Hidden truth.

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    La scuola è finita e io posso finalmente appendere al chiodo la mia spilla da prefetto. Per quanto sia bello poter esercitare il proprio potere sugli altri, non è un compito che mi si addice. Non è per via della stanchezza, delle varie responsabilità che comporta o dalla difficoltà del compito, c’è dell’altro. Ogni volta che indossavo quella spilletta, mi sembrava di rivedere mio padre. Ho visto l’effetto che aveva sulla gente, come trattava i suoi colleghi, come era diventato attaccato al denaro e al successo. Non era più lui, non lo riconoscevo più e ha fatto delle cose orribili. Per questo sono felice di non dover indossare più quella spilletta. Quello che, però, mi rende più felice è avere Brandy a casa mia. Abbiamo deciso che sarebbe rimasta a dormire da me, fino al giorno della partenza. Mi fa strano avere la casa occupata, io che sono sempre stata abituata a vivere da sola, a badare a me stessa. E’ un cambiamento che ho imparato ad accettare in fretta. Svegliarmi accanto a lei tutte le mattine, è una cosa che mi da sicurezza. Casa mia si trova nelle periferie del villaggio ed è una delle tre case che mio padre utilizzava quando voleva scappare dalla nostra casa principale. Quando gli affari stavano andando male o le acque non erano calme, lui si rintanava in una di queste casa. Solo io e mio fratello sapevamo l’esistenza di queste abitazioni e non dovevamo parlarne con nessuno. Sono stata addestrata a mentire fin da bambina. Prima di scoprire tutto il casino che aveva combinato mio padre, questa casa era diversa. Ora ci sono solo poche foto che ritraggono me insieme a mio fratello o insieme a mia madre. Vorrei che dimenticare fosse facile come togliere un paio di fotografie da un muro ma, invece, è più dura del previsto. «Allora quale ti piace di più?» Le domando indicando i due hotel sullo schermo. E’ l’ultima cosa che mi manca da prenotare e poi è tutto pronto per la vacanza. Come promesso, mi sono occupata di tutto quello che riguarda il viaggio ma sulla scelta dell’hotel voglio un suo parere. Mi alzo dal divano in cui stavamo, per andare in camera a sistemare la mia valigia. A pochi giorni dalla partenza non ho preparato ancora nulla e devo darmi una mossa. «Ci sei mai stata in Grecia?» Le chiedo mentre apro l’armadio e fisso gli abiti appesi, devo scegliere cosa portare. «Credi che mi basteranno sei costumi?» Mi volto verso di lei con in mano dei costumi da bagno, sono veramente indecisa. Se potessi, me li porterei tutti ma non mi va di esagerare. «Dopo che finisco di sistemare la valigia, sono tutta tua. Cosa ti andrebbe di fare oggi?»
     
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    Dopo tutto il casino dei rapimenti ho deciso di staccare un po’ la spina. Roxy è pienamente d’accordo. Questa volta ci vorrà ad entrambe il doppio del tempo per leccarci le ferite. È l’unico modo in cui sappiamo vivere, ma fino ad ora non abbiamo mai rischiato così tanto e non vorrei ritrovarmi a farlo di nuovo. Se toccassero un altra persona importante, se capitasse a Eve, non credo riuscirei mai a perdonarmi. Sembro stronza, ma è solo la facciata che mi serve nella vita e negli affari. Il mio cuore è di panna e mi porta a star male per le poche persone che reputo davvero importanti. Ho seguito la mia Rossa al Nord e lei mi rende davvero impossibile il ritorno a Londra. Del resto come potrei lasciarla tutta sola qui, come potrei restare senza le sue splendide labbra che sfiorano le mie in continuazione durante la giornata. È un pensiero inaccettabile, soprattutto ora che ci ritroviamo insieme, abbracciate sul divano a scegliere l’albergo per la nostra meravigliosa vacanza - Questo, ha un bungalow che da su una spiaggietta appartata. - le poso un bacio sul collo specchiandomi repentinamente nei suoi occhi con una punta di malizia - Sai che potremmo averne bisogno. - dal mio compleanno Evelina si è impegnata a darmi lezioni di nuoto. Nei bagni dei prefetti e in piscina e con molte difficoltà - dovute alla sua presenza, non alla mia incapacità - ho imparato a nuotare. - Dove vai? - le domando estremamente delusa nel vederla allontanarsi. Torna con dei costumi e il solo immaginarla con quei cosetti addosso le fa meritare il mio perdono. - No, in realtà non sono stata da nessuna parte sai? - la mia vita si è divisa tra miseria e riformatorio, due cose che lasciavano poco spazio ai viaggi. - Beh, se la vacanza andrà come credo, probabilmente anche uno sarebbe troppo - a volte ho paura che il mio essere così diretta e passionale possa spaventarla, ma credo e spero che lei tenga a me anche per questo. Sono diversa, da lei e da tutti quelli con cui è stata e questo mi spaventa e tranquillizza allo stesso tempo. - Comunque sei vanno più che bene - Mi alzo per andarle incontro, poi le cingo la vita e la guardo sorridendo. - Non ho molte idee al momento, anche se vederti sfilare con quelli non mi spiacerebbe. Ne ho un paio anche io. - le sfilo la maglia e la porto con me sul divano - Manca ancora un po’, la valigia può aspettare - Non le do’ il tempo di controbattere che mi avvento sulle sue labbra per lasciarla senza fiato, prima di dedicarci l’una all’altra completamente. Sembra un po’ assurdo, ma ogni volta è come la prima, qualsiasi cosa lei faccia, qualsiasi cosa lei indossi non riesco a resisterle e mi ritrovo a pensarlo mentre dopo esserci rivestite restiamo per un pò abbracciate sul divano. La mia mano sinistra è intrecciata alla sua e i suoi capelli mi solleticano il naso. - A volte penso che partire sia inutile, stiamo così bene qui - con la mano libera sfioro delicatamente una delle sue braccia. - Poi penso a te in costume da bagno, con le guance rosse per il sole, sdraiata sul bagno asciuga e capisco che è proprio il caso di farlo. - ha lasciato a me la scelta del posto in cui andare, sono certa che piacerà ad entrambe, ma a volte mi sembra presa da altri pensieri e vorrei che ne parlasse con me, che si confidasse. - Tu, tu invece a che pensi? - le faccio appena il solletico con le labbra su un orecchio - Non vale se parli delle mie chiappe abbronzate.
     
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    Ci sono eventi che inevitabilmente ti cambiano e tu non puoi farci nulla. Puoi provare a dimenticare, a fingere che non esistano, che non sono mai successi ma loro saranno sempre lí pronti a colpirti nei momenti in cui sei piú vulnerabile. Quando decidono di assalirti, lo fanno senza esclusione di colpi e tu entri in un circolo vizioso che ti impedisce di vedere la luce, tutto ti sembra nero, negativo e non puoi fare nulla se non aspettare che passi. Ma a volte, aspettare non fa altro che trascinarti sempre piú verso il fondo e allora cominci a sperare che qualcuno ti trascini in superfice. Brandy non lo sa ma è la mano che mi sta portando verso la salvezza, con lei mi sembra di fare la cosa giusta, riesco a vedere una Evelina migliore che si allontana dalla ragazza stronza e fredda che tutti sono abituati a vedere. Vorrei solo riuscire a parlarle apertamente di quello che mi è successo ma ho paura. Una paura che, peró, scompare quando sono tra le sue braccia. A volte penso che le mie siano solo paranoie ma la mia mente ha sempre la meglio su di me e mi fa vedere cose che, magari, non esistono. «Io dico che è piú che perfetto. Guarda che vista spettacolare che avremo.» Intreccio le mie dita con le sue, avvicinandomi per darle un bacio. L'idea di avere una spiaggetta privata, mi alletta parecchio. Voglio passare del tempo solo con lei, lontano da occhi indiscreti e una spiaggia che possiamo utilizzare solo noi, è quello che ci serve. Mi allontano a malincuore, per preparare la valigia. È la prima volta che parto per una vera vacanza e voglio avere tutto l'occorrente, deve essere tutto perfetto. «Nemmeno io. In realtà, non ho mai viaggiato.» Strano, lo so. Di solito si pensa che le persone ricche possano fare qualsiasi cosa ma, aihmè, non è cosí. «Se è come la penso anch'io, devo darti ragione.» Il suo essere cosí diretta è una caratteristica che apprezzo di lei e che non mi dispiace affatto. Ogni tanto mi destabilizza per qualche istante ma è quello che la rende unica ai miei occhi. «In vacanza avrai tutto il tempo per vedermi camminare con quei costumi indosso. Ora devi accontentarti di viaggiare con la fantastia.» Porto le mie braccia dietro il suo collo e la guardo con un ghigno prima di venire distratta dalle sue labbra. Ogni volta che mi bacia sento il battito del mio cuore accellerare, al tal punto che ho paura che possa uscire da un momento all'altro, non mi abitueró mai alla sensazione che mi danno le sue labbra al contatto con le mie. Le mie mani vanno a finire tra i suoi capelli, scompigliandoli leggermente, mentre pian piano ci liberiamo dei vestiti per permettere ai nostri corpi di completarsi a vicenda. A volte vorrei che questi momenti durassero in eterno perchè mi fanno perdere la cognizione di tutto quello che c'è intorno. Vicina al suo corpo mi sento felice e al sicuro, sensazioni che sono difficili da spiegare a parole. Stretta a lei mi ritrovo a sorridere per le cose che sta dicendo. «A cosa penso?» Temporeggio un po'. Mi dispiace che a volte sembro distante ma non sono abituata a parlare di come mi sento, tendo a interiorizzare molto, consapevole del fatto che mi sto facendo del male. «Peccato, è il mio argomento preferito.» Guardo le nostre mani intrecciate e penso che sia arrivato il momento di raccontarle qualcosa di me. «A mio fratello sarebbe piaciuto partire in vacanza e saremmo dovuti andarci l'estate del mio primo anno a Durmstrang.» Penso che nessuno sappia di mio fratello, se non Saule per quella conversazione che abbiamo avuto qualche mese fa. «Purtroppo è morto pochi mesi prima della nostra partenza.» Scrollo le spalle, non voglio che la mia malinconia rovini questo momento. «Era il mio gemello.» Involontariamente sorrido. «Bello almeno quanto me, sai che nessuno puó battermi in questo campo.» Lo dico per ironizzare ma non lo penso davvero. L'ho sempre reputato piú bello di me, non solo esteticamente ma anche caratterialmente. Lui era la parte migliore di me, solo con lui riuscivo ad essere una persona migliore. Quella parte se ne è andata con lui e ora non esiste piú.
     
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    Quasi meglio del sesso è il momento che lo segue. Le così dette “coccole” quelle che per molto tempo ho negato a me stessa per paura di un legame più profondo, sono la fine del mondo. Credo di vederla così grazie alla rossa. La mia Eve mi ha sconvolta, regalandomi sensazioni nuove che non credevo avrei più provato. Continuo a stringerla quando lei inizia a parlare. Scherza e pare come al solito pare evitare la mia domanda, fin quando non si decide a sganciare la bomba, e che bomba. Mi racconta di suo fratello, di averlo perso poco prima di entrare a scuola. - Non mi sono mai piaciuti i ragazzi, ma se era il tuo gemello doveva per forza essere un gran figo. - provo a sdrammatizzare cercando di apparire il meno indelicata possibile. Sono mesi che stiamo insieme e questa è la prima volta che si apre su qualcosa di così importante. - Rossa, mi sento una gran stronza. - faccio una pausa prima di spiegarle a cosa sia dovuto questo mio sentimento - Prima di conoscerti, prima di darti l’onore di diventare la mia rossa. Per me eri solo una bimba viziata, una stronza snob, una preda un po’ più ambita a cui sfilare gli slip, per dirmi di essere la migliore. Più ti conosco e più capisco che l’unica stronza tra noi sono io. - Quello che mi ha appena confessato, mi spiazza a tal punto che mi metto seduta, costringendo lei a fare lo stesso per poterla guardare negli occhi. Non avrei mai potuto immaginare che nella sua vita potesse esserci un dolore simile, come non credevo di tenere tanto a lei da amarla ancora di più nello scoprirlo. - Mi dispiace - le dico accarezzandole entrambe le mani in un gesto tanto intimo quanti dolce. - Ti va di dirmi altro? Non sono una buona ascoltatrice ma per te faccio volentieri un eccezione. - credo sia il suo tenersi tutto dentro a spingere gli altri a vederla come l’acida che non è. Come me nasconde il suo lato tenero solo per chi lo merita, ma questo non significa che non sia la parte migliore di lei. - Con te é bello anche parlare sai? - e credo lei sappia che non lo dico tanto per, non lo farei mai, soprattutto con lei. - Vorrei ti sentissi libera di dirmi tutto. Sai la merda che frequento, non potrei mai giudicarti e nulla potrebbe farmi smettere di amarti. - implicitamente le ho detto di amarla, credo sia la prima volta. La prima volta dopo tantissimo tempo, la prima volta in cui ci credo davvero.
     
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    Dopo mio fratello non ho piú avuto nessuno con cui confidarmi su quello che mi capitava durante la giornata o su quello che mi passava per la mente. Lui era l'unico con cui mi sentivo libera di raccontare tutto ció che mi passava per la mente. Lui era l'unico con cui mi sentivo libera di raccontare tutto ció che mi capitava perchè sapevo che mi capiva. Da quando lui è morto non ho trovato piú nessuno che riuscisse a tirarmi le parole di bocca. Con lui non c'era bisogno che parlassi, bastava uno sguardo per capire il mio stato d'animo. Nella mia vita è successo solo una volta di riuscire a parlare di una parte del mio passato ed è stata quella sera con Saule. Forse l'avevo fatto solo perchè ero rimasta sconvolta da quello che avevo visto nella stanza delle necessità. Ma non è piú capitato, nemmeno con le mie compagne di stanza. Non perchè non mi fidi ma perchè c'è sempre qualcosa che mi blocca. Ho paura di parlare di me, di quello che mi è successo, sono sicura che nessuno mi capirebbe, nessuno riuscirebbe a comprendere quello che mi ha portato a compiere alcune scelte e a comportarmi in un determinato modo e tenderebbero ad allontanarmi. Ne sono convinta. Eppure, sono sorpresa di vedere che con Brandy non è cosí. Mi sento tranquilla mentre le parlo di mio fratello e di quello che gli è capitato. «Sono sicura che ti sarebbe piaciuto.» Vedevo come le ragazze della mia scuola lo guardavano e sono sempre stata gelosa di lui, non volevo che me lo portassere via. Ma era inevitabile, non solo era bello ma anche empatico, intelligente e sempre pronto ad aiutare gli altri. «Cosa stai dicendo?» La guardo aggrottando le sopracciglia. Quando ci siamo conosciute nessuna delle due si è comportata in maniera corretta nei confronti dell'altra. Era un continuo sfidarsi, andare contro l'altra per vedere fino a che punto saremmo arrivate. Ho tirato fuori il peggio di me anche con lei ma l'ho fatto solo perchè avevo paura di innamorarmi, cercavo solo di proteggermi da qualcosa di nuovo. «Capisco ma è l'immagine che do agli altri per non farli avvicinare a me.» Sono sicura che non è stata l'unica a vedermi in questo modo. «Ma sono contenta che sei riuscita ad andare oltre il mio pessimo carattere.» Sono felice di averla al mio fianco, non smetteró mai di dirlo ma è la cosa piú bella che mi è successa fino ad ora. «Ci sono ancora alcune cose legate al mio passato che non sai e che mi è difficile parlarne.» Soprattutto perchè fanno ancora un male cane. «Sono complicate da spiegare ma pian piano te le diró.» È una promessa. Ora sono già troppo scossa per continuare a parlare della mia vita di merda e poi non vorrei appesantire l'atmosfera della vacanza. Scrollo le spalle fissando il mio sguardo nel suo. Nessuno si è mai comportato in questo modo nei miei confronti, nemmeno il mio ex. Lei è la prima che si è dimostrata cosí premurosa e comprensiva nei miei confronti, gli altri non hanno nemmeno provato a conoscermi realmente. Si fermavano solo all'apparenza e in questo Brandy si è dimostrata diversa dalle persone che ero solita frequentare. Faccio fatica a contenere l'emozione quando dice di amarmi. È la prima volta che qualcuno me lo dice ed è la prima volta che sento che è cosí. Allora è questo che vuol dire sentirsi amati? È una sensazione nuova per me. «Non credevo che qualcuno potesse mai arrivare ad amare una come me e non credevo che avrei mai provato qualcosa di simile.» Dopo anni, Brandy è la prima che amo davvero.
     
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    - Beh, ora lo so - mi ci era voluto un po’ a capirlo, ma la Rossa nascondeva tante sfaccettature. Ero riuscita ad intravederle solo la sera del suo compleanno. Quella scopata iniziata così per gioco, per poi farmi ritrovare con il cervello fottuto. Ero certa mi avrebbe rifiutata, troppo etero per certe cose. Invece era stata al gioco fino alla fine, mostrando le sue insicurezze la mattina seguente. Ed erano state quelle a fare in modo che non mi si togliesse più dalla testa. - Il tuo culo è troppo bello per non insistere almeno un po’ - non riesco a restare seria troppo a lungo, Eve lo sa bene e spero non se la prenda per questo cambio di tono repentino. - Ehi, Rossa. Io sono qui sempre. Quando e se deciderai che è il momento più adatto per parlare, io ti ascolterò. - non sono offesa per il fatto che abbia deciso di interrompere qui il discorso riguardante la sua vita. La amo e questo mi porta a comprendere il modo in cui si sente a riguardo. Fa la dura, ma credo che abbia tanti di quegli scheletri nel armadio a bruciarle l’anima che per farli uscire tutti ci vorrà un bel po’. - Dici così perché sottovaluti il potere ipnotico delle tue chiappe - tanto belle da dover entrare in qualsiasi discorso. Ma so di dover tornare seria e nel farlo le prendo le mani tra le mie, osservandola con lo sguardo fisso nel suo. - No Rossa, è che… boh. La mia vita è un casino, ma da quando ci sei tu è un po’ meno una merda - mi spingo alla ricerca delle sue labbra, sentendo quel sapore piacevole e familiare al quale non voglio mai più rinunciare. - Ti amo - sta volta glielo dico in maniera diretta, sentendo la cosa esplodermi dentro. Mi ritrovo a baciarla di nuovo, costringendola con delicatezza contro lo schienale del divano. Quando sono con lei, non riesco mai a saziarmi dei suoi baci. Potrei andare avanti tutta la notte, solo facendo sfiorare le mie labbra con le sue. A volte mi domando se sia lo stesso anche per lei, se senta quello che sento io. L’irrefrenabile bisogno di essere una cosa sola. Siamo così diverse, eppure tanto simili, ma proprio per questo non credo che non riuscirò mai ad essere del tutto tranquilla quando le sto accanto. Le sfioro il collo con la bocca, imprimendovi una lunga scia di baci. Poi torno a guardarla negli occhi - Ti amo - lo ribadisco, sentendolo nuovamente necessario. - Andiamo a dormire? - poso le labbra sul suo orecchio, portandola nell’altra stanza stringendole dolcemente la mano.



    Il risveglio è dolce come al solito. Ho una cascata di capelli rossi sul petto, alla quale afferro il mento per concederle il bacio del buongiorno. - Sai cosa mi piace di più delle vacanze? Il fatto di svegliarmi e trovarti accanto - devo aver mangiato troppi dolci ultimamente, perché vomito frasi diabetiche senza sosta - Intendiamoci, anche Echo è una bella visione a scuola, ma non può davvero reggere il paragone - le scanso i capelli per bearmi ancora un po’ del suo viso. - Tu preferisci Pryanka e Hazel? No perché potrei offendermi.
     
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    Se avessi saputo prima di come sarebbero andate le cose tra me e lei, mi sarei comportata in maniera differente. Purtroppo è la mia paura dell'altro che mj spinge a tirare fuori il peggio di me, è come una sorta di meccanismo di autodifesa che scatta quando mi sento minacciata. E la sua presenza, in un certo senso, lo era. Con lei era tutto nuovo, prima di lei non avevo mai fatto certe esperienze e avevo paura di conoscere un lato di me che non avevo mai visto prima. Ero confusa e spaventata da quel mondo tutto nuovo e ho provato di tutto per allontanarla da me ma ogni volta che lo facevo, avevo paura di riuscirci davvero. Per la prima volta mi sono sentita viva e ho provato sensazioni che credevo di aver accantonato per sempre. «Quindi tu l'avresti fatto solo per il mio sedere?» La prendo in giro, felice di quel cambiamento di tono. Ecco un'altra cosa che apprezzo di lei che è differente dal mio essere seria e rigida, a volte anche esagerando. Lei sa che non lo faccio apposta e che mi ci vuole un po' per lasciarmi andare e mettere da parte tutte le mie sensazioni negative. «Grazie per aspettarmi. Sai che con te parlerei di qualsiasi cosa ma per questo genere di argomenti, ho bisogno di piú tempo.» Lo apprezzo molto, lei non sa quanto questo significhi per me. Un giorno riusciró a rivelarle tutta la verità, mi ci vorrà un po' ma voglio davvero renderla partecipe di quello che ho vissuto. «Devono aver fatto centro, vedo.» Le sorrido di rimando prima di ritornare seria quando Brandy prende le mie mani tra le sue. Sentirle dire determinate cose mi fa capire che forse non sono proprio da buttare, che non sono una persona orribile. Intreccio le mie dita alle sue, accogliendo quel nuovo contatto con le sue labbra al quale, ormai, non posso fare piú a meno. «Ti amo anch'io B.B. Le dico guardandola negli occhi prima di ritrovarmi a con la schiena costretta tra il suo corpo e lo schienale del divano. Quando siamo vicine vorrei che il tempo si fermasse e che ci imprigionasse in questo istante, facendoci da scudo da tutto quello che c'è là fuori perchè è solo cosí che mi sento al sicuro, che sto bene. Le mie dita percorrono il profilo dei suoi fianchi, risalendo su tutta la sua schiena mentre le sue labbra si spostano sul mio collo e vanno a risvegliare i miei sensi che mandano una scarica di brividi lungo tutto il mio corpo. «Andiamo.» La seguo fino al letto e, una volta stesa, poggio la testa sul suo petto. Questa notte mi addormento con un sorriso ebete sul volto e una nuova, piacevole consapevolezza. Sapere di essere amata nonostante i miei mille difetti, mi fa provare sensazioni che sono difficili da spiegare a parole. Vorrei poter esprimere quello che sento, che provo in questo momento ma ogni parola risulterebbe inadatta. Il risveglio è altrettanto piacevole, penso mentre mi stringo a lei. «Buongiorno.» Le sorrido, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo dove lascio una serie di piccoli baci. «Beh, tra Hazel e Pryanka è una scelta difficile.» Faccio la vaga, facendole intendere che potrei davvero avere una preferenza per una delle due. «Ma non saranno mai ai tuoi livelli.» Insomma, Brandy è Brandy e nessuno reggerebbe il confronto con lei.
     
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    - Umh… davvero? - fingo appena di offendermi prima di bloccarle i polsi e iniziare a farle il solletico un po’ ovunque. - E loro ti baciano così? - regalarle uno dei miei baci a tradimento mi diverte, soprattutto mi diverte lasciarla senza fiato. È così bella quando ha il viso sconvolto che da quello mi è quasi inevitabile andare oltre. Scendo lentamente e la sfioro con le labbra dopo averle aperto il pigiama - O… - resto per qualche istante all’altezza dei suoi slip e sorrido, maliziosa, con una strana luce negli occhi che è la stessa che presto vedo accendersi nei suoi. Penso che sia il modo migliore per iniziare la giornata e i sospiri della rossa, il modo in cui la sua schiena si inarca, mentre la mia testa resta sotto le coperte me ne danno la conferma. - Ti amo - penso stia diventando un obbligo doverglielo dire e lo faccio mentre riprendo possesso delle sue labbra prima di poggiarmi a oziare un po’ accanto a lei.

    È stata una lunga giornata, iniziata nel migliore dei modi e continuata meglio. Siamo state in giro tutto il giorno a comprare cose per il viaggio. La rossa non lo sa, ma quando non guardava le ho comprato un completino del suo colore preferito. È un regalo più per me che per lei, ma credo che apprezzerà, lo fa sempre del resto. Trovo sia bella, ma non è solo quello, il sesso è reso migliore da quello che provo. Perché, cazzo credetemi, non ho mai scopato così bene in vita mia. C’è una complicità diversa tra di noi, qualcosa che non mi fa staccare le mani dal suo corpo neanche per un secondo. Penso con orrore al momento in cui torneremo a scuola e potremmo concederci solo pochi incontri clandestini. Abbiamo ordinato messicano e mentre lei spacchetta, io le scanso i capelli per baciarle il collo. - Non so se questa roba possa andare per il tuo palato raffinato, però credimi sarà uno dei pasti migliori della tua vita - c’è un po’ di tutto, dai burrito al guacamole, sono certa che apprezzerà tutto. È finito il tempo delle schifezze francesi è giusto che impari il sapore del vero cibo. - Forse abbiamo ordinato troppo, fa nulla lo mangeremo anche nei prossimi giorni - mi vedo costretta a staccarmi da lei per iniziare a piazzare qualcosa sul tavolo. - Bicchieri, posate, vino… direi che c’è tutto. Ah, no… manca la rossa più bella del mondo seduta di fronte a me - mi allungo per rubarle un ultimo bacio. - In Grecia mangeremo molta roba con lo yogurt… all’inizio ero perplessa, poi mi hanno spiegato che è molto diverso dal nostro. - sorrido iniziando ad addentare il primo burrito. Delizioso come immaginavo. - Voglio assaggiale l’uozo. È il liquore tipico, non può assolutamente mancarci. Tranquilla, porteremo un sacco di whisky bianco per miss. - le accarezzo il palmo della mano, sorridendole - Lo sai che mi piaci un po’ brilla - come sa che mi piace sempre. - Allora, commenti a caldo su quello che hai assaggiato? Si sincera, se non ti piace corro a comprarti altro. Non hai il diritto di sciuparti. Le mie mani adorano le tue curve - e nel dirlo c’è un ghigno eloquente sul mio volto.
     
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    «Sí, insomma...Pry l'hai vista, no?» Continuo a scherzare su questo fatto, come se potessi davvero avere una preferenza per una delle due. Sono indubbiamente due ragazze bellissime ma non reggono il confronto con lei. La prima volta che ci siamo viste ho subito capito che c'era qualcosa di diverso, che andava oltre le compagnie a cui ero abituata, alle amiche che avevo. Ed è stata quella differenza a fottermi il cervello e me l'ha fottuto per bene. Non avrei mai pensato che mi sarei innamorata di una come lei ma piú passa il tempo e piú mi convinco che sia la donna della mia vita. «Smettila, mi arrendo. Nessuno è come te.» Le dico con un sorriso e lascio che le sue labbra si scontrino con le mie. Penso di avere una specie di dipendenza per il modo in cui mi bacia. Le sorrido quando la vedo scendere fino all'altezza dei miei slip, so cosa vorrebbe fare e non glielo nego. E sotto al suo tocco, tutto quello che per anni ho cercato di non mostrare a nessuno, sta tornando in superfice. È come se il mio corpo sapesse esattamente cosa fare, rispondendo perfettamente ai gesti di lei. «Ti amo anch'io.» Le dico tra un bacio e l'altro. «Tanto.» La mattinata prosegue tranquilla e ci dedichiamo ad uno shopping sfrenato. Non so quanto possa piacerle andare in giro per negozi ma per me è una cosa a cui non posso rinunciare. Ho comprato un paio di vestitini che non vedo l'ora di sfoggiare durante la nostra vacanza. Tornate a casa, Brandy si è preoccupata di ordinare la cena mentre io ho sistemato i miei nuovi acquisti e ho iniziato a riempire la valigia. Avrei potuto cucinare io questa sera ma non ne avevo voglia, cosí ho accettato di provare la cucina messicana. È una cosa che non ho mai provato ma penso che possa piacermi anche se si allontana molto dai miei standard culinari. La cena è arrivata e io inizio a spacchettarla curiosa. «Se non mi piace, poi dovrai farti perdonare.» Le sorrido prima di voltarmi verso di lei per posare le mie labbra sulle sue. Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e dopo averle dato un altro bacio, l'aiuto a sistemare il cibo nei piatti. L'aspetto non sembra male e non so da cosa iniziare. «Bene, iniziamo. Buon appetito.» Non so davvero da cosa iniziare e cosí decido di seguirla e prendere anche io un burrito. «Dicono che la cucina greca sia molto buona, non vedo l'ora di partire.» Manca sempre meno e il mio entusiamo aumenta di giorno in giorno. Tiro il primo, piccolo, morso e penso di poter svenire. È davvero buono, certo non è un sapore a cui sono abituata, ma penso che potrei provarci. Faccio un verso di approvazione e tiro subito un altro morso. «Cavolo, se è buono.» Sapevo che la mia ragazza ha degli ottimi gusti, non per altro sta con me. «Assaggeremo qualsiasi cosa B.B.» Non ci faremo mancare nulla e non baderó a spese, deve essere una vacanza indimenticabile. «Anche quando dico cose stupide?» Quando sono su di giri per l'alcol dalla mia bocca escono sempre un sacco di stronzate e non riesco a bloccarle. Mi rendo inevitabilmente ridicola e spero che a lei non dispiaccia. «È davvero tutto delizioso.» Penso che potrei mangiarne altri dieci di questi burrito anche se il mio stomaco non so come potrebbe prenderla. Stringo la sua mano nella mia mentre continuiamo a mangiare. «Ho già visto un paio di spiaggette che potremmo visitare.» Anche se l'idea di rimanere tutto il giorno nella spiaggetta privata dell'hotel non mi dispiace. Lí non avremo nessun tipo di interruzione o compagne di stanza pronte a cacciarti a suon di calci per un po' di casino. Mentre continuiamo a cenare, sento dei rumori provenire da fuori. «Hai sentito anche tu?» Domando a Brandy continuando a guardare verso la porta e prima che possa pensare che si tratti del frutto della mia immaginazione, vedo entrare degli uomini. Scatto in piedi e inizio a scrutare i loro volti, uno ad uno, intuendo la ragione che gli abbia spinti fin qui. «Chi è Evelina Johnson tra voi due?» Domanda uno di loro e io alzo la mano mentre mi si forma un groppo in gola che non riesco a mandare giú. «La dichiaro in arresto per aver ucciso il signor Johnson.» Mi volto per guardare Brandy, ho un espressione terrorizzata sul volto. Non voglio che mi portino via da lei, non ora, ho paura di sapere quello che possa pensare di me adesso. Perchè devo sempre rovinare tutto? Perchè le cose non possono andare bene per una volta?
     
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    Sono felice di constatare di non aver fatto un buco nell’acqua. Evelina apprezza la cena e tiro un sospiro di sollievo. Non sono mai stata così con nessun altra, non credo di aver cenato e vissuto tanto tempo con qualcun altra, di lei mi interessa davvero. - Soprattutto - mi ha chiesto se mi piace quando dice cose stupide da sbronza. - Prima o poi ti filmo, sei davvero meravigliosa sbronza Rossa - per me lo è sempre e lei lo sa. Da sbronza un po’ di più, lascia trasparire un po’ della vera se, si lascia andare ed è così che vorrei vederla sempre. - L’ultima volta hai detto delle cose che stavano quasi per far imbarazzare anche me - è un impresa quasi impossibile, ma devo dire che c’è quasi riuscita. Purtroppo non avevo un cellulare a portata di mano, altrimenti l’avrei filmata per mostrarglielo. - Non vedo l’ora di vederle e di vedere i tuoi costumi - non posso esimermi dal ricordarle che fino ad ora me li ha mostrati solo su una gruccia, lasciando alla mia immaginazione il modo di viaggiare, ma senza soddisfare i miei occhi. - Si… - un rumore interrompe la nostra chiacchierata tranquilla e pochi istanti dopo alcuni uomini entrano in casa. Sono sbirri, ormai li riconosco dal modo in cui camminano. Non capisco cosa possano volere ne come siano arrivati a scovarmi fin qui. Quando prendono la parola, però, scopro che non è me che vogliono. Resto per qualche secondo immobile nel rendermi conto che sono qui per la rossa. - Che cazzo volete? - scatto di fronte a lei, pronta a farle scudo anche se rendono inutile quel mio gesto immobilizzandomi con un incanto. - Dovete lasciarla in pace, lei non ha fatto nulla! È innocente - provo ad urlare mentre li vedo portarla via. - Tranquilla Eve, ti pagherò il migliore avvocato in zona. Domani sarai fuori al contrario di questi pezzi di merda! - mi lasciano appena l tempo di finire di urlare, prima di sbattermi la porta in faccia trascinando con se la mia donna. Non capisco cosa sia accaduto e spero per loro che non le torcano neanche un capello o dovranno vedersela con me.
     
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