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.È trascorso poco più di una settimana dalla partita, dalla festa e dalla sgradevole sensazione di ritrovarmi contro una parete con un tipo dalle pessime intenzioni addosso. A mente lucida riesco a vedere le cose con un certo distacco, ma credo che se in quel momento non fosse arrivato Travis, me la sarei davvero vista brutta. Non penso per forza alla peggiore delle opzioni, ma il solo ritrovarmi le sue mani addosso non mi avrebbe fatto piacere. Quello strano senso di impotenza mi ha abbandonata fortunatamente, ma credo che per non sentirmi più in quel modo inizierò un corso di difesa personale. Era con Travis che avrei voluto finire quella serata, come in realtà è stato, ma nella mia mente lo scenario era decisamente più romantico. È stato dolce a restare con me tutta la notte e la sensazione piacevole del nostro bacio non mi ha abbandonata da allora. Sono certa sia quello ad avermi spinta ad accettare il suo invito di qualche giorno fa, che nonostante tutto mi è parso inaspettato. Nella maggior parte dei casi sono molto sicura di me in fatto di ragazzi, ma il rosso è diverso. Lui è gentile, educato quasi come un ragazzo d’altri tempi e spero sia questo a farlo procedere lentamente. Sempre che stia procedendo, perché davvero non lo so. Ne ho parlato con Annie, lei dopo vari proposte al limite dello sconcio, mi ha detto di decidere in base a come vedrò il procedere di questa serata. - Se appena arriva ti bacia a stampo è un appuntamento - Aveva detto a modi oracolo mentre continuava a frugare nell’armadio alla ricerca di qualcosa che potesse apparirle abbastanza provocante. - Non posso andare in giro mezza nuda, non so neanche dove andiamo - Immagino si tratterà della solita serata pizza e cinema e non vorrei essere troppo elegante o provocante. - Questo - osserva soddisfatta un vestito nero che si incrocia sul davanti - Cazzo, con questo ti salterei addosso anche io. E purtroppo devo dirtelo, se non lo fa o sei nella friend-zone o è gay. Sarebbe un grosso spreco. - Cerco di non ascoltarla, ma accetto lo stesso il suo consiglio sul outfit. Lo trovo giusto, nulla di esagerato. Cerco il vecchio profumo regalatomi dalla mia finta madre e scuoto la testa per sistemare i capelli. Posso dirmi pronta e in quel preciso istante sento bussare alla porta. Annie si precipita al posto mio, concedendo a Travis un saluto troppo lungo per i miei gusti e controllando con molta attenzione come sto prima di lasciare avvicinare alla porta. Apre la mia scollatura segregata da una spilla e mi butta in pasto a Travis. - Ciao! - esordisco infastidita per il gesto della mia coinquilina cercando di coprirmi al meglio - Si, prontissima. Anche se, vado bene così? Non mi hai detto dove andiamo. - si avvicina posandomi un bacio sulla guancia e la mia mente torna alle parole di Annie. Il bacio sulla guancia in che posizione mi mette? Decido di non pensarci e godermi la serata. So che in qualsiasi modo possa andare sarà piacevole e questo mi basta. Usciamo dal campus e mentre camminiamo fianco a fianco, distrattamente, faccio scivolare la mia mano nella sua. - Come è andata questa settimana, hai trovato un nuovo coinquilino?.
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.Travis resta il ragazzo più carino con cui abbia mai avuto a che fare. Mi sento subito a mio agio con lui e non è qualcosa che mi capita con chiunque. Abbiamo iniziato in modo bizzarro, continuando sempre peggio fino ad arrivare alla sera della partita. Spero sta sera non abbia sgradevoli sorprese, ho voglia di passeggiare e chiacchierare, niente momenti imbarazzanti o spaventosi. - Mi dispiace, davvero Travis. Spero non ti abbia fatto una lavata di testa esagerata. - non dovrei sentirmi in colpa, l’unico a doverlo fare è Harry, ma sapere che possano esserci possibili ripercussioni sul rosso non mi va molto a genio. È un bravo ragazzo, uno di quelli che non fanno più - Ti fa ancora male il labbro? - ho notato che il taglio è ancora lì, quel cretino deve aver colpito forte. Se lo avessi tra le mani gli riserverei lo stesso trattamento. - Se vuoi posso chiedere in giro. So che Ubald cerca una stanza - faccio una brevissima pausa prima di iniziare a ridere da sola - Scherzo… quella piattola non la augurerei a nessuno. Al mio corso ci sono solo figli di papà, superato il possibile odio per chi ha la puzza sotto al naso, sono ottimi coinquilini. Pagano sempre l’affitto. - Sono anche io una figlia di papà, ma la mia è una condizione particolare. Ho rinnegato la mia famiglia dopo aver scoperto tutte le menzogne che mi hanno raccontato, prendo da loro solo i soldi e vado a qualche stupida cena quando è strettamente necessario. Vorrei sapere qualcosa in più sulla mia vera madre, ma l’idea di dover trascorrere più di cinque minuti nella stessa stanza con mio padre mi da la nausea. Il tragitto fino al luogo segreto della serata è abbastanza lungo, abbiamo preso il tram e camminato tanto da avere male ai piedi. Devo ammettere che non mi interessa molto, la mia mente è occupata dal fatto che Travis continua a stringere la mia mano. Annie mi prenderebbe in giro, lo definirebbe un gesto da bambini delle elementari, ma a me non spiace. - Normale, Annie si è beccata la febbre. Ho dormito tutta la settimana in camera mia, non ricordo da quando non succedeva - il rosso mi chiede di chiudere gli occhi, perché siamo quasi arrivati - Ok, ma non farmi finire contro qualche palo - mi fido, sono certa che non lo farà. Quando riapro gli occhi mi trovo di fronte ad un insegna luminosa e un infinità di giostre. Siamo ad un Luna Park - Ma… ma è bellissimo! - il mio viso si illumina e saltellerei se non avessi i tacchi - Perché non dovrebbe? Ci manco da tantissimo tempo. Voglio andare su ogni giostra e voglio vincere un peluche gigante. Merlino, è bellissimo. Grazie! - mi volto posando un bacio sulla guancia del ragazzo, pronta a trascinarlo verso l’autoscontro. - Sei pronto a questa sfida? - Salgo su una macchinina rossa e attendo che anche lui faccia lo stesso. - Che vinca il migliore!.
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.- Ehi! - colpisco un paio di volte il braccio di Travis fingendomi offesa. So che sta scherzando e la cosa mi diverte. Tra esami, drammi familiari e il casino successo qualche giorno fa, ho davvero bisogno di ridere in tranquillità. Penso sia questo a farmi apprezzare l’idea di andare al Luna Park. Sarà di certo una serata fuori dal comune, in cui per divertirsi non ci sarà bisogno di bere. - Non dovresti fare certe promesse, posso diventare peggio dei bambini in certe situazioni - adoro il modo pacato con cui mi risponde, il tono dolce che ha sempre nel prendere la parola. Credo sia per questo che sento la mia cotta crescere di più di minuto in minuto. Torno con i piedi per terra quando mi propone una scommessa. - Chi perde offre la cena - cosa significa? È dall’inizio della serata che cerco di cogliere i segnali e questo stona con il resto. Non voglio mi offra la cena, non avrei problemi a pagare e non sono di quelle che crede che debba sempre essere l’uomo a farlo, ma non voglio entrare nella friend zone. Saliamo sulle macchinine e Travis è davvero buffo. È troppo grande per quel aggeggio e appena notano la cosa tutti i ragazzini si fondano su di lui senza pietà. Inutile dire che la cosa porta alla mia vittoria. Ho sempre adorato l’autoscontro, da sta sera lo amerò un po’ di più. - Non credo proprio - ridacchio sotto i baffi - Stavi stretto nella macchinina? - merita di essere preso un po’ in giro anche lui, soprattutto dopo la mia vittoria schiacciante. - Direi prima le montagne russe, non credo sarebbe il caso di salirci dopo cena - già una volta ho vomitato di fronte a lui, non vorrei farlo assistere nuovamente allo stesso pessimo spettacolo. - Andiamo - stringo il suo braccio, entusiasta e molto attenta a far per bene le mie mosse. Non voglio sia una serata tra amici. Il giostraio ci fa salire e quando la giostra parte sento i capelli scompigliarsi per la velocità. Inizio ad urlare divertita, non ricordo quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui mi sono divertita così. Il giro dura poco e la testa mi gira tanto da non farmi reggere in piedi. - Woo… era da troppo che non ci andavo - Mi appoggio a Travis, cadendo con il viso sul suo petto. Questa non è una mossa strategica e quando rialzo lo sguardo mi sento tremendamente in imbarazzo, tanto da diventare rossa. - Eh.. guarda! Lì c’è il tiro al bersaglio - senza voltarmi corro verso la nuova attrazione e pago per la carica di un paio di fucili. - Io voglio la giraffa, ha un ciuffetto rosso identico al tuo. Tu a cosa punti?.
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.- Si, si - rispondo un po’ distrattamente alla domanda di Travis. Va tutto più che bene, anche se inizio a pensare che Annie avesse ragione. Avrei dovuto osare con un look più aggressivo. Cazzo, non posso davvero pensare che Annie abbia ragione, è il primo passo per diventare come lei, per quanto la adori non è quello che voglio. Per me è già abbastanza complicato gestire la cotta per Travis, avere a che fare con un ragazzo diverso ogni sera sarebbe troppo stressante. E poi, nessuno è come Travis, il modo buffo in cui si finge offeso dopo la mia battuta sulle macchinine lo rende davvero divertente. Rido, non del rosso, ma per colpa sua. Inizia a farmi il solletico e non riesco a trattenermi. È davvero strano per me sentirmi così a mio agio con qualcuno, non sono una persona chiusa, ma nella maggior parte delle volte trovo sempre qualcosa da ridire sugli altri. In questo momento mi sento così bene che non mi interessa se il nostro sia o meno un appuntamento. - Ok, ok… smettila ora! - finalmente sono libera dalla sua presa e sgattaiolo veloce ad un paio di metri da lui. - Non mi straccerai mai! - gli concedo una linguaccia per poi salire insieme sulle montagne russe. - Si, molto direi - rispondo così quando mi chiede se mi sono divertita sulle montagne russe. Devo ammettere di sentirmici un po’ dall’inizio della serata, con questi continui segnali contrastanti. Una volta scesi si crea un momento strano, uno di quei tipici sguardi lunghissimi da concludere con un bacio, ma che per imbarazzo interrompo repentinamente per andare al tiro al bersaglio. Vinco la giraffa mentre Travis vince una tigre davvero enorme. - Oh, grazie - Prendo la tigre con entrambe le braccia e mi ritrovo quasi nascosta dalla sua mole. - La giraffa è tua, così non vi sentirete soli tra rossi - gli arrufferei il ciuffetto, ma farei cadere la mia tigre a terra e non mi pare il caso. Ci spostiamo al chiosco con il cibo e trascinare la mia tigre diventa sempre più difficile - Voglio un panino con hamburger e patatine e… anche il succo di frutta - passo il mio portafogli a Travis - I soldi sono nella taschino grande, io e Yanez andiamo a prendere posto sulla panchina. - trascino me e la tigre fino alla panchina aspettando il rosso che non tarda ad arrivare. - Hai preso le patatine? - mi allungo per rubargliene una e gli piazzo un po’ di maionese sul naso. - Ora sei davvero adorabile!.
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.Più passa il tempo, più la serata diventa piacevole. Non mi è capitato spesso di trascorrere una serata in un luna park, i miei non lo reputavano un passatempo adatto ad una ragazza come me. Sono sempre state molte le cose che mi hanno negato, fin quando non ho scoperto tutta la verità e finalmente mi hanno lasciata in pace. La vita in quella società non è fatta per me, ho bisogno di persone vere, di emozioni vere e di non dovermi sentire come se camminassi sui gusci d’uova. Con Travis mi sento esattamente così. È diverso da tutti i ragazzi che ho frequentato fino ad ora, quando sorride so che il suo sorriso è autentico. Lo stesso vale per me, penso di aver trascorso metà della serata con la faccia da ebete, perché questa cotta mi ha davvero riportato ai miei quindici anni. - Gemelli divisi alla nascita direi. Stesso ciuffo e collo slanciato. - stringo la mia tigre molto fiera, mentre Travis mi pare un po’ incerto sul nome che ho scelto per lei - Si, Sandokan era troppo scontato per una tigre. - Lo aspetto sulla panchina e finge di offendersi per la maionese sul naso. - Nah, è solo un po’ di maionese. - ricambia con la stessa moneta e non posso far altro che ridere. - Ok… ti pulisco - gli piazzo un fazzolettino sul naso, sorridendogli dolcemente, sentendomi un po’ stupida per l’emozione che mi suscita quel gesto tanto semplice. Riprendiamo il giro tra le attrazioni, senza fare nulla di troppo folle per poi fermarci a fare una foto. Mi sento in un film babbano, uno di quelli tremendamente carini dal lieto fine entusiasmante. La prima foto non è delle migliori e Travis si diverte a prendermi in giro. - Sei cattivo! - metto su un viso imbronciato mentre la macchina scatta la seconda foto. Nella terza faccio la linguaccia e piazzo due dita dietro la testa del rosso. La quarta credo sia la mia preferita, è quella in cui approfitto per dargli un bacino sulla guancia. Ci fermiamo qualche secondo ad osservarle, come immaginavo siamo tremendi in tutte - Penso che l’ultima sia la migliore - accenno un sorriso timido. Passeggiamo un altro po’, per poi fermarci su un ponticello piazzato su un fiumiciattolo artificiale. - Ti piacciono i corsi d’acqua finti? - sono curiosa di capire perché ci siamo fermati proprio qui, poi sento un rumore forte e il mio sguardo si sposta verso l’alto. Fuochi d'artificio - Ma… - non faccio in tempo a finire la frase che Travis mi si avvicina. Il cuore inizia a battere forte e quando vedo che si abbassa verso di me chiudo istintivamente gli occhi e accolgo le sue labbra sulle mie. È un momento perfetto, come il bacio che ci stiamo scambiando, molto diverso dai precedenti. In questo momento mando a quel paese tutte le teorie di Annie e mi piazzo sotto al braccio del rosso, stringendolo per la vita, continuando ad osservare i fuochi. - Grazie - accenno arricciando il naso e le labbra. Credo che questa possa entrare tra le dieci serate più belle della mia vita ed è tutto merito del meraviglioso ragazzo che ho accanto..