On the soul by Aristotle

• Helena

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  1. Mr.Sandman
     
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    Avrebbe voluto odiare la presenza di Helena in quel recinto con lui.
    Avrebbe voluto odiare tutto di lei, a partire dalla punta dei suoi capelli fino a quella dei suoi piedi.
    Ma la verità era che non ci riusciva.
    Odiava, piuttosto, se stesso per non riuscire ad odiarla, per starci ancora così sotto. Era l’unica in quel castello a farle quell’effetto. L’unica che avesse il potere, di tanto in tanto, di farlo incespicare nelle sue stesse parole, di uccidere un po’ la sua arroganza e di farlo sentire meno sicuro di se stesso.
    Tutte cose per cui, appunto, avrebbe dovuto detesterla, ma senza successo. Lei ovviamente non lo sapeva e non doveva saperlo. La trattava con strafottenza affinché non lo capisse.
    Le dava contro di proposito, quando poteva, ma una parte di lui continuava a sperare che lei ci ripensasse, che tornasse sui propri passi.
    Nessuno a Durmstrang aveva avuto la capacità di attirare la sua attenzione in quel modo. Fin dal loro primo incontro, Helena gli era sembrata diversa da tutti gli altri. Era diventata la sua ossessione fin da allora. Quasi non gli era sembrato vero quando finalmente lei aveva ceduto a tutte le attenzioni che le rifilava. Quando lo aveva scaricato, non le aveva dato la possibilità di vedere quanto ci fosse rimasto male.
    Quindi no, nemmeno in quel momento poteva odiarla, nemmeno se erano finiti in punizione a causa sua, nemmeno se minacciava di cruciarlo e si rifiutava di eseguire la punizione.
    Poteva però arrabbiarsi, questo era certo.
    “Scusami?” fece guardandola scettico “Allergica un cazzo, non dire idiozie”
    Poteva andarlo a raccontare a qualche altro idiota che era allergica a quegli stupidi schiopodi.
    “Questi non hanno nemmeno il pungiglione, lo hai sentito il guardiacaccia, sono femmine. Al massimo possono darci fuoco, ma non pungerci, quindi racconta la balla dell’allergia a qualcun altro, non a me”
    Cosa poteva succederle dopotutto? Avere una reazione allergica ad una delle scintille sparate dallo schiopodo? Ma per favore. Era la cosa più ridicola che avesse mai sentito. Ma non quanto le parole che seguirono, che gli strapparono una risata che di divertito non aveva niente.
    “Colpa mia?! Chi è la pazza che si è messa a lanciare fatture in mezzo al corridoio? Di certo non io, mi stavo solo difendendo. Se hai problemi con il controllo della rabbia non è un mio problema. Siamo in punizione per colpa tua, quindi sgobberai quanto me, principessa”
    Afferrò una lucertolina morta da dentro il secchio e la lanciò tra i capelli della ragazza, come ad invitarla a muoversi e prendere l’altro secchio. Non aveva alcuna intenzione di prendersi cura di quei maledetti schiopodi da solo.
    “Se non muovi un dito, non lo farò nemmeno io. Non sarà contento quando tornerà. Ci daranno un’altra punizione e sarà peggiore di questa, credimi. Io non ho problemi a farmi appendere al soffitto per i pollici. Tu? Ti si potrebbero spezzare le unghie, sai. Poi chi te la fa la manicure qua al castello?”
     
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