Only for your eyes i'll show you my heart

pvt

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    L'araba aveva lasciato che i mesi passassero dall'ultima litigata che li aveva visti protagonisti, era stata dura , quella, da superare. Non era mai semplice per lei discutere con Cooper, l'avevano fatto pochissime volte nell'arco di quella loro vita insieme, si potevano contare tutte sulla punta delle dita di una mano e sarebbero avanzate le dita, non erano abituati ad urlarsi in faccia, non con quei toni almeno, non erano abituati a scaraventarsi contro colpe e mancanze, erano amici da sempre, ed era sempre stato così : Num e Coop, si sapeva, lo sapevano tutti, eppure anche loro, il duo inarrestabile, avevano finito per cedere sotto al peso delle responsabilità di una vita che cominciava ad essere adulta per lei ed era divenuta sin troppo adulta per lui.
    Non gli aveva raccontato neppure esattamente cosa fosse successo con il Monroe, a lui a cui raccontava anche quante volte faceva la cacca durante una giornata, e si, lo faceva davvero, non aveva raccontato della sua prima volta- piccolo dettaglio che forse aveva tralasciato a Robin- con un coglione che aveva pure il fregio di essere suo amico. Che situazione del cazzo quella in cui si era cacciata ma lo sapeva, eh si, non poteva dare la colpa a niente e nessuno, sapeva bene dove sarebbe andata a sbattere e ci era andata con la stessa cieca testardaggine di un bambino di otto anni che decide di sbattere contro il muro con la sua macchinina nuova di zecca. Il punto era che lei non era una bambina e non si parlava di sfracassarsi un ginocchio su un muro o sfraccassarci una stupida macchina giocattolo, quelli a fare quella sorte erano stati i suoi sentimenti di cui, ora più che mai, non capiva assolutamente niente.
    I sentimenti erano sempre stati una cosa strana e mistica per Num, non ci aveva mai dato troppo peso impegnata com'era a fare tutte le cose da maschiaccio che le piacevano con il suo miglior amico e poi improvvisamente quelli si erano accesi così , di botto, senza neppure chiederle il permesso e avevano cominciato a creare solo scompiglio prima con Cooper e poi con Robin.
    Era una placido e afosissimo Martedì dei primi di Agosto quello, alla fine, dopo aver lasciato passare tutti quei mesi senza scrivere nulla a Cooper se non dei banalissimi :" tutto ok?", aveva deciso di invitarlo ad Oxford e l'altro aveva, con tutta la sua sopresa, accettato l'invito, l'appuntamento era di fronte al negozio delle M&M's dove avevano l'abitudine di rifugiarsi quando erano piccoli e i loro genitori li tartassavano con discorsi sulla scuola e sui doveri e sull'essere responsabili, discorsi che almeno Chase Junior aveva tentato sempre di evitare, era sempre lui a rabbonire tutti gli altri che invece li avrebbero strozzati visti gli andamenti scolastici disastrosi di entrambi.
    16.01
    << Forse non verrà>> sospirò tirando i capelli ricci in una coda scompigliata mentre le dita si sistemavano la canottiera corta che le lasciava la pelle cappuccino dello stomaco scoperta e la cinta che teneva fermi i pantaloni verde militare. Ci aveva quasi sperato che non venisse perchè la verità era che non aveva idea di che cavolo dirgli, tanto meno di come le sarebbe uscito dalla bocca, avrebbe improvvisato. Come sempre.
    << Coop!>> aveva poi urlato in sua direzione vedendolo comparire dall'altro capo della strada, agitando una mano per farsi notare meglio e aspettando che il ragazzo si avvicinasse
    << Come stai? Come va ... Tutto?>>


     
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    Io le donne non le ho mai capite e non le capirò mai. Probabilmente è un mio limite, non so, ma sono più che altro convinto che siano loro ad essere troppo complicate, non si riesce mai a capire cosa vogliano, credo nemmeno loro sappiano cosa vogliono.
    Poi perché devono essere così permalose ed incazzarsi con una facilità estrema?
    Nessuno può dare risposta ai miei quesiti, nessuno. Nemmeno le donne stesse.
    Credevo che io e Num avessimo chiarito dopo il litigio di ormai un anno fa in cui ci eravamo accusati un po' a vicenda di non darci abbastanza attenzioni. Per un po' le cose sono andate a gonfie vele, quasi tornate alla normalità, amiconi come prima, cazzari come prima, insomma mi ero finalmente ripreso la mia migliore amica e non potevo che esserne contento.
    Poi è finita scuola, ho avuto a malapena il tempo di salutarla e sono partito con Moody e Morgan e... ammetto di non aver avuto tempo per Num e sì, mi vergogno a dirlo, nemmeno per scriverle un cazzo di messaggio.
    Ma voglio dire... stavo cercando di immedesimarmi nel mio nuovissimo ruolo di padre in cui sono un totale disastro e non ho avuto molto tempo nemmeno per me stesso. La sera ero distrutto, nemmeno quando avevo sei anni andavo a letto alle nove di sera, cosa che ho fatto per tutto il mese di luglio.
    Alla fine Num ha dato di nuovo di matto e vi assicuro che litigare a distanza non è facile. Non lo è per niente. Jaime non darebbe mai di matto in quel modo e non lo sento da molto più tempo. Donne. Vogliono sempre le attenzioni.
    Comunque abbiamo cercato di chiarire di nuovo e ho finalmente trovato del tempo per raggiungerla ad Oxford e passare la giornata con lei.
    Nonostante mi senta teso all'idea di rivederla dopo l'ennesima litigata, sono anche contento di essere qui, dove sono cresciuto, e di aver finalmente staccato un po' dalla vita frenetica di genitore.
    La cerco con lo sguardo, una volta arrivato dove ci siamo dati appuntamento, poi sento la sua voce.
    Eccola lì dall'altro lato della strada.
    Mi sento meno teso nel vederla, per quanto mi abbia fatto penare ultimamente, sono sempre felice di rivederla e ammetto che mi era mancata. La raggiungo.
    Normalmente l'abbraccerei, invece mi limito a ficcare le mani nelle tasche, un po' a disagio. "Ehi..." la saluto. Sinceramente non ho capito se siamo ancora in lite, se è tutto ok, se voglia uccidermi o che altro. "Oddio, vuoi davvero sapere come va "tutto"? Perché potrei parlare per ore" dico con un sorriso nervoso "Tu come stai?". Mi stringo nelle spalle. "Senti, Num, voglio andare subito al sodo. Mi dispiace di essere sparito di nuovo, ok? E' che adesso che c'è Morgan è... è tutto più difficile. Non passavamo del tempo con lui da mesi, lo avevamo visto di sfuggita solo nei fine settimana, quindi quando è finalmente finita scuola non ho pensato ad altro che a lui, volevo passarci più tempo possibile e mi sono dimenticato di tutto il resto". Ebbene sì, sono venuto qua con la coda tra le gambe, pronto a strisciare ed implorare il suo perdono, però voglio che sappia anche il perché è accaduto tutto ciò. "E poi, credimi, un bambino ti toglie tutto il tempo, ogni energia e la voglia di fare qualsiasi altra cosa. Non voglio dire che sia giusto o che sia giustificato... ma non era intenzionale. Mi sei mancata, ok?"
    Lancio un'occhiata al negozio delle M&M's dove andavamo spesso da ragazzini. "Vuoi entrare? Te ne compro un chilo se mi perdoni"
     
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    Non era troppo il litigare a spaventarla, lei e Cooper avevano sempre bisticciato sin da ragazzini, non c'era niente di strano in quello, quello che la spaventava era il vero motivo che si celava sotto quei suoi scatti di urla telefonici. Avevano discusso di nuovo, per l'ennesima volta e si, forse, nonostante volesse sembrare un maschio mancanto, era decisamente una donna, e forse, solo forse, si era sentita messa da parte. Avrebbe dovuto capirlo, in effetti la vita del genitore per dei ragazzini come loro doveva essere qualcosa di complesso da imparare a gestire, i bambini ti risucchiano via tutto il tempo ed è naturale che i primi a risentirne siano gli spazi personali, il tempo speso con gli amici ma a lei non andava giù affatto, per quanto coerente e logico. Un'altra persona forse non si sarebbe incendiata così tanto per tutto ciò ma a lei non ricevere neppure uno straccio di messaggio, aveva veramente dato al cervello, tanto da costringerla ad urlare per telefono con il Chase a più riprese e , alla fine, una volta, più o meno, chiarito il tutto, le aveva appiccicato addosso quel senso di bisogno genuino di rivedere una persona che aveva gravitato nel suo mondo per così tanto tempo.
    Cooper era stata una delle poche costanti nella vita dell'araba, non era una tutta sicurezze lei, era viziata, questo si, ed i suoi genitori non le avevano mai fatto mancare niente, anche questo corrispondeva al vero, ma le sue amicizie avevano la stessa caratterizzazione del proprio carattere, si accedevano rapidamente ed altrettanto rapidamente si spegnevano, con il Chase era stato diverso, forse per l'essersi conosciuti così da bambini, o forse per il fatto che l'altro fosse così opposto a lei e , in qualche modo astruso, riuscisse ad equilibrare gli eccessi di lei.
    Mosse il braccio urlando dall'altra parte della strada per attirare l'attenzione del Grifondoro, fu mentalmente grata che non le avesse dato beceramente buca, non credeva di potergliela perdonare una cosa simile
    "Ehi..."
    << Ehi Chase >> sospirò tirando indietro un riccio che era riuscito a scappare dal giogo dell'elastico, non sapeva minimamente come si sentisse al riguardo, si erano chiariti o no? Era ancora arrabbiata? Forse no ma allora quella punta di fastidio che provava che cos'era? Da dove nasceva tutto? Era confusa e forse la sua domanda sin troppo generica fece da riflesso a quella confusione
    "Oddio, vuoi davvero sapere come va "tutto"? Perché potrei parlare per ore"
    << Abbiamo tempo >> sorrise , o almeno ci provò, per quanto entrambi i loro sorrisi paressero delle pallide imitazioni di quelli passati
    "Tu come stai?"
    << Si tira avanti >> secco, niente da aggiungere e caddero in un silenzio vuoto, di quelli imbarazzanti che non era abituata a vivere con il suo miglior amico, certo, nei loro anni di amicizia c'erano stati tanti silenzi ma mai nessuno le era pesato così tanto, come quello di due persone che un tempo si conoscevano ma che allo stato attuale non sapevano neppure più cosa dirsi, umettò le labbra, sperando di farsi uscire presto qualcosa dalla bocca ma, fortunatamente, fu Cooper a precederla
    "Senti, Num, voglio andare subito al sodo. Mi dispiace di essere sparito di nuovo, ok? E' che adesso che c'è Morgan è... è tutto più difficile. Non passavamo del tempo con lui da mesi, lo avevamo visto di sfuggita solo nei fine settimana, quindi quando è finalmente finita scuola non ho pensato ad altro che a lui, volevo passarci più tempo possibile e mi sono dimenticato di tutto il resto".
    Si sentì improvvisamente di troppo, come se non ci fosse posto per lei nella vita nuova che l'amico aveva cominciato con suo figlio e con Moody, detestava un pò Moody, non perchè non le piacesse, tutt'altro, era così dolce e simpatica che era praticamente impossibile detestarla e questo la rendeva ancor più detestabile ai propri occhi, ma era stata lei a portarle via Cooper e lei a sfornare quel coso in miniatura che non faceva altro che piangere, fare cacca e mangiare che ora occupava tutte le energie dell'amico, strinse la mascella senza fiatare però mentre muovevano qualche passo sul marciapiede
    E poi, credimi, un bambino ti toglie tutto il tempo, ogni energia e la voglia di fare qualsiasi altra cosa. Non voglio dire che sia giusto o che sia giustificato... ma non era intenzionale. Mi sei mancata, ok?"
    << Okey >> sfiatò poco convinta, non era certa che quello le bastasse, non più ormai, ne aveva le palle piane di quei "mi sei mancata" che poi tanto erano solo l'inizio di un nuovo periodo di silenzio prolungato, dov'erano finite le loro partite epocali alla playstation? Dove erano finite le loro scommesse sul quidditch? I pomeriggi passati a tentare di imitare, con scarsi risultati, le acrobazie di Chase? Tutto era andato via, risucchiato da altro di più importante
    "Vuoi entrare? Te ne compro un chilo se mi perdoni"
    << Certo andiamo >> sospirò cercando di lasciare tutto quel peso fuori dalla porta di quel negozio che le ricordava l'infanzia passata insieme.
    Gli occhi nocciola catturarono ogni pacchetto esposto, ogni cosa che potesse farle ottenere un pò di quell'allegria persa, aveva un umore pessimo ed il discorsone di Cooper non lo aveva migliorato
    << Mi spieghi perchè voi uomini non capite niente se uno non vi fa un pratico disegnino?>> chiese così, estemporanea, afferrando tra le dita un pacco formato famiglia di dolciumi e tirandolo tra le mani dell'altro
    << Non capisco, è così semplice >> continuò tirando un pacchettino più piccolo di quelle con l'interno di cioccolato invece che nocciola e proseguendo nella sua esplorazione
    << Forse avrei dovuto farti un disegnino >> considerò fissandolo perchè forse era quel peso che portava sul proprio cuore a dargli la sensazione che niente, tra lei e Cooper, sarebbe mai tornato come prima.





     
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    Mi sembra di parlare con un muro.
    Se i muri potessero parlare, penso che risponderebbero con i monosillabi come sta facendo Num in questo momento.
    Io mi apro, sono sincero, mi scuso e lei risponde con i mugugni.
    Avete idea di quanto sia difficile per noi ragazzi essere così sentimentali? Dire tutte queste belle parole e poi chiedere scusa?
    No, voi donne non ne avete idea, per niente. Voi avete il vostro ciclo, il vostro “niente”, le vostre risposte a monosillabe e va bene così perché siete donne e avete sempre ragione voi.
    Io le dico tutte queste cose e risponde con ‘ok’. Ok.
    Se ci fossimo trovati nei ruoli inversi ed io avessi risposto con solo ‘ok’ a tutto il suo discorso, di me avrebbero ritrovato la sagoma sul muro, tipo Willy il coyote.
    Invece io la invito a comprare M&M’s, capite? E lei mi precede come se stessimo andando ad un funerale. Il mio, probabilmente, perché sto per buttarmi sotto un bus.
    Speravo che l’idea della cioccolata potesse metterla di buonumore, ma mi sbagliavo. Inizia a blaterare cose (ah adesso parla), mentre mi schiaffa tra le mani pacchetti e pacchettini.
    Sono più confuso che mai dalle sue parole, quello che dice non ha senso.
    Cosa avrei dovuto capire?
    Mi pare così ovvio che sia incazzata per le mie assenze ripetute e prolungate, infatti è proprio ciò che ho detto nel mio discorso, quindi cos’altro c’è? Cosa non ho capito?
    Stringo tra le braccia le cose che mi passa e la seguo guardandola come se fosse pazza.
    Sono venuto fino ad Oxford per lei, ho mollato Morgan con i miei genitori e sono venuto qui, perché mi sono reso conto di essere un amico di merda. “Forse allora dovresti proprio farlo questo disegnino, Num!” replico esasperato.
    Lei non si spiega bene, ma l’idiota sono io. Logico, no? Urgh donne! “Senti, paghiamo queste cose ed usciamo di qui. Andiamo in qualche cazzo di caffetteria e spiegami cosa sta accadendo, perché non ti capisco affatto”
    Ah beh se prima ero zen ed ero venuto qui con tutte le buone intenzioni, adesso non lo sono più. Scarico la roba che ha preso sulla cassa più vicina e pago tutto, schiaffandole poi la busta tra le mani.
    La precedo fuori dal negozio, un po’ innervosito. “Io non capisco davvero! Eri incazzata perché non mi facevo vedere né sentire e questo ok, ci sta! Sono venuto qui e ti ho chiesto scusa, ma continui a dirmi che non capisco e che mi ci vuole un disegnino! Come posso capire se non ti spieghi?! Cosa c’è che non va?”
     
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3 replies since 1/4/2020, 19:04   60 views
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