Ricerche.

Niav.

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    Il tempo della degenza era finito e, molto cortesemente, i dottori gli avevano dato una pacca sulla spalla e lo avevano lasciato andare per la sua strada. Aveva una microscopica valigia con se, più precisamente uno zaino di quelli brutti, sgualciti e passati per chissà quante mani prima di contenere quei quattro indumenti gentilmente regalatigli dal reparto oggetti smarriti. Non aveva nulla, o meglio, aveva solo i documenti ritrovati in una delle stanze della stamberga strillante. Non era stato facilissimo riconoscere nel suo viso trasandato quello della foto di qualche anno prima, ma tanto era bastato a dargli una nozione fondamentale su se stesso: il proprio nome. Gwain, Gwain Schmidt. Avrebbe voluto che il suo cognome fosse inglese, perché quel termine strano a quanto pareva aveva origini abbastanza lontane. Germania o una qualsiasi regione del nord Europa. Ma non bastava e a lui servivano risposte, tante. Non aveva preso minimamente in considerazione l’idea di recarsi nel rifugio per senza tetto del quale gli avevano lasciato il recapito, sentiva di non potersi
    accontentare. Il ministero, sarebbe stata quella la sua tappa principale, l’unico luogo in cui gli avrebbero potuto dire qualcosa di preciso. Aveva chiesto ad una delle infermiere come arrivarci e strabuzzati un paio di volte gli occhi per quelle indicazioni bizzarre le aveva memorizzate pronto a metterle in atto. Nel sottolineo fece un paio di giri, senza sapere minimamente a chi rivolgersi. Abbastanza provato per tutto quel andirivieni, si era accomodato, intento a massaggiarsi la gamba malandata prima di prendere un caffè alla macchinetta. Più facile a dirsi che a farsi, perché una volta presa in mano il bicchierino di caffè, aveva cozzato contro qualcuno nel voltarsi. - Cazzo! - in un mugugno sordo e moderatamente trattenuto, per esprimere il suo disappunto in quella giornata completamente da buttare. - Ma non potevi aspettare mezzo metro più dietro? - la colpa era sua, ma prendersi la responsabilità di qualcosa gli era sempre stato difficile.
     
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    Io non ero una che teneva il muso. O meglio, ero bravissima a tenere il muso, ma era una tattica femminile sapere, quando le cose non vanno bene ma devi rispondere al "che hai?" con un "niente" e tenere il muso ottocento anni per far capire all'altra persona che hai qualcosa ma deve arrivarci da sola. Ecco, quel genere di muso ero capace a tenerlo, una cosa voluta, esagerata magari, forse manipolatrice. Decisamente ormonale talvolta. Ma comunque sto andando fuoritema.
    Il genere di muso di quando invece c'è veramente qualcosa che mi preoccupa o spaventa non lo tenevo. Quel genere di cose le nascondevo. Potevo riuscirci più o meno bene ma nascondevo sempre.
    Quindi quella mattina mi alzai, mi guardai allo specchio e decisi che oggi sarebbe andato tutto bene. Una meravigliosa giornata piovosa. Aaah! Che bellezza. Su, sorridi allo specchio Niav, come quegli scimpanzè del circo. Wow.. uno spettacolo orripilante. Complimentoni.
    Continuai ad allenarmi col sorriso per tutto il tratto in bicicletta verso il Ministero, sperando che non mi ci finisse qualche moscerino. Alla fine ero totalmente entrata nel mood "that's gonna be a gooooood day!". Avevo letto da qualche parte che sorridere, anche forzatamente, aiuta a migliorare l'umore. Se non quello almeno era una vittoria non avere un apparecchio di moscini in bocca.
    Avevo anche sentito una di quelle canzoni dei musical passando attorno ai teatri del West End e da lì avevo iniziato a canticchiare tra me e me e ad un certo punto la gente sembrava che si stesse muovendo in sincrono a ritmo di musical.
    Scesi anche dalla bici con un saltello, andò subito a posto e anche il lucchetto non si incastrò.
    Entrai in ministero con qualche saltino e dondolamento, salutai la gente come nel cartone della bella e la bestia.
    Un caffè avrebbe aiutato a mantenere l'armonia sinfonica.
    Ossì, sarebbe stata un'ottima giornata, me lo sentivo.
    - Cazzo! -
    riuscii a sentire il rovente bagnaticcio caffè che mi arrivava sui piedi e sul polsino della camicia. Chiusi gli occhi.
    Fanculo, giornata del cazzo, dovevo rimanere a dormire, al diavolo il mondo.
    Ovviamente neanche una scusa.
    Sono autorizzata. Decisamente autorizzata. Riaprii gli occhi, trovandomi davanti un ragazzo alto, con gli occhi azzurri e l'espressione un po' da matto.
    Sa che potrei farla arrestare per questo?
    esordii con un tono a Capo Ramirez. Non che avessi mai sentito Dell dire questa frase ma.. al diavolo. Giornata di merda no?
    Beh? La faccia sparire santo cielo, vuole davvero trovarsi davanti il Wizengamont? Se ripulisce tutto potrei davvero chiudere un occhio.
    Spero che non sia un qualche diplomatico o agente o importante pezzogrosso di qualcosa. Perchè quella gente di solito non ha il senso dell'umorismo e non penso che prenderebbero bene che una segretaria si spacci per chissà chi facendo queste scenette stupide.
    Ottimo il coronamento di una pessima giornata: mi licenzieranno. E non mi importa.
    Ok forse un po' mi importa. Sbatti le ciglia Niav. Le tue piccole, pallide e insulse ciglia irlandesi. Sii un Bambi.
     
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    Gwain aveva perso la moria, intendiamoci, conosceva a stento il proprio nome per averlo letto sulla propria carta d’identità, ma era sicuro che non si rischiasse la prigione per un caffè rovesciato. Insomma Azkaban sarebbe risultata piena nel giro di due settimane, in più si trovavano in uno Stato alquanto giusto, uno di quelli in cui i veri delinquenti finivano in carcere e non solo i piccoli ladri. Inarcò un sopracciglio, lasciando che l’altro lo seguisse e con la bocca leggermente aperta rimase per qualche secondo interdetto, esattamente come un ebete. Era seria? A quanto pareva si, tanto da intimargli di far sparire il tutto in pochi istanti.
    - Andiamo - alzò appena le spalle e con un colpo di bacchetta fece svanire tutto. Grattanetta, stranamente ricordava quella formula.
    - Mi stai dicendo che ho rischiato il carcere per un caffè?
    Fece sbattere le ciglia, mantenendo un espressione annoiata. Non poteva crederci e aveva voglia di divertirsi nello scoprire chi potesse essere quella che ai suoi occhi appariva una ragazzina.
    - Devono tenere davvero molto in considerazione gli stagisti in questo posto. Ti pagano bene? Potrei farci un pensierino.
    Non si era scomodato minimamente di provare a darle del lei o essere meno maleducato. Riteneva che dietro a quel completo elegante non ci fosse altro che una diciottenne alle prime armi che si divertiva a terrorizzare gli altri con un potere che in realtà non aveva.
    - E se sei così importante, puoi portarmi dai pezzi grossi? Ho bisogno di una mano, per qualcosa di importante. - riteneva che il suo caso lo fosse, almeno per lui lo era. Era disperato per certi versi, davvero bisognoso di qualcuno che riuscisse a chiarire il più possibile sul suo passato o che trovasse un suo parente, preferibilmente ricco, che gli desse un posto in cui stare.
    - Non mi va di finire nelle mani di qualche dipendente svogliato, capisci cosa intendo?
     
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    Ok, lo vedete cosa devo sopportare? Una palese discriminazione per il mio essere bassa quanto un leprecauno e avere i capelli biondi e gli orecchini con le stelline.
    Che la gente non mi prende sul serio.
    Che vuoi che ti dica. Il capo auror è messicano, considera versare il caffè un'eresia e una profonda offesa alle popolazione sudamericane che sgobbano ogni giorno per una manciata di pesos solo perchè un alto britannico possa spargere sul pavimento e sulle scarpe altrui il frutto del loro lavoro sottopagato.
    E vedete avrei veramente voluto lasciar perdere, dico davvero, stavo per agitare la mano e dire che sì, ovviamente, stavo scherzando e avrei anche confessato che volevo che lui ripulisse perchè non so fare bene neanche un incantesimo di pulizia e quelle scarpe mi erano costate 100 sterline e quindici cene a base di zuppe in scatola ma.. questo tizio stava provocando e figuriamoci se IO, una Maguire, avrei lasciato passare.
    Fortunatamente AJ Smith ieri aveva lasciato il suo distintivo nello spogliatoio e me l'ero portato a casa per evitare che qualche malintenzionato lo fregasse e ci giocasse. OVVIAMENTE volevo restituirglielo oggi. Dopo averci giocato.
    Sì, molto simpatico signor...??
    iniziai a frugare nella mia borsa, estraendo il distintivo.
    Auror Angela J..ansbury Smith. Sono io un pezzo grosso, che tipo di affare importante ti affligge?
    Le grandi Angela Lansury e Maggie Smith mi perdoneranno.
    Hai perso il gel per capelli o simili?
    Io intanto mi prendevo il mio caffè, stavolta senza versarmelo da nessuna parte.
     
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    Versare il caffè un reato? Non ne capiva il senso, ma era quasi del tutto certo che la ragazza stesse esagerando. Un senso di rivalsa per tutte le biondine basse o contro tutti i prepotenti come lui? Molto più probabile del capo auror messicano. Erano o non erano a Londra? Perché un messicano doveva ricoprire una carica così importante?
    - Non sono inglese, almeno non credo - rispose con la punta di sarcasmo che stava caratterizzando la loro intera conversazione.
    - Jansbury? - fece strabuzzare un paio di volte gli occhi, quel nome non suonava affatto bene, ma il distintivo non sembrava un falso. - Non credevo ci fosse un corpo junior negli auror. - di certo non era il caso di continuare quella specie di sfida senza senso, ma tenere a bada il suo carattere difficile era impossibile.
    - La memoria signorina Smith. - le porse i pochi documenti in suo possesso e rimase in attesa.
    [color=#3F621F]- Quello che so su di me è scritto su quei fogli. Vorrei saperne di più, signorina pezzo grosso.

    Aveva una famiglia, qualcuno che lo cercava? E perché se il suo cognome era così poco inglese si trovava lì?
    - Rientra nei campi di sua competenza o devo rivolgermi ad un auror maggiorenne?



     
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    Ottimo, che razza di cosa newage era questa? Cos'era tipo il genderfluid il non voler definire la propria nazionalità perchè siamo tutti quanti cittadini del mondo e siamo tutti uguali e non ci devono essere discriminazioni?
    Il mio sguardo diceva tutto questo, sebbene la mia bocca non proferì parola. Questo tipo non era proprio il massimo della simpatia. Ne dell'umiltà. Ne della vita, diciamocelo. Non che io quel giorno fossi al mio massimo, anzi, mi era spuntata quella venuzza di cattiveria di quando piove per tre mesi di fila senza sole e vai in carenza di serotonina.
    Ah ah, molto simpatico, spero non faccia il cabaretista per vivere.
    anche se in effetti i cabaretisti non facevano ridere nessuno quindi magari...
    Iniziai a camminare verso l'ascensore per andare verso il piano auror. Forse l'avevo convinto dopotutto.. ottimo, la mia faccia da burla continuava a funzionare, almeno una gioia.
    A quanto pareva il tizio biondone e antipatico aveva perso la memoria. Gli auror si occupavano anche di queste cose? Veramente??
    Comunque il furbetto si chiamava Gwain Schmidth ed era.. AH LO SAPEVO! più giovane di me.
    Gwain Schmidt... beh mamma britannica o fan della saga di re artù e padre di origini tedesche ebraiche.
    Aveva senso no? Evidentemente non si ricordava i suoi genitori se era venuto qua a chiedere informazioni su se stesso. A pensarci bene, questo spilungone mi faceva un po' di tristezza... magari era per questo che era antipatico.
    Come hai perso la memoria? Insomma ti sei ritrovato in un posto senza sapere come e perchè o ti è caduto un Erumpent addosso?
     
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    La lotta sarcastica innescata dopo l’incidente del caffè pareva non voler aver tregua. Del resto Gwain non era il tipo di persona che si arrendeva a dar ragione agli altri e la ragazza sembrava un vero osso duro con il quale avere a che fare. La cosa lo stava divertendo? Si e non solo perché dopo un soggiorno di due settimane in ospedale era divertente anche osservare un gatto che faceva la cacca.
    - Simpatica - le sorrise, con quel viso tirato e la voglia di trovare qualcosa di altrettanto snervante, senza però riuscirci.
    - Tutto questo lo ha dedotto grazie ai suoi lunghi anni di esperienza o sta tirando ad indovinare?
    La Smith, non sembrava affatto convincente, ma proseguire quella passeggiata a passo di lumaca fino al piano auror era l’unico modo per scoprire la verità, su di lei e su di lui.
    - Vuole chiedermi anche dove si trovava l’ultima volta che l’ho vista?
    Domande stupide, simili a quelle che ponevano gli operatori del telefono quando gli si parlava dei problemi alla linea internet.
    - Mi sono svegliato in ospedale due settimane fa, solo come un cane e con tanta voglia di staccarmi una gamba dal male che mi faceva.
    Proseguì, per dare una risposta al interrogativo della ragazza.
    - Ciliegina sulla torta, mi hanno detto che sono un licantropo. - ed era per quello che si trovava lì. Non sapeva il perché, ma nella sua testa era rimasta quella nozione sui licantropi e sul fatto che anche quelli incensurati fossero schedati nel archivio del ministero. Se non c’erano notizie di lui in qualità di straniero, forse ci sarebbero state in qualità di licantropo. Quella sua supposizione però, era del tutto errata. Era vittima di quella maledizione da appena un anno e in quel tempo era stato bravo a non mettere al corrente nessuno di quella sua condizione.
    - Avete un archivio anche delle creature magiche, giusto? Lei è registrata tra i folletti?
     
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    Uhm però, non ti ricordi chi sei ma a quanto pare le sai tutte sui registri e i folletti e su quanti anni dovrei avere e che cosa dovrei o non dovrei sapere. Strabiliante, devi essere davvero un ragazzo con una intelligenza innata.
    Commentai alzando le sopracciglia con profondo sarcasmo, come se fossi davvero impressionata. In realtà non sapevo come funzionavano le amnesie. Insomma ti ricordavi che un cucchiaio aveva nome cucchiaio ma non il nome di tua madre? Aveva senso?
    Oppure potresti andare ad Hogwarts, scuola di magia e stregoneria a cui probabilmente sei stato o sei tutt'ora iscritto e chiedere alla preside chi è che ti pagava la retta scolastica in modo da avere un contatto diretto con la tua famiglia signor genio della burocrazia.
    Dubitavo profondamente che fosse economicamente autosufficiente. Anche se comunque, anche il san Mungo, il conto a qualcuno doveva pur mandarlo. Il resgistro delle creature magiche comunque era nella sezione creature magiche quindi non potevo di certo darglielo io e neanche cercarlo.
    Per quello devi andare nella sezione creature magiche prendere il numerino, compilare il modulo di richiesta per avere la tua cartella, se esiste e poi prendere appuntamento con l'addetto di reparto per visionarla o averne una copia.
    Semplicissimo, una cosa di 3-5 settimane. Un soffio.
    Ok ormai che sei qua faremo il Test di Bureau, protocollo standard per chi ha amnesie, ti dirò due opzioni e devi sceglierne una di getto, senza pensarci troppo, ok?
    Sì, è il test della personalità di strega moderna ok???
    Dolce o salato?
    Giorno o notte?
    Scopa o camino?
    Burrobirra o Succodizucca?
    Sopra o sotto?
    Quidditch o Scacchi?
     
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    - Ho dimenticato chi sono, non sono diventato deficiente.
    La domanda dell’auror era lecita, come faceva a sapere tutte quelle cose se per ricordare il proprio nome doveva controllare la carta d’identità? La mente umana era assurda e certi misteri potevano apparire irrisolvibili.
    - Ho diciannove anni, se i miei calcoli non sono errati dovrei essermi diplomato da almeno un paio di anni - i calcoli erano giusti, ma non conscio della propria storia non sapeva che pur avendo superato la maggiore età era ancora bloccato al terzo anno. Di certo avrebbe completato i suoi studi se non avesse avuto tutti quei casini alle spalle di cui non ricordava. L’esplosione, la perdita del patrimonio di famiglia e i viaggi in giro per il mondo con i due fratelli di cui non ricordava neanche i nomi - Ha anche detto che sono un genio - la sua espressione era eloquente, come a voler dire “potevi arrivarci anche se sei bionda”.
    - Numerino…- sentiva che le cose si stessero complicando più del dovuto, ma del resto era sempre così nella sua vita, nulla poteva mai andare nel verso giusto. - Potrebbe davvero non esistere? - ricercando negli archivi avrebbe trovato un misero foglio con su il suo nome e la data del rilascio dal ospedale. Fino a quel momento era stato in grado di mantenere il segreto, persa la memoria era andato tutto alle ortiche.
    - Salato … notte … camino … burr- a cosa diamine dovrebbero servire queste domande?
    Era stato al gioco, anche se per poco, ma già alla seconda domanda aveva iniziato a domandarsi dove fosse finita la professionalità della ragazza. Vide un altro auror avvicinarsi ad entrambi, sorridere alla ragazza e chiamarla con un nome diverso da quello pronunciato da lei in precedenza. - Ha qualcosa da dichiarare Miss Angela Jansbury?
     
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    Si certo....
    risposi ridacchiando.
    Penso non ci sia un undicenne al primo anno da almeno due decenni ormai. Tra poco diventerà l'ospizio di magia e stregoneria di Hogwarts!
    beh poco ci mancava sicuramente. Ma detto da una che a scuola nemmeno ci era mai andata... ma lui non lo sapeva quindi.. Ssssh!! Andiamo avanti col discorso.
    Beh sì, se non ti sei registrato come lupo mannaro per un qualsiasi motivo... non lo fanno tutti, se non ti ricordi nulla magari ti sei messo in qualche guaio e non ti sei registrato apposta. Oppure sei diventato lupo mannaro poco prima di perdere la memoria.
    Ed ero quasi riuscita a fargli fare il test di strega moderna quando vidi passare AJ alle sue spalle. Ah dannazione,la mia fantastica performance era già finita.
    A scoprire quale animale fantastico sei...
    Gli sorrisi a trentadue denti, mentre salutavo Aj di rimando e gli lanciavo il distintivo che aveva dimenticato qua la sera prima.
    Tieni AJ!
    tornando al nostro biondo smemorato, mi limitai a stringermi nelle spalle.
    Per adesso hai la maggioranza di B quindi sembri essere uno Snaso...
    richiusi la rivista e gliela mostrai.
    Sono la segretaria, piacere. Sei sicuro che non hai preso una mega sbornia come in quel film... una notte da leopardi?
     
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    Tossì un paio di volte nel pugno della propria mano ridacchiando. La certezza di essere stato preso in giro non lo aveva abbandonato neanche per un istante, l’arrivo del vero auror era la conferma che cercava. - Segretaria… - tossicchiò di nuovo con quella faccia da schiaffi che lo contraddistingueva e che neanche la perdita della memoria era riuscita a portargli via. - In pratica avrei dovuto chiederle un caffè, non una mano nella ricerca dei documenti - era un rompiscatole nato e non riusciva a non infastidire la gente. - Il suo amico è più ferrato di lei? O lui mi farà scoprire di essere un ippogrifo? - di certo si sentiva più simile a quella creatura rispetto ad uno snaso. Quelli erano paffuti e graziosi, mentre gli ippogrifi erano imponenti e maestosi. Il suo ego riusciva ad accettare molto più facilmente il secondo paragone. - Al momento non so neanche se mi piace bere. - lo avrebbe scoperto di lì a poco. Qualche vecchio amico gli avrebbe potuto raccontare preoccupato del periodo in cui non si staccava dal whisky neanche sotto minaccia, di come fossero preoccupati e di come invece di affrontare il problema era svanito nel nulla. Nessuno si era fatto avanti nel tentativo di recuperare un rapporto e sarebbe rimasto così anche in seguito. - Possiamo smettere di giocare e trovare qualcuno che mi aiuti realmente? - sapeva di essersela cercata, divertendosi con la sua aria acida a rispondere a tono alle battute della ragazza, ma era giunto il momento di smettere. - Sono solo al mondo e gli ospizi per poveri non mi ispirano.
     
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    Beh, che problemi aveva con le segretarie? Guadagnavano bene semplicemente scrivendo dei nomi su un'agenda e dicendo alle persone quando venire e dove andare. E no, mai nessuno doveva andare a quel paese, ma se anche avesse dovuto andarci sempre indicare con gentilezza.
    Sì, la segretaria. Ho preferito questo all'essere uno studente di 25 anni squattrinato.
    In realtà ero entrambe le cose: i soldi sparivano nell'etere e ero comunque una studentessa. Terribile, una zucca muffita, ma comunque lui non doveva saperlo.
    Lo fissai, una mano sotto la guancia, mentre facevo delle smorfie.
    Nah, troppo biondo per essere un ippogrifo: noi biondi siamo poco memorabili, svaniamo dalla memoria della gente, gli ippogrifi sono più incisivi.
    Almeno io avevo sempre dato la colpa alla mia assenza di vibranti ciglia da giraffa e sopracciglia che non mi facessero sembrare una ranocchia.
    Al momento gli auror sono in riunione ma posso accompagnarti al reparto delle creature magiche e vedere se facendo un po' la carina con l'addetto ai registri ci passa il tuo fascicolo sottobanco.
    Ah, quanta generosità. Si vede che mi annoio da morire vero?
     
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    - Scelte - non sapeva se la battuta sui venticinquenni squattrinati riguardasse lui o meno, ma decise di tenere per se almeno quell’appunto. Del resto iniziava a stancarsi di punzecchiarla. Gli era bastato aver scoperto di aver ragione e di non trovarsi di fronte ad un auror.
    - Hai questa scarsa considerazione dei biondi? - non credeva di essere una persona poco incisiva, in realtà non lo era mai stato. Fino a quel momento chiunque si fosse ritrovato ad avere a che fare con lui non lo aveva dimenticato. I ricordi creati nella memoria di quelle persone non erano positivi ed era per quello che nessuno si era fatto avanti a reclamarlo. Era una specie di calzino spaiato, un qualcosa di cui nessuno perdeva tempo a sentire la mancanza.
    - Se ti va… - storse un po’ il naso, la ragazza non era male, ma qualcosa gli diceva che non aveva il sex appeal adatto a fare qualcosa del genere.
    Si incamminò assieme alla ragazza, verso questo fantomatico reparto delle creature magiche.
    - Ti capita spesso di fingerti auror per divertirti?
     
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    Mi strinsi nelle spalle, trovando strano che la prendesse sul personale. Infondo ero bionda anche io, e molto più di lui, ero autorizzata a fare battute sui biondi. Si chiamava autoironia.. no?
    Diciamo che stando alle mie statistiche preferisco i mori...sai noi biondi tendiamo ad avere lo sguardo a pesce lesso... ciglia trasparenti, sopracciglia quasi inesistenti, occhietto chiaro... praticamente una cosa inespressiva.
    No, probabilmente si stava solo offendendo. Beh, peggio per lui, io gli stavo dando un consiglio ed era quello di farsi moro. Poi si sa, c'è sempre qualcuno a cui tira il capello color del sole.
    Per mia fortuna.
    No, se lo faccio spesso non penso di poter riuscire a intenerire troppo il capo, mi manderebbe via a calci in culo. M ogni tanto... devo pur fare qualcosa di divertente: qua dentro sono tutti vecchi. Anche quelli giovani sono vecchi, tutti seri, spalle dritte, loro hanno un mondo da salvare!
    lo dissi in modo piuttosto teatrale, neanche fossi uno dei power ranger che incita i compagni di tutina a seguirlo.
    Pensa ogni tanto mi trovo pure a leggere il giornale... la vecchiaia è contagiosa sai? Prima che tu te ne renda conto BEM! sei un vecchio anche tu. beh, forse tu no visto che sei un licantropo ma.. noi biondi invecchiamo prima: pelle troppo delicata. Farei attenzione.
    Cristo, si vede che non ho tanta gente con cui parlare?
    Ok, eravamo arrivati. Salutai l'addetto all'archivio muovendo le dita e sorridendo.
    Allora, siamo arrivati, tu sta qua con una faccia affranta, magari fingi anche qualcosa da.. non lo so, disadattato, triste, devi fargli pena ok?

    Ok, temo di dover portare pessime notizie: non sei registrato. Non c'è assolutamente nulla nel registro delle creature.
    Piccola pausa, da portatrice di sventura.
    Sei sicuro di essere un licantropo? Magari hanno sbagliato no?
     
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    - Ah capisco! - capiva le motivazioni che spingevano la ragazza a comportarsi a quel modo, del resto lui non era stato un tipo che prendeva le cose sul serio. Non se ne ricordava, ma non c’era stat una lezione in cui avesse seguito tranquillo e senza infastidire il resto della classe.
    - Almeno sappiamo di essere in buone mani, no? - riuscì a sparare una specie di perla di saggezza e si stupì da solo dell’accaduto.
    - Dice che devo cercare una buona crema per le rughe? - aveva alzato un sopracciglio a quella raccomandazione così assurda. Era un ragazzo, l’invecchiamento precoce lo avrebbe reso più affascinante. Purtroppo era così, gli uomini avevano buona parte delle fortune.
    - Cucciolo bastonato? Così va bene?- mise su l’espressione che aveva avuto durante tutta la degenza in ospedale e attese come gli aveva suggerito l’altra.
    Passarono pochi minuti prima di vederla tornare con pessime notizie. - Penso di esserne abbastanza sicuro. - non si era ancora trasformato, ma di solito c’era da fidarsi dei dottori e di quello che dicevano. Dopo tanti anni di studio non se li immaginava a dire baggianate ai poveri smemorati. - Capita che qualcuno tenga nascosta la propria natura, no? Questo è un mondo di merda per le creature magiche, soprattutto per i licantropi. Lei lo direbbe?
     
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