the unknown

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    Erano le 22, il ticchettio continuo e perfetto dell'orologio si apprestava a perforarmi i timpani, complice un dormitorio fin troppo silente. Ancorando per bene le pantofole ai piedi, mi alzai dal letto direzione finestra; la luna si era ormai completamente affacciata sul lago nero e le chiome della foresta circostante alla scuola erano accarezzate dal bagliore lunare. Uno spettacolo godibile raramente. Fu proprio quest'ultima a catturare la mia attenzione. La foresta proibita era sempre stata un pallino fisso nella mia testa, le imposizioni scolastiche però erano molto chiare riguardo le conseguenze dell'entrarvi. A saperlo prima mi sarei fatto una bella gita lì dentro, alla fine ero stato espulso a prescindere. Il fumo di una sigaretta appena accesa mi annebbiava la vista, lasciando il cervello libero di pensare più ardentemente. Perché non andarci stasera? Era molto pericoloso è vero, ma una volta superate le ronde notturne avevo praticamente via libera per andare e tornare indisturbato, nessuno era così pignolo da controllare stanza per stanza, non si sarebbero di certo accorti della mia assenza. Lanciai la sigaretta dalla finestra correndo verso l'armadio, prendendo la prima felpa ed i primi jeans disponibili infilandoli nel silenzio della notte. Intanto l'eccitazione per l'incombente trasgressione si faceva sentire, ed un sorrisetto si stampò sul mio volto.
    Percorsi i corridoi a passo accelerato, ogni tanto una torcia scrutava ad una distanza troppo lontana per notarmi ed in men che non si dica mi ritrovai fuori dal bastione scolastico, pronto a correre verso la foresta per non esser visto da nessuno e girare indisturbato. Misi il piede con un pochetto di ansia nel confine tra scuola e foresta, per poi iniziare a camminare ufficialmente sul suo suolo illegale. Lo cortecce alternavano tra superfici indurite e scure ed altre invece ormai piegate al volere della muffa, rese molto più soffici da essa.
    La meta non era ancora stata decisa, e non poteva essere altrimenti data la mia totale ignoranza sulla zona, brancolavo al buio seguendo tutto ciò che catturava la mia labile attenzione. Passarono minuti, tra ululati e rumori sinistri di lontananza, senza che trovai nulla di interessante. Che noia. Quel nome era immeritato, un'atmosfera lugubre non bastava a rendere una foresta "proibita".
    Finalmente qualcosa di interessante si palesò davanti a me: una tenuta abbandonata. L'edificio presentava tre piani, di cui l'ultimo completamente diroccato. Le finestre erano distrutte e rattoppate in seguito con assi di legno, così come la porta principale. La zona ricordava a tratti casa di mio padre, nella zona alta di Nottingham. A destra vi erano i Walker, i vicini più fastidiosi di tutta l'Inghilterra, con le loro continue ostentazioni di padronanza dei duelli e di quanto fossero orgogliosi dei loro figli, futuri Auror a detta loro. Impagabile fu l'espressione dei piccoli Walker quando con la scusa di volermi allenare con loro gli spezzai le bacchette di nascosto.
    Mi avvicinai lanciando qualche sasso contro le pareti, magari qualche animale avrebbe evitato di assalirmi senza preavviso se lo avessi prima indispettito con dei rumori. La zona sembrava tranquilla e così poggiai le mani sulle assi che bloccavano l'entrata; erano decisamente vecchie ed il tempo le aveva sicuramente indebolite, qualche calcio ben assestato le avrebbe fatte cedere senza dubbi. Caricandomi con un passo all'indietro iniziai a sferrare dei calcioni facendo sbattere ardentemente la pianta del piede sugli assi che ed ogni colpo si incrinavano sempre più. Dopo qualche colpo i legni si spezzarono lasciando libero il passaggio. Con il fiato leggermente provato dallo sforzo fisico misi piede sul pavimento scricchiolante.
    -Lumos. Bisbigliai, intimorito dal buio e dall'atmosfera tetra della casa, la curiosità era troppa per scappare.
    Un rumore di passi spezzò il silenzio della casa, c'era qualcuno all'esterno. Mi pietrificai per qualche secondo, indeciso su quale fosse l'idea più spaventosa: un mostro o un professore che mi aveva scoperto? Mi affacciai da una delle finestre rotte per scoprire l'origine dei passi, pronto ad interagire con qualsiasi figura mi si sarebbe presentata davanti.









     
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  2. c o h e n
     
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    Se lo ricordava ancora, il momento in cui sua madre le aveva regalato il pigiama dei Fitchburg Finches. Pantaloncini corti rossi e maglietta bianca con il logo contornato da delle fiamme che si muovevano scoppiettanti come fossero vere. BELLO. DA MORIRE. Aveva solo 9 anni ma la passione e il fanatismo di un hooligan durante il derby, al punto che non appena lo ricevette per il suo compleanno lo indossò e si rifiutò di toglierlo per una settimana, minacciando di staccare una mano a morsi a chiunque osasse tentare di sfilarglielo per lavarlo. Una persona facile da gestire fin da bambina, la più piccola dei Cohen. Ma quando si tratta di vero amore, non c'è lavatrice che tenga.
    Anche allora, dopo quasi 6 anni, quello non era solamente un pigiama, era IL pigiama, che indossava, lavava e indossava di nuovo come un ossessa, motivo per cui il materiale era ormai ben sgualcito, scolorito e con un buco di più o meno mezzo centimetro sulla chiappa sinistra. Ma si sa, l'amore è cieco.
    Ebbene, come da tradizione, anche quella sera stava indossando IL pigiama, coordinato con le sue pantofole a forma di boccino d'oro, mentre passeggiava allegramente per la foresta proibita in compagnia del fidato Señor Zanahoria, il suo storico coniglio di peluche. Ora, nel caso vi steste chiedendo come, alla veneranda età di 14 anni, potesse ancora entrare in un pigiama taglia 9, dovreste sapere che i pigiami tendono ad essere piuttosto elastici, e quello non faceva di certo eccezione. Se, invece, vi steste chiedendo cosa ci facesse nel bel mezzo della foresta proibita in pigiama, ciabatte e in compagnia di Señor Zanahoria, la risposta è molto semplice: la nostra ragazza è sonnambula. Ma non il tipo di sonnambuli che parlano nel sonno o fanno un giro in tondo per la stanza. Shay è capace di prendere, uscire, fare nuovi amici (spesso non raccomandabili) e tornare a letto, il tutto senza mai abbandonare il mondo dei sogni o ricordare nulla al mattino. ...non che sia successo così spesso, in realtà (le piace drammatizzare), ma vi basta sapere che è effettivamente successo.

    Ebbene, se agli occhi di un osservatore esterno quella non era altro che una ragazza priva di qualche neurone intenta a passeggiare per la Foresta Proibita di notte, con un pigiama estivo ad una temperatura di 5°C, Shay nella sua testa se la stava invece spassando alla grande. Gli alberi inquietanti non erano che palme di una spiaggia caraibica e la tenuta abbandonata verso la quale si stava dirigendo era un piccolo chiosco che vendeva bibite ghiacciate. Onestamente, Shay? Puoi fare meglio di così, e tiriamola fuori un po' di fantastia... Eppure, a detta della Grifondoro, sorseggiare una burrobirra ghiacciata sulla spiaggia è uno dei piaceri della vita secondo solo a 1) la vittoria della tua squadra del cuore, 2) vedere la persona più insopportabile del Colosseo essere colpita da un bolide direttamente nelle palle (ancora meglio se a tirare il bolide sei stata tu). Salve, una burrobirra, grazie! Esclamò, una volta davanti alla tenuta abbandonata, porgendo una manciata di sassi (= falci, nel mondo dei sogni) alla porta della casa (a.k.a. barista abbronzato di bella presenza).

    Oh, e se vi steste domandando come potesse essere già nel mondo dei sogni alle 10 di sera... tutta colpa del jet lag.

     
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    Peluche in mano, pigiama, cosa stavano vedendo i miei occhi? Credetti inizialmente di aver di fronte un Molliccio e che tra le mie paure inconsce avesse scoperto qualche fobia strana. Mi resi conto però che la scena rasentava il ridicolo quando la figura davanti a me ordinò una burrobirra. Tra l'altro non si era neanche degnata di guardarmi bacchetta in mano, luccicante come un faro, quasi non ci fossi. Mi avvicinai alla porta trovandomi la ragazza di fronte, sassi in mano ed espressione felice stampata in viso. La guardai con uno sguardo perplesso mentre cercava di porgermi le pietruzze.
    -Tu devi essere uscita da qualche gabbia dei sotterranei. Esordii mentre fissavo i sassi schiantarsi sul davanzale putrescente della tenuta, lasciati cadere senza preavviso da quella minuta figura. Decisi di ignorarla per il momento, non sembrava avere tutte le rotelle al posto giusto e la curiosità di esplorare quel luogo era troppa. Presi passo così verso il primo piano, tastando prima col piede la solidità delle scale per poi salire lentamente, stringendo i denti ad ogni incrinatura che sentivo sotto i piedi. Il piano era sotterrato dalle ragnatele, di dimensioni considerevoli. Il corridoio era largo ed aveva un buco al centro, rendendo impossibile l'entrata alle stanze finali ed al balcone se non tramite un salto.

    Le stanze erano vuote, inutili e merdose. Mobili rotti ovunque e niente di valore o di cui valesse la pena prendere. Mi spostai nel balcone cercando con lo sguardo la ragazza. Più che preoccupato per lei ero preoccupato per me; entrambi nello stesso luogo, entrambi in un posto proibito ad un orario proibito. Se si fosse persa o se le fosse successo qualcosa ci sarei andato di mezzo anch'io, non volevo finire nei guai per una pazza in pigiama nel buio della notte.
    Lei era ancora lì, davanti alla porta farfugliando non si sa cosa, ma che stava succedendo? I pazzi li incontravo tutti io, gente con l'eco, pazzi nella foresta, un fottuto circo.
    -Senti perché non torni ad Hogwarts? Qui è pericoloso e non voglio rotture di palle o problemi se ti succede qualcosa ed io ti ho vista qua. Dissi prostrando il busto in avanti poggiando le mani sulla ringhiera del balconcino, stranamente in condizioni decisamente migliori rispetto al resto della tenuta. Mi resi conto però che forse l'opzione migliore poteva essere tenersela lì buona piuttosto che mandarla a zonzo per la foresta, probabilmente si sarebbe persa. L'opzione poi sarebbe stata denunciare la sua scomparsa, ammettendo di essere stato nella foresta e farmi punire oppure fare l'omertoso e vivere con una ragazza sulla coscienza, quasi quasi preferivo la seconda.
    -Scherzavo, resta qui, sali qua piuttosto, in due c'è più probabilità di trovare qualcosa di interessante. Mi avviai verso le scale, aspettando che la ragazza salisse, una volta a portata di mano le avrei preso di mano il peluche con la forza. Per portarselo in un posto del genere doveva avere un valore, e la cosa l'avrebbe fatta stare nei paraggi forzatamente.











     
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    Quella notte mi stavo per addentrare nella Foresta Proibita perché non riuscivo a dormire e dovevo allenarmi per mantenere il controllo sotto forma di Lycan. Ero appena entrato nella foresta, ancora su due piedi, e vidi una ragazza in pigiama con un peluche in mano che stava... girovagando.. e canticchiando? Certo che la gente è proprio strana ai giorni d'oggi. Intanto cercai di trasformarmi, vedevo la luna, fra pochi giorni sarebbe stata piena, dovevo prepararmi. Mi concentrai più che potevo e finalmente ci riuscii. Sono di nuovo un lupo.
    lupo
    Comincio a seguire quella strana ragazza, si muove in modo strano, quasi buffo. E dalla voce sembra veramente stanca, cosa starà cercando qui? Finalmente si è fermata, o meglio dire bloccata, davanti ad una casa. C'è un ragazzo sulla soglia, che ha appena spaccato delle assi per entrarci. In lontananza sento degli ululati.. c'è in branco nelle vicinanze. Trovassero questi due non esiterebbero ad attaccarli. Devo almeno controllare cosa fanno, o che non si avvicinino altre creature, lo sanno che questo è un posto pericoloso? Mentre mi sposto la ragazza riparte, sale le scale dell'entrata della casa e comincia a parlare..
    silenzio..
    Vedo che il ragazzo comincia a risponderle ma subito dopo si dirige al piano superiore. Devo seguirlo. Faccio un giro intorno alla casa per vedere se c'è un'altra entrata.
    Trovata!
    Una porta dava sul retro della casa. Era ancora intera e stranamente aperta. Entro. Il ragazzo aveva appena sceso le scale, mi nascondo.
    I muri sono.. o almeno erano bianchi magari vengo notato di meno.
    Entrambi salgono le scale e vanno al piano di sopra. Li seguo percorro le scale più delicatamente possibile per non farmi sentire. Li vedo, sono in una stanza a frugare in un cassetto.
    Mi nascondo, sotto un letto in quel piano. Passeranno di qui prima o poi.
    Sono lì sotto ad aspettare quando sento un altro ululato molto più vicino di prima. I due ragazzi sussultano. Sento che sono spaventati. Devo trovare un modo per controllare fuori ma se mi muovessi m vedrebbero.
     
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    Quella notte avevo deciso di ritornare per la prima volta dopo tanto tempo alla mia vecchia scuola. Certo, non ci sarei potuto entrare, non essendo più uno studente, ma in quanto Licantropo avevo accesso libero alla Foresta Proibita, quindi mi sarei accontentato di rivederla da lontano. La luna era alta decisi di trasformarmi per passare inosservato e dopo averlo fatto con non poco sforzo, quasi automaticamente, mentre attraversavo la foresta per giungere al confine, ululai (lo facevo quasi sempre, subito dopo la trasformazione, era più forte di me!); quella notte serena e silenziosa sembrava perfetta, mi sentivo così vivo in quel posto! Mentre mi avvicinavo sempre di più alla fine del bosco mi bloccai, c' era qualcosa che non quadrava: non ero solo! Decisi quindi di nascondermi in una postazione in cui potevo osservare la situazione, senza essere visto. Vidi in lontananza un ragazzo ed una ragazza, erano quasi sicuramente degli studenti. Bravi, a quest' ora qui? O siete anche voi delle creature, oppure siete solo degli incoscienti! pensai, quasi divertito. Ululai una seconda volta, per osservare la loro reazione. Subito dopo mi resi conto che non erano soli, c' era qualcun altro! Non potevo vederlo, ma potevo sentirlo. Cercai in giro in cerca di quel terzo soggetto, ma non riuscivo a vedere nessuno. Fiutai più profondamente Un altro lupo! intuì.
     
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4 replies since 21/4/2020, 18:42   150 views
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