°Un mix perfetto°

pvt, logan

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    Quella mattina mi aveva letteralmente distrutto, avevo dormito male, inoltre ero dovuta uscire prima del termine della lezione di Babbanologia perchè dovevo fare un salto in città. Alle undici mi ero fiondata fuori, avevo tolto la toga, indossato un giubbino primaverile color oliva lungo fino alle ginocchia, stretto in vita da un nodo di cordicella. I capelli raccolti dietro la nuca, i trucco sbavato si limitava ad un eyeliner nero sulle palpebre, un rossetto nude e un mascara blue notte.
    Una volta giunta a Diagon Alley avevo trovato subito ciò che cercavo, inoltre al negozio di animali, a malincuore avevo visto scritto un cartello che pulsava a ritmo cardiaco con scritto SALE. Che brutta cosa la vendita di animali, se avessi avuto più soldi con me ne avrei salvati molto di più. Mi rincuorai del fatto che una volta messo piede dentro a quello che da fuori sembrava un negozio grande quanto uno sgabuzzino, si trattava, una volta dentro, di un negozio enorme, teneva qualsiasi genere di animale. C'erano tantissimi mammiferi in sconto, come recitava la locandina, i rettili avevano dei prezzi fuori di testa. SI potevano anche acquistare delle uova, ma non ero un'esperta, non sarei mai riuscita a farle schiudere in modo corretto. Avevo acquistato il mio animale domestico, cosa che probabilmente le mie coinquiline non avrebbero apprezzato, ma come sempre il mio carattere strafottente non aveva nemmeno avuto un briciolo di esitazione. Quando tornai a Hogwarts erano quasi le 13.00. La sala Grande si stava svuotando e acciuffai quel che potevo dal banchetto. Lo nascosi nella mia borsa dentro ad un fazzoletto e mi fiondai in camera. Una volta liberata Dafne, aprii il cassetto e lo lasciai socchiuso Puoi entrare qui, quando non ci sono, se ancora non ti fidi di me per accompagnarmi ovunque io vada mormorai. Eravamo sole in camera, per fortuna. Mi domandavo se la mia compagna avesse un gatto, in tal caso dovevamo parlarci per bene, o avrei litigato forte se quella bestia metteva le grinfie sulla mia creatura appena acquistata. Il roditore mi guardò storto, non era spavaldo ma nemmeno troppo tranquillo. La sua coda pelosa si mosse leggermente e dal letto dove l'avevo messa, si arrampicò lungo le aste che salivano verso il soffitto. Il baldacchino sarebbe stato un bel gioco e un intrattenimento valido durante la mia assenza.
    Sgranocchiai qualcosa, le lasciai le briciole, ma sapevo che avrebbe avuto bisogno di qualcosa di più appropriato per la sua dieta.
    Aprii la finestra, feci un cenno con la mano, fischiai più volte, nulla. Ad un certo punto quando le mie speranze si stavano affievolendo, uno stridio mi fece capire che il messaggio era stato colto. un gufo si schiantò sulla finestra facendo uno sgradevole rumore e spaventando Dafne. Tieni dissi porgendoli un foglietto di quaderno strappato Portalo al dormitorio Grifondoro, a Logan. Forse dovevo avvertirlo prima, ma non avevo avuto una buona organizzazione. Presi il calderone sotto al letto, era giunto il momento di usarlo. Oh mio caro calderone ramato, non vedo l'ora di farti diventare nero come quelli stra usati in aula pozioni.
    Reducto sussurrai con la bacchetta puntata. Il calderone si rimpicciolì tanto da starmi in una mano. Lo posi delicatamente nella borsa avvolto da un panno vecchio trovato nel bagno. Probabilmente qualcuno lo usava come asciugapiedi.
    Infilai all'interno anche gli ingredienti fornitomi dal ragazzo al lago nero e mi incamminai giù per la scala chiocciola. Se non si fosse presentato all'orario indicato avrei fatto comunque da sola. Avevo tutto.
    Sbucai in un corridoio, passai vicino alla Sala Grande poi scesi di un paio di piani, fino ad incontrare un'aria fredda, umida e dall'odore di stantio, finalmente ero giunta nei sotterranei. Il covo dei Serpeverde era nei dintorni, sarebbe stato difficile non incontrarne nessuno. Comunque avevo deciso di uscire alle 14.30 poichè alle 14 ero certa che alcuni, anzi molti, avrebbero seguito la lezione di Trasfigurazione a cui io non ero iscritta al momento.
    Proseguii dentro un corridoio le cui pietre presentavano in superficie un luccichio strano, talmente erano inumidite e viscide. Disgustata tirai dritto, alla mia destra un altro corridoio si congiungeva e sentivo un leggero vociare di ragazze. Decisi di svoltare a sinistra, ero certa che i bagni in disuso fossero dietro l'angolo. Con immensa fortuna era vero, e non incontrai nessuno. La porta marcia, logora, era stata transennata da uno scotch carta vecchissimo, si stava staccando a pezzi ed era talmente decadente che nessuna ragazza avrebbe comunque pensato di entrarci per fare i bisogni, segnalazione o non.
    Appoggiai il palmo della mano sul legno, la porta si mosse in dentro con un rumore misto tra un cigolio e un crack. Vabbe se proprio doveva sgretolarsi in quel momento avrei fatto qualcosa.
    Entrai e riposi la porta dietro di me, avendo cura di conservarla almeno per questa occasione.
    Il bagno era annerito, non andava lavato da anni, o secoli secondo una prima occhiata. Alla mia destra due lavabi, con i pomelli incrostati e un rubinetto mancante, quello che era stato uno specchio, sembrava una lastra in acciaio da macello, come quelle dove si mettono a selezionare le carcasse. Era grigio e graffiato, e non aveva nemmeno un briciolo di spazio argenteo e riflettente. Di fronte si ergevano due cabine, con le porte a saloon, nere con un'infinità di impronte di chissà quanto tempo addietro. Non si vedevano bene le ditate, solo impronte simili a mani o a palmi. Per curiosità spinsi un'anta per controllare lo status della ceramica del water. Appena entrai un bel spettacolo: la tazza era completamente grigia, era stato versato qualcosa a casaccio dentro, ed era scivolato anche fuori, lungo la superficie esterna, e poi si era seccato. Aspetta, forse qualcuno ci aveva vomitato!. Bene stavo osservando un vomito, secco, stantio, evaporato, conservato sulle superfici di un cesso dimenticato. Che bella emozione.
    Le ragnatele, che dalla tazza si attaccavano alla cabina circostante erano spesse, bianche e grigie a causa della polvere, qualche ragnetto camminava su di esse, un essere comunque innocente.
    Mi ritrassi, il pavimento sotto di me non era di una comodità assoluta camminandoci, lo strato di polvere lo rendeva scivoloso e dovevo fare attenzione. In un paio di punti vidi una grata di scolo di forma rettangolare grande circa venti centimetri per cinquanta, speravo tanto che almeno la tubatura portasse i liquidi all'esterno se dovevo liberarmi del contenuto del calderone.
    Appoggiai per terra la borsa, in mezzo a quello sporco, si levò un leggero soffio di polvere, che mi intasò le narici.
     
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    Bene, era il giorno accordato.
    Mentre mi cambiavo nel dormitorio pensavo a cosa mi avesse spinto ad accettare di improvvisare una pozione, nei sotterranei, circondato da biscette curiose e, per giunta, nel bagno delle ragazze.
    *lo hai fatto soprattutto perché si rischia grosso e, ammettilo, quella tipa comincia a piacerti.*
    Scacciai il pensiero, non cominciava a piacermi. o forse si?
    Rilessi il biglietto che mi era stato recapitato da un gufo sgangherato direttamente alla mia finestra.
    Era quasi ora, Vanja doveva già essere di sotto.
    Mi misi una vecchia camicia di jeans sopra la canottiera, poiché ero sicuro che mi sarei impiastrato e col cazzo che ero disposto a sporcare una delle mie giacche in pelle di drago.
    Nel tragitto incontrai poca gente e immaginai che fossero tutti fuori a godersi il sole che, di nuovo, scaldava in modo esagerato per la stagione corrente.
    Arrivato nei sotterranei sentii una morsa allo stomaco: ero nel territorio dei Serpeverde, e io odiavo quasi tutti quei lobotomizzati puristi in verde-argento.
    Dopo aver girato dieci minuti come uno scemo per quei corridoi angusti mi trovai davanti a una porta in disuso, che aveva ancora attaccata una targhetta polverosa recante la scritta: Toilette femminile.
    Non sto nemmeno a raccontare con quanta riluttanza vi entrai.
    Il posto era veramente squallido, cadente e terribilmente chiuso.
    Mi guardai intorno e vidi Vanja seduta in un punto che, per quanto ciò fosse possibile, si presentava come un po' più pulito.
    Cercando di non farmi sentire le arrivai alle spalle e, con il chiaro intento di farla trasalire giusto un pochino, dissi:

    "Allora rossa, illuminami. Perché proprio un bagno delle ragazze abbandonato nel covo delle biscette che tanto odio?"

    Ridacchia notando che la russa si rizzò immediatamente sulla schiena trattenendo il fiato per un attimo.
     
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    Un rumore alle mie spalle mi fece drizzare la schiena, la sua voce mi fece capire che per fortuna non si era intrufolata un'altra persona.
    Ti ha seguito qualcuno? domandai senza voltarmi, incrocia le gambe, muovendo lo sporco e annerendo le scarpe bianche. Siediti, abbiamo da preparare un distillato soporifero. Quindi alzai la bacchetta Lumos dissi e dalla punta di essa si formò un fascio di luce. La misi a terra, in direzione delle mie gambe. Credo di aver portato tutto ma potrebbe servirci un po' di tempo per allestire il preparato.
    La sua faccia alludeva ad un punto interrogativo dietro l'altro. Allora frugai con una mano dentro la tracolla ed estrassi un pezzetto di pergamena piegato due volte su se stesso e lo consegnai al ragazzo. Ci serve la valeriana essiccata, la lavanda che ti sei fatto dare è sufficiente, ho trovato un flacone di muco di vermicoli a Diagon Alley, il distillato base lo avevo da parte da un po' speriamo sia ancora buono.
    L'aria si fece piena di tensione, di curiosità ed era carica anche di eccitazione. Che strane sensazioni, era la prima volta che fabbricavo qualcosa con qualcuno di poco conosciuto, in un castello magico, dispersi nei sotterranei per di più in un ex bagno delle ragazze in disuso. Ah si, e c'era del vomito.
    Sentii dei rumori fuori dalla porta, non capii bene di cosa si trattasse, il mio cuore partì a mille come se stessi facendo una maratona. Dopo qualche secondo di attesa le voci si attutirono fino a scomparire. Tirai un sospiro di sollievo.
    Presi il calderone, lo toccai e riprese le misure originarie e lo posai davanti a me.
    Accendiamo una piccola fiamma e mettiamoci sopra questo. Lo incitai indicando il calderone nuovo di zecca.
    Comincio a macinare gli ingredienti nel mortaio, tu potresti prima di tutto tenere in mano questo muco di vermicoli, ecco qui il flacone in vetro sigillato, non possiamo aprirlo finchè la sua densità non si abbassa, e la temperatura delle mani è perfetta per aiutarci nell'intento, una fiamma potrebbe rovinarlo.



    Estrassi il mortaio di ceramica, un mestolo vecchio e un cucchiaio dalla borsa e mi fermai un secondo a ragionare: dunque, secondo i miei calcoli dovremmo metterci due ore, avanzeremo del tempo per filarcela e andare a cena come se niente fosse.
     
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    Muco di vermicoli?
    Perché non aveva chiesto a me di procurare quello mentre lei pensava ai fiorellini secchi?
    Presi il barattolo sorridendo.
    La prima volta che tenni in mano un vermicolo avevo circa tre anni.
    Osservai Vanja tutta intenta a sminuzzare le piante, era davvero affascinante da vedere all'opera.
    A un certo punto, senza rifletterci troppo, le dissi:

    "Sai, avresti dovuto affidare a me il compito di trovare il muco! Ho delle buone competenze da autodidatta in magizoologia. Sono sicuro che mi sarebbe bastato scavare un po' vicino alla capanna del guardacaccia per trovare abbastanza di quei simpatici vermoni. Voglio dire, in confronto all'incontro che ho avuto con un Gallese Verde incazzato sarebbe stata una passeggiata"

    Non volevo dirlo.
    Non l'avevo praticamente mai fatto con qualcuno che non fosse già al corrente di quella storia.
    Automaticamente una mano mi si staccò dal barattolo e si fiondo a celare lo squarcio cicatrizzato appena visibile sotto la scollatura della canottiera.
    Cercai di non far trapelare le mie emozioni e pensai ad aggiungere qualcosa di pertinente con quello che stavamo facendo li.
    Mi baluginò in mente che il muco di vermicoli era utilizzato nella preparazione di un composto soporifero.
    Mi affrettai, dunque, a chiedere:

    "Dimmi, perché prepariamo una pozione soporifera? Cosa intendi farne?"

    Ovviamente il tentativo era quello di non far trapelare cosa mi passava veramente per la testa.
    Sapevo, però, che la russa era scegli e aveva, sicuramente, sentito benissimo quello che avevo detto poco prima sul mio passato.
    Non poteva essere altrimenti.
    Avrei dovuto parlarne con qualcuno, per la prima dopo che era successo.
     
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    Logan rimase sorpreso del fatto che lui aveva raccattato una manciata di erbacce e io avevo comprato il muco. Beh in effetti il mio approvvigionamento delle materie prime non era stato difficile. Avevo pagato il tizio dietro al bancone, mi aveva chiesto poco, forse per via che ero una ragazza secondo prima impressione inesperta.
    Mi stai spaventando ammisi io roteando il polso per schiacciare per bene le pianticelle secche per l'ultima manciata di secondi prima di buttarle nel distillato madre. Anzi, scusa, mi stai incuriosendo se devo essere sincera. Potrei servirmi di te per il recupero di ingredienti e per saperne di più sugli animali magici!
    Logan aveva applicato il fuoco, una piccola fiamma come avevo chiesto, nel frattempo aveva preso posto di fronte a me, ci separava il calderone che stava sospeso a pochi centimetri dalla fonte di calore. Non sapevo conoscessi la fauna e la flora del mondo magico, sarebbe stato uno spasso per te trovare quell'ingrediente che ora tieni in mano come uno scemo!
    Aveva anche parlato di un Gallese Verde, chissà in che modo ci era venuto in contatto. Non avevo fatto a meno di notare la sua eccitazione mentre lo diceva ma allo stesso tempo vidi che si era pentito di averne parlato, forse le parole gli erano uscite così velocemente di bocca che non era riuscito a porzionarle. In tutto ciò si era velocemente toccato il collo e non avevo fatto a meno di notare una cicatrice. Come se l'era procurata? Non sembrava un taglietto, anzi la pelle era piuttosto chiara in quel punto, più dell a carnagione. Un Gallese ripetei versando duecento mL di distillato base nel calderone, seguito dalle erbette sminuzzate accuratamente Dove l'hai incontrato? I suoi occhi divennero scuri, leggermente assenti. Capii che forse non dovevo chiedere e fare finta di non aver sentito.
    C'era qualcosa nel suo passato di interessante, allo stesso tempo spaventoso e forse triste. Non che fossi una grande impicciona, non avrei insistito assolutamente. Per incoraggiarlo e fargli capire che poteva anche non rispondere, mi avvicinai con piccoli movimenti del sedere aiutata dalle mani. Il pavimento ormai in quel punto era pulito, era tutto attaccato ai miei pantaloni, palmi e ce lo stavamo sniffando alla grande.
    Fammi vedere dissi corrugando la fronte, le nostre facce erano a venti centimetri di distanza. Scrutai il lembo di pelle che riuscivo a vedere da quel punto, cercando di capire se era il frutto di un'operazione di qualche genere, un incidente o un incontro con quella bestia che aveva appena citato.
    Non sarebbe affatto stato male avere un complice con cui condividere sapienti informazioni di pozioni e in cambio ottenere l'aiuto di un esperto di magizoologia. Sarebbe stato affascinante. Fibrillante com'ero con il pensiero sognai il momento in cui nella vita forse avrei visto davvero un drago con i miei occhi, toccato un unicorno oppure un grifo, e perchè no, se ero fortunata vedere la rinascita di una fenice.
     
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    Come era ovvio, si era interessata al discorso.
    La supportai nella preparazione della pozione seguendo le sue indicazioni.
    A un certo punto, mentre il procedimento chimico/magico nel calderone cominciava a entrare nel vivo del suo corso, mi si avvicinò e mi guardò la parte alta della cicatrice. E lo fece da una distanza veramente molto irrisoria.
    A quel punto mi convinsi che forse era giusto raccontarle parte della storia.
    Posai il vasetto di muco che aveva ormai la giusta consistenza e attaccai il discorso:

    "L'ho incontrato a casa, in Irlanda. Ero molto giovane e stupido, avevo undic'anni, e puoi immaginare quanto fossi incantanto dall'idea di vedere da vicino una bestia di quel genere. Ogni giorno mi recavo sulle montagne con mia madre nella speranza di vederlo, ogni cazzo di giorno. Per farla breve una mattina mia madre non volle accompagnarmi e ci andai da solo. Finalmente vidi la bestia che, dal canto suo, non esitó un singolo istante ad attaccarmi e procurarmi questa.."

    Alzai per qualche istante la canotta mostrandole l'enorme cicatrice ad artigliata che avevo sul petto e continuai:

    "...mia madre, che mi aveva scoperto, mi salvò la vita..ma morì pochi giorni dopo per le ferite che il Gallese le aveva procurato."

    Recitai tutto con tono asciutto e quando finii di parlare non avevo più salivazione.
    Vanja, che non aveva distolto lo sguardo dai miei occhi un attimo se non per guardare la ferita, mi stava ancora fissando con un'espressione indecifrabile sul volto.
    Mantenendo il suo volto sempre molto, con mio gradimento, vicino al mio.

    Gettai un occhiata al calderone e, per cercare di smorzare i toni, aggiunsi:

    "Non hai risposto alla mia domanda, perché proprio questa pozione? Cosa vuoi farci?"
     
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    La sua storia mi fece sentire una stupida, il discorso era assai privato e celava ricordi veramente tristi. Sua madre era morta. Per lui, chissà come poteva sentirsi qual volta una persona domandava della sua cicatrice.
    Ti rende unico farfugliai per concludere il discorso la cicatrice intendo, per quanto doloroso sia stato. Mettiamola così. Poi sono sicura che non ti devi sentire responsabile di questa cosa, eri molto giovane.
    Indicai con il dito la boccetta e gli feci cenno di mettere esattamente due gocce di muco di vermicoli. Quando lo versò attentamente, si levò un leggero fumo dalla bocca del calderone. La pozione cominciò a bollire e quando dal suo sguardo capii che forse qualcosa non andava alzai la mano. Fermo, è così che deve fare.
    Il liquido cominciò a schizzare leggermente in fuori, qualche goccia mi sporcò i pantaloni, allora mi alzai sulle ginocchia e presi in mano il mestolo, iniziai a girare in senso orario alla stessa velocità.
    L'aria cominciava a puzzare di zolfo e il che non era molto piacevole, sicuramente non una cosa romantica. Speravo solamente che il tutto si fermasse a quel livello sennò l'odore sarebbe fuoriuscito sicuramente in corridoio. Smisi di mescolare e sospirai.
    Dobbiamo aspettare poco più di un'ora adesso, se vuoi andare puoi farlo. Io rimarrò a controllare. Aggiunsi. Ho bisogni di questa pozione, ne conservo sempre delle piccole boccette da circa 30 mL, posso anche renderlo polverulento se voglio, l'ho già fatto. Sono un'abile topo da laboratorio ma sono anche una buona ladra. Avevo vuotato il sacco. Più che un bisogno è un'abitudine, lo utilizzo per appropriarmi delle cose altrui. Spiegai. Il suo viso assunse un'espressione strana. Lo faccio per un motivo ben preciso, non la uso a caso. E non temere, non ti addormenterò per rubarti galeoni o quant'altro. Non sono un furfante se hai capito questo, lo scopo non è arricchirmi in denaro, in oro o similari. Mi arricchisco di oggetti! Piuttosto un a cercatrice di oggetti per i miei scopi. Quello che non riesco a reperire e che so per certo che qualcuno può possederlo e lo bramo moltissimo.
     
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    "No che non me ne vado. Sono qua per imparare e ho intenzione di rimanere fino alle fine. Inoltre, mi piace la tua compagnia"

    Ammisi spudoratamente. Le avevo già raccontato buona parte di ciò che mi riguardava, non aveva senso nasconderle le cose.
    L'ascoltai attentamente quando mi parlò dell'utilizzo che voleva fare della Pozione; era di sicuro un qualcosa di ambizioso ma anche molto pericoloso e, probabilmente, abbastanza sbagliato.
    Le sorrisi comprensivo e dissi:

    " Capisco...temo però che il furto non sia tollerato ad Hogwarts. Neanche io la trovo una cosa tanto giusta a dir la verità, magari la gente a cui sottrai determinate cose ha sudato per guadagnarsele.
    Inoltre, qualora dovessi avere bisogno,in qualsiasi modo, di procurarti legalmente qualcosa che ti serve o desideri: sappi che si di me puoi contare."


    Mi spostai di quello che si può definire "un paio di culate" verso di lei e attesi la sua risposta giocherellando con la bacchetta.
     
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    Mh, ci penserò feci spallucce Non ero abituata a esporre il mio lato da ladruncola. Amavo farlo di soppiatto, dopo che la vittima era crollata in un sonno profondo agivo. Per ora non ero ancora stata scoperta, per giunta era una cosa che facevo se davvero era necessario. Quindi non si presentava il problema.
    Dubito fortemente che diventerò mai una brava ragazza. Ma farò di tutto per non farmi espellere. Dissi ridendo. Pensando un po' a com'è qui, se riuscirò ad ambientarmi bene sarà uno spasso. Ho visto che molti studenti escono insieme, alcune coppiette amoreggiano alle rive del lago, alcuni se ne vanno a fare shopping in città il fine settimana. Penso che sia una bella cosa. Emh, mi correggo! Non amo sperperare, uscire, stare in mezzo alla folla, ma sono comunque umana! E sempre una donna. Quando si deve evadere si deve!
    Mi misi a ridere, un ghigno sincero, ero davvero divertita all'idea che in futuro avrei riempito borsoni a Diagon Alley, magari mi sarei trovata un lavoretto part-time per mantenere le mie spese visto che i miei genitori non erano di grande aiuto.
    Alzai gli occhi al soffitto.
    Non è proprio così male questo cesso delle femmine dissi grezzamente. Cioè quando mai ti capita di preparare una pozione soporifera in un bagno del genere? Sfociai in una risata sonora, poi mi ricomposi per paura di essere sentita fuori.
    La pozione cominciò a cambiare colore, un violaceo scuro con dei riflessi vedi. Indicai i piccoli flaconcini a terra e con l'aiuto di Logan li riempii uno ad uno. Poi gliene lanciai un paio ammiccando. Per il tuo aiuto, questi possono bastare? Ero certa che per quanto lui non apprezzasse l'uso che io ne facevo, prima o poi gli sarebbe tornata utile.
    Feci appena in tempo a mettere via il calderone che sentii uno strano rumore alla porta, poi mi accorsi che si stava spostando verso l'interno.
    Oh cazzo! presi al volo la borsa, feci cenno a Logan di nascondersi dentro alla prima cabina, quella con il vomito secco. Capì all'istante ed ero certa che anche lui aveva avuto un momento di panico. Il posto era troppo stretto per due, si parlava di una cabina di vecchio stampo, con le ante nere, sudice, quadrata di circa un metro e mezzo. Alzai il dito verso la bocca per fargli cenno di tacere. I miei occhi erano spalancati, ero sicura di avere raccolto tutto dal pavimento ma era inevitabile che un attento curiosone avrebbe notato le macchie sul pavimento dove mancava la polvere. Le impronte dei nostri sederi, i palmi delle mani, il calore che la pozione aveva sviluppato nella stanza e l'odore erano inconfondibili. Me mie gambe erano instabili, mi ero appollaiata su due piedi su un bordo della tazza sporca, le mani appoggiate alle pareti come un supereroe.
     
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    Feci giusto in tempo a dire:

    "Si, possono bastare!"

    Che mi ritrovi in una cabina di un cesso, incastrato tra la tazza e Vanja e con pochissimo spazio per muovermi.
    Ammetto che ebbi un attimo di confusione quando un rumore sinistro proveniente dalla porta ci costrinse a reagire così in fretta.
    C'è da dire, però, che mi preoccupava molto più la situazione in cui mi trovavo in quel momento.
    Me ne stavo coi piedi puntati sul mio lato della tazza e la schiena appoggiata alla parete di legno dietro di me.
    Come se ciò non bastasse, Vanja, era messa nell'esatta posizione contraria; vale a dire con le mani ai lati della mia testa e sporta in avanti verso di me.

    *Grazie al cielo non sei il tipo che arrossisce per ste cazzate*

    Pensai mentre fissavo gli occhi spalancati della Russa.
    Eravamo sul punto di essere scoperti eppure le uniche parole che riuscì a pronunciare furono:

    "Sei terribilmente vicina. Sicura che la cosa non ti metta a disagio?"

    *Logan McCormac, sei il Grifondoro più idiota che la storia ricordi...*
     
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    Stare messa in equilibrio in un posto così ristretto metteva a prova la mia paura ma non nascondevo un briciolo di eccitazione per questo momento avventuroso quanto pericoloso.
    La porta alla fine si spalancò, sentimmo dei passi, silenzio. Alla battuta che fece il ragazzo risposi a tono scandendo lentamente le parole Ti pare il momento di pensare ad una cosa del genere?
    Era cocciuto quando voleva, dovevamo fare silenzio e lui non aveva altro a cui pensare alla distanza a cui eravamo. Certo eravamo troppo vicini, ma era una situazione di emergenza. Sentii dei passi avvicinarsi, le suole secche martellavano sulle piastrelle bisunte.
    C'era qualcuno poco fa quì disse la voce, sembrava un maschio sicuramente di un'età maggiore della nostra. Sentii le sue mani passare sui pomelli del lavabo, il tintinnio delle nocche su quello che era rimasto dello specchio.
    Maledizione! pensai Mi ritrovo in un gran pasticcio, e siamo pure in due in questo cesso di merda!
    Senti, l'unica possibilità che abbiamo, ora che si trova a livello del lavabo è stringerci e posizionarsi li sopra dissi con un tono di voce talmente basso che non ero certa di essermi fatta capire. Indicai quindi una mensola orizzontale sopra le nostre teste, di un legno probabilmente poco affidabile; essendo il wc molto antico, facilmente era la carcassa di quello che un tempo era il sistema di azionamento dello scarico. Largo un metro e mezzo e profondo non so quanto nel muro, sarebbe stato un nascondiglio perfetto nel caso la persona avesse cominciato ad aprire le postazioni degli ex wc. Salirci non era una passeggiata, dovevo per forza essere alzata da Logan, o salire sulle sue mani incrociate per darmi una spinta, ero poco atletica per infiltrarmi lì sopra, ma mi sarei posizionata per lungo, nell'incavo del muro. Sicuramente ci sarebbe stato anche lui, facendosi piccolo piccolo.
     
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    Non ci pensai un attimo.
    Misi le mani sui fianchi della ragazza e la issai senza battere ciglio.
    Senti che il personaggio misterioso si stava avvicinando, così mi affrettai ad arrampicarmi per infilarmi nello spazio tra Vanja e la parete.
    A quel punto lo spazio che ci divideva era veramente irrisorio e io faticavo a pensare ai passi provenienti dal basso o al fatto che lo sconosciuto avesse cominciato ad aprire le porte dei bagni antistanti al nostro.
    Ero così attaccato alla rossa che potevo sentire il suo respiro sul collo.
    Le sussurrai ironico a voce bassissima:

    "Potevamo rimpicciolire il calderone e fingere di essere una coppietta appartata! Avrebbe destato sicuramente meno sospetti di tutto questo!"

    Soffocai una risata e pensai che si, non sarebbe stata male come idea.
     
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    Stavamo schiacciati come due sardine, in una larghezza di un metro e mezzo, per fortuna la profondità si diramava più in là della nostra altezza. Faticai a trattenere il fiato,il cuore mi pulsava in gola dall'agitazione. Il corpo di Logan stava pressochè immobile, aveva una straordinaria dote di mantenere il sangue freddo, disse qualcosa a bassa voce, incredibile come il suo umorismo potesse essere presente anche in quelle occasioni sfavorevoli.
    I passi si fecero sempre più vicini, subito sentimmo le ante della postazione di fianco cigolare, perfetto ci stava cercando.
    Dopodichè le ante nere si aprirono sotto di noi, facendo un rumore quasi spettrale, forse era la mia paura ad ingigantire il tutto. Misi la faccia tra le mani, chiusi gli occhi e pregai che non si mettesse in punta di piedi per controllare la rientranza nel muro.
    Dopo pochi interminabili secondi la presenza si dileguò mormorando parole sconnesse e chiudendo la porta con un tonfo.
    Ma sei scemo? mormorai dandogli una pacca con il gomito per quel che potevo in quel minuscolo spazio. E adesso spostati, non riesco a muovermi!
    Ero infinitamente grata che mi avesse aiutato a nascondermi, probabilmente se quel giorno non mi avesse raggiunto come da accordo sarei stata scoperta e incastrata in un angolo cieco.
     
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    Scesi per primo, piazzandomi sotto la rossa per aiutarla a scendere.
    Spiai fuori dalla porta, giusto per essere sicuro che fossimo di nuovo soli.
    Quando ne ebbi la certezza tornai al centro del bagno, nel punto esatto dove avevamo preparato la pozione.
    Fissai Vanja per qualche secondo, prima di aprirmi in un sorriso e dicendo sarcasticamente:

    "Ah rossa, giusto per citarti. Se ci avessero scoperto ti avrei ritenuta come l'unica responsabile.

    Avevo i pantaloni completamente impiastrati e la camicia era strappata in più punti sulle braccia, non che me ne importasse qualcosa.
    Mi scrollai la polvere dai capelli davanti ad un vecchio specchio, arrotolai le maniche e tornai da Vanja, avvicinandomi parecchio e con sicurezza alla sua figura, per dirle:

    "Ammettilo, in fondo non ti dava così fastidio essere la dentro insieme. Forse dovresti cominciare a prendere in considerazione che "tolleri" la mia presenza più di quanto tu voglia far trasparire"

    Non alludevo a niente in particolare, volevo solo mettere in chiaro quello che era il mio punto di vista.
    E che, in realtà, un po' speravo fosse anche il suo.
     
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    Appena la porta si chiuse tirai un sospiro di sollievo. Il peggio era passato almeno lo speravo. Logan scese per primo strappandosi la camicia sul cemento, una serie di calcinacci scesero insieme a lui intasano il wc sottostante. Feci piano, misi i piedi sulla tazza, le mie gambe erano indolenzinete sia dalla posizione tenuta fino a quel momento che per la tensione.
    Sbuffai postando I capelli ramati unti da un lato, quindi misi le mani sui fianchi e con voce stridula risposiMa ti di volta il cervello? Ovviamente non mi sarei mai nascosta in quel buco fetido con te e con nessuno se non fosse stata per un'emergenza simile! Quindi cominciai a battere il pavimento con il piede sinistro a ritmo insicuro.
    Si beh in effetti gli dovevo molto per essere stato mio complice, era un perfetto compagno di avvenute se dovevo dirla tutta. Non credo che la sua ironia andasse più in là di un'illusione che quando ci trovavamo era un piacere per entrambi.
     
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