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.Col tempo cominciava a digerire il rifiuto di Ruben, o almeno così le sembrava. Certo, le veniva nettamente più semplice quando non lo incontrava nei corridoi o quando lo beccava con quella racchia della sua amica o quello che era. Ora quasi non aveva più l'istinto di spaccare cose ed urlare quando pensava a lui e questo la rendeva più tranquilla, o meglio comunque incazzata, ma serena sul fatto d'avere ancora possibilità di scelta sul proprio umore. Odiava l'idea che qualcuno potesse influire tanto sul modo in cui si sentiva, e l'idea di cominciare a guarire da quel verme che era stato Ruben, era una gran notizia.
Pessima notizia restava invece il suo rendimento scolastico. Aveva perso tempo, ma ora, in prossimità delle vacanze di Natale, se non voleva trovarsi con un carico esagerato di compiti che non aveva voglia di fare, doveva rimboccarsi le mani. Certo, Helena non era mai per l'impegno nudo e crudo. Così, quando si voltò verso il ragazzo seduto al tavolo nella sala comune, non potette fare a meno di cogliere la palla al balzo. Gli si avvicinò sostandogli dinanzi, prima di sederglisi accanto senza invito. «Helena. Il piacere è tuo, lo so.» Si presentò così, prima di accavallare le gambe per metà scoperte e piazzargli l'esercizio da compilare dinanzi. «Dimmi che sei un secchione e puoi aiutarmi con questi.»
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.Alcuni studenti sotto il periodo natalizio diventano ancora più insopportabili del solito. Li guardi mentre ti camminano di fianco per i corridoi, non vedono l'ora di tornare a casa dalla propria famiglia. Tu, invece, sarai costretto a rimanere barricato in questo schifo perché la tua famiglia ti ha voltato le spalle, tutti tranne tuo fratello. Almeno così credi. Sbatti la porta della tua stanza e ti butti sul letto, non hai voglia di fare niente.Il silenzio di quella stanza prima o poi ti farà impazzire perché non fa altro che aumentare i tuoi pensieri. Pensieri che aumentano non appena leggi la lettera che ti è stata recapitata. E' di tuo fratello e dice che non potrà passare con te le vacanze perché il vecchio ha da fargli sbrigare delle faccende. Da quando sei scappato di casa, passavi del tempo con tuo fratello solo durante le feste natalizie. Era il vostro rito e il vecchio te ne aveva appena privato. Inizi a desiderarlo morto così da porre fine a tutti i tuoi problemi. Rileggi ancora una volta la lettera per poi prendere la bacchetta. "Incendio!" La lettera si incenerisce sotto i tuoi occhi, sei infastidito e hai bisogno di qualcosa che ti faccia distrarre e il tuo sguardo cade sulla pila di libri che hai messo sulla scrivania. Decidi di andare a studiare nella sala comune, così, prendi il primo libro ed esci da quella stanza. La sala comune non è molto affollata e riesci a trovare un tavolo libero dove sistemarti. Apri il libro di Veleni e inizi a trascrivere le nozioni più importanti. Veleni è la tua materia preferita e non impieghi molto a finire il capitolo, il che è una cosa positiva dato che vengono ad interromperti. Sbuffi sentendo la presentazione della ragazza, l'ennesima che crede di essere al capo del mondo. "Icarus." Ti presenti a tua volta mentre la guardi prendere posto accanto a te. "Perché venite tutti da me per aiutarvi con i vostri stupidi compiti?" Rispondi infastidito. Prima quella Pressley e ora lei, non hai mica una scritta in fronte che dice: buon samaritano. "Non farò i compiti al posto tuo, dolcezza." Commenti, spostando i suoi esercizi dal tuo libro.
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.Inarcò un sopracciglio nell'accogliere la risposta stizzita dell'altro. Per Helena non era sempre facile avere a che fare con gli altri, soprattutto essere gentile. Di certo però c'erano alcune persone che proprio non le facilitavano il compito. Tuttavia, a gambe accavallate, preferì optare per una risposta più cauta. «Saranno i capelli lunghi.» Disse con un mezzo sorrisino ironico, afferrando una delle sue ciocche scure prima di rilasciarle. Aveva dei bei capelli, questo c'era da ammetterlo.
«Ti fanno sembrare un secchione.» Annuì, aggiungendo poco dopo. Ed Helena era sicuro che lo fosse o che almeno ne capisse più di lei in quella dannata materia, il che era già abbastanza per la Haugen. Necessitava sul serio di una sufficienza, era quello il motivo per cui si decise a continuare la sua opera di convincimento. «E se ti dessi qualcosa in cambio?» Gli disse, cercando il suo sguardo. Non era solita venire a patti, ma in quel dannatissimo contesto le era quasi necessario. «Quello che ti pare. Basta che mi aiuti a passare il mio maledettissimo esame.». -
.Continui a non capire se i ragazzi in questa scuola siano davvero così stupidi da non riuscire a fare due esercizi in croce o se siano troppo pigri per farli da soli. O forse entrambi. "Davvero divertente." Commenti col fare ironico. Un commento più stupido non poteva trovarlo. Alzi leggermente lo sguardo per osservare meglio la ragazza che ti sta chiedendo aiuto e fai un mezzo sorriso quando dice che ti avrebbe ricompensato. In questa scuola non sanno fare altro che darti qualcosa in cambio per farti fare quello che vogliono. Scuoti la testa."Non ne ho bisogno." Commenti, ritornando a leggere i tuoi esercizi. La tentazione di prendere i libri e andare a studiare in camera e alta ma poi ti ricordi che così assomiglieresti al tuo presunto padre e tu non vuoi. Ti sei ripromesso che saresti stato un uomo migliore di lui e già stai fallendo. Con un sospiro, chiudi il libro e presti la tua attenzione a quella ragazza. "D'accordo ti aiuterò." Prima l'aiuti e prima si leverà dal cazzo. Quanto saranno difficili questi compiti? "Di che materia si tratta?" Le chiedi..
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.Quando finalmente ottenne un responso positivo da parte dell'altro, si sentì meglio. Avrebbe esultato se non fosse stata troppo poco da lei. Rimase così, gambe accavallate ad osservarlo, rivolgendogli un mezzo sorrisetto compiaciuto.
«Veleni.» Gli rivelò annuendo, con la stessa espressione di chi ammetteva di avere a che fare con qualcosa di complicatissimo. «Non riesco a capire questi esercizi sulle diluizioni. Dio. Che roba è? Sembra elfico, o qualcosa di simile.» Gli spiegò, facendogli vedere l'esercizio in questione ed i vari fallimentari tentativi provati per riuscire ad ottenere un risultato che si avvicinasse anche solo vagamente a quello proposto dal libro di testo.
«Puoi aiutarmi allora? I capelloni sono sempre secchioni, no?» Gli chiese guardandolo appena speranzosa. «E comunque carini i tuoi capelli.» Sfiorò una ciocca, rilasciandola appena un attimo dopo. Non voleva spazientirlo, era solo il suo modo normale d'approcciare. «Ma che cazzo di nome è Icarus?».
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