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.Nonostante l'ascolto passivo dei suoi passi nel vialetto, inconfondibili tacchi sul ciottolato, il cancelletto di legno si chiude gracchiando leggero, ha in mano una busta di plastica, no forse carta, fruscia nell'aria e batte contro la porta principale.
Non trova mai le chiavi al primo colpo, mai. Ci prova, poi la borsa è troppo profonda, usa la bacchetta e il pomello ruota su se stesso. Annuncia la sua presenza con un buongiorno e un odore di dolciumi che la segue. Quando ha la voce squillante vuol dire che deve aver dormito poco, quando dorme più di sette ore ha un tono silenzioso e rilassato che l'accompagna fino al pranzo, e dal momento che sono le undici del mattino, scommetto che non ha dormito per più di cinque ore, forse quattro e mezzo. Eppure profuma di vaniglia, non era abbastanza assonnata per dimenticare il profumo, e quando lo mette ha qualcosa di scollato, perchè se no dice che ha paura di spruzzarsi sui colletti, forse ha un vestito, no forse una camicia col collo bello aperto.
Anche se a giudicare dalle cinque ore, quattro e mezzo, se fosse vero, non credo avesse voglia di qualcosa di così difficile da sistemare come una camicetta, dico un vestito. Forse indovino, sento i bracciali tintinnare, credo siano quelli verde e oro, e se tintinnano il braccio è scoperto, niente camicetta.
Mi da il buongiorno ma io sono distratto, e non solo da tutti i rumori che sento e le immagini che mi scivolano via davanti gli occhi.
Aspetto che mi chiami due volte, e nonostante tutto, sobbalzo leggermente quando mi tocca la spalla. La guardo. Vestito, avevo ragione. "Ehi" Mi lascia un bacio talmente fugace sulle labbra che non riesco nemmeno a reagire, sembro confuso e lo sono. Faccio due starnuti e ne approfitto per scompigliarmi i capelli mentre lei poggia la busta sul top della cucina. Di Plastica dura ecco l'inganno.
"Sono confuso" davanti a me di fianco al grosso mezzo litro praticamente di caffè nero e fumante, c'è la Gazzetta del Nord, sulla pagina della Finanza Magica, e c'è un articolo sulla Gringott e su di lui. Giro il giornale verso di lei, che obiettivamente non smetterò mai di guardare come se dovessi ringraziare per avere gusti discutibili in fatto di uomini.
Prendo la sigaretta dalla mano sinistra e la sposto sulla destra che prende ad indicare la foto sulla destra. "Robert Peter Simons" le dico "Non sono finocchio, ma lo sto guardando con interesse da stamattina, io l'ho già sentito da qualche parte questo nome, ma il viso non mi dice niente, nel mondo delle donne si dice qualcosa?" era uno di quelle che molte si sarebbero fermate a guardare suppongo.
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Che nottataccia ragazzi, non lavoravo fino a così tardi da un sacco di tempo, e devo dire che non mi sono mancati per niente questi momenti.
Per questo motivo, alle sei di questa mattina ero già in piedi e alle sette sono andata a fare una corsa.
Son tornata per le nove e mezza, con la dovuta calma mi sono lavata, ho fatto un minimo di spesa e ora sono a casa di Ichabod.
Ma lui è distratto, non sembra essersi neanche accorto della mia presenza - ehi- gli dico avvicinandomi face to face.
-Buongiorno- lo ri saluto scoccandogli questa volta un bacio - dalla tua faccia deduco che ti sono mancata in questi due giorni- uno e mezzo, a voler essere pignoli.
Ma starò a casa per i prossimi quattro quindi ..
Poso la spesa sul ripiano, la sistemo e intanto lo ascolto - confuso? E perchè mai?- però si, si vede che è confuso, cosa può mai essere successo in questo lasso di tempo in cui non ci sono stata?
Scorgo Night dalla porta semi aperta della stanza da letto, è vestita anche se sta sonnecchiando.
Questo vuol dire che si sono fatti compagnia per la prima parte della mattinata.
Volta il giornale verso di me, affino lo sguardo anche se dalla foto che copre metà pagina so già di che si tratta.
-E posso sapere per quale motivo stai fissando Simons da questa mattina piuttosto che pensare a me?- sorrido e lo affianco, sedendomi di fianco a lui.
Gli sfilo via il giornale dalle mani e questa volta guardo Simons anche io.
-Però, è cambiato da quando andavamo a scuola- e pensare che ci sono anche uscita con lui, per dar fastidio a Chab.
Lo guardo - ma davvero non te lo ricordi? Ti sei pure bombato sua sorella, una delle tante a cui hai spezzato il cuore mentre ti impegnavi a irritare me- e ci riusciva pure.
-A quanto pare è diventato più ricco di quanto non fosse già prima, un filantropo che trova l'approvazione di molti.
Il quinto miglior scapolo d'oro dell'intero mondo magico.
Vuoi davvero sapere cosa ne pensano le ragazze?-. -
."Scuola porca puttana" dico come se fossi stato terribilmente idiota a non prendere in considerazione questa possibilità.
Certo, Simons era tremendamente distante dall'aspetto fisico da Ken di oggi sul giornale, Simons di bello all'epoca aveva solo la sorella, una di quelle che aveva la tendenza a portarsi a letto tutto quello che si muovesse, mentre il fratello faceva i compiti e le ricerche per i suoi amichetti, nel vano tentativo di sembrare simpatico o almeno intelligente. In realtà non era nemmeno quello, con il massimo dell'impegno raggiungeva risultati mediocri. Ancora ricordavo come avesse fatto esplodere il calderone nell'aula di pozioni perchè dalla sua ricerca era emerso che la miscela di ortica, asfodelo e scaglie di drago avrebbe portato ad una particolare variante della polisucco. Era esploso tutto ferendo persino il Professore, un idiota. Annuisco con la testa chiedendomi perchè non ci avessi ripensato, perchè non avessi immediatamente collegato le cose.
Perchè ora era plausibile che mi venisse in mente altro. Riguardo Joanna Simons,ricordi che non sembrano mai troppo lontani nel tempo. "Non me l'avresti ricordato facilmente passando da Joanna, prima di farsi me, era passata per tutta la squadra Corvonero, e si diceva che fosse passata anche per il Professore di Erbologia, e non fatico a crederlo" ammetto portando alle labbra il caffè "Era una gran puttana" mai nascosto di essermi buscato diverse malattie veneree babbane, ma non escludo che almeno un episodio di sifilide me l'abbia fatto guadagnare lei.
So che si dovrebbe portare rispetto per i morti, ma quella era la verità, se lo dicessero di me da morto, non me la prenderei. E nemmeno Joanna dovrebbe.
"Ti sei informata vedo" e le strappo delicatamente il giornale dalle mani con un gesto veloce e deciso.
Lo riguardo, il viso era davvero quello di un'altra persona, il sorriso e le movenze nella foto erano fluide e... viscide. "No, in effetti ritratto, la cosa più bella che aveva non era la sorella, ma il conto in banca" ricordo bene con che faciltà Joanna spendeva e spandeva i propri averi senza regole, le migliori partite di droga le pagava lei, per la gioia di tutti.
"Pace alla nera anima sua" e chiudo il giornale. Mi chiesi cosa si sapesse all'esterno di Joanna, quindi guardai la donna davanti a me, e alla sua risposta, come se mi avesse letto nel pensiero, mi dissi che ci stavamo frequentando da un sacco di tempo, abbastanza da leggermi forse anche oltre il pensiero.
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Io la sorella di Simons l'ho odiata, dal più profondo del cuore.
Lei stava li, a strusciarsi su di lui sempre, e quando dico sempre intendo sempre.
E lo faceva cosciente che mi dava fastidio.
Perchè diciamocelo, se gli uomini e facile prenderli in giro le donne non si lasciano ingannare.
Lei aveva capito che Ichabod mi interessava e ci provava gusto a farmi innervosire.
E io la odiavo tantissimo.
Infatti quando ho saputo della sua morte non mi è neanche dispiaciuto.
-Devo incontrarlo- rispondo - non è che mi sono informata per passione- non mi sono mai interessata di queste cose e neanche avrei iniziato adesso se la redazione non mi avesse chiesto di incontrarlo.
E non perchè volessero loro mandarmi, bensì era stata una chiara richiesta del nostro caro ex compagno.
Forse non era il caso di dire a Ichabod che lui ha scelto me.
-Le ragazze lo adulano e lo venerano come fosse un dio- inizio a raccontare - due mie colleghe hanno fatto carte false per poter andare al gala di mercoledì prossimo.
Una di loro mi ha pregato con le lacrime agli occhi per poterle cedere il mio posto- lo guardo e alla fine opto per la verità - non vuole sentire storie. Ha chiesto esplicitamente di me- volto la testa e lo guardo - dici che ha un motivo particolare per questa richiesta?-. -
.Non rispondo chi, solo perché so a chi si riferisce dal momento che non sembra essere distratta da altro. E quindi mi chiedo quale sia l’incidenza del caso che spinge il destino sempre e spesso a farsi beffa di me, come quest’oggi, che ride dopo avermi consegnato il giornale mattutino.
“Farmi incazzare magari” non avrei saputo quanto avevo ragione all’epoca, mentre quella voglia di spaccargli la testa era più che una semplice sensazione sotto le dita. Avevo l’impressione che la storia non sarebbe finita lì.
Night si avvicinò mostrandomi un piccolo cubo di legno con su scritto cane, gatto e qualche altra parola che non vedo, lo prendo, me lo rigiro tra le dita in modo distratto e glielo rendo, lei fugge via contenta, come se quella piccola attenzione le sarebbe bastata fino alla prossima volta senza dover soffrire di qualche mancanza particolare nel viaggio di ritorno alla stanza dei suoi giochi.
“Un gala addirittura” il tono di sarcasmo e scherno non fu velato più di tanto, fu lanciato senza alcuna grazia né attenzione. Commento parzialmente fingendomi distratto.
“Dove sono finite le care interviste in un ufficio?” Non ci sarebbe andata, perché un vecchio compagno anonimo che chiede specificamente di qualcuno per darsi delle arie non è mai una buona idea.
“Magari potresti chiedergli se sapesse quanto era puttana la sorella, sarebbe un argomento per il quale riempirci pagine e pagine di giornali” Johanna Simons non credo si fosse mai incontrata con Karen, e anche fosse erano talmente diverse da potersi scannare anche solo con lo sguardo.
“E comunque un ufficio sarebbe più appropriato “ ma giusto per essere più specifico, a scanso di equivoci sottolineo “mi farebbe sicuramente incazzare di meno” e riapro il giornale da dove avevo interrotto, pagina dei necrologi magici, meglio di niente.
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-Non c'è alcun motivo per incazzarti- gli dico pacata mentre tolgo il giornale di mezzo, proprio via anni luce dalla nostra sfera confidenziale.
-Vuoi venire?- gli chiedo, e sono sincera, onestamente non ho problemi se vuole accompagnarmi, anzi, tutt'altro. Mi farebbe piacere, e lo sa, non è la prima volta che lo invito ad eventi del genere, anche se non sempre sta dell'umore giusto per venire.
-Sai, quando una persona ha molti soldi, e quando non ha nessuna remora a spenderli, può fare quello che vuole, compreso porre delle condizioni- mi stringo nelle spalle - non è il primo, e non sarà neanche l'ultimo. Sono persone che si sentono a loro agio stando nella propria casa. Nel loro habitat-
Roteo gli occhi al cielo, e si, abbiamo perso Ichabod Blackwood, ed è bastato un articolo su un giornale e l'idea di vedermi andare a un ricevimento.
Mi domando cosa abbia oggi, perchè chiaramente c'è qualcosa che non va, non sono argomentazioni tali da suscitare questa insofferenza.
Gli accarezzo i capelli che sono sulla nuca, lo guardo con un mezzo sorriso sulle labbra - vieni con me dai- lo incalzo -non ho mai fatto l'amore in una casa con il lampadario di cristallo- non so la sparo a caso, ma immagino che ci siano tanti angoli sfiziosi su cui poter lasciare il segno.
-Chaab- miagolo lasciandogli dei piccoli bacini sul collo - non ti arrabbiare, è solo .. lavoro-. -
.Quando rialzo lo sguardo su di lei dopo che mi ha sfilato il giornale è ancora lì, non ha paura di fissarmi negli occhi, e questo aspetto non sempre lo sopporto. Come stavolta. Non dovrei volere sempre un confronto, per uno come me, talvolta basterebbe un sissignore e fine dei giochi, senza contrattare. Ma deve essere la punizione per lo scegliersele intelligenti, caparbie e con una vagina talmente perfetta da renderti un burattino in quei contesti. E in altri.
"Quindi dovrei pagarti per avere potere su di te?" sollevo meccanicamente le sopracciglia in moto provocativo. Non ce la facevo, glielo dico pensandolo, ormai mi conosce troppo bene per non capire alla volontà di essere bersaglio di morsi e punizioni più tardi.
"Non mi arrabbio" e poi me la avvicino per i capelli, per morderle le labbra.
Avevamo fatto appena in tempo ad aspettare Igor, lanciargli quasi letteralmente la bambina per chiuderci in camera da letto.
"Sono incazzato nero" il fumo della sigaretta si mette tra noi, salendo pigro verso il soffitto, questo nuovo tabacco non mi piace, è troppo leggero, e ne devo fumare trenta per avere un minimo di sollievo."Perchè ci tieni così tanto ad andare, non mi va di mettermi in giacca e cravatta perchè non sai dire di no" gelosia? Credo di si, chiunque al mio posto vorrebbe tenere per sé tutta questa donna. Il problema è che io adoro quando me la guardano, ci fantasticano, e pensano a chi sia quel fortunato che le toglierà i vestiti quella sera. Ma se non sono presente, non posso sapere chi la guarda in che modo "Ho un brutto presentimento" e chissà se davvero sul chi l'avrebbe guardata "Vengo solo se mi prometti una cosa" e sputo il fumo verso l'alto togliendomi un filo di tabacco dalle labbra "Non faremo l'amore. Noi, scoperemo" e arriccio il naso in un odioso sorriso.
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-In realtà tu hai potere su di me anche gratis- quasi sempre almeno, è stato più furbo della maggior parte degli uomini, che lo abbia fatto coscientemente o meno, quel giorno di diciassette anni fa non ha vinto solo una scommessa, si è fregato pure il mio cuore, il mio futuro e tutto il pacchetto.
Ovviamente non gli piace ch'io sia così ferrea nella mia decisione, le sconteremo dopo, tutte quante.
Per ora siamo in perfetta parità.
-E' solo lavoro- dico arricciando il naso a quella nuvola di fumo che ci avvolge.
-Non posso dire di no, o meglio..- mi volto e voglio che mi guardi mentre gli spiego - ho un progetto nella mia mente, questo è uno scoglio che devo superare per poterlo raggiungere- spero che sia chiaro il fatto che non mi diverte neanche a me questa cosa, tanto più che essere indotta a fare qualcosa mi indispettisce, ma non per questo rinuncio.
In fondo ho ben altri mezzi con cui potermi prendere la mia piccola vendetta.
-Andrà tutto bene- lo rassicuro. Cosa potrebbe mai succedere? Anche fosse.. stiamo parlando di me, cosa potrebbe mai succedere a me?
Sono riuscita a uscire indenne da situazioni ben peggiori.
Quando mi da uno spiraglio la mia attenzione si acuisce particolarmente.
Sorrido - scoperemo tantissimo- non fatico a promettergli e su questa promessa mi prendo un altro intensissimo bacio..
Robert who? |
