- words as weapons.

(privata - Arya)

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    Studente Corvonero
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    Non c'erano molti rumori, in biblioteca. Il fruscio delle pagine sfogliate, lo strisciare delle sedie sul pavimento, qualche colpo di tosse di tanto in tanto. Raelene era giunta tra quegli scaffali da circa una mezz'ora e le sue dita tamburellavano impazienti sul tavolo. Per puro scrupolo aveva portato con sé il libro di Storia della magia, pur consapevole del fatto che non le sarebbe servito a niente.
    Quel compito extra stava diventando un peso, un pensiero che le appesantiva ulteriormente ogni giornata. Si era pentita ben presto di essersi iscritta, rimproverandosi per l'eccessivo zelo che l'aveva portata a porre il proprio nome in una lista che la vedeva in compagnia di elementi non esattamente amichevoli, specie nei suoi confronti. Anche per questo Raelene si era domandata perché non avesse considerato meglio le conseguenze di un'azione che sembrava così innocua come quella di un lavoro scolastico in più. Era chiaro fin dall'inizio che si sarebbe trattato di un lavoro di coppia, quel genere di attività che non incontrava il suo favore proprio per la socialità che imponeva. Non era chiaro, invece, che il caso le avrebbe assegnato Arya. Forse la persona con cui aveva più paura di parlare di sé in assoluto.
    L'aveva aspettata, l'aveva aspettata a lungo e di lei nemmeno l'ombra. Rae capiva bene perché tra loro ci fosse della tensione, dell'imbarazzo, dell'indefinito. Era stata lei a creare quella situazione e a lei sarebbe toccato porvi rimedio, se solo avesse voluto. La verità, però, era che preferiva lasciare che le cose rimanessero com'erano, nonostante non avere più la Grifondoro come amica la facesse soffrire. Più di quanto non riuscisse ad ammettere. Tuttavia, darle buca le sembrava un comportamento immaturo e fuori luogo, che la ferì tanto da farla stizzire notevolmente. Stufa di attendere si alzò in piedi e lasciò la biblioteca a passi decisi, senza guardare in faccia nessuno. Avrebbe potuto avvisarla, invece l'aveva semplicemente lasciata lì. Una parte di sé pensava persino di meritarselo e quel pensiero la irritava più di tutto il resto.
    Si dava della stupida, Raelene, per aver pensato che tutto potesse andare liscio. Per aver pensato che la faccenda potesse svolgersi senza ulteriori problemi. Si dava della stupida anche per aver pensato che, dopo tutto, non avrebbe passato il suo compleanno da sola. Solo un anno prima era a una serata di beneficenza a fingere che tutto andasse bene, ignara di essere solo all'inizio di un lento declino.
    Sospirò pesantemente, rallentando il passo. Un'ombra alla sua sinistra attirò la sua attenzione e, voltandosi, riconobbe Arya. Bastò incrociarne lo sguardo perché Rae riconsiderasse tutte le conclusioni a cui era giunta in preda alla rabbia del momento; si fermò e la guardò avvicinarsi, in attesa di una qualsiasi giustificazione da parte della Lannister.
    « La puntualità continua a non essere il tuo forte. » constatò, con un tono che poteva facilmente risultare ostile. Forse lo era, almeno in parte. C'era però anche il desiderio di sottolineare le cose che non erano cambiate, nonostante tutti gli stravolgimenti che il loro rapporto aveva subito.
    « Quindi... Hai intenzione di fare il compito o...? » le chiese, abbassando gli occhi sul libro che stringeva al petto, per poi puntarli nuovamente nelle iridi nocciola dell'altra. Di tornare in biblioteca, in ogni caso, non aveva intenzione. Stranamente aveva sentito che non era il luogo adatto, per quel giorno: preferiva rifugiarcisi da sola, piuttosto che in compagnia.
    « Possiamo anche farlo un altro giorno. »
     
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    Studente Grifondoro
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    Aveva sempre pensato che le relazioni romantiche fossero quelle più distruttive quando finivano, ecco perché faticava quando si trattava di mettere in mostra i propri sentimenti, ma non avrebbe mai pensato che la fine di un’amicizia potesse essere anche peggio. Forse non glie lo aveva mai dimostrato a parole, ma voleva davvero bene a Raelene, ci teneva troppo e per questo motivo non riusciva a superare il suo allontanamento. Avrebbe dovuto solo accettare il fatto che Rae non avesse più bisogno di lei nella sua vita, così da andare avanti e lasciarsi la loro amicizia alle spalle. Eppure, finora, tutto aveva fatto tranne che questo. Anche presentarsi a casa sua era stato un’errore, lo sapeva bene, ma in fondo era accaduto mentre era ubriaca e senza il pieno controllo di sé stessa, come spesso accadeva da un bel po’ di tempo, ormai. E la cosa peggiore era che non ricordava quasi niente. Da quando la scuola era ricominciata il massimo in cui Arya era riuscita era farle un piccolo saluto durante una lezione, solo perché si erano ritrovate vicine senza volerlo. E ora? Bhe, ora il caso aveva deciso che avrebbero dovuto svolgere un compito a coppie insieme. Un compito in cui bisognava creare una biografia del proprio compagno, e quindi, di conseguenza, entrambe dovevano conoscere più cose possibile dell’altra. Bella impresa, per due ex amiche che a malapena si guardavano quando si incrociavano per i corridoi. Ma sapete la cosa più divertente? Si, cioè, non esattamente divertente, ma.. Insomma, il giorno in cui si sarebbero incontrate per il compito era anche il giorno del compleanno di Raelene. E chi aveva deciso di compierlo proprio in quella giornata? Strano ma vero, la festeggiata stessa. A quel punto, vista la situazione in cui le due si trovavano, Arya si chiedeva davvero se la Corvonero fosse, magari, ignara del fatto che la ritardataria e smemorata Grifondoro ricordasse perfettamente il suo compleanno. Come poteva scordarselo? Si trattava pur sempre di Raelene, dopotutto. Non una qualunque. Ma in un rapporto del genere, dove non c’era più nemmeno conversazione, aveva senso farle un regalo? No, non ce l’aveva. Non avrebbe dovuto.. e per questo l’aveva fatto. Povera stupida Arya, che ancora cercava una scusa per mantenere vivo il ricordo della loro amicizia. Un’amicizia che forse per l’altra neanche aveva mai avuto significato. Sapete la cosa più assurda? Glie lo aveva comprato prima degli inizi della scuola. Si era ritrovata davanti a una vetrina, aveva visto qualcosa e, semplicemente, aveva pensato a Raelene. E così, ancora speranzosa che magari un giorno le cose tra loro si sarebbero potute sistemare, era entrata in quel negozio e le aveva comprato un regalo. Ed era proprio quello che stava cercando ora, in ritardo all’appuntamento che si erano date in biblioteca. Ricordava di averlo messo nel cassetto del suo comodino, eppure non era più li. O forse lo aveva messo in un altro cassetto, o magari sotto il letto, o chissà, dietro tutto quel disordine che ogni giorno che passava non faceva altro che aumentare. “Ma porca troia. Porca troia. Porca maledettissima-“ Ed eccolo lì, il pacchettino poco vistoso nascosto dietro una pila di libri di scuola mai aperti. “BINGO.” Un sorriso smagliante le si formò sul volto, ma quando prese in mano quel pacchetto, realizzò che non c’era nulla da sorridere. La speranza che aveva durante la compera quel regalo si era solo andata a scemare del tempo. Ormai, era quasi svanita del tutto. Sospirò, prima di mettere ugualmente il pacchetto nella sua borsa a tracolla, prendere il libro di storia della magia - che poi sarebbe servito? Probabilmente no - e, finalmente, lasciare il dormitorio per dirigersi da Raelene. In ritardo come sempre, ma questa volta non per pigrizia, ma per uno stupido regalo che forse nemmeno le avrebbe dato. Quando arrivò alla biblioteca, non fece in tempo ad entrare che si incrociò con la sua compagna di studi fuori dall’ingresso, intenta ad andarsene. “Te ne stavi and-“ Si bloccò nel sentire la constatazione della Corva. E va bene, se l’era meritata. Cercò di sembrare il più naturale possibile, questa volta non poteva ignorarla, dopotutto. “Lo so, hai ragione. È che..” Stavo cercando il tuo regalo. “..mi ero addormentata. Scusa.” Una scusa stupida, improvvisata, ma che se si trattava di Arya era più che possibile. Non sapeva davvero come comportarsi in quel momento. Era fortemente a disagio. “No, no, perché aspettare.. Ho fatto solo un po’ di ritardo, ma abbiamo ancora parecchio tempo davanti. Facciamolo.” Disse con una convinzione non troppo convincente dal tono di voce usato. “Magari da qualche altra parte.. Sai, non so quanto sia fattibile la biblioteca. Credo mi odino li dentro..” O era lei a odiare la biblioteca. “..Diciamo che l’ultima volta che ci sono stata mi sono fatta zittire da parecchi studenti.. e dal bibliotecario. E da un professore che passava di lì. E se non ricordo male anche da un fantasma..” Socchiuse leggermente gli occhi nel ripensare bene a quel giorno, prima di scoppiare in una lieve risatina. Certo, una risatina che durò pochi secondi visto lo sguardo di Rae fisso su di lei. Ci era abituata, l'aveva sempre fulminata in quel modo anche quando erano amiche. “Bhee quindi.. Che ne pensi di uscire all’aperto?” Prendere un po' d'aria fresca non sembrava una brutta idea. "A meno che tu non abbia altre preferenze."
     
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1 replies since 21/10/2019, 13:07   110 views
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