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    M_UNREADM_UNREADM_UNREAD

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    Non era stato facile trovare il luogo adatto, soprattutto perché io non conoscevo molto Stoccolma, se fossimo stati a Londra avrei di certo impiegato molto meno tempo per fare le mie ricerche, per fortuna avevo chiesto ad Estefania una mano, perché lei li conosceva un po' meglio di me i luoghi più belli di quella città, non è che viveva lì, ma aveva semplicemente molta fantasia e curiosità di scoprire cose nuove, ecco perché conosceva i luoghi meno comuni. Era bastata una semplice chiamata per mettere fine ai miei dubbi: adesso sapevo benissimo dove portarla, un luogo che potesse essere il più tranquillo possibile. < Attenta, c'è uno scalino. > alla fine l'avevo fatto davvero, bendare Abby per fargli una sorpresa era sempre stato un mio desiderio nascosto, e tutto si stava concretizzando. Che cosa può scaturire da un semplice si? Le più vaghe fantasie, ma questa volta la realtà aveva superato di gran lunga qualsiasi tipo di fantasia. Con un tocco di trucchetti magici tutto può diventare estremamente interessante, e poi per una persona speciale ci doveva per forza essere una sorpresa speciale. <ecco, ci siamo quasi.. quando ti dico io puoi liberare gli occhi.. >.
    La lasciai da sola mentre mi allontanai raggiungendo il pianoforte al centro della stanza ottagonale.
    Bussai sul piano e mi rivolsi ad Abby. < Okay, ora puoi aprire!> uno scenario di colori si aprì davanti a lei. Una stanza riempita di piantine di ogni genere, tra le quali si facevano vedere le centinaia di Armorose colorate che iniziarono ad illuminare nonappena si diffuse nell'aria la musica suonata dal pianoforte.
    Di proposito optai per la suonata automatica affinché potessi avere gli occhi per vedere lo stupore di Abby, e le mani libere per poter aprire un baule pienissimo di farfalle rosso acceso che si dispersero per tutta la stanza. Il tetto della stanza ottagonale era fatto di vetrate, si vedeva il cielo limpido pieno di stelle, quella sera anche il cielo era stato buono con me. Per finire, la stanza era fresca proprio per simulare l'habitat naturale delle piante che in fin dei conti, non era poi così male.
    Le luci non esistevano, a farci luce erano le armorose stesse che s'illuminavano di tanti colori. Allora avanzai verso Abby e mi fermai davanti a lei porgendogli la mano, con un sorriso degno di tanto di fossette. Mi schiarí la voce per fargli notare che stavo per chiedere qualcosa di veramente importante, poi finalmente parlai. < signorina Rei, permette questo ballo? > come un gentil cavaliere aspettai il suo consenso e prendendo la sua mano la tirai verso di me, facendola girare su se stessa una svariata di volte. Misi una mano sul suo fianco, e con l'altra tenevo la sua mano, i miei occhi rimasero fissi sui suoi.


     
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    Si lo so, ho detto che non amo le sorprese, ma mi dico che alla fine dove mi starà portando mai? In un locale, in un posto dove c'è un bel paesaggio, qualcosa di tranquillo insomma.
    Di sicuro non sta programmando di mettermi una cinta in vita e di buttarmi dalla vetta più alta che abbiamo in suolo svedese.
    Allora lo assecondo, perchè percepisco che è abbastanza felice, e perchè mi fido.
    Ho gli occhi bendati, alzo i piedi nel vuoto con l'idea che ci sia uno scalino, e male che vada, mi dico, mi sta tenendo lui, non cadrò sicuro di faccia.
    Tutto sommato questa situazione è divertente di conseguenza mi fa spuntare un sorriso sulle labbra.
    -Vaaa bene capo- certo mi ha lasciata sola e ora mi sento quasi sperduta, spero non ci metta troppo.
    Mi dice di aprire gli occhi, lo faccio.
    Rimango sbalordita.
    Lo scenario che mi si para davanti è spettacolare, fiori di tutti i colori, persino le Armorose.. un mondo magico, per me.. guardo Michael e non riesco neanche a non sorridere
    -E' .. spettacolare- gli dico mentre le sue mani aprono un baule pieno di farfalle e i tasti del pianoforte intonano una dolce melodia.
    Che voglia di abbracciarlo, invece uso le mani per togliere via le lacrime di commozione dai miei occhi, riscoprirmi ancora in grado di emozionarmi per qualcosa è qualcosa di bellissimo.
    Una magia che annulla tutti questi anni di lontananza, e alla fine è come se non ci fossimo mai allontanati.
    Prendo le sue mani e a malapena mi esce un -si- ma solo perchè sono troppo emozionata..
    -Non avrei mai immaginato..- tutto questo.
    Ci guardiamo, ho paura di rovinare questo momento con la mia voce ma sento di volerlo ringraziare.
    -Grazie, Michael-
     
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    Il rumore dei fiori che si muovevano a ritmo di musica, i colori che si diffondevano per tutta la stanza e che coloravano le nostre facce, mi fecero intravedere Abby visibilmente commossa, con le lacrime agli occhi, e no.. Quelle lacrime erano di gioia stavolta, ero anch'io stesso sbalordito per ciò che avevo fatto, ero impressionato persino da me stesso, per tutto l'amore che provavo per una singola persona, un concentrato di emozioni, di sensazioni positive erano racchiuse dentro me, ora queste stesse sensazioni stavano prendendo una forma precisa, dovevo dar forma ai miei sentimenti se no sarei esploso. Ed infine la musica era il modo migliore per potergli dire qualcosa che neanche sapevo dire a parole, talmente grande e talmente ingestibile che averlo detto a parole non sarebbe stato mai abbastanza. Era incredibile come in quel momento fossi certo di quello che stavo facendo, non avevo paura, ero pronto a prendermi la responsabilità di una risposta negativa da parte sua, invece sembrava molto felice, molto colpita. Allora alimentai l'atmosfera senza perdere tempo, doveva essere tutto magico, come una favola.
    Quando ascoltai il suo ringraziamento e vidi i suoi grandi occhi piangere, mi venne una tenerezza tale che non si poteva descrivere, bisognava solo accoglierla.
    La tirai verso me stringendola al mio petto, abbracciandola come se non ci fosse un domani. <piccola.. piccola Abby. > riuscì a dire anche se le mie parole furono travolte dall'emozione che inevitabilmente mi aveva trasmesso. E l'abbraccio durò tantissimo, mentre le mie orecchie si facevano trasportare dal suono del piano forte, le mie braccia la tenevano stretta, i miei occhi ingannati dalle lacrime, respiravo il suo profumo inclinando la testa e immergendo la faccia sui suoi capelli. Non potevo fermarmi lì. Non in quel momento, sapevo di dover portare a termine la sorpresa, che sarebbe stato tutto perfetto. Per questo aspettai la fine della musica, e quando la musica finí, le armorose smisero di illuminare la stanza lasciandoci al buio. Presi la mano di Abby e la invitai a sedersi accanto a me di fronte al pianoforte. Iniziai a suonare quella che sarebbe stata l'unica canzone della serata, perché sapevo che l'emozione avrebbe preso il sopravvento. Approfittai dell'intro musicale per riprendermi, respirare un po' (anche se la presenza di Abby al mio fianco non mi faceva respirare normalmente ) iniziai a dire le parole, e a dirle cantando.
    Mi voltavo verso Abby di tanto in tanto, per evidenziare la frase, per fargliela capire.. Era troppo esplicita come cosa, anche un bambino avrebbe capito che quella era la mia proposta.
    Avevo voglia di lei, da sempre, senza un minimo dubbio. Desideravo una risposta a quel sentimento così prepotente che sempre era rimasto lì, come sospeso nell'aria in attesa di essere nuovamente acchiappato e vissuto. Il tempo non lo aveva cancellato, ma trasformato, sigillato più fortemente dentro al mio cuore.
    Bussai al piano quando finí di cantare, affinché continuasse a suonare una melodia che permettesse alle Armorose di rimanere accese. E mi voltai verso Abby ormai uccisa dall'emozione. Mi sentivo un serial killer ma vabbé, si sarebbe presa la sua giusta vendetta.
    La mia mano destra si posò sulla sua guancia accarezzandola, poi scese lungo il braccio e strinse la sua delicatamente. < Abby.. > probabilmente sarei svenuto da un momento all'altro, quindi sbrigati Krueger. Presi la sua mano e la misi contro la mia guancia, fissandola negli occhi mi sforzai di far uscire un filo di voce che aveva assunto un timbro più tosto grave. < Ricominciamo. > le parole non le avevo pensate prima, erano tutte fresche dal mio repertorio, erano semplici e lampanti. <.. ho bisogno di amarti.. > e di amarti come non ho mai fatto veramente.
    Lascia stare IvAn Fehst e vieni con me, se vuoi essere felice lasciati alle spalle questo stupido matrimonio. Non sarebbero mancate le parole verbali, ma non era di certo il momento per dirle.


    Potrei starmene lì a fissare
    qualcun altro
    ma fissa nella mia mente
    rimane l’immagine di te

    Tu eri il fulmine
    io ero la pioggia
    Voglio sapere
    se ti vedrò ancora

    Io ho detto “ti amo”
    Tu hai detto “addio”
    Tutto cambia
    In un batter d’occhio

    è passato un po’
    la fiamma è ancora accesa dentro me
    Voglio sapere
    Ti vedrò ancora?

    Vedrò ancora…
    Vedrò ancora…

    Io resterò qui fermo finchè
    tu non vorrai stare con me


    Potrei mettere un po’ di polvere di stelle nei tuoi occhi
    far entrare un po’ di luce nella tua vita
    Dammi un po’ di speranza e io farò lo stesso con te
    E voglio sapere quando ti vedrò di nuovo
    ti vedrò di nuovo?

    Mi sento un idiota
    Perchè tu non sei nemmeno lì
    Sto scrivendo questa canzone
    E non t’importa neanche
    Lanciami un’ancora di salvezza
    Apri la porta e raccogli il mio cuore
    quello che hai lasciato sul pavimento

    Vieni con me, vieni con me

    Io resterò qui fermo finchè
    tu non vorrai stare con me

    Potrei mettere un po’ di polvere di stelle nei tuoi occhi
    far entrare un po’ di luce nella tua vita
    Dammi un po’ di speranza e io farò lo stesso con te
    E voglio sapere quando ti vedrò di nuovo
    ti vedrò di nuovo?

    Divertente, come il tempo passi in fretta
    E tutte le piccole cose che ci lasciamo alle spalle
    Ma nonostante questo, in tutto quello che faccio
    continua ad esserci un po’ di me e un po’ di te

    Quando ti vedrò di nuovo?
    Quando ti vedrò di nuovo?
    Quando ti vedrò di nuovo?
    Quando ti vedrò di nuovo?

     
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    Non posso quantificare il tempo, ma comunque mi sono presa tutto quello che mi viene concesso tra le sue braccia, senza sensi di colpa, senza pensare ad altri che non fossimo io e lui.
    Il mio corpo non ha mai dimenticato quelle braccia, la sensazione di protezione che mi comunicano, la girandola di sensazioni che vorticano nel mio stomaco. Eppure non è stato così facile il nostro percorso, neanche quando siamo stati insieme.
    Passano minuti, anche se mi sembrano solo attimi.
    Siamo avvolti nel buio ma non ci spaventa.
    Ricordo un'altra volta che ci ha visti nella medesima situazione, chissà se lui sta pensando la stessa cosa – ti ricordi?- gli chiedo curiosa – puzzavi di uovo da morire- sorrido e, colta da un improvviso imbarazzo porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio – sembra passata un'eternità..- soffio mentre le sue dita iniziano a intonare una nuova canzone.
    Questa volta è lui a cantarla, probabilmente è una delle sue.
    Sembra stata scritta apposta per noi..
    Che l'abbia scritta lui?
    Mi trovo a riflettere su ogni singola parola, penso, .. capisco.
    Lui mi guarda, io lo guardo.
    Accompagno la carezza con il viso, chiudo gli occhi incapace di sostenere oltre quello sguardo.
    < Abby.. > un sussurro il suo, non posso tirarmi indietro quando la mano sfiora il suo viso, non solo perchè è lui ha chiedermelo, ma io non voglio tirare via quella mano.
    La richiesta che mi fa mi riscalda il cuore, ma non posso fare a meno di pensare che sono ancora legata a un altro uomo.
    Anche se non c'è più niente tra di noi, non c'è da anni ormai.
    E' quando mi dice che ha bisogno di amarmi che il mio cuore si dissocia totalmente dalla ragione.
    Le mie labbra si uniscono alle sue, non aspettano altro da un giorno intero ormai, ci ho pensato e ripensato così tanto che sento dentro di me il bisogno di sapere se le sensazioni che provo sono solo frutto della mia fantasia, di un ricordo ormai lontano, o se non se ne sono mai andate da me.
    Sono reali.
    E' tutto reale.
    -Vorrei .. vorrei tanto ricominciare ..- ma per farlo non devo forse chiudere quell'altro capitolo della mia vita?
    -Cosa sarà di noi? Come possiamo funzionare? Tu sei a Londra, io sono qui ..- vorrei ricominciare tutto daccapo, ma al contempo vedo tutto così difficile..
     
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    < Si, mi ricordo. > sorrisi al pensiero di quel ricordo, del modo bizzarro in cui ci eravamo conosciuti, di quel bacio rubato all'improvviso, ci conoscevamo da un quarto d'ora e già le sue labbra mi attirarono, Abby per me era stata un colpo di fulmine, lo era sempre stata dal primo istante. Ma ora i sentimenti si erano fortificati, nonostante la nostra storia così complicata e difficile da gestire, nonostante gli errori, nonostante tutto quel piccolo germe dentro di me era rimasto conservato, e quel fuoco ora bruciava, si nutriva di quel nettare delizioso che era la presenza di lei nella mia vita. Come resistere, come rinunciare a così tanta energia positiva che mi trasmetteva anche solo guardandomi? Avrei fatto l'impossibile per averla, avrei affrontato qualunque cosa per vederla felice.
    La sua risposta fu concreta, nessuna parola, solo un bacio lasciò parlare il suo e il mio desiderio.
    Mi si avvicinò delicatamente, chiusi gli occhi, presi un respiro come se dovessi andare sott'acqua, lasciai che facesse lei il primo passo, mi rilassai un secondo dopo, quando le sue labbra furono unite alle mie, le mie mani andarono a posarsi sulle sue guance che emanavano calore, mentre ora le mie labbra assaporarono le sue, fu un bacio molto dolce, molto lento, nulla di troppo passionale, mi sembrò di essere tornato bambino, la delicatezza di Abby mi conquistò. Completamente.
    Quando si staccò quasi non volevo lasciarla, ma ascoltai le sue parole ad un palmo dalle sue labbra.
    Arricciai le sopracciglia per immediata risposta, lasciai scivolare le mani sulle sue braccia. <.. Credi che la lontananza ci impedisca di ricominciare..? > dissi un no muto con la testa < Troveremo una soluzione a tutto.. risolveremo i problemi uno per uno.. > senza ammazzarci nelle nostre paure, era questa la mia nuova filosofia di vita: affrontare tutto con calma, cercare di non farsi prendere dalla preoccupazione. Vivendo facendo. Anche se mi rendevo conto che quello sarebbe di certo stato un problema non indifferente, e dovevamo davvero trovare una soluzione.
    La tirai a me e la strinsi forte tra le mie braccia, adesso avevo bisogno del suo calore, poche parole e molti gesti per riempire quel vuoto enorme lasciato dalla sua assenza per quasi sette lunghissimi anni. Inclinai la testa di nuovo immergendomi tra i suoi capelli, le mie labbra si posarono sul suo collo dapprima in modo delicato, poi in modo più convincente, trasmettendo a lei tutta la mia energia e la voglia di sentirla solo mia. È mia Abby, avete capito?
    Le mie labbra poi raggiunsero le sue, e questa volta mi avventurai più profondamente, prendendo possesso della sua lingua, senza lasciargli un attimo di respiro. Mettendo una mano sulla sua nuca, tenendola stretta a me.
    Tra un bacio e l'altro la sollevai prendendola in braccio per un brevissimo tratto che la face arrivare sopra la cassa armonica del pianoforte a coda, che chiaramente era chiuso. Eppure non lasciai la sue labbra neanche per un secondo, solo quando mi distesi al suo fianco mi fermai. Mi misi a guardare le stelle mentre il pianoforte si fermò, lasciando illuminare il cielo con i suoi colori naturali.
    Con gli occhi fissi al cielo la mia mano andò a stringere quella di Abby. <.. Non sei stata felice? > mi spiegai sussurrando appena quelle parole < nel senso.. Non sei mai stata davvero felice in questi anni? >

     
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    Gli vorrei rispondere: non è forse così? La lontananza ci permetterà di ricominciare come si deve?
    Ma leggo fiducia nel suo sguardo, leggo determinazione.
    Non voglio essere io quella che non crede in un ritorno, in un noi.
    Alla fine il destino ci vuole insieme, se non fosse stato così non ci saremmo mai rivisti, non posso voltare le spalle al destino né voglio farlo.
    Mi fido delle sue parole, ho bisogno di fidarmi.
    Non può essere tutto così perfetto e poi svanire al contempo solo perchè io sono una cinica razionale del cavolo.
    Io poi così, non l'ho mai visto.
    Forse siamo cambiati entrambi in questi anni, e lo siamo stati in meglio, perchè è di una dolcezza che mi scioglie il cuore.
    Me lo sta fondendo senza ritegno..
    Mi lascio cullare dalle sue braccia. Lascio che il suo bacio mi travolga anima e corpo.
    Scollego nuovamente i neuroni e mi lascio totalmente andare, fino anche a trovarmi sulla cassa del pianoforte e non essermene nemmeno resa conto.
    Mi distendo accanto a lui e fisso il cielo sopra di noi.
    La sua domanda non mi sorprende, me l'aspetto da quando me l'ha fatta ieri, ecco perchè ci ho pensato tutta la notte.
    -Non lo so- rispondo sinceramente – forse lo sono stata in qualche momento, ma se mi chiedi un episodio in particolare non riesco a visualizzarlo- mi sono detta che forse sono stata più incazzata che felice, magari è per questo che non ricordo.
    Mi sono anche detta che ho una pessima memoria ed è solo colpa mia.
    -Ma mi sono concentrata tanto da ricordarne uno alla fine. Ero piccola, forse sei anni, mio padre conosceva tutte le stelle del firmamento, mi ha portata sulla spiaggia di Jumeirah e ha iniziato a parlarmi della storia di Andromeda- mi fermo e volto il capo per guardarlo – tu la conosci?-
     
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    Non si ricordava molto bene delle cose felici, forse proprio perché ne aveva vissute talmente poche che alla fine si erano mischiate in quella marea di preoccupazioni, di cose brutte che le erano capitate. Io stetti in silenzio, ascoltai il suo racconto con un mezzo sorriso in faccia quando mi raccontò della spiaggia di Jumeirah. Anche mio padre mi portava lì da piccolissimo, il mio sorriso descriveva lo stupore di scoprire che non siamo mai stati così lontani. Quella spiaggia è a metà tra l'India e il Libano, le nostre origini, i luoghi in cui siamo nati e vissuti da bambini. Amavo il fatto che mi stesse parlano finalmente di un ricordo felice, con suo padre.. Per questo anche se piú o meno conoscevo la storia di Andromeda, optai per una rinfrescata approfittando del suo racconto, della sua voce che si diffondeva nel silenzio coperto di stelle. < Sai che non mi ricordo bene? Racconta! > dissi voltandomi verso di lei con un sorriso pieno di curiosità, sebbene ci fosse solo la luce della luna, potevo vedere alcuni tratti di Abby con molta facilità. Aveva degli occhi così grandi che si intravedevano anche al buio.
    Continuavo a tener stretta la sua mano, mi sembrava tutto un sogno, avevo sofferto in quegli ultimi anni, ero stato lontano dal mondo.. Ma la vita mi stava ripagando in modo veramente prezioso, regalandomi la cosa più bella che io abbia mai desiderato, ero sicuro di essere pronto per poterne godere al massimo, ero cambiato profondamente.. Adesso ero veramente me stesso, potevo dimostrargli tutto il mio amore senza paura, senza preoccupazione. E poi lei era cresciuta, non era più la ragazza di un tempo.. Si percepiva da come parlava, da come mi guardava. Ora eravamo pronti per costruire qualcosa di più duraturo. Lo speravo davvero.
    < Tuo papà era un uomo molto profondo, vero? Ci potrei scommettere. I ricordi più belli sono quelli più semplici.. Perché non hai bisogno di tanti sforzi per ricordarli, ti basta pensare solo all'amore che c'era in quei momenti. > momenti come quello che stavamo vivendo, ed ero felice di averla aiutata a ricordare una cosa così felice.

     
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    Lo guardo, chissà se davvero non ricorda.
    Non commento comunque, semplicemente, con un sorriso sulle labbra mi volto nuovamente verso il cielo, e inizio a raccontare.
    -La leggenda narra che la madre di Andromeda, Cassiopea, pensava che lei e sua figlia fossero le più belle donne mai vissute.
    Diceva persino che le stesse Ninfe del mare, non potevano eguagliarla, figuriamoci superarla in bellezza.
    Era così superba che i suoi modi giunsero sino all'Olimpo, là dove viveva Era e le stesse Neridi.
    Una di queste Neridi era moglie del dio del mare , Poseidone, e fu a quest'ultimo che chiesero una punizione ai danni della regina.
    Il dio del mare non se lo fece ripetere due volte e scatenò sul regno di Cefeo, padre di Andromeda, il mostro marino Tiamat, che nelle costellazioni viene rappresentato come "la balena".
    Il re si rivolse a un Oracolo il quale gli disse che vi era solo un modo per salvare il regno, doveva sacrificare sua figlia Andromeda al mostro marino-
    quando mio padre mi ha raccontato questa storia io ero molto piccola, tuttavia credevo che mai il re avrebbe deciso di accettare questa cosa, anche a discapito di diventare un poveraccio.
    Come poteva offrire in sacrificio la propria figlia?
    Allora mio padre ogni volta mi carezzava la testa e mi spiegava che a volte, quando si hanno tante responsabilità non si fanno le scelte seguendo il cuore, il re aveva dovuto obbedire al popolo e fece ciò che l'Oracolo gli aveva detto.
    -E così il re fece, sebbene a malincuore.
    Andromeda venne trascinata fino alle rocciose coste dell'etiopia e lì abbandonata al suo orribile destino.
    Incatenata nuda su uno scoglio in riva al mare attendeva di essere sbranata dal mostro.
    Ma quando il mostro giunse per divorarla la giovane fu salvata da Perseo in groppa al suo cavallo alato Pegaso.
    E così Andromeda andò in sposa al valoroso cavaliere ed ecco perchè gli dei hanno poi rappresentato nel cielo tutte le costellazioni di questa storia
    - sollevo la mano libera e gli indico le costellazioni adiacenti a Cassiopea - li vedi? Quelli sono Cefeo e Andromeda la sorte più divertente è toccata alla regina, è stata praticamente condannata a girare per sempre col suo trono al Polo Nord, talvolta si ritrova a testa in giù che poi sarebbe la punizione per chi pecca di vanità- a ben pensarci devo stare attenta, non vorrei mai finire a testa in giù, anche se .. no dai, non sono molto vanitosa, il giusto direi no?
    -Hai capito Kru? Tu sei un pò vanitoso, di la verità- si lo è, soprattutto quando si tratta dei suoi capelli, guai ad averli fuori posto.
    -Credo di si- dico sinceramente - non ricordo molto di lui, sono passati così tanti anni ... però ricordo che amava molto i miti antichi, la storia le tradizioni. ricordo di averlo amato tantissimo, ricordo di aver sofferto molto quando mi è stato strappato via, ricordo che ancora oggi non sono certa di aver superato la cosa..
    -Qual è un tuo ricordo felice?-
     
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    Se Abby fosse stata un sacchetto di cioccolatini sarei diventato già diabetico da un po' di tempo. Le mie orecchie rimasero attente per tutto il tempo del suo racconto. Piano piano mi ritornò alla mente tutto, ma non potei far altro che starmene zitto come un bambino che non conosceva la storia, talmente me la stava raccontando con amore.. Si intravedeva dalla sua voce che quello era un ricordo importante per lei, alla fine suo padre era riuscito a trasmettergli tutto quell'amore per le stelle e adesso riusciva a trasmetterlo a sua volta. Immaginai la scena come sequenze ordinate di un film che si apriva davanti ai miei occhi, puntai lo sguardo dove mi indicava Abby cercando di capire dove si trovasse, dove stesse indicando con la mano. < Accidenti che brutta fine. > replicai quasi con un tono serio e preoccupato. Sorrisi alla sua affermazione forse un po' vera < io? > risi tanto prima di rispondere a quella domanda che mi colse di sorpresa. Non potevo evitare il danno ormai, mi conosceva. Con ancora la risata che mi cambiava la voce, impedendomi di dire delle parole perfettamente udibili risposi come meglio potevo < Ma no che dici, non sono vanitoso. > silenzio tomba mentre portavo lo sguardo mio su quello di Abby, e vidi la sua faccia che diceva già tutto, cose del tipo "si come no, io lo so" < okay okay, è vero ma.. Tu puoi toccare i miei capelli, cioè.. > presi un respiro < puoi toccarli quando e come vuoi, quindi non sarò punito per essere stato geloso. Giusto? Sono generoso.. Almeno con te. > un sorriso in sua direzione mentre con la mano andavo a premere la sua guancia. Lei invece era bellissima, ma non si era mai montata la testa.
    Non potevo scappare dalla sua incredibile bellezza che attirava i miei occhi. Ma Abby non era solo bella fuori, su quello non si discuteva, ma era più che bella dentro.. Mi piaceva tutto di lei, persino le cose tristi della sua vita. Non c'era niente che potessi scartare, era perfetta così. Anche se avrei voluto renderla felice da piccola, proprio da piccola.. Ma mi rendevo conto che era una cosa praticamente impossibile, perciò scartai l'idea bizzarra che mi frullava in testa.
    Quando rispose alla mia domanda sul padre mi si sciolse il cuore, le sue parole furono così delicate, così piene di nostalgia, che io non potei rispondere altro se non attirarla a me e abbracciarla, e così rimasi. Baciai delicatamente la sua testa appoggiata sul mio petto, la strinsi con le mie braccia.
    < Vediamo un po'.. Un ricordo felice.. > ne avevo parecchi direi, mi sentivo davvero fortunato in quel momento. Cercai quindi di trovare un ricordo bellissimo, che potesse superare tutti gli altri.
    < Avevo cinque anni.. Con mia mamma siamo scappati dalla guerra in Libano per trasferirci a Londra. Ricordo che mio padre fu preso in ostaggio, e furono giorni molto difficili. Però ricordo molto bene quando lo liberarono e ci venne incontro facendoci una sorpresa.. È stato un giorno bellissimo, lì ho scoperto quanto fosse sempre stata preziosa la sua presenza nella mia vita.> mi fermai un attimo pensando che magari potevo evitare di parlare di mio padre, visto che lei non aveva il suo. Nonostante questo però avevo deciso lo stesso di raccontare il ricordo più felice. < in realtà ho molti ricordi felici. > strinsi Abby pensando che quello che stavo vivendo attualmente sarebbe stato uno dei più felici, e lo era per davvero. Rimasi stretto a lei mettendo una mano tra i suoi morbidi capelli. < Sei bellissima.. > riportai gli occhi verso il cielo e arricciai il naso quando mi venne in mente una nuova domanda, che non potevo di certo trascurare. <.. E tua madre? > Mi fermai incerto per un attimo, non mi aveva mai parlato di lei < non mi hai mai parlato di lei.. > o comunque non c'era stata occasione, visto che la maggior parte della nostra precedente relazione l'avevamo passata a litigare.



    Edited by Krueger. - 25/8/2020, 14:54
     
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    Si beh, ha fatto una brutta fine, ma c'è anche da dire che se l'è meritata, chi mai potrebbe provare empatia per una così?
    Alla fine la vanità ce l'abbiamo un po' tutti, c'era chi non voleva avere i capelli spettinati, chi come me non esce da casa se non prima ha messo la matita nera.
    Comunque testo la sua volontà e mi giro di lato per poi mettere le dita della mano tra i suoi ricci.
    “Vediamo quanto sei generoso” sorrido di rimando e dopo averglieli scompigliati ben bene decido di mollare la presa.
    -Okay, test superato- e alla fine preferisco che a parlare sia lui, mi piace ascoltare, e mi piace immaginare le scene che mi vengono raccontate.
    Un po' è come farne parte.
    -Allora visto che ne hai tanti potresti raccontarmene uno al giorno- perchè no.
    Quello che mi ha raccontato è praticamente un ricordo un po' triste, ma con un finale felice.
    La guerra non è di certo qualcosa che si ricorda con nostalgia, io ne ho vissuta una di un altro tipo e ancora oggi se ci penso mi sale su l'amaro in bocca.
    Mi stringo a lui, incapace di ritirarmi da quell'abbraccio, arrossisco quando mi dice che sono bellissima.. ma com'è possibile questa cosa?
    Io non arrossisco mai! Neanche quando quei porci della squadra mi elogiano per il “gran culo” che mi ritrovo, e non lo intendono come metafora.
    -Mia madre?- per un attimo chiudo gli occhi, non può vedermi, in compenso io mi figuro nuovamente quella notte, e la scena di mio padre riverso per terra morto.
    -E' viva- gli dico – ma i numerosi crucio l'hanno ridotta alla pazzia- anche se io sono convinta che alla pazzia sia finita per non aver sopportato la morte di mio padre più che per i crucio.
    Lei, come Rya, è stata una brava occlumante, una delle migliori.
    Se solo volesse.. penso che Rya pensi la stessa cosa.
    -Si trova in India, Rya l'ha tolta dal convento in cui era stata ricoverata e ora vive nel nostro palazzo lì.. a volte vado a trovarla.- a volte non voleva vedermi, io e Kevin eravamo i figli che somigliavano di più a lui.
    -I tuoi invece? Sono ancora vivi?-
     
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    Sapevo che sarebbe successo, con gli occhi vidi la mano di lei avvicinarsi sempre di più, la luce della luna mi permetteva una vista abbastanza chiara da notare il sorriso di Abby incontenibile, rimasi a fissarla mentre con la sua mano scompigliava i miei capelli, risi praticamente per tutto il tempo della sua azione. < Sono stato bravo, visto? > accarezzai leggermente il suo viso prima di tornare a stringerla a me. < secondo me non serve raccontarne uno al giorno, sai perché? > lasciai un attimo di suspense e poi lo dissi < perché il ricordo felice lo viviamo in tempo reale, ogni volta che stiamo insieme è un momento felice Abby, io solo con te mi sento davvero felice..> l'avevo detto sinceramente, anche se nella mia vita c'erano stati momenti bellissimi, quando stavo con lei tutto il mondo intorno a me cambiava, assumeva un profumo totalmente diverso, sentivo di stare davvero bene con lei, quanto l'avevo desiderata? Per tanto.. Tanto tempo, e non mi sembrava vero adesso stare abbracciato con lei, il momento magico era proprio quel momento fatto di cose semplici ma veramente importanti.
    Ascoltai la sua risposta in silenzio, con gli occhi puntati ancora una volta verso il cielo stellato, mi raccontò di sua madre, con un po' di dolore per la sua condizione di salute.
    Aveva una mamma particolare, che sicuramente gli aveva potuto dare poco da quando suo padre era morto, una persona impazzita non può mai prendersi cura per bene dei propri figli, questo non lo dissi ma lo pensai, e immagino fosse stato molto difficile per lei affrontare il tutto. < Mi dispiace per tua madre.. Immagino sia stata dura.. > non sapevo cosa aggiungere, volevo dire qualcosa ma non riuscivo a trovare le parole giuste senza rischiare di dire cose sbagliate. Questi erano certamente discorsi molto delicati, per questo non mi spinsi oltre, volevo semplicemente che fosse lei a parlarmene, senza forzare e senza costringere a dire cose che non voleva.
    < Si, i miei genitori sono vivi e vivono di nuovo a Beirut. Sono tornati in patria un paio di anni fa. Sono persone molto riservate, per cui di conseguenza io non ne parlo molto. Ma li amo molto, sono delle persone molto semplici e alla mano> si, nonostante quello che avevamo passato, finita la guerra avevano deciso di tornare in patria. I miei genitori non sono molto istruiti, la loro vita era sempre stata molto semplice e umile, ma di grande valore per me. Posso solo dire che ho i migliori genitori del mondo. < un giorno li conoscerai> chissà quando, sarebbe stata proprio una bella cosa portarla con me a Beirut, magari chissà, la prossima estate o a Natale.
    Intanto però dovevo trovare un modo per passare più giorni consecutivi con lei, sapevo benissimo che l'indomani mi sarebbe mancata tantissimo, quindi frullai nella mia testa la prossima idea, anche se ovviamente non era la soluzione definitiva.
    Mi sdraiai di lato e mi misi ad osservarla, bussai sul pianoforte che iniziò a suonare facendo riaccendere tutte le armorose, ora riuscivo a vederla decisamente meglio. Pensai per qualche secondo. < Perché non vieni a casa mia? Ad Hogsmeade? Sai.. Vivo in una casa in mezzo al bosco appena fuori dalla piccola cittadina, è un buon posto per rilassarti un paio di giorni. Mi hai detto che potresti prenderti dei giorni liberi di vacanza.. Perché non li sfrutti? > la mia faccia ora si trasformava in versione dolce per cercare di convincerla a venire, non sapevo se avrebbe accettato, ma ci stavo provando, in fondo passare del tempo con lei nella mia piccola riserva naturale, era sempre stata una mia immaginazione. < eh? > decisi di finirla con quella faccia solo quando udì un piccolo ronzio venire da una scatola, e subito mi portai la mano sui capelli. < oh no, le lucciole! > saltai dal pianoforte e andai a prendere un piccolo scatolo, raggiunsi di nuovo Abby e aprí lo scatolo proprio davanti a lei. Tantissime piccole lucciole uscirono ed illuminarono ancora di più l'atmosfera. < Le avevo completamente dimenticate! >




    Edited by Krueger. - 28/8/2020, 10:23
     
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    Ha ragione, i momenti che passiamo inseme sono davvero dei bei momenti, questo penso che non lo dimenticherò facilmente.
    Il mio pessimismo mi porta a pensare: lo ricorderò come tale se finirà male?
    Lo tengo per me, non voglio rovinare questo momento e mi rendo conto che il problema è solo mio, e una parte di me mi suggerisce di non essere così, di lasciarmi andare, di vivere la vita giorno per giorno.
    Il passato è passato, perchè non dovrebbe andare tutto bene?
    -Vorrei conoscerli lo stesso- gli dico dopo averlo guardato per tempo immemore negli occhi, così come lui stava facendo con me – questa volta vorrei conoscere tutto di te- i momenti belli, ma anche quelli brutti.
    Eravamo abbastanza grandi da poterli sopportare entrambi e farli nostri per essere qualcosa di più di una semplice coppia che si piace.
    Sospiro e mi volto nuovamente verso il cielo, le stelle sono catartiche, mi rilassano, è sempre stato un po' così.
    -Lo è stato- non mi va di mentire, a che pro? Un giorno forse gli racconterò di quel periodo, di come io abbia preferito la vita con i babbani a quella con la mia famiglia, con quella che rimaneva per lo meno.
    Gli sorrido, immagino come possano essere i suoi genitori, penso di non averne mai conosciuti due contemporaneamente, un pensiero un po' strano ma alla fine di Ivan conosco solo il padre, di Leebo non ho conosciuto nessuno dei due.
    Io non so neanche cosa voglia dire avere due figure adulte al mio fianco, sicuramente sarà stranissimo.
    Una nuova musica si diffonde nell'aria, sento i suoi occhi su di me, non ho resistito poi molto prima di voltarmi di rimando.
    La sua domanda mi coglie di sorpresa, così tanto che rimango senza parole.
    Mi prendo il tempo che ci impiega per spiegarmi quanto di bello c'è nella sua casa pensando a cosa rispondergli.
    Anche se in realtà ho un si pronto sulla punta della lingua.
    Aspetta una mia risposta e sto per dargliela quando salta sull'attenti, si è appena ricordato qualcosa. Lo seguo con lo sguardo e noto che sta prendendo una scatola, quando la apre fuoriescono delle lucciole, tante lucciole.
    Un'atmosfera spettacolare.
    Ha un bel sorriso sulle labbra mentre ci circondano da ogni dove,ma io non ho dimenticato che gli devo una risposta.
    -Okay- e no, non sono state le lucciole il fattore determinante.
    -Okay, si- ripeto – te lo avrei detto prima se non ti avessi visto così in panico per averle dimenticate- sorrido e mi sporgo in avanti per dargli un bacio a fior di labbra – sicuro che non sarà un problema? Non voglio che tu ti senta in dovere di farmi questa proposta solo perchè passerò le giornate lavorando- mi è improvvisamente venuto in mente un risvolto alla sua domanda che non ha niente a che vedere con il romanticismo, e lo esprimo senza riuscire a frenarmi – insomma non ti devi preoccupare, mi piace lavorare- panico, panico, panico ovunque.
     
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    I miei occhi rimasero puntati fissi sui suoi nocciola, non riuscivo quasi a sostenere lo sguardo talmente il suo era così coinvolgente, ma ci riuscì a mentenere il contatto visivo, soprattutto quando mi disse che voleva conoscere tutto di me, questa volta. I miei pensieri vagarono tra le cose belle e le cose brutte della mia vita. C'erano stati momenti anche molto brutti in realtà, ma spesso preferivo sorvolare su certi argomenti, ma questo non l'avrei fatto con Abby, avrei trovato un modo per raccontargli gli orrori che avevo visto da bambino, le violenze che mi avevano spaccato il cuore, il periodo solitario e difficile vissuto dopo aver scoperto di essere un mostro, una creatura totalmente differente da ciò che sono io, un animale feroce e senza scrupoli.
    La fissai anch'io per lunghissimo tempo, potevo anche starmene lì per ore a guardarla ma non sarei stato abbastanza forte da resistere senza alzare un braccio, dovevo almeno sfiorarla per capire che tutto quello che stavo vivendo era la pura realtà. Per me Abby era sempre stata un qualcosa di simile alla perfezione, avevo totalmente perso la testa per lei negli anni passati, avevo scoperto quanto fosse magico amare una persona che non è come te, mi ero avvicinato con lei al mondo femminile. Ma Abby era molto di più, non era solo una bella persona o una bella donna, lei per me era l'amore in persona.. Ed ero stato uno stronzo assoluto per non cogliere quella bellissima occasione che avevo avuto, e mentre nei miei sogni c'era lei, in pratica c'era Penny. È brutto da dire, lo so, ma è per questo motivo che la nostra storia era finita. Come puoi stare con una ragazza quando ne ami un'altra?
    < Va bene Abby. > sussurrai continuando a guardarla negli occhi < anch'io voglio conoscere tutto di te. > e tutto volevo proprio dire tutto, senza tralasciare nulla al di fuori della nostra relazione.
    Parlare di suo padre, di sua madre e delle situazioni più difficili che bruciavano dentro di lei.
    Il suo si mi fece sorridere di gioia, e me lo ripeté un'altra volta per farmelo capire meglio, le lucciole forse alla fin fine l'avevano aiutata a riflettere meglio, ma poi mi sono dovuto ricredere quando mi disse che aveva già la risposta sulla punta della lingua.
    Lasciai che appoggiasse sulle mie le sue morbide labbra, poi sorrisi alla sua frase, portai le mie mani sui suoi fianchi appoggiandole delicatamente, sorrisi ancora ad un palmo dalle sue labbra.
    < ma che dici! > cioè, davvero? < io voglio stare con te.. la mia proposta è stata fatta per questo. > mi avvicinai al suo orecchio con un tono quasi divertito < Staremo insieme un bel po' di giorni, soli, senza nessun disturbo, mangeremo tanto e passeremo il novanta per cento del nostro tempo facendoci le coccole. Dobbiamo pur rimediare a tutto questo tempo di lontananza, giusto? Ti piace come idea? > tornai a guardarla in faccia < Mi sembra un ottimo programma di rilassamento, quindi non dovrai lavorare per nulla anche se ti piace lavorare> ci risi su < non farti venire strane idee, lo so che ti piace lavorare. >
    Lasciai un bacio delicato sulle sue labbra < e non potrai resistere al mio mondo incantato, non vorrai più andartene da lì. > okay forse stavo un po' esagerando, ma immaginare già Abby a casa mia non era poi così difficile, la mia accoglienza sarebbe stata triplicata per lei.

     
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    Ho deciso di darci una seconda possibilità, del resto se io stessa rifletto e mi dico che posso fidarmi allora è così.
    Non c'è alcun tradimento che regga, non c'è nessun Czar che me lo porterà via questa volta.
    Ci siamo solo noi e magari sbaglio per l'ennesima volta ma forse è quella giusta.
    Voglio crederci, voglio provarci.
    -Coccole, mi piace- proprio come quelle che ci stiamo facendo in questo momento.
    Eppure non posso evitare di pensare che noi siamo rimasti fermi a questo anche sei anni fa, non c'è stato altro, magari la mia nuova missione sarà capire se gli ispiro solo coccole oppure altro.
    Mi impegnerò a fondo per capire questa cosa.
    Parola mia.
    -Se non vorrò più andarmene sarà un problema- sussurro sulle sue labbra – come lo spiego al capo che la Bulgaria non fa per me?- sorrido ma non sono veramente seria, non ancora, anche se un giorno forse dovrò pensarci seriamente a questa cosa, un giorno, ma non ora.
    Ora voglio solo godermi questo momento.
     
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