bright lies

Privata

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    Studente Accademia
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    Credere all'affermazione dell'altra proprio non gli riesce. Non sono solo quelle verità trapelate nell'accesa discussione di pochi minuti prima ad abbatterlo, ma anche la piena convinzione di non essere destinato a niente di buono, che riguardi se stesso o chiunque altro. Per un pò ha creduto potesse essere diverso, ma l'assenza di suoni di quella stanza, i pezzi di legno sparsi per il pavimento, le lacrime che inumidiscono le guance di lei, il sangue che sporca lui, riconfermano i dettagli di quella dannazione cui gli toccherà soccombere per sempre. Vederla sedersi lì accanto lo conforta in parte, aiutandolo a sentirsi meno solo, più compreso. Di conseguenza, però, stimola ulteriormente quei sensi di colpa che lo fanno sentire un ignobile sotto ogni fronte. Lui l'ha, in qualche modo contorto ed inspiegabile, tradita. Per meglio dire, ha tradito la sua fiducia, superando quei vincoli che nessuna etichetta ha imposto loro, ma che sembravano ormai piuttosto scontati vista la loro situazione. E nonostante tutto, lei è ancora qui. Gli resta fedele, dimostrandosi più matura di quanto lui non sia riuscito, in tutta la sua bellezza che va oltre l'aspetto fisico su cui ha più volte posato complimenti, più o meno maliziosi. E' fiero di sentir trapelare per l'ennesima volta la sua forza, anche dopo quelle atrocità che si sono urlati contro; si sente però immeritevole persino di esserne spettatore. Non segue l'invito implicito dell'altra stavolta. Neanche fumare riuscirebbe a risvegliarlo da quell'assopimento triste, quasi depresso, in cui sente di voler navigare per un pò. Forse è il modo migliore, seppur il più scomodo, per affrontare di petto il peso delle proprie colpe e dei propri problemi. Soffrirne all'inizio va bene, se poi è tutto destinato a lasciare il posto alla calma di sempre. 'Non dirlo...' Riesce solo a sussurrare appena, scuotendo debolmente il capo dinanzi a quel riferimento che lo atterrisce. Se non avesse più tempo lui ne soffrirebbe, per ragioni scollegate dal trasporto fisico di quegli attimi da cui tutto è cominciato. Da cui loro sono cominciati. Perché col tempo hanno imparato a capire e scoprire altro e non è un'esagerazione per Mason affermare che gli basti, a discapito di tutte le relazioni a breve termine avute in precedenza, dove la chiave di tutto era sempre e solo l'appagamento fisico. Con Helena non è solo sesso, non lo è più da un pò. E lui ha voglia di godersela in ogni aspetto che la riguardi, anche rinunciando a quel dettaglio quasi insignificante rispetto a tutto il resto. Se solo esistesse un modo per rassicurarla del tutto non ci penserebbe su due volte a farlo. Quel che gli resta da provare, però, è prometterle implicitamente che non cercherà più nessun'altra. Sente davvero di non averne bisogno, tanto quanto non ne aveva bisogno prima che le pressioni di Hubert lo spingessero a commettere quell'unico, madornale errore. 'Non succederà.' E' solo adesso che veli di decisione si piantano con sicurezza nel suo tono di voce, facendosi strada oltre la debolezza che lo assilla sempre di più, spingendolo a scivolare ancora più in basso con la schiena sulla parete cui è appoggiato. La necessità di raggiungere un guaritore è diventata impellente; il dolore, insostenibile. Parlare con lei e rassicurarla, però, resta la sua assoluta priorità. 'Non è così importante... E' bello anche pattinare sul ghiaccio come dei ragazzini idioti, con te.' Biascica appena, con un'ironia appena percettibile sotto la stanchezza ed i fastidi fisici provati. E' un tentativo di sviare dalla profondità di quei discorsi, delle parole che le rivolge, senza renderle ridicole o prive di ogni significato insito in esse. 'Comunque vada, andrà bene.' Comunque vada, la aspetterà. Lo farà perché sente di voler fare di tutto, pur di poterla avere ancora vicino. Pur di vederla e saperla felice ed al sicuro. Non gli interessa nient'altro.


     
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    Caposcuola
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    Sentirgli dire quelle parole, un po' la tranquillizzarono, dandole la possibilità di tornare a respirare dopo il caos che avevano vissuto. Restò ferma lì accanto a lui, a fumare la sua sigaretta, lasciandosi scappare una piccola smorfia.
    «Cazzate.» Gli disse, trovando finalmente il coraggio di spingere il suo sguardo ancora vagamente lucido e stanco, su Mason. Fu solo allora, che gli concesse un breve, quasi impercettibile, sorriso.
    «Non sai pattinare.» Giocò. Ci provò. Perchè anche se tutto quello la feriva, anche se l'idea di sapere Mason con un'altra donna la faceva impazzire, sapeva di poter contare ancora su di lui, le faceva bene. Non voleva lasciarlo andare, e forse non poteva, nonostante il male che si erano fatti in quel giorno.
    Aveva condiviso con lui più di quanto si sarebbe mai aspettata visto il loro primo incontro. Anche se il loro rapporto non aveva etichette ed era davvero difficile da catalogare, Mason era per Helena il primo vero rapporto, ed allontanarsene le sembrava impossibile. Era inoltre l'unica persona a cui avesse concesso di conoscere verità taciute ai più fino a quel momento. Lo voleva con sé fino a quando ne avrebbe avuto la possibilità.
    Storse il muso tornando a fissare il pavimento almeno fino a quando la sua sigaretta non fu finita.
    Poi riprese a guardarlo, poggiando il capo al muro prima di decidersi di tirarsi in piedi. Titubante, dopo qualche attimo, gli porse la mano. Non potevano lasciare che l'amaro di quella discussione fermentasse cattivi pensieri. Dovevano andare avanti, lei ne aveva bisogno.
    «Forse dovresti farti risistemare il naso.» Dovevano aiutarsi a vicenda come avevano sempre fatto.

     
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16 replies since 23/4/2020, 20:51   268 views
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