On the soul by Aristotle

• Helena

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    Visti gli gli ultimi avvenimenti di cui purtroppo era stata protagonista, le veniva difficile mantenere la calma. Ogni occasione che stimolava enormemente la sua pazienza la vedeva vittima di un'esplosione. Helena ci aveva davvero provato a reagire in modo diverso ma non le era riuscito. la situazione si complica va poi quando le capitava di avere a che fare con persone del sesso opposto. A volte sbottava, altre scappava in preda ad un attacco di panico, ed altre ancora, come quella, finiva con l'attaccare la persona che aveva dinanzi sebbene non avesse reali colpe. Era difficile però per lei riuscire a differenziare. Le sembrava quasi di vedere nel sesso maschile un pericolo da dover affrontare. Riuscivo a fidarsi soltanto di Otis, che era suo fratello, e Mason, sebbene a volte mostrasse anche verso di lui dei timori ingestibili.
    Reid, suo ex con cui non era rimasta esattamente in ottimi rapporti vista la rottura a cui l'aveva costretto senza troppe spiegazioni, fu quel giorno vittima dei suoi sbalzi d'umori.
    Solitamente avrebbe accettato e ribattuto alle sue battutine senza problemi; quel modo di punzecchiarsi anzi era quasi diventato il loro modo di poter interagire ancora nonostante il loro allontanamento. Quel giorno però proprio non era riuscita a contenersi. Così quando l'altro aveva cominciato a tormentarla, lei era esplosa, lanciandogli contro una serie di, più o meno pericolose, fatture.
    Come sarebbe stato prevedibile, si beccarono una punizione.
    Se ne restò in disparte, braccia conserte, a fingere di ascoltare le parole del guardiacaccia.
    «Vuoi che ti cruci?» Rispose alle parole di Reid, rivolgendogli un'espressione stizzita e poco amichevole. Non avrebbe potuto esserlo. Non tra due uomini. Per lei quello era decisamente un ambiente ostile.
    Restò in disparte anche quando il guardiacaccia si allontanò. Non avrebbe fatto assolutamente nulla per aiutarlo. Non era sua intenzione.
    «Sono un soggetto allergico. Io non mi avvicino a quelle cose nemmeno sotto tortura.» Rispose all'altro, storcendo il naso.
    «E poi è colpa tua se siamo qua. Sei tu che dovresti sgobbare, non io.»

     
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