time to talk.

Eve.

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    Da quando con Roxy siamo fuori dal giro la mia vita è una noia mortale. Le giornate trascorrono tutte nello stesso modo, e se non ci fosse Evelina ad allietarle, mi sarei già impiccata al primo albero disponile. Lei è le sue curve perfette mi hanno totalmente fottuto il cervello. Vorrei dire che è solo quello, che non sento il bisogno di starle accanto perché quando sono con lei mi sento una persona migliore e più felice, ma non è così. Se lo avessi saputo, se avessi saputo a quale terribile dipendenza mi avrebbe portato averla nella mia vita, non l’avrei mai baciata al parco. In realtà lo avrei fatto e se devo dirla tutta lo rifarei altre mille volte. Mi sto rammollendo e le mie fan non ne sono felici, ma io si. Quella stronza mi fa bene. Ho trascorso la serata a bere con Mitch, non so a quanti shottini siamo arrivati, so solo che mi reggo in piedi a stento. Era da tanto che non ci riducevamo in queste condizioni e sono felice di averlo fatto. Non glielo dirò mai, ma è il miglior amico penemunito che ho. Spero lo sappia o che capisca quanto sia fortunato e credo proprio sia così. Tornati al castello mi abbandona all’entrata dei sotterranei. Mi schiocca un bacio sulla guancia e dice che andrà a sognare la sua bella Diana. Lo saluto mentre tolgo le scarpe e cerco di arrivare barcollando nella mia stanza. Vedo una figura sinuosa e perfetta, vorrei fare la
    signora e dire che la riconosco dalla perfetta massa di capelli rossi che le ondeggia sulle spalle, ma non è così. Sono le pieghe che il suo culo perfetto crea sotto la sua gonna ad attirare la mia attenzione. Mi avvicino e la bacio, non curante del fatto che lei sia in servizio e io sbronza marcia - Rossa! Mi sei mancata sta sera - la stringo per la vita e mi specchio nelle sue ciglia chilometriche. A volte mi domando come faccia ad essere così perfetta - Ma se ti devo dire la verità - inizio a posarle piccoli baci un po’ ovunque. Sto dimostrando un po’ come fanno i bimbi di essere felice di averla di fronte. - Mi manchi tuttttttte le volteeee che non ti ho tra le scatoleee. E io ti manco? - penso sia la prima volta che pongo quella domanda a qualcuno, ma ho davvero voglia di scoprire la risposta. - Che mi hai fatto Rossa? Perché ti penso sempre?
     
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    Questi ultimi giorni sono stati davvero stancanti, ho passato in bianco alcune notti poiché ho continuato a fare sempre lo stesso incubo. La scena dell'omicidio di mio padre continua a tormentare i miei sonni tranquilli, da quando è successo non ho mai avuto questi incubi. Forse sono i miei sensi di colpa che hanno deciso di svegliarsi proprio ora? Credo che sia proprio colpa loro, iniziano a darmi fastidio proprio quando nella mia vita capita qualcosa di bello. Sto parlando di Brandy, da quando è piombata nella mia vita, tutto ha assunto un colore, un sapore diverso. E' proprio da lei che sto andando come al solito, prima di iniziare il mio turno, passiamo un po' di tempo insieme nella sua stanza. Busso più volte e sembra che non ci sia nessuno, forse non è ancora tornata dalla cena. Decido di aspettarla nella sala comune, fino a quando, non mi dicono che è uscita. Non sanno dirmi con chi e la mia mente inizia a vagare, immaginandola in compagnia di qualcuno che non sono io. Mi sistemo la divisa e raggiungo Saule, è arrivato il momento di perlustrare i corridoi e, per la prima volta da quando ho ricevuto quella spilla, non vedo l'ora di iniziare. Magari riuscirò a distrarmi dai miei pensieri. Anche questa sera abbiamo fatto il nostro solito giro del castello e, a parte due tassorosso, non ho trovato nessuno che trasgredisse le regole. Il turno è finito e posso finalmente tornare nella mia stanza, mi trovo nei sotterranei quando vengo raggiunta da Brandy che mi bacia. «B.B dove sei stata?» Le domando a pochi passi dalle sue labbra, non mi è piaciuto non poterla vedere prima di fare la mia solita ronda notturna. Ormai è diventato il nostro momento, un piccolo spazio che ci ritagliamo in quelle giornate così piene di impegni. «Ma hai bevuto?» Le accarezzo la guancia pensando che la risposta sia abbastanza ovvia. Si regge a stento in piedi, sa di alcol, continua a farfugliare qualcosa, eppure, rimane incredibilmente sexy. Mi inizia a tempestare di baci e anche se vorrei che non la smettesse più, ha scelto il momento meno adatto per questo. «Certo che mi sei mancata...» Ultimamente mi manca sempre e vorrei che non fosse così ma ormai è entrata nella mia testa e non mi si schioda più di lì. «Mi pensi sempre? Lo dici solo perché sei ubriaca.» La prendo per la vita aiutandola a mantenersi in equilibrio.
     
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    - A beere - devo aver assunto un espressione abbastanza stupida nel dire questa frase, ma l’alcol e la vicinanza della Rossa mi mandano completate fuori di testa. - Eh, si - faccio dei bravi scatti con la testa, poi mi blocco prima di far assistere alla mia sexy prefetta uno spettacolo indegno. Ho esagerato, ma non lo facevo da un po’ e ne sentivo davvero il bisogno, soprattutto ora che mi annoio da morire - Mitch… ti ho presentato Mitch? Lui è il mio migliore amico, è alto, è biondo, ma ha il cazzo e non ci ho mai provato con lui. Ora scusa, sto divagando. Mitch… lui mi ha invitata ad uscire, finiamo sempre così quando usciamo insieme. Una volta ti ci devo portare - mi mordo il labbro inferiore, provando ad essere sexy, ma senza riuscirci poi molto - Ho voglia di vederti senza controllo - lo penso sul serio, mi piacerebbe vedere la vera Evelina, quella che si lascia andare e che non ha paura di dire nulla. So di essere fortunata, di essere riuscita a carpire molti più segreti di quanti lei abbia mai raccontato ad altri, di avere un po’ della sua fiducia. Ma tutto questo non mi basta. È la prima ragazza di cui mi interessi davvero, vorrei sapere tutto di lei, non solo la sua taglia di reggiseno. Penso che con lei sia una di quelle cose che i monogami definiscono una cosa seria. Il fatto che, da quando abbiamo parlato in camera mia, non
    ho sfilato mutandine, se non le sue di pizzo mi fa credere che sia veramente così. Eppure ho avuto molte offerte, molte sventole pronte a rotolarsi tra le mie lenzuola, ma tutte le volte ho rifiutato quegli inviti. Avevo solo lei in mente. - Giuralo! - Le dico ad un palmo dal suo naso, con un tono di voce troppo alto per quel orario prima di baciarla ancora. Potrei andare avanti così tutta la notte, anche senza fare sesso, solo baci per sapere di averla davvero vicina - Io..non… ma che cazzo sto dicendo, certo che sono ubriaaaaca! Però è vero - provo a spostarle i capelli e credo di farlo con un po’ troppa forza, ma ne ho bisogno, voglio guardarla attentamente in viso in questo momento. - Lo sai che sei sempre più bella - ho la lingua davvero troppo sciolta in questo momento, vorrei quasi tagliarmela. Forse non sto dicendo nulla di male, ma credo che tutto questo sia davvero poco da me. Brandy O’Connor sta capitolando. - Si… ti penso. E non al tuo culo o alle tue tette. Penso a te. - continuo a giocare con i suoi capelli, amo davvero il modo in cui le incorniciano il suo viso perfetto, come cadono sulle sue curve, ma penso di amare tutto di lei - Se fossi sobria non te lo direi, sono una stronza. Ma è tutto vero. Giuro!
     
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    «A bere, questo è evidente.» Non ci vuole chissà quale scienza per scoprire dove sia stata, basta guardarla. «Sì, dovresti proprio farmelo conoscere.» Così potrò strozzarlo con le mie stesse mani per averla ridotta in questo stato. Però ammetto di essere sollevata nel sapere che si trovava con lui e non con qualche ragazza, dio non mi sarebbe piaciuto per niente sapere che è stata a letto con qualcun'altra. So che da quando passiamo del tempo insieme, lei non è più andata a letto con nessuno se non con me ma ho sempre questo brutto presentimento che lei possa trovare qualcuno migliore di me. «Senza autocontrollo, dici?» Non credo sarebbe contenta di vedermi senza freni, sono peggio del solito. Ora bevo molto meno ma ci sono stati periodi in cui, bevevo ogni giorno. Ero dipendente dall'alcol e quando bevevo ero perfida, meschina, tutto l'odio che provavo verso mio padre lo riversavo sugli altri. Mi divertivo a far soffrire le persone perché ero gelosa della loro felicità, era una cosa che sapevo non avrei ottenuto mai. «Dio Brandy, lo giuro. Mi manchi ogni volta che non sei con me.» E' vero, non averla intorno mi fa star male. Sono più felice quando sono con lei e riesco a rimanere concentrata su quello che faccio mentre, quando non è con me, la mia mente non fa altro che pensarla, pensa a cosa sta facendo, con chi è. Non avrei pensato che dopo quella sera al parco, tra noi sarebbe capitato tutto questo. All'inizio la odiavo, non sopportavo il modo in cui mi guardava, il modo in cui mi ha baciata senza permesso, i suoi modi di fare mentre adesso sono tutte cose che mi fanno impazzire. Con il tempo ho imparato ad accettare tutto di lei, non c'è una singola cosa che non mi piaccia, certo, alcune volte vorrei che fosse meno rude nei suoi modi di fare ma non mi dispiace poi così tanto. «B.B. tu mi stai letteralmente mandando fuori di testa.» Le prendo il viso tra le mie mani e poso le mie labbra sulle sue e non mi importa se dovesse spuntare Saule da un momento all'altro. «Tu mi piaci sul serio, non capisco più niente quando sei nei paraggi.» Le dico ad un passo dal suo volto, non glielo direi normalmente ma lei è ubriaca e probabilmente domani si scorderà di tutto quello che ci stiamo dicendo in questo momento.
     
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    Sento una leggera irritazione nella voce della mia rossa quando le parlo di Mitch, dovrebbe essere del tutto tranquilla, non potrei mai vedere qualcosa di romantico nel mio rapporto con lui. Quando vedi una persona vomitarti sui piedi capisci in quel esatto istante che non potrà mai accadere nulla tra di voi, aggiungiamoci il fatto che sia pene-munito, ed ecco la friend-zone. So bene che lo stesso vale per lui, i suoi complimenti sono veri, ma sanno di non poter andare oltre l’affetto. - Si, capelli spettinati e vestita da ragazzaccia - le passo una mano tra le sue onde rosse, provando a spettinarle, ma come per magia tornano più perfette di prima. Non so che diavoleria abbia fatto ai suoi capelli e a dirla tutta neanche mi interessa. Se l’aver bevuto l’intero locale mi ha resa molto loquace per quanto riguarda i miei sentimenti per lei, noto di non essere l’unica. - Sei una stronza - le dico quando si stacca dalle mie labbra senza fiato - Ti stai approfittando di una piccola Brandy ubriaca - le sorrido maliziosa portando le braccia attorno al suo collo - Però ti prego continua pure - Sta volta sono io a baciarla e a schiacciarmi completamente contro al suo corpo. Dovrei smetterla e continuare a motivare il perché lei sia una stronza, ma ho bisogno prima di un po’ di coccole - Comunque lo sei anche perché se fossi sobria certe cose non me le diresti - le mordo il labbro inferiore e sciolgo il mio poco casto
    abbraccio. Faccio un passo, provando a trascinarla, ma mi rendo subito conto di non reggermi affatto bene in piedi. Allora indietreggio e mi attacco a lei per la vita. - Ho la stanza libera - le dico sorridendo, pronta a portarla con me fin lì. Chiusa la porta alle nostre spalle la spingo contro la stessa e le sbottono la divisa. Come prima inizio a riempirla di baci, tanti da causarle il solletico. Mentre lei sorride, io mi ritrovo seria a pensare che non potrei vivere senza quel sorriso. - Rossa, credo di avere una strana malattia da quando sto con te - devo avere un espressione strana, quasi sconvolta mentre le parlo. La testa non mi gira più, ma il cuore inizia a battere così forte che mi pare voler esplodere da un momento all’altro - La monogamia - sto esprimendo davvero di merda quello che provo, ma sono Brandy, sono incapace a dire certe cose e in più sono sbronza - In questo periodo sto sfilando solo le tue mutandine e tutte le altre non mi mancano. Penso di stare male, è così tutte le volte che non ci sei. - Lascio che i miei occhi scuri vadano a specchiarsi nei suoi, poi sfioro di nuovo le sue labbra, ma senza la foga di prima, con dolcezza. - Secondo te che significa? Che sei la mia ragazza?
     
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    «Sai che non c’è bisogno che io mi ubriachi per ridurmi in quello stato.» Le rivolgo un ghigno sperando che capisca a cosa io mi stia riferendo e poi sono ancora convinta che non le piacerebbe vedermi ubriaca, è come se non riuscissi a rispondere ai miei comandi. Ormai, non bevo più così tanto. Prima se lo facevo era per riuscire a dimenticarmi della realtà in cui vivevo, ero spesso infelice e arrabbiata con il mondo e l’alcol era l’unico modo che conoscevo per non pensare più a niente ma, ultimamente, non ne ho più bisogno. Penso di essere felice, mi sento bene ed è solo grazie a lei. «Non provare a darmi della stronza, anche tu non mi diresti certe cose se non ti fossi scolata l’intero locale.» La prendo leggermente in giro prima di annullare nuovamente quella poca distanza che c’è tra di noi. Non penso che avremmo mai avuto questa conversazione se lei fosse stata lucida, nessuna delle due avrebbe mai avuto il coraggio di parlare apertamente di quello che stava succedendo, forse avremmo trovato altri modi per dircelo. «E’ vero, me ne sto approfittando…» Mi distacco solo un po’ dal suo volto e poggio la mia fronte sulla sua. «…ma te lo ripeterei anche domani.» Ammetto guardandola negli occhi prima di seguirla nella sua stanza. Mi piace quando mi riempie di baci e non posso fare a meno di sorridere. La sua vicinanza mi fa bene, mi fa stare bene, non sono più la stessa da quando ci siamo conosciute, mi sento diversa. Le passo una mano fra i capelli costringendo il suo viso ad avvicinarsi al mio, Brandy mi piace sul serio. «Che specie di malattia?» Aggrotto la fronte incuriosita e perplessa allo stesso tempo da quello che sta cercando di dirmi. L’ascolto attentamente senza mai distogliere il mio sguardo dal suo e un sorriso mi spunta sulle labbra mentre lei mi fa quelle dichiarazioni, penso che sia la dichiarazione più strana che mi sia mai stata fatta ma mi piace. «Penso allora che abbiamo la stessa malattia.» Le dico mordicchiandole il labbro, da quando sto con lei non mi è balzata in testa nemmeno una volta l’idea di andare a letto con qualcuno che non sia lei, non ha idea di quanti ragazzi ho dovuto mandare via a casa a mani vuote. «Non credo significhi questo. Tu lo vorresti davvero?» Io sì, non mi sentivo così da molto tempo, per lei sarei disposta a riprovarci, a rimettermi in gioco, ad abbattere quel muro che avevo messo intorno al cuore. «Perché a me, da quando sto con te, non mi importa più degli altri.» Nemmeno io sono abilissima nell’esprimere i miei sentimenti ma spero di averle fatto capire che sono disposta ad iniziare qualcosa di serio con lei.
     
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    Ha la schiena contro la porta e il viso sorridente, mentre non riesco a staccarmi dalla sua pelle. La sto riempendo di baci e mi rendo conto che a lei tutta quella situazione piace quanto a me. Inizio a farfugliare stronzate sulla monogamia, su come lei mi fa sentire e su quanto sia infinitamente speciale per me. Non mi sentivo così dalla morte di Tony, credevo che non avrei mai provato qualcosa di così forte. Sono certa che non siano la vodka, i tre whisky e gli altri cicchetti che ho scolato a farmi sentire così. È lei, la sua vicinanza, il fatto che la sua presenza annulli quella del resto del

    mondo. Mi dice che anche lei si sente così, che da quando ci frequentiamo ha mandato il resto del mondo in bianco. Per la prima volta mi scopro gelosa e felice allo stesso tempo di non doverlo essere. - Si - annuisco prima di stringerle il viso tra i palmi delle mani e baciarla per la milionesima volta. - Neanche a me - è il mio antistress preferito, l’unica che mi fa dimenticare il momento di merda che sto vivendo. Dimentico del tutto gli affari quando posso stringerla tra le mie braccia e deliziarmi dei suoi baci, ma non è solo questo per me. Sento che ogni giorno che trascorriamo insieme lei diventa qualcosa di più importante. La trascino accanto alla scrivania costringendola a sedersi mentre le metto una piuma tra le mani. Le sposto i capelli per baciarle il collo, poi riprendo a farfugliare stronzate. - Allora scrivi - le resto accanto, facendo molta attenzione al fatto che segua alla perfezione le mie istruzioni. - Oggi 14 aprile 2020, io Andrea O’Connor, detta Brandy. L’ultima parte puoi metterla tra parentesi, ci tengo molto si capisca che lo abbia detto io, Andrea O’Connor a volte dimentico anche io chi è - prendo fiato, lascio che la testa smetta di girarmi e riprendo a ciarlare - dichiaro che la qui presente Rossa, Evelina Johnson, è la mia ragazza, da questo momento e fin quando riuscirà a sopportarmi. Hai scritto tutto, per filo e per segno? - mi siedo sulle sue gambe e la cingo con le braccia. - Ho bevuto un sacco… ma non voglio dimenticare quello che ho appena detto. Lo penso e lo voglio veramente - lascio che le nostre labbra si incontrino, poi le rubo la piuma dalle mani e firmo. - Se la pensi come me puoi firmare anche tu, altrimenti strappalo e fai sparire ogni prova.
     
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    E’ la prima volta che mi sento così dopo la morte di mio fratello, per anni ho vissuto all’ombra di me stessa, non ho fatto altro che escludere chiunque provasse ad avvicinarsi a me, senza rendermi conto che non stavo facendo altro che farmi del male da sola. Mi sono sempre detta che non mi sarei fidata più di nessuno, che non mi sarei più innamorata, che non avrei permesso a qualcuno di farmi del male di nuovo. Ho distrutto un sacco di persone con la speranza di sentirmi più forte, di dimostrare che con me era meglio non avere niente a che fare ma, in realtà, non ho fatto altro che continuare a sprofondare. Ho sempre avuto bisogno di qualcuno che riuscisse a salvarmi, a riportarmi in superfice e Brandy è quello che inconsapevolmente sta facendo. So che con lei posso ricominciare, posso ritornare ad essere una persona migliore. Sorrido quando dice che anche lei vorrebbe intraprendere una relazione seria con me. Mi fa strano pensare a noi in quel modo se mi guardo indietro e vedo come tutto è iniziato. Non potevo vederla, provavo un’antipatia infondata nei suoi confronti, non sopportavo il modo in cui cercava di infastidirmi poi, man mano che il tempo passava, le cose sono iniziate a cambiare. Ho iniziato a vederla in modo diverso, sapevo che mi stava cambiando, sapevo che stava riuscendo ad abbattere quel muro che mi ero costruita. All’inizio ho avuto paura che ci riuscisse ma poi non aspettavo altro che quel momento, non vedevo l’ora che mi salvasse dalla mia stessa prigione. La seguo senza esitare verso la scrivania e quando mi passa la piuma ed un foglio, rimango per qualche secondo perplessa almeno fino a quando non mi dice di scrivere quello che mi dirà. Inizio a scrivere, parola per parola, quello che mi dice seguendo alla lettera tutte le sue istruzioni. «Prima di firmare voglio dirti una cosa. Sai già che starmi vicino è difficile, bisogna avere tanta pazienza con me, sbaglio costantemente ma ti prometto che cercherò di migliorare.» Detto questo prendo la piuma e firmo accanto al suo nome. «Finalmente Brandy è mia.» Esulto contenta prima di prenderle il viso tra le mani e baciarla.
     
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    Se a inizio serata qualcuno mi avesse detto che mi sarei ritrovata a firmare uno stupido pezzo di carta non gli avrei mai creduto. Intendiamoci, la rossa è la cosa più bella che sia capitata nella mia vita dalla morte di Tony e credo che anche da sobria prima o poi mi sarei ritrovata a farle un discorso simile, ma non era nei piani di questa precisa serata. Questa doveva essere una serata leggera, una serata di totale sballo e lì, seduta sulle gambe della ragazza pi bella del mondo, non posso dire di non sentire lo sballo percorrere tutto il mio corpo dalla punta dei capelli fino alla punta die piedi. Inizia un discorso sul fatto che è una persona difficile da gestire, lo sono anche io e credo che ormai se ne sia resa conto. - Pazienza ne ho poca, ma per te questo ed altro. Anche tuuu ne dovrai avere molta - mordo il labbro inferiore. Penso che questa possa essere una meravigliosa avventura e non vedo davvero l’ora di viverla fino in fondo - Penso dovremmo farlo insieme, stai per diventare la ragazza della scapola più ambita di tutta Londra, non è un compito semplice. La mia vita e la tua sono completamente agli antipodi. Ma io ci voglio provare rossa, voglio vedere fino a che punto riusciamo a incastrarci - ho lo sguardo fisso nel suo e sento che capisce a pieno quello che le sto dicendo. Esulta felice di poter dire che sono sua, mi bacia e capisco che è veramente così. Dare nomi alle cose, mettere paletti sui rapporti non mi è mai piaciuto, ma qui, ora con lei, sento di non volere altro. La trascino sul letto e mi stringo a lei. Sento il suo profumo avvolgermi e credo che un momento bello come questo non l’ho mai vissuto. - Da domani ho il diritto di castrare chiunque ti ronzi attorno - le accarezzo la punta del naso con l’indice e inizio a ridere - Sarà molto molto divertente - lascio le nostre labbra incontrarsi diverse volte e infine le accarezzo la schiena. Non glielo ho chiesto, ma la sto praticamente costringendo a dormire con me. Non potrei lasciarla andare in un momento del genere. - Notte mia Rossa.

    La mattina arriva sin troppo presto e il mio risveglio non è dei migliori. Aperti gli occhi mi rendo conto di avere una terribile emicrania da post sbornia, vorrei alzarmi e imprecare come mio solito, ma trovo una folta schiera di capelli rossi ad intralciarmi. In quello trovo un ottimo motivo per sorridere e bacio la rossa come se di fronte a me avessi la bella addormentata. Lei si desta ed ha un espressione che definire soddisfatta non rende appieno l’idea. - Che ci fai qui? - strofino il naso contro il suo e la stringo senza badare all’ora. Le lezioni possono passare in secondo piano, anzi devono. Non ricordo nulla della sera prima, mi capita spesso quando esco con Mitch. A giudicare dall’espressione di Evelina mi rendo conto di aver fatto qualcosa di grandioso e mi complimenterei con me stessa se solo sapessi cosa ho fatto. - Devi restare più spesso a dormire qui se ti svegli con questa espressione.
     
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    «E' vero siamo diverse ma non mi importa. Voglio provarci sul serio.» Sono sincera, non mi interessa più se siamo così diverse, se il mio e il suo mondo sono distanti anni luce. Voglio vivere con tutta me stessa questa nuova avventura, fino a quando durerà. Non mi sarei mai immaginata che questa serata potesse finire in questo modo. Se qualcuno mi avesse detto che a fine turno, Brandy sarebbe diventata la mia ragazza gli avrei riso in faccia. La mia ragazza, mi fa strano immaginare che sia davvero così. Quando mi trascina sul letto, le cingo la vita con le mie braccia e continuo a baciarla come se non avessi fatto altro dall'inizio della serata. Sono felice e vorrei che questo momento non finisse mai. «Buonanotte B.B.» Le dico sfiorandole la fronte con le mie labbra, prima di chiudere gli occhi e addormentarmi. Non capitava che dormissi così bene da non so quanto tempo ma, tra le braccia di Brandy, mi sento al sicuro. So che non potrà capitarmi nulla di brutto se ho lei con me, al mio fianco. Prima di lei, era con mio fratello che mi sentivo così. Lui era sempre vicino a me quando avevo un'incubo, quando non riuscivo a dormire o quando ero giù di morale e restava con me fino a quando non riusciva a strapparmi un sorriso. Sono sicura che sarà contento di sapere che ho trovato qualcuno che mi faccia sentire bene, che mi rende felice. Se lui fosse ancora vivo, credo che lui e Brandy andrebbero d'accordo. Vorrei tanto presentargliela ma, purtroppo, non è possibile. Vorrei continuare a dormire ma qualcuno al mio fianco ha deciso che è arrivato il momento di alzarsi. Mi bacia e subito un sorriso spunta sulle mie labbra. «Ho dormito con te, mi sembra ovvio.» Le sorrido, spostandole una ciocca di capelli dal viso prima di abbracciarla nuovamente. «Non ti ricordi proprio niente di quello che è successo ieri?» Le domando accarezzandole i capelli mentre uno strano senso di preoccupazione mi pervade. Sciolgo l'abbraccio, alzandomi dal letto per andare a cercare il foglio che mi aveva fatto firmare qualche ora fa. Torno da lei e la guardo, porgendole il foglio. «Ecco, ieri eri un tantino ubriaca...» Mi spunta un sorriso. «...e mi hai fatto scrivere questo, dopo aver ammesso che ti piaccio.» La scruto, cercando di capire quali siano le sue emozioni. Se dovesse pentirsi di quello che ha detto o fatto ieri sera, non credo riuscirò a vederla di nuovo. «Tu ne sei ancora convinta?» Le domando distogliendo lo sguardo da lei e puntandolo sulla parete che ho difronte.
     
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    Osservo la rossa con espressione ebete. Non ricordo nulla, ho solo la testa talmente dolorante da credere che qualcuno la stia colpendo ripetutamente con un martello. Più osservo quel visetto beato, più vorrei capire cosa le ho fatto e lei sembra pronta a illustrare la situazione. La vedo, leggermente preoccupata, alzarsi e andare a prendere qualcosa sulla mia scrivania. Torna sul letto e io mi siedo accanto a lei. Le cingo la vita, le da un paio di baci sul collo e ascolto quello che ha da dire. Dice che ero ubriaca e che l’ho costretta a scrivere qualcosa, dopo aver ammesso che mi piace. Se aveva ancora qualche dubbio sulla questione, credo proprio che passato il mal di testa dovrò darmi da fare per farglielo capire, nella maniera più persuasiva che conosco, che poi è anche la sua preferita. - Avevi bisogno di un ammissione? - la costringo a voltare il viso catturando le sue labbra in un bacio dolce. Rubo il foglio e leggo con attenzione il contenuto. La calligrafia è quella della rossa, la firma è la mia da sbronza. Resto in silenzio, labbra strette e viso un po’ preoccupato. Non è per quello che c’è scritto, quello mi piace, è perché avrei voluto farlo in modo diverso. Volevo fare la fottuta romantica per una volta e sono stata così stronza da fottermi da sola. - Quindi stiamo insieme - Annuisco un paio di volte mantenendo un espressione scocciata. La mia prima ragazza dopo Tony, la mia prima dichiarazione in assoluto e la faccio da sbronza. Ho quasi voglia di uccidermi, ma mi ricordo che quello che conta è il risultato. Essere legata a Evelina. Lo ero già prima, credo volessi parlarle da un po’ e la me sbronza ha preso il sopravvento. - Potrei non esserlo? - fisso i suoi occhioni intensi e penso che in questo momento, senza tutto il trucco a coprirle il viso sia ancora più bella. Sapere che ora è mia, che lo sarà fin quando avrà la forza di sopportarmi ha fatto scomparire il mio mal di testa. - Da questa firma già so che ci stai. Quindi - la prendo per i fianchi e la faccio ricadere sul letto baciandole ogni centimetro di pelle disponibile - preparati al periodo più bello della tua vita Rossa, anzi, mia Rossa. - continuo tra baci e solletico, iniziando a sorridere come una scema per la felicità - Non ti mollo per nulla al mondo.
     
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