A prova di ghiaccio

Libera

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    Quel giorno mi sentivo particolarmente ispirata, in mattinata avevo deciso che dopo le lezioni sarei andata a farmi una nuotata al lago nero, svariate persone mi avevano messo in guardia sulle gelide temperature dell’acqua, ma io non ero particolarmente preoccupata, ormai mi ero abituata alle gelide temperature in Alaska, quindi la temperatura fredda dell’acqua era una passeggiata per me. Non appena terminai la lezione di trasfigurazione, raggiunsi velocemente il dormitorio e mi tolsi la divisa per sostituirla con qualcosa di decisamente più comodo, mi infilai un costume intero, nero e molto semplice, non avevo bisogno di strafare considerando che non avevo nessuno con cui andare, quindi non avrei dovuto mettercela tutta per fare bella impressione. Sopra al costume misi una camicetta bianca molto leggera e una gonna grigia che mi arrivava poco sopra al ginocchio, completai il look con un comodo paio di sandali neri in pelle e un grande telo grigio con stelline bianche che portai con me sotto braccio, non avevo bisogna d’altro. Mi incamminai a passo sostenuto verso il lago, fortunatamente la temperatura non sembrava giocarmi brutti scherzi, anzi, per essere ormai quasi metà settembre c’era parecchio caldo, raggiunsi la mia meta in pochi minuti, ammirai stupita il lago, era sempre bellissimo e pittoresco e cercai un posto libero per stendere il mio ingombrante telo fin troppo grande per una sola persona, trovai spazio in mezzo a un paio di gruppetti e qualche studente solitario, probabilmente vista la bella giornata in molti avevano avuto la brillante idea di assorbire un po’ di sana vitamina D. Prima di togliermi i vestiti e fare il bagno decisi di stendermi e riscaldarmi per un po’ al sole, dato che una volta uscita dall’acqua avrei inzuppato tutto il telo e non sarebbe più stato così confortevole. Chiusi gli occhi e feci lunghi respiri profondi, cercando di inalare quanta più aria buona possibile per i miei polmoni e iniziai ad immaginare stravaganti scenari marini pieni di curiosi animali visti solo in sbiadite illustrazioni sui libri.
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    Fortunatamente dopo le lezioni c'era un po' di tempo libero, così da usarlo al meglio per svagarsi. Era la parte migliore della giornata, quella dove potevo fare qualsiasi cosa, entro le regole ovviamente, ma sarei stato libero di girare per il castello, con solamente la mia chitarra in mano. Dopo l'ultima lezione della giornata, ovvero Trasfigurazione, feci qualche passo all'interno del castello, così da conoscerlo un po' meglio, prima di dirigermi verso il dormitorio. Osservai dall'enorme vetrata che c'era nella sala comune il lago nero fuori, vi erano diversi studenti sulla riva. Potrebbe essere un ottimo posto per creare un po' di musica. Mi dissi, mentre presi le scale per entrare nella mia stanza, che attualmente non condividevo con nessuno. Tolsi così la divisa, mettendo un costume a pantaloncino ed una maglietta bianca. Non sapevo cosa mi sarebbe successo, quindi era meglio partire preparati, presi anche un telo mare, caso mai servisse pure quello. Percorsi tutto il castello, con tanto di scale che decidevano loro dove andare, almeno fino a quando non raggiunsi il piano terra, ritrovandomi davanti all'enorme portone d'entrata. Qualche passo ed ero all'aria aperta, mi fermai respirando a pieni polmoni, prima di riprendere a camminare. Arrivo così sulle rive del lago, incontrando diversi studenti da soli, alcuni in coppia, altri a gruppetti, fino a che non trovai una roccia che dava sul lago. Mi sedetti, appoggiando il telo mare al mio fianco e prendendo la chitarra, iniziando a suonare qualcosa di tranquillo e rilassante, ne avevo bisogno. Le dita iniziarono a muoversi da sole, sapendo già cosa fare.


     
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    Continuavo ad assorbire un po’ di vitamina D, nell’inutile tentativo di dare un colorito più roseo alla mia pelle diafana, ero ormai certa che durante l’inverno mi avrebbero sicuramente scambiata per un fantasma, che agonia, non ne potevo più delle continue prese in giro sul colore della mia pelle, ne avevo sentite davvero troppe. Mi ero ormai appisolata da un po’, quando la mia visione marina iniziò ad avere anche un sottofondo musicale, mi stupii di quanto sembrasse reale quel sogno. Al risveglio mi sarei dovuta complimentare con me stessa per la melodia, era molto rilassante ed originale, se me la fossi ricordata una volta sveglia avrei dovuto sicuramente scrivermela da qualche parte, per poterla poi suonare veramente al violino o al piano forte. Tra un pensiero sconnesso e l’altro ricominciai a prendere coscienza del mio corpo, ero quasi sicura di aver sbavato leggermente sul telo mentre ero appisolata, mi pulii la bocca con la manica della camicia prima di aprire gli occhi, e fui felice di scoprire che c’era ancora luce intorno a me, a quanto pare non avevo dormito per più di una ventina di minuti. Prima di tornare del tutto alla realtà, mi accorsi con sorpresa di udire ancora la melodia che avevo sognato poco prima, mi voltai sbalordita alla mia sinistra e sgranai gli occhi, a quanto pare non era una mia creazione quel motivetto, il vero creatore era un ragazzo di bell’aspetto, molto in forma e con una capigliatura talmente tanto scompigliata che non aveva nulla da invidiare alla mia massa informe di capelli. In mano teneva una chitarra e muoveva abilmente le dita facendo uscire dallo strumento quella bella melodia, ovviamente lo fulminai con lo sguardo, poveretto, in realtà non centrava nulla lui, ero stata io ad appropriarmi di quella musica nel mio sogno, però lo fulminai comunque, in fondo si meritava un po’ del mio risentimento per aver creato una sinfonia della quale sarei andata molto orgogliosa. Decisi di andarmi a complimentare con lui, ovviamente a modo mio, non avrei mai ammesso di essere gelosa di non aver creato io stessa quella musica, però un musicista così bravo meritava almeno in parte la mia stima. Mi alzai dal telo con l’accompagnamento di rumorosi scricchiolii delle mie ossa, nemmeno i vecchi producevano rumori così poco incoraggianti, mi diressi verso il ragazzo ed iniziai a parlare, la mia voce uscì con tono molto più saccente del voluto. Mh..bravino, a quanto pare qualcun altro oltre a me sa suonare in questo castello, fino ad ora avevo avuto l’onore di sentire solo persone particolarmente incapaci, tu invece non sei male. Cercai di usare un tono di voce più gentile, anche se questo per me era un grande sforzo. Scusa se ti ho interrotto, volevo solo complimentarmi, io sono Skylee comunque, però puoi chiamarmi Sky, ma solo perché sei bravo a suonare. Anche tu sei un Corvonero giusto? Mi pare di averti visto nella sala comune. Dove hai imparato a suonare così bene? Se posso chiedere..
    Speravo di non avergli dato un’impressione troppo brutta con quel tono di voce iniziale, se fosse stato così però, me ne sarei fatta una ragione, in fondo ero a conoscenza del mio meraviglioso carattere e del eccellente modo in cui riuscivo a socializzare con le persone.
     
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    Ciò che stavo creando dal nulla, ispirandomi a quello che vedevo sembrava piacere a chi mi stava intorno. Era una melodia rilassante, da mettere il buon umore e far sparire tutte le preoccupazioni che si avevano per alcuni minuti. Alla fine la musica era la condivisione di emozioni, sensazioni, che l'artista cerca di trasmettere al proprio pubblico. Era proprio quello che stavo cercando di fare io, riuscendoci anche bene a quanto pareva. La cosa importante era anche il fatto che io stesso mi sentivo più tranquillo, più vicino a casa, anche se ero a miglia e miglia di distanza. Sapevo che un giorno sarei riuscito a chiamare Hogwarts casa, ma sapevo anche che era difficile e ci sarebbe voluto ancora diverso tempo. Durante la composizione della melodia, chiusi per diversi attimi gli occhi, immaginando alcuni luoghi cari che avevo in America, fino a quando non sento la voce di qualcuno che chiaramente stava parlando con me. Anche perchè si parlava di musica e l'unico a suonare in quel momento ero solamente io. Apro così gli occhi, finendo così anche di muovere le dita, cessando la melodia che stavo creando. Beh, grazie. Le rispondo, prima di sentirla continuare, dicendomi che si chiamava Skylee, nome molto particolare, ma che potevo chiamarla Sky, unicamente perchè sapevo suonare. Nessun problema figurati. Grazie per i complimenti e per l'eccezione alla regola che stai facendo. Passando poi a chiedermi prima se ero un corvonero anche io e successivamente dove avevo imparato a suonare così bene. Si sono un corvonero, sono arrivato pochi giorni fa e questo per me è tutto nuovo. Certo che puoi, i miei genitori sono appassionati di musica, quindi ascolto musica da quando sono nato. Man mano che crescevo ho coltivato quella che è diventata la mia passione, studiando in una scuola americana. Per me non era di certo un problema parlare di musica, anzi era una cosa che mi faceva sentire ancora meglio, più aperto verso il prossimo di quanto potessi essere normalmente. Immagino che anche tu sei una musicista. Dato che ambientarsi è sempre difficile quando cambi scuola, la musica è tutto ciò che attualmente ho. Tra una parola e l'altra sulla musica stavo quasi dimenticando di presentarmi, non volevo di certo essere scortese, visto che lei già aveva detto come si chiamava. Quasi dimenticavo, io sono Nicholas, ma tutti mi chiamano Nick, è un piacere conoscerti. Nel finire la frase, sorrisi, in quanto era forse la prima persona con cui parlavo direttamente, senza di mezzo lezioni o altro.
     
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    Fortunatamente il ragazzo non sembrava essersi accorto del mio tono di voce leggermente acido, tirai un sospiro di sollievo ed iniziai ad ascoltare le sue risposte, mi raccontò che ai suoi genitori piaceva molto la musica, e per questo motivo, col temo si era trasformata in una vera e propria passione anche per lui, continuò poi dicendomi che veniva dall'America e mi chiese se anche io fossi una musicista. Esatto, anche io suono, però con la chitarra non me la cavo per niente bene, sono molto più portata per il violino e il piano forte, li suono fin da quando ne ho memoria e anche per me è una vera e propria passione, però qui al castello sono riuscita a portare con me solo il violino, sai com'è il piano non ci stava nel baule. Risi da sola della mia mediocre battuta, non che facesse particolarmente ridere, ma almeno così riuscivo a nascondere il mio lieve nervosismo, non ero abituata ad avere conversazioni piacevoli con le persone, quindi in quel momento non ero del tutto a mio agio. Hai detto che vieni dall'America giusto? Sai..io ho vissuto per svariati anni in Alaska con mio padre, però non sono mai riuscita a visitare per bene gli Stati Uniti, tu Nick vieni da una grande città? La conversazione continuava piacevolmente ma il sole iniziava a bruciarmi la testa, quindi mi spostai leggermente sedendomi sotto un albero li vicino, almeno così riuscivo a nascondermi sotto l'ombra delle foglie. Come mai hai deciso di trasferirti qui in Inghilterra, so che c'è una prestigiosa scuola di magia anche in America se non sbaglio. Lo sapevo perché prima della scomparsa di mio padre stavamo valutando insieme di farmi frequentare lì la scuola di magia, ma poi dopo una serie di sfortunate coincidenze mi vidi costretta a tornare in patria e a frequentare Hogwarts, non che mi dispiacesse, in quel momento non riuscivo più ad immaginare una scuola migliore di questa, il castello era fantastico e le lezioni erano davvero molto istruttive, però non essere lì avrebbe voluto dire che non era successo nulla e che io vivevo ancora felice in Alaska con lui. Cercai di allontanare quei pensieri dalla testa e mi concentrai sul ragazzo, stava sorridendo e mi accorsi solo allora che aveva dei lineamenti veramente molto belli, ero felice di aver conosciuto qualcun'altro in quella scuola, per me non era facile fare amicizia, solitamente risultavo troppo critica e scontrosa per gli standard di ragazza normale.
     
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    Si sapeva che parlare con un'altra persona che coltivasse la stessa passione era qualcosa di naturale, che metteva tranquillità. Questo ovviamente era quello che pensavo io, in quanto parlare con Sky, eccezione che a quanto pare potevo usare solamente perchè sono bravo a suonare, meno male, mi faceva stare stranamente tranquillo, anche se ancora non la conoscevo. Avevo indovinato sul fatto che anche lei fosse una musicista, anche perchè le possibilità erano due, la prima più semplice, era un amante della musica ma non la praticava, la seconda, più impegnativa da scegliere era quella che io avevo optato per lei. Si era rivelata giusta, ciò mi fece sorridere, anche per il fatto della sua battuta sul trasportare un pianoforte nel baule. Mi piacerebbe sentirti suonare, se vorrai ovviamente. Si passò poi ad un argomento che mi era caro, in quanto era come se mi sentissi a casa, parlare dell'America. Sicuramente era solamente per il fatto che ora era tutto nuovo, quindi difficile da immagazzinare, arrivando al punto che questa sarebbe stata la mia casa per i prossimi sette anni. Non sono mai stato in Alaska, forse un giorno riuscirò a visitarla. Beh ho viaggiato molto, vivendo in alcune città tra cui Dallas, dove sono nato, in Texas. Poi mi sono trasferito prima a Los Angeles, infine a New York prima di venire qui in Inghilterra. Quindi si posso dire di venire da una grande città, anche se negli ultimi anni i concerti mi hanno visto viaggiare principalmente. Passavo la maggior parte del tempo alla scuola di magia americana, ma nei weekend partivo per diversi concerti in giro dapprima per l'America e poi anche all'estero. Nel frattempo dato che il sole batteva, Sky si mise sotto la chioma di un albero, così da prendere un po' di ombra. Mi spostai dalla mia seduta, per rimanere a parlare in maniera comoda con lei, in quanto la nostra conversazione non era ancora finita ed essendo piacevole era bello continuarla. I miei hanno avuto un lavoro a Londra, così ho dovuto seguirli perchè nonostante Ilvermorny sia una scuola molto prestigiosa, non si fidavano a lasciarmi da solo la, viaggiando poi per i concerti con loro lontano. Così ho preso tutto,per ricominciare tutto da capo qui a Hogwarts. Ho la mia musica che mi aiuta, sapendo che l'inizio è sempre duro per tutti. Feci una breve pausa, osservando per alcuni attimi l'immensità del lago, prima di ritornare a parlare. Immagino che anche per te passare comunque dall'Alaska ad un altro luogo non sia stato semplice. Dato il calore, appoggiai la chitarra sulla pietra, togliendomi la maglietta bianca mettendola al fianco.
     
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    Era decisamente piacevole parlare con lui, non sembrava uno dei tanti immaturi che avevo avuto l'occasione di incrociare a lezione, il suo unico desiderio non era quello di mettersi in mostra comportandosi da bambino immaturo come tutti gli altri, lui era diverso, aveva delle passioni e gli piaceva coltivarle, non sembrava per niente una persona superficiale intenta solo ad apparire. La cosa mi rassicurò, avevo fatto bene ad alzarmi per complimentarmi, in questo modo avevo avuto la possibilità di conoscere una bella persona. Dopo aver ascoltato le mie parole mi disse che gli avrebbe fatto piacere sentirmi suonare qualche volta, non mi dispiaceva l'idea, in fondo mi piaceva avere un pubblico per il quale esibirmi. Volentieri, però ti avviso, dopo avermi sentita suonare, potresti essere costretto ad ammettere che ho più talento di chiunque altro. Dopo quella affermazione scoppiai in una fragorosa risata, atteggiandomi scherzosamente da star, anche se in fondo ero abbastanza seria, quando mi cimentavo in qualcosa pretendevo il massimo da me stessa, motivo per il quale avevo passato giornate intere ad allenarmi a suonare, fino al punto da non avere più nulla da invidiare ai grandi maestri della musica, ero piuttosto maniacale quando volevo. Nick mi parlò della sua vita in America, raccontò di essere nato a Dallas, in Texas e di essersi poi trasferito in altre città nel corso degli anni, aveva viaggiato molto prima di finire in Inghilterra ma c'era un punto che non mi era molto chiaro. Concerti? Gli chiesi con aria stupita. In che senso hai viaggiato molto per via dei concerti? Sei forse un fan sfegatato di una qualche band babbana o per caso abbiamo il grande onore di avere tra noi una star famosa senza saperlo. Alzai un sopracciglio curiosa di conoscere la risposta, non sapevo quasi niente del mondo dei babbani e dei loro personaggi famosi attuali, ma dubitavo che se davvero ci fosse stata una qualche specie di Rockstar a scuola, nessuno tra i nati babbani se ne fosse accorto, spargendo così la voce più velocemente della peste, ma che dire, tutto era possibile ad Hogwarts. La conversazione prese una piega meno piacevole, almeno per me, quando mi chiese se fosse stato difficile passare dall'Alaska a Londra, cosa avrei potuto rispondergli..Sì in effetti è stato straziante, soprattutto perché mi sono dovuta trasferire qui dai miei parenti dopo la strana sparizione di mio padre, che mi ha lasciato da sola per più di un mese in Alaska senza avere sue notizie, per poi scoprire dalla mia famiglia che nessuno aveva la più pallida idea di dove fosse finito o che gli ultimi anni della mia vita fossero stati un incubo proprio a causa dei miei parenti, no meglio di no, non mi aveva fatto nulla di male per meritarsi di sopportare tutta la merda che avevo da raccontare in merito al mio trasferimento. Che dire, non è stato semplice abituarsi, fortunatamente però ora che sono qui a scuola mi sento molto meglio, mi piace come ambiente, mi fa sentire al sicuro e soprattutto tiene i pensieri spiacevoli lontani. Nel frattempo anche lui aveva deciso di sedersi all'ombra vicino a me, il caldo si stava facendo quasi insopportabile, probabilmente lui la pensava nel mio stesso modo visto che mentre parlavamo aveva deciso di liberarsi della maglietta, bel modo di distrarre le persone pensai, non se l'era ancora levata del tutto quando tre ragazze poco distanti da noi incominciarono ad assumere un'aria alquanto imbambolata, riuscivo quasi a vedere la bavetta uscire dai lati delle loro bocche, lo cucciai leggermente col gomito sfiorandogli le costole e gli indicai con lo sguardo il gruppetto. A quanto pare hai fatto colpo, quelle ragazze laggiù non ti tolgono gli occhi di dosso, fossi in te mi preparerei a difendermi con la chitarra, potrebbero saltarti addosso da un momento all'altro e non so se riusciresti a gestirne tre nello stesso momento. Socchiusi gli occhi e feci un largo sorriso malizioso sollevando ripetutamente le sopracciglia, sarebbe stata una scena alquanto esilarante, me lo riuscivo quasi ad immaginare mentre tentava di divincolarsi dalle tre con fare nervoso, chissà magari invece gli avrebbe fatto piacere, infondo non erano male come ragazze, magari solo un po' inquietanti.

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    Quando mai mi sarei potuto annoiare parlando di quello che più mi faceva piacere fare al mondo. Proprio per questo motivo non avevo neanche il bisogno di guardare l'orologio, il tempo poteva trascorrere come voleva, tanto ero a mio agio a parlare di musica con Sky. Per una persona che cambiava continente, abbandonava quasi tutte le sue certezze per iniziare una nuova vita altrove, trovare un punto di riferimento, un'ancora che ti facesse stare sereno e bene era qualcosa di meraviglioso. Per quanto non la conoscessi ancora, anche perchè era il nostro primo incontro, sentivo che se la musica ci legava difficilmente qualcosa sarebbe andato storto. Sono quelle sensazioni che senti a pelle, che non sai spiegarti ma sono li, lampanti e così naturali da lasciarti a volte sorpreso. Non mi tirerei indietro se ciò avvenisse, mi hanno sempre detto che ho un ottimo orecchio per la musica. Sorrisi, in quanto ero conscio che c'era sicuramente chi era migliore di me nel suonare gli strumenti musicali, anche perchè io già sapevo di dover migliorare nei miei repertori. Attualmente avevo solamente chitarra e batteria, ma presto mi sarebbe piaciuto ampliare la lista degli strumenti da poter suonare. Si, devi sapere che soprattutto nel mondo dei babbani, le persone vanno matte per alcuni cantanti. Dipende dal genere, ma io ho avuto la fortuna di trovare una casa discografica che mi ha preso con se, iniziando a farmi conoscere nel mondo. Per questo ho sempre diviso il mio tempo tra scuola e viaggi, cercando di non far mai mancare nulla agli amici, allo studio ed alla mia famiglia. Non so se posso definirmi una star, dovrei chiederlo a chi viene a sentirmi ai concerti, ma c'è la possibilità. Feci una pausa, proprio perchè in quel preciso istante mi venne un'idea in mente, poteva essere folle oppure no, ma era decisamente intrigante. Mi è venuta quest'idea in mente, ti andrebbe una volta di provare a venire con me ad un concerto ed a esibirti? Non so ancora come, ma sarebbe bello far sentire la tua musica. Era un'idea improvvisata, qualcosa di pazzo per alcuni, ma non per me, sentivo che aveva di sicuro un potenziale nella musica, ne ero quasi sicuro, come un sesto senso. L'argomento passò poi a qualcosa di più diretto, che però riguardava lei ed il suo trasferimento, anche perchè in parte potevo capirla, avendo dovuto abbandonare tutto e ricominciare. Posso capirti, è proprio qui che la musica mi aiuta, oltre al fatto che spero presto di avere degli amici che colmino il vuoto che si è venuto a creare dopo aver lasciato l'America. Di sicuro in questo momento non sto sentendo assolutamente la mancanza di nulla di ciò che avevo prima, grazie a te. C'era chi credeva o meno al destino, ma volente o nolente doveva osservare con i propri occhi che era ciò che gli accadeva a dimostrargli che qualcosa c'era, di già scritto. Andava solamente modificato in base alle scelte che decidevamo di fare. Poi ecco la liberazione, in quanto il caldo si stava facendo sentire e mentre toglievo la maglietta sentii il gomito di Sky toccarmi il fianco, prima di indicarmi un gruppetto di ragazze. Senza dare troppo nell'occhio diedi un'occhiata di sfuggita, constatando che era vero. Non potevo farci nulla, il calore mi stava facendo cuocere con la maglietta addosso, ma era anche vero che avevo un lago enorme proprio davanti a me. Una via di fuga la vedo proprio davanti a noi, vuoi fuggire? Perchè se mi assalgono non so se sarai al sicuro vicino a me qui, ma in acqua è decisamente diverso. Le avrei dato del tempo per decidere, prima di alzarmi, partendo di corsa per lanciarmi nel lago. L'acqua era fresca, quella temperatura che subito ti diceva, che cazzo hai fatto? Ma poi non appena ci stavi alcuni attimi ti trovavi a tuo agio, muovendoti un po'. Non penso abbiano pensato al costume.
     
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    Mi era difficile ammetterlo ma quel giorno avevo provato un senso di pace e tranquillità che non provavo da tempo, c’era qualcosa nell’aria o forse in Nick che mi faceva sentire a mio agio, non mi faceva pensare alle questioni che fino a quel momento mi avevano assillato come un picchiettio continuo nella testa, non mi face provare quel senso di vuoto che mi aveva accompagnato ogni giorno negli ultimi anni, mi sentivo semplicemente libera di fare e pensare ciò che preferivo, senza che nessuno si preparasse a puntarmi un dito contro dicendomi che non ero mai abbastanza e che dovevo continuamente puntare ad un gradino più in alto. Non lo conoscevo affatto ci eravamo appena incontrati, magari incrociati solo un paio di volte prima di quel giorno a lezione, ma non avevamo mai avuto modo di parlare il che rendeva questo il primo vero incontro con Nick, un incontro più che gradevole, uno di quegli incontri capaci di farti aprire gli occhi dopo un lungo sonno mostrandoti così, che la vita forse non è poi così male come credevi. Mi disse che aveva orecchio per la musica e che sarebbe stato pronto a ricredersi se ciò che dicevo fosse stato vero e ovviamente lo era, poi continuò spiegandomi che effettivamente era sul serio un personaggio musicale molto conosciuto nel mondo babbano, il che mi lasciò senza parole, io ci avevo scherzato ma in realtà era davvero famoso. Quindi sul serio sei famoso? Per quale motivo allora non si è ancora sparsa nessuna voce in merito, non che io le segua particolarmente quindi in realtà forse potrebbe anche essersi diffusa che probabilmente io non lo saprei però..non so cosa dire, dovrei chiederti un autografo ora? Sorrisi prendendolo un po’ in giro anche se in realtà lo stimavo molto, era riuscito a raggiungere degli obbiettivi molto importanti pur essendo ancora così giovane, non era certo una cosa da tutti. Vidi il suo volto illuminarsi, come se in quel preciso istante gli fosse venuta in mente un’idea sensazionale, non avrei mai creduto che stesse per propormi una cosa del genere, un esibizione con lui in uno dei suoi concerti, era completamente folle, chi mai avrebbe proposto una cosa del genere a qualcuno che conosceva appena e che soprattutto non aveva mai sentito suonare. Ch-che cosa hai appena detto? balbettai incredula. Tu sei pazzo, cioè certo sarebbe figo e mi piacerebbe molto ma..come puoi propormi una cosa del genere senza avermi mai sentito suonare e conoscendomi appena, voglio dire sarebbe grandioso però sei pazzo. Scoppiai a ridere, mordicchiandomi leggermente il labbro inferiore, mi aveva sorpreso e nessuno mi sorprendeva mai, solitamente riuscivo a leggere bene le persone sapendo già che aspettarmi da loro, con lui però era stato diverso, gli era venuta un idea così strana da cogliermi totalmente alla sprovvista. Passammo poi ad argomenti più seri, dopo avergli raccontato diciamo parzialmente la storia del mio trasferimento, mi disse che riusciva a capirmi e che per lui la musica era stata fondamentale per abituarsi a questa nuova vita, sperava però di farsi presto dei nuovi amici ma la cosa più toccante che mi disse, fu una frase che mi fece arrossire, in quel momento grazie a me non sentiva la mancanza di nulla, ero davvero onorata di sentirmi dire ciò. Davvero? Ti ringrazio, sappi che per me è lo stesso, sei proprio una bella persona e mi piacerebbe conoscerti meglio, voglio dire, sempre che a te vada. La questione stava prendendo una piega sempre più interessante e dopo svariate chiacchiere, un caldo a dir poco cocente e tre ragazze pronte all’attacco Nick propose un piano di fuga direzione lago, come rifiutare, in teoria quel giorno ero andata al lago proprio per farmi un bel bagno prima della stagione piovosa. Molto saggio come piano, quando si è in minoranza numerica fuggire non è mai un idea malvagia. Detto ciò possiamo fuggire insieme verso il lago, lasciami solo il tempo di togliermi i vestiti, le camicette sono una trappola mortale quando si tratta di sbottonarle in fretta. A chi arriva prima? Mi ero quasi levata la camicetta del tutto, sbottonandola dopo essermi liberata di scarpe e gonna quando quel barone cominciò a correre. Hey!! Così non vale, stai barando! Mi sfilai la camicia il più in fretta possibile e iniziai a correre verso il lago per raggiungerlo, per poi lanciarmi in acqua una volta arrivata. Avevano ragione era ghiacciata ma nulla che io non riuscissi a sopportare, schizzai Nick imbronciata proclamandomi vincitrice a tavolino visto la sua falsa partenza, per poi sorridergli mentre cercavo di spostare le ciocche di capelli bagnati che mi si erano appiccicate al viso.

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    Sapevo perfettamente che quello che le avevo proposto poteva inizialmente sembrare da pazzi, ma pensandoci bene non lo era. Era vero che non conoscevo ancora il modo in cui suonava, ma c'erano alcuni indizi che mi faceva credere che era veramente brava. Alcuni lo chiamavano sesto senso, ma era stata l'unica che si era avvicinata mentre suonavo, l'unica che si era venuta a complimentare per come lo facevo. Era già un primo passo, il resto era venuto conversando, mischiando quelle che erano le sensazioni alle parole che ci eravamo dette. Quindi ad uno sguardo attento, ciò che avevo proposto non era poi così del tutto folle od altro. A volte quando arriva prima la tua popolarità vieni visto in maniera diversa. Ho preferito prima farmi conoscere come persona e poi come star eventualmente. Solo se lo vuoi veramente. Sorrisi anche io, anche se era bello sentire quella sensazione, essere al posto giusto nel momento giusto. Proprio quello che stava accadendo a me in questo preciso momento. Poi ecco che Sky rispose a quella che era la mia proposta, la presi ovviamente alla sprovvista, vedendola balbettare mentre mi chiedeva cosa le avevo appena detto. Sono molto sicuro che dopo che ti avrò sentita suonare, quest'idea non sarà più così pazza. Poi si potrei essere un po' pazzo a buttarmi in una proposta del genere ma sono molto convinto di ciò. Risi pure io, anche se ero perfettamente serio nella proposta che le avevo fatto. Ero molto contento di ciò come del fatto che era la prima persona che mi faceva stare bene nella scuola. Non potevo non dirglielo, di fatti fu la prima cosa che feci quando lo pensai, ritrovandomi ricambiato in quella stessa sensazione, oltre al fatto di scoprire che voleva conoscermi meglio, se a me andava bene. Si. Sarebbe stupendo, anche perchè di tempo ne abbiamo parecchio per farlo. Sette lunghi anni sarebbero sicuramente bastati per conoscersi meglio, scoprendo così tutti i punti in comune, tutte le passioni, gli hobby. Sarebbe stata una scoperta continua, giorno dopo giorno, senza una relativa fine. Poi iniziò il piano per sfuggire alle tre ragazze che Sky mi aveva fatto notare, io ero ovviamente in vantaggio perchè già in costume, mentre lei doveva ancora prepararsi. Solo perchè ti piace vestirti complicato ahahah, comunque va bene. Attesi un attimo, vedendo che stava finendo di districarsi dalla camicetta che si era messa. Gonna e scarpe erano già via, quando iniziai a correre, le ragazze avevano fatto qualche passo di troppo in nostra direzione. Emergenza. Eccola poi che arrivava tuffandosi in acqua, per poi schizzarmi con il volto leggermente imbronciato, in quanto ero partito prima di lei. Ovviamente mentre si scostava i capelli dal bellissimo viso, parti al contrattacco, schizzandola un po' anche io. Nel mentre mi avvicinavo, anche perchè muovendomi non sentivo più il freddo, cercai così di prenderla in braccio. Un braccio dietro la sua schiena ed uno dietro le gambe, buona parte del piano sarebbe così andata in porto, dovendolo solo più concludere. Bene, ora di questa bellissima sirenetta cosa ne facciamo? Dissi sorridendole, anche perchè dovevo ancora effettivamente decidere cosa fare, lasciandole ancora un po' di tempo.
     
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    Durante il pomeriggio si era continuato a parlare parecchio, Nick dopo avergli dato del pazzo per quella fantastica idea che aveva avuto mi spiegò che forse era veramente un po’ pazza come idea ma che si sentiva di avere ragione e che si sarebbe rivelata una buona idea, mi limitai a sorridergli abbassando lo sguardo, era bello che qualcuno si fidasse così tanto di ciò che sentiva da portare avanti un idea apparentemente folle, avrei cercato di fare del mio meglio. Mi fece sapere che anche a lui avrebbe fatto piacere conoscermi meglio, in fondo come aveva detto lui avevamo piuttosto tempo per conoscerci, sette lunghi anni da passare in quella scuola, per conoscerci meglio, avrei avuto sette anni per studiare quante più magie possibili, volevo imparare tutto quello che si poteva sapere, ero affamata di conoscenza e volevo diventare una strega potentissima, ma ero certa che sarei riuscita tranquillamente a trovare del tempo anche per i miei amici presenti e futuri ma soprattutto per Nick, già per lui avrei cercato di ricavare più spazio possibile. Avevamo deciso che per sfuggire alle tre predatrici in cerca degli addominali di Nick saremmo scappati in acqua, sperando che il pensiero di non avere più i capelli perfetti a causa dell’acqua le tenesse lontane dal lago. Cercai di togliermi di dosso i vestiti il più in fretta possibile mentre il ragazzo mi prendeva in giro dicendomi che vestivo complicato Questo non è assolutamente vero, è la camicetta che ce l’ha con me! gli risposi tra una linguaccia e l’altra, molto maturo da parte tua Skylee complimenti, non era da me lasciarmi andare a certi comportamenti ma con lui era tutto più facile, stavo quasi per liberarmi da quell’indumento malefico che probabilmente avrei bruciato una volta tornata in stanza quando vidi Nick iniziare a correre in acqua, dopo che gli diedi del barone urlò, emergenza, prima di seguirlo riuscì ad intravvedete il gruppetto di ragazze avvicinarsi, forse si riferiva a quello l’emergenza, cercai di arrivare per prima nonostante la falsa partenza del ragazzo, fallendo miseramente nell’impresa, una volta raggiunta la riva mi lanciai in acqua e schizzai imbronciata Nick proclamandomi vincitrice a tavolino, mi scostai poi i capelli bagnati dal viso cercando di mettermeli dietro all’orecchio, movimento al quanto inutile visto che di lì a poco il ragazzo cominciò a schizzarmi vendicandosi scherzosamente Che c’è non ti va giù la sconfitta? gli dissi di rimando, lo vidi poi avvicinarsi furtivamente a me certa che lo facesse per mirare meglio alla faccia, ed invece mi prese in braccio tenendomi stretta per le gambe e la schiena, il mio cuore sussultò per un istante, prima che lui chiedesse un po’ a se stesso ed un po’ a me cosa farne di quella bellissima sirenetta. Bellissima..solitamente la gente mi chiamava presuntuosa, antipatica, solitaria ma mai bellissima, probabilmente a parte mio padre e forse un paio di commesse fin troppo cordiali in un qualche negozio babbano, nessuno mi aveva mai chiamata così, arrossì evidentemente imbarazzata ed avvicinandomi leggermente al suo orecchio sussurrai: Non saprei, sei tu che hai catturato la sirenetta, adesso cosa vorresti farci? Che caspita avevo appena detto, come mi era uscita una frase del genere, certo ero solita dire alle persone la prima cosa che mi veniva in mente, ma in quella situazione..e in maniera così diretta..mi preparai ad un forte imbarazzo convinta che sarebbe scoppiato a ridere dicendomi che avevo frainteso tutto e che quella doveva solo essere una battuta scherzosa.

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    Solitamente quando le ragazze erano lente a vestirsi, ad uscire da un bagno o prepararsi per una serata davano sempre la colpa a qualcosa in particolare. In questo caso la camicetta era la colpevole numero uno perchè c'è l'aveva con lei. Sorrisi quando me lo disse, tra una linguaccia e l'altra che mi stava facendo. Però c'era un emergenza ben più grande, fuggire da quelle ragazze, così presto entrambi eravamo in acqua, a schizzarci reciprocamente. Forse, chi lo sa. Riuscì a dire prima di avvicinarmi a lei, riuscendo nell'intento di prenderla in braccio. Da così vicino riuscivo a vedere ancora meglio i particolari del suo viso, come gli occhi, così misteriosi, uno era di un colore verde chiaro, mentre l'altro era azzurro. Non mi era mai capitato di vedere una cosa così, che mi lasciò per un attimo senza parole, osservandola solamente dritto negli occhi. Sono bellissimi. Dissi senza neanche pensare a cosa stavo facendo, mentre la vedevo arrossire. Si avvicinò al mio orecchio, rispondendo così alla domanda che in parte avevo fatto a lei ed in parte a me. Cosa le avrei fatto, la decisione stava a me, così senza neanche pensarci e per la seconda volta dopo pochi minuti, lasciai che con le gambe toccasse il fondale del lago, così da tornare nuovamente in piedi, li davanti a me a pochi centimetri. Ora che avevo la mano libera, la portai verso il suo viso, scostandole i capelli fin dietro all'orecchio, prima con l'una e poi con l'altra mano. Al tatto poteva ed era effettivamente una carezza sulla sua guancia, mentre il mio sguardo non perdeva attimo per osservare i suoi meravigliosi occhi, così vicini. Se in uno sembrava di immergersi nell'oceano, l'altro ti dava l'impressione di essere nel verde della vegetazione, in mezzo a mille fiori e piante stupefacenti. Insieme formavano la vita, insieme formavano i suoi bellissimi occhi. Rimasi lì, fermo senza avere il bisogno di fare altro, era tutto così perfetto che non avevo calcolato neanche più la presenza delle ragazze sulla riva, in realtà non sapevo neanche se erano ancora li. Tutto era diventato secondario ed è proprio in quel momento che immaginai la melodia che stavo suonando prima. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
     
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    Nonostante l’acqua gelida, sentivo la pelle bruciare sotto la sua gentile presa, Nick mi stava tenendo tra le sue braccia, oltre alla testa fuori dall’acqua sbucavano solo le mie spalle e le mie ginocchia era una sensazione strana, io mi sentivo strana tutto il mio corpo era come ipnotizzato non riuscivo praticamente a muovermi mentre mi diceva che i miei occhi erano bellissimi, riuscì solo a far uscire un filo di voce Solitamente mi prendono in giro per il colore dei miei occhi, non dicono mai che sono belli. gli sorrisi, quello era il mio modo per ringraziarli, non ero in grado di formulare frasi più complesse in quel momento, ci guardammo fissi negli occhi per una manciata di secondi prima che lui mi facesse scendere dalle sue braccia permettendomi così di stare nuovamente in piedi sulle mie gambe, il fondale del lago era freddo e talmente tanto ricoperto di alghe che bisognava stare attenti altrimenti si rischiava di scivolare. Eravamo a pochi centimetri di distanza e tra noi era piombato il silenzio, non era imbarazzante, più che altro evocativo, Il vuoto lasciato dalle parole era stato riempito con le emozioni e i miei sensi sembravano tutti concentrati su di lui, sentivo le sue dita spostarmi i capelli dietro all’orecchio con un tocco molto delicato che pareva quasi una carezza, ero certa che il mio volto in quell’istante avesse assunto un colorito più roseo, il nostro respiro si faceva sempre più corto e affannoso e i nostri occhi non si staccavano da quelli dell’altro nemmeno per un istante, sembrava di trovarsi tra le righe di un romanzo rosa, una di quelle storie ricche di colpi di scena ed emozionanti trafiletti pronti a toglierti il fiato, non avevo bisogno di altro in quel momento, la sua sola presenza mi bastava e avrei voluto che il tempo si fermasse per assaporare al meglio quelle sensazioni perché non sapevo proprio identificarle, ero solo certa che fossero qualcosa di magico. I secondi continuavano a scorrere inesorabili ma noi rimanevamo li fermi e congelati nel tempo, almeno fino a quando le mie labbra iniziarono a muoversi da sole, senza che io le riuscissi a controllare, facendo uscire quelle parole che venivano dal profondo me che sentite da fuori non sarebbero state interpretate correttamente, sarebbero sembrate fuori contesto ma In realtà non lo erano, quello che stavo per dire per me era più intimo di molti altri gesti e non lo avrei certo detto a chiunque. Voglio suonare per te, ho bisogno di farti sentire la mia musica. Mi avvicinai di un altro paio di centimetri tanto da consentirci di sfiorarci reciprocamente la punta del naso mentre le mie mani raggiungevano la parte più alta del suo collo stringendolo lievemente in una presa gentile.

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    C'era un formicolio nel mio stomaco, qualcosa che mai avevo provato prima, una sensazione che non pensavo di riuscire a provare. Guardare il suo viso, i suoi occhi, il suo viso arrossato mi stava attirando a se come neanche la musica aveva fatto in tutti quegli anni. Il che mi sorprese molto da una parte ma dall'altra ero felicissimo di aver provato quest'emozione. Eravamo così vicini che potevamo sentire il respiro dell'altro, riuscivo a sentire chiaramente quello di Sky, quasi facesse parte del mio. Forse perché non osservano bene. Sembravano una calamita, qualcosa da cui non potersi separare, anzi che ti attirava sempre di più verso di loro. I centimetri tra di noi erano veramente pochi, decimati ancor di più da quando lei si avvicinò ancora, dicendomi che voleva suonare per me, perché aveva bisogno di farmi sentire la sua musica. Non avrei aspettato altro, tanta era la voglia di sentirla suonare, non avrei di certo fatto passare molto tempo prima di far si che ciò avvenga. Sentivo le sue mani toccare la parte alta del mio collo, erano fresche, gentili e leggere nel tocco. Nello stesso istante la punta dei nostri nasi si tocco o meglio si sfiorarono, fu come una scossa che percorse tutto il mio corpo. Le sorrisi, facendo forse quello che mai mi sarei aspettato, ma a volte sono le cose più impossibili che accadono. I centimetri erano talmente così risicati, che in un attimo, senza pensarci neanche li ridussi pari a zero, perché le mie labbra si stavano avvicinando. Ne sarò lieto. Furono le ultime parole sussurrate appena, prima che le mie labbra toccassero le sue. Morbide, leggermente fredde per via dell'acqua, ma in men che non si dica tutto il freddo che potevo sentire era scomparso, lasciando spazio ad un caldo mai provato prima. Una sensazione quasi irreale, che se non sapessi che mi trovavo nella realtà avrei tranquillamente scambiato per un sogno, invece Sky era lì,proprio davanti a me. Era tutto vero.
     
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    Era tutto così perfetto che pareva di sognare ma non era così, stava succedendo sul serio e forse era destino che ci conoscessimo proprio sulla riva di quel lago tanto profondo e misterioso, eravamo così vicini da sentire quasi i pensieri dell’altro, le parole diventavano superflue mentre i nostri corpi urlavano. Dopo avergli detto che volevo suonare per lui mi avvicinai ulteriormente, i nostri nasi si sfioravano, le nostre mani accarezzavano il volto dell’altro e i nostri corpi si cercavano, era un richiamo unico che non avevo mai sentito prima d’ora, dopo avermi detto che sarebbe stato lieto di ascoltarmi ridusse la distanza a zero, per poi portare le sue labbra perfette alle mie, sentii come un brivido lungo tutta la schiena, il calore pervase ogni centimetro del mio corpo e le mie labbra ricambiarono il bacio che mi era appena stato dato, mi strinsi a lui come per fondere i nostri corpi in uno solo e gli misi una mano dietro alla nuca e l’altra sul petto, riuscivo a sentire il suo battito accelerato e il calore della sua pelle, era un bene che la temperatura dell’acqua fosse così fredda perché mi sarei sentita bruciare altrimenti. Non volevo che quel momento finisse ma sapevo che non poteva durare all’infinito, sarebbe comunque rimasto in maniera permanete nella mia testa, non avevo la più pallida idea di come avrei fatto a concentrarmi nelle lezioni dei giorni seguenti, il mio pensiero sarebbe sempre tornato a quel momento, forse mi sarei beccata un bel Troll come voto ma in quel momento non poteva fregarmene di meno, volevo solo godermi ogni secondo con Nick. Le nostre labbra non avevano intenzione di dividersi, continuai quindi ad assaporare il suo bacio cercando di non fargli capire che in realtà quello per me era il primo, sarebbe stato troppo imbarazzante da ammettere. A causa della severa educazione ricevuta dalla mia famiglia non mi era mai stato permesso avere amici o altro, ero sempre rimasta per lo più isolata dopo l’Alaska, mi piaceva chiamare quel periodo della mia vita il mio inferno personale ma ora sembrava solo un ricordo lontano.

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