time for Abby

Era un po' titubante, ma alla fine optò per la prima proposta: quella di mangiare. La fame si faceva sentire, avevamo passato l'intera mattinata a cavalcare e poi a baciare rane, dovevamo essere più tosto affamati. Allora andiamo!
La nostra passeggiata verso i cavalli fu' molto silenziosa, volete sapere a cosa stavo pensando in quel momento?
Il bacio che non gli avevo dato. E sono sicuro che lei stava pensando alla stessa identica cosa, non eravamo stati molto fortunati in quel momento, era come se vi fosse qualcosa che mi diceva "non è il momento", in compenso però avevo scoperto quanto fosse reale e forte quel sentimento che ancora mi legava a lei, e capì che non potevo tenerlo ancora allungo dentro di me.
Avevamo fatto pace, eravamo rimasti amici già sei anni e mezzo fa, poi ci siamo allontanati e le nostre vite si sono completamente divise, adesso invece tutto sembra ritornare, tutto bussava insistentemente facendo riaccendere quel fuoco che non puoi assolutamente chiamare amicizia. Ma chissà se Abby provava lo stesso, chissà, lo avrei scoperto solo provandoci e non perdendo tempo con delle storie inutili.. poi quella cosa delle rane significò la svolta decisiva per me, come un punto di ripartenza che ti spinge a fare e a dire tutto quello che provi, perchè in fondo sapevo che un'amicizia del genere non sarebbe mai durata tanto. O la va o la spacca. come ho fatto? finalmente la osservai dopo una lunga riflessione dal tuo profumo. posai l'indice della mia mano destra sul mio naso noi lican abbiamo i sensi più sviluppati dai normali esseri umani, ed io ricordo molto bene il tuo profumo. e come dimenticarlo? è stato facile. sorrisetto furbo tutto per lei, e che credeva, io ero abile in queste cose oh!

Menomale che avevamo i cavalli, non ci voleva un eternità ad arrivare al caseificio, che nei sotterranei nascondeva un mini ristorante rustico e la nonna cicciona che impastava c'era davvero. Gliela indicai non appena entrammo all'entrata principale, stava proprio ad indicare che lì si mangiavano i prodotti tipici e caserecci del posto, una meraviglia.
Non era un giorno particolarmente caotico, per cui stavamo già mangiando salsiccia, salumi e formaggi, con l'immancabile pane della nonna ciccia. Era così che in realtà si chiamava, e quando avevamo sentito il suo vero nome ci era quasi scappata una risata davanti a lei, perchè quel nome le calzava a pennello.
Vediamo un po'.. Eravamo quasi a fine pranzo, e quando hai la pancia piena ti vengono un sacco di idee di felicità, quindi avanzai la mia domanda per lei. Ti faccio una domanda. incrociai le dita delle mani appoggiate sul tavolo. Qual'è il ricordo più felice che hai? sparai affinchè potesse raccontare qualcosa di nuovo, ma la mia prima domanda si collegava alla seconda.
Domani sera hai da fare? vorresti venire con me? mi spinsi in avanti e appoggiai la mia faccia su entrambe le mani che la reggevano, ed avevo lo sguardo totalmente spostato su di lei. Dopodomani torno a Londra, per cui se vuoi avere un ricordo felice te lo regalo domani un ricordo felice, anche se oggi è stata una mattinata felice. non c'erano dubbi, ma ci tenevo a precisare, si vedeva da quante volte dicevo la parola felice, perchè con lei mi sentivo benissimo. Se accetti, domani ti faccio una sorpresa.
Se non accetti... feci spallucce Ti ricorderai solo che sei stata una rana e che ti sei divertita tanto a non farti trovare. scegli Abby, scegli molto bene.. anche se non ami particolarmente le sorprese. Ma io sono Krueger, e lo sai che le mie sono magiche.

Sembrava a mezza strada tra la confusione e l'imbarazzo, non sapeva rispondere alla mia domanda.. Che pure doveva essere più tosto semplice. Ma possibile che Abby non avesse neanche un ricordo bello? Possibile che le sua vita fosse davvero così monotona? La mia espressione diventò dubbiosa, le mie sopracciglia si inarcarono in attesa di risposta, e la risposta non fu alla fine una vera e propria risposta, ma una domanda di rimando. < uh così > risposi alla sua di domanda, mentre i miei pensieri volavano su un possibile ricordo felice, che in effetti era davvero felice. Scappavamo dalla guerra di Beirut, eravamo adesso in Inghilterra dentro una piccolissima stanza, mio padre stanco per il lavoro massacrante ma felice di essere insieme a noi, ricordo che giocavo con lui a fare trenini con delle macchinine rotte, dovevamo essere davvero poveri all'inizio. Questo ricordo non era particolare, ma era semplicemente stupendo solo per il fatto che mio padre in quel momento fosse con me, dopo aver affrontato mille pericoli per proteggermi, alla fine era andata bene.
Per un attimo però rimasi a bocca asciutta, non mi aspettavo una risposta del genere.
Da quel momento capí di aver avuto una grande genialata per lei, se non aveva davvero ricordi belli ero molto felice di potergliene regalare uno io.
Sorrisi appena capí che Abby aveva accettato il mio invito, la sua tenerezza nel dire la frase accese una lucina dentro ai miei occhi, ero felice. < certo che voglio renderti felice, hai dubbi? > d'istinto andai a prendere la sua mano che stava appoggiata sul tavolo e me la portai sulle labbra, la baciai teneramente e portai il mio sguardo sui suoi grandi occhi.
Non avevo dubbi adesso, vedere la proposta accettata ampliava di molto le mie possibilità, e poi, se Abby non voleva stare con me non avrebbe mai accettato, giusto? Ero doppiamente felice.