I don't care.

Ever

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Studente Accademia
    Posts
    544

    Status
    Anonymous

    Come ogni sera aveva vagato un po’ per il castello, trascinandosi dietro quella gamba fastidiosa senza badare al dolore che gli causava. Era un rituale strano che lo aiutava ad addormentarsi. Si sentiva solo e del resto lo era, tanto da essersi beccato una delle poche camere singole rimaste nel castello. Non capiva cosa spingesse le persone a tenerlo a distanza, ma sentiva di star scontando una pena meritata. Si era poggiato su uno dei tanti davanzali, su quelle pietre vecchie più di cento anni che avrebbero potuto raccontare storie più interessanti della sua, pronto a fumare l’ultima sigaretta prima di tornare alla sua camera. Non sapeva cosa lo spingesse a restare tra quelle mura, ma l’idea di non avere nulla fuori su cui fare affidamento lo costringeva in quel posto. Si lasciava vivere, sfruttando l’unica certezza che lo aiutava a non diventare del tutto un relitto umano. Non si conosceva e questo lo spingeva a non sapere cosa fare del proprio tempo, della propria vita. Non sapeva quale potesse essere la sua materia preferita, ne in cosa fosse portato. Sapeva di avere problemi con la luna piena e che amava
    fumare. Di tanto in tanto provava a sforzarsi, cercava intensamente il modo di ritrovare i suoi ricordi. La pazienza, quella di cui aveva davvero bisogno in quel momento, iniziava a scarseggiare e i progressi erano inesistenti. Portò la ormai cicca alle labbra, fece l’ultimo lungo tiro osservando la cartina diventare sempre più piccola e gettò il piccolo mozzicone dall’altra parte della finestra. Una volta voltato si trovò di fronte una figura bionda. Impettita con i suoi occhi da gatta lo giudicava molto fiera della sua spilla da caposcuola. - Se è per il mozzicone… direi che è andato. - osservò annoiato scrutando la finestra. - Per il coprifuoco, giuro solennemente che stavo per tornare nella mia stanza - alzò entrambe le braccia in segno di resa, sentendosi davvero poco propenso a voler ascoltare qualche assurda ramanzina che di lì a dieci secondi non avrebbe tardato ad arrivare.



    Edited by dioneo; - 28/10/2019, 15:07
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Studente Accademia
    Posts
    1,496

    Status
    Anonymous
    Un altro dei miei giri di ronda privi di entusiasmo quello che mi accingo a svolgere stasera con tutta l'intenzione di finire in fretta per tornarmene nella mia stanza. Non ho in programma di vedere Frankie stasera, ma nonostante questo ho voglia di porre fine alla svelta ai miei doveri e lasciarmi alle spalle un'altra delle strane giornate che da un pò di settimane mi tocca vivere al castello. E' quasi ridicolo il modo in cui migliaia di pensieri corrosivi si insidino nella mia mente con un'impetuosità che ha sempre il potere di gettarmi a terra, quasi non mi fosse concesso di abbandonare quell'astio che rivolgo imperterrita al mondo e fossi costretta, piuttosto, a sfogare le mie frustrazioni sugli altri, seppur attraverso quell'insieme di doveri che mi competono e che, pertanto, mi permettono quantomeno di restare dalla parte del giusto. Parti di me che il grifondoro non apprezza ancora del tutto, ma che sono comunque meno devastanti delle precedenti. Ho fatto i miei progressi nel corso degli ultimi mesi, ma mi sento comunque stretta, soffocata in quel nuovo atteggiamento che mi rende un pò più disponibile verso il prossimo e che abbassa inevitabilmente le mie difensive. Certo è, però, che non tollero in alcun modo le prese di posizione nei miei confronti, né quegli atteggiamenti superbi che provano a frapporsi tra me e la spilla che porto con fierezza sul petto ogni giorno. Nell'istante in cui tra i corridoi avvisto una sagoma che lancia via con noncuranza una cicca di sigaretta oltre una finestra, mi avvicino senza indugio, pronta ad intervenire non solo per il mozzicone ma anche per l'orario del coprifuoco ormai scattato da un pezzo. Eppure, nell'individuare chiaramente il volto che sorge oltre una divisa dai colori verde ed argento, resto attonita per pochi secondi, senza comunque rallentare il passo con cui procedo in sua direzione. E' quasi uno shock rivedere la sua faccia dopo così tanto tempo e l'ira sul mio viso parla chiaramente da sé. "Ah si? Mozzicone e coprifuoco? Credi siano gli unici problemi che ho nei tuoi riguardi in questo momento?" La sua strafottenza e la sua noncuranza alimentano il fastidio che provo nei suoi confronti, al punto che, proprio come lui che sembra trattarmi come una perfetta sconosciuta, io stessa mi rivolgo a lui con quel distacco che riserverei ad uno studente qualsiasi. Perché a quanto pare è questo che siamo diventati l'uno per l'altra: due studenti come gli altri. "Sai che facciamo adesso? Vieni con me fino alla tenuta, raccogliamo il mozzicone che smaltirai in modo adeguato, se non ci tieni ad ingoiarlo per mano mia, e poi ti dirigi dritto verso la tua sala comune se non vuoi essere denunciato alla preside. Chiaro?" Rigida, in volto tanto quanto nel tono aspro e duro che gli rivolgo, mentre a braccia conserte e con la bacchetta ben stretta in una mano attendo che lui mi segua, fissandolo solo per accertarmi che decida di venire al mio seguito e non dimostri lo stesso atteggiamento superbo e menefreghista che mi ha rivolto in passato, quando mi è toccato sorvegliarlo durante una punizione. Un pomeriggio da dimenticare, se solo ci riuscissi, che continua a pesarmi più di quanto non avrei mai creduto. "Hai un bel coraggio a sparire e riapparire in questo modo così spesso, Schmidt. Dovresti imparare cosa sia la costanza ed applicarla nella tua vita." Forse perché, nonostante tutto, mi pesa ancora l'idea di aver dato, in passato, fin troppa importanza a chi non ci ha messo niente a disfarsi di me e dimenticarmi come fossi una persona qualunque. Un altro degli errori che spero non commetterò mai più in vita mia.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    Studente Accademia
    Posts
    544

    Status
    Anonymous

    Era già capitato, più di una volta, che Gwain sparisse completamente dalla vita di quelli che riteneva amici per poi ritornarvi senza porsi tanti problemi. Se prima questo comportamento era dettato dalla noncuranza, con il tempo quel suo scomparire e riapparire era diventato un modo per proteggere chi gli stava attorno. Gli ci era voluto parecchio per riuscire a diventare una persona migliore, una persona che si interessava anche al prossimo oltre che a se stesso e nel momento esatto in cui c’era riuscito, la maledizione lo aveva spinto nuovamente ad allontanarsi, a perdere tutti. - Non mi pare di aver fatto altro - rispose, volgendo lo sguardo lontano, comportandosi con Ever come con un estranea. Purtroppo per lui, era diventata esattamente quello. Non ricordava i piani loschi e le litigate, come non ricordava i pomeriggi in cui era stato aiutato nello studio, ne quelli in cui lo aveva aiutato a superare i momenti difficili. Quanto fossero stati amici, proprio loro che della parola amicizia conoscevano a stento il significato. Nulla, il vuoto totale. - Se hai tutta la notte non ci sono problemi - indicò la propria gamba, quella che ormai trascinava quasi come un peso morto - Lei non collabora molto - stesso tono di sempre, stessa strafottenza. In quello non era cambiato, quel carattere assurdo che si ritrovava era esattamente lo stesso. - Se ci tieni tanto - mosse un primo passo, al quale lentamente seguì il secondo, mentre la ragazza come una piccola furia lo precedeva. Vide lo sguardo di lei, già freddo e quasi rabbioso, diventare più incandescente. Almeno quella fu la sua impressione, quando il tono della sua voce era mutato per regalargli un rimprovero che rispetto al precedente dava l’impressione di avere una nota più personale. - Sparire? - le domandò incredulo. Aveva trovato qualcuno che lo conosceva? Quel accenno di acidità nella voce gli pareva una conferma. - Eri mia amica? - la strattonò per una manica della divisa, per cercare di scorgere nei suoi occhi la verità nelle sue parole. - Io, io non sono sparito, almeno credo. - Scosse la testa, sentendo che in quel esatto istante tutto iniziava a confondersi come i primi giorni dopo il risveglio. - Non ricordo nulla - iniziò a massaggiarsi la fonte, cercando di mettere chiarezza tra i suoi pensieri. - Un giorno mi sono svegliato in ospedale e lì mi hanno detto il mio nome, so solo questo - avrebbe potuto aggiungere delle scuse, dire qualcosa sul fatto che gli dispiacesse di non essersi fatto vivo, ma era pur sempre Gwain e certe cose era difficile tirargliele fuori dalle labbra. - Da quanto tempo mancavo al castello?


     
    Top
    .
2 replies since 28/10/2019, 12:47   91 views
  Share  
.
Top