La cenere per Odino, la cenere!

Amok

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .
    Tallinn, ottobre 2020
    Il silenzio della nuova casa a volte era assordante. Erano mesi ormai che avevo cambiato casa ma ancora non mi ero abituata al nuovo ambiente. Dalla finestra potevo vedere il porto in lontananza e le udivo le campane della chiesa di San Nicola che segnavano, accidenti a loro, tutte ore, le mezze ore e perfino i quarti. Se di giorno non ci facevo troppo caso di notte quello scampanamento mi dava fastidio.
    Seduta allo sgabello della cucina fissavo il tavolo a penisola qual quale avevo appoggiato la borsa della spesa. Non avevo nessuna voglia di riporre in frigorifero ma quantità industriale di cibo e bevande che ero magicamente riuscita a stivare nella retina verde. Cucinare solo per me era triste, mi metteva malinconia ma l’ora di pranzo era passata da un pezzo e lo stomaco cominciava a borbottare.
    Da quando ‘strani’ gufi anonimi avevano preso a svolazzare presso il mio davanzale tenevo la dispensa sempre ben fornita. Non sapevo quando, non sapevo come ma attendevo visite e questo se da un lato mi riempiva il cuore di gioia dall’altro mi procurava una buona dose di ansia. Quando si trattava di Fred le due cose andavano inevitabilmente a braccetto. Il tedesco era la persona più imprevedibile avessi mai conosciuto, l’unica che, dopo la prematura dipartita di Sam, avesse saputo farmi tornare il sorriso e la voglia di vivere. Dopo tutto ciò che era e che gli era accaduto, dopo tutto il tempo che era trascorso non aspettavo altro che rivederlo con la speranza, molto flebile per la verità, di ritrovarlo tutto intero. Per Fred stare intero sembra essere un problema, ogni tanto perdeva un pezzetto di se, lo regalava o gli veniva tolto in malomodo e per questo anche la cassetta del mio pronto soccorso era sempre ben fornita, forse ancor più della dispensa. Ora aveva anche Bea di cui occuparsi e per quanto sapessi che era un ottimo padre il pensiero della bambina non mi faceva stare per niente tranquilla.
    Con un sospiro rassegnato mi alzai dalla mia scomoda posizione, chi mai aveva inventato le penisole e gli sgabelli di certo non li usava, e cominciai a riporre in frigorifero gli alimenti che richiedevano la conservazione al fresco.
    Intenta a condurre di malavoglia la discernita sobbalzai nel sentire in forte rumore nel salotto. La cosa più carina dell’appartamento, quella che mi aveva convinta a sceglierlo, era l’enorme camino che occupava quasi tutta la parete del soggiorno e il tonfo che avevo udito pareva provenire proprio da li. Lasciando cadere la bottiglia del latte che si infranse sul pavimento insieme a tutto il suo liquido contenuto mi precipitai verso la volta che divideva la piccola cucina dal vano più ampio di tutta la casa. Portando entrambe le mani alla bocca soffocai un grido di stupore che si trasformò in palese irritazione vedendo quello che era appena successo al tappeto che copriva buona parte del pavimento. Cenere e fuliggine erano ovunque, colpa mia che non avevo provveduto a pulirlo ma non era il momento per i sensi di colpa.
    Chi fossero gli ospiti appena usciti dal focolare era indubbio. Una figura alta, troppo magra e scura e una più piccina aggrappata al suo collo.
    Bea!!! Finalmente. Non vedevo l’ora di abbracciarti!
    Mentre aprivo le braccia per accogliere la piccola il mio sguardo si diresse verso l’uomo al quale sorrisi con gli occhi. Lo avrei rimproverato più tardi, solo dopo essermi accertata che fosse integro, del qual cosa mi sarei stupita, ed averlo ripulito a dovere.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Ex Auror

    Group
    Creature Fantastiche
    Posts
    1,284

    Status
    Anonymous
    Cavallo, carrozza, nave, treno, autobus, macchina, moto, aereo, scopa, passaporta, metropolvere.
    Non c'era un solo mezzo di spostamento che non avessero provato in quell'anno di vagabondaggio, assestamenti e lavori saltuari. Alla bimba era piaciuto molto all'inizio, poi aveva cominciato a stancarsi, alla fine ci aveva fatto l'abitudine ed ora guardava con aria sospetta tutte quelle case che non fossero racchiuse in una tenda, in una stanza d'albergo, una cuccetta o una locanda eppure alla fine era arrivato il momento di fermarsi, anche per poco magari, anche solo per qualche mese, ma dovevano fermarsi specialmente ora che la luna piena stava per arrivare e non si sapeva quanto mancasse di preciso alla prima muta di lei.

    Erano cominciati così i messaggi anonimi a Vaike, unica persona che non avesse contatti con il vecchio mondo, unica persona nella casa della quale ogni tanto si fermava a leccarsi le ferite, ad abituarsi a qualche pezzetto mancante, a godere del tepore di un camino nel freddo dei ghiacci per poi ripartire corroborato.
    Aveva trovato il suo novo indirizzo, corrotto più di qualche persona alla frontiera e racimolato lo stretto necessario per quell'ultimo tratto di viaggio.

    Il grosso camino nella casa della donna gorgogliò, nella canna fumaria il rumore sordo come di vento forte e poi la nube di fuliggine e carbone; una nube alta, spessa, una bella patina di polvere che emana anche dalla porta ed invade tutta la stanza, tappeto compreso.
    Qualcuno tossisce, voce di bimba.
    Nella nube due flash azzurri sigillano quella stazione e mentre la nube si posa la mano del mago che aveva gettato l'incanto s'abbassa.
    Anche lui sta tossendo coprendosi naso e bocca con l'avambraccio.
    [Diamine, Liisa! Potevi pulirlo!]
    {Mamma Vaike!} La piccola si catapulta oltre la fuliggine a bracine tese e larghe pronta per fondarsi al collo della strega, il vestitino pastello, che una volta era stato verde, ora d'un bel color fumo di Londra smorto.
    Lo stregone s'è voltato nel mentre e sorride alle due. Non è cambiato di molto, un poco magro, un poco barbuto, con qualche filo grigio fra barba e capelli, una protesi nascosta dalla manica della giacca in cuoio liso assieme a fondine varie. Pare appena sceso dai monti del Canada e la piccola estirpata da un pittoresco paesino d'Austria.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .I
    Inutile stupirsi, inutile rimanere a bocca aperta e chiede per quale caspita di motivo Fred aveva scelto di infilarsi dentro il mio camino per fare la sua apparizione. Nulla mi stupiva più quando si trattava di lui ma nulla mi faceva più piacere che rivedere e lui e la piccola magia che portava con se.
    Questo non mi impedì di lanciare al tedesco un’occhiataccia accompagnata da un benvenuto consono all’arrivo. Solo Siim, mio fratello, mi chiama Llisa, che fosse rimasto contaminato?
    Se avessi saputo che avresti usato il camino avrei messo un panettone ad attenderti, saresti atterrato sul morbido.
    Era sempre così fra di noi, ci eravamo conosciuti beccandoci a vicenda e così sarebbe stato. Stuzzicarlo era il mio modo per farlo sentire a casa e solo Odino sapeva quanto bisogno di casa avesse il tedesco.
    Stringendo la bambina fra le braccia accolsi quel piccolo e fumoso tesoro come un dono prezioso. Mi aveva chiamata mamma e dovetti fare uno sforzo enorme per non commuovermi a quella parolina tanto significativa. Amavo quella piccola più di quel che non riuscissi e dire a parole ma i bambini, al contrario degli adulti, sentono e decifrano in maniera corretta le intenzioni.
    Ciao tesoro, benvenuta, sono così contenta di vederti! Hai fame? Sei stanca? Vieni che ti ripulisco, ho preso qualcosa per te, spero ti piaccia e ti vada bene. Sei cresciuta tantissimo cucciola.
    Prendendo in braccio la bambina sorrisi a Fred, il primo cenno, concreto e reale, di quanto mi riempisse di gioia averlo a casa.
    Tu fai da solo o hai bisogno che ti lavi la schiena? Ci sono abiti puliti anche per te. Non chiedermi perché ma avevo previsto che ne avresti avuto bisogno.
    Con la bambina in collo andai in bagno per darle una ripulita e farle indossare i jeans e la maglietta che avevo preso per lei. Alla fine ero sporca quanto lei ma il mio sorriso era radioso nel vederla soddisfatta. Una buona merenda avrebbe reso più dolce il suo arrivo e dubitavo che, stanca com’era, sarebbe arrivata all’ ora di cena senza addormentarsi. Adoravo prendermi cura di Bea, non avevo figli miei ma se ne avessi avuti sarei stata orgogliosa di essere madre di una bambina come lei. Era forte come una roccia e dolce come il cioccolato fuso.
    Fred probabilmente stava facendo la doccia, se non era la mia immaginazione a giocare scherzi mi pareva di udire l’acqua scrosciare nel bagno. Ero impaziente di parlargli, impaziente di poterlo guardare ancora in viso e riconoscere i tratti dell’uomo che avevo raccolto in un fredda giornata invernale fra i cumoli della neve e che avevo curato. Forse non gli avevo salvato la vita, il tedesco era duro a morire, ma ci avevo messo tutto il mio impegno per alleviare la sua sofferenza in quei giorni che era stato mio ospite. Poco importava che i miei metodi non fossero stati proprio professionali e che lui non avesse gradito le mie poco delicate attenzioni. Tanto tempo era passato da allora, tante cose erano successe. Ci eravamo allontanati fisicamente per un lungo periodo ma speravo di potergli essere ancora di aiuto, di fargli ritrovare un po’ della pace a cui aveva diritto, una parvenza di famiglia, una spalla su cui sapeva di poter far conto.
    Non era mia intenzione sottoporlo ad un interrogatorio, mi piaceva pensare di potergli offrire non solo rifugio e ristoro ma un po’ d’aria fresca, una parvenza di normalità e una leggerezza che per un’uomo come lui doveva essere quantomeno insolita.
    Poco avvezza alle faccende domestiche ricorsi all’uso della bacchetta per imbandire la tavola sulla quale apparvero fette biscottate, marmellata e burro, muffin, succo di zucca e crema di cioccolata. Una merenda sostanziosa per una bambina che stava crescendo a vista d’occhio.
    Tutto mio?
    La vocina squillante di Bea fu accompagnata dal battere delle sue manine e il mio annuire diede il via alla sua voracità. Come una quasi perfetta signorina si sedette sullo sgabello della penisola apparecchiata dando sfogo alla sua voglia di crescere.
    Ridacchiando la guardai tuffarsi sul cibo e poco importava se poi sarebbe stata da cambiare di nuovo. Tanto entusiasmo meritava il ben piccolo incomodo di infilare altri panni in lavatrice.
    Quando Fred fosse stato pronto a raggiungerci ci avrebbe trovare sedute una di fronte all’altra. Bea che masticava e io, con i gomiti puntati sul tavolo e il viso sorretto dai palmi aperti delle mani che la guardavo.
    Per i più si sarebbe tratto di una comune e quotidiana scena famigliare ma probabilmente a Fred non sarebbe apparsa tale e non lo era nemmeno per me. Era incredibile come una casa vuota e silenziosa potesse prendere vita nel volgere di pochi minuti ed anche questa era magia.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Ex Auror

    Group
    Creature Fantastiche
    Posts
    1,284

    Status
    Anonymous
    [Scusa se non ho usato la porta, l'ultima volta che sono entrato mettendo i piedi sul tuo zerbino mi sono ritrovato senza un dito] Che le cose non siano andate propriamente così è un altro conto, ma il sunto regge e anche piuttosto bene dato che il mignolo in metallo è ancora ben visibile anche se ora a mancare è tutta la mano e l'avambraccio che però, miracoli della magia e della medicina, riescono ad avere un aspetto molto simile, se non uguale, a quello del corrispettivo arto naturale, sensibilità compresa.

    Inizia a sgrullarsi le vesti lui con ampie manate alzando altre piccole nuvolette di fumo mentre la piccola corre ad abbracciare la strega a braccine dispiegate. {Wooo} Quando viene presa in braccio e s'aggrappa bene al collo della donna con un sorriso largo fino alle piccole orecchie.{Vero? papà dice che sono la metà di lui!} Che detto così sembra quasi che la piccola si senta un gigante invece dello scricciolo quale è.
    Il padre in questione sta ridacchiando in slenzio dietro la barba ispida ricambiando il sorriso della strega.
    [Una grattatina non mi dispiacerebbe.]
    Ed ammicca grattandosi sfacciatamente una guancia provocando il classico SCRAT-SCRAT fra i peli riccioluti e brizzolati.[Hai anche un rasoio?]

    La prima a prendere possesso del bagno è Bea con tutta Vaike al seguito. Un insieme di schiamazzi, risate e scrosciare d'acqua proviene dalla piccola stanza chiusa giungendo alle orecchie dello stregone che approfitta del tempo per gettare incanti sul perimetro. Non rischierà ancora di essere intercettato ed aprire gli occhi con una bacchetta puntata alla gola, gli anni passati sono bastati per incallire la sua scarsa fiducia sull'esistenza di luoghi sicuri che non passino direttamente per i propri connotati.
    Quando Bea e Vaike usciranno lui avrà completato l'opera e si sarà concesso una buona birra ghiacciata cui collo terrà in mano mentre, seduto in poltrona, starà osservando la tv.[Già fatto? Allora tocca a me!] E scatta all'impiedi pronto per impadronirsi della doccia.

    Ordinaria amministrazione:Lui che canta sotto l'acqua, la cucciola che mangia a tavola con la fame degna di un piccolo lupo.
    Il momento in cui l'uomo uscirà dal bagno sarà con la barba ridotta a mezzo centimetro, i capelli sistemati in un taglio arruffato ma decente, il corpo profumato di menta e soprattutto un paio di pantaloni della tuta neri ed una felpa grigia. Puliti. Le fondine con le armi sembrano sparite, ridotte a due bottoni grazie ad un incanto di riduzione ed infilate in una delle tasche.
    Va a sedersi a tavola lasciandosi cadere sulla sedia, una mano che si allunga verso un panino con la nutella che la bimba ha momentaneamente perso di vista in vece di un dolce ben più cioccolatoso.[Allora? che si dice?]
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .

    Te ne rimangono ancora altri nove.
    Cinguettai soprattutto a beneficio di Bea. Mi ricordavo bene che fine avesse fatto il decimo dito del tedesco e non era stata certo colpa del mio zerbino ma non occorreva ricordarglielo. Inevitabilmente però il mio sguardo finì proprio sulla sua mano e i miei occhi corsero ai suoi. Il mignolo metallico brillava sinistro, perfettamente incastonato in una mano che, per quanto naturale potesse sembrare, aveva qualcosa che non tornava. Non avendo modo e tempo per soffermarmi su un particolare del quale non ero certa ritenni più urgente rispondere alla piccola limitandomi ad un sussurrato
    Forse
    Con voce più chiara risposi all'esserino che attendeva conferme.
    Papà esagera un po’ ma solo un pochino però tu sei moooolto più carina, più del doppio.
    Tirai un sospiro di sollievo nel veder mutare l’espressione di Fred. Vederlo sorridere era raro quanto vedere rinascere una fenice ma quando succedeva faceva lo stesso effetto.
    Ignorando quel che non gli sarebbe dispiaciuto annui alla richiesta del rasoio, avrebbe trovato quello che usavo per depilarmi ma non era poi così diverso da quello che aveva chiesto. Uscita dal bagno con la piccola gli indicai dove trovare l’occorrente per la doccia e la relativa rasatura e mentre Bea faceva merenda ridemmo per la colonna sonora, stonata, che arrivava da oltre la porta.
    Finite che furono le operazioni di sanificazione e pulizia ce lo vedemmo arrivare, affamato, pulito, rasato e profumato, ad attaccare la sua parte di merenda.
    Mentre guardavo con adorazione la bocca di Bea, dello stesso colore del ripieno dei muffin, che si muoveva voracemente, diedi finalmente piena attenzione anche a Fred che era talmente disinvolto e a suo agio che pareva fosse rincasato dopo qualche ora di assenza piuttosto che dopo un lunghissimo periodo in cui avevo pensato di tutto.
    Ma tu guarda chi si nascondeva sotto la cenere! Mica male vero Bea? Tuo padre nonostante l’età è ancora discreto.

    Sgranando e strabuzzando esageratamente gli occhi guardai il viso imbrattato di marmellata di Bea e mi ripromisi di lagnarmi in un secondo tempo rispondendo alla domanda del tedesco con la stessa naturalezza con la quale l’aveva posta.
    Oh…nulla di cui preoccuparsi. Forse. Sto seguendo, con profitto, un corso di Medimagia e manca poco all’ottenimento della qualifica. Mi serviva giusto una cavia. Vuoi offrirti volontario?
    Ammiccai stiracchiando le labbra in un sorriso sardonico e divertito. Già in passato aveva avuto modo di saggiare la mia propensione all’arte della guarigione e, a mio avviso, avrebbe dovuto cogliere la notizia con un grido di trionfo, congratularsi con me e mettersi a completa disposizione della scienza ma dubitavo che lo avrebbe fatto per cui, prima ancora che esprimesse un parere del cui tenore non ero per nulla certa, misi le mani avanti facendo a mia volta una domanda che aveva molto il sapore di una speranza.
    Non sai quanto sono felice di avervi qui, entrambi. Mi siete mancati moltissimo e …rimarrai vero?
    Mi pareva importante dirglielo. Tutto, nel mio sguardo, nei miei gesti, lo faceva intendere ma avvertivo l’esigenza di tramutare l’evidenza in parole affinchè diventasse reale.
    Bea, con la bocca piena, interruppe la masticazione fissando il padre. La sua espressione era curiosa ed ansiosa quanto la mia nell’attesa della sua risposta.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Ex Auror

    Group
    Creature Fantastiche
    Posts
    1,284

    Status
    Anonymous
    [Cinque] La corregge con candore assoluto come se perdere pezzi di sè fosse ormai qualcosa che il cervello registra e cancella al tempo stesso. L'arto che Vaike starà guardando non ha nulla da invidiare ad un apparato di carne e sangue, anche al tatto dovrebbe risultare pressochè identico, forse solo un po' più rigido, il vero problema è l'imparare ad usarlo, far crescere la muscolatura, creare e solidificare i vari impulsi nervosi..insomma, un bel lavoro di riabilitazione che per uno avvezzo a dover premere il grilletto da un minuto all'altro per salvarsi la pelle non è esattamente l'inconveniente più auspicabile, ma ehy! O quella soluzione drastica oppure la fine ben peggiore di molti altri disgraziati periti di dolore e follia sotto la maledizione del marchio.
    Incontra gli occhi di lei e il quesito insito è genuino, non detto ma pensato.

    Bea esce poco dopo dal bagno accompagnata dalla donna e lui prende il suo posto.[Guardate che vi sento!] Mentre canticchia sotto l'acqua corrente, acqua calda, acqua di una caldaia presente in una casa. Come riemerge anche lui si sente un'altra persona.
    <ma tu guarda chi si nascondeva sotto la cenere! Mica male vero Bea? Tuo padre nonostante l’età è ancora discreto.>
    E la bimba ridacchia con la boccuccia tutta sporca e un dolciume ancora in mano.
    {Papà è bellissimo! Sai che il mese scorso era un cacciatore di taglie? Ora è Medimago! Sul serio! Lo ha detto ad un signore vecchio sul treno!} La bambina è tutta euforica, presa dal raccontare queste cose, questo genere di cose che in genere non può dire a nessuno, proprio a Vaike.{Ed io ora mi chiamo Selene, lui Mikael! Anche lei ha un altro nome papà?} E' tutto un gioco per la cucciola, un gioco assolutamente serio se pensa che perdere la partita, perdere al gioco, vorrebbe dire restare orfana. Ha una vaga percezione di questo la cucciola che ora si leccale labbra, una percezione che basta ed avanza a non farli tradire.
    [No Bea, Vaike resta Vaike Liisa.] E l'uomo addenta il panino staccandone un bel morso profondo.
    E' un quadro normale, una parentesi di vita di quelle banali, innocue...<oh…nulla di cui preoccuparsi. Forse. Sto seguendo, con profitto, un corso di Medimagia e manca poco all’ottenimento della qualifica. Mi serviva giusto una cavia. Vuoi offrirti volontario?>
    Eccolo il boccone che gli resta a metà trachea!
    [C-Cos...N- No, nononono grazie!]
    Se lo ricorda, se lo ricorda benissimo il periodo di convalescenza. Mette subito le mani avanti, quella con panino e quella senza.[ S-sono contentissimo per te, troveremo una cavia perfetta per la tua pratica!] Non lui! Che ora proverebbe a finire il panino salvo essere interrotto da quell'esternazione.
    Guarda la strega, poi la bimba che ricambia lo sguardo con occhioni carichi di aspettative.
    [Per un pochino, poi dovremmo tornare alla nostra vecchia casa. ] La Biblioteca di Londra.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .

    Portai la mano alla fronte nascondendo parzialmente lo sguardo. No, non era sempre piacevole vedere quanto l’intuito fosse precoce e preciso.
    Deglutendo incassai la cinquina come si fa si con una insufficienza scolastica. Dove caspita aveva messo le altre quattro dita prima o poi avrebbe dovuto spiegarglielo il tedesco ma fino a quando c’era la bambina ritenni poco delicato fare domande. Beatrix ne doveva aver viste e sentite di peggio ma appunto per questo non vedevo ragione per turbarla ulteriormente.
    Per quanto cercassi di seguire, più o meno seriamente, i discorsi della piccolina dovevo ammettere di stentare a trovare un filo logico nel suo racconto. Cacciatore di taglie, Medimago, Mikael e Selene. Cambi di nomi e di ruoli che parevano divertire la bambina e che lasciavano me un tantino perplessa.
    Papà sa essere molte cose, la creatività non gli manca, spero tu non la abbia ereditata proprio tutta.
    Dissi rivolta alla bimba con una strizzatina d’occhio e un sorriso.
    Concordo con tuo padre, per me è sufficiente Vaike. Solo lo zio Siim mi chiama Llisa e di solito lo fa quando è arrabbiato con me.
    Lanciai a Fred un’occhiata di sguincio aggiungendo alla lista dei chiarimenti, che stava diventando lunga, anche quel casino ma non persi occasione per lanciare al tedesco un indizio così che cominciasse ad avere una vaga percezione di quello lo attendeva.
    Ma che fortuna! Abbiamo un Medimago fra noi! Proprio quello che mi serviva per colmare le mie lacune.
    Volente o dolente avrebbe fatto da cavia e nei miei occhi quella non era una promessa ma una certezza.
    Tirai un sospiro di sollievo. La risposta di Fred era a metà strada fra quel che speravo e quel che temevo. Un pochino era meglio di niente. Il solo pensiero di sapere Beatrix fra le mura incantate di quella che lui definiva ‘vecchia casa’ mi incuteva soggezione e anche se sapevo che la piccola non avrebbe corso rischi ero sicura che la biblioteca non fosse l’ambiente ideale per crescere una creatura.
    Bene! Visto che per un ‘pochino’ potrò godere della vostra presenza
    Allungai la mano verso Bea
    Voglio mostrarti una cosa
    Se la piccola avesse deciso non raccattare anche le ultime briciole della sua merenda l’avrei condotta in salotto e le avrei mostrato la parete adibita a libreria indicandogliela con la mano armata di bacchetta.
    Non ero certo scenografica ed estrema quanto Fred con gli incanti ma ero pur sempre una strega. Una strega brillante e premurosa in questo caso.
    Il mio polso avrebbe fatto compiere al catalizzatore un semicerchio e gli scaffali pieni di libri si sarebbero divisi esattamente al centro mostrando un il vano nascosto dietro alla parete.
    Questa, fino a quando vorrai, sarà la tua camera. Scegli tu i colori delle pareti e degli arredi .
    Sarebbe bastato un’attimo per far diventare rosa, azzurro, verde o di qualsiasi altro colore Bea avesse scelto la coperta del lettino, l’abat jour sul comodino, la poltronicina imbottita, la piccola scrivania sulla quale album da disegno aspettavano solo che la piccola li usasse, l’armadio sulle cui ante erano raffigurati gli unicorni e una ventina di peluche raffiguranti animaletti reali e fantastici di ogni tipo e dimensione.
    Prima che il tedesco avesse potuto sollevare obiezioni avrei girato il capo per guardarlo.
    Tu dormirai sul divano ovviamente ma anche tu potrai scegliere il colore della tua coperta.
    Ridacchiando sotto i baffi che non avevo sarei stata curiosa di vedere sia la reazione della piccola che quella del padre ed ero pronta a gustarle entrambe.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Ex Auror

    Group
    Creature Fantastiche
    Posts
    1,284

    Status
    Anonymous
    {Chi è lo zio Siim?}
    Il tedesco aveva preso nota di tutte le possibili occhiatacce della donna e nulla più preoccupa di un 'dobbiamo parlare' detto o pensato da una figura femminile; la piccola invece aveva continuato a fare strage di dolciumi e a bocca zozza esprimeva tutta la sua curiosità per quel nome mai sentito appartenente ad una persona mai vista.

    Si schiarì la voce lo stregone allisciandosi una cravatta che non c'era su quella maglia semplice e profumata di fresco.
    [Non esageriamo...]Una copertura, un modo di far mestiere che avrebbe illuso molti pazienti ma difficilmente un vero medimago esperto.
    Addentò il resto del panino chiudendosi in un parziale silenzio a quella domanda seria e del tutto giustificata cui seguì una risposta volutamente vaga.
    La bimba non se ne accorse neppure ed invece prese a mano di Vaike tutta contenta andando a vedere questa fantomatica sorpresa.
    {Woooow}A boccuccia aperta, occhioni brillanti e chiari sfavillanti. Il piccolo corpo che molla la presa della donna andando nella 'stanza segreta' esplorandola, peluche compresi.{Hai visto papà! I peluche!}
    Il papà è rimasto arretrato e sorride alla piccola accostandosi alla donna mentre spazzola via qualche briciola dal colletto.
    <tu dormirai sul divano ovviamente ma anche tu potrai scegliere il colore della tua coperta.>
    [Amh.] L'espressione gioviale ha una impennata amara [Ecco in realtà devo parlarti di una cosa...] Guardando verso Bea per essere sicuro che non li stesse ascoltando.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .
    E’ mio fratello tesoro. Il mio fratello maggiore. Dovresti chiedere papà di regalarti un fratellino. E’ molto bello avere qualcuno con cui condividere gioie, dolori e…genitori.
    Con un’occhiatina fugace osservai Fred sperando che frenasse la sua linguaccia perché potevo immaginare avesse da ridire al riguardo.
    La novità della nuova cameretta attirò l’attenzione di Beatrix facendomi sentire soddisfatta. Vedere il suo sguardo illuminato dalla sorpresa era una ricompensa enorme per me.
    Approfittando della distrazione della bambina che si lanciò all’esplorazione della stanzetta pensai fosse il momento di approfittare per poter parlare a viso aperto al tedesco.
    Mi pareva di averlo visto preoccupato all’idea di un faccia a faccia ma lo vidi cambiare espressione non appena Bea fu fuori portata di udito. Senza alcun dubbio anche lui aveva qualcosa da dire e richiedeva la precedenza.
    Facendo qualche passo indietro ritornai nel salotto, potevamo sentire la bambina parlare con i pupazzi e probabilmente il compito l’avrebbe impegnata al punto da non occuparsi di noi per un po’.
    Ecco, in realtà anch’io ma prima tu. La tua espressione mi dice che non saranno buone notizie e ormai dovrei averci fatto l’abitudine ma credo che ci non riuscirò mai. Riuscirai sempre a stupirmi Fred e prendilo come un complimento. Non è da tutti farmi restare a bocca aperta.
    Mi appoggiai con la schiena alla libreria ancora aperta immaginando di aver bisogno di sostegno o forse solo di un appoggio per darmi il giusto contegno per affrontare quella che, intuivo, sarebbe stata una conversazione forse breve ma intensa.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Ex Auror

    Group
    Creature Fantastiche
    Posts
    1,284

    Status
    Anonymous
    Fratellini.
    {Oh! Nono, io sto bene così!}
    La bambina aveva una vita piena, avventurosa, non stava mai in un posto molto a lungo, non si annoiava mai.

    Non sarebbe stata una brutta idea, sembrava leggersi invece sul volto del padre. Per un attimo accarezzó l'idea di uno stuolo di bambini zampettanti per casa...giá, ma quale casa? Per non parlare di 'con chi?' E l'espressione gli si rabbuió.

    La bimba giocava felice con i pupazzi sotto lo sguardo soddisfatto della padrona di casa.
    <Ecco, in realtà anch’io ma prima tu. La tua espressione mi dice che non saranno buone notizie e ormai dovrei averci fatto l’abitudine ma credo che ci non riuscirò mai. Riuscirai sempre a stupirmi Fred e prendilo come un complimento. Non è da tutti farmi restare a bocca aperta.>
    [ Questa volta non c'è molto con cui stupirti, si tratta di un favore che devo chiederti.]
    Ed osserva da lontano la piccola giocare, l'espressione amara ancora sulle labbra.
    [Qualcuno deve aver cantato, temo mi stiano seguendo.]
    Inghiottisce. Una breve pausa. Un grumo in gola difficile da mandare giù.
    [ Potresti occuparti di Bea per un po'?]
    Almeno finché lui non si sarebbe occupato del resto.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .
    Beatrix non accoglie non entusiasmo la prospettiva di rinunciare al trono di figlia unica. E’ ancora troppo piccola per comprendere quanto possano essere forti i legami di sangue e quanto possa essere bello condividere oggi l’infanzia, domani l’adolescenza e in futuro la maturità con qualcuno che ha le stesse radici.
    Sorrido alla bambina lasciandola libera di continuare l’esplorazione dei balocchi e girandomi verso Fred immagino di vedere condiviso il pensiero della figlia sull’allargare la famiglia e invece noto una certa sorta di interesse che però non trova conferma alcuna da parte del tedesco.
    Altri pensieri, altre priorità guadagnano la precedenza e Fred non tarda ad aprire la bocca lasciandomi per diversi minuti senza parole.
    Che fossi stupita o meno non era poi molto importante visto che la sua domanda e la premessa a quest’ultima era ben chiare e meritavano risposte altrettanto certe e precise.
    Mi chiesi, per la non so quantesima volta, cosa mai avesse potuto fare per guadagnarsi uno stuolo di seguaci così numero ed assiduo ma Fred non voleva domande, voleva risposte. Era preoccupato per sua figlia e lo comprendevo, sapeva di potersi fidare a lasciarmela e di questo gli ero grata. Per poco delicata fossi sempre stata con lui volevo bene a sua figlia e Bea era affezionata a me.
    Certo che posso, Bea qui è al sicuro e noi due insieme staremo benissimo.
    Con un triste sorriso abbassai gli occhi fissando la punta delle mie scarpe. Forse non era un addio ma non avrei voluto che l’arrivederci fosse giunto così presto.
    Non volevo lasciargli un’immagine triste per cui deglutii e mi sforzai di sorridere. Rialzando lo sguardo cercai il suo mentre le mie parole dicevano solo una parte di ciò che avrei voluto dire e manifestare.
    Cerca di tornare senza lasciare in giro altri pezzi per favore. Abbi cura di te. Se non vuoi farlo per te fallo per Bea e per
    Lasciai la frase a metà. Continuare avrebbe messo imbarazzo ad entrambi e Fred aveva, tanto per cambiare, la necessità di essere lucido se non voleva essere beccato dai cantanti e da tutta l’orchestra.

    Edited by vaike - 11/9/2020, 00:20
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Ex Auror

    Group
    Creature Fantastiche
    Posts
    1,284

    Status
    Anonymous
    La bimba aveva le sue priorità. Da quando era nata aveva visto cose che un bambino non avrebbe mai dovuto vedere, aveva sofferto la perdita i una madre, perso e ritrovato il padre più e più volte e quell'anno trascorso alla macchia era quanto di più stabile avesse conosciuto con la su continua precarietà nello stile di vita ma or, ora anche il padre si rendeva conto che bisognava fermarsi, prepararsi. Il problema era che lui non poteva permetterselo ma lei sì, lei d o v e v a fermarsi.
    Avere altri bambini era un sogno che non poteva vere futuro quando gà un si faticava a tnerla al sicuro.

    Vaike, in queste sue elucubrazioni,gi si era affiancata. Le espresse subito il suo cruccio ed inviò uno sguardo carico di riconoscenza a quella risposta [Grazie.]
    Tornò a guardare la piccola. Giocava tranquilla, si perdeva nella cameretta non dando retta a loro.
    [C'è anche dell'altro...]
    Si more il labbro prima di portarsi due dita a tormentare i peletti della barba sul mento.
    [Temo che siamo vicini alla prima muta.]
    E ne cerca lo sguardo, l'espressione con un misto di speranza negli occhi chiari.
    <cerca di tornare senza lasciare in giro altri pezzi per favore. Abbi cura di te. Se non vuoi farlo per te fallo per Bea e per ...>
    e la speranza divenne rossore.
    Ora è la nuca che si gratta imbarazzato.
    [Bèh...alle mie parti non sembra ma ci tengo....]
    Si schiarisce la voce, le sta sorridendo un poco malizioso un poco impacciato neanche fosse un adolescente alle prime armi con una donna.

    {Due settimane dopo}


    Il lupo cammina per le strade gelate.
    E' un esemplare grande, le zampe possenti incrostate di ghiaccio. Magro ma dallo sguardo fiero attraversa l'ultima collina, salta uno steccato e passa sotto delle assi di cinta rigettandosi nelle strade della cittadina attraversando vicoli ghiacciati nella mattina presto, muretti e stradine.
    Solo dopo un'ora abbondante, con la lingua penzoloni, raggiunge la cosa che sembra fare al caso suo.
    Sale i primi gradini, apre la porta che dà sul piccolo pianerottolo coperto ed intirizzito andrà a suonare il campanello con una zampa mettendosi all'impiedi sulle zampe posteriori.
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .
    Stavo per obiettare ai ringraziamenti di Fred. Non mi sarei occupata di Bea solo per fargli un favore, per me era un piacere. Ci saremmo fatte compagnia e ci saremmo divertite. Almeno per un po’ Beatrix avrebbe conosciuto una parvenza di normalità ed io avrei goduto della sua presenza facendo tutte quelle cose che di solito non facevo come fare biscotti, andare sull’altalena al parco giochi o, semplicemente, colorare insieme a lei e leggerle storie.
    Quando il tedesco espresse il timore circa la prossima muta della figlia la mia mente cominciò a lavorare febbrilmente. Se Fred aveva ragione dovevo trovare il modo di contenere gli effetti collaterali di tale cambiamento. Dovevo in tutti i modi impedire che la piccola si facesse del male o ne facesse ad altri, non volevo che si spaventasse, che si sentisse impaurita per quello che poteva accadere.
    Deglutendo annui prendendo atto dell’eventuale circostanza.
    Farò del mio meglio per proteggerla anche da quello. Stai tranquillo, non la lascerò sola un minuto e alle prime avvisaglie cercherò di fare in modo che non si spaventi e che non le succeda nulla.
    Ostentavo una sicurezza che non ero certa di avere ma sicuramente ci avrei messo tutto l’impegno affinchè la trasformazione non diventasse più traumatica del necessario. Le avrei parlato, magari tramite qualche fiaba che trattava dell’argomento l’avrei preparata facendo si che accogliesse l’evento con il supporto della conoscenza. Sperai di aver convinto il tedesco affinchè potesse occuparsi di proteggere se stesso senza ulteriori pensieri per sua figlia, avrei fatto di tutto per la sua bambina e desideravo che lo sapesse.
    Vedere Fred imbarazzato era strano e raro quanto assistere ad un eclisse totale di sole. Dovetti sorridere per forza mentre lo osservavo grattarsi la nuca.
    Non credo abbiano trovato il modo di sostituire proprio tutti le parti del corpo. Cerca di conservare intatte e funzionali almeno quelle più delicate, non vorrei che tornassi pronto per cantare nel coro delle voci bianche.
    L’ironia, insieme a una non celata malizia, era forse l’unico modo per non pensare a quello a cui sarebbe andato incontro. Fred se l’era sempre cavata, dovevo pensare che anche in quella, ennesima, occasione sarebbe stato così. Dovevo crederci per il bene di sua figlia e anche per me.

    Due settimane dopo

    Beatrix ed io avevamo passato una decina di giorni in perfetta armonia. La piccola aveva preso confidenza con la casa, passava ore nella sua cameretta a disegnare, a giocare con i peluche. Spesso uscivamo per andare a far compere o per passeggiare nel parco dove si divertiva a giocare. Aveva perfino fatto amicizia con un paio di ragazzini della sua età e il solo guardarla correre e sentirla ridere mi riempiva il cuore di gioia e di intima soddisfazione. La portai al Ghirigoro con la scusa di comprare libri di fiabe e anche da Magie Sinister. Non era il luogo ideale per un bambino ma Bea aveva visto di molto peggio e rimase incuiriosita più che spaventata nell’osservare un armadio che vibrava o un vasetto al cui interno qualcosa di indefinito galleggiava e si muoveva. Feci acquisti anche per me, un paio di libri di incantesimi particolari che non avrei potuto trovare di certo sulle scansie di una comune libreria. La mattina del dodicesimo giorno, quando andai a svegliarla mi accorsi che aveva qualcosa che non andava. Appoggiando la mano sulla sua fronte la trovai calda, più calda del normale. Un muto campanello d’allarme trillò nella mia mente, le previsioni e i timori di Fred stavano per diventare reali.
    Le portai la colazione e mi sedetti accanto al suo letto. Presi il libro che avevo preventivamente preparato e le raccontai una storia che narrava di un bambino che aveva ricevuto in eredità il dono di potersi trasformare in lupetto. Era un racconto delicato e carino, affrontava l’argomento con leggerezza senza incutere timore. Le domande della bambina arrivarono a raffica e cercai di spiegarle come queste cose possano succedere realmente, che non è una trasformazione definitiva e che chi possedeva il dono aveva la possibilità di avere una prospettiva vietata agli umani comuni.
    Bea pareva rimasta convinta dalle mie parole, le raccomandai di rimanere a letto mettendole a disposizione foglie per disegnare e i suoi pupazzi preferiti. Quando la vidi addormentarsi andai nella mia camera e recuperai il tomo acquistato da Magie Sinister. Sapevo cosa fare ma non volevo sbagliare la formula, ne andava della sicurezza di Bea, della mia e dell’incolumità di entrambe oltre al fatto che volevo ridurre al minimo il disagio e lo spavento per la piccola.
    Nello stesso modo in cui avevo creato la camera di Bea mi adoperai per creare un’ulteriore spazio segreto dando a questo le sembianze di una vasta foresta. Prati fioriti e alberi ad alto fusto erano parte di un paesaggio che aveva ed era incantato. Il perimetro del posto era limitato da una robusta rete ricoperta di edera. Una gabbia verdeggiante ed enorme in cui la prossima lupacchiotta avrebbe potuto correre senza sentirsi costretta in spazi angusti e senza farsi del male. Non avrebbe avuto la sensazione di essere ingabbiata ma io avevo la sicurezza che sarebbe stata protetta.

    Passarono altri due giorni. La bambina aveva momenti di debolezza ma pareva resistere al richiamo tanto che mi stavo illudendo di essermi preoccupata inutilmente.
    Era primo pomeriggio quando mi accorsi del nuovo cambiamento. Bea aveva momenti in cui tendeva ad irrigidirsi. I suoi occhi cercavano e miei i quegli attimi e nonostante sapessi che poteva essere pericoloso l’abbracciavo stretta rassicurandola, dicendole che andava tutto bene, che ero con lei e non doveva porre resistenza lasciando che la natura potesse fare il suo corso senza farla troppo soffrire.
    Il trillo del campanello mi parve la cosa meno appropriata che potesse succede in quel momento. Non ero solita ricevere visite ma ogni tanto qualche vicino veniva a chiedere il caffè o lo zucchero e capitava anche che qualche ragazzetto venisse a consegnare a domicilio volantini con offerte propagandistiche e non era aria. Lasciai che il trillo si ripetesse più volte sperando in una rinuncia da parte di qualche distratto ma all’ennesimo scampanellamento dovetti cedere e mi apprestai a liquidare l’indesiderato senza tanti complimenti.
    Aprendo la porta spalancai la bocca pronta a rispondere un ‘no grazie’ a qualsiasi richiesta ma nessun suono riuscì ad uscire dalla mia gola.
    Fred in forma quasi smagliante era ritto su due zampe e mi sovrasta di parecchi centimetri.
    Per una volta sei arrivato al momento giusto, ci siamo. Fai presto, entra, ha bisogno di te.
    Trascinai all’interno dell’appartamento il lupo e prima ancora di portalo da Bea gli mostrai la foresta incantata.
    Qui sarà al sicuro e con te non avrà paura
    Pur essendomi preparata mentalmente all’evento ringraziai Merlino, Morgana e diversi altri Maghi per l’arrivo opportuno del tedesco. Capitava sempre nei momenti meno adatti ma quella volta era arrivato giusto in tempo e con lui sarebbe stato relativamente più semplice affrontare l'inevitabile.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Ex Auror

    Group
    Creature Fantastiche
    Posts
    1,284

    Status
    Anonymous
    Essere animagus aveva i suoi vantaggio.
    Innanzitutto si capivano perfettamente gli umani e si manteneva una intelligenza umana, secondo poi umani non si appariva, cosa che costitutiva un ottimo travestimento e mezzo di elusione per eventuali creditori, incanti o cacciatori.
    Dopo aver insistito, e neanche poco, qualcuno si decise ad aprire quella benedetta porta.
    Sgusciò dentro. Non era un piccolo esemplare, anche da lupo manteneva una stazza notevole appartenendo ad una delle stirpi del Nord più grandi ancora in circolazione per le foreste.
    Superato lo zerbino e chiusa che si fu la porta riprese la propria forma umana: il corpo si stirò in posizione eretta, le articolazioni mutarono scricchiolando, le orecchie rimpicciolirono e arrivarono ai lati del cranio, la coda sparì e la pelliccia anche lasciando il posto all'uomo infagottato dei suoi abiti incantati e lisi. Avrebbe dovuto ripulirsi, lavarsi, togliersi di dosso l'odore di sangue, terra, bosco, caccia e sudore ma ciò che sentì da Vaike fece brillare i suoi occhi chiari. Uno sguardo alla foresta incantata,
    [Dov'è?]
    E l'olfatto ancora sensibile lo portò verso l'odore della figlia, di quel fagotto che trovò febbricitante nel letto. {Papà! Sei tornato!} La piccola si portò a fatica seduta tenendo le piccole braccia verso l'uomo che non perse tempo: si chinò ad abbracciarla, a stringerla forte prendendosela in braccio.
    [Tutto ok scricciolo? Ora andiamo a farci una bella scampagnata...]
    Era magro lui, dimagrito ancora di più in quelle due settimane di caccia forsennata, ma ciò non importava, avrebbe solo resola trasformazione più debilitante, una cosa da poco nella sicurezza di quella casa. La piccola gli stava stringendo il collo e lui la stava portando con sé vero la foresta. Si sporse verso Vaike sussurrandole [Chiudi tutto,non aprire per nessun motivo. Buttaci dentro qualche coniglio vivo. Se riusciamo ad evadere schiantaci. Ci rivediamo fra tre giorni.] Un'occhiata di gratitudine prima di infilarsi nella gabbia dorata preparata per loro. Per lui, perla piccola, per la luna piena che sarebbe sorta in quella notte.
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    232

    Status
    Anonymous
    .

    Era presto, era troppo presto maledizione! Bea era ancora piccola e per quanto avessi cercato di preparala a ciò che presagivo le sarebbe successo a breve temevo ne sarebbe rimasta turbata.
    Volevo bene alla piccina, in quei pochi giorni che eravamo rimaste insieme, solo lei ed io, avevamo costruito un rapporto fatto di complicità, di cose semplici, quasi una routine. Pur non essendo madre capivo quanto bisogno avesse la bambina di un minimo di stabilità come sapere che al mattino si sarebbe risvegliata nello stesso letto, nella stessa cameretta in cui si era addormentata la notte precedente.
    Ora, quel preavviso di muta precoce, la sua prima muta, mi trova tecnicamente preparata, la gabbia incantata che avevo preparato per lei le avrebbe impedito di farsi fisicamente del male. Quel che mi preoccupava era l’assenza di suo padre in quel momento. Nessuno meglio di Fred avrebbe saputo accompagnarla nella trasformazione e non solo perché avevano gli stessi geni ma perché era suo padre, l’unico punto di riferimento certo che Bea avesse mai avuto nella sua breve vita.
    Con quei pensieri in mente accolsi con giubilo l’arrivo dell’enorme canide. Dopo averlo avvisato di ciò che stava accadendo lo vidi fiondarsi come un razzo nella cameretta di Bea e prenderla fra le braccia. La piccola parve rianimarsi nel vedere il tedesco che trovò le parole e il modo giusto per farla sorridere. Mentre guardavo padre e figlia avvolti nell’abbraccio sfrecciare verso la foresta incantata vidi la piccola tendere le manine nella mia direzione.
    Vieni con noi mamma Vaike, papà ci porta a fare un pic nic
    Dovetti deglutire prima di riuscire a lanciarle un sorriso che sapeva di amaro ma trovai la voce per risponderle sperando potesse sentirmi.
    Ti aspetto qui piccola, non aver paura e torna presto e troverai la torta più grande che tu abbia mai visto.
    Rimasi a fissare i due puntini che si allontanavano per molto più tempo del dovuto. Avevo il groppo in gola e non riuscivo a muovermi.
    Quando riuscii a deglutire nuovamente e a riprendere a respirare con regolarità mi affrettai ad obbedire ai consigli del tedesco. La gratitudine che avevo chiaramente visto nei suoi occhi andava merita e non ero tipo da lasciare le cose a metà. Nessuno mi aveva mai regalato nulla nella vita, ero una donna e una strega fortunata e lo sapevo. Nata in una buona famiglia avevo dovuto combattere per avere l’amore e il rispetto dei miei fratelli ma conoscevo anche il sapore della sconfitta. Mia madre, ne ero consapevole, non mi aveva mai amata e neppure apprezzata per le mie scelte. Conoscevo bene, molto bene anche il dolore della pardita. Samuel Calfin, Sam l’uomo che avevo amato, che mi aveva amata immensamente accettandomi com’ero fino al punto di chiedermi di vivere con lui era tragicamente scomparso. Da allora erano passati anni ma non c’era stato un solo giorno che il mio pensiero non fosse corso al giovane che, per primo, mi aveva fatto battere il cuore.
    Ora, in quel momento, mentre la bacchetta volteggiava veloce mossa dal polso sottile castando ogni sorta incanti atti a proteggere la fuga e il rifugio di coloro che già mi mancavano sentivo le lacrime pungermi gli occhi.
    Tre giorni, un periodo eterno da passare in attesa che impiegai, per buona parte, sdraiata sul lettino di Bea a guardare il soffitto incanto. Gli unicorni e i draghetti si rincorrevano giocando ed andavano ad abbeverarsi, insieme, alle acque di un tranquillo laghetto da cui spuntavano maridi dispettosi che facevano boccacce.
    Ricordavo le risa di Beatrix che li aveva osservati divertendosi un mondo ad allungare le manine per ricacciare in acqua le creature monelle per far si che i suoi preferiti potessero bere.
    Le ore di sonno si alteravano a quelle di veglia ma il mio udito non dormiva mai. Scattavo al minimo scricchiolio, alla più piccola parvenza di rumore, controllavo e rinnovavo gli incanti con la costanza e la precisione di un orologiaio di Ginevra cercando di ingannare il tempo che pareva non passasse mai.
    La mia mente si rifiutava di fare ipotesi se non quelle che presto sarebbero tornati entrambi sani e salvi. La torta era pronta da ore ormai, troneggiava sul tavolo della cucina imponente e decorata. Il mio dono di bentornato per quella che solo a me stessa definivo la mia piccolina e il suo papà.
    La sera del terzo giorno, finalmente, sentii uno scalpiccio di passi provenire dall’interno della camera di Beatrix. Il sollievo per lo sperato ritorno e il timore di ‘come’ sarebbero tornati mi prese la bocca dello stomaco ma fu con un sorriso che aprii la porta per riabbracciare sia la piccola che suo padre.
     
    Top
    .
22 replies since 25/8/2020, 22:35   280 views
  Share  
.
Top