Harvey Darwin Hollingsworth

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    Harvey Darwin Hollingsworth

    I'm just a man, I'm not a hero. Just a boy and I don't care.

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    Nome: Harvey - Secondo nome: Darwin - Cognome: Hollingsworth - Data di nascita: 11 agosto 1997 - Età: 22 - Luogo di nascita: Hampstead, Londra - Stato di sangue: Purosangue - Allineamento: Neutrale - Malvagio |


    Cosa ama
    Sono tante le cose che apprezza. In primo luogo, mostra grande affetto per suo fratello minore, Heron, chiamato Dexter. Lo ha sempre protetto dal mondo e non può non sentirsi quasi obbligato a farlo. Ha con lui un buon rapporto nonostante a volte, come capita tra ogni fratello, finiscano col discutere.
    Ama gli eccessi, ci si immerge fino al punto in cui tornare indietro diventa impossibile. Ha quindi particolare propensione nel frequentare feste e luoghi affollati, in cui si sente a suo agio e a fare uso, ed abuso, di sostanze chimiche e psicotrope. Gli piace lo sport, il Quidditch in particolare, e si tiene sempre allenato. Si diverte a stuzzicare il prossimo, soprattutto se ha dinanzi persone che sono evidentemente poco inclini ai suoi giochetti. E' ambizioso ed ama sfidare chi mostra di essere vagamente al proprio livello. Gli piace vestirsi bene e dar conto all'apparenza. Gli sembra così di avere dei canoni a cui far riferimento quando perde la concezione di sé.
    Carattere
    Harvey è un paradosso. All'apparenza un bravo e bel ragazzo, il classico quaterback delle scuole americane, di quelli ammirati e che tutti vorrebbero conoscere. Un ragazzo misterioso. Non che non ami scoprirsi ed aprirsi al mondo ma ha problemi a farlo a causa di alcuni limiti imposti dalla sua psichè, ostacoli che gli hanno fatto sempre sentire sulle proprie spalle, una sorta di debolezza inaccettabile per lui. Questo lo rende da sempre frustrato, spingendolo conseguentemente a rivolgere verso il mondo esterno il proprio disappunto. Lo fa in modi diversi. A volte semplicemente, ed è il modo preferito, stuzzicando la pazienza di chi gli è intorno, per il puro piacere di vederlo esplodere, quasi come se, veder reagire qualcuno, potesse fargli di rimando sentire qualcosa. E' un ragazzo in fin dei conti pacato. Non eccede in risse se non in particolari occasioni ed è attento a tutto ciò che dice e fa. Misurato. E' quello che gli hanno insegnato ad essere i suoi genitori e ciò che non può più non essere visto che la maggior parte delle volte vive la sua vita come se non fosse la propria. Il suo disturbo di depersonalizzazione e derealizzazione della realtà, è la sua più grande debolezza. Ritrovarsi a vivere situazioni che non riconosce come proprie, lo fanno sentire come se non avesse il controllo della propria vita, e questa consapevolezza lo porta di sovente ad esplodere nei confronti altrui.
    Riesce a manipolare le persone nella maggior parte dei casi, riuscendo a carpire i loro punti deboli. E' un attento osservatore e scrupoloso nello studio quanto nei lavori che gli vengono assegnati. Non sempre apprezza l'ambiente in cui vive, ne è turbato per la crudeltà, ma si adegua senza obiettare a ciò che gli viene assegnati, convinto di non avere nuove possibilità. Inoltre, vivere dall'esterno ciò che commette, gli permette di allentare il peso sulla propria coscienza e di risentire meno di quel che fa.
    Tuttavia, sa essere generoso ed attento a i bisogni di chi gli è intorno e delle persone per cui prova stima. E' così in particolar modo con suo fratello Heron. E' un ragazzo a cui piace scherzare, ridere e divertirsi, un po' come tutti i ragazzi della propria età. Spesso però gli capita di eccedere, tirando fuori una parte violenta e pericolosa che potrebbe finire col ferire gli altri quanto se stesso.
    Cosa odia
    Odia non poter essere libero al cento per cento, ma non si ribella. Odia chi fa soffrire suo fratello, o chi crede di poter avere una vittoria su di lui. Non apprezza le persone eccessivamente sicure di sé e prova una gelosia incontrollabile per chi sembra avere il totale controllo della propria esistenza. Su queste persone, concentra tutta la propria malizia, impegnandosi a rovinargli almeno la giornata. Odia dover celarsi e fare attenzione per evitare che suo cugino Mason sappia di lui e di tutta la storia che li riguardano. Odia non avere il controllo della propria esistenza, sebbene trovi nell'assumere sostanze eccessive che gli fanno perdere il senso di sé, l'unico modo che ha per sopportare ciò che ha intorno. Odia i paladini della giustizia e chi sente di poter essere convinto di poter scindere la realtà semplicemente in bene e male. Non crede in una dualità unica ed incontrovertibile, ma nella fluidità dell'essere. Non si scompone quindi lo additano come cattivo. Non crede di esserlo, nè vorrebbe essere un errore. Gli piacerebbe semplicemente essere se stesso, sebbene abbia difficoltà a capire come fare.

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    Aspetto fisico: Harvey è un ragazzo dai tratti particolari. Ha da sempre attirato l'attenzione su di sé e di questo aspetto ne ha fatto un vanto.
    Raggiunge 1,83 m di altezza ed ha un fisico asciutto ed atletico, che non manca di mettere in mostra come può. I suoi capelli sono ricci e castani, sempre ben curati ed ha grandi occhi color verde-castano, decisamente espressivi. Il suo volto è spigoloso ormai, avendo perso la rotondità tipica infantile, ed adornato di un filo di barba leggero che non lascia mai crescere.
    Non ha tatuaggi ma delle cicatrici. Ne ha in particolare sulla schiena e sulle braccia, ma non se ne preoccupa. Ha un aspetto sempre ben curato, anche quando veste panni più informali e sa essere attento ad ogni particolare. Segni particolari: In seguito all'amnesia dissociativa conseguente al rapimento che ha visto protagonisti lui e suo fratello, Harvey ha sviluppato un forte disturbo da stress post traumatico i cui sintomi però si sono mostrati soltanto col tempo. Solo all'età di vent'anni, infatti, quindi circa sei anni dopo il trauma subito, ha ricevuto una diagnosi definitiva in seguito ad una serie di atti eccessivi e comportamenti ingestibili, che lo hanno condotto ad azioni pericolose verso gli altri quanto e soprattutto verso se stesso. Il quadro psicologico di Harvey è risultato intricato e complesso e frutto di traumi ricevuti fin dalla tenera età e quindi anche precedenti al rapimento. In particolare, l'Hollingsworth tende ad una costante depersonalizzazione e derealizzazione della realtà, trovando in questi due fenomeni il suo modo di sopportare ciò che ha intorno. Per depersonalizzazione si descrive l’esperienza di sentirsi un osservatore esterno rispetto al proprio corpo, con derealizzazione invece, si intendono quelle esperienze di irrealtà rispetto ad un ambiente. Nel primo caso Harvey vive quasi come se fosse uno spettatore le esperienza della propria esistenza ed è un fenomeno che gli capita in particolar modo quando si ritrova a dover assecondare i voleri dei proprio genitori, o quando vive esperienze troppo forti da sopportare. Il quadro sintomatologico è dunque caratterizzato dalla presenza di frequenti disgregazioni e interruzioni del senso di sé e del mondo circostante. Spesso ciò è fonte di spavento e preoccupazione per gli individui che, a lungo andare, si rendono conto di perdere sempre più il controllo della loro vita e iniziano a presentare alti livelli di ansia (sviluppando anche attacchi di panico), depressione, problemi nell’ambito sociale e comportamenti disfunzionali come l’abuso di sostanze. I farmaci utilizzati non hanno alcun effetto curativo ma palliativo. |


    I won't explain or say I'm sorry, I'm unashamed, I'm gonna show my scar.
    Give a cheer for all the broken, listen here, because it's who we are.


    Bacchetta: Legno di Biancospino, polvere di zanna di Basilisco, abbastanza flessibile, 13 pollici - Scuola frequentata: Hogwarts - Ex casata: Serpeverde - Materie preferite: Incantesimi, Storia della Magia, Trasfigurazione, Difesa contro le Arti Oscure - Materie odiate: Erbologia, Babbanologia, Divinazione - Occupazione: Studente all'Accademia delle Arti Magiche - Corso: Psicomedimagia ed Arte Legilimatoria - Anno frequentato: I anno - Competenze magiche: Harvey è decisamente portato per gli incantesimi d'attacco, che predilige durante uno scontro magico. Ha una predilezione per gli incantesimi mentali per cui ha da sempre mostrato un particolare interesse, mentre non ha grande conoscenza e affinità con l'ambito dei veleni e delle pozioni. |

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    Storia: Harvey aveva uno strano modo di fissare i ricordi. Alcuni, apparentemente inutili e di poco conto, gli balzavano dinanzi improvvisamente, stagliandosi davanti ai suoi occhi con la stessa prepotenza di un raggio di sole che si fa spazio tra tapparelle semichiuse di una stanza buia. Altri invece, quelli che riteneva essere di gran lunga più importanti e sensati, gli sfrecciavano davanti come dardi inafferrabili. Riusciva a carpirne soltanto la forma esterna, la pesantezza, ma il contenuto svaniva quando provava a fissarli meglio, quasi avessero la stessa consistenza di un sogno. Era così che aveva imparato ad andare avanti. Essendo pochi i ricordi che avrebbe voluto fissare nella propria mente, dava a quello che viveva un'importanza labile, categorizzando la maggior parte degli eventi vissuti come poco importanti. Li dimenticava, almeno in apparenza, e stava bene con se stesso. Non sempre però era utile e furbo nascondere il marcio sotto il tappeto, ed infatti Harvey si ritrovò a pagare per la sua negligenza.
    C'erano incubi che ancora tormentavano le sue notti, spingendolo a lunghi periodi di insonnia e all'utilizzo disperato di sostanze dannose per la sua salute. E come chiunque avrebbe potuto immaginare, gran parte delle sue problematiche, erano da annoverare a problemi di tipo familiare.
    La famiglia Hollingsworth aveva da sempre intrattenuto affari particolari, di quelli che nessuno potrebbe mai immaginare o associare a persone all'apparenza migliori di quanto sembrerebbero in realtà. Sua madre era un'affermata psicologa nel mondo magico e suo padre un uomo d'affari sempre in viaggio. Nessuno conosceva l'esatto impiego dell'uomo in questione, ma tutti erano per qualche ragione convinti che l'Hollingsworth dovesse avere un impiego importante. Forse era un auror sotto scorta, si diceva, o un indicibile, dicevano altri, o magari aggiungevano, un diplomatico. Doveva essere certamente così, si convincevano, vedendolo uscire dall'ampia villa, sempre ben vestito e con una ventiquattr'ore.
    Nessuno avrebbe mai potuto, neanche immaginare, quanto marcio fosse il suo contesto.
    Il fratello di Harrison, aveva provato a dissuaderlo dal mettere in atto una tale scelleratezza, ma aveva dovuto cedere alla sua malvagità, decidendo allora di allontanarsi per non avere più niente a che fare con lui nel tentativo - poi vano - di proteggere la propria famiglia.
    Furono così Harrison e Clare, moglie di quest'ultimo, a prendere in mano le redini di un lavoro oscuro che avrebbe fatto rabbrividire chiunque. I due coniugi, infatti, erano riusciti a mettere su un'efficiente trama di rapporti, basato sul rapimento e la compravendita di schiavi. Un'oscenità figlia di pensieri egocentrici sulla purezza del sangue e di alcuni esseri umani su altri. Un'azienda insomma, quasi a conduzione familiare, in cui avrebbero voluto inserire persino i due figli, Harvey ed Heron. I due pargoli Hollingsworth, infatti, furono cresciuti in quell'ambiente, senza limiti o segreti. Già da piccolissimi furono costretti ad osservare inermi gli atti folli dei propri genitori, assistendo al dolore fisico e alla disperazione delle povere vittime che Clare, la loro madre, sceglieva tra i suoi pazienti in psicoterapia, prendendo in considerazione quelli più soli e deboli. Harvey reagì a quella devastazione, silenziando, o provandoci, ogni senso di colpa. Era un obbligo come un altro, uno di quelli a cui non si sarebbe opposto, e come tale andava affrontato in modo quasi cinico. Freddo. Ci provò almeno.
    Sarebbe stato di sicuro più semplice reagire a tutto quello attuando quella metodica, o comunque sarebbe stato meno difficoltoso da tollerare, se non avesse dovuto fare i conti con un evento che cambiò radicalmente la propria esistenza ed anche, in parte, la propria visione del mondo. All'età di dodici anni, quando suo fratello ne aveva appena sette, fu rapito insieme ad Heron da uomini crudeli che avevano un conto in sospeso con la famiglia Hollingworth. Non era la prima volta che quegli uomini, appartenenti alla famiglia Chesterfield, si scagliavano contro quella generazione. Anni prima avevano infatti attaccato e trucidato gli Hollingsworth, quelli sbagliati, riducendo in pezzi gli zii di Harvey ed Heron, lasciando in vita solo Mason, che sembrò per un po' sparito dalla circolazione, fino a quando non tornò in auge con un cognome diverso, Chesterfield per l'appunto.
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    Messo da sempre in guardia dal pericolo che poteva coglierli da un momento all'altro, si sentì uno stupido quando l'estate dopo aver frequentato il suo primo anno ad Hogwarts, fu strappato con la forza dal letto di casa e portato via. Fu un'esperienza terribile e traumatica, che si ritrovò purtroppo a condividere con suo fratello minore.
    Nessuno li cercò. Non gli auror almeno. Anche se era troppo piccolo per capirlo, Harvey era così profondamente inserito nell'ottica familiare, da intuire quanto fosse sconveniente per loro avvertire le autorità. Era chiaro che i loro genitori li stessero cercando, o almeno era quello che provava a raccontare ad Heron mentre scontavano la loro immotivata prigionia, ed essendo soli ci sarebbe voluto del tempo.
    Ci vollero tre mesi. Tre mesi di torture, ansie e paure, che Harvey represse l'attimo dopo aver messo piede fuori da quella prigione.
    Dopo esser tornato a casa ed aver dormito per una giornata intera, la sua vita gli sembrò essere tornata alla normalità, la loro. In seguito ai traumi subiti, i due fratelli avevano reagito in modo differente. Harvey aveva dimenticato ogni cosa di quei tre mesi, quasi come se non fosse successo nulla. Riprese la sua vita, dal punto in cui si era fermata e continuò così ignorando persino i moniti di sua madre, comunque troppo impegnata nel suo lavoro per badare a lui.
    Trattenere a lungo una tragedia simile però, non poteva portare a nulla di buono. Il suo decadimento fu quasi graduale. Aveva continui attacchi d'ira, era violento, a volte depresso. I suoi sogni erano tormentati. Aveva persino trovato sollievo in compresse magiche di dubbia provenienza per calmare i suoi demoni, ed era servito fino a quando non aveva esagerato.
    A vent'anni, in pezzi, dovette cedere alle pressioni della propria famiglia per rimettersi in sesto. Fu ricoverato in una clinica psichiatrica per maghi situata nelle fredde terre del Nord, lì dove, forse, sarebbe stato al sicuro e lì dove ogni suo segreto sarebbe rimasto al sicuro viste le ingerenze della madre. La sua permanenza all'interno di quella struttura durò qualche mese. Non ne uscì guarito, ma in quel tempo scontato lì, riuscì a trovare un modo per nascondere al meglio le proprie emozioni. Avrebbe dovuto farlo, se avesse voluto sopravvivere alle condizioni della sua esistenza, ed era ciò che voleva fare.
    Tornato nel mondo dei vivi, si concentrò sugli affari di famiglia prima di iscriversi all'Accademia per seguire le orme della madre. E sarebbe stato facile per lui seguirlo se non avesse dovuto fare i conti con quei demoni che ancora si teneva dentro. |


    Darren Barnet is Harvey Darwin Hollingsworth






    Edited by #oxymoron - 24/4/2023, 14:48
     
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