la chiave ed apro la porta, accendo la luce e vado ad appoggiare la mia borsa sul divano, alzo lo sguardo e quasi salto dalla paura, perché non mi aspettavo completamente che lei fosse qui.
    null
    Quella eccentrica di Coco è venuta a trovarmi.. Chissà per quale motivo. Il motivo lo scopro poco dopo quando mi mostra il giornale che cade a terra, io d'istinto lo prendo tra le mie mani e inizio a dargli un'occhiata veloce mentre le mie orecchie sono dirette verso la sua voce pacata.
    < Scusa, devo rispondere a te di questa cosa? > insomma, mica sei la padrona di tutto eh, perché mai avrei dovuto chiedere a lei il permesso? Faccio una smorfia di disapprovazione buttando il giornale nuovamente a terra, metto una mano dentro la tasca in cui era riposta la bacchetta. Con Coco non si sa mai cosa può succedere, sto imparando a conoscerla, ma tutta questa scena io proprio non la capisco. < E smettila di chiamarmi ombra, mi da fastidio. > mi dava decisamente fastidio quel nomignolo, non riuscivo proprio a sopportarlo, e comunque non avevo un umore allegro da farmelo piacere.
    Faccio un cenno con la testa e chiedo di sputare il rospo. < che cosa vuoi? spiegati.. > allargo le braccia < Vieni in casa mia senza un invito, ci deve essere un motivo molto forte per venire fin qui, giusto? > sorrido < Non mi dire che sei venuta solo per uno stupido articolo!> rido.
     
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    Ogni singola cosa che dice ti fa montare dentro una rabbia sempre più crescente, più pensi che nulla ti fa infuriare così tanto come lui più ti inalberi.
    Come osa lui parlarti in questo modo, come osa alzare la voce con te.
    COME OSA!
    Non ti sfugge la sua mano in tasca, ha una bacchetta? Vuole colpirti?
    Lo fai per prima.
    Lo schianti, ed è presto fatto.
    Hai in parte sfogato la tua rabbia, ti sei scaricata, lo osservi riverso per terra.
    -Ti odio- gli dici.

    Sei seduta davanti a lui quando si risveglia, hai le gambe accavallate e lui è legato, perchè questo si merita.
    -Ricominciamo- gli concedi sperando che nel sonno i suoi modi si siano ridimensionati.
    -Chi ti ha chiesto di scrivere questo articolo?- la tua è una domanda innocua, sembrerebbe, vedi la Preside Aishwarya Rei nella foto, vedi i tuoi jaralda nella sua tenuta.
    Hogwarts.
    -Ti ha chiesto lei di scrivere qualcosa? Lo ha fatto qualcun altro? Chi?-
     
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    Non capisco che cosa frulla nella sua testa, Coco è difficile da capire, non riesco proprio a spiegarmi questa sua nuova comparsa in casa mia, mi sembra un po' arrabbiata per l'articolo, sembra proprio che la riguardi da vicino, che sia vero?
    E comunque non ho neanche il tempo per dire qualcos'altro o semplicemente per pensare, un incantesimo mi colpisce in pieno, mi sono fidato troppo di lei pensando che non l'avrebbe mai fatto, ed ora chissà per quale ragione ha schiantato su di me tutta la sua ira. Cado a terra così forte che sbatto pure la testa, e mi gira la testa così forte che non riesco più a percepire bene le sue parole.
    Perdo i sensi, un vuoto enorme e poi nulla più.
    Mi sveglio all'improvviso, con la testa umida probabilmente da qualche parte era uscito già del sangue. Strizzo gli occhi e guardo Coco seduta proprio vicino a me, vado per spostarmi ma non posso, sono legato, per l'ennesima volta sotto il suo sguardo. Mi agito improvvisamente cercando di divincolarmi da quelle corde del cavolo.
    Mi muovo in modo scomposto ma quasi subito perdo le forze e anche la volontà, e quella rabbia diventa un grido di protesta. < ma sei pazza? Che cazzo vuoi?! Ma ti è entrata qualcosa nel cervello? > no, tu non sei normale.
    < Io, ho scritto IO L'ARTICOLO! > respiro affannosamente, velocemente, sto decisamente nervoso.
    < CREDI CHE PUBBLICO LE COSE DEGLI ALTRI COL MIO NOME?
    IO SONO UN GIORNALISTA!
    > per chiarificargli le idee < Lei chi? Che diavolo stai dicendo COCO!
    Non capisco perché sei così contrariata.
    > non lo capisco proprio per nulla!
    < Ti odio quando fai così.. Lasciami! > è inutile, le corde mi mettono un nervosismo assurdo, gliele avrei fatte mangiare tutte quante!.
    < Se non mi sciogli non ti dirò mai niente. Puoi anche torturarmi, uccidermi.. Vaffanculo! >
     
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    Finge, te lo dici per ricordarti che di lui non ti puoi fidare.
    Ha scritto in combutta con chiunque gli abbia commissionato la cosa, non poteva saperlo, non riguarda il nord.
    Come può un giornalista che vive a Stoccolma trovarsi al contempo in Irlanda e sapere.
    Non può.
    E' un traditore, non è mai stato dalla tua parte.
    Ti mente, di continuo.
    La sua ira è intrisa di paura, ti offende, non è mai stato un alleato.
    -Non ho detto che non lo hai scritto tu- se ci fosse stato il dubbio non ti saresti arrabbiata così.
    -Ho detto CHI ti ha dato il materiale per farlo.
    CHI te lo ha commissionato.
    PER CHI LAVORI MALEDETTO TRADITORE!-

    Sbatti il giornale per terra e sei in piedi.
    Se hanno scelto lui è perchè sanno.
    Oppure è casualità, potrebbe essere? Sa lui mentire così bene?
    Chiudi gli occhi, le sue offese ti scivolano addosso, se ti feriscono le ignori, come fai sempre.
    Ti vogliono allo scoperto, vogliono che tu ti faccia presente.
    Va bene, ti dici.
    Ma vuoi i nomi.
    -La Preside Aishwarya Rei- ti abbassi e stai puntando le tue iridi chiare nelle sue -parlo di lei, ti ha chiesto di scrivere un articolo su queste creature?- stai cercando di restare calma, almeno nei toni.
    Non ti sta aiutando in questo.
    -Voglio il nome di chi ti ha chiesto di scrivere questo articolo, traître, agent double, le plus bas, esci dalla mia vita, tu TU ne mérite pas ma confiance!- a questo punto ti stai chiedendo solo una cosa, ti brucia di più il fatto che vogliono che tu esca allo scoperto o l'idea che lui stia facendo il doppio gioco?
     
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    Osservo Coco che ripete la domanda per la millesima volta, continuo a non capire, dove vuole arrivare? Alla fonte? Perché se sta cercando quella io non ce l'ho, mi è arrivata quella busta del nulla, senza un mittente o indirizzo preciso, comparivano dei nomi però su quell'articolo, non bastava?
    Coco si arrabbia, inizia ad urlarmi contro sbattendo il giornale a terra, la vedo fuori di sé stasera, non l'avevo mai vista così contrariata. Rimango comunque a fissarla, immobile, senza dire una parola, non so nemmeno che cosa dire perché da un lato sono incazzato e dall'altro non ho nulla da dire.
    La guardo negli occhi quando si avvicina, non mi scompongo e rimango fisso con uno sguardo arrabbiato, contrariato a quella scena che mi vedeva per la millesima volta, succube dei suoi giochi di potere. Ancora non ho capito che cosa avevo fatto di male per meritarmi così tanta ira, insomma, ho scritto un cavolo di articolo e ho semplicemente fatto il mio lavoro, voglio che mi spieghi ma non
    so neanche come glielo devo dire, soprattutto quando inizia a parlarmi con una calma apparente trasformando le sue parole in francese. Gli risponderei molto volentieri in tedesco, così, per par condicio, sono tentato a farlo quando finalmente apro bocca per parlare, dopo averla ascoltata per lungo tempo. < Ascolta, io NON posso darti alcun nome perché io NON ho un nome, ho avuto del materiale anonimo e ci ho lavorato su, pensando che potesse essere interessante come articolo> mi muovo, cerco inutilmente di liberare le mie mani da quelle cose, ritorno con gli occhi su di lei.
    < Perché ti da così fastidio? i Jaralda erano tuoi? > chiedo direttamente, così per info, giusto per sapere qualcosa in più sul perché mi ha lanciato un incantesimo, perché adesso sto legato come un salame, e perché mi guarda con quegli occhi di fuoco. < Ti ho detto tutto! Ora lasciami! > più sto a Stoccolma, e più penso a quanto è stata una scelta da folle seguirla. Non riesco a capirmi, perché l'ho fatto? Perché ho deciso di far diventare la mia vita più complicata? Solo in questo momento mi rendo conto che questa donna è difficile, è difficile avere un approccio con lei, è difficile fidarsi, è difficile dialogarci maledizione!
     
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    Quello che provi è delusione, una brutta sensazione che pensavi non avresti provato più.
    Ecco cosa si ottiene abbassando la guardia, ecco cosa succede quando decidi di far entrare qualcuno di diverso nella tua vita.
    Ma sei lesta nel respingerlo via nuovamente, sei una macchina da guerra, non lascerai che delle stupide crepe ti distruggano.
    Pensi che non ti risponderà, pensi che stia coprendo il mittente, pensi tante cose, e quando ti dice che non lo sa non sai neanche se credergli o meno.
    Poni il caso che sia stato materiale anonimo, comunque, ti dici, lo hanno fatto a tuo uso e consumo, vogliono che tu sappia, e a questo punto vogliono essere trovati.
    Lì parla di due persone, la preside della scuola di magia e un auror.
    Sono stati dunque loro ad appropriarsi della tua partita di Jaralda.
    Chi colpire per primo?
    -Sei tu che mi dai fastidio- gli rispondi - è la tua firma sotto questo articolo che mi da fastidio!- gliela mostri - ti sei insinuato nella mia vita, ti vedo tutti i giorni mi segui ovunque! E poi cosa scopro? Che hai collaborato per tendermi una trappola!
    Traditore!-
    sibili di nuovo e marci alle sue spalle per sciogliere quei nodi che questa volta non hai voluto unire con la magia.
    -Hai rotto le scatole con i tuoi piagnistei, non ti ho mica legato a una ruota chiodata!- quanto la fa lunga, pensi.
    Eppure non riesci a toglierti dalla testa che la scelta non sia casuale, sanno che sei tu o semplicemente sanno che sei al nord e serviva qualcuno che scrivesse su "Odino"?
    Hanno pubblicato lo stesso articolo anche a Londra? Non hanno niente e stanno andando a tentoni?
    Quale che sia la risposta, se anche lui non centrasse niente, non puoi continuare ad averlo accanto, hai deciso che interverrai in prima linea, ci manca solo che si mette ad ostacolarti.
    -Tornatene a Londra. Questo posto non fa per te.-
     
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    Credo di non aver pensato così tanto in vita mia, vi giuro che mi sto facendo tremila flash mentali per cercare di risalire all'accaduto, al momento esatto in cui io tradivo la mia presunta collega, musa, tormento, chiamiamola come vogliamo perchè tanto non ho ancora ben capito qual'è il ruolo che lei ricopre in tutta questa storia. Eppure sono sicuro di provare affetto per questa persona, mi sto solo illudendo che lei possa capirmi almeno un briciolo, ma mi rendo conto che lei è talmente particolare, che pure le cose più semplici sono per lei complesse da capire. Possibile che ancora non si fidi di me? possibile che non ha capito che sto al suo fianco solo per un interesse tutto personale? non c'entrano i tradimenti, non centrano gli spionaggi qui, si tratta solo esclusivamente di fissazione per una donna. Qualcosa di normale nel mondo reale. Per lei invece sembro essere un traditore, bene.
    Dunque sono io che gli do fastidio, è semplicemente infastidita per il fatto che io possa davvero tradirla, forse si sente davvero incazzata perchè effettivamente si sente tradita e questa cosa gli da un immenso fastidio. Inizio a scorgere segnali di interesse, se pur lontanissimi.
    Ti ho detto che non ho fatto nulla, ma come devo fartelo capire? invano il tentativo della mia parola contro la sua, è arrabbiata e proprio non vuole starmi ad ascoltare. Sbuffo un attimo mentre finalmente mi slega.
    Non replico, aspetto solo che mi sleghi. Faccio con lentezza, mi alzo e prendo un fazzoletto dalla tasca per asciugare quel poco di sangue sulla testa, la osservo in silenzio, con le labbra socchiuse e le sopracciglia arricciate per la rabbia.
    E' quando sento le sue parole che finalmente ribatto Mai! mi avvicino a lei Lo dici tu che questo posto non fa per me. ma perchè mai questa richiesta? Pensi di conoscermi, ma non è così.. sei incazzata e ti accanisci contro di me senza lasciarmi modo di spiegarti. Poi mi dici che sono un traditore, senza neanche avere le prove concrete. mi volto, cerco di individuare quella carpetta che ho messo da qualche parte, ritorno con lo sguardo sul suo. Ho i documenti che mi hanno inviato. vado verso il tavolo dello studio accanto, è lì che scrivo di solito è li che si trovano ancora le foto e i documenti. Torno da lei, mostro il tutto completamente anonimo. E' tutto anonimo. lo lancio a terra ai suoi piedi prima di avvicinarmi ulteriormente, mettendo una mano sulla sua maglietta, attirandola a me. Smettila Coco, se ti comporti ancora così con me sarò costretto a reagire. ma devo stare calmo, giusto? per questo la lascio, in fondo la vedo un po' come una donna confusa, arrabbiata col mondo intero, e sinceramente non so perchè è così incazzata e per adesso non mi va di saperlo. Ora lasciami lavorare. mi dirigo nel mio ufficio e chiudo la porta. Voglio starmene in santa pace a finire il mio lavoro, in fondo non vorrei mai reagire facendo a lei del male, io forse non ci riuscirei, o semplicemente non m'interessa scoprirlo al momento.
     
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    Probabilmente gli credi, è solo una pedina.
    Questo non cambia il fatto che ti fa comunque arrabbiare.
    Hanno usato un uomo che sta costantemente con te, che sta sempre al tuo fianco, di sua iniziativa persino.
    Questa cosa ti irrita.
    Ancor più del fatto che è ostinato e non serve a niente mostrargli la tua ostilità, resterà comunque!
    Osservi i documenti cadere per terra, non ti servono più, hai già deciso che ti sei sbagliata, anche se non hai nessuna intenzione di scusarti per questo.
    Il fatto che non gli hai tranciato le mani mentre strattona la tua maglietta è già tanto.
    Il tuo sguardo comunque parla per te, dice “a si? Reagire come? “ ma non dici niente, perchè non è il momento, perchè tutto sommato non ti va di litigare con lui adesso.
    Molla la presa e si dirige in una stanza attigua, che chiude subito dopo.
    Neanche li tocchi quei fogli, semplicemente te ne vai.
    Devi andare a Londra, cercherai rifugio tra le braccia di chi può capire e assecondare la tua ira.
     
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8 replies since 3/9/2020, 12:08   164 views
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