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Press.

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    Il tempo trascorso a Londra non era stato molto produttivo, come del resto lo erano state le ricerche svolte al ministero. Una famiglia disastrata e un passato del tutto oscurato erano le cose venute fuori. Nulla di utile per la sua memoria fuori uso. Non sapeva cosa lo avesse spinto nuovamente al nord, ma forse in quelle lande innevate la sua mente avrebbe trovato qualcosa di familiare adatto a far scattare qualcosa. I dottori gli avevano assicurato che con il tempo tutto si sarebbe sistemato, lo avevano promesso per la gamba, tornata come nuova, e sarebbe andata così anche per la testa. Anche a Durmstrang gli studenti lo evitavano e la cosa iniziava davvero ad infastidirlo. C’era un ragazzo del terzo anno che addirittura lo aveva sfidato a duello dicendo di voler vendicare il fratello. Il codardo si era tirato indietro nel momento preciso in cui il biondo aveva accetto la sfida, ma più passava il tempo e più si rendeva conto di non essere stato una bella persona. La cosa non lo turbava poi tanto, ma il peso della solitudine si faceva vivo anche tra le mura molto più spesse e più fredde di quel nuovo castello. Gli sarebbe bastato un amico, un unica persona con la quale poter scambiare due parole e forse tutto gli sarebbe stato più chiaro, ma oltre ad un ragazzo che lo aveva appena salutato alla festa di Halloween e una ragazza che lo aveva ripreso per un mozzicone di sigaretta, non si era fatto avanti nessuno. Loro rispetto ad altri gli erano apparsi più spaesati nel trovarselo di fronte e la cosa lo aveva incuriosito, ma non aveva avuto abbastanza tempo per approfondire quegli incontri. Era andato via e in quella nuova scuola avrebbe fatto nuove amicizie. Le lezioni erano finite per quel giorno e il nostro smemorato si era seduto sul davanzale di una finestra per fumare una sigaretta. Avrebbe gradito qualcosa di più forte, ma non aveva ancora trovato i contatti giusti per procurarsi la roba migliore. Lo spettacolo fuori dalla finestra era abbastanza monotono, tutte le sfumature possibili del bianco in contrasto con un cielo scuro che prometteva altra neve. - Che palle! - pronunciò ad alta voce credendo di essere da solo. In realtà non era così. A pochi passi dal suo rifugio c’era il bagno
    delle ragazze e proprio in quel momento vi era uscita una piccoletta contraddistinta da un odore pungente. Non puzzava, o meglio non era per colpa della sua igiene che Gwain notò subito la sua presenza, ma per l’odore acre che si portava addosso. Erballegra. La ragazza sgambettava rapidamente lungo le scale e l’ex-serpeverde la seguiva quasi come fosse uno stolker. - Ehi, nanetta! - arrestò finalmente la sua corsa bloccandole il passaggio. - So quello che hai fatto in bagno - per quanto non si divertisse più a fare il bullo, l’idea di utilizzare modi gentili per ottenere informazioni non faceva ancora parte del suo modo di fare - Potrei fare rapporto, oppure potrei diventare il tuo migliore amico se mi dici dove posso trovarne un po’ anche io. Che ne dici?
     
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    E' davvero atroce ed ingiusto dovermi nascondere da qualche parte per fare quello che tutti qui fanno apertamente. Dover "preservare la mia immagine" in qualche modo fa schifo, perché tanto non ho le prerogative di base per andare bene neanche durante le lezioni - e credo che i professori mi odino un pò per questo, solo perché mi rifiuto di cruciare delle povere bestie innocenti... La gente qui sta fuori come un balcone! - quindi che senso ha fare la brava ragazzina per evitare l'espulsione? Probabilmente Ruben merita che io mi metta in riga più di quanto non lo meritino i miei genitori, però a volte è davvero dura e sento il peso della pressione ogni volta che mi capita di fare qualcosa alle sue spalle. Si, anche solo fumare un pò d'erba nel tentativo di rilassare i miei nervi ed evitare un esaurimento, visto che in questo castello ci sto ogni giorno sempre peggio. O beh, non che voglia farmi degli amici visto che razza di gente malata lo frequenta, però sarebbe carino non dovermi preoccupare ogni due per tre di evitare i bulletti che mi guardano sempre con sufficienza. Le mie umili origini non dovrebbero dipingere la persona che sono, ma forse pretendo troppo da questi omuncoli che hanno i serpenti velenosi al posto del cervello e del cuore. Che schifo. Faccio sparire il mozzicone che mi è rimasto tra le dita con un colpo svelto di bacchetta - che brava sono diventata con questo tipo di incantesimi, eh? Anche se qui te li insegnano probabilmente per occultare cadaveri che non per far sparire le cicche, mh... - ed esco dal bagno con aria rilassata, leggera, decisamente meno agitata del solito... Per i primi cinque secondi. Già. Perché quando questo bel ragazzone che non credo di aver mai visto prima - più che altro non mi ha mai bullizzata, quindi non saprei dire se esistesse già o se sia un nuovo arrivo, chissà - viene ad accusarmi di sapere esattamente cosa sia appena successo, il cuore mi comincia a battere all'impazzata. Circa. Sono comunque stordita in parte dall'effetto del fumo. "... Nooooo, non lo saaaai..." Oh invece si che lo sa e non saranno certo i miei occhi terribilmente intenti ad andare a destra e a sinistra come una pallina da ping pong a convincerlo del contrario. Forse dovrei arrendermi. Quanto male potrà andarmi? "Ok ok ok! Però, lasciatelo dire amico, sei davvero scortese." Annuisco, non rendendomi neanche conto che non a tutti piace essere definiti scortesi da una perfetta sconosciuta. Però, insomma, lo è stato! Vuole denunciarmi al preside, ai prof o a chissà chi, è da stronzi! Soprattutto se lui stesso fa uso di questa roba... Oh, aspetta. Potrei sfruttare la cosa a mio vantaggio o, per meglio dire, a vantaggio di qualcuno che mi sta molto a cuore a cui un nuovo cliente potrebbe solo far bene. Certo, devo essere sicura che questo tizio sia affidabile, non posso certo rischiare di mettere nei guai il mio amico. "E' roba di mia cugina, mi spiace. Peeeerò..." Inarco un sopracciglio, sollevando appena l'angolo della bocca in un'espressione sinceramente intrigata ed interessata. "...forse so di un tizio che smercia qui a scuola davvero affidabile, non ne trovi come lui." E su questo sarei pronta a metterci la mano sul fuoco. "Certo, però, come faccio a sapere che tu non vada a minacciare anche lui di denunciarlo come hai appena fatto con me? Se non mi dimostri di essere a posto, te lo scordi che ti mandi da lui." Patti chiari, amicizia lunga! ...O quel che è.

     
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    - Oh si invece…- le pupille dilatate e la fragranza inconfondibile che si portava dietro erano un chiaro sintomo di quello che aveva appena fatto. Come darle torto, in quella scuola c’era davvero bisogno di rilassarsi e secondo il modesto parere di Gwain lei aveva scelto il modo migliore. - Nah, scortese?! Diretto, mi definirei più così. - era andato dritto al punto, senza tanti giri di parole. Perdere tempo non gli era mai piaciuto.
    - Cugina? - la sua mente leggermente ristretta non riusciva ad immaginare una donna intenta a spacciare, ma del resto la parità aveva fatto passi da gigante e se la ragazzina che aveva di fronte era talmente tosta da riuscire a reggere alle regole di quella scuola, la cugina doveva esserlo altrettanto. - Peròòòò? - le fece il verso, sentendosi stranamente rilassato per la prima volta dopo molto tempo. Parlava con qualcuno, qualcuno che non era lì a ricordargli il suo passato o che gli mettesse stupide ansie sulla sua memoria ormai andata. - Interessante - posò un dito sul mento arricciando in maniera strana le labbra. - Tappetta - le posò un braccio attorno alle spalle, con quel fare sicuro e la faccia da schiaffi che avrebbe fatto tornare subito alla mente di chiunque il vecchio Gwain. - Sai come funziona il commercio e le contrattazioni? - forse no, ma del resto anche lui ne sapeva poco - Bisogna puntare alto poi far scendere man mano la posta in gioco. Se non avessi usato le paroline magiche non avrei attirato al meglio la tua attenzione - scosse il capo, mostrando quanto tutto quel suo ragionamento contorto avesse un senso. - Ti assicuro che sono un ottimo cliente, fare la spia sarebbe controproducente anche per me. Non credi? - lasciò la presa dalla ragazza, superandola di un paio di passi prima di voltarsi nuovamente verso di lei - Io sono Gwain, ma non mi chiedere altro. Ho perso la memoria e di me so solo il mio nome e che amo la cioccolata fondente dopo una fottuta canna.


     
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    Arrendermi ad un'evidenza ormai ben scorta dagli occhi dell'altro mi pesa un pò meno al pensiero di poterne trarre qualche beneficio. O, per meglio dire, di poter aiutare Ruben a trarre qualche beneficio dalle necessità impellenti che il ragazzo dimostra di avere. Considerata la lontananza di Roxy e l'impossibilità di fare da tramite tra i due senza correre alcun rischio - anche d'incolumità, per certi versi - rende il tutto una cosa giusta, buona, che ben si allontana da quello che potrebbe essere considerato un tradimento alla mia famiglia. Non metterei mai un amico davanti a loro, però non posso comunque fare a meno di considerare Ruben come uno di famiglia ormai. Beh, ma questi sono argomenti che al momento non contano nulla, quindi ancora pregna della mia sicurezza - tra uno sguardo mezzo addormentato e l'altro - cerco di venire a patti col ragazzone. Negoziare non è da me, ma c'è una prima volta per tutto, no? "Wuoh, bello! Chiamami di nuovo "tappetta" e presento il mio piede al tuo culo." L'eleganza non è decisamente una delle mie doti, su questo siamo tutti d'accordo. E' che prima di tutto mi sembra giusto mettere le cose in chiaro. Niente nomignoli strani, specie come questo che sembra un misto tra una cosa adorabile e la presa per il culo più grande della storia, ed instaurare sin dall'inizio tutta questa confidenza sembra comunque un errore madornale. Certo però che su questo non posso piantare alcuna certezza: mi faccio prendere troppo spesso dalle emozioni, specie in questo stato di leggerezza da erba in circolo. Tiro - internamente - un sospiro di sollievo quando è lui a parlare di contrattazioni e blablabla spiegandomi tutto ciò che potrebbe riguardare il nostro affare. Comincio a capire perché Roxy sembri sempre così "restia" dall'implicarmi nei suoi affari; ho ancora troppo da imparare e non c'è mai abbastanza tempo per istruirmi, specie considerato il poco tempo che ci resta per stare insieme. "Beh, praticamente mi hai manipolata. Non so se esserne colpita o se tirarti un cazzotto sul naso, non riesco a decidermi, sono troppo confusa..." O, per meglio dire, troppo fatta per rendermi conto di cosa stia succedendo. Sono in sensi, sì, e non è che il tizio davanti a me stia cominciando a mutare forma per trasformarsi in uno strano coniglio gigante dai colori psichedelici, però sento il mio cervello come se fosse andato in vacanza per metà, mentre l'altra cerchi disperatamente di aggrapparsi alla razionalità necessaria per non farmi andare in giro come fossi una trottola che ruota senza meta. Il mio ideale sarebbe stato andare a poltrire da qualche parte per fatti miei ed invece mi tocca parlare di affari con questo ragazzo. Eh, non è proprio la mia giornata fortunata. "Ah. E' vero? Non mi prendi mica per il culo, amico, mh?" Ha accennato ad una perdita di memoria. Sembra tanto serio quanto rassegnato nel dirmelo. Wow. E non saprei dire se oltre la sua espressione io riesca a scorgere disperazione, arroganza o semplicemente se lui sia serio e sia ad immaginarlo sorridere mentre mi parla della sua disgrazia. Beh, una delle tre sarà quella giusta, no? "Cazzo, bella merda..." Decido di credergli, sperando fermamente di non sbagliarmi, rivolgendomi a lui con altrettanta poca eleganza. Non riesco a contenermi praticamente mai quando sono completamente in sensi, figuriamoci adesso. "Non l'ho mai provata la fondente dopo aver fumato, ma ti prenderò come esempio perché ora sono curiosa." Gli dico annuendo, sinceramente incuriosita dall'accostamento da lui proposto. Chissà se è una prerogativa delle sue papille gustative o se questa cosa potrebbe mandare in estasi persino me, rendendo il momento anche migliore. "Io mi chiamo Pressley e non ho niente di interessante da aggiungere." Vogliamo davvero mettere a paragone la mia vita disagiata da ghetto con la perdita di memoria che rende questo ragazzo tanto dannato quanto misteriosamente intrigante? No, davvero, farei la figura dell'idiota. "Forse è indelicato... O forse non te lo ricordi...!" Battuta pessima, smetto di sorridere giusto pochi secondi dopo aver pronunciato questa bella stronzata. "...ma come hai fatto a perdere la memoria?" Qualcuno potrebbe averglielo spiegato, no? In fondo è riuscito a risalire al proprio nome, è già qualcosa... Credo.

     
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    La nanetta era un tipino davvero tosto, o così si divertiva a mostrarsi agli altri. Del resto erano così un po’ tutti gli studenti a Durmstrang, si chiamava selezione naturale. Se non eri un duro dovevi almeno fingere di esserlo. - Ok… Nanetta? No, dai scherzo. O forse no? - rendersi antipatico era la sua dote innata principale, non doveva neanche sforzarsi, gli riusciva naturale, come respirare. - Pensi…- “di arrivare davvero al mio naso?” ma si limitò a pensarlo, evitando di ricevere davvero un pugno sul suo perfetto profilo greco - Si colpita, ti ho appena detto che sono un ottimo cliente. Fallo per il tuo amico - l’espressione messa su in quel momento avrebbe meritato il doppio dei pugni proposti un attimo prima, ma se la donzella era intelligente quanto appariva sarebbe stata al gioco. Non era un tentativo di seduzione, uno di quelli con cui aveva ottenuto davvero molto nel corso degli anni, solo una piccola manipolazione per ottenere ciò che desiderava. - Che senso avrebbe? Dalla tua reazione so che non dovremmo esserci mai incontrati. - fingere della perdita della memoria avrebbe avuto senso se avesse avuto qualche torto da fingere di non ricordare, non di certo con una persona appena incontrata. Alzò le spalle, rilassato quanto annoiato - Ti assicuro che è un ottimo abbinamento - almeno era il migliore provato durante la fame chimica. Non si sarebbe mai detto, ma in quei momenti era capace di buttare giù più di una tavoletta alla volta, oltre ad altro cibo a caso. - Piacere Press - avrebbe preferito continuare con qualche nomignolo, ma aveva capito da subito quanto non fosse il caso. Iniziava a provare simpatia per quella ragazzetta, tanto da regalarle più di due sillabe sulla sua perdita di memoria. - Una faccenda abbastanza di merda, sai? Vedi questo mio bel faccino? Una volta al mese si riempie di peli e io mi diverto ad ululare alla Luna cercando qualcuno da sbranare. No, l’ultima parte non è vera, prendo la pozione da bravo lupetto. - e quando non lo faceva cercava di restare in luoghi isolati per non far del male a nessuno. - A qualcuno non andava molto a genio questa cosa e ha deciso di sfruttarmi come bersaglio per le sua bacchetta. - tutta la parte sulla degenza e il resto decise di censurarli, del resto erano cose più personali e quando si toccava un tasto del genere era sempre restio ad aprir bocca. - Spero tu non abbia problemi con le persone pelose. -aggiunse con l'aria più innocente che avrebbe mai potuto tirar fuori. - Allora, dove troviamo il tuo amico dalle magiche doti?
     
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4 replies since 5/2/2020, 23:50   101 views
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