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"Ma che diamine! Già non dovrei essere qui, potresti almeno evitare di saltarmi in testa e infilarmi quei legnetti nelle orecchie?"
Scossi la testa leggermente, sorridendo e pronunciando quelle parole con tono completamente disincantato.
Quel pomeriggio, terminato l'orario delle lezioni, avevo deciso di tornare una volta ancora sul limitare della foresta, deciso più che mai a relazionarmi con quegli asticelli che la volta precedente avevano fatto capolino dalle fronde di un vecchio faggio.
Avevo messo tutto a punto nei giorni precedenti, riuscendo a reperire per vie traverse delle uova di Doxi e documentandomi in biblioteca su quelle piccole e interessanti creature.
E cosi: eccomi li. In piedi ai margini del territorio proibito, tutto impegnato a fare conoscenza con una piccola colonia di Bowtruckles.
Ci misi giusto una mezz'oretta ad avvicinare le creature, conquistando una piccola dose di fiducia da ogni singolo individuo mediante l'utilizzo delle uova che avevo sapientemente riposto in un barattolo ermetico.
Contai esattamente sei individui in quella "colonia", quattro adulti e due esemplari più giovani; i quali si mostrarono, sicuramente, meno diffidenti nei miei confronti. Inizialmente dovetti fare attenzione al caratteraccio che uno dei maschi adulti dimostrò di avere cercando di estirparmi il bulbo sinistro dall'orbita, tuttavia anche lui infine cedette alla tentazione di un pasto facile: esattamente come quello che stavo offrendo loro.
Nutrì a dovere ogni singolo individuo di quella "famiglia", prima di ingaggiare una sorta di "gioco" con uno degli esemplari più giovani.
Tale attività consisteva nel fatto che il Bowtruckle si divertisse a infastidirmi con le sue fini dita legnose, mentre io cercavo - senza impegnarmi veramente - di scrollarmelo di dosso.
Era un tipetto veloce e instancabile, quel mio piccolo e legnoso esserino.
Me ne stavo completamente assorto nella mia interazione, quando uno scricchiolare di passi alle mie spalle mi provocò una scossa lungo la spina dorsale.
< Ecco fatto, mi hanno beccato: sono fottuto>, pensai girandomi lentamente verso la fonte del rumore con l'asticello ancora sulla testa.
A qualche metro da me, seduta a carponi su un masso, mi dava la schiena quella che riconobbi subito come Vanja E. Rosèncrañtz: la mia ragazza.
Solo in quel momento, mentre la creaturina emetteva suoni frenetici fra i miei capelli, mi resi conto che non passavo veramente del tempo con la rossa dalla nostra uscita ad Hogsmeade risalente al weekend passato.
Deciso a godermi dei meritati minuti con lei, mi rigirai verso il faggio e tentai di posare la creaturina sullo stesso ramo dei suoi familiari.
Il termine "tentai" si rivelò presto esatto, poiché non appena cercai di adagiare l'asticello sul suo albero questi mi conficcò le dita nella pelle della mano e cercò in tutti i modi di ritirarsi sul dorso della stessa.
"E va bene...", cominciai in tono calmo come se la creaturina potesse capire la mia lingua,"Puoi venire con me, ma solo finché starò nei paraggi. Poi, da bravo, ti lascerai riporre qui con i tuoi amici. Non voglio doverci rimettere un occhio io per il tuo caratterino esuberante!"
Mi poggai la creatura sulla spalla sinistra, versai qualche ulteriore uovo sulle foglie del faggio e mi diressi verso il punto in cui la rossa stava sostando, ignara della mia presenza alle sue spalle.
Arrivatole sufficentemente vicino, le posai una mano sulla spalle e mi chinai per darla un bacio sulla testa prima di prendere posto di fianco a lei, sul lato sinistro della piatta pietra.
Inevitabilmente il mio sguardo cadde sul suo viso, che era un misto tra quello che avrei avuto io dopo un giorno di ventinove ore e quello di una modella caucasica senza trucco.
Eppure, nonostante ciò, i suoi lineamenti continuavano a risultarmi irresistibili.
"Buongiorno Baby!", iniziai con voce calda e accogliente, "Fatto a pugni col cuscino stanotte?"
Senza sorpresa alcuna, notai le spalle di Vanja muoversi leggermente indietro quando distinse i contorni del Bowtruckle che, nel frattempo, si era seduto laddove l'avevo poggiato, lasciando penzolare le "gambe" oltre il bordo della mia spalla.
"Oh che sbadato, le presentazioni! Lui è...bhe, non ha un nome e se c'è l'ha non so quale sia. Ad ogni modo, è un asticello estroverso che ho conosciuto poco fa. Non preoccuparti, come vedi è veramente innocuo."
Girando gli occhi verso la creatura notai che stava fissando Vanja con la testa leggermente piegata di lato e quello che, almeno credo, fosse una sorta di sorrisi esaltato.
Edited by L. McCormac - 26/5/2020, 21:27. -
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Edited by vânjaRosèncrañtz - 27/5/2020, 23:06. -
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"Si bhe, non credere che il nostro qui presente legnoso amico non abbia già provato a infilzarmi con quelle sue ditina affusolate. Diaciamo che, come io faccio con lui, fa in modo di non superare mai il limite del "gioco"."
Risposi alle prime osservazioni di Vanja, scuotendo leggermente le spalle per infastidire scherzosamente l'asticello.
"Bhe dai, i ciclopi non sono poi così male! Omero gli descrive come "figli" di Poseidone, la progenie di un Dio non essere quantomeno affascinante come me? Ad ogni modo, ottima battuta rossa! Anche se non hai nulla da temere: ho ugualmente occhi solo per te."
Accompagnao le mie parole con un sorriso e cinsi la vita della russa con un braccio, avvicinando un po' di più i nostri corpi e poggiando la mia testa sulla sua.
Nonostante la spensieratezza di quel momento, non potei fare a meno di notare una vena quasi malinconica nella voce di Vanja quando pronunciò quel "Mi fai stare bene."
Tali parole, pronunciate in un qualsiasi altro istante e con un qualsivoglia tono di voce differente, mi avrebbero portato a scambiare delle più calorose effusioni con la mia ragazza.
Non li però.
Non con quell'umore, palesemente triste, che le attanagliava i pensieri.
Mi girai a carponi sulla pietra, approfittando della mia elasticità muscolare, e infilai la gamba sinistra sotto quelle della Rossa.
Le presi le mani nelle mie e la fissai intensamente per qualche secondo, lasciando che i nostri occhi comunicassero tra di loro, poi decisi di parlare.
"No Rossa, o meglio non proprio. Non credo che sia io a fare star bene te, al massimo siamo entrambi più in pace quando siamo insieme", le spostai la solita ciocca ribelle dal viso,"Quindi dimmi: cos'è che ti cruccia così tanto da portarti a trascurare la tua salute? Perché non ho intenzione di mentirti baby, il tuo aspetto parla da solo. Da quanto non dormi o fai un pasto come si deve?"
< Che qualcosa che non va qui, falla parlare.>
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Come avevo immaginato, la rossa cominciò finalmente a sfogare tutte le sue paure e frustrazioni.
Era ampiamente capibile e, anzi, mi sorpresi per la quantità di tempo che impiegò a vuotare il sacco.
Aveva ricevuto quella maledetta lettera da settimane ormai; eppure non aveva mai dato nemmeno un minimo cenno di cedimento.
Non fino a quel momento, almeno.
La lasciai sfogare, fissandola negli occhi per tutto il tempo senza mollare la presa dalle sue mani nemmeno per un istante.
Prima di cominciare a risponderle, tuttavia, gettai uno sguardo incuriosito verso l'asticello sulla mia spalla.
La creaturina, evidentemente incuriosita, stava tendendo le "braccia" verso la rossa,
Esattamente come avrebbe fatto un bambino che chiedeva di essere preso in braccio.
Sorrisi dolcemente e presi l'esserino nella mano destra, poggiandolo poi sulle gambe di Vanja.
Diedi un bacio veloce sulla guancia della russa, e cominciai a risponderle in tono calmo e tranquillo.
"Sai, forse non te l'ho dimostrato come avrei voluto ma ho pensato molto alla tua situazione.
Prima di rispondere alla tue domande, voglio che tu sappia una cosa: Io per te ci sarò sempre e casa nostra sarà casa tua.", mi interruppi sorridendole,"Come la prenderei...non lo so. È una situazione delicata, una di quelle in cui bisogna trovarcisi per sapere con certezza come si reagisce a determinate problematiche. Posso dirti questo però: con mio padre ho passato momenti terribili, specie dopo il mio ritorno al mondo, eppure sono molti di più i ricordi felici che conservo di lui.
Ora, basandomi su ciò che mi hai raccontato, non hai mai avuto un rapporto idilliaco con la tua famiglia. Sono però sicuro che, scavando fra i tuoi ricordi con loro, ne troverai qualcuno a cui non vorresti rinunciare. Per questo io lascerei l'obliviazione come ultimissima spiaggia, dopotutto i tuoi potrebbero essere al corrente di tutto da molto tempo prima di te. Quindi aspetta a sentirti tradita, magari ti hanno solo protetto da qualcosa di scomodo per tutto questo tempo. Per ciò che concerne il tuo sostentamento...", scrollai le spalle ostentando menefreghismo, "Sei ovviamente libera di ricercare la tua indipendenza. Sappi però che i soldi non saranno un problema, mai."
Sentì le mani di Vanja tremare per lo sconforto, così le strinsi un po' di più nelle mie e vi diedi un leggero bacio. Odiavo vederla così: schiacciata dal mondo al punto da perdere il sonno e l'appetito.
Pronunciò due frasi cariche di tensione, le quali aprirono un silenzio che si interruppe solo nel momento in cui le labbra della rossa ripresero ad emettere parole intrise di ansie e preoccupazioni.
Quando finì di esternare i suoi pensieri, staccò una mano dalle mie per andare ad accarezzarsi i lineamenti facciale con aria circospetta.
Presi un lungo respiro e avvicinai le labbra al suo orecchio.
"Io so benissimo chi sei: Un'acuta, intelligente, sveglia e bellissima giovane donna.
Una ragazza introversa ma anche terribilmente tenera, almeno con me. Quella che spacca le persone con uno sguardo ma poi si metterebbe sulla linea di tiro di un Mangiamorte per salvare un amico. Questo sei. Questo mi basta e questo amo.", risi dolcemente nel suo orecchio e mi affrettai ad aggiungere, "A proposito, stanotte dormiremo insieme. E non accetto un "no" come risposta."
Le baciai la fronte e mi allontanai leggermente da lei, quanto bastava per poterla guardare completamente.
Volli stemperare un po' la tensione, così feci una carezza con l'indice sulla testa dell' asticello e cercai di distrarre Vanja con una domanda sinceramente interessata.
"Ora dimmi baby, sono sicuro che avrai già messo in atto un piano ben congeniato per il nostro viaggio in Russia. Ti va di rendermi partecipe?". -
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Edited by vânjaRosèncrañtz - 2/6/2020, 23:22. -
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"Credo che le tue intenzioni non avranno effetto stavolta."
Momento momento, a quanto pare negli ultimi tempi venivo frainteso più spesso del solito dalle persone.
Stavo forse parlando in Irlandese con la gente senza rendermene conto?
"Sai, non credo che tu abbia afferrato. Passeremo la notte insieme? Si, Andremo su al solito posto? Si ancora, tuttavia desidero che tu dorma un po'. Quindi faremo cena, ci chiuderemo nella stanza delle necessità, cazzeggieremo sul divano magari sorseggiando qualcosa e poi faremo in modo che tu ti faccia un bel sonno ristoratore. No Rossa, non me ne frega un cazzo del sesso ora come ora."
Alzai le braccia e dischiusi le labbra in un ampio sorriso.
Ovviamente bruciavo letteralmente dalla voglia di stare con lei in quel modo, come sempre d'altronde.
Sapevo però che, con tutto quello che le stava accadendo, erano altri "bisogni" ad avere la precedenza.
"Anzi stavo pensando, la bevanda della pace che abbiamo preparato e fin troppa per un solo ippogrifo, potresti pensare di prenderne un sorso o due."
Annuì con la testa alla mie stesse parole e lasciai che la rossa esternasse il suo "piano" per il nostro viaggio in Russia, incrociando le gambe sul masso e tendendo le orecchie per non perdermi neanche un dettaglio.
Quando ebbe finito, scossi leggermente il capo e cominciai formulare la mia risposta.
"Ovviamente ci sto, a tutto. Però ho alcuni punti da contestarti. Innanzitutto, La lettera che ti è arrivata diceva chiaramente che là avrebbero chiarito ogni tuo dubbio, quindi non serve il veritaserum. Tuttavia se vuoi possiamo provare a prepararlo comunque, può sempre tornare utile in altre situazioni.
Inoltre direi che quando le nostre motivazioni in Russia si saranno esaurite potremo benissimo andare direttamente in Irlanda. Per quanto riguarda i tuoi animali, puoi mettere Dafne in un contenitore adatto e "spedire" lei e il tuo gufo direttamente da me in Irlanda. Sono sicuro che Jack guiderà facilmente il tuo volatile fino al McCormac Manor. Infine, per quanto riguarda la tua domanda sulla mia volontà riguardo il portati da me per l'estate, direi che un bel "fottiti" è la risposta più adatta...", Feci una pausa per baciarle calorosamente la fronte,"Non esiste cosa o forza al mondo che possa farmi cambiare idea su di Noi."
< Si mia cara, come ho già detto: da buon irlandese posso intestardirmi su una cosa per tutta la vita qualorac lo ritenessi opportuno>.
"Ora dimmi, hai intenzioni di prendere quella povera creatura fra le mani?!", le dissi ridendo alludendo all'asticello che le stava in grembo,"No perché sono ormai cinque minuti che tende le "braccia" incessantemente verso di te!".. -
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Edited by vânjaRosèncrañtz - 3/6/2020, 21:22. -
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Presi a osservare attentamente la Rossa, sembrava così incuriosita a premurosa nei confronti della creatura che, finalmente, aveva ottenuto le sue attenzioni.
L'asticello prese a "giocare" con i capelli scarlatti della Russa, dando un ulteriore prova della sua capacità di interagire con gli esseri umani.
Non staccai gli occhi da Vanja nemmeno per un istante, estremamente contento per essere riuscito infine a donarle un momento di tranquillità in quella sua tempesta emotiva.
Prima di rispondere alle sue domande, le sorrisi calorosamente.
"Su di loro, purtroppo, non abbiamo grandissime informazioni. Sappiamo che sono soliti fare da "guardiani" ai loro alberi, i quali sono spesso ottimi per la fabbricazione di bacchette. Da quello che ho potuto apprendere sul campo e da alcuni volumi, questi esserini vivono nei e sui loro alberi in piccole comunità che potremmo benissimo definire come vere e proprie "famiglie". Ciò mi porta a pensare che, come per noi, esistano maschi e femmine anche nella loro specie. Sono solo supposizioni però poiché, sfortunatamente, stiamo parlando di esserini solitamente molto timidi e sfuggenti. Ecco perché mi interessano così tanto: vorrei approfondire gli studi su di loro.", feci una pausa per osservare bene il comportamento del Bowtruckle, " Bhe, fame non credo proprio, si è appena scofanato una decina di uova di Doxi questo qua! Probabilmente vuole sole più attenzioni. Tuttavia, direi che è arrivato il momento di riportarlo dai suoi simili. Dai, vieni con me!"
Tesi la mano verso Vanja e vi chiusi dentro la sua, dirigendolo, poi, verso il faggio ove il resto dei Bowtruckles stavano sicuramente aspettando il loro piccolo ribelle.
Siccome la leggerezza di quelle argomentazione sembrava essere un balsamo portentoso per l'umore della rossa, decisi di continuare a calcare la mano su quegli argomenti.
Giungemmo a destinazione, dove indicai a Vanja il ramo esatto su cui concentrare la sua attenzione.
"Ora aguzza lo sguardo, vedi la, ta quelle foglie? Qui due piccoli esseri che si muovono e fanno capolino verso di noi con aria incuriosita? Bene, presumo che siano i "parenti" di quel piccolo ribelle che ti porti dietro. Ok, ora...", raccolsi il barattolo con le uova da terra e lo aprì,"Perché non provi a rimettere il nostro amico sul suo albero e a nutrire ancora un po' gli altri?"
Apri il contenitore ermetico e lo tesi verso la rossa, sorridendole con gusto.
"Oh, fa solo attenzione! Prima c'era un adulto piuttosto diffidente!". -
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Sentì a malapena il mio nome sussurrato a voce bassissima da Vanja, e cercai di seguire la linea del sguardo per capire cosa le provocasse tutta quell'ansia.
Alzai la testa e, immediatamente, capì chi era l'artefice di quel casino.
Sui rami più alti, saltellando a destra e sinistra, si era posato un bellissimo esemplare di corvo reale il quale, pregustando un pasto a base di asticelli, prese a schioccare il becco.
Agii frettolosamente e d'impulso.
Afferrai la bacchetta dalla tasca, la puntai verso il volati e pronunciai l'incanto: "Monstrum!"
Dalla punta del catalizzatore uscì un piccolo spettro urlante che, immediatamente, flutuó con fare aggressivo verso il volatile; costringendolo ad una spaventata fuga.
Sorrisi e mi girai verso la rossa e le i Bowtruckles, riponendo la bacchetta nel fodero.
"Che tata premurosa!", scherzai dando un bacio sulla guancia a Vanja,"Puoi stare tranquilla comunque, questi rametti sanno vendere cara la pelle. Quella cornacchia avrebbe sicuramente perso, quantomeno, la vista. Sai, se non si è capaci ad avvicinarle, queste creaturine possono rivelarsi incredibilmente insidiose per la loro taglia."
Presi un paio di uova dal barattolo e le allungai sul ramo ove i due "adulti" si erano immobilizzati, puntando i lori piccoli occhietti neri su di noi.
La rinnovata quiete di quel momento mi fece balenare in mente un argomento che volevo chiudere con la mia lei una volta per tutte; e avevo tutta l'intenzione di farlo con la maggior leggerezza di spirito possibile.
"Hei!!", esordì con un tono di voce teatralmente offeso dando un buffetto sulla spalla della rossa,"Ora che ci penso...hai finito di rompermi i boccini con quella storia di Hermia? Gelosona!", le scompigliai giocosamente i capelli con la mano sinistra, "Sai benissimo che non hai motivo di essere gelosa. Voglio dire, ti sei guardata allo specchio? Ti rendi conto di che bomba sexy sei?"
Sorrisi di gusto, lieto del fatto che l'atmosfera si fosse rilassata tanto da permetterci di scherzare fra di noi.
Certo, i problemi di cui avevamo discusso poco prima erano ancora lì, più incombenti che mai.
Tuttavia non sembravano più così pressanti da fotterci la testa, dopotutto non potevano essere un problema per noi due, insieme.
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"Piantala di dir cazzate, per me sei comunque terribilmente attraente!"
Era vero, benché spesso e volentieri cercassi di darmi un contegno non avrei esitato un secondo a dedicarle un tipo di attenzioni più...particolari.
Sempre e comunque, in ogni luogo e dove.
Mentre Vanja continuò a parlare, quindi, mi misi dietro di lei e le cinsi la vita, appoggiando leggermente il mento nell'incavo della sua spalla sinistra.
"Nono cara, e a me che non devi rompere i boccini! Me ne frego di quello che fai con Hermia.", scherzai baciandole di nuovo la guancia,"Ecco appunto! Tieni renditi utile, io me ne starò qui dietro a guardare e a baciarti il collo.".
Le misi il baratto in mano e, osservando la cura con cui nutrì gli asticelli, poggiai nuovamente le mani sui suoi fianchi, facendo aderire il mio ventre alla sua schiena.
"Un pochino fame? Io mi sto riferendo! Gulasch dici eh? Ma come fai a volere una cosa simile con sto caldo?", scherzai morsicchiandole il lobo, "Io credo che mi farò una bella bistecca con delle patate al forno, tanto quelle non mancano mai! Riguardo alla bottiglia non devi preoccuparti: io ne ho solo di buona qualità!"
Sciolsi la prese dalle sue curve, diedi una carezza veloce sulla testa al "nostro" asticello e mi girai verso il castello, tendendo la mano sinistra verso la rossa.
"Vieni dai, mi prenderò io cura di te, stasera."SPOILER (clicca per visualizzare)Uscito..