Russian Roulette

Privata; Diana.

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    Quella con Diana era stata l'unica volta in cui mi era capitato di uscire dall'Inghilterra. Non avrei mai pensato di ritrovarmi in Russia, un giorno, o di raggiungere quella terra in così breve tempo. La magia aveva aiutato tanto in quello. Avevamo usato la metropolvere, ma anche i mezzi babbani per i tratti non coperti da quella sorta di teletrasporto magico. Ci eravamo trattenuti una giornata intera e, ora che la sera era scesa, eravamo tornati alla stanza dell'albergo. Avevamo passato la giornata in giro per i parchi e le attrazioni della città. Diana mi aveva parlato un po' della cultura del posto e mi aveva mostrato edifici eccentrici e coloratissimi, tipici della Russia. L'aspetto che più avevo apprezzato era la cultura culinaria. Mi era piaciuto letteralmente tutto ciò che avevo assaggiato. Contro ogni aspettativa, poi, eravamo anche riusciti a portare a termine la missione che ci aveva portati entrambi in quella terra orientale: Diana era riuscita a farsi consegnare i documenti che attestavano l'esistenza di una donna alla quale - con un po' di fortuna - potevamo estorcere qualche informazione in più sul suo passato. Non avevamo ancora parlato di come avremmo o avrebbe fatto lei, in solitaria. Da quando aveva scoperto quel nome, Diana non pensava ad altro, non se la lasciavo da sola con i suoi pensieri. Durante la giornata insieme era stata serena, ma mentre disfavo un po' le coperte per preparare il letto, mi accorsi che era tornata a pensarci. Dicono che andare a letto col broncio sia pericolosissimo. Lo sai? mi inventai sul momento, mentre mi passavo una mano tra i capelli bagnati. Avevo fatto una doccia da poco e avevo ancora troppo caldo per indossare una maglietta. E poi quale ragazza sarebbe dispiaciuta di dormire con me?! Mi fai fare brutta figura così. continuai, nel tentativo di strapparle un sorriso. La troveremo, Diana e se non dovessimo trovarla, penseremo a un modo alternativo per arrivare alla verità. cercai di rassicurarla, mentre mi infilavo nel letto. Andrà bene. le dissi ancora, battendo un paio di volte la mano sul lato del materasso affianco al mio.
     
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    Quella giornata era passata in fretta. Dopo aver portato a termine il loro compito, il tempo sembrava essere volato senza che se ne rendessero conto. Diana era stata davvero contenta di poter fare da guida turistica a Mitch, lo aveva portato a fare un giro della città, gli aveva spiegato alcune tradizioni del posto. Tornare nella sua terra, le aveva fatto bene.
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    Quando era partita per Hogwarts aveva pensato che avrebbe dimenticato le sue origini, aveva avuto il timore che la cultura inglese l'avrebbe potuta influenzare, cambiare. Ma con suo grande piacere, aveva scoperto di ricordarsi ancora il russo, le stradine della città e tutti quei luoghi affascinanti. Rivedere quei posti l'avevano distratta dai mille pensieri che aveva riguardo al nome della donna che avevano trovato su quei documenti. Non aveva smesso di pensarci nemmeno per un secondo, se non durante la loro uscita. Quando erano rientrati nella loro stanza, la sua espressione preoccupata e pensierosa era ritornata. Aveva provato a non pensarci, cercando di concentrarsi sulle sensazioni positive che quella serata le aveva regalato ma sembrava più forte di lei. Ogni volta che si ritrovava sola con se stessa, iniziava a vagare con la mente e sembrava non avere intenzione di smettere. Anche in quel momento, mentre Mitch era sotto la doccia, era ritornata a pensarci. Pensò a quante probabilità avessero di riuscire a trovare proprio la donna che appariva nei suoi sogni, chissà quante erano quelle che portavano lo stesso nome. Stava fissando i documenti quando il ragazzo uscì dal bagno dirigendosi verso il letto. Dove l'avresti letta questa cosa? Si voltò verso di lui, alzando un sopracciglio curiosa. Dal modo in cui l'aveva detto non sembrava se crederci o meno. Se è così grave, devo trovare una soluzione. Abbozzò un sorriso. Con chi dovresti fare bella figura? Domandò portando lo sguardo su di lui. Non lo so, Mitch. Tirò un sospiro, appoggiandosi contro il muro continuando a guardare il grifondoro. E' tutto così incasinato e complicato. Voleva credere alle parole del ragazzo, voleva davvero che andasse tutto bene, che filasse tutto liscio ma aveva paura che tutto quello che stava facendo, potesse rivelarsi inutile. Ho paura di fare un buco nell'acqua e di averti fatto perdere tempo, coinvolgendoti in questa storia. Ammise alla fine mentre si stendeva accanto a lui.
     
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    Ti sorprenderesti di scoprire quanta roba inutile leggo. Beccato! Se fossi meno scalmanato e riuscissi a seguire le regole, invece di aggirarle, probabilmente sarei stato smistato nei Corvonero. Leggere era qualcosa di cui non ero mai stato capace di fare a meno. Leggevo ogni cosa pensavo potesse tornarmi utile in qualche futuro, dalla meccanica, alla robotica, l'informatica, al codice penale, quello civile. Tutto ciò che poteva aiutarmi ad uscire nei guai, qualora fossero "capitati", io lo leggevo. In particolare, sul broncio scrivono che faccia venire le rughe prima del tempo. E tu vuoi davvero rovinarti quel faccino bellissimo per via di una donna che nemmeno conosciamo? le domandai, cercando un'argomentazione valida perché smettesse di pensare troppo. Al contrario di me, Diana sembrava davvero riflettere parecchio sulle cose. Certo, in quel caso, non potevo biasimarla. E' un bel casino quando c'è la famiglia di mezzo, e chi meglio di me poteva comprenderlo? Frank e Jocelyn erano i maestri del caos, sovrani indiscussi nel coinvolgerci tutti in situazioni scomode. Insomma sapevano sempre come fotterci l'esistenza, quei due. Potrei avere qualche idea in merito. Lo sai che non mi piace trovarmi impreparato. le dissi, ammiccando velatamente. C'era una sola cosa che - ero certo - l'avrebbe distratta da tutti i suoi drammi interiori, solo che farglielo notare mi pareva brutto. La prima volta c'era stata, chissà. Con i tuoi amici. Cosa gli dirai? Ho "dormito" con Mitch e quello si è addormentato per davvero? Il piano era quello di non essere troppo sfacciato, ma di accompagnarla nella direzione giusta: eravamo soli, in una camera d'albergo, nello stesso letto. Non poteva essere così difficile, arrivare al nocciolo della questione. Non lo so, Mitch. E' tutto così incasinato e complicato. disse Diana e dal tono con cui lo fece sembrava parecchio scoraggiata mentre appoggiava le spalle al muro. Non darti per vinta, siamo solo all'inizio e abbiamo qualcosa. cercai di rassicurarla, mentre si sdraiava sul letto. Metti in conto che potrebbe esserlo, potremmo ritrovarci con un pugno di mosche in mano. E, a pensarci bene, ci era già capitato - letteralmente - quando ci eravamo messi a preparare la pozione polisucco. A parte tutto, non volevo mentirle. Non sapevamo chi fosse quella donna e da dove partire nella ricerca di informazioni su di lei. Poteva essere morta, in quegli anni, o aver cambiato nome magari. Ma potresti anche arrivare alle origini della tua famiglia e scoprire qualcosa in più sul tuo passato. Le feci notare, piegando le braccia dietro alla testa. Nel primo caso, torneresti alla tua vita. Hai dei genitori che ti vogliono bene e degli amici. Nel secondo, beh, andresti ad aggiungere qualcosa alla tua vita che è già piena di persone che tengono a te. Le dissi, voltandomi di lato per guardarla. Non romperti la testa adesso, non ne vale la pena. Potrebbe andare tutto bene, o forse no, ma aspetta che le cose accadano prima di preoccuparti. le consigliai, con un mezzo sorriso. Facciamo così, dovessi ricevere un dispiacere, ti prometto che ti farò fumare erba gratis. Che ne dici? Ed era una delle migliori offerte che potessi farle.
     
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    Leggere non è mai inutile. Ne era fermamente convinta. Non esiste un singolo libro che non sia in grado di insegnarti qualcosa, di arricchirti, che ti cambi. Alcuni libri ti segnano più di altri ma tutti sono capaci di lasciarti qualcosa. Diana credeva che leggere significasse intraprendere un viaggio all'interno di una storia che non è la tua che, una volta finita, ti avrebbe cambiata. C'erano libri che erano capaci di scalfirti interiormente, capaci di farti sentire una persona diversa una volta che finisci di leggerli.
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    Allora dovrei proprio smetterla di pensarci su. Purtroppo era un lato del suo carattere che spesso la portava ad escludersi dal mondo che la circondava, che la faceva allontanare dalle persone che aveva intorno. Spesso e volentieri si focalizzava su di un solo pensiero e continuava a ragionarci su, fino a quando non riusciva a trovare il modo di uscirne fuori. Bastava che un singolo, insignificante pensiero si infiltrasse nella sua mente e per Diana tutto il resto scompariva. Alcune volte voleva smettere di essere così riflessiva, avrebbe preferito riuscire a vivere la sua vita senza crearsi inutili problemi. Avanti spara, sono tutta orecchi. Gli disse sorridendo, voleva proprio sapere cosa avesse elaborato la mente del ragazzo. Quando spiegò il perché non poteva fare brutta figura con i suoi amici, capì cosa potessero prevedere le sue idee. Certo perché cos'altro vorresti fare? Lo guardò con un sorriso divertito, stava cercando di sfidarlo. Tutta la leggerezza della conversazione cambiò quando si stese accanto a lui e spiegò il motivo delle sue preoccupazioni. Aveva ragione, erano soltanto all'inizio e non c'era motivo di abbattersi fin da subito. Però per Diana era impossibile non farlo, c'era di mezzo una parte del suo passato che lei avrebbe voluto tanto riaverla con sé. Non le piaceva l'idea di non riuscire a realizzare il suo desiderio più grande, quella era la sua opzione per essere davvero felice. Da quando aveva scoperto che c'era anche la minima possibilità di ritrovare un suo parente, si era sentita inaspettatamente vuota. Un senso di vuoto che nessuno sarebbe riuscito a colmare, se non quella persona. Cercava di mostrarsi sempre allegra ma in realtà non lo era così tanto. Proverò a seguire il tuo consiglio anche se sarà davvero difficile. Si voltò verso di lui, sforzandosi di fare un sorriso. Si reputava davvero fortunata ad avere Mitch con lei in quel momento, con lui si sentiva al sicuro. E tu saresti disposto a farmi fumare gratis? Wow, sono commossa. Lo prese in giro, lasciandosi andare ad una risata sincera. Grazie, non so cosa avrei fatto senza di te. Gli sfiorò i capelli ancora bagnati e si sbilanciò per dargli un bacio sulla guancia. Era sincera, sicuramente senza di lui si sarebbe sentita ancora più spaesata del solito.
     
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    Aveva ragione Diana, leggere non è mai inutile, ma forse avrei dovuto smetterla con le etichette del sapone, o la schiuma da barba.
    Per fortuna le mie parole la convinsero a spingere i suoi pensieri verso qualcosa che non fossero le informazioni ricavate dai documenti che avevamo ottenuto grazie alla nostra visita all'orfanotrofio. Sapevo che mi sarei dovuto impegnare per aiutarla nell'intento, ma il fatto che lei avesse accolto l'idea era già qualcosa. Certo perché cos'altro vorresti fare? mi domandò, ed io finsi di non sapere proprio cosa intendesse con quella domanda mirata che aveva tutta l'impressione di voler svelare quello che - ero certo - sapeva che stessi pensando. Parlare, contare le pecore, mangiare il gelato che qualcuno ha dimenticato nel congelatore... mi inventai sul momento, finendo per sorriderle. A parte gli scherzi, con Diana non mi ero mai fatto programmi, cercavo di prendere tutto un po' come veniva, mi sarebbe andata bene qualunque cosa. Una più delle altre, sicuramente, ma non era fondamentale. Il fatto che lei fosse una brava ragazza mi lasciava sempre tanti dubbi, ma cercai di non farmene venire più del solito, quella sera.
    Proverò a seguire il tuo consiglio anche se sarà davvero difficile. disse lei con non poca fatica. Era chiaro che quel mistero che continuava ad aleggiare intorno alle sue origini la facesse soffrire, ma aveva aspettato tanto prima di quel giorno, cosa sarebbero stati dei mesi in confronto agli anni che aveva trascorso senza conoscere la verità? E tu saresti disposto a farmi fumare gratis? Wow, sono commossa. aggiunse poi, in una risata sorpresa. Vedi, di ogni storia c'è il lato positivo. Diventerei povero, ma almeno tu saresti sempre molto felice. le dissi, scherzosamente. Diana non sarebbe mai diventata una fumatrice, non era il tipo di persona che si lasciava controllare da un vizio così stupido. Al contrario di me, che invece ero davvero bravissimo a cadere nelle dipendenze. Grazie, non so cosa avrei fatto senza di te. aggiunse, dopo un po', allungandosi per darmi un bacio sulla guancia. Sorrisi e glielo lasciai fare. Aspetta, aspetta, aspetta. esclamai poi, fingendo di aver visto qualcosa di strano sul suo viso. Mi alzai col busto e portai una mano sulla sua guancia. Le accarezzai la pelle il prossimità degli occhi e... Che ti dicevo? Ti stavano per uscire delle enormi zampe di gallina! scherzai, restando col viso vicino al suo e le labbra piegate in un sorriso divertito. Allora, hai portato le carte? Non vorrai... e non riuscii nemmeno a finire la frase che mi lasciai trasportare da una risata e poggiai le labbra sulle sue. Era davvero impossibile, in quel momento, pensare ad altro.
     
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    Non potette fare a meno di sorridere davanti alle proposte del ragazzo. Ti mancano solo i capelli lunghi e poi saresti il candidato ideale per diventare la mia migliore amica. Lo prese in giro, andandosi a sistemare sotto le coperte. Mitch era davvero fantastico, avrebbe passato tutta la notte a parlare con lui perchè le piaceva il suo modo di pensare, il suo modo di fare ma pensó che per quel giorno potesse bastare. Avevano affrontato un lungo viaggio e la mattinata era stata davvero impegnativa, avevano entrambi bisogno di pensare ad altro.
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    E poi non le andava di diventare un peso per lui. La situazione che stava vivendo non era facile e non doveva esserlo nemmeno starle accanto con tutti quei dubbi che ogni volta l'assalivano. Richiedeva uno sforzo enorme e tanta pazienza e, ogni volta, lei continuava a meravigliarsi nel vedere che lui fosse ancora disposto ad aiutarla. L'interesse che provava per lui era cresciuto negli ultimi tempi e quello che stavano vivendo, l'aveva aiutata a capirlo. Non si sentiva cosí da quando si era lasciata con Daniil, lui era l'unico ragazzo di cui si era innamorata. Dopo la sera in cui gli aveva confessato che non era ancora pronta per una relazione, le cose erano cambiate. Non era certa di volersi impegnare con qualcuno perchè aveva paura di soffrire di nuovo, non poteva dimentucare facilmente come era stata dopo la rottura con Daniil. Ma l'altra cosa che le creava parecchi dubbi al riguardo, era quello che sentiva l'altro. Era sicura che là fuori ci sarebbero state un sacco di ragazze molto piú interessanti di lei. Quindi hai davvero voglia di parlare? Lo scrutó con un sopracciglio alzato. Per lei non avrebbe fatto nessuna differenza, avrebbe fatto qualsiasi cosa in sua compagnia. Allora dimmi, quale delle tante cose che hai visto e provato oggi, ti è piaciuta di piú? La Russia non piaceva a tutti o l'amavi o l'odiavi, non c'erano vie di mezzo e lei sperava che a Mitch fosse piaciuta, almeno un po'. Per lei era stato davvero piacevole ritornare a passeggiare in quei luoghi che l'avevano vista cadere, rialzarsi, crescere e imparare ad affrontare i problemi. Aveva percorso quelle strade innumerevoli volte e le facevano ancora lo stesso effetto di una volta. Faresti questo per me? Se è cosí, mi conviene approfittarne. L'ultima volta che aveva fumato erba si era ritrovata a dire alcune cose sul suo conto che non avrebbe mai raccontato a qualcuno se fosse stata lucida. Non le era dispiaciuto, peró, sentirsi libera di dire qualsiasi cosa, avere la testa sgombra dai pensieri, sentirsi leggera. Quindi il mio bellissimo viso è salvo? Domandó scherzosamente mentre la vicinanza del ragazzo, fece aumentare il battito del suo cuore. Quella sensazione venne amplificata quando sentí le labbra del ragazzo posarsi sulle sue. Fece scivolare le sue mani sul suo petto per poi farle finire dietro al suo collo, attirandolo di piú a sè. Quello poteva essere il momento perfetto per lasciarsi alle spalle tutti i pensieri negativi.
     
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    Ah, è così, Ivanov? La tua migliore amica? scherzai, tirandole le coperte fin sopra i capelli. Ho dei ricordi nel bagno della scuola che testimoniano cose diverse. la punzecchiai, prima di sistemarmi sotto le coperte pure io. Che fossimo amici non c'erano dubbi. Da quel giorno al campo da quidditch, Diana ed io avevamo passato parecchio tempo insieme, ma non dispiaceva a nessuno dei due, o non mi avrebbe coinvolto in qualcosa di tanto personale come la sua vita. Stavo bene con lei, sapevo che era sincera e, viste le mie esperienze passate, non era un dettaglio da sottovalutare.
    Quindi hai davvero voglia di parlare? mi domandò, ironica. Avrei voluto dirle che stavo chiaramente scherzando, quando l'avevo detto, ma decisi di stare al gioco. Mi piaceva giocare, dopotutto. Tra tutto, credo che l'unica cosa che proprio mi è piaciuta tantissimo sia tu. ammiccai, in modo scherzoso. Certo il cibo era ottimo e la Russia mi aveva sorpreso in positivo, sebbene trovassi tutto esageratamente pomposo per i miei gusti, ma la verità era che se avevo apprezzato tutto era per via di Diana, dell'impegno che ci aveva messo a descrivermi gli edifici più importanti, quelli storici. Era stato per merito suo che avrei ricordato quella gita come un momento piacevole della mia inutile esistenza, quindi la risposta non poteva essere più appropriata. Un po' sdolcinata, ma il mio sorrisino idiota aveva smorzato anche quell'imbarazzo che affermazioni del genere creano nelle ragazze. Non volevo che ci fossero tensioni tra noi. Non di quel genere, almeno... Puoi dirlo forte! Non faccio sconti a nessuno, tu saresti l'eccezione. le confessai, dandole un buffetto sulla guancia, mentre mi facevo vicino a lei. Avrei - eventualmente - coperto i buchi con i miei soldi, Brandy non se ne sarebbe accorta, e saremmo stati tutti felici. Non che necessitassimo dell'aiutino, Diana ed io stavamo bene quando passavamo il tempo insieme, ma una cannetta ogni tanto non ha mai ucciso nessuno, perché ce ne saremmo dovuti privare?
    Inaspettatamente, il bacio che diedi a Diana si trasformò in qualcosa di più di un bacio nell'esatto momento in cui le sue mani scivolarono intorno al mio collo, tirandomi a sé. Sorrisi sulle sue labbra e non mi feci pregare, ma premetti ancora e ancora le labbra sulle sue e mi sollevai sul suo corpo, tenendo i gomiti puntellati sul materasso. Sei in debito di vestiti. le feci notare, facendo scivolare la mano sotto alla sua maglia, sulle costole. Le mi labbra le sfiorarono il collo e, nel frattempo, tra un bacio e l'altro, lasciavo scoperte sempre più porzioni di pelle, giocando col bordo della sua maglietta. O forse vuoi rimanere vestita? le domandai, mentre le mie dita scivolavano sulla sua pelle, dietro la sua schiena e armeggiavo col gancio del suo reggiseno, oggetto del diavolo. Non esisteva un "alohomora", per quello?
     
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    Sí, secondo me staresti bene con il rossetto. Gli rispose sorridendo prima di venire sommersa dalle coperte. Hei! Non si trattano cosí gli amici. Continuó a prenderlo in giro mentre, uscendo da sotto le coperte, prese il cuscino e lo colpí in faccia. Non c'erano dubbi, lui sapeva sempre come tirarle su il morale. Davvero? Perchè io non ricordo nulla. Cercó di sembrare vaga come se davvero avesse rimosso dalla sua testa quello che avevano passato ma dalla risata che ne seguí dopo, era chiaro che stesse scherzando.
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    Come avrebbe potuto dimenticare quello che era successo quella sera? Ricordava ancora tutto quello che aveva provato dalla rabbia, delusione per come si erano comportati lui e Leroy. Fino ad arrivare a provare paura che lui potesse andarsene, lasciandola sola nel bagno. E poi a come tutte queste emozioni negative erano sparite quando entrambi si erano lasciati andare. Quello era stato uno dei momenti piú forti e belli che avesse mai vissuto da quando era arrivata ad Hogwarts. Sei un ottimo adulatore, sai? Gli diede un colpetto scherzoso sulla spalla, non poteva che sentirsi lusingata da quella affermazione. Era sicura che gli avrebbe detto che aveva apprezzato la cucina russa, le era sembrato abbastanza soddisfatto di quello che aveva assaggiato ma non aveva pensato che avrebbe potuto dire una cosa del genere. Posso ritenermi fortunata allora. Aveva provato una sola volta a fumare e non aveva pensato ad una seconda volta. La prima volta era stata piacevole, si era divertita, rilassata e aveva lasciato ad una Diana decisamente piú serena e sicura la libertà di agire. L'importante è che non mi prendi in giro. Vedi che non mi sono dimenticata di come ridevi di me. Gli puntó il dito sul petto con un sorriso. Doveva essere stata davvero buffa mentre provava a fare un tiro seguendo i consigli di Mitch, ricordava di aver tossito un paio di volte prima di capire il modo giusto per farlo. Dal momento in cui aveva portato le mani dietro al suo collo, il bacio si era trasformato in qualcosa di piú. Le loro labbra si sfiorarono una volta, un'altra, fino a quando lei non premette con piú deciosione le labbra sulle sue. Il bacio si fece piú intenso mentre le sue mani scivolavano sotto la sua maglietta provocandole una serie di brividi. Quando sentí le mani del ragazzo armeggiare con il gancetto del suo reggiseno, si tiró su aiutandolo in quell'operazione. Le sue guance si tinsero di rosa mentre sentiva l'indumento scivolare lungo il suo corpo. Mostrarsi per quella che era la metteva sempre un po' a disagio ma sapeva che con lui non doveva sentorsi cosí perché non l'avrebbe mai giudicata. Tornó a cercare le sue labbra, mentre accarezzava lentamente le spalle di lui, ritornando con la schiena sui cuscini dei letto.
     
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    Mi beccai la sua cuscinata in faccia, ma le rubai il cuscino dalle mani prima che potesse colpirmi una seconda volta. Da dove te ne esci con tutta questa violenza, Ivanov? Ti sto influenzando negativamente. Dissi, cercando di bloccarle i polsi, senza successo. Non ricordi nulla eh? Dovremmo fare un ripasso allora. la provocai, cercando di farle il solletico. Era davvero impossibile dimenticare quello che era successo tra noi. Era stato inaspettato. Non credevo davvero che Diana mi avrebbe permesso di andare oltre, quella sera. Era arrabbiata e avevamo discusso, ma contrariamente ad ogni previsione, era bastato un bacio a chiamare il seguente e, da quelli, era stato piuttosto facile fare il passo successivo. Il bagno non era stato romantico, ma non lo avevamo previsto ed io non ero mai stato un tipo schizzinoso.
    Non potrei lavorare come bartender a "I Tre Manici" altrimenti. la presi in giro, parandomi la spalla. Non era una bugia, però. Non si trattava di provarci con le ragazze, non solo almeno. Si sa, tra le doti di chi sta al di là di un bancone deve esserci anche la pazienza e l'inclinazione all'ascolto: chiunque decida di sedersi, da solo, ad uno sgabello lo fa perché desidera essere ascoltato, o magari cerca consigli, ha bisogno di compagnia. Insomma, i motivi che portano una persona al pub possono anche essere molteplici, ma i complimenti e le adulazioni hanno quasi sempre lo stesso effetto sul cliente: lo spingono a spendere di più.
    Eddai, dovevi vederti. Tossivi e ridevi contemporaneamente. la presi in giro, ridendo. Tutti avevamo tossito la prima volta che avevamo provato a fumare, era una questione di abitudine. Quando smettevi di tossire, poi, fumare diventava una dipendenza. Però giuro che non lo farò più! mi apprestai ad aggiungere. Sapevo che era sensibile, così come lei sapeva bene che a me piaceva scherzare. Almeno finché le sue mani non erano scivolate dietro al mio collo. Le mie carezze avevano l'effetto sperato: nessuno dei due rideva più, ma notai le sue guance colorarsi quando riuscii a slacciarle il reggiseno. Passai una mano sulla sua schiena e per qualche istante frenai l'istinto che non mi suggeriva propriamente di rallentare. Passai le labbra sul suo collo, ce le schiusi lentamente e portai la mano libera contro il materasso. Diana mi dava sempre l'impressione di aver bisogno di quelle attenzioni che non ero mai stato capace di dare, durante il sesso. Per quello le avevo lasciato i vestiti addosso. Stai bene? le domandai, mentre risalivo il suo mento con le labbra e spostavo la mano - che prima le accarezzava la schiena - sul suo fianco. Posso smettere... dissi, sfiorando le sue labbra, mentre le mani si accingevano a sollevare il bordo della sua maglietta. Avrei atteso la sua risposta, prima di continuare.
     
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    Ridammi il cuscino. Mise su un'espressione imbronciata tirando fuori il labbro inferiore. Se finiró sulla cattiva strada, mi avrai sulla coscienza. Il suo tono era ironico. Dubitava che sarebbe successa una cosa del genere, Diana non era una di quelle persone che si lasciavano influenzare da chi avevano intorno. Anche se non lo dava a vedere, la sua era una personalità abbastanza forte che non lasciava spazio a cambiamenti improvvisi. E comunque il mio era un gesto del tutto amichevole. Tentó di giustificarsi mentre poggiava la testa sul palmo della mano, voltandosi completamente verso il ragazzo.
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    Un ripasso dici? Un ghigno le spuntó sul volto mentre cercava di impedire a Mitch di farle il solletico. Sapeva che tra loro, prima o poi, sarebbe andata a finire cosí. La complicità che si era creata in quei giorni, aveva giocato un ruolo importante per la buona riusciuta di quel passo. Certo, sono doti importanti che una persona dovrebbe avere. Lo prese in giro continuando a mantenere il suo sguardo fisso su di lui. Non aveva la piú pallida idea di cosa significasse lavorare in un bar, stare dietro al bancone per tutte quelle ore. Certo avere un carattere come quello di Mitch era utile, rendeva le cose piú facili. Entrare in un locale e trovare qualcuno che sapeva come trattare i clienti, come farti sentire a tuo agio era sempre meglio rispetto ad avere a che fare con qualcuno che non vede l'ora che tu te ne vada. Non fare promesse che sai di non poter mantenere. Sapeva che avrebbe riso nuovamente di lei, se ne avesse avuto l'occasione. Anche se aveva capito come doveva fare per evitare di tossire nuovamente. Guarda, ti sta già crescendo il naso. Si allungó per toccargli la punta del naso facendosi ancora piú vicino a lui. Quella vicinanza venne ben presto annullata nel momento in cui le loro labbra si sfiorarono. Aveva accettato di buon grado le piccole attenzioni che le stava dando, prima accarezzandole la schiena e poi posando le labbra sul suo collo. Tutti gesti che le avevano causato piacevoli brividi lungo tutto il corpo. Lei era sempre un po' impacciata in queste situazioni ma Mitch sapeva come fare per metterla a suo agio. Sí, sto bene. Gli sorrise accarezzandogli la guancia. Era vero, stava bene si sentiva solo un po' in imbarazzato. Era la prima volta che Mitch la vedeva senza vestiti e per lei era un momento delicato. Non era una cosa che faceva con chiunque, non era facile per lei lasciarsi andare a queste cose, aveva bisogno di farlo con chi si fidava e con lui le veniva abbastanza naturale. Non devi. E alle parole fece seguire le azioni, alzando le braccia per permettere al ragazzo di sfilarle la maglietta. Poi prese il suo volto e premette le sue labbra su quelle di lui in un bacio dolce all'inizio e carico di desiderio subito dopo. Lo guidó con lei nuovamente sui cuscini del letto, lasciando alle mani libere di percorrere il suo corpo fino ad arrivare all'estremità dei suoi pantaloni. Si prese qualche istante nel quale cercó di liberare il ragazzo di quell'impedimento per poi far scorrere lentamente le mani sulla sua schiena. Da quel momento in poi, non sarebbero tornati piú indietro.
     
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    Come da richiesta, la lanciai il cuscino e scossi il capo. Con me questi mezzucci non funzionano, Ivanov, ma per questa volta te la cavi. aggiunsi, per niente indifferente alla sua espressione. Sei già sulla cattiva strada, mi pare. la presi in giro. Era un continuo giocare, punzecchiarsi, ridere, scherzare. La vedevo più serena e la cosa mi invogliava a continuare. Vedere Diana col broncio era un vero colpo al cuore, ed io non ero davvero capace di star serio per troppo a lungo. Il ché era un bene per entrambi, dopotutto.
    Per rinfrescarti la memoria! confermai, bloccato dalle sue mani che tentavano di allontanarmi dalle parti più sensibili del suo corpo. Persino io non riuscivo a resistere al solletico, quando capitava di essere la vittima di quella tortura infame.
    Se ci fossimo conosciuti ai Tre Manici, sono sicuro che avrei asfaltato subito la concorrenza. Non cercavo di fare lo spaccone, ma quel Serpeverde di cui era infatuata la prima volta che l'avevo vista avrebbe avuto possibilità zero, se la partita si fosse svolta "in casa". Il fascino di chi lavora dietro al bancone è innegabile e sebbene non godessi di un notevole sex appeal, era proprio durante i turni di lavoro che avevo fatto centro più spesso. Ovviamente, il tutto lontano dagli sguardi attenti e minacciosi di Fiona, la quale non condivideva la mia scelta personale di mischiare sesso e lavoro.
    Come la prima volta, la scintilla scattò d'improvviso e coinvolse entrambi. Questa volta, però, avevamo più spazio, più tempo e più luce, dalla nostra parte. Rassicurato dalle sue parole e accompagnato dai suoi gesti, le sfilai la maglietta, liberandomi pure del reggiseno ormai slacciato e lasciai che le sue labbra attirassero le mie in un bacio più passionale dei precedenti. La assecondai e non la ostacolai quando sentii le sue mani scivolare sul mio corpo, fino all'estremità dei miei pantaloni. Nel frattempo, non ero riuscito a trattenermi dal morderle il collo senza farle male e una mano era scivolata a carezzarle il profilo, fino ad afferrarle il fianco quando - sorpreso - percepii le sue mani liberarmi dell'impiccio dei vestiti. C'erano momenti in cui la dolcezza di Diana mi metteva in difficoltà e non sapevo bene come comportarmi difronte a quel candore che la contraddistingueva dalle ragazze con cui ero solito avere a che fare. Ma quella richiesta implicita non poteva essere fraintesa. Fu così che le mie mani scivolarono sulle sue cosce, trascinandosi via gli ultimi strati di vestiti che le erano rimasti addosso e mi feci spazio tra le sue gambe col bacino. Se c'era una cosa che avevo capito di Diana era che non amava le attese, per cui - chinatomi nuovamente su di lei - con le mani premute sul materasso e il mio corpo sul suo, scivolai tra le sue cosce, riempiendo così l'unico spazio che ancora ci divideva.
     
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    Credi che basti cosí poco per farmi finire sulla cattiva strada? Continuava a scherzarci su. Come siamo diventati altruisti questa sera. Prima ti preoccupi del fatto che sia triste e ora vuoi aiutarmi a rinfrescarmi la memoria. Portó una mano al petto fingendosi colpita. Non é che hai la febbre? Domandó prima di sbilanciarsi un po' verso di lui per toccargli la fronte. Era sempre un piacere poter trovare qualcuno che sapesse come fare per farti star meglio.
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    Ne sei cosí sicuro? Sapeva che si stava riferendo a Seth. L'unica concorrenza che aveva quando si erano conosciuti, era il serpeverde. Non che fosse stato cosí difficile far ricredere Diana su quello che era davvero il verdeargento. Il suo comportamento l'aveva portata ad allontanarsi prima che fosse troppo tardi, ritrovandosi nuovamente spaesata e col timore di poter essere ferita di nuovo. Nel frattempo Mitch era riuscito ad entrare silenziosamente nella sua vita, guadagnandosi la sua fiducia. Cosa che le aveva permesso di lasciarsi andare con il ragazzo, come stava accadendo in quel momento. Era bastato un solo bacio per farli cadere nuovamente in quel turbine di emozioni. Si sentiva fragile tra le sue mani ma allo stesso tempo aveva come l’impressione di essere forte e libera. Sentii le sue mani scorrere lungo il suo corpo mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, sotto i colpi del suo cuore che batteva nel petto. Le dita del ragazzo che percorrevano le sue gambe le procuravano piccoli brividi facendola fremere di desiderio. Socchiuse le labbra nel momento in cui lo sentì scivolare dentro di lei, lasciandosi sfuggire un gemito a pochi centimentri dalle labbra di lui. Le sue mani cercavano la sua pelle, percorrendo ogni centimetro del suo corpo e le sue unghie strisciavano lentamente sulle sua schiena, lasciando un segno del proprio passaggio. Lasció che una mano finisse tra i suoi capelli mentre con l'altra andó a cercare la mano del ragazzo, intrecciando le dita con quelle di lui. La sua mente si stava appannando, dimenticandosi di tutto ma non del ragazzo che la teneva tra le braccia. Coprí nuovamente la distanza che c'era tra i loro visi, posando le labbra su quelle di lui come se non riuscisse a fare a meno di quel contatto. Una distanza che fece tornare per cercare il suo sguardo, le labbra dischiuse che ansimavano al ritmo del movimento dei loro corpi. Senti le sue gambe farsi deboli e il suo corpo venir invaso da scariche elettriche che le arrivavano al petto, svuotandole la mente. Perché quando condividi il tuo corpo ed il tuo cuore con qualcuno di speciale il mondo non conta piú niente.
     
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    Forse, un po' spaccone lo ero stato davvero, nel pensare di poter vincere il confronto con quel Seth. Ero consapevole che c'erano faccini che attiravano le ragazze come calamite e il Serpeverde era esattamente uno di quelli che con uno sguardo otteneva l'attenzione della malcapitata di turno. Quanto a me, non mi ero mai curato di quel genere di cose. Avevo un aspetto che trasudava strafottenza da ogni lato: dal modo del tutto casuale attraverso cui accozzavo i vestiti che indossavo, al capello disordinato. Non perdevo tempo in cose che reputavo inutili, superflue come le parole, in quel momento. Mentre le nostre labbra inciampavano nell'ennesimo bacio, l'ennesima carezza, il desiderio si accendeva. I suoi sospiri, i fremiti, le sue mani che scorrevano sulla mia schiena: tutto quello che Diana faceva mi procurava un denso piacere che si concretizzava nel modo in cui il mio corpo cercava il suo. I miei movimenti assecondavano il suo piacere e le mie labbra cercavano porzioni di pelle in più da saggiare. Accompagnai la sua mano - quella stretta nella mia - contro il materasso, sopra alla sua testa e ricambiai quel bacio, che sapeva di passione, ma anche di qualcosa di più dolce che non seppi decifrare, distratto com'ero dal suo corpo.
    Quando Diana sciolse l'intreccio delle nostre labbra, riaprì gli occhi e si lasciò sfuggire dei gemiti sulle mie labbra, i miei movimenti si fecero ancora più precisi e profondi. Lasciai lentamente la sua mano per riuscire ad accarezzarle il profilo in cerca del suo fianco che trovai solo dopo averle sfiorato il seno. La mano continuò a viaggiare lungo il suo corpo, sulla sua pelle, finché non trovai nella sua coscia l'appiglio perfetto. I movimenti del mio bacino si fecero più fluidi e decisi e quando mi sentii al limite, strettala nel mio abbraccio, lasciai che il piacere di quel momento travolgesse entrambi.
    Ti ho..fatto male? le sussurrai, rendendomi conto di aver affondato i denti nel suo collo, più di una volta. Eravamo ancora stretti nell'abbraccio, quando le mollai dei piccoli baci affannati sul collo. C'era qualcosa di diverso, rispetto alla prima volta che era successo, c'era forse maggiore complicità, o magari era solo una mia impressione, ma non mi spostai subito dal suo corpo, in attesa che mi dicesse se era tutto a posto.
     
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    Era totalmente presa e proiettata verso di lui e verso il momento che stavano vivendo, con ogni pensiero ed ogni senso. Era diverso dall'ultima che era successo, sentiva che c'era qualcosa in piú nel modo in cui il suo corpo rispondeva ai suoi movimenti.
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    Non avrebbe mai pensato che potesse trovarsi cosí bene con qualcuno. Dopo la rottura con Daniil, Diana si era chiusa in se stessa, imprigionando con se tutto ció che la faceva sentire viva. E sotto al suo tocco, tutto quello che per anni aveva cercato di non mostrare a nessuno, stava tornando in superfice. Era come se il suo corpo sapesse esattamente cosa fare, rispondendo perfettamente ai gesti di lui. Mentre le loro labbra continuavano a cercarsi con piú desiderio, le sue mani iniziarono a percorrere il suo corpo in una lenta esplorazione. Sentí che i suoi gesti accrescevano in lui il desiderio di volerne di piú e sapere di essere lei stessa la responsabile di quel piacere, la faceva sentire potente. La sua mano andó ad intrecciarsi con quella del ragazzo, cosí come stava accadendo ai loro corpi che si completavano alla perfezione. Mugugnó appena quando sentí le sue labbra staccarsi da quelle di Diana e posarsi lungo il suo collo. Nel momento in cui le loro mani si lasciarono, posò le braccia sulle sue spalle, intrecciando le dita tra i suoi capelli. Quando le loro labbra si staccarono, per qualche breve istante, lo guardó lasciandosi sfuggire dei brevi sospiri che si infrangevano sulle labbra del ragazzo. In quel momento i suoi movimenti si fecero piú decisi, facendole poggiare la testa all'indietro. La lontananza duró giusto qualche istante, prima che le bocche riprendessero a muoversi una sopra l'altra. Sentí le sue mani scivolargli lungo il suo corpo per poi posarsi sulla sua coscia. Inizió a percepire di essere sempre piú al limite e permise alla sua schiena di inarcarsi di nuovo andando incontro al bacino del ragazzo. Il suo profumo, il sapore delle sue labbra, il suo calore che l’avvolgeva, la fecero giungere all'apice di quel momento. Lasciò scivolare le gambe verso il materasso sentendole nuovamente stabili. Aprì gli occhi e rimase a guardarlo in quei secondi, con le labbra dischiuse e il respiro affannato, con il suo sapore ancora addosso. Sto bene, tranquillo. Rispose alla sua domanda accarezzandogli la guancia con un sorriso prima di riaccogliere nuovamente le labbra sul suo collo. Se il suo obiettivo era quello di non farle più pensare a nulla, l'aveva conseguito a pieni voti. Continuava a stringerlo tra la sue braccia, accarezzandogli la schiena, incapace di volerlo lasciare andare.
     
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