Destinazione Destino

<3 Pad

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    Il viaggio era stato snervante, dopo tanta fatica ero finalmente riuscita a fare il mio biglietto aereo per arrivare in Germania da Padme, avevo il posto vicino al finestrino ed ero super emozionata per il mio primo volo babbano, peccato che una volta salita sull'aereo scoprii che nella poltroncina dietro alla mia, c'era un piccolo babbano che durante tutto il viaggio non smise un'attimo di tirarmi calci sullo schienale, tentai più volte di chiedere alla madre di farlo stare buono ma ahimé non parlavamo la stessa lingua e lei non sembrava affatto interessata al comportamento del figlioletto, se solo avessi potuto usare la magia fuori dalle mura della scuola gli avrei fatto spuntare due zampe da topo al posto dei suoi fastidiosi piedini, purtroppo dovetti limitarmi ad un metodo di vendetta babbano, la fortuna mi fu alleata ed una volta atterrati notai che quella piccola peste aveva dimenticato il suo pupazzo sulla poltroncina, lo presi e dopo essere scesa dalla scaletta dell'aereo raggiunsi la madre col bambino. Ciao piccolo moccioso antipatico, sai che sei odioso? Non che capissero una sola parola di ciò che dicevo. Credo tu abbia perso questa adorabile giraffa blu sull'aereo. Non appena vide l'animaletto di pezza gli si illuminarono gli occhi ed iniziò ad emettere urletti acuti e a dimenare le braccia per riprenderselo, feci un piccolo passo indietro saltellando per poi rivolgere a quel piccolo demone il mio sorriso più gentile. Peccato che sia rotto.. feci una faccia dispiaciuta, poi afferrai il collo della giraffa e lo tirai fino a staccarlo dal resto del pupazzo facendo cadere batuffoli di ovatta per terra, solo allora glie lo restituì, il piccoletto iniziò subito a piangere mentre la madre sbraitò come una pazza nella sua lingua, non prestai loro ulteriore attenzione e mi allontanai salutandoli con la mano diretta al ritiro bagagli. Il gusto della vendetta era sempre dolcissimo e farlo solo con metodi babbani era stato molto illuminante, mi aveva fatto scoprire un concetto tutto nuovo di vendetta, la vendetta permanente, che a differenza di quella magica che dopo qualche ora o settimana solitamente svaniva, durava nel tempo. Magari dopo l'accaduto quel piccoletto ci avrebbe pensato due volte prima di rovinare nuovamente il viaggio a qualcuno con i suoi calci isterici, era quasi riuscito a mettermi di cattivo umore rovinandomi la giornata ma il solo pensiero di rivedere finalmente Padme mi riempiva il cuore di gioia, non era passato molto tempo dall'ultima volta che ci eravamo viste ma per me era durato un'eternità. Per convincere i miei parenti a lasciarmi viaggiare da sola mi era stata imposta una condizione, nelle settimane precedenti alla mia partenza fui obbligata a frequentare lezioni di ballo ma nonostante tutto il tempo passato a roteare sulla pista, come al solito non feci alcun progresso, la mia incapacità nel ballare ormai era diventata una leggenda metropolitana tra i vari insegnanti di ballo ma la fatica valse sicuramente il prezzo, perché finalmente ero arrivata in Germania più precisamente a Füssen, il paesino vicino al lago dove viveva Padme, ci eravamo accordate di incontrarci lì verso le undici della mattina. Erano le dieci e quarantasei, ero arrivata in anticipo come mio solito, per cui decisi di aspettarla seduta su una panchina vicino ad un vialetto ghiaiato, ai lati della stradina c'erano lunghe file di grandi alberi che creavano un'atmosfera romantica, colorando il paesaggio con diverse tonalità di verde. Appoggiai i miei anfibi neri sul baule che mi ero portata come bagaglio ed iniziai ad osservare il cielo grigio, la temperatura era fresca e tirava un leggero venticello che mi rinfresca le gambe, coperte soltanto dalle mie sottili calze a rete, oltre a quelle indossavo un abito bianco molto leggero a pois neri, fortunatamente non soffrivo il freddo ed anzi, la sensazione di fresco sulla pelle che provavo ogni volta che tirava il vento mi faceva rilassare. L'attesa sembrava infinita, più si avvicinava l'arrivo di Padme e più mi sentivo nervosa, ero finalmente cosciente dei sentimenti che provavo per lei ma non sapevo come dirglielo, temevo non fossero corrisposti ed il solo pensiero di un suo rifiuto mi faceva attorcigliare le budella nello stomaco.
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    Edited by Skylee Métis - 12/8/2020, 22:58
     
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    La notte avevo dormito malissimo. Anzi, quasi per niente. Continuavo a rigirarmi sotto le coperte - in montagna la notte era fresco anche se eravamo a luglio inoltrato - troppo consapevole del fatto che di lì a poche ore avrei rivisto Sky. Erano secoli che non invitavo qualcuno a casa mia, e mi domandavo se il posto le sarebbe piaciuto. Cercavo di immaginare come l'avrei trovata, la mattina seguente, quale sarebbe stato il colore del suo vestito, quale la sua reazione al vedermi. Solo a pensarlo il cuore mi batteva all'impazzata per la gioia e l'agitazione. Quando arrivò il mattino mi alzai prestissimo, conscia che oramai qualunque tentativo di addormentarmi sarebbe stato inutile, e nello spazio di tempo tra le sette e le undici mi dedicai a riordinare la mia stanza, a dare da mangiare agli animali e a scegliere con cura l'abito da indossare. Rimasi indecisa a lungo, ma alla fine optai per un vestitino morbido di un azzurro pallido, che non era nè troppo elegante nè troppo sportivo. Era un colore che tutto sommato mi donava, perché si intonava perfettamente a quello dei miei occhi. Specchiandomi notai la mia faccia stralunata, le occhiaie ombrose sotto gli occhi a causa del poco sonno. Per evitare un effetto zombie - dato che mi ero abbronzata decisamente troppo poco quell'estate (non che fosse facile) - decisi di passarmi un po' di correttore intorno agli occhi, e già che c'ero aggiunsi una passata di lucidalabbra alla ciliegia, il mio preferito. Sbattei le ciglia un paio di volte e poi fuggii dal mio riflesso: odiavo gli specchi, eppure in quell'occasione non potevo esimermi dal giudicarmi vagamente carina. Nonostante il bel completino però, avrei dovuto abbinare degli stivaletti con le ghette, per evitare che le cinghie della sella mi maciullassero i polpacci, mentre andavo a recuperare Sky su di un mezzo di trasporto alquanto insolito. Chiamai Tàri, l'elfina domestica della mia casa, la quale apparve in un istante davanti ai miei occhi. «La p-padroncina desidera?» l'elfina fece un profondo inchino e sembrava entusiasta come sempre di essere stata chiamata. «Sto andando a prendere la mia amica Skylee al villaggio. Ci vorrà un'oretta, quando si è sistemata mangiamo.» le spiegai velocemente. «C-cosa vorrebbe mangiare l'amica d-della padroncina?» la vocina acuta di Tàri era di un'immensa tenerezza. «Lei mangia tutto, anche la carne. Decidi tu.» risposi, e Tàri sembrò felicissima di poter avere carta bianca. Scomparve in un lampo con sonoro schiocco e io mi avviai verso la stalla a sellare Morwen. Era una cavalla alta e dal manto scuro e lindo. Insieme ad Aranel era la mia preferita da cavalcare. Questa era una delle cose che mi mancavano di più quando stavo ad Hogwarts: gli animali, i miei boschi, e fiumiciattoli... Una parte di me avrebbe voluto che quell'estate non finisse mai, l'altra parte invece era desiderosa di completare la propria istruzione magica. Notai che il calesse non c'era, mio padre doveva averlo usato per andare al villaggio: aveva promesso di ritirare le valigie di Sky prima di tornare. La nostra alternativa ai mezzi magici erano mezzi rustici, ma lì in Baviera non era inusuale vedere cavalli e calesse per le strade. Era uno dei motivi per cui in origine i miei genitori si erano trasferiti proprio qui, vicino al castello di Neuschwanstein. Quando mi issai in sella e presi il sentiero verso la valle, una piacevole sensazione di libertà mi invase, un po' come quella che provavo quando volavo su una scopa. Ma non avevo ancora un manico di scopa mio personale, e quindi per quei due mesi di levarsi in aria non se ne parlava. Per non accennare alla mole di turisti che prendevano d'assalto la zona. Con nonchalance passai da un passo leggero a un trotto veloce, impaziente di raggiungere la mia amica. Entrai nel villaggio attraversando un ponticello di roccia, e mi inoltrai nel viale alberato che portava verso il centro. Non mi ci volle molto prima di scorgere una figura alta e slanciata nei pressi di una panchina, circondata da due grossi bagagli.


    Lasciai che il rumore degli zoccoli di Morwen attirasse l'attenzione di Sky, quindi smontai e ci salutammo con un abbraccio mozzafiato. Il mio stomaco fece una capriola, ma tentai di celare la mia emozione. «Mi sei mancata... Sono contenta che sei qui.» fu la prima cosa che mi venne da dire, mentre con mio disappunto il contatto si scioglieva. «Per le valigie ci pensa mio padre, le lasciamo qui dietro nel locale di Rebeka.» dissi, e feci per trascinarle poco lontano, tenendo le redini di Morwen, fino alla porticina laterale del pub di quella che era la madre di una mia amica d'infanzia, chiamato appunto "Bekka Bar". Da tempo sospettavo che tra lei e mio padre ci fosse qualcosa di più di un'amicizia, ma non avevo prove a conferma di ciò. Quando fummo di nuovo in strada, presentai Morwen a Sky. «Ti piacciono i cavalli?» le domandai, ma dentro di me mi sembrava di sapere già che Sky sarebbe andata benissimo come cavallerizza. «Dai che si sale.» le dissi, e la invitai a montare in sella facendole da gradino con le mani sopra il ginocchio. Subito dopo sarei montata pure io e avremmo percorso la strada in senso inverso. Avrei allora potuto mostrarle la bellezza del paesaggio da un po' più in alto, conducendola al Lago del Cigno. Era una bella giornata, limpida, e il cielo mattutino era terso, completamente privo di rannuvolamenti. Man mano che si saliva sulla montagna, un fresco e pungente profumo di pino avvolgeva ogni cosa.

    « Ich glaube, die Wellen verschlingen am Ende Schiffer und Kahn,
    und das hat mit ihrem Singen, die Loreley getan. »
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    Edited by †Padme† - 11/9/2020, 18:02
     
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    Ero emozionata come una bambina che entra per la prima volta in un negozio di caramelle, il cuore pulsava veloce nel petto e le mani iniziavano a sudarmi, non era da me essere così agitata ma la sola idea di poter passare l'estate con Padme mi faceva sentire strana, certo sarebbe stata una perfetta occasione per rivelarle i miei sentimenti per lei ma se invece che andare nel verso giusto le cose fossero precipitate che avrei potuto fare per recuperare la sua amicizia, nulla, questa era la risposta ed era proprio per questo motivo che mi sentivo irrequieta, ero profondamente combattuta sul da farsi. Mentre la mia mente viaggiava tra i diversi scenari possibili fui riportata alla realtà da un suono di zoccoli che prestavano il suolo, alzai gli occhi e vidi la meravigliosa Padme in sella ad un cavallo, indossava degli stivaletti alti e un vestito azzurrino a mezza gamba.Caspita..non mi aspettavo una principessa azzurra in sella al suo cavallo! Che onore. Le sorrisi felice e appena scese dal cavallo la strinsi a me in un energico abbraccio, profumava di buono e di ciliegia, quando l'abbraccio si sciolse mi resi conto di quanto mi fosse mancata e proprio in quell'istante lo disse anche lei. Ascoltavo intontita la sua voce bassa e armoniosa mentre mi spiegava che avremmo lasciato i miei bagagli in un bar e che più tardi sarebbe passato qualcuno a prenderli, la seguii fino alla soglia del locale ed una volta lasciate le valige tornammo sulla strada, lì mi presentò Morwen la sua cavalla. Certo che mi piacciono, anche nella tenuta della mia famiglia ce ne sono alcuni, ma questa è particolarmente bella, come te insomma. Feci per porgere la mano davanti al muso di Morwen per farle sentire il mio odore e nel frattempo realizzai l'ambiguità delle mie parole impacciate. Cioè..non volevo dire che somigli ad un equino ovviamente..è che sono emozionata, cioè..sono un po' scombussolata dal viaggio, sai, dietro di me sull'aereo c'era un bambino antipatico che non ha fatto altro che tirare calci al mio sedile per tutto il tempo..hehe..assurdo vero? Che figura di merda, la mia parlantina nervosa aveva preso il sopravvento e non sapevo più neppure io cosa blateravo. beh..direi che possiamo anche partire ora..sì.. Montai in sella al cavallo con l'aiuto di Padme e subito dopo salì anche lei, casa sua era un po' isolata rispetto al villaggio, ci sarebbe voluto un po' prima di arrivare, sapevo che viveva vicino ad un lago e non vedevo l'ora di vederlo, in realtà non vedevo l'ora di vedere tutta la sua casa, ogni luogo in cui aveva passato la sua infanzia e la sua adolescenza fino ad ora, volevo sapere il più possibile su di lei per conoscerla meglio. Facciamo in tempo a vedere il lago prima di pranzo o pensavi di andarci dopo? Tenevo le mani sul dorso del cavallo, avrei voluto stringerle intorno alla sua vita ma non mi sembrava ancora il caso, non volevo che pensasse male anche se era esattamente quello che stavo facendo io in quel momento, con tutta quella vegetazione intorno a noi il paesaggio era piuttosto romantico, la mia mente viaggiava nuovamente in scenari ben più piacevoli ora ma la mia beatitudine stava per volgere al termine, infatti con la testa fra le nuvole non mi accorsi che Pad si era piegata in avanti per schivare dei rami piuttosto bassi che mi colpirono in pieno volto, cercai di rimanere in equilibrio e quando capii che non ce l'avrei fatta, d'istinto mi venne da afferrare Padme in un ultimo e pietoso tentativo di rimanere in sella al cavallo ma peggiorai soltanto la situazione facendola cadere con me a terra. L'urto col terreno non fu per niente piacevole ma quando riaprii gli occhi mi accorsi che nel caos generale ero riuscita a far atterrare Padme sopra di me, sentii il mio cuore battere all'impazzata, deglutivo a fatica e probabilmente la mia faccia sembrarva un pomodoro.
    S-scusami Pad, ti sei fatta male? Che stupida che sono, non volevo farti cadere con me o meglio..sopra di me.. Abbozzai un sorriso impacciato sul volto cercando di sdrammatizzare la situazione, ma nel profondo sapevo di aver appena fatto l'ennesima figura di merda.
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    «Caspita..non mi aspettavo una principessa azzurra in sella al suo cavallo! Che onore.» Sky sembrava contenta di vedermi, ma per qualche motivo chenon capii mi sembrò che si trattenesse. Forse non era a suo agio in quel paese che per me era così famigliare... Nonostante la solitudine amavo quei luoghi. L'idea di farglieli vedere mi riempiva di contentezza.
    «Certo che mi piacciono, anche nella tenuta della mia famiglia ce ne sono alcuni, ma questa è particolarmente bella, come te insomma.» Il suo complimento arrivò inaspettato, e mi riscaldò le guance come se mi avesse fatto una carezza. Non seppi come ricambiarlo, tanto ero imbarazzata, e balbettai un "grazie" mentre mi lisciavo il vestito senza un vero scopo. «Cioè..non volevo dire che somigli ad un equino ovviamente..è che sono emozionata, cioè..sono un po' scombussolata dal viaggio, sai, dietro di me sull'aereo c'era un bambino antipatico che non ha fatto altro che tirare calci al mio sedile per tutto il tempo..hehe..assurdo vero?»
    Le sorrisi comprensiva per farle intendere che avevo capito perfettamente, poi prendemmo la strada verso casa. Sky si guardava intorno come una bimba curiosa. «Facciamo in tempo a vedere il lago prima di pranzo o pensavi di andarci dopo?» Feci per risponderle quando una forza mi trascinò con prepotenza giù dalla sella, neanche fossi stata un sacco di patate. Evitai una botta terribile solo grazie al fatto che piombai addosso a Sky. Era stata lei a cadere rovinosamente, portandomi con lei.
    «S-scusami Pad, ti sei fatta male? Che stupida che sono, non volevo farti cadere con me o meglio..sopra di me..» Mi massaggiai una gamba, e mi resi conto d'improvviso che il mio vestito s'era alzato fin sulla pancia, mostrando a tutto il bosco la mia biancheria. In fretta afferrai l'orlo della gonna e mi coprii, azzardando un'occhiata allarmata in direzione di Sky. «N-no...» mormorai «Cioè sto bene. Devi stare più attenta quando montiamo però.» la guardai indecisa per un po', poi optai per continuare il percorso a piedi. «Non manca molto, perciò possiamo anche andare a piedi.» riafferrai le briglie della cavalla per condurla su. S'era fermata a pochi passi da noi, chiaramente perplessa dall'accaduto. Devi scusarla» le dissi sottovoce, accennando a Sky. Mi voltai appena per rivolgere un sorriso alla mia amica, poi risposi alla domanda che mi aveva posto prima. «Non so, non hai fame? Di solito sei sempre affamata. Tàri, la nostra elfa domestica, stava preparando apposta per te... Al lago ci possiamo andare anche dopo.»
    Quando arrivammo al lago dei cigni il cielo e gli alberi si riflettevano sulla superficie in un concerto di colori brillanti. Era un posto bellissimo. Ovviamente Sky non poteva vedere la mia casa per via dell'incantesimo di protezione, allora le passai un biglietto scritto di pugno da mio padre che indicava il punto esatto dove poteva trovarla. Lui era il custode segreto. Era rarissimo che invitassimo qualcuno a condividere questo nostro posto, nonostante mamma non vivesse più con noi e l'incanto fosse diventato solo un metodo anti babbani. Presi Sky per mano e la condussi dritta sul sentiero acciottolato e poi oltre il cancelletto. «Ecco casa mia.» le annunciai osservando quale sarebbe stata la sua reazione. Forse non era un posto abbastanza chic per lei? Skylee era sempre stilosa anche nel vestirsi, a volte mi immaginavo la sua casa come un posto molto moderno, magari in città. Passai prima dalla stalla per sistemare la cavalla, e poi entrai salla porticina sul retro. «Se hai bisogno del bagno lo trovi al piano di sopra in fondo al corridoio. Qua sotto invece ci sono il salotto, la sala da pranzo e la cucina.» aprii un paio di porte per mostrarle il salottino con il pianoforte verticale che suonavo in bella vista. I mobili erano di legno e soprattutto la cucina aveva un aspetto molto rustico. Alle pareti c'erano moltissime fotografie, che ritraevano me e mia madre, oltre che mio padre, e nessun altro. Fu allora che sbucò Tàri con la sua vocetta stridula e tentò di richiamare la nostra attenzione. «La padroncina ha portato la sua amica?» Tarì era radiosa all'idea di avere un nuovo ospite per pranzo e s'avvicinò a Sky cercando di portarla - pur senza poterla spingere - nella sala da pranzo dove lei aveva apparecchiato con tantissime pietanze diverse. «Vi prego, sedetevi a mangiare quanto volete.» e inchinandosi pareva quasi voler nascondere lacrime di felicità. «Qualsiasi cosa Tàri può darvi da mangiare, Tàri sarà felice di accontentare l'amica della padroncina...» Ero quasi commossa dalla felicità dell'elfina, e spinsi Skylee da dietro, perché non la deludesse.
    «Hai sentito?» le chiesi «Siediti e mangia fino a scoppiare, per il resto c'è tempo.» Mio padre sarebbe tornato nel pomeriggio, quindi avevo tutto il tempo di fare ambientare la mia amica. Era una giornata talmente calda che volendo avremmo pure potuto osare fare un bagno. Mi sentivo davvero al settimo cielo, e non mi sfiorava minimamente che qualcosa di brutto potesse accadere in quei giorni. Speravo di conoscere Sky più a fondo, avevo un sacco di domande che volevo farle sulla sua vita, su quello che pensava e sentiva, ma mi veniva difficile formularle una volta che l'avevo vicina. Tuttavia, mentre mangiavo un piatto intero di verdure grigliate, mi scappò una frase in particolare: «Vorrei...» deglutii «Vorrei davvero che noi... Insomma. Vorrei conoscerti meglio in questi giorni. Vorrei sapere tutto... Tutto quello che pensi.» Non appena l'ebbi detto, la richiesta mi parve sciocca. «Anche se ti sembra stupido.» aggiunsi. Poi bevvi un enorme sorso d'acqua per affogare l'imbarazzo.

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    Edited by †Padme† - 3/11/2020, 18:34
     
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    Eravamo appena cadute da cavallo, o meglio io ero appena caduta da cavallo trascinando con me Padme. Fortunatamente ero riuscita a farla atterrare sopra di me ma nella caduta le si era alzato tutto il vestito lasciando ben poco all'immaginazione, cercai di distogliere lo sguardo dalla sua biancheria fingendo di non essermi accorta di nulla dopo aver notato il suo sguardo allarmato. Quando mi disse di stare più attenta non replicai nemmeno, aveva perfettamente ragione, per cui mi limitai a rivolgerle un debole sorriso imbarazzato, disse che forse era meglio continuare a piedi. Certo, hai ragione forse è meglio. Risposi grattandomi la nuca nel tentativo di sistemare i miei capelli arruffati. Padme riafferrò le briglie della sua cavalla cercando di calmarla mentre le chiedeva di scusarmi, ero la solita imbranata, quando ero troppo emozionata combinavo guai ma ero felice che non ci fossimo fatte troppo male, mi sarei sentita terribilmente in colpa. Certo Andiamo pure a casa mangiare prima, sono abbastanza sicura che il lago non scapperà. Allargai le labbra in un enorme sorriso e solo dopo un po' feci caso al suo commento riguardante il mio frequente appetito. Aspetta..che hai detto? La guardai stupita a bocca aperta. Come osi insinuare che ho sempre fame? Mangia foglie che non sei altro. Non feci in tempo a finire la battuta sui vegetariani che il mio stomaco mi interruppe emettendo un rumore basso e borbottante, scoppiai a ridere Ottimo tempismo stomaco..complimenti, fammi pur fare brutte figure. Fra una battuta e l'altra arrivammo a destinazione, davanti a noi c'era un meraviglioso lago sopra al quale si riflettevano gli alberi intorno al perimetro creando meravigliosi giochi di colore, era stupendo, guardai estasiata le rive del lago chiedendomi quando saremmo riuscite ad andarci. Padme mi passò un fogliettino con su scritta l'esatta posizione della casa per permettermi di vederla, visto che era protetta da diversi incantesimi lanciati da suo padre. Mi prese per mano conducendomi fino al cancelletto di casa sua e quando finalmente ci fummo davanti non riuscii a nascondere un espressione leggermente malinconica. Era così calda e accogliente casa sua che in confronto la tenuta della mia famiglia sembrava una prigione, la sua era piena di fiori e sembrava molto ben curata mentre la mia aveva un giardino cupo e sinistro, che a pensarci bene si addiceva perfettamente alla personalità dei membri della famiglia. Appena entrammo in casa, mi spiegò dove si trovava il bagno e mi chiese se ne avevo bisogno, scossi il capo formando un grande no con la testa, ero troppo emozionata per parlare perché quello era il luogo dove era cresciuta la mia meravigliosa amica, vidi tantissime fotografie appese ordinatamente alle pareti, raffiguravano tutte lei e i suoi genitori, che dire.. erano tutti bellissimi in quella famiglia. L'arredamento della casa era molto rustico e la maggior parte dei mobili era in legno, in una stanza c'era perfino un pianoforte verticale, era tutto molto pulito ed ordinato e quando dal nulla sbucò la sua elfetta domestica capii di chi fosse il merito. L'elfa domestica di padmé era adorabile, aveva una vocina alta e squillante, ci guardava con aria felice e non vedeva l'ora di esaudire ogni nostra richiesta, soprattutto se tale richiesta riguardava il cibo. Pad mi spinse da dietro dicendomi di darmi da fare e mangiare quanta più roba possibile per rendere felice la sua elfetta. Nulla di più facile, soprattutto perché sembra tutto squisito. Dissi allegramente guardando prima Pad e poi Tàri, finalmente qualcosa in cui non avevo paura di fallire a causa dell'emozione, afferrai delle polpettine al sugo e delle patate al forno mangiandone subito un enorme boccone. Caspita che fame che avevo. Confermo,è tutto delizioso. Infilzai un'altra polpetta e l'avvicinai alla bocca di Pad Dimmi un po', la mangeresti della carne se te lo chiedessi con gli occhioni dolci? Iniziai a sbattere ripetutamente le ciglia con fare civettuolo per convincerla, dubitavo lo facesse davvero, da quel che ricordavo al castello non l'avevo mai vista anche solo guardare con aria sognante un pezzo di carne succulenta e quella preparata dagli elfi domestici della scuola era davvero speciale, per cui avevo dedotto che doveva essere piuttosto fedele alle sue foglie. All'improvviso mi disse una cosa totalmente inaspettata, mi chiese di conoscerci meglio e non appena udii quelle parole diventai rossa come un pomodoro, finsi di tossire per nascondere l'imbarazzo ed afferrai il mio bicchiere per mandare giù un po' d'acqua per riprendermi, pure lei ebbe la stessa idea e subito dopo di me afferrò a sua volta il bicchiere tutta paonazza, avevo le labbra secche ed il mio cuore pulsava all'inverosimile.
    V-volentieri. Cercai di ricompormi, non sapevo come prendere quelle parole, era una dichiarazione? No non lo era ma avrei tanto voluto che lo fosse, avrei voluto gridarlo ai quattro venti quanto mi piacesse Pad ma sapevo che non era ancora il momento giusto. Mi piacerebbe molto poterti conoscere meglio, magari dopo facciamo una passeggiata,
    così possiamo ecco..approfondire no?
    La guardai intensamente negli occhi mordendomi leggermente il labbro inferiore.

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    «Mangia foglie che non sei altro.»
    Se non fosse stata Sky a chiamarmi così fin dal primo momento in cui le dissi di essere vegetariana, me la sarei presa a male, come per troppe cose. Non sopportavo affatto che la gente scherzasse su questo tema, era capitato già in passato che mi definissero "erbivora" apposta per provocarmi, con disgusto, come se fosse una brutta cosa. In quei casi diventavo fredda e perdevo ogni traccia di gentilezza, ma dentro di me provavo un forte dispiacere all'idea di non essere non solo compresa, ma nemmeno accettata. Eppure con Skylee era diverso: lei aveva un modo di dire le cose che mi faceva sentire accettata nonostante tutto, nonostante su tante cose fossimo diverse. Era qualcosa che mi commuoveva profondamente, come se con lei non potessi mai essere sbagliata. Avrei voluto farle capire con tutto il cuore quello che lei significava per me, quanto tenessi alla nostra amicizia... Eppure le parole mi si strozzavano in gola non appena provavo a esprimere i miei veri sentimenti. «Dimmi un po', la mangeresti della carne se te lo chiedessi con gli occhioni dolci?» mi chiese lei, con quel fare sbarazzino che mi faceva sorridere, ma che non mi smuoveva.
    «Non mangerei un pezzo di carne nemmeno se avesse la tua faccia.» replicai ostentando il piacere che provavo nel mangiare il mio "cibo da coniglio". Quando le espressi a fatica il mio desiderio di diventare più intime, Sky sembrò imbarazzarsi come raramente la vedevo fare. «Mi piacerebbe molto poterti conoscere meglio, magari dopo facciamo una passeggiata, così possiamo ecco... approfondire, no?»
    Annuii in silenzio, perdendomi nei miei pensieri, nelle mie aspettative... Non le avevo nemmeno rivelato ancora il fatto che la notte o avrebbe dormito nel mio letto a due piazze, oppure avrebbe dovuto riposare sul divano o per terra. Non avevamo un materasso in avanzo, non ce n'era mai stata la necessità, e io non sapevo come evocarne uno. Dentro di me già agognavo quel momento in cui forse avrebbe deciso di dividere il mio giaciglio, perché a Hogwarts non eravamo in stanza insieme, cosa che mi faceva penare moltissimo. Mi rendevo conto che dai miei pensieri potevo risultare quasi ridicola, tanto da sembrare una bambina, eppure non riuscivo ad essere diversamente. La mia amata solitudine era anche troppo gelida, mentre Sky era calda, solare... Lei era il sole che illuminava la mia vita, e già solo vederla mi faceva sentire bene, più forte. Quando avemmo finito di mangiare, giacchè lei ci teneva, condussi Sky fuori dalla tenuta, sul sentierino che percorreva i bordi del laghetto. C'era un bel fresco all'ombra, un odore intenso di pino, mentre al sole bastava poco per sentire caldo e iniziare a sudare. «Eccoti la tua passeggiata, ti aiuterà a digerire» le dissi tornando a punzecchiarla. Camminavo a passo incerto, indecisa se prenderla per mano, ma poi mi decisi per il sì. Feci finta di farlo distrattamente, ma non osai guardarla. Per qualche motivo era molto più difficile comportarsi come sempre adesso, come facevamo a scuola. C'era qualcosa di diverso, ma non riuscivo bene a capire cosa potesse essere. Pensai allora di mettermi a parlare, per impedire che il silenzio tra di noi si prolungasse fino a diventare per me una voragine. «Sai, questo lago... Per me è importante. E' come se avesse qualcosa di magico... Non solo era il luogo dove trascorreva il tempo mia madre, trasformata, ma spesso lo sogno. Sogno di nuotarci con facilità e di scoprire anfratti segreti, ed è come se fossi sveglia sai, eppure quando poi risalgo in superficie apro gli occhi e capisco che stavo sognando. E' come se ci fosse qualcosa che mi chiama ad andare laggiù... Ma ovviamente è difficile trovare il modo di respirare sott'acqua, servirebbe dell'algabranchia, e non è per niente facile da trovare. E poi, non so, forse se anche potessi, finirei per avere troppa paura di scoprire cosa c'è là sotto... oppure di scoprire che in realtà non c'è niente.»
    Senza nemmeno accorgermene avevo puntato automaticamente al salice piangente sulla riva. Le sue fronde sfioravano l'acqua come per carezzarla. Poi avvenne qualcosa: un luccichio tra le increspature sulla superficie mi attirò e d'istinto mi levai le scarpe ed entrai coi piedi nell'acqua fredda, ma quasi non mi accorsi della differenza di temperatura, ero perfettamente a mio agio. Lo sguardo fisso verso un punto indefinito. Non ricordavo di aver mai visto niente del genere, che fosse un pesce o un gioco di luce?
    «Aspetta un attimo» dissi a Sky, e avanzai di poco. Mi chinai verso il bagliore, e non appena ebbi infilato in acqua la mano, quello svanì. Cercai un momento tra le pietruzze in quel punto, e ne scoprii una piccola e liscia. La tirai fuori e me la rigirai nella mano: era azzurrina e aveva incisa una runa di colore oro. Che fosse stata quella a brillare in questo modo? Volevo subito mostrarla a Sky, ma una parte di me esitò, come a voler custodire un segreto. Per questo motivo ci misi un bel po' prima di voltarmi e dirle: «Non è niente, mi era sembrato di vedere chissà cosa.» Intanto tenevo la pietra chiusa tra le dita, e già ero curiosa di scoprire se ve ne fossero altre. Vi era incisa una specie di X, ma non avendo studiato a scuola Antiche Rune, non avevo bene idea di cosa significasse, però ero sicura di avere qualche libro sull'argomento nella libreria del salotto.

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    Edited by †Padme† - 3/11/2020, 18:33
     
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    Una volta finito di mangiare Padme mi condusse verso il sentiero che costeggiava il lago davanti casa sua, all'improvviso mi prese per mano in maniera così disinvolta che mi lasciò di stucco, il mio cuore perse un battito ed istintivamente le strinsi la mano continuando a camminare, con lei era tutto così naturale che mi sembrava strano che ci conoscessimo da meno di un anno. L'aria mi scompigliava i capelli e mi riempiva i polmoni di ossigeno, guardandomi intorno potevo osservare quanto fosse stupendo il lago, introno ad esso c'era molta vegetazione e l'acqua era limpida e chiara. E se invece ci fosse davvero qualcosa sul fondo? Guardai Pad dritta negli occhi e le sorrisi. Non ti pentiresti di non aver fatto nulla per scoprirlo?.. Pochi attimi più tardi la vidi togliersi le scarpe ed entrare nel lago come se nulla fosse, non era da lei, quella dalle idee pazze e strane solitamente ero io, che volesse farsi un bagno così senza preavviso? 《Non è niente, mi era sembrato di vedere chissà cosa》 Questo mi disse quando le chiesi cosa stesse facendo, mi parve strano ma non ci diedi troppa importanza, decisi di raggiungerla, mentre era ancora di spalle mi tolsi scarpe e vestiti rimanendo in biancheria intima, poi mi avvicinai a lei e le toccai le spalle facendola girare. Che dici? Ci facciamo un bagno? Contrariamente a ciò che avrei fatto con altre persone le concesi una scelta e non la buttai direttamente a mollo con me, le diedi almeno il tempo di togliersi i vestiti prima di lanciarmi con un tuffo dentro le fredde acque del lago. Quando fu finalmente entrata anche lei mi immersi trattenendo il fiato e mi avvicinai alle sue gambe lisce e lunghe ed afferrandola da sopra le ginocchia la trascinai verso il fondo insieme a me, ed una volta sott'acqua raccolsi un sassolino scintillante e glielo mostrai fingendo di regalarglielo scherzosamente per farmi perdonare, lo avevo preso a caso e subito non mi ero accorta che ci fosse inciso sopra qualcosa. Tornai in superficie e Padme fece lo stesso ci guardammo in faccia, avevo un espressione stranita. È una runa? Alzai un sopracciglio osservando meglio la pietruzza, era azzurra e sopra sembrava esserci incisa una specie di Ipsilon dorata. Sai cosa sia? Non sono molto pratica di rune antiche, ma sono abbastanza certa che questa lo sia davvero..
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    «Che dici? Ci facciamo un bagno?»
    Feci appena in tempo a togliermi i vestiti che senza darmi il tempo di acclimatarmi Sky mi trascinò in acqua con sè. Lanciai uno strillo tipicamente femminile, e la schizzai l'acqua in faccia in un tentativo infantile di vendetta. Una volta in acqua però mi sentii meglio, quasi - come dire - al sicuro. Mentre mi muovevo sinuosamente in quell'elemento che ora mi era tanto famigliare, mi slanciai un attimo verso Sky per stringerle le spalle, e il contatto dei nostri corpi, pelle contro pelle, sotto quella coperta fredda fatta di acqua riuscì comunque a darmi un brivido inaspettato. Non ebbi la sfrontatezza di guardarla in faccia, perciò mi immersi una volta per sottrarmi al suo sguardo. Quando però lei recuperò un sassolino del tutto simile a quello che avevo trovato io, fui impressionata e mi avvicinai a lei di nuovo, ansiosa di dare un'occhiata ma ancora un po' esitante all'idea di mostrarle quello che avevo trovato. Non sei ragionevole, mi sgridai interiormente, e mentre lei rigirava nel suo palmo l'oggettino, ebbi quasi l'impulso di toglierglielo. Tirai su col naso e mi appiatti la chioma bagnata dietro le orecchie.
    «Sai cosa sia? Non sono molto pratica di rune antiche, ma sono abbastanza certa che questa lo sia davvero..» A queste parole una lampadina si accese nel mio cervello, e pensai che era stato da sciocchi non arrivarci subito.
    «Sì, è decidamente una runa.» mi guardai attorno incuriosita «Magari ce ne sono altre in giro dato che...» inghiottii prima di decidermi a dirle la verità «...dato che anche io ne ho appena trovata una.» E gliela mostrai. per un breve istante prima di richiudere gelosamente la mano.
    «Ma è mia. Chi trova tiene.» la sfidai «Dopo possiamo consultare qualche libro che ho a casa, e cercare di capirne di più. Dai!» la incitai, e mi rituffai alla ricerca di qualche altro scintillio dorato. Non amavo tenere gli occhi aperti sott'acqua, ma sapevo farlo se necessario. Ero anche in grado di restare in apnea per un tempo considerevole e infatti nella foga della ricerca tentai di resistere quanto più potei, per un minuto buono dimentica del fatto che Sky poteva preoccuparsi.

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    Diedi giusto il tempo di togliersi i vestiti a Pad, poi la trascinai con me in acqua, strillò e mi schizzò una notevole quantità di acqua addosso, poi non appena fu soddisfatta della sua vendetta mi cinse le spalle e mi si accasciò sopra, il contatto con la sua pelle mi fece venire la pelle d'oca, era una sensazione piacevole e mi dispiacque molto quando lasciò la presa per immergersi sott'acqua. Quando trovai un sassolino con sopra incisa una runa e glielo feci vedere, dopo un po' di esitazione ammise che anche lei ne aveva trovato uno e che una volta tornate a casa avremmo potuto consultare un libro a riguardo, acconsentii felice e mi immersi nuovamente insieme a lei per cercare altri sassolini da studiare, ne trovammo almeno sei ed una volta uscite dall'acqua ci asciugammo sulla riva grazie ai flebili raggi di sole che oltrepassavano le folte chiome degl'alberi. Eravamo esauste dopo la ricerca e ci volle molto più tempo rispetto all'andata per tornare a casa sua ed una volta arrivate, dopo un veloce spuntino, ci mettemmo subito all'opera per studiare i simboli delle rune sui sassolini, alcune riuscimmo a capire quali fossero e a interpretarne il significato, mentre altre erano più difficili da capire e decidemmo di lasciarle per un'altro giorno visto che iniziava a farsi tardi. Mi feci una doccia fresca e mi lavai i capelli con un balsamo alla ciliegia, aveva un profumo buonissimo e mi faceva venire l'acquolina in bocca, fortunatamente di li a poco l'elfa domestica della famiglia di Pad avrebbe iniziato a cucinare per mettere tanto succulento cibo in tavola. Presi del puré di patate e diverse verdure grigliate. Visto Pad? Questa sera mangio cibo per conigli come te, devo dire che non è affatto male.. Le sorrisi guardandola con sguardo sognante, ogni volta che il mio sguardo si intrecciava col suo potevo percepire il battito del mio cuore aumentare, me lo sarei strappato dal petto se avessi potuto perché non sapevo come controllare tali emozioni, avevo bisogno di dirglielo e non ero certa avrei resistito ancora molto, necessitavo di sapere se pure lei ricambiava i miei sentimenti. L'opportunità perfetta si presentò quando Pad mi informò che visto che non avevano una camera per gli ospiti avrei dovuto dormire con lei nel suo letto, il mio cuore perse decisamente un battito in quel momento ed un sorriso da ebete mi si dipinse sul volto e quando giunse l'ora di andare a dormire, rovistai velocemente nel baule per tirare fuori la mia vestaglia di ciniglia grigia e la indossai, poi balzai con grazia sul letto nascondendomi sotto le sue morbide lenzuola, quando Pad mi raggiunse e si unì a me sotto le coperte provai una sensazione di eccitazione in tutto il corpo e quando con la punta dei piedi mi toccò le caviglie, andai totalmente fuori di testa e capii che non potevo aspettare oltre. Pad.. ecco io dovrei parlarti di una cosa importante.. Dissi guardandola negli occhi con un timido sorriso sulle labbra, il suo viso era bellissimo ed ora che era illuminato dalla candida luce della luna sembrava ancora più perfetto. Vedi.. è da un po che ci penso e valuto se sia giusto dirtelo o meno, visto che non vorrei rovinare la nostra amicizi, ma io.. ecco.. io.. credo di essermi innamorata di te e sento di non poter più nascondere i miei sentimenti per te. Ammisi in fine nascondendomi il volto fra le mani, totalmente rossa dalla vergogna.

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    Il pomeriggio insieme a Sky era volato: era facile stare con lei, eravamo davvero sulla stessa lunghezza. Dopo il bagno ci eravamo asciugate al sole, osservando i sei piccoli sassolini azzurri, tutti incisi con il disegno di una runa. Curiose com'eravamo tutt'e due ci precipitammo subito dopo nella piccola biblioteca del mio salotto, e avevamo consultato tomi grandi e dalle pagine ingiallite per almeno un paio d'ore. Da un lato mi sentivo eccitata all'idea di avere qualcosa da scoprire, dall'altro quest'eccitazione era dovuta alla presenza di Sky nel mio nido d'infanzia. La guardavo con affetto, mentre i suoi riccioli le nascondevano la faccia quasi schiacciata sulle pagine, ma quando alzava lo sguardo distoglievo subito il mio. Alla fine raccogliemmo i sassolini in un sacchettino, ma il primo che avevo trovato preferii tenerlo con me. La runa in questione si chiamava naudiz il cui significato al diritto era: sorprese piacevoli, regali, sogni rivelatori; mentre al rovescio significava incertezza, solitudine, stanchezza, bugie. Come talismano portava fortuna in amore e sogni rivelatori. Trovavo estremamente affascinante soprattutto il fatto che fosse la runa delle Ondine, creature magiche dell'acqua, che possono assumere anche la forma di sirene. Pensai che fosse un segno - assurdamente lo pensai da parte di mia madre - perciò decisi che non me ne sarei separata più, esattamente come il ciondolo col cigno. Forse questo mio attaccamento a degli oggetti materiali poteva farmi sembrare infantile o superficiale, eppure io ero così. Prima di cenare io e Sky facemmo la doccia a turno. Avvertii distintamente l'intenso profumo di ciliegia che portò con sè una volta uscita, era delizioso, ma io utilizzavo profumi più freschi e lievi, come il gelsomino o al massimo la vaniglia. A cena Tàri ci preparò di nuovo un pasto abbondante, ma io non mangiai molto. Scherzavo con Sky sulle cose più semplici, ci mettemmo anche a spettegolare sui compagni di scuola in modo piacevole, e presto arrivò il momento di un dolce speciale alle meringhe, che Tàri sapeva piacermi. Me lo gustai lentamente, e poi annunciai a Sky che avremmo dovuto dividere il giaciglio - il mio letto grande a baldacchino, con toni blu e azzurri, tanto da ricordare quelli di Corvonero a Hogwarts - e lei ne fu contenta, come avevo sperato. Una volta indossati i pigiami - il mio era una vestaglia sottile e argentata con sotto un paio di shorts aderenti - ci infilammo a letto e parlottammo per un po'. Cercavo in tutti i modi di non toccarla troppo, perché il calore che sentivo ero certa non venisse dal fatto che le coperte erano troppo pesanti. Mi rotolai sulle lenzuola e fissai il soffitto, e pensavo che sarebbe stato il momento di spegnere la luce e dormire, solo che non avevo sonno. Fu allora che Sky prese la parola per introdurre un discorso inaspettato.
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    Sai che puoi dirmi quello che vuoi, — la rassicurai, e le strinsi la mano sotto le coperte. Non mi aspettavo brutte sorprese, quella notte ero felice, e tutto stava andando a meraviglia.
    Vedi... E' da un po' che ci penso e valuto se sia giusto dirtelo o meno, visto che non vorrei rovinare la nostra amicizia, ma io...
    Ascoltandola strabuzzai gli occhi, improvvisamente in ansia di sentire la conclusione. Non si trovava bene? Voleva tornarsene a casa l'indomani? Non le stavo più simpatica? Mille domande si affacciarono alla mia mente nel giro di un secondo, per poi scomparire l'istante seguente.
    Ecco... Io... Sento di essermi innamorata di te e di non poter più nascondere i miei sentimenti per te.
    Rimasi stupefatta, senza riuscire a spiccicare parola per un momento breve ma che sentii come eterno. Sky si era nascosta la faccia tra le mani, e inaspettatamente scoppiai a ridere. Era una risata di sollievo, un po' incredula, e infinitamente gioiosa.
    E non potevi dirlo prima, scema? — la stuzzicai raggiungendola sotto il piumone e abbracciandole la vita. Appoggiai lì la testa, sul suo morbido grembo, e ispirai profondamente. Potevo crederci? Io che piacevo a qualcuno? E non a qualcuno qualunque, ma proprio a Sky. Sky, che piaceva praticamente a tutti. Com'era possibile che stesse succedendo? Mi sentivo tra le nuvole.
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    Scivolai pian piano verso il suo collo, e poi timidamente iniziai a darle qualche piccolo bacio gentile sull'incavo del collo, poi sulla guancia. Dovetti chiudere gli occhi per trovare il coraggio di spostarmi verso la sua bocca, sperando che anche lei facesse qualcosa. Quando le mie labbra incontrarono le sue, provai un brivido come di freddo, solo che era diverso. La baciai lasciandomi trasportare da lei fin dove voleva, perchè io non avevo la benché minima idea di cosa sarebbe successo dopo. Il mio corpo fremeva, ma io ero esitante. Ogni tanto mi scappava un risolino di imbarazzo.
    Sei bella, — le dissi in un soffio, quando trovai il coraggio di aprire gli occhi per incontrare i suoi così insoliti — Sono contenta di averti incontrata. Sei la cosa più bella che ho. — conclusi con un sorriso sincero.
    Dopotutto era la verità, e la verità ancora più vera è che ero la persona più fortunata del mondo.
    Volevo a Sky un mondo di bene. Forse l'amavo addirittura? Non che sapesse cosa fosse l'amore... Non l'avevo mai sperimentato, non mi ero mai innamorata. Quando l'amicizia si trasforma in amore è così? E' tutto diverso dai racconti, pensai un po' impanicata: questa volta non potevo trovare la risposta in un libro.

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    《E non potevi dirlo prima, scema?》 Le parole di Padme mi lasciarono a bocca aperta, letteralmente a bocca aperta, soprattutto quando saltò nel letto accanto a me e dopo essersi stretta sui miei fianchi aveva appoggiato la testa sul mio grembo, provai come un fremito che si fece sempre più forte man mano che continuava a lasciarmi una scia di baci sul corpo. Non avevo mai visto Pad così decisa e tutt'altro che timida ma dovevo ammettere a me stessa che anche questa sua versione più aggressiva mi piaceva parecchio. Ricambiai il bacio che mi diede chiudendo gli occhi e ne approfittai per incorniciare il volto con le mie mani spingendola delicatamente verso di me, quando mi fu abbastanza vicina la feci scendere dal mio corpo aiutandola a stendersi sul letto e le salii sopra a mia volta continuandola a baciare. Le mie mani scivolarono lungo la sua figura e si fermarono sul suo ventre, le slacciai la vestaglia e scomparendo sotto le coperte iniziai a baciarla ovunque assaporando il suo corpo con avarizia, non volevo che nessun'altra la toccasse mai come stavo facendo io, iniziavo a sentire un senso di gelosia al solo pensiero che ciò non potesse durare per sempre e la cosa mi rendeva irrequieta, non era da me temere qualcosa e Pad come nessun'altro, sapeva tirar fuori questa mia debolezza. Le mie dita si muovevano delicate mentre giocavano sulle sue morbide cosce snelle e affusolate, la mia bocca continuava a muoversi sul suo corpo per farle provare piacere e non volevo assolutamente smettere, volevo di più, volevo tutto ma il pensiero che suo padre si trovava a poche stanze da noi mi fece rinsavire, non potevamo certo fare troppo rumore, chissà cosa avrebbe potuto pensare; una sconosciuta si presenta alla sua porta in mattinata e la sera stessa si approfitta della sua ingenua ed innocente figliola, che mostro. Sbucai lentamente fuori dalle coperte con la testa e dopo aver rivolto un sorriso malizioso a Pad, le diedi un altro bacio sulle sue morbide labbra. 《Sei bella. Sono contenta di averti incontrata. Sei la cosa più bella che ho.》Posso assicurarti che stavo pensando esattamente la stessa cosa. Sei stupenda, non cambiare mai te ne prego. Sei la persona più pura che conosca e penso che ciò sia un enorme pregio. Le sfiorai la guancia con il dorso del dito indice e mi avvicinai a lei per stringerla forte a me. Voglio stare con te, ho bisogno di stare con te. Mi piace la persona che divento quando sono al tuo fianco e spero che per te sia lo stesso. Anche se effettivamente sono sempre favolosa. Le feci una linguaccia arricciando il naso. Con te però lo sono ancora di più. Ero impacciata nel parlare dei miei sentimenti e il romanticismo non mi veniva affatto facile, non sapevo bene come mi sarei dovuta comportare ma sapevo che col tempo lo avrei capito, me lo avrebbe fatto capire Pad e ciò mi bastava per desiderare che quei sentimenti durassero per sempre.

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