Unstoppable

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  1. dioneo;
     
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    L’ultima settimana non era trascorsa molto velocemente, le cose da fare in quella scuola sembravano sempre troppe a Gwain. Il ritmo delle lezioni era serrato e il resto del tempo andava dedicato allo studio. Odiava il vecchio se stesso, quello stupido ragazzo di cui non aveva ricordi gli aveva regalato più problemi che altro, non ultimo il non essere diplomato alla veneranda età di ventuno anni. Lo odiava, ma preso da un mal celato narcisismo, lo ringraziava per il bel faccino che gli aveva lasciato, privo di cicatrici al contrario del suo corpo. Due in particolare lo avevano spinto a porsi altre domande, quella sul collo e quella sul fianco.
    Erano le più grandi e ad una imputava con sicurezza la colpa della sua maledizione. Non sapeva quale potesse essere tra le due, entrambe importanti di dimensioni. Per certi versi era a quello che pensava giocando con l’anello di Synnove tra le dita. Lo aveva trovato a terra in uno dei loro appuntamenti casuali, uno di quelli in cui lei suonava e lui fumava. Senza volerlo si ritrovavano in quelle zone più isolate del castello insieme e ormai avevano imparato a godere della compagnia reciproca. Nell’ultima settimana la ragazza doveva essere stata più impegnata del solito e Gwain non aveva avuto modo di ridarle quel gingillo. Intento a pensare alle sue cicatrici e alla sua maledizione, si disse che forse Synnove avrebbe potuto aiutarlo in quel senso. Era completamente assorto e trasalì, quando lei entrò nella sala dei duelli. - Hey! - le fece un cenno, poi scattò in piedi sistemandosi il pantalone della tuta. - No, tranquilla - rispose con il suo solito tono privo di sfumature prima di lanciarle l’anello - L’ultima volta hai scordato questo - arricciò il naso e fu felice di notare la gioia negli occhi della ragazza. - Bene, ringrazio sia finita - ovviamente si riferiva alle lezioni interminabili che lo avevano lasciato senza un attimo di tregua. - La tua? - avrebbe voluto aggiungere che gli era mancata, ma come suo solito si astenne da tali sentimentalismi. - Ti senti pronta ad allenarti? - si mise in posizione d’attacco con una gamba leggermente flessa e entrambi i pugni alzati. - Vorrei farti una domanda. Ricorda di non dire più di quello che ti chiedo. - l’espressione era severa, ma non tanto da dover incutere terrore - Che tu ricordi, ero un licantropo quando ci conoscevamo?
     
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10 replies since 30/3/2020, 09:50   456 views
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